Mese: marzo 2014

Arabismo con Youthmed: 3 aprile ore 18:30

Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

Arabismo con Youthmed: 3 aprile ore 18:30

Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

Arabismo con Youthmed: 3 aprile ore 18:30

Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Il prossimo 3 aprile YOUTHMED Roma in collaborazione con “L’Asino D’Oro” vi invitano alla III edizione dell’ APERITIVO MEDITERRANEO, stavolta interamente dedicata alla Palestina. L’Associazione culturale Arabismo è stata invitata a partecipere all’evento, al quale contribuirà attraverso una lettura di poesie del poeta palestinese Mahmoud Darwish. Vi aspettiamo giovedì 3 aprile alle ore 18:30, @l […]

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Anche il Marocco parteciperà a EXPO 2015

Anche il Marocco parteciperà a EXPO 2015

Expo 2015 ha annunciato che “a meno di 400 giorni prima dell’inaugurazione, il Marocco ha confermato la sua partecipazione all’evento”.

L’ultimo ad arrivare ma il primo nell’albero delle aspettative. Guardando al Mediterraneo, in tanti si stavano chiedendo come mai un paese strategico come il Marocco non avesse ancora firmato la partecipazione.

 

Il numero dei paesi rappresentati passa quindi a 147. L’Ambasciata marocchina ha confermato che la General Commissioner del padigione marocchino di Expo sarà M.me Fatima Zahra Amor.

  • Marocco
  • Expo 2015
  • Mediterraneo

    Don’t debate, rehabilitate. (by Saad A. Sowayan, March 2014)

    (Photo by http://www.telegraph.co.uk) Wed 26 Mar 2014 Tabsir Redux: Don’t debate, rehabilitate http://tabsir.net/?p=2381 Posted by tabsir under Anthropology/Sociology , Ethics , Terrorism Issue , Islam: Introduction by Saad A. Sowayan “Don’t debate religion with fundamentalists: what they need is rehabilitation” Fundamentalism is a cultural phenomenon, though it dons religious garbs. It is a mode of […]

    Don’t debate, rehabilitate. (by Saad A. Sowayan, March 2014)

    (Photo by http://www.telegraph.co.uk) Wed 26 Mar 2014 Tabsir Redux: Don’t debate, rehabilitate http://tabsir.net/?p=2381 Posted by tabsir under Anthropology/Sociology , Ethics , Terrorism Issue , Islam: Introduction by Saad A. Sowayan “Don’t debate religion with fundamentalists: what they need is rehabilitation” Fundamentalism is a cultural phenomenon, though it dons religious garbs. It is a mode of […]

    Gli strumenti finanziari del partenariato pubblico-privato nella Cooperazione allo sviluppo

    Gli strumenti finanziari del partenariato pubblico-privato nella Cooperazione allo sviluppo

     

    La legge n.49 del 26 febbraio 1987 prevede i seguenti strumenti di intervento per realizzare progetti a favore dei Pvs:

    Crediti agevolati alle imprese italiane con il parziale finanziamento della loro quota di capitale di rischio in imprese miste da realizzarsi in Pvs (Legge 49/87 art. 7)

    L’art. 7 della legge n. 49/87 consente di concedere crediti agevolati, tramite finanziamenti al capitale di rischio, alle imprese italiane che creano delle società miste nei Paesi in via di Sviluppo oppure che aumentano il capitale di imprese miste preesistenti. L’agevolazione ha come finalità la creazione di occupazione e di valore aggiunto locale.

    La Delibera Cipe n.56 del 2 agosto 2013 la Delibera del Comitato Direzionale per la Cooperazione allo sviluppo n. 164 del 16.12.2009 stabiliscono i presupposti e la procedura per la concessione di questi crediti. La Delibera del Comitato Direzionale per la Cooperazione allo sviluppo n.108 del 18.10.2012 indica i paesi eleggibili.

    Soggetti beneficiari: sono le imprese italiane che acquisiscono quote di capitale di rischio in imprese miste da realizzarsi in determinati Pvs con la partecipazione di investitori pubblici o privati del Paese destinatario. 
    Tipologia di investimento: è finanziabile la partecipazione delle società italiane nel capitale della società mista non inferiore al 20% e non superiore al 75%. La partecipazione del partner locale non deve essere inferiore al 25%.

