Mese: agosto 2012

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria. Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio…

Siria: chattando dall’inferno

siriaEcco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando
di nuovo di scappare dalla Siria.

Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi
diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio su Facebook. “Torno in Siria”. Non posso stare a guardare in TV quello che succede nel mio
paese.”

 

A quella epoca, Damasco, la sua città, era ancora fuori dalle zone di combattimento e si sperava potesse in qualche modo esserci una soluzione pacifica. Ora, mi dice, è tutto precipitato. É di
nuovo disperato e dice che non ha più un posto in quel macello.

Mi annuncia che è sul confine con la Turchia, in una cittadina tutta distrutta e disertata dai suoi abitanti. Chatta da un portatile con Sim Card turca.

Una breve chiacchierata in cui mi dice che la sua famiglia è salva ma la casa di suo padre, in un quartiere limitrofo del campo profughi del Yarmouk, a Damasco, è stata rasa al suolo.

In mente mi ritornano le belle serate che abbiamo passato in quella casa. Le “mezzé” della mamma Khaoula accompagnate da fiumi di araq. Le risate, i canti, le storie di quelle serate echeggiano
ancora nella mia memoria. Tutto quello è crollato. La casa è distrutta e la banda di folli che ci si divertiva è dispersa per sempre. Alcuni cercano dove nascondersi, altri, forse i più
fortunati, sono morti.

descrive un paese con città intere distrutte, gente che gira senza trovare via di scampo e forze armate, una più criminale dell’altra, che giocano ad una specie di macabro gioco del gatto e del
topo. Gruppi armati che entrano nei quartieri abitati. Sparano da lì sull’esercito che risponde con i bombardamenti a tappeto. Una macabra logica del caos, che cerca di chiudere definitivamente
la strada a qualsiasi soluzione pacifica. Un paese dove a comandare è la forza di fuoco. Punto e basta.

Poche battute amare, piene di disperazione “Amico mio, siamo arrivati ad augurarci la morte.” Poche informazioni. Poi scompare di nuovo. “Hamed… Ci sei ancora?” Silenzio. Resto solo con la
paura per lui… speriamo fino alla prossima comunicazione.

 

Qui di seguito la traduzione del testo integrale della nostra chat.

Poi sotto il testo originale in arabo.

 

 

Hamed: Marhaba, amico mio

 

Karim Metref: Marhaba Hamed!

 

Hamed: Come stai?

 

Karim Metref: Ben. E tu come te la stai cavando in Turchia?

 

Hamed: Io sono in Siria di nuovo.  Ieri i Turchi ci hanno cacciati via.

 

Karim Metref: No!!!ا

 

Hamed: Te lo giuro.

 

Karim Metref: perché? Dove eri? In un campo?

 

Hamed: A Kilis. Non ci hanno fatto entrare nel campo. Abbiamo dormito due notti sotto le stelle, poi ci hanno cacciati via. Adesso siamo a Marea

 

Karim Metref: Marea? Dov’è? Sul confine?

 

Hamed Sì. Ma domani tenterò di nuovo di entrare per andare a Istambul questa volta

 

Karim Metref Ok. Speriamo che ce la farai.

 

Hamed  Amico mio, siamo arrivati ad augurarci la morte.

 

Karim Metref  Ho un amico Turco che vive a Torino. Gli chiedo se può trovarti qualche aiuto a Istambul.

 

Hamed  Ti ringrazio. Io ti sto stancando con me. Però che fare?

 

Karim Metref  Per quel poco che posso fare, non c’è problema. Avrei voluto poter fare di più.

 

Hamed  Grazie della solidarietà. Questo è il più important. Sul serio. Noi siamo soprattutto stanchi moralmente. Non sono i problemi materiali quelli peggiori

 

Karim Metref  Lo so. E la tua famiglia come sta?

 

 Hamed Si stanno bene. Solo che hanno dovuto scappare. Ti ricordi la casa di mio padre? Ebbene non c’è più.

