Mese: maggio 2017

Strage a maggio senza padrini

Afghanistan, la guerra infinita

Nel Paese che l’Unione europea considera ormai sicuro e dove i migranti sono obbligati a tornare, la guerra infinita continua a mietere vittime con atrocità sempre maggiori. Una gara al rialzo dove stamattina la protagonista è stata una cisterna per l’acqua carica di esplosivo saltata in aria a Kabul nell’ora di punta, le 8 e trenta, uccidendo almeno ottantacinque persone e ferendone almeno quattro centinaia. Un bilancio che mentre scriviamo continua ad aggravarsi e che non ha ancora una paternità (illazioni, ma solo quelle, su Haqqani e Stato islamico). Paternità che i talebani, con un messaggio affidato invece in tempi rapidissimi al loro sito ufficiale, hanno sdegnosamente rifiutato chiarendo che il movimento non prende mai di mira la popolazione civile.

L’esplosione (1500 chili di esplosivo), che si è udita in tutta la città e il cui fumo ha invaso interi quartieri del centro, è avvenuta poco distante dalla porta d’ingresso della zona diplomatica dove ha sede anche l’ambasciata italiana. Sembra ricordare quella che, nel 2009, fece saltare in aria una cisterna di benzina davanti all’ambasciata tedesca che si trova appunto sull’ingresso della cosiddetta “green zone”. Da allora aumentarono sbarramenti di cemento, poliziotti privati e controlli accurati ma nessuno è ancora riuscito a trovare la ricetta per impedire atti terroristici di tale portata anche se per fare esplodere un tale quantitativo di esplosivo c’è chi lo vende e chi lo compre in un Paese dove il commercio delle armi – legali e illegali – è moneta corrente.

Le modalità della strage potrebbe far pensare a una mossa dell’autoproclamato Stato islamico che in Afghanistan ha già firmato stragi di civili con grandi numeri. Ma la memoria corre anche a episodi senza firma come il camion bomba che, senza rivendicazioni, esplose nell’agosto di due anni fa in un quartiere della capitale creando un cratere profondo dieci metri. Anche le immagini di oggi restituiscono la vista di un enorme cratere che ha inghiottito l’autocisterna e portato all’altro mondi decine di impiegati, lavoratori informali, più di un giornalista.

Intanto un gruppo di famigliari di vittime della guerra ha inviato a Unama, la missione Onu, di Kabul, una denuncia che vuole portare davanti al tribunale internazionale dell’Aja i responsabili di omicidi di gente comune. Il dito è puntato su Gulbuddin Hekmatyar, il capo mujaheddin che oggi gode dell’impunità che gli è stata garantita dal governo di Kabul in cambio della smobilitazione del suo gruppo armato (che si è però rifiutato di consegnare le armi).

Intervista ad Habib Ayeb, autore del documentario “Couscous”- les graines de la dignité”

Habib Ayeb è geografo, insegnante e ricercatore all’Università Parigi 8 in Francia, attivista e realizzatore dei documentari “Fellahin” e “Gabes Labes” Il suo nuovo lavoro “Couscous – les graines de la dignité” apparirà nei prossimi mesi in Tunisia. Intervista a cura di Patrizia Mancini Tunisia in Red: Cominciamo con la domanda più facile… Perché fare un documentario sul couscous? Habib […]

Il Rif marocchino, cronaca e genesi di un’escalation.

Non è bastata la visita della delegazione ministeriale che si era recata nel Rif, per calmare le acque torbide in cui la regione naviga da sette mesi.  Il tour di Aziz Akhenouch e i suoi colleghi- ripresi dalle telecamere in un atteggiamento dialogante, con  rappresentanti della società civile e dei settori produttivi: artigiani, commercianti, e … Continua a leggere

La rivolta del Rif, spiegata bene

Continuano a crescere le tensioni nel Rif dopo le grandi manifestazioni del 18 maggio. Non è bastata, infatti, la visita della delegazione ministeriale che si era recata nel regione berbera con l’intento di capire le rivendicazioni del popolo rifi e private a calmare le acque. Il tour del Ministro dell’Agricoltura…

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Totti spleen

..che poi per me (e per un buon pezzo della mia generazione) il calcio è finito nello stadio di Heysel. Da quel momento, l’incantesimo si è rotto, l’età dell’innocenza è finita e siamo diventati grandi. Totti, però, è un’altra storia. O meglio, lo è diventata con gli anni, con l’assommarsi degli anni, uno sopra all’altro.Continua a leggere

Egitto, attentato contro i copti: lo Stato islamico reagisce alle perdite in Siria e Iraq

Un nuovo attacco violento e militarmente ben organizzato ha colpito la minoranza cristiana in Egitto nella provincia di Minya il giorno prima dell’inizio del Ramadan, il mese sacro per i musulmani. Un attentato – senza ancora rivendicazione – che arriva poco più di un mese dopo le esplosioni della domenica delle palme e dopo il […]

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Speciale Ramadan: kofta bi tahini

Ramadan karim! Anche quest’anno, dedichiamo uno speciale alle ricette del mondo arabo-islamico del mese di Ramadan. Cominciamo da un piatto gustosissimo diffuso in tutto il Levante, soprattutto in Palestina, Giordania e Libano: la kofta bi tahini, carne macinata con patate in salsa di tahina! Ingredienti: Per la kofta: 500g di carne macinata (agnello o manzo) 1 cipolla […]

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REMIX – Cinema|Cultura|Migrazioni

remix-110REMIX, rassegna cinematografica in collaborazione con il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche che coniuga racconto cinematografico e approccio scientifico sul tema delle migrazioni e della convivenza –

26|28 maggio 2017.