    L’impresa mista deve operare principalmente in uno dei seguenti settori:
    1) industria, agricoltura, allevamento pesca ed attività di trasformazione dei loro prodotti;
    2) artigianato; 
    3) servizi locali di pubblico interesse nei settori dell’energia, delle comunicazioni, dell’acqua, dei trasporti e dei rifiuti;
    4) microfinanza, servizi per la microimprenditoria, commercio locale, commercio equo e solidale, turismo sostenibile;
    5) tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
    6) fornitura dei servizi medici di pubblica utilità e produzione di medicinali;
    7) formazione professionale ed educazione.

    Importo massimo dell’agevolazione: il finanziamento agevolato può coprire fino al 70% della quota di capitale di pertinenza dell’impresa italiana, per un importo massimo di Euro 10.000.000. Il credito agevolato può finanziare conferimenti in denaro ed in natura. Eventuali conferimenti in natura dovranno essere di carattere tangibile e in ogni caso la quota degli stessi non potrà superare il 20% dell’apporto complessivo. Eventuali anticipazioni del finanziamento sono ammesse fino ad un massimo del 70% e dovranno essere garantite da garanzie bancarie.

    Termini e Condizioni del finanziamento:

    Tasso d’interesse : uguale al 15% del tasso fisso di riferimento stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per le operazioni ai sensi del Dpr 902/1976 vigente alla data di stipula del contratto di finanziamento.
    Periodo di rimborso : non inferiore a 3 anni e non superiore a 10 anni a partire dalla data della prima erogazione, con un periodo di grazia per capitale ed interessi non inferiore a 1 anno e non superiore a 5 anni.

     

    Paesi eleggibili
    I paesi attualmente eleggibili, previsti nella delibera del Comitato Direzionale n. 108 del 18.12.2012, sono di seguito indicati:
    A) Paesi Hipc, paesi Pma e paesi con un reddito pro capite annuo inferiore a quello individuato annualmente dalla Banca Mondiale come limite superiore per la classificazione dei paesi definiti “lower middle income”
    B) Paesi individuati come prioritari dalle ultime linee guida emanate della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, non compresi tra quelli indicati nel punto A).
    Comunque, l’ammissibilità dei suddetti paesi è condizionata alla verifica dell’esistenza, in tali paesi, di sufficienti garanzie a tutela degli investimenti esteri. Tale condizione sarà dunque subordinata alla sussistenza di accordi di protezione degli investimenti con l’Italia.


    Procedura (presentazione della richiesta di finanziamento, istruttoria, delibera Comitato Direzionale, stipula contratto finanziamento, erogazione).

    L’impresa italiana presenta domanda all’Uff.X della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs), che ne verifica la rispondenza ai principi generali di cui all’art. 7 della Legge 49/87, alla Delibera Cipe n. 56 del 2 agosto 2013 e alla Delibera del Comitato Direzionale per la Cooperazione allo sviluppo n.164 del 16.12.2009, Delibera del Comitato Direzionale n. 108 del 18.10.2012. Se la domanda rispetta tali caratteristiche, la Direzione Generale avvia la valutazione tecnico-economica e finanziaria dell’iniziativa tramite rispettivamente l’Unità Tecnica Centrale e l’Ente finanziario al quale è affidata la valutazione, l’erogazione e la gestione dei crediti agevolati (attualmente Artigiancassa Spa). Se tale valutazione è positiva, l’operazione viene proposta al Comitato Direzionale, che esprime un parere. Nel caso di parere positivo, il sopracitato Ente Finananziario gestore dei crediti agevolati stipula un contratto di finanziamento con l’impresa italiana ed eroga poi successivamente il finanziamento.