 

Karim Metref  Sì me la ricordo. Nooo!  Dove sono adesso?

 

Hamed  Nelle scuole dentro al campo. Il Campo profughi del Yarmouk. Nella parte che non è distrutta.

 

Karim Metref Vuol dire che anche Il Yarmouk è diventato campo di battaglia?

 

Hamed  Lametà più o meno. Il complesso scolastico e Via Al Yarmouk finora sono sicuri.

 

Karim Metref  E le scuole in cui sono chi le sorveglia? L’esercito regolare o gli altri?

 

Hamed  Non pensare che l’esercito libero è meglio dell’esercito di Assad. Le due parti usano la popolazione civile come scudo.

 

Karim Metref  Non ti preoccupare. Non ho questa idea. Io non credo che possa nascere un movimento pulito finanziato da soldi sporchi.

 

Hamed

 

Ok. Per il momento nel campo ci sono dei comitati popolari che assicurano la protezione

 

Karim Metref  Armati?

 

Hamed  Certo, armati!

C’è nel campo circa 200.000 civili siriani che si sono rifugiati. Perchè nei primi giorni di Ramadhan l’esercito libero è entrato nel campo. La gente non ha voluto scontrarsi con loro. Loro hanno
sfruttato questa neutralità e hanno cominciato a sparare dalle case civili sulle forze regolari.

L’esercito a cominciato ha risposto al fuoco con bombardamenti.

 

Karim Metref  Ho capito

 

Hamed  Uno più bastardo dell’altro. Capisci.

 

Karim Metref  Certo.

 

Hamed  E poi sono portatori di una ideologia salafista wahhabista.

 

 Karim Metref  E i comitati popolari nel campo sono misti o solo palestinesi?

 

Hamed  No, sono palestinesi dei movimenti di sinistra (tipo FPLP, FDLP) e liberali (Fattah). Come sai al Yarmouk c’è una forte resistenza contro l’integralismo.

 

Karim Metref  Lo so lo so. Ma questo potrebbe portare a scontri con l’esercito libero?

 

Hamed  C’è stato un poì’ di scontro ma non importante. Per ora né l’esercito libero vuole scontrarsi con loro né loro con l’esercito libero. Vogliono solo far arrivare il
messaggio che è vietato usare i quartieri abitati come base d’attacco. Perché poi l’esercito regolare si vendica dalla popolazione civile senza pietà. Ti è chiaro?

 

Karim Metref  Chiaro.

 

Hamed  La situazione più difficile in Siria è quella della sinistra.

 

Karim Metref  Lo so.

 

Hamed  Perché i due campi attaccano senza pietà. Io sono ricercato da tutti e due.

 

Karim Metref  Ti avevo raccontato che noi in Algeria abbiamo vissuto la stessa cosa. Non con la stessa violenza. Ma eravamo anche noi tra due fuochi. Di qua criminali di là
peggio.

 

Hamed  Abbiamo due flagelli: di qua il nazionalismo arabo e di là l’islamismo.

 

Karim Metref  Ma l’esercito libero, perchè ce l’ha con te?

 

Hamed  Non c’è nessun esercito libero. Ci sono gruppi armati disseminati sul territorio. E ognuno di loro è uno stato a parte.

 

Karim Metref  Ok

 

Hamed  Il legame tra loro è il radicalismo religioso e l’odio del regime perchp non in mano ai sunniti. Ma di democrazia e libertà non parla più nessuno.

 

Karim Metref  Certo.

 

Hamed  Io ho deciso di lasciare il paese perchè non ho più un posto. Non voglio scegliere tra l’ingiustizia in nome del nazionalismo e quella in nome dell’integralismo.

 

Karim Metref  Vero.  Ma la città dove sei è tranquilla?

 

Hamed  Non c’è più una città è tutto un rudere.