Egitto – Il regime sa solo reprimere

L’Egitto sta attraversando una settimana particolarmente dura che ha visto arresti di attivisti, figure dell’opposizione e operai in sciopero, la detenzione di Khaled Ali (figura di spicco dell’opposizione laica, possibile candidato alle prossime elezioni, in prima linea contro la cessione … Continue reading

Islam e prevenzione dei radicalismi violenti

Il convegno è organizzato dall’associazione culturale UVA Universolaltro, un’associazione di Promozione Sociale, composta da 16 operatori laureati in Scienze delle Religioni che si propongono di diffondere cultura ed educazione circa il loro settore di studio. L’incontro previsto per il 30 maggio 2017 alle ore 15 presso la Camera dei Deputati, sala Aldo Moro, vedrà la partecipazione di: […]

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Un summit per Donald

E’ un’agenda zeppa di impegni quella che il presidente americano Donald Trump, arrivato martedi sera a Roma, ha davanti prima del suo ritorno in Italia per l’incontro del G7 in Sicilia. Tra le due tappe italiane c’è infatti il summit della Nato a Bruxelles dove, accanto ai partner dell’Alleanza, Trump vedrà anche i presidenti della Commissione e del Consiglio europei, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, ma anche il neo presidente francese Macron o il difficile alleato turco che Erdogan rappresenta. Non è ancora chiaro infine cosa dirà sui due temi di punta del vertice: la spesa militare della Nato – prima definita «obsoleta» poi rivalutata a struttura ineludibile – né in fatto di guerra al terrorismo. Una guerra che, dicono le indiscrezioni, si basa anche su una nuova strategia americana in Afghanistan con un aumento delle truppe di terra: statunitensi e dell’Alleanza. Sul due volte spinoso tema russo ucraino forse sorvolerà.

Prima di partire per Bruxelles Trump vedrà il papa, nelle prime ore del mattino, e poi Mattarella e Gentiloni. L’accoglienza a Roma ha già visto muoversi diverse associazioni anche di “expat” pacifisti americani che contestano la sua politica guerrafondaia di cui Trump ha dato prova coi bombardamenti in Siria e con la “madre di tutte le bombe” (Moab) sganciata il 13 aprile in Afghanistan. Una bomba che al papa non è proprio piaciuta: «….la mamma dà vita – ha detto Francesco al recente Meeting delle Scuole per la pace – le bombe danno morte». Chissà se il santo padre toccherà l’argomento.

Due settimane fa la stampa americana ha dato notizia di una nuova strategia messa a punto dal Pentagono e caldeggiata dal consigliere per la sicurezza di Trump, generale McMaster, che prevede un aumento di truppe sul terreno (da 3 a 5mila a sostegno degli 8400 già presenti in Afghanistan) ma anche un nuovo modo di condurre la guerra: le decisioni sulla sua gestione passerebbero però direttamente dal Pentagono senza bisogno della sigla del presidente e gli Usa si sgancerebbero (più di quanto non facciano ora) dalla catena di comando afgana, con più mano libera dunque, come ha dimostrato proprio il lancio della Moab. Secondo l’editorialista americano Eli Lake (Bloomberg View) il piano prevederebbe in realtà una forza di soli americani pari a 50mila uomini che però non dovrebbero essere soli. Ecco perché il segretario generale Nato Jens Stoltenberg ha lavorato in queste settimane chiedendo un aumento anche ai partner. Oltremare avrebbe guadagnato una promessa dall’Australia e un “ni” dal Canada. In Europa Londra e Copenaghen hanno già detto si. La Germania ha risposto picche. Altri tentennano, altri ancora – come la Polonia – potrebbero farci un pensierino. L’Italia ancora non si sa. E proprio rispetto alla posizione italiana, altre voci si sono intanto aggiunte a quelle della Tavola della pace e di “Afgana” che hanno chiesto al governo italiano di opporsi a un nuovo aumento di truppe in Afghanistan dove mancano – aggiunge Pangea Onlus – «politiche e finanziamenti per promuovere l’avanzamento delle donne, il contrasto alla violenza e l’applicazione di programmi sulla base delle risoluzioni Onu».

I giochi comunque dovrebbero essere già fatti anche se Trump, noto per i suoi repentini cambiamenti di idea (era contrario a impegnarsi militarmente all’estero in campagna elettorale) potrebbe spiazzare: o essere molto prudente (non facendo numeri) o molto netto chiedendo agli alleati l’impegno militare a sostegno del nuovo “surge”. Come ha detto proprio McMaster : America first didn’t mean America alone. La supremazia americana, grande totem di Trump, non si può costruire da soli.

