Giorno: 28 gennaio 2015

Quando muore un criminale, bisogna per forza andare al funerale?

« Re Abdullah con Dick Cheney e  George H.W. Bush, Agosto 2005 »  photo by David Bohrer - Wikimedia

« Re Abdullah con Dick Cheney e George H.W. Bush, Agosto 2005 » photo by David Bohrer – Wikimedia

Non auguro mai la morte a qualcuno. chiunque sia. Credo anche sia auspicabile dare rispetto ai morti qualche siano stati i loro meriti e le loro colpe in vita. Ma detto questo. Se domani uno dei tanti boss della mafia muore in carcere o in latitanza, dobbiamo tutti andare a camminare dietro la bara piangendo e dicendo a chi ci vuole ascoltare che quello steso davanti era una brava persona? Credo proprio di no. E invece è quello a cui abbiamo assitito a livello planetario nei giorni scorsi.

 

In questi giorni è morto il re dell’Arabia Saudita, Abdallah ben Abdelaziz al-Saud. Membro della dinastia al-Saud, figlio di re Abdelaziz Ibn Saud, il fondatore, grazie ai servizi britannici, dell’Arabia Saudita, stato inventato di sana pianta mettendo insieme due province dell’ex impero ottomano, il Najd e il Hejaz, per servire i piani di divisione del mondo dei maggiori imperi coloniali di allora (e anche di adesso).
È stato il principe ereditario e regnante de facto dal 1995 al 2005 a causa dello stato di salute dell’allora re Fahd, il suo fratellastro, per salire poi ufficialmente sul trono all’età di 71 anni dopo la morte di quest’ultimo. Con un patrimonio personale stimato in 18,5 miliardi dollari è classificato nella 3° posizione dei re più ricchi. Ma è sicuramente alla testa di un clan di circa 25000 persone che insieme controllano la più grossa fortuna del mondo.
Un clan che gestisce il paese come una proprietà privata. In effetti l’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo che porta ufficialmente il nome di una famiglia. Questo clan scelto dagli inglesi perché legati ad una rigida tradizione conservatrice e ad una lettura ottusa dei dettami dell’islam: il Wahhabismo, che è un movimento politico-religioso fondato nel XVIII secolo da Muhammad ibn Abd al-Wahhab sulla base di una visione puritana e rigorista della tradizione musulmana che va contro la maggior parte delle altre dottrine dell’Islam e sopratutto va contro ogni forma di religiosità popolare e nello stesso contro ogni pensiero razionale o innovazione. L’ideale quando si vuole mantenere un popolo arretrato e ignorante. Non a caso gli inglesi misero da parte le grandi famiglie del Hejaz che stavano cercando di andare verso forme di modernizzazione della loro società per scegliere i beduini del deserto del Hejaz e tra questi la famiglia più conservatrice e più arretrata di tutte.

Bisogna pur dire che in un clan così vasto e così ricco qualcuno di intelligente e di aperto c’è stato e ci sono stati anche timidi tentativi di cambio di direzione ma che sono stati repressi anche con la morte, quando era necessario per mantenere la linea dura.

Da quando è al potere, il clan ha mantenuto il paese sotto una cappa di piombo. La loro polizia religiosa gira in continuazione per far rispettare gli spietati dettami della loro pseudo morale religiosa, che obbliga le classi inferiori a vivere in un inferno dove ogni espressione di amore o di sessualità è repressa quando poi loro vanno in giro per il mondo a spendere i loro miliardi in divertimento, alcool, droghe, sesso, gioco d’azzardo e altri vizi.

Nel paese più ricco del pianeta le differenze sociali sono estreme. Nessuno muore di fame ma le classi più povere sono giusto giusto al livello della sopravvivenza. Persistono varie forme di schiavitù di fatto e gli immigrati in modo particolare sono trattati come pura merce che si usa e poi si butta via, senza nessun diritto, nessun rispetto. Le donne sono recluse. Non possono uscire liberamente, non possono guidare, non possono intrattenere rapporti sociali con maschi estranei alla propria famiglia. Chi esce dalle regole imposte dal regime, viene frustato nel migliore dei casi, nel peggiore può essere decapitato o lapidato pubblicamente.