Per non preoccuparti per me, ti dico che sono circa 5000 persone qua che aspettano di entrare in Turchia. Quindi male condiviso è un male a metà.

 

Karim Metref  E da dove stai scrivendo adesso?

 

Hamed  C’è un ragazzo qua che ha un Laptop e una sim turca. Qui si prende la rete turca.

 

Karim Metref  Ho capito. Per questo riesci a scrivere liberamente.

 

Hamed  Sì. Certo. Però quando ho sparlato dell’esercito libero il ragazzo era lontano. Perchè se leggesse quello che ho detto potrei essere preso per una spia e essere
denunciato a loro.

 

Karim Metref  MA chi controlla quella zona dove sei? L’esercito o l’opposizione?

 

Hamed  Ho l’impressione che l’esercito ha volutamente lasciato questa zona libera. Perché ha delle postazioni molto vicine e può in qualsiasi momento bombardare o attaccare.

Però è come se volessero far vedere al mondo il rapporto tra gli insorti e la turchia.

 

Karim Metref  Ma la mia impressione è che la Turchia, che è più furba, sta usando voi sfollati per cercare di affrettare un intervento militare.

 

Karim Metref  Ci sei ancora?

 

….  dilenzio. 

 

 

 

La chat originale in arabo

 

circa un’ora fa Hamed

مرحبا يا صديقي

 

circa un’ora faKarim Metref

Marhaba Hamed!

 

circa un’ora fa Hamed

كيف الحال

 

circa un’ora faKarim Metref

منيح

و انت كيف مدبر حالك في تركيا؟

 

circa un’ora faHamed

انا حاليا بسورية مبارح رجعونا الاتراك

قال ما في مكان للاقامة

 

circa un’ora faKarim Metref

لااااا

 

circa un’ora faHamed

اي والله

 

circa un’ora faKarim Metref

ليش انت وين كنت؟ في مخيم؟

 

circa un’ora faHamed

بكلس

ما سمحولنا نفوت على المخيم نمنا يومين تحت الشجر

حاليا بمارع

 

56 minuti faKarim Metref

مارع وين؟ على الحدود التركية؟

 

56 minuti faHamed

اي بس بكرة رح اجرب افوت

و على اسطنبول هاي المرة

 

55 minuti faKarim Metref

أوكي.

انشالله تنجح

 

54 minuti faHamed

يا صديقي صار الواحد يتمنى الموت

 

53 minuti faKarim Metref

عندي صديقي تركي عايش هون راح أسأله اذا ممكن يلقالك مساعدة في سطمبول

 

53 minuti faHamed

يا ريت انا عم اغلبك معي

بس انا اسف

 

50 minuti faKarim Metref

الي في يدي و ممكن أعمله ما فيه مشكل

يا ريت كان بيدي أكثر من هيك

 

49 minuti faHamed

شكرا على التعاطف اولا هاد اهم

عن جد احنا تعبنى نفسي اكتر ما يكون مادي

 

48 minuti faKarim Metref

عارف

و عايلتك كلها بخير؟

 

47 minuti faHamed

نعم بس اتهجرو

بتزكر بيت اهلي ؟

راح

 

47 minuti faKarim Metref

نعم

لااااا

وين هجروهم؟

 

46 minuti faHamed

على المدارس

 

46 minuti faKarim Metref

يعني مخيم اليرموك صار ميدان معركة كله؟

 

45 minuti faHamed

نصفو تقريبا

وتجمع المدارس وشارع اليرموك امن حتى الان

لا تفكر انو الجيش الحر احسن من النظام

 

44 minuti faKarim Metref

و المدارس الي هني فيها مين الي يحرسها؟ الجيش و الا الأخرين؟

 

43 minuti faHamed

الطرفين بيستعملو المدنيين دروع بشرية

 

43 minuti faKarim Metref

لا ما عندي ه الفكرة

أنا ما أضن أنه ممكن تقوم حركة نضيفة بمصاري وسخة

 