"Afgana" su summit Nato: contro il surge di Donald Trump

 Afghanistan: Roma cambi strategia e rifiuti aumento soldati
Alla vigilia del summit Nato a Bruxelles ancora non è nota la posizione dell’Italia

In occasione del mini-vertice della Nato del 25 maggio a Bruxelles, l’associazione italiana Afgana – impegnata da anni nel dialogo con la società civile afgana – chiede al governo italiano quali politiche intenda adottare nel Paese centroasiatico. Secondo le indiscrezioni di stampa, l’amministrazione Trump ha intenzione di annunciare l’aumento delle truppe dispiegate in Afghanistan, portandole dalle attuali 8.500 unità a oltre 11mila, e di chiedere un contestuale aumento anche ai partner dell’Alleanza atlantica, tra cui l’Italia. Nell’ambito della missione-Nato “Resolute Support”, il nostro Paese stanzia in Afghanistan il secondo contingente per numero di soldati, dopo quello degli Stati Uniti. Afgana chiede dunque di sapere se il nostro governo abbia ricevuto una richiesta formale in tal senso, se abbia intenzione di assecondarla e in quali termini.

Di fronte agli evidenti fallimenti della strategia militare adottata negli ultimi 16 anni in Afghanistan, l’associazione italiana auspica un’inversione di rotta: più cooperazione civile e un impegno maggiore nel promuovere il processo di pace e di riconciliazione. Afgana si augura inoltre che qualunque decisione passi attraverso un dibattito parlamentare trasparente e condiviso.

comunicato stampa di “Afgana”

Tataouine brucia, Tunisi risponde

Patrizia Mancini Si chiamava Anouar Sokrafi, aveva 21 anni ed è morto a Tataouine, schiacciato da un veicolo della Guardia Nazionale. Un altro manifestante è ricoverato in gravissime condizioni, colpito da lacrimogeni. E’ così che il governo ha lanciato la sua escalation in questa zona dell’estremo sud della Tunisia, in cui la popolazione da settimane è in continua mobilitazione per […]

Il romanzo di Shukri al-Mabkhut racconta le lotte della Tunisia

Questa recensione del romanzo “L’italiano” (e/o, 2017, trad. dall’arabo di Barbara Teresi), è stata pubblicata su Internazionale qualche settimana fa. L’italiano è l’opera prima di Shukri al Mabkhout, noto accademico tunisino al momento direttore della fiera del libro di Tunisi, che con questo libro nel 2015 ha vinto il prestigioso premio internazionale per la narrativa araba […]

Il Rif marocchino non ha smesso di “agitarsi

«Non esistono compromessi nella rivendicazione della libertà » AbdelKerim EL khettabi. È passato più di un anno da quando Mohcine Fekri, venditore ambulante di pesce, è morto accidentalmente in un compattatore della spazzatura, cercando di salvare la sua merce confiscata dalla polizia. Da allora, El Hoceima la capitale del Rif marocchino,…

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Il Califfo in libreria dal 25 maggio

Non è un libro solo sullo Stato Islamico. Il progetto di al-Baghdadi è infatti anche quello di estendere i confini di un neo-Califfato all’intera comunità sunnita oltre il mondo arabo e le conflittuali aree asiatiche appaiono un terreno ideale. Il caso afgano, la guerra sempre sotto traccia tra India e Pakistan, il revivalismo islamico presente in Caucaso e in Asia centrale, come nelle provincie meridionali della Thailandia o nel Sud filippino segnato dal contrasto tra governo e comunità musulmane; nell’arcipelago indonesiano, che è la realtà musulmana più popolosa del pianeta, come nel dramma dei Rohingya, cacciati dal Myanmar in Bangladesh. Al di là del progetto del Califfo, le domande che si affacciano alla mente sono: perché e con quali strumenti il messaggio ha potuto funzionare? Qual è il contesto e quale l’entità del contrasto con al-Qaeda per il primato del jihad ?. Un libro che si chiede cosa potrà restare del messaggio di al-Baghdadi, anche dopo la caduta di Raqqa, in paesi così distanti dalla cultura mediorientale; cosa ha spinto un giovane di Giacarta, di Dacca o del Xinjang a scegliere la spada del Califfo?