     

    Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it

    • Italy
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    • Industria
    • Investimenti
    • Imprenditoria
    • Cooperazione

      The Everyday Experience of Humanitarianism in the Akkar Villages (by Estella Carpi, March 2014)

      (Photo by Estella Carpi: al-Bahsa, Akkar) The following paper is product of my field research in Akkar’s villages between August 2012 and November 2013. http://cskc.daleel-madani.org/sites/default/files/papers/estellacarpi_m25-2014.pdf   Abstract Within the framework of the Syrian humanitarian crisis, this paper aims to understand the way everyday practices are changing in response to humanitarian programs currently in place in […]

      The Everyday Experience of Humanitarianism in the Akkar Villages (by Estella Carpi, March 2014)

      (Photo by Estella Carpi: al-Bahsa, Akkar) The following paper is product of my field research in Akkar’s villages between August 2012 and November 2013. http://cskc.daleel-madani.org/sites/default/files/papers/estellacarpi_m25-2014.pdf   Abstract Within the framework of the Syrian humanitarian crisis, this paper aims to understand the way everyday practices are changing in response to humanitarian programs currently in place in […]

      Egitto, 529 sostenitori di Morsi condannati a morte per l’uccisione di un poliziotto

      “Ci aspettavamo la pena di morte per Morsi o altri leader del nostro movimento, ma non una condanna di questa portata per dei semplici sostenitori”. Islam Abdel Rahman, membro del comitato per gli affari esteri del partito dei Fratelli Musulmani, ha commentato così su Twitter la sentenza del tribunale di Minya che, dopo solo due […]

      L’articolo Egitto, 529 sostenitori di Morsi condannati a morte per l’uccisione di un poliziotto proviene da Il Fatto Quotidiano.

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      “Ci aspettavamo la pena di morte per Morsi o altri leader del nostro movimento, ma non una condanna di questa portata per dei semplici sostenitori”. Islam Abdel Rahman, membro del comitato per gli affari esteri del partito dei Fratelli Musulmani, ha commentato così su Twitter la sentenza del tribunale di Minya che, dopo solo due […]

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      “Ci aspettavamo la pena di morte per Morsi o altri leader del nostro movimento, ma non una condanna di questa portata per dei semplici sostenitori”. Islam Abdel Rahman, membro del comitato per gli affari esteri del partito dei Fratelli Musulmani, ha commentato così su Twitter la sentenza del tribunale di Minya che, dopo solo due […]

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      “Ci aspettavamo la pena di morte per Morsi o altri leader del nostro movimento, ma non una condanna di questa portata per dei semplici sostenitori”. Islam Abdel Rahman, membro del comitato per gli affari esteri del partito dei Fratelli Musulmani, ha commentato così su Twitter la sentenza del tribunale di Minya che, dopo solo due […]

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      “Ci aspettavamo la pena di morte per Morsi o altri leader del nostro movimento, ma non una condanna di questa portata per dei semplici sostenitori”. Islam Abdel Rahman, membro del comitato per gli affari esteri del partito dei Fratelli Musulmani, ha commentato così su Twitter la sentenza del tribunale di Minya che, dopo solo due […]

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      “Ci aspettavamo la pena di morte per Morsi o altri leader del nostro movimento, ma non una condanna di questa portata per dei semplici sostenitori”. Islam Abdel Rahman, membro del comitato per gli affari esteri del partito dei Fratelli Musulmani, ha commentato così su Twitter la sentenza del tribunale di Minya che, dopo solo due […]

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      Wadi

      Non succede spesso di vedere come funziona quello che in arabo si chiama wadi, un “fiume temporaneo” generato nel deserto da una intensa pioggia.Quello nel video è il fiume Zin, nel deserto del Negev che – pare – sia descritto anche nella Bibbia…

      Wadi

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      Wadi

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      Wadi

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      Wadi

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      Wadi

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      Divisioni ortodosse

      Ecco la seconda “ospitata” in questo spazio . Questa volta trattiamo di chiese in Ucraina.Sotto il profilo religioso la situazione ucraina è complicata e difficile, con fratture evidenti tra comunità cristiane aventi la stessa origine, os…

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      Ecco la seconda “ospitata” in questo spazio . Questa volta trattiamo di chiese in Ucraina.Sotto il profilo religioso la situazione ucraina è complicata e difficile, con fratture evidenti tra comunità cristiane aventi la stessa origine, os…

      Divisioni ortodosse

      Ecco la seconda “ospitata” in questo spazio . Questa volta trattiamo di chiese in Ucraina.Sotto il profilo religioso la situazione ucraina è complicata e difficile, con fratture evidenti tra comunità cristiane aventi la stessa origine, os…

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      Ecco la seconda “ospitata” in questo spazio . Questa volta trattiamo di chiese in Ucraina.Sotto il profilo religioso la situazione ucraina è complicata e difficile, con fratture evidenti tra comunità cristiane aventi la stessa origine, os…

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      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno…

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno ormai. E, avendo fatto il vuoto intorno a sé e indebolito le istituzioni, con la sua malattia il paese è fermo. I suoi fedeli insistono per ricandidarlo per un quarto mandato anche se sanno benissimo che non è più in grado di assumere qualsiasi ruolo. Nel frattempo il paese è dilaniato da corruzione e violenza.