43 minuti faHamed

حاليا صار في لجان شعبية بالمخيم لمنع الجيش الحر من دخول المخيم

 

42 minuti faKarim Metref

مسلحين؟

 

42 minuti faHamed

حاليا عدد السوريين الي لجأو للمخيم من المناطق المجاورة اكثر من 200 الف

طبعا الجان مسلحة

لانو باول رمضان فات الجيش الحر على المخيم

الشعب ما راد الاشتباك معهم

بس استغلو هالموضوع وصارو يقصفو الجيش النضامي من بين البيوت السكنية

قام الجيش النظامي بالرد على مصادر النيران

 

39 minuti faKarim Metref

فاهم

 

39 minuti faHamed

الطرفين اوسخ من بعض

 

38 minuti faKarim Metref

أكيد

 

38 minuti faHamed

بعدين حاملين عقيدة سلفية وهابية

 

38 minuti faKarim Metref

و اللجان الشعبية في المخيم مختلطة؟

و الا فلسطينيين؟

 

37 minuti faHamed

لا فلسطينية من التنظيمات الشيوعية واليسارية وليبرالية (فتح)ء

في حركة ضد الاسلاميين قوية باليرموك

 

38 minuti faKarim Metref

عارف. هذا ممكن يخلي فيه تشابكات مع الجيش الحر

 

37 minuti faHamed

صار شوية تشابك بس غير جدي الجيش الحر ما بدو يشتبك معهم

ولا هنى يريدو ولكن فصدهم اوصال رسالة انو ممنوع استخدام الاماكن السكنية للهجوم على الجيش النظامي

لانو الجيش النظامي بينتقم من السكان بلا رحمة

وضحت الصورة ؟

 

34 minuti faKarim Metref

فاهم

 

34 minuti faHamed

اصعب وضع بسوريا وضع اليسار

 

34 minuti faKarim Metref

عارف

 

34 minuti faHamed

لانو الطرفين بيهاجمو بلا رحمة

يعني انا تمت ملاحقتي من الطرفين

 

33 minuti faKarim Metref

مش بهاي الشدة بس عشنا نفس الوضع في الجزائر و انت عارف

ما بين نارين

من هون مجرمين و من هون أكثر

 

32 minuti faHamed

يا رجل احنا عنا بلائين الاسلام والقومية العربية

النظام قومي والمعارضة المسلحة اسلامية كما الجزائر

 

32 minuti faKarim Metref

الجيش الحر شو عنده معك؟

 

30 minuti faHamed

مافي شي اسمو الجيش الحر على ارض الواقع

مجموعات متعددة

كل مجموعة دولة

 

30 minuti faKarim Metref

أوكي

 

29 minuti faHamed

جامع بينها التدين وكره النظام لانو نظام غير سني

بس موضوعات الحرية والدولة الديمقراطية ليست ضمن الاهتمامات

 

28 minuti faKarim Metref

أكيد

 

28 minuti faHamed

انا قررت اغادر البلد لانو مالي مكان

شو الفرق بين الظلم لاسباب قومجية او الظلم لاسباب دينية

الظلم بيضل ظلم من اي مكان صدر

 

25 minuti faKarim Metref

صح

المدينة الي أنت فيها هسا

ما فيها حرب؟

 

24 minuti faHamed

ما في مدينة اطلال

انا رح انام تحت شجرة زيتون

عشان ما تزعل علي في هون حوالي الخمسة الاف عم ينتظرو الحكومة التركية حتى تسمح لهم بالدخول

يعني التشارك بالمصيبة بيهون

 

22 minuti faKarim Metref

طب من وين بتكتب هسا؟

أنت في مركز للانترنت؟ و الا وين؟

 

21 minuti faHamed

باللاب توب تبع شاب هون

خط تركي استعارة

هون الشبكة التركية شغالة

 