A ORIENTE DEL CALIFFO

A est di Raqqa: il progetto dello Stato Islamico per la conquista dei musulmani non arabi

Rosenberg&Sellier

pp 188

euro 15,00

A cura di Emanuele Giordana

Testi di Paolo Affatato, Giuliano Battiston, Guido Corradi, Emanuele Giordana, Tiziana Guerrisi, Matteo Miavaldi, Massimo Motrello, Andrea Pira, Ilaria Maria Sala, Lucia Sgueglia
Compra il libro qui (cartaceo, Pdf)

Trump e l’ambizione di un accordo di pace tra Israele e i paesi arabi. Il piano del presidente tra scetticismo e Russiagate

La visita in Israele di Trump sembrava la parte più semplice del primo viaggio all’estero del quarantacinquesimo presidente americano. Ma dopo le rivelazioni sul caso, ormai conosciuto come Russiagate, i tre giorni a Tel Aviv e Gerusalemme saranno invece quelli più densi e difficili. A dirlo è il New York Times che sottolinea come la […]

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Cucina del Golfo: il mashkoul

Con la ricetta di oggi andiamo a scoprire un piatto molto diffuso in tutta la regione del Golfo, utilizzato soprattutto come accompagnamento per piatti a base di carne o pesce: il mashkoul, riso basmati con cipolla! Ingredienti: 350g di riso basmati 1 cipolla grande 60g di burro o ghi Preparazione: Prima di tutto, far scaldare il […]

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Mario Dondero alla Polveriera di Ancona

Una bellissima immagine di Mario Dondero
Sarei grato se mi si volesse segnalare il suo autore

Il 18 maggio al Primo Festival del Fotogiornalismo di Ancona, si ricorderà Mario DONDERO il grande fotografo recentemente scomparso. Ne Parleranno Paolo Marasca, Assessore del Comune di Ancona, Emanuele Giordana, giornalista amico e biografo di Mario Dondero, Marco Cruciani regista del film su Mario DONDERO “Calma e Gesso” , Valerio Bispuri fotoreporter di fama internazionale. Il Presidente della Fototeca Provinciale di Fermo Giuseppe Buondonno parlerà dell’opera di catalogazione e archiviazione dell’enorme patrimonio fotografico di Dondero in loro possesso.

LE INIZIATIVE DI SABATO 20 MAGGIO

20 maggio giornata nazionale di mobilitazione “ Pace e libertà per il popolo siriano” verso la manifestazione nazionale del 7 ottobre L’elenco delle iniziative di questo fine settimana che avviano il percorso di dibattito e mobilitazione verso la manifestazione nazionale del prossimo 7 ottobre. Venerdì’ 19 maggio : Firenze : ore 17.00 presidio in piazza […]

La Detenzione Amministrativa: Israele, Palestinesi e Convenzione di Ginevra

mcc43 La Detenzione Amministrativa è una limitazione della libertà personale che si differenzia dall’arresto per natura e per applicazione secondo il dettato della Convenzione di Ginevra per la protezione dei civili in tempo di guerra o occupazione territoriale (1949). Gli stessi principi sono ribaditi nel “Patto Internazionale relativo ai diritti civili e politici” (1966). Misura […]

Muri e frontiere. Un’umanità in fuga 2017

Wallah-110Il Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma Roma Multietnica, organizza la seconda edizione di Muri e frontiere. Un’umanità in fuga, una rassegna di documentari, web-reportage, incontri con giornalisti, testimonianze di rifugiati e transitanti a Roma.

 

17 maggio – 21 giugno 2017

 

Nuovo dizionario italiano arabo , Tresso, Hoepli

Dizionario italiano arabo In questo dizionario: 11.000 lemmi italiani selezionati mediante il criterio della frequenza d’uso, con l’aggiunta di termini relativi all’ambito culturale arabo-islamico e ai settori della scuola, della sanità, dello sport e dell’informatica; 16.600 accezioni e oltre 36.000 … Continue reading

“Donne al buio” di Asmae Dachan è la Siria che muore ogni giorno

“Sono avvolta dal buio, la fiamma della candela si muove timida, furtiva, quasi impercettibile. Sul muro figure deformi, surreali. Basta allontanare un attimo lo sguardo da quell’innocente fuoco e sentirsi addosso il peso dell’oscurità…quel silenzio che avvolge la stanza, questo palazzo, questo quartiere, questa millenaria ed esanime città”. Così inizia Donne al buio, pièce teatrale di […]

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Ibrahim Ferghali e Johnatan Wright

Tempo fa, ho pubblicato un pezzo sulla traduzione dall’arabo (qui) nel quale citavo l’intellettuale egiziano Ibrahim Ferghali (qui) e Giabir al-‘Usfur (qui) e commentavo quanto da loro affermato in ordine alla traduzione dall’arabo nelle lingue europee, affermando che dovremmo tener … Continua a leggere

Ibrahim Ferghali e Johnatan Wright
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Imparare a dire no, grazie

Qualche giorno fa, Chiara Comito ha pubblicato un post sulla sua pagina facebook nel quale, commentando il festival Mediterraneo Downtown di Prato, afferma: Al Festival Mediterraneo Downtown di Prato hanno mischiato geopolitica, attivismo e cultura da Mediterraneo, Caucaso ed Europa. … Continua a leggere

Imparare a dire no, grazie
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Gli Apocalittici e Integrati di Umberto Eco nell’epoca della democrazia rappresentata

di Anatole Pierre Fuksas

La concatenazione di accadimenti, per molti versi intricati e casuali, che ha condotto alla vittoria di Macron su Le Pen alle Presidenziali francesi, determina nei fatti la transizione ad una nuova dimensione della politica. Parrebbe infatti compiuto il processo, suggerito da molta elaborazione post-moderna, che conduce alla fine del quadro politico marcato dalla distinzione tra una destra di matrice borghese e una sinistra di matrice proletaria, variamente evolute in termini sociali, economici e culturali attraverso i grandi sconvolgimenti prodottisi dalla caduta del Muro di Berlino fino ad oggi.…

Gli Apocalittici e Integrati di Umberto Eco nell’epoca della democrazia rappresentata è un articlo pubblicato su Nazione Indiana.