È il caso, ad esempio del blogger 31enne, Raif Badawi, condannato a 10 anni di carcere, a pagare una multa di 270 mila dollari, e in più a 1000 frustate (che in queste settimana le vengono somministrate al ritmo di 50 frustate ogni venerdì pomeriggio dopo la preghiera di mezzogiorno) tutto questo per aver osato criticare il regime sul suo blog.

In questi casi il silenzio dei milioni di “#jesuischarlie” diventa assordante come una cannonata. Dove sono le fiaccolate, dove sono le interrogazioni parlamentari, le prese di posizione delle istituzioni, i ritratti srotolati lungo la facciata dei comuni, come è stato giustamente il caso quando era il regime iraniano o sudanese a condannare qualcuno o qualcuna? Dove sono questi innamorati della democrazia e della libertà di espressione?

Ma peggio di quello che fa la famiglia Ibn Saud in Arabia c’è solo quello che fanno in giro per il mondo, da mezzo secolo in qua. Miliardi spesi per diffondere la loro ideologia arretrata, le loro idee storte della vita e della società. Tonnellate di libri, cassette video, dvd, cd, cassette audio distribuite gratuitamente attraverso il mondo. Scuole aperte in molti paesi poveri, nei quartieri più disagiati, in Asia e in Africa. Borse studio per i migliori di queste scuole nelle università del regno, per produrre sempre più imam oscurantisti e moltiplicatori delle loro idee malate. Ecco come in luoghi in cui 20 anni fa ancora molte donne di famiglie musulmane continuavano ad andare a seno nudo come tutte le altre, oggi sono arrivati i burqa ed è arrivato il Boko Haram!

Ma oltre la diffusione della sola cultura dell’integralismo, il regno saudita e i suoi vicini degli emirati del golfo hanno creato e finanziato migliaia di gruppi armati di fanatici in giro per il mondo, sfruttando il malessere vero di popolazioni oppresse per spingerli verso una radicalizzazione non in nome della loro oppressione ma in nome della loro diversità religiosa: dalla Cecenia alla Bosnia, dalle Filippine allo Xinjiang; dall’Algeria alla Nigeria.

 

Tutto questo però non viene mai nominato quando si parla di scontro di civiltà, di guerra al terrore. Il presidente François Hollande, una settimana dopo la marcia pseudo-repubblicana di Parigi, ha reso omaggio al re Abdullah salutando “la memoria di un uomo di Stato il cui lavoro ha profondamente segnato la storia del suo paese e la cui visione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente resta più valida che mai.” Visione di una pace giusta e duratura!!!

Perché si fa la guerra al terrore ma nello stesso tempo si va a braccetto con i capi terroristi? Perché si entra nello scontro di civiltà per difendere la libertà e si è nello stesso tempo alleati strategici del principale sponsor dell’oscurantismo di cui è accusato l’altro campo?