      Il presidente Abdelaziz Bouteflika è in carica ormai dal lontano 1999 (qui potete leggere un suo ritratto che avevo pubblicato circa 10 anni fa per Peace reporter)

      Perfetto demagogo, autoritario quando serve, manipolatore, grande diplomatico, avido di potere e megalomane, in 15 anni di regno ha fatto il vuoto intorno a sé stesso.

      Quando era arrivato nel 1999, il paese era in ginocchio, segnato da 15 anni di una guerra sanguinosa quanto incomprensibile. Centinaia di migliaia di morti. Paesi interi fatti fuori in una notte. Imprese pubbliche date alle fiamme, tessuto economico disastrato, popolazioni intere sfollate… Decine di bande armate mettevano il paese sotto sopra. Senza distinguere, o raramente, chi lavorava per lo stato e chi per la ribellione. L’unica cosa certa è che la gente moriva e che il paese era diretto verso un burrone.

      Bouteflika arrivò come mediatore, imposto dalla “Comunità Internazionale” (Termine che nella stampa internazionale vuol dire: i paesi della NATO). Doveva fare da arbitro tra le varie forze in campo. Garantire l’impunità dei belligeranti e la perennità dei privilegi dei potenti. Ma nello stesso momento doveva anche garantire alle multinazionali del petrolio pieno accesso alle gigantesche riserve di greggio e di gas di cui dispone il paese. E bisogna dire che ha svolto il suo lavoro in modo eccelso.

      Ma non si accontentò di quello. Poco a poco, nonostante l’accanita resistenza dei militari, accumulò poteri enormi, con riforme e cambiamenti costituzionali imposti grazie a un parlamento servile, una magistratura al guinzaglio e una amministrazione corrotta fino al midollo. Elezioni truccate (qui ne avevo parlato), referendum farsa, stampa sotto controllo. Le enormi entrate della vendita degli idrocarburi gli permettono di comprare tutto e tutti, opposizioni comprese. La cosiddetta “Comunità Internazionale” lo appoggia senza sé e senza ma. “quando il petrolio va, tutto va.”

       


      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Ma se le leggi della costituzione algerina hanno dimostrato una grande malleabilità tra le mani di questo illusionista, quelle della natura invece sono spietate. Il presidente Bouteflika è nato nel 1937, ha 77 anni ed è molto malato. Era già da un po’ che le sue apparizioni pubbliche erano diventate rare e varie volte era uscita la notizia della sua morte. L’anno scorso è stato colpito da un incidente vascolare al cervello ed è stato evacuato in segreto all’ospedale militare di Val De Grace, a Parigi. Ma presto non fu più possibile nascondere il fatto e le autorità algerine e francesi dovettero ammettere tutto.

      Da allora è tornato in Algeria, ma rimane gravemente segnato. Non riesce a camminare, soffre di incontinenza, i reni sono fuori uso ed è talmente debole che riesce malapena a pronunciare due tre parole. Si dice che è tenuto sotto sedativo per più di 20 ore al giorno. É chiaro che in uno stato del genere nessuno è in grado di assumere una carica così importante, oltretutto in un regime presidenziale puro, dove le altre istituzioni fanno solo figura di comparse.

      Infatti è guerra aperta soprattutto sulla stampa. Le armi sono sguainate e tutti i colpi sono permessi. Il “clan” presidenziale ha sferrato attacchi violentissimi contro il patron dei servizi segreti: Il Generale Mohamed Mediène, detto Toufik. Il nome Generale Toufik per quasi 20 anni, in Algeria, era pronunciato sottovoce. Si sapeva della sua esistenza e della sua potenza ma nessuno l’avrebbe nemmeno potuto identificare.