SABATO 20 MAGGIO GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

Verso la Manifestazione Nazionale a Roma del 7 OTTOBRE 2017 PACE E LIBERTÀ PER IL POPOLO SIRIANO E PER I POPOLI DEL MEDIO ORIENTE Muove i primi passi il percorso di mobilitazione verso la manifestazione nazionale del 7 ottobre.  Da oltre sei anni la Siria è teatro di violenze e orrori indicibili. Le pacifiche manifestazioni […]

Un Blog, tanti volti

È da sempre che desideravo scrivere ed esprimere tutto ciò che non mi stava bene, partendo dalle piccole ingiustizie che mi circondando, ma non mi sentivo ancora pronta fino a quando non ho trovato il coraggio di farlo. (Kyare) Anche… Continue Reading →

Tunisia: la riconciliazione economica rinasce dalle sue ceneri

Amna Guellali, direttrice dell’organizzazione Human Rights Watch per Tunisia e Algeria Una nuova legge per consacrare l’impunità, per impedire la rivelazione della verità A sei anni dalla caduta del regime di Ben Alì, rovesciato da una rivoluzione popolare nel 2011, la giustizia di transizione sembra vivere ore difficili. Regna ancora l’impunità per le violazioni dei diritti umani, i più alti […]

Odissea dei profughi dalla Siria

mcc43 Immaginate di vivere a Raqqa, la “capitale” di quello che voleva essere lo Stato Islamico di Al Baghdadi: ISIS o Daesh, come preferite. Laggiù si stanno preparando all’assedio finale, fortificano la città, scavano una rete di bunker sotterranei, tutto viene razionato o manca del tutto. Voi cosa decidete di fare? 1) Decidete di restare  Allora […]

Rogo Rom a Roma

Centocelle-110Regolamento di conti o violenza xenofoba? La domanda è aperta. Certo è che l’incendio che ha distrutto il camper in cui dormiva una famiglia Rom, genitori e 11 figli, nel parcheggio del centro commerciale Primavera a Centocelle, popoloso quartiere romano, è stato doloso. Le telecamere di sicurezza hanno inquadrato un uomo che lancia una bottiglia incendiaria contro il veicolo. Così nella notte tra il 9 e il 10 maggio hanno perso la vita una ragazza di 20 anni e due bimbe di 8 e 4 anni, Francesca, Angelica e Elisabeth Halinovic.

Afghanistan, cresce la voglia di "boots on the ground"

La Danimarca e la Gran Bretagna hanno detto si alla richiesta della Nato di inviare truppe fresche in Afghanistan a sostegno della decisione americana (non ancora formalizzata ufficialmente) di mandare tra 3mila e 5mila nuovi soldati nel Paese asi…

La tentazione francese

La tentazione della cultura e dei valori francesi di libertà, attraverso i candidati alla presidenza, ha assunto un sentimento opposto rispetto al passato di cui la classe dirigente libanese è un chiaro esempio

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Surge afgano

Ci siamo. Anzi, ci risiamo. La guerra afgana torna al centro della politica militare americana con un
nuovo piano strategico che, una volta siglato da Trump, riporterà nel Paese asiatico migliaia di nuovi soldati: 3mila secondo il Washington Post, che per primo ha rivelato il piano, fino a 5mila secondo il New York Times e i giornali afgani. Si aggiungeranno agli 8.400 già sul posto che partecipano in parte alla missione Nato di sostegno all’esercito afgano. E proprio la prossima riunione della Nato a Bruxelles, il 25 maggio, dovrebbe vedere la conferma del nuovo “surge” americano, accompagnata da una richiesta ai partner dell’Alleanza, dunque anche all’Italia, di mettere a disposizione truppe fresche nell’ordine di “migliaia”.

La cosa era nell’aria da mesi, preceduta dalle audizioni al Congresso di alte cariche militari e in particolare del generale John Nicholson che comanda le truppe Nato in Afghanistan e che è fautore dell’aumento di “stivali sul terreno”. Poi se ne è riparlato quando Trump – in campagna elettorale favorevole al ritiro delle truppe – ha mandato a Kabul il suo consigliere per la sicurezza Herbert Raymond McMaster, un falco che viene dalle forze armate e che, durante Bush, fu uno dei padrini del “surge” – aumento consistente di truppe – in Iraq. McMaster si era fatto precedere dalla Gbu-43 – Moab (massive ordnance air blast bomb o anche mother of all bombs), un ordigno da 11 tonnellate di esplosivo sganciato alla vigilia della Conferenza di pace sull’Afghanistan organizzata a Mosca dai russi. McMaster era andato a Kabul per verificare con il presidente Ghani proprio il possibile invio di nuove truppe (cosa cui il governo di Kabul è favorevolissimo) tanto che adesso, i contrari alla nuova operazione hanno ribattezzato il piano: “McMaster’s War”, la guerra di McMaster.