21 minuti faKarim Metref

اوكي

فهمتك

عشان هيك ممكن تحكي براحتك

 

20 minuti faHamed

اي طبعا

بس لما شتمت الجيش الحر كنت بعيد عنو لانو لو سمعني عم اشتم الجيش الحر بروح فيها بيعتبروني عميل للنظام

 

19 minuti faKarim Metref

هناك, وين انت مين المسيطر؟ المتلحيين و الا الحكومة؟

و الا تركوا كلهم المنطقة؟

 

18 minuti faHamed

انا حاسس انو الجيش النظامي عن قصد تارك النطقة لانو الو قطع عسكرية قريبة

باي وقت بيريد بيقصف وبيداهم

بس يبدو انو النظام حابب يورجي العالم مين المسلحين

ويجيب مشاكل لتركيا

 

14 minuti faKarim Metref

بس تركيا بنت شرموطة أكثر منهم. حاليا بتستعمل اللاجئين للضغط من أجل تدخل عسكري

أضن عشان هيك رجعوكم. قالوا أنه مش قادرين يستقبلوا أكثر و انه لازم خلق منطقة محمية من طرف جيوش الناطو

 

12 minuti faKarim Metref

ألو. حامد.

وينك؟

 

…..

Siria: chattando dall’inferno

siriaEcco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando
di nuovo di scappare dalla Siria.

Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi
diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio su Facebook. “Torno in Siria”. Non posso stare a guardare in TV quello che succede nel mio
paese.”

 

A quella epoca, Damasco, la sua città, era ancora fuori dalle zone di combattimento e si sperava potesse in qualche modo esserci una soluzione pacifica. Ora, mi dice, è tutto precipitato. É di
nuovo disperato e dice che non ha più un posto in quel macello.

Mi annuncia che è sul confine con la Turchia, in una cittadina tutta distrutta e disertata dai suoi abitanti. Chatta da un portatile con Sim Card turca.

Una breve chiacchierata in cui mi dice che la sua famiglia è salva ma la casa di suo padre, in un quartiere limitrofo del campo profughi del Yarmouk, a Damasco, è stata rasa al suolo.

In mente mi ritornano le belle serate che abbiamo passato in quella casa. Le “mezzé” della mamma Khaoula accompagnate da fiumi di araq. Le risate, i canti, le storie di quelle serate echeggiano
ancora nella mia memoria. Tutto quello è crollato. La casa è distrutta e la banda di folli che ci si divertiva è dispersa per sempre. Alcuni cercano dove nascondersi, altri, forse i più
fortunati, sono morti.

descrive un paese con città intere distrutte, gente che gira senza trovare via di scampo e forze armate, una più criminale dell’altra, che giocano ad una specie di macabro gioco del gatto e del
topo. Gruppi armati che entrano nei quartieri abitati. Sparano da lì sull’esercito che risponde con i bombardamenti a tappeto. Una macabra logica del caos, che cerca di chiudere definitivamente
la strada a qualsiasi soluzione pacifica. Un paese dove a comandare è la forza di fuoco. Punto e basta.

Poche battute amare, piene di disperazione “Amico mio, siamo arrivati ad augurarci la morte.” Poche informazioni. Poi scompare di nuovo. “Hamed… Ci sei ancora?” Silenzio. Resto solo con la
paura per lui… speriamo fino alla prossima comunicazione.

 

Qui di seguito la traduzione del testo integrale della nostra chat.

Poi sotto il testo originale in arabo.

 

 

Hamed: Marhaba, amico mio

 

Karim Metref: Marhaba Hamed!

 

Hamed: Come stai?

 

Karim Metref: Ben. E tu come te la stai cavando in Turchia?

 

Hamed: Io sono in Siria di nuovo.  Ieri i Turchi ci hanno cacciati via.

 

Karim Metref: No!!!ا

 

Hamed: Te lo giuro.

 

Karim Metref: perché? Dove eri? In un campo?