      Vera eminenza grigia dei vari governi, è considerato responsabile della maggior parte dei crimini politici commessi in Algeria dalla metà degli anni 80 a oggi: Le stragi durante la guerra sporca, assassinio del presidente Boudiaf, dell’ex patron dei servizi Kasdi Merbah, del cantante kabilo Matoub Lounas e di molti altri oppositori e intellettuali.

      Oggi il nome di Toufik gira sulla stampa tutti i giorni e persino un arrivista dell’ultima ora come il segretario generale del Fronte di Liberazione Nazionale, tale Saadani, si permette di tirarlo in ballo pubblicamente e di minacciarlo di processi per crimini contro l’umanità.

      Dall’altra parte anche il clan presidenziale è sotto attacco. Si parla di scandali finanziari miliardari. Lo stesso Saadani è accusato di aver fatto sparire 300 milioni di dollari e di essersi impossessato di migliaia di ettari di terre agricole in modo illegale. Ricompare lo scandalo Sonatrach-Eni/Saipem. L’ex miliardario algerino Abdelmouméne Khalifa, rifugiato a Londra da anni, è appena stato consegnato dai britannici alla giustizia algerina. Insomma la stagione politica sta cambiando in Algeria e c’è aria di grandi pulizie.

      Per la prima volta da più di 20 anni in Algeria, l’esito delle elezioni non è conosciuto in anticipo, non perché le prossime elezioni promettono di essere oneste e trasparenti, ma perché non si sa se il candidato principale ce la farà ad arrivare fino al 17 aprile. Di candidati seri non c’è l’ombra (qui ne avevo parlato qualche mese fa), le comparse sono tante perché i rimborsi elettorali in Algeria sono generosi. Ma l’opposizione reale al regime attuale è decimata e poco credibile.

      Quello che si sa è che, comunque sia, l’Algeria uscirà cambiata da queste elezioni. In peggio molto probabilmente. Nell’attesa di capire l’esito dell’elezione più strana della sua storia, il paese è fermo. La corruzione è ovunque, la società sfoga le proprie frustrazioni con scontri autodistruttivi che si moltiplicano un po’ ovunque. La criminalità fa regnare il terrore in molte città del paese. Nelle città del Centro sud del paese, giovani arabi e mozabiti si scontrano quotidianamente con bastoni e armi bianche. Si conta già qualche decina di morti e feriti a centinaia.

      15 anni fa, Bouteflika aveva preso in consegna un paese in stato di decomposizione avanzata e oggi sembra deciso a restituirlo esattamente nello stesso stato.

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Di regimi nei paesi arabi e musulmani, negli ultimi quattro anni, ne sono finiti molti. Ma l’unico del quale si può dire che sta finendo per “cause naturali” è quello Algerino. Il Presidente Abdelaziz Bouteflika è gravemente malato, da più di un anno ormai. E, avendo fatto il vuoto intorno a sé e indebolito le istituzioni, con la sua malattia il paese è fermo. I suoi fedeli insistono per ricandidarlo per un quarto mandato anche se sanno benissimo che non è più in grado di assumere qualsiasi ruolo. Nel frattempo il paese è dilaniato da corruzione e violenza.

      Il presidente Abdelaziz Bouteflika è in carica ormai dal lontano 1999 (qui potete leggere un suo ritratto che avevo pubblicato circa 10 anni fa per Peace reporter)

      Perfetto demagogo, autoritario quando serve, manipolatore, grande diplomatico, avido di potere e megalomane, in 15 anni di regno ha fatto il vuoto intorno a sé stesso.

      Quando era arrivato nel 1999, il paese era in ginocchio, segnato da 15 anni di una guerra sanguinosa quanto incomprensibile. Centinaia di migliaia di morti. Paesi interi fatti fuori in una notte. Imprese pubbliche date alle fiamme, tessuto economico disastrato, popolazioni intere sfollate… Decine di bande armate mettevano il paese sotto sopra. Senza distinguere, o raramente, chi lavorava per lo stato e chi per la ribellione. L’unica cosa certa è che la gente moriva e che il paese era diretto verso un burrone.