L’esatto numero di soldati americani da inviare, confermano fonti dell’Amministrazione, dipenderà anche dalla disponibilità degli alleati, evidentemente già consultati in merito a un ennesimo sforzo in appoggio alla nuova strategia di Trump. Ma il piano non prevede solo l’invio di soldati. Il piano prevede che sarà il Pentagono e non la Casa Bianca a decidere sui numeri e anche ad autorizzare raid aerei che, essendo in corso ormai da mesi, aumenteranno probabilmente di numero. Autorizza anche una “mobilità” dei soldati americani che va oltre quanto Obama aveva stabilito a suo tempo quando aveva deciso una lenta uscita di scena dal teatro (salvo poi ripensarci). Le limitazioni che furono oggetto di polemiche col gabinetto Karzai (che si rifiutò di firmare l’accordo militare voluto da Obama che fu poi siglato da Ghani) dovrebbero dunque cadere e garantire agli americani maggior capacità d’azione senza troppi laccioli nella catena di comando condivisa con gli afgani.

Manca dunque solo la firma del presidente che sta probabilmente facendo i conti (la guerra afgana costa all’erario americano 23 miliardi di dollari l’anno) e sondando la disponibilità degli alleati di una Nato non più ritenuta “obsoleta”. Trump è probabilmente imbaldanzito da alcuni successi (l’uccisione un mese fa dal capo dello Stato islamico in Afghanistan Abdul Hasib o del capo talebano Akhtar Mansur nel 2016 o ancora dalla super bomba del 13 aprile scorso) ma sembra soprattutto aver dato carta bianca al Pentagono dove il capo della Difesa, Jim Mattis, è tra i fautori della nuova strategia.

L’Onu intanto ha fatto i conti di quanti afgani sono stati costretti  dalla guerra a lasciare le loro case nel 2017: sono 88.841. L’anno scorso sono stati 660mila e quest’anno la stima è di 450mila.

Prigione Al Jalame, Israele: minorenni palestinesi in isolamento

mcc43 “Ci costringi ad arrestare tuo padre e tua madre; cerca di capire che io ho lo Stato d’Israele dietro di me, mentre dietro di te non c’è niente” Secondo l’ultima comunicazione ufficiale, agosto 2016, del Servizio Carcerario Israeliano (IPS), Israele ha in detenzione 350 minori Palestinesi; i dati per anno sono visibili nell’articolo dell’organizzazione […]

Franco Cardini, un ponte fra due rive

Scardinare le griglie che occultano alla vista ciò che c’è all’esterno delle nostre idee, delle nostre convinzioni identitarie, delle griglie mentali con cui ci approcciamo agli eventi storico-politici passati e presenti, non è certo roba da tutti. Sono considerati quasi… Continue Reading →

Islam in Afghanistan

LE DIVERSE ANIME DELL’ISLAM

Ciclo di conferenze organizzato dal 27 aprile al 25 maggio 2017
dalla Casa della Cultura, in collaborazione con il Centro di cultura Italia-Asia

Emanuele Giordana – “L’Islam in Afghanistan”
Giovedì 11 maggio, ore 21.00

Guardato come un sorvegliato speciale, l’Islam afgano non è solo estremismo radicale, ma un pianeta diffuso e tutt’altro che omogeneo, attraversato da correnti sufi, da movimenti sciiti e ismaeliti e anche da un Islam sunnita pacifista, che si affermò, nei primi del secolo scorso, a cavallo della frontiera con l’attuale Pakistan. Uno sguardo per andare oltre una guerra di cui l’Islam non è certo l’unico responsabile.

Sede degli incontri: Casa della Cultura – Via Borgogna 3, Milano
MM1 San Babila – Ingresso libero
Per informazioni: 02 79.55.67 – 02 76.00.53.83 – [email protected]
Siti web di riferimento
Centro di cultura Italia-Asia: www.italia-asia.it
Casa della Cultura: www-casadellacultura.it

Associazione Casa della Cultura – Via Borgogna 3 – 20122 Milano (MM1 – San Babila)
02 795567 – 02 76005383 – fax 02 76008247
e-mail: [email protected] – www-casadellacultura.it
C.F. 80115850150 – P.IVA 13307640154

UN PERCORSO SOLIDALE E INTERNAZIONALISTA DA COSTRUIRE

Di seguito, il report della riunione dei promotori della manifestazione in solidarietà con la Siria e i popoli del Vicino Oriente e contro il decreto “Minniti – Orlando”. Qualche considerazione preliminare è d’obbligo. Da un lato, sarebbe folle e irresponsabile promuovere una manifestazione in concomitanza con una kermesse colossale come sarà, prevedibilmente, la cosidetta “Marcia […]