Molti dicono che dopo tutto, l’Arabia è un paese sovrano e ha il diritto di avere una propria politica estera. Anche diversa da quella dei suoi alleati. Ma la verità è che le monarchie del golfo possono permettersi di avere le politiche che hanno perché hanno le spalle coperte. Ci ricordiamo tutti di come Saddam Hussein impiegò 24 ore per ridurre in polvere l’esercito del Kuwait. Se non fu per l’intervento di molte nazioni saggiamente allineate dietro ai padroni del mondo post guerra fredda, il Koweit oggi non esisterebbe più e sarebbe semplicemente una delle province della repubblica (dittatoriale sì, ma) laica irachena. É per la fine che fece Saddam che oggi l’Arabia Saudita e il minuscolo Qatar possono permettersi di entrare a mettere mani nella politica interna della Libia, della Tunisia, dell’Egitto, dello Yemen e soprattutto della Siria. È perché hanno le spalle coperte dalla pesante presenza militare della Nato e di Israele nella regione che i paesi del golfo, in testa l’Arabia saudita possono pesare con l’iniezione di soldi, armi e mercenari, nelle politiche interne di vari paesi del mondo. Non c’entra niente la sovranità. C’entra un piano comune di gestione della regione e del mondo. Una gestione sotto il segno degli affari sporchi e della guerra infinita, fine a se stessa. Semplicemente perché i signori della guerra da una parte e l’altra ne traggono ampiamente beneficio. Perché le famiglie ricche alla testa di più della metà delle risorse di questo pianeta non hanno né nazionalità, né colore, né religione, e quando uccidono (o fanno uccidere da un terrorista o da un soldato) non è per religione, non è per civiltà, e l’unico valore che difendono è quello dei loro conti nei paradisi fiscali.

 

E allora io dico che il rispetto lo dobbiamo a ogni morte, ricco o povero, sultano o figlio del ghetto. Ma nessuno mi venga a cantare le lodi del criminale morto. Perché chi va a piangere al funerale di un criminale, chi ne canta le lodi sono solo i suoi compari: i criminali!

Egitto: poetessa rischia 3 anni di carcere per offesa all’Islam

(Assafir). La poetessa egiziana Fatima Naoot rischia una condanna a 3 anni di carcere per vilipendio all’Islam. L’accusa è stata fatta in seguito a una frase pubblicata sulla sua pagina Facebook in cui la poetessa descriveva come un incubo il sogno di Abramo in cui, secondo la fede islamica, Dio gli chiese di sacrificare il proprio […]

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L’opposizione siriana tra il Cairo e Mosca

Di Mustapha Tossa. Atlas Info (28/01/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. I riflettori del Cairo non hanno fatto in tempo a spegnersi sull’opposizione siriana che si sono accesi quelli di Mosca. Quest’opposizione continua a fare la spola tra le capitali del mondo che credono di poter risolvere la crisi. Da Istanbul, passando per Ginevra, il Cairo […]

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Libano: Hezbollah manda messaggio a Israele

(Naharnet).  Hezbollah ha inviato un messaggio per mano delle forze di interposizione dell’Onu dichiarando di non essere interessato in un’ulteriore escalation delle violenze tra Libano e Israele. Nel messaggio trasmesso attraverso il Generale Maggiore dell’Unifil Luciano Portolano si legge che per Hezbollah l’agguato al convoglio israeliano era un “occhio per occhio”, una vendetta per quanto accaduto […]

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Libano: riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza

(Naharnet). Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito per discutere del divampare degli scontri tra esercito israeliano e Hezbollah ai confini tra Libano e Israele. La riunione è stata richiesta dalla Francia, dopo lo scambio di fuoco tra Israele e Hezbollah che ha portato alla morte di un soldato spagnolo dell’Unifil (Forza di Interposizione in […]

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Israele: Netanyahu convoca capi sicurezza

(Agenzie). Dopo l’attacco di Hezbollah al sud del Libano in cui sono morti due soldati israeliani, Netanyahu ha deciso di convocare i capi della sicurezza israeliani per decidere il da farsi e le possibili mosse da attuare. “Chi è responsabile dell’attacco di oggi, la pagherà”. Gli USA hanno condannato questo atto di violenza di Hezbollah.