 

Hamed: A Kilis. Non ci hanno fatto entrare nel campo. Abbiamo dormito due notti sotto le stelle, poi ci hanno cacciati via. Adesso siamo a Marea

 

Karim Metref: Marea? Dov’è? Sul confine?

 

Hamed Sì. Ma domani tenterò di nuovo di entrare per andare a Istambul questa volta

 

Karim Metref Ok. Speriamo che ce la farai.

 

Hamed  Amico mio, siamo arrivati ad augurarci la morte.

 

Karim Metref  Ho un amico Turco che vive a Torino. Gli chiedo se può trovarti qualche aiuto a Istambul.

 

Hamed  Ti ringrazio. Io ti sto stancando con me. Però che fare?

 

Karim Metref  Per quel poco che posso fare, non c’è problema. Avrei voluto poter fare di più.

 

Hamed  Grazie della solidarietà. Questo è il più important. Sul serio. Noi siamo soprattutto stanchi moralmente. Non sono i problemi materiali quelli peggiori

 

Karim Metref  Lo so. E la tua famiglia come sta?

 

 Hamed Si stanno bene. Solo che hanno dovuto scappare. Ti ricordi la casa di mio padre? Ebbene non c’è più.

 

Karim Metref  Sì me la ricordo. Nooo!  Dove sono adesso?

 

Hamed  Nelle scuole dentro al campo. Il Campo profughi del Yarmouk. Nella parte che non è distrutta.

 

Karim Metref Vuol dire che anche Il Yarmouk è diventato campo di battaglia?

 

Hamed  Lametà più o meno. Il complesso scolastico e Via Al Yarmouk finora sono sicuri.

 

Karim Metref  E le scuole in cui sono chi le sorveglia? L’esercito regolare o gli altri?

 

Hamed  Non pensare che l’esercito libero è meglio dell’esercito di Assad. Le due parti usano la popolazione civile come scudo.

 

Karim Metref  Non ti preoccupare. Non ho questa idea. Io non credo che possa nascere un movimento pulito finanziato da soldi sporchi.

 

Hamed

 

Ok. Per il momento nel campo ci sono dei comitati popolari che assicurano la protezione

 

Karim Metref  Armati?

 

Hamed  Certo, armati!

C’è nel campo circa 200.000 civili siriani che si sono rifugiati. Perchè nei primi giorni di Ramadhan l’esercito libero è entrato nel campo. La gente non ha voluto scontrarsi con loro. Loro hanno
sfruttato questa neutralità e hanno cominciato a sparare dalle case civili sulle forze regolari.

L’esercito a cominciato ha risposto al fuoco con bombardamenti.

 

Karim Metref  Ho capito

 

Hamed  Uno più bastardo dell’altro. Capisci.

 

Karim Metref  Certo.

 

Hamed  E poi sono portatori di una ideologia salafista wahhabista.

 

 Karim Metref  E i comitati popolari nel campo sono misti o solo palestinesi?

 

Hamed  No, sono palestinesi dei movimenti di sinistra (tipo FPLP, FDLP) e liberali (Fattah). Come sai al Yarmouk c’è una forte resistenza contro l’integralismo.

 

Karim Metref  Lo so lo so. Ma questo potrebbe portare a scontri con l’esercito libero?

 

Hamed  C’è stato un poì’ di scontro ma non importante. Per ora né l’esercito libero vuole scontrarsi con loro né loro con l’esercito libero. Vogliono solo far arrivare il
messaggio che è vietato usare i quartieri abitati come base d’attacco. Perché poi l’esercito regolare si vendica dalla popolazione civile senza pietà. Ti è chiaro?

 

Karim Metref  Chiaro.

 

Hamed  La situazione più difficile in Siria è quella della sinistra.

 

Karim Metref  Lo so.

 

Hamed  Perché i due campi attaccano senza pietà. Io sono ricercato da tutti e due.