La biblioteca di Abd al-Rahman Munif a Firenze

Fino al 9 giugno a “Villa Romana” a Firenze, è esposta la mostra Disappearances. Appearances. Publishing, dedicata alla biblioteca e al patrimonio culturale collezionato dallo scrittore Abd al-Rahman Munif nei suoi molteplici viaggi e spostamenti lungo la geografia dei paesi arabi. Non ne sapevo nulla (*) e mi dispiace: non capisco perché quando ci sono […]

Prigioni d’Israele: diritti negati e sciopero della fame

mcc43 E’ in corso dal 17 aprile lo sciopero della fame dei prigionieri Palestinesi in Israele. Le ragioni dello sciopero sono state annunciate da Marwan Barghouti in un articolo pubblicato dal NYT e  tradotto in questo blog. E’ una protesta non violenta, ma passa quasi inosservata ai media, lasciata alle organizzazioni pro-diritti umani. B’Tselem, The Israeli Information […]

“Peccato mortale sfruttare il lavoro ”

Il Papa incontra i giovani studenti delle “Scuole per la pace” e prende posizione sulla guerra e le sue cause. “I governanti? Solo parole. Attenti ai terroristi delle chiacchiere”

Alla fine ci sta pure una battuta: “I governi e gli impegni dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo? Non lo dico da papa ma lo dico con la grande Mina: parole, parole, parole”. La platea dell’Auditorium Paolo VI in Vaticano ride e si spella le mani. Sono soprattutto studenti, settemila, arrivati un po’ da tutta Italia. Fan parte di un progetto iniziato tre anni fa dalla Tavola della pace d’intesa con il Miur e promosso dal Coordinamento degli Enti Locali per la Pace, la Rete Nazionale delle Scuole di Pace e un altra decina di sigle tra cui la Regione Friuli Venezia Giulia e i Giovani Musulmani d’Italia. I ragazzi, dalle medie al liceo, han lavorato in questi anni sul tema della guerra: informandosi, interrogandosi e anche suggerendo soluzioni. L’ultima, uscita da una media di Udine giorni fa, quella di istituire un”ora di pace” a scuola, come si fa con quella di religione.

Bergoglio, uomo attento allo spirito ma anche al corpo degli uomini, accetta di incontrarli e di rispondere alle domande di Maria, Michele, Luca, Costanza su conflitti, violenza, discriminazione. Su quest’ultimo punto cita lo scontro tra Macron e Le Pen come pessimo esempio di “non ascolto” ma la stoccata c’è anche per i Salvini di turno, anche se il papa nomi non ne fa mai: “Ci sono persone che usano le parole per discriminare e ferire: li chiamo terroristi delle chiacchiere”. Sulla guerra, dramma del mondo, l’accusa è soprattutto al traffico d’armi, arte in cui, come ci ha appena ricordato Rete Disarmo, l’Italia eccelle. E a proposito di bombe non risparmia Trump: ”Han chiamato quell’ordigno la madre di tutte le bombe. Ma una madre dona vita, quella regala morte. Ho provato vergogna”. Ma se c’è chi traffica in armi e chi traffica in droga, avverte Bergoglio, c’è chi traffica anche in esseri umani e non solo permettendo le stragi nel Mediterraneo: “C’è chi sfrutta il lavoro altrui e non solo in luoghi lontani: lo si fa qui, in Europa, in Italia. Lo si fa pagando chi lavora in nero e con assunzioni stagionali, per evitare la continuità. Questo sfruttamento è, per noi cattolici, peccato mortale”.

Nessun pontefice si era spinto così lontano, difendendo, in un certo senso, anche l’ormai sepolto articolo 18. E se Bergoglio condanna ritualmente il “Dio denaro” – come ogni papa ha sempre fatto – questa volta il monito non è solo ai mercanti nel tempio. E i diritti dei lavoratori, nel giorno in cui nella stessa città si manifesta per difenderli, diventano nelle parole di Francesco un elemento che non è avulso dal discorso sulla pace. I ragazzi sono commossi e con loro sindaci, amministratori locali e professori. 162 insegnanti gli consegnano un piccolo manuale di linee guida sull’educazione alla pace. Il Papa apprezza. I ragazzi applaudono. Fuori, un timido sole scaccia la pioggia.

A destra “Mina” Anna Maria Mazzini, cantante famosa anche in Argentina. “Parole Parole” era la  sigla finale di Teatro10 con Alberto Lupo nel 1972

Sopra: la GBU-43 Massive Ordnance Air Blast bomb (MOAB)

Quando il giornalista ha un’etica

Qualche decennio fa si usava dire che il privato è pubblico. I tempi sono cambiati, forse per fortuna. E dunque su questo blog la presenza della dimensione privata è stata rarissima. Centellinata. Ci sono, però, momenti nei quali il privato assume un significato più che pubblico. In questo caso etico e deontologico. È questo ilContinua a leggere

La vita di strada

La vita di strada | babelmed | culture méditerranéenneAll’ombra della Pineta Sacchetti un gruppo di abitanti prova a ricostruire la storia e l’identità di uno scampolo di città stretto tra Primavalle, il Forte Braschi, il parco con i suoi pini. Aneddoti e ricordi condivisi dalle generazioni più anziane entrano in sinergia con le pratiche artistiche delle generazioni più giovani – dalla street art alla danza hip hop – per una rinascita che dai muri e dalle serrande decorate si espande a ricostruire una comunità viva nel progetto Pinacci Nostri. 