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Giordania: leader salafita si appella a Daish per liberazione pilota

(Al-Ghad). Il leader salafita giordano Abu Sayyaf si è appellato a Daish (noto in Occidente come ISIS) affinché accolga la proposta delle autorità giordane che hanno promesso la liberazione della terrorista Al-Rishawi, in cambio del rilascio del pilota giordano Muath al-Kasaesbeh da settimane nelle mani dei jihadisti. Sajida al Rishawi faceva parte di un commando di terroristi che […]

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YPG: La sconfitta a Kobanê è l’inizio della fine per ISIS

Il Comando Generale YPG ringrazia tutto il popolo curdo, i peshmerga, le forze Burkan Al Firat e l’Esercito Siriano Libero che li hanno sostenuti in questa battaglia. Venerdì 30 gennaio, a Roma, festa per la liberazione di Kobane. Il Comando Generale YPG ha rilasciato una dichiarazione sulla scia della vittoria raggiunta a Kobanê dopo 133 giorni […]

Reading su “Il venditore del tempo”. Musica e poesie dal Libano

Partendo dalla lettura e commento della raccolta di poesie Il venditore del tempo, del poeta libanese Talal Haidar, faremo un piccolo viaggio nella poesia e nella prosa libanese contemporanea prodotta in arabo-libanese e arabo letterario (fusha). A scandire le poesie ci penseranno le musiche dei grandi interpreti della canzone popolare libanese come Fairuz, Marcel Khalife, […]

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Libano: reazioni contrastanti riguardo operazione Hezbollah

The Daily Star Lebanon. L’operazione di Hezbollah contro il convoglio militare israeliano ha suscitato reazioni contrastanti, dalla condanna all’approvazione, e non solo tra i politici libanesi. Il presidente del parlamento libanese Nabih Berri ha indetto subito consultazioni per contenere gli scontri armati. Il parlamentare Walid Jumblatt ha invitato ad prendere “precauzioni” per affrontare una possibile aggressione israeliana contro […]

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Il significato dell’attentato a Tripoli per la Libia

Di Mohamed Eljahr. Foreign Policy (27/01/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Un gruppo di quattro uomini armati ha attaccato un hotel a Tripoli, capitale della Libia. Diversi media riportano che almeno 5 stranieri e 3 guardie locali sono rimasti uccisi. Gli attentatori hanno fatto esplodere due autobombe all’esterno prima di entrare nell’edificio. Si dice che uno […]

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Pallavolo maschile: sì per le donne straniere, no per le iraniane

(Agenzie) In vista dello svolgimento del Campionato Asiatico di Pallavolo Maschile, l’Iran ha concesso che le donne straniere potranno assistere alle partite, ma senza sollevare il divieto per le donne iraniane. Per lo scopo, verrà creata una sezione separata all’interno dello stadio di Teheran. In Iran, la legge islamica vieta alle donne di assistere a eventi […]

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Autori, libri, editori ed eventi italiani alla Fiera internazionale del Libro del Cairo

Sono un po’ in ritardo sulla tabella di marcia quindi della Fiera del Libro del Cairo vi parlo domani, mentre oggi vi faccio leggere il programma di eventi organizzato dall’Istituto italiano di Cultura del Cairo così come riportato sulla loro pagina Facebook. Anche quest’anno l’Italia partecipa alla Fiera Internazionale del libro del Cairo, la piu’ … Continua a leggere

Bahrein: al via il processo di Ali Salman

(Agenzie) Jalila al-Sayed, avvocatessa di difesa del capo del gruppo di opposizione sciita in Bahrein Ali Salman, ha riferito che il suo cliente ha negato tutte le accuse a lui rivolte in occasione della prima udienza del processo che lo vede protagonista. La Sayed ha inoltre riferito che Salman resterà in stato di detenzione fino alla prossima […]

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Giordania pronta a rilasciare al-Rishawi in cambio di pilota giordano

(Agenzie) Mohammad al-Momani, portavoce del governo giordano, ha dichiarato che il Paese è disposto a rilasciare la potenziale attentatrice irachena Sajida al-Rishawi in cambio del rilascio del pilota giordano Muath al-Kasaesbeh rapito settimane fa da Daish (conosciuto in Occidente come ISIS). “La Giordania è pronta a rilasciare al prigioniera se il pilota giordano verrà risparmiato e liberato”, ha […]