 

Karim Metref  Ti avevo raccontato che noi in Algeria abbiamo vissuto la stessa cosa. Non con la stessa violenza. Ma eravamo anche noi tra due fuochi. Di qua criminali di là
peggio.

 

Hamed  Abbiamo due flagelli: di qua il nazionalismo arabo e di là l’islamismo.

 

Karim Metref  Ma l’esercito libero, perchè ce l’ha con te?

 

Hamed  Non c’è nessun esercito libero. Ci sono gruppi armati disseminati sul territorio. E ognuno di loro è uno stato a parte.

 

Karim Metref  Ok

 

Hamed  Il legame tra loro è il radicalismo religioso e l’odio del regime perchp non in mano ai sunniti. Ma di democrazia e libertà non parla più nessuno.

 

Karim Metref  Certo.

 

Hamed  Io ho deciso di lasciare il paese perchè non ho più un posto. Non voglio scegliere tra l’ingiustizia in nome del nazionalismo e quella in nome dell’integralismo.

 

Karim Metref  Vero.  Ma la città dove sei è tranquilla?

 

Hamed  Non c’è più una città è tutto un rudere.

Per non preoccuparti per me, ti dico che sono circa 5000 persone qua che aspettano di entrare in Turchia. Quindi male condiviso è un male a metà.

 

Karim Metref  E da dove stai scrivendo adesso?

 

Hamed  C’è un ragazzo qua che ha un Laptop e una sim turca. Qui si prende la rete turca.

 

Karim Metref  Ho capito. Per questo riesci a scrivere liberamente.

 

Hamed  Sì. Certo. Però quando ho sparlato dell’esercito libero il ragazzo era lontano. Perchè se leggesse quello che ho detto potrei essere preso per una spia e essere
denunciato a loro.

 

Karim Metref  MA chi controlla quella zona dove sei? L’esercito o l’opposizione?

 

Hamed  Ho l’impressione che l’esercito ha volutamente lasciato questa zona libera. Perché ha delle postazioni molto vicine e può in qualsiasi momento bombardare o attaccare.

Però è come se volessero far vedere al mondo il rapporto tra gli insorti e la turchia.

 

Karim Metref  Ma la mia impressione è che la Turchia, che è più furba, sta usando voi sfollati per cercare di affrettare un intervento militare.

 

Karim Metref  Ci sei ancora?

 

….  dilenzio. 

 

 

 

La chat originale in arabo

 

circa un’ora fa Hamed

مرحبا يا صديقي

 

circa un’ora faKarim Metref

Marhaba Hamed!

 

circa un’ora fa Hamed

كيف الحال

 

circa un’ora faKarim Metref

منيح

و انت كيف مدبر حالك في تركيا؟

 

circa un’ora faHamed

انا حاليا بسورية مبارح رجعونا الاتراك

قال ما في مكان للاقامة

 

circa un’ora faKarim Metref

لااااا

 

circa un’ora faHamed

اي والله

 

circa un’ora faKarim Metref

ليش انت وين كنت؟ في مخيم؟

 

circa un’ora faHamed

بكلس

ما سمحولنا نفوت على المخيم نمنا يومين تحت الشجر

حاليا بمارع

 

56 minuti faKarim Metref

مارع وين؟ على الحدود التركية؟

 

56 minuti faHamed

اي بس بكرة رح اجرب افوت

و على اسطنبول هاي المرة

 

55 minuti faKarim Metref

أوكي.