La Palestina protesta, ma nessuno la ascolta

«Protestiamo perché il mondo si accorga di quello che accade oggi nelle carceri israeliane», mi spiega Bassem. Vestito bene, una cartellina sottobraccio, una laurea in diritto internazionale all’Università di Betlemme. Bassem non è l’ultimo arrivato, insomma. Una domenica normale, questa,… Continue Reading →

SABATO 6 MAGGIO A ROMA RIUNIONE PER LA MANIFESTAZIONE DEL 20 MAGGIO

Sabato 6 maggio, a Roma, alle 11.00, in Via di Porta Labicana n. 56/a (Scalo San Lorenzo), si terrà la riunione preparatoria della manifestazione del 20 maggio. Di seguito, il comunicato della manifestazione e le adesioni pervenute sino ad oggi.  PACE E LIBERTA’ PER IL POPOLO SIRIANO Da oltre sei anni la Siria è teatro […]

Egitto: Islam e Cristianesimo in dialogo alla moschea Al Azhar

mcc43 Incontro interconfessionale come opportunità di lenire ferite storiche e moderare tensioni nella società egiziana. Per gli avversari del dialogo diretto e per la politica che interferisce nella religione, un un’occasione per criticare l’ateneo Al Azhar. Numerose le intenzioni di Papa Bergoglio per la sua visita in Egitto, come somma autorità del Cattolicesimo e come […]

Artista egiziano realizza copia del Corano di 700 metri

Immagine in evidenza: Saad Mohammed a Belqina, April 26, 2017.  REUTERS/Mohamed Abd El Ghany (Agenzie). L’artista egiziano Saad Mohammed ha trascorso ben tre anni della sua vita a lavorare per realizzare quello che spera sia il Corano più grande del mondo. L’artista, che ha dipinto a mano i motivi islamici sulle pareti e sui soffitti della sua […]

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Avvio della rassegna a Venezia “Mediterraneo: fotografie tra terre e mare”

Parte mercoledì 10 maggio a Venezia “Mediterraneo: fotografie tra terre e mare” edizione 2017, la rassegna che racconta attraverso la fotografia il Mediterraneo come “sperimentale” luogo di relazioni dove le culture e le arti coesistono, dialogano, si intrecciano. La prima tra le esposizioni in programma per l’edizione 2017 è ospitata nelle sale dell’Hotel Giorgione dal […]

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Mediterraneo Downtown 2017. Dialoghi, culture e società

Cospe-DW-110Settanta ospiti internazionali, cento volontari, trentacinque ore di programmazione tra talk show, incontri, presentazioni di libri e spettacoli: è tutto pronto per la prima edizione di “Mediterraneo Downtown”, il primo festival interamente dedicato alla scena contemporanea dell’area mediterranea.

WEB ARTS RESISTANCES – Tre film per raccontare una Roma resistente, inclusiva, creativa – Roma, 4-6 maggio 2017

comunicato-110Tre cortometraggi per raccontare una Roma insolita, dove l’arte diventa strumento di resistenza e di rinascita urbana: dal Trullo rianimato da poesia e colori di autori anonimi e conosciuti, alla Pineta Sacchetti dove rivivono le storie di un quartiere raccontate sui muri e sulle serrande, alla sfida delle ragazze della street art, che anche all’ombra del Colosseo si fanno strada in un mondo ancora prevalentemente maschile, al MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, unico museo abitato del mondo, dove una variegata comunità multiculturale e autogestita sta trasformando un ex salumificio occupato sulla Prenestina in un presidio di cultura e diritti.

AVVISO IMPORTANTE

La riunione preparatoria per la manifestazione del 20 maggio si terrà sabato 6 maggio, alle 11.00, a Roma, in Via di Porta Labicana n. 56/a (Scalo San Lorenzo, lungo le Mura Aureliane). Sono invitati a partecipare gli individui e le organizzazioni che hanno sottoscritto l’appello e tutti quelli che intendano contribuire alla riuscita dell’iniziativa. Le […]

I GIOVANI PALESTINESI D’ITALIA ALLA MANIFESTAZIONE DEL 20 MAGGIO A ROMA

I Giovani Palestinesi d’Italia, in questo periodo impegnati nel sostegno allo sciopero della fame intrapreso dai prigionieri palestinesi, hanno comunicato la loro adesione alla manifestazione del prossimo 20 maggio a Roma. Si tratta di un contributo particolarmente significativo, in quanto rappresentativo della solidarietà che storicamente unisce il popolo palestinese a quello siriano ed agli altri […]