      Bouteflika arrivò come mediatore, imposto dalla “Comunità Internazionale” (Termine che nella stampa internazionale vuol dire: i paesi della NATO). Doveva fare da arbitro tra le varie forze in campo. Garantire l’impunità dei belligeranti e la perennità dei privilegi dei potenti. Ma nello stesso momento doveva anche garantire alle multinazionali del petrolio pieno accesso alle gigantesche riserve di greggio e di gas di cui dispone il paese. E bisogna dire che ha svolto il suo lavoro in modo eccelso.

      Ma non si accontentò di quello. Poco a poco, nonostante l’accanita resistenza dei militari, accumulò poteri enormi, con riforme e cambiamenti costituzionali imposti grazie a un parlamento servile, una magistratura al guinzaglio e una amministrazione corrotta fino al midollo. Elezioni truccate (qui ne avevo parlato), referendum farsa, stampa sotto controllo. Le enormi entrate della vendita degli idrocarburi gli permettono di comprare tutto e tutti, opposizioni comprese. La cosiddetta “Comunità Internazionale” lo appoggia senza sé e senza ma. “quando il petrolio va, tutto va.”

       


      Algeria: regime moribondo e paese allo sbando

      Ma se le leggi della costituzione algerina hanno dimostrato una grande malleabilità tra le mani di questo illusionista, quelle della natura invece sono spietate. Il presidente Bouteflika è nato nel 1937, ha 77 anni ed è molto malato. Era già da un po’ che le sue apparizioni pubbliche erano diventate rare e varie volte era uscita la notizia della sua morte. L’anno scorso è stato colpito da un incidente vascolare al cervello ed è stato evacuato in segreto all’ospedale militare di Val De Grace, a Parigi. Ma presto non fu più possibile nascondere il fatto e le autorità algerine e francesi dovettero ammettere tutto.

      Da allora è tornato in Algeria, ma rimane gravemente segnato. Non riesce a camminare, soffre di incontinenza, i reni sono fuori uso ed è talmente debole che riesce malapena a pronunciare due tre parole. Si dice che è tenuto sotto sedativo per più di 20 ore al giorno. É chiaro che in uno stato del genere nessuno è in grado di assumere una carica così importante, oltretutto in un regime presidenziale puro, dove le altre istituzioni fanno solo figura di comparse.

      Infatti è guerra aperta soprattutto sulla stampa. Le armi sono sguainate e tutti i colpi sono permessi. Il “clan” presidenziale ha sferrato attacchi violentissimi contro il patron dei servizi segreti: Il Generale Mohamed Mediène, detto Toufik. Il nome Generale Toufik per quasi 20 anni, in Algeria, era pronunciato sottovoce. Si sapeva della sua esistenza e della sua potenza ma nessuno l’avrebbe nemmeno potuto identificare.

      Vera eminenza grigia dei vari governi, è considerato responsabile della maggior parte dei crimini politici commessi in Algeria dalla metà degli anni 80 a oggi: Le stragi durante la guerra sporca, assassinio del presidente Boudiaf, dell’ex patron dei servizi Kasdi Merbah, del cantante kabilo Matoub Lounas e di molti altri oppositori e intellettuali.

      Oggi il nome di Toufik gira sulla stampa tutti i giorni e persino un arrivista dell’ultima ora come il segretario generale del Fronte di Liberazione Nazionale, tale Saadani, si permette di tirarlo in ballo pubblicamente e di minacciarlo di processi per crimini contro l’umanità.

      Dall’altra parte anche il clan presidenziale è sotto attacco. Si parla di scandali finanziari miliardari. Lo stesso Saadani è accusato di aver fatto sparire 300 milioni di dollari e di essersi impossessato di migliaia di ettari di terre agricole in modo illegale. Ricompare lo scandalo Sonatrach-Eni/Saipem. L’ex miliardario algerino Abdelmouméne Khalifa, rifugiato a Londra da anni, è appena stato consegnato dai britannici alla giustizia algerina. Insomma la stagione politica sta cambiando in Algeria e c’è aria di grandi pulizie.

      Per la prima volta da più di 20 anni in Algeria, l’esito delle elezioni non è conosciuto in anticipo, non perché le prossime elezioni promettono di essere oneste e trasparenti, ma perché non si sa se il candidato principale ce la farà ad arrivare fino al 17 aprile. Di candidati seri non c’è l’ombra (qui ne avevo parlato qualche mese fa), le comparse sono tante perché i rimborsi elettorali in Algeria sono generosi. Ma l’opposizione reale al regime attuale è decimata e poco credibile.