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“The Sea is Behind” di Hicham Lasri selezionato al Festival di Berlino

Al Huffington Post Maghreb. “The Sea is Behind” (in arabo “Al-bahr min ouaraikoum”), terzo lungometraggio del regista e sceneggiatore marocchino Hicham Lasri, è stato selezionato al prossimo Festival del Cinema di Berlino, che si svolgerà dal 5 al 13 febbraio prossimi. Travestimenti, follia e inganni: come anche “The End” e “C’est eux les chiens”, l’ultimo film di Lasri esce […]

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Libano: presidenziali rinviate al 18 febbraio

(Agenzie) Il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, ha rinviato la sessione di elezioni presidenziali al prossimo 18 febbraio, dopo il fallimento del diciottesimo tentativo di eleggere un nuovo capo di Stato. Parlamentari della Coalizione 8 Marzo, guida da Hezbollah, hanno boicottato l’ultima sessione, causando così il mancato raggiungimento del quorum. Il Libano è senza presidente […]

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Libano: scontri a fuoco al confine con Israele (update)

(Agenzie) Scontri a fuoco si stanno verificando sul confine tra Israele e il Libano meridionale. Militanti Hezbollah hanno colpito un convoglio dell’esercito israeliano nella zona agricola delle fattorie di Shebaa. Israele ha risposto con il lancio di colpi di mortaio nei dintorni di Kfar Shuba. Secondo il canale Al-Jazeera sono quattro i morti accertati tra le fila israeliane. Hezbollah ha in seguito […]

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Corviale ai tropici. Cartolina da Sri Lanka

Prima di lasciare Sri Lanka alla volta dell’India e dopo aver verificato che i traghetti dall’isola di
Mannar per la terraferma non sono ancora stati ripristinati, si sceglie la cittadina più vicina all’aeroporto che è per forza di cose la città di Negombo, praticamente attaccata allo scalo internazionale a una trentina di chilometri a Nord della capitale. Ovviamente non siamo sorpresi che si tratti di una località turistica dal momento che non è nemmeno necessario passare da Colombo per raggiungerla se si viene dall’Europa.

Negombo è una cittadina sul mare con una bella laguna, canali scavati dagli olandesi e dominata da quel che resta del vecchio forte che la Voc, la compagnia delle Indie, aveva strappato ai portoghesi, primi europei a dominare la perla dell’Oceano indiano. Poi però la cittadina è andata sviluppandosi turisticamente soprattutto lungo una strada in riva alla spiaggia costellata di piccoli alloggetti che si fanno via via più grandi sino a diventare degli ecomostri. La foto a fianco indica una sorta di “Corviale beach” che, rispetto alla mostruosità architettonica della capitale italiana, consta solo di circa 500 metri in meno rispetto al chilometro di Corviale. Ma l’impatto è del tutto simile. L’opera è in costruzione ma, viene da chiedersi: chi sarà mai tanto pazzo da fare le vacanze a Corviale? Pubblico di seguito alcune brutture alberghiere e invece alcuni scorci piacevoli di Negombo, sempre a proposito dei guasti del turismo. La differenza tra portare soldi e portare …sviluppo.*

* Non sono un fotografo, dunque prendete queste immagini come pura documentazione

Corviale ai tropici. Cartolina da Sri Lanka

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Negombo è una cittadina sul mare con una bella laguna, canali scavati dagli olandesi e dominata da quel che resta del vecchio forte che la Voc, la compagnia delle Indie, aveva strappato ai portoghesi, primi europei a dominare la perla dell’Oceano indiano. Poi però la cittadina è andata sviluppandosi turisticamente soprattutto lungo una strada in riva alla spiaggia costellata di piccoli alloggetti che si fanno via via più grandi sino a diventare degli ecomostri. La foto a fianco indica una sorta di “Corviale beach” che, rispetto alla mostruosità architettonica della capitale italiana, consta solo di circa 500 metri in meno rispetto al chilometro di Corviale. Ma l’impatto è del tutto simile. L’opera è in costruzione ma, viene da chiedersi: chi sarà mai tanto pazzo da fare le vacanze a Corviale? Pubblico di seguito alcune brutture alberghiere e invece alcuni scorci piacevoli di Negombo, sempre a proposito dei guasti del turismo. La differenza tra portare soldi e portare …sviluppo.*

* Non sono un fotografo, dunque prendete queste immagini come pura documentazione

Obama a Riyad: dare il buon esempio

Editoriale. The Daily Star Lebanon (28/01/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Alcuni media internazionali hanno parlato ieri della delegazione dei “pezzi grossi” che il presidente Barack Obama ha portato con sé in Arabia Saudita, dove ha porto le sue condoglianze per la morte del re Abdullah bin Abdel-Aziz. Ma la sfiducia e il disagio […]

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Siria: incontro a Mosca tra opposizione e regime siriano

(Al-Bawaba). L’opposizione siriana e i delegati del regime di Bashar al-Assad hanno iniziato oggi i colloqui a Mosca.  I 32 membri dei gruppi di opposizione tollerati dal regime,  e i 6 membri della delegazione governativa guidata dall’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, si sono incontrati questa mattina nella sede del ministero degli Esteri russo. Il ministro degli […]

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Iraq firma accordo con la Shell

(Agenzie) La Shell ha firmato un accordo con l’Iraq del valore di 11 miliardi di dollari per la costruzione di un impianto petrolchimico nel terminal petrolifero di Basra, secondo quanto riportato dal ministro dell’Industria Nasser al-Esawi. Un portavoce della Shell ha riferito che il governo iracheno aveva autorizzato il progetto lo scorso 13 gennaio. Il nuovo complesso, […]

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Le prime pagine dei giornali arabi

Al-Quds al-Arabi – quotidiano panarabo Nove persone, tra cui 5 stranieri, sono morte in attacco rivendicato da Daish a Tripoli Fonti libiche hanno dichiarato che almeno 9 persone tra cui 5 stranieri sono stati uccisi in un attacco delle milizie di Daish all’Hotel Corinthia, nel centro della capitale Tripoli. Prima dell’attacco un’autobomba era scoppiata davanti […]

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La continuità resta l’elemento chiave dell’economia saudita

Di Orlando Crowcroft. The National.ae (25/01/2015). Traduzione e sintesi di Valentina Pelosi. Il cambiamento richiede tempo e quando la storia tirerà le somme sull’operato di re Abdullah bin Abdel-Aziz lo farà probabilmente tenendo a mente questo detto. Molto si è parlato del ruolo di prudente riformatore di re Abdullah in seguito alla sua morte avvenuta venerdì […]

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Siria: jet iraniani colpiscono postazione siriana nel Golan

(Agenzie) Dei jet israeliani hanno colpito postazioni di artiglieria dell’esercito siriano nelle Alture del Golan. Gli attacchi arrivano un giorno dopo il lancio di missili da territorio siriano nella regione, ai quale l’esercito israeliano ha riposto aprendo il fuoco. Secondo il ministro degli Interni israeliano, Moshe Yaalon, gli attacchi aerei su bersagli in zone controllate dal regime […]

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Nessuno può prevedere come evolverà il dramma dello Yemen

Di Mohammad al-Rumaihi. Gulf News (24/01/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Sono sempre i vincitori a scrivere la storia, eppure quello che sta succedendo in Yemen insegna il contrario: si può vincere, ma non scrivere l’ultimo capitolo. La sera di mercoledì scorso, Abdel Malek al-Houthi, auto-nominatosi capo delle milizie Houthi, precedentemente basate nel nord […]

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