      Quello che si sa è che, comunque sia, l’Algeria uscirà cambiata da queste elezioni. In peggio molto probabilmente. Nell’attesa di capire l’esito dell’elezione più strana della sua storia, il paese è fermo. La corruzione è ovunque, la società sfoga le proprie frustrazioni con scontri autodistruttivi che si moltiplicano un po’ ovunque. La criminalità fa regnare il terrore in molte città del paese. Nelle città del Centro sud del paese, giovani arabi e mozabiti si scontrano quotidianamente con bastoni e armi bianche. Si conta già qualche decina di morti e feriti a centinaia.

      15 anni fa, Bouteflika aveva preso in consegna un paese in stato di decomposizione avanzata e oggi sembra deciso a restituirlo esattamente nello stesso stato.

      Lebanon and its Linguistic Wandering: on the road to Language De-Essentialization (March 2014, by Estella Carpi)

      (Photo by http://www.wikipedia.org) Here’s my field study in linguistic anthropology on the everyday speech in contemporary Lebanon, published on Komunicacija i Kultura in Autumn 2013. I started collecting daily conversation scripts and self-representations of how Lebanese people use code-mixing and switching in 2005 while I was living in Damascus and I used to spend my […]

      Holodomor

      Oggi e la settimana prossima, ospito un amico in questo spazio. E turcologo, studioso di popoli nomadi dell’eurasia e di Europa orientale. Ha scritto due “note”, ecco la prima, da me parzialmente editata:Maidan Nezalezhnosti, la piazza dell’indipendenz…

      Holodomor

      Oggi e la settimana prossima, ospito un amico in questo spazio. E turcologo, studioso di popoli nomadi dell’eurasia e di Europa orientale. Ha scritto due “note”, ecco la prima, da me parzialmente editata:Maidan Nezalezhnosti, la piazza dell’indipendenz…

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      Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia”

      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

      L’articolo Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

      Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia”

      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

      L’articolo Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

      L’articolo Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

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      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

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      L’articolo Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

      Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia”

      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

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      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

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      259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei […]

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      Di Babele in Babele

      È luogo comune pensare che i musulmani non vollero la stampa a caratteri mobili per motivi di tipo religioso. La cosa è esatta e sbagliata allo stesso tempo. Se è storicamente documentata l’avversione di regnanti, dotti musul…

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      È luogo comune pensare che i musulmani non vollero la stampa a caratteri mobili per motivi di tipo religioso. La cosa è esatta e sbagliata allo stesso tempo. Se è storicamente documentata l’avversione di regnanti, dotti musul…

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      È luogo comune pensare che i musulmani non vollero la stampa a caratteri mobili per motivi di tipo religioso. La cosa è esatta e sbagliata allo stesso tempo. Se è storicamente documentata l’avversione di regnanti, dotti musul…

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      È luogo comune pensare che i musulmani non vollero la stampa a caratteri mobili per motivi di tipo religioso. La cosa è esatta e sbagliata allo stesso tempo. Se è storicamente documentata l’avversione di regnanti, dotti musul…

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      MARCO ALLONI – L’odio egiziano come risposta allo “sconsiglio” occidentale

      Il colonialismo non è scomparso. Esiste un colonialismo turistico, strisciante e camuffato. Ne sono soggetti molti paesi del Terzo Mondo a cui il privilegio della bellezza, storica e naturale, non sembra accompagnarsi ad altri privilegi. Il caso egiziano è emblematico.
      Dopo l’inconsulto sostegno alla Fratellanza musulmana siamo ora di fronte a un’altrettanto aproblematica ansia da […]

      MARCO ALLONI – L’odio egiziano come risposta allo “sconsiglio” occidentale

      Il colonialismo non è scomparso. Esiste un colonialismo turistico, strisciante e camuffato. Ne sono soggetti molti paesi del Terzo Mondo a cui il privilegio della bellezza, storica e naturale, non sembra accompagnarsi ad altri privilegi. Il caso egiziano è emblematico.
      Dopo l’inconsulto sostegno alla Fratellanza musulmana siamo ora di fronte a un’altrettanto aproblematica ansia da […]

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      Il colonialismo non è scomparso. Esiste un colonialismo turistico, strisciante e camuffato. Ne sono soggetti molti paesi del Terzo Mondo a cui il privilegio della bellezza, storica e naturale, non sembra accompagnarsi ad altri privilegi. Il caso egiziano è emblematico.
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      Guerra prima e dopo: 1 secondo al giorno nella vita di una bimba – VIDEO

      Il video clip inizia con una bimba che festeggia il suo compleanno e prosegue seguendo la sua vita momento per momento. Un secondo al giorno, un fotogramma che la vede trasfigurata man mano che un immaginario conflitto bellico si sviluppa nel Regno Unito. E’ la nuova campagna di Save the Children che raffigura una Londra […]

      Guerra prima e dopo: 1 secondo al giorno nella vita di una bimba – VIDEO

      Il video clip inizia con una bimba che festeggia il suo compleanno e prosegue seguendo la sua vita momento per momento. Un secondo al giorno, un fotogramma che la vede trasfigurata man mano che un immaginario conflitto bellico si sviluppa nel Regno Unito. E’ la nuova campagna di Save the Children che raffigura una Londra […]

      Guerra prima e dopo: 1 secondo al giorno nella vita di una bimba – VIDEO

      Il video clip inizia con una bimba che festeggia il suo compleanno e prosegue seguendo la sua vita momento per momento. Un secondo al giorno, un fotogramma che la vede trasfigurata man mano che un immaginario conflitto bellico si sviluppa nel Regno Unito. E’ la nuova campagna di Save the Children che raffigura una Londra […]

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      Il video clip inizia con una bimba che festeggia il suo compleanno e prosegue seguendo la sua vita momento per momento. Un secondo al giorno, un fotogramma che la vede trasfigurata man mano che un immaginario conflitto bellico si sviluppa nel Regno Unito. E’ la nuova campagna di Save the Children che raffigura una Londra […]

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      Egitto, “Hamas è fuorilegge”. L’analista: “Strategia dei militari contro islamisti”

      Attività bloccate e uffici di Hamas sigillati temporaneamente in tutto l’Egitto. Così un tribunale del Cairo ha deciso di rendere illegale l’organizzazione palestinese dopo che alcuni dei suoi membri sono stati coinvolti nei processi relativi ad atti di spionaggio e alla fuga del deposto presidente Morsi dal carcere di Wadi Natrun durante la rivoluzione del […]

      L’articolo Egitto, “Hamas è fuorilegge”. L’analista: “Strategia dei militari contro islamisti” proviene da Il Fatto Quotidiano.

      Egitto, “Hamas è fuorilegge”. L’analista: “Strategia dei militari contro islamisti”

      Attività bloccate e uffici di Hamas sigillati temporaneamente in tutto l’Egitto. Così un tribunale del Cairo ha deciso di rendere illegale l’organizzazione palestinese dopo che alcuni dei suoi membri sono stati coinvolti nei processi relativi ad atti di spionaggio e alla fuga del deposto presidente Morsi dal carcere di Wadi Natrun durante la rivoluzione del […]

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      Attività bloccate e uffici di Hamas sigillati temporaneamente in tutto l’Egitto. Così un tribunale del Cairo ha deciso di rendere illegale l’organizzazione palestinese dopo che alcuni dei suoi membri sono stati coinvolti nei processi relativi ad atti di spionaggio e alla fuga del deposto presidente Morsi dal carcere di Wadi Natrun durante la rivoluzione del […]

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      Attività bloccate e uffici di Hamas sigillati temporaneamente in tutto l’Egitto. Così un tribunale del Cairo ha deciso di rendere illegale l’organizzazione palestinese dopo che alcuni dei suoi membri sono stati coinvolti nei processi relativi ad atti di spionaggio e alla fuga del deposto presidente Morsi dal carcere di Wadi Natrun durante la rivoluzione del […]

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      Attività bloccate e uffici di Hamas sigillati temporaneamente in tutto l’Egitto. Così un tribunale del Cairo ha deciso di rendere illegale l’organizzazione palestinese dopo che alcuni dei suoi membri sono stati coinvolti nei processi relativi ad atti di spionaggio e alla fuga del deposto presidente Morsi dal carcere di Wadi Natrun durante la rivoluzione del […]

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