انشالله تنجح

 

54 minuti faHamed

يا صديقي صار الواحد يتمنى الموت

 

53 minuti faKarim Metref

عندي صديقي تركي عايش هون راح أسأله اذا ممكن يلقالك مساعدة في سطمبول

 

53 minuti faHamed

يا ريت انا عم اغلبك معي

بس انا اسف

 

50 minuti faKarim Metref

الي في يدي و ممكن أعمله ما فيه مشكل

يا ريت كان بيدي أكثر من هيك

 

49 minuti faHamed

شكرا على التعاطف اولا هاد اهم

عن جد احنا تعبنى نفسي اكتر ما يكون مادي

 

48 minuti faKarim Metref

عارف

و عايلتك كلها بخير؟

 

47 minuti faHamed

نعم بس اتهجرو

بتزكر بيت اهلي ؟

راح

 

47 minuti faKarim Metref

نعم

لااااا

وين هجروهم؟

 

46 minuti faHamed

على المدارس

 

46 minuti faKarim Metref

يعني مخيم اليرموك صار ميدان معركة كله؟

 

45 minuti faHamed

نصفو تقريبا

وتجمع المدارس وشارع اليرموك امن حتى الان

لا تفكر انو الجيش الحر احسن من النظام

 

44 minuti faKarim Metref

و المدارس الي هني فيها مين الي يحرسها؟ الجيش و الا الأخرين؟

 

43 minuti faHamed

الطرفين بيستعملو المدنيين دروع بشرية

 

43 minuti faKarim Metref

لا ما عندي ه الفكرة

أنا ما أضن أنه ممكن تقوم حركة نضيفة بمصاري وسخة

 

43 minuti faHamed

حاليا صار في لجان شعبية بالمخيم لمنع الجيش الحر من دخول المخيم

 

42 minuti faKarim Metref

مسلحين؟

 

42 minuti faHamed

حاليا عدد السوريين الي لجأو للمخيم من المناطق المجاورة اكثر من 200 الف

طبعا الجان مسلحة

لانو باول رمضان فات الجيش الحر على المخيم

الشعب ما راد الاشتباك معهم

بس استغلو هالموضوع وصارو يقصفو الجيش النضامي من بين البيوت السكنية

قام الجيش النظامي بالرد على مصادر النيران

 

39 minuti faKarim Metref

فاهم

 

39 minuti faHamed

الطرفين اوسخ من بعض

 

38 minuti faKarim Metref

أكيد

 

38 minuti faHamed

بعدين حاملين عقيدة سلفية وهابية

 

38 minuti faKarim Metref

و اللجان الشعبية في المخيم مختلطة؟

و الا فلسطينيين؟

 

37 minuti faHamed

لا فلسطينية من التنظيمات الشيوعية واليسارية وليبرالية (فتح)ء

في حركة ضد الاسلاميين قوية باليرموك

 

38 minuti faKarim Metref

عارف. هذا ممكن يخلي فيه تشابكات مع الجيش الحر

 

37 minuti faHamed

صار شوية تشابك بس غير جدي الجيش الحر ما بدو يشتبك معهم

ولا هنى يريدو ولكن فصدهم اوصال رسالة انو ممنوع استخدام الاماكن السكنية للهجوم على الجيش النظامي

لانو الجيش النظامي بينتقم من السكان بلا رحمة

وضحت الصورة ؟

 

34 minuti faKarim Metref

فاهم

 

34 minuti faHamed

اصعب وضع بسوريا وضع اليسار

 

34 minuti faKarim Metref

عارف

 

34 minuti faHamed

لانو الطرفين بيهاجمو بلا رحمة

يعني انا تمت ملاحقتي من الطرفين

 

33 minuti faKarim Metref

مش بهاي الشدة بس عشنا نفس الوضع في الجزائر و انت عارف

ما بين نارين

من هون مجرمين و من هون أكثر

 

32 minuti faHamed

يا رجل احنا عنا بلائين الاسلام والقومية العربية

النظام قومي والمعارضة المسلحة اسلامية كما الجزائر

 

32 minuti faKarim Metref

الجيش الحر شو عنده معك؟

 

30 minuti faHamed

مافي شي اسمو الجيش الحر على ارض الواقع

مجموعات متعددة

كل مجموعة دولة

 

30 minuti faKarim Metref

أوكي

 

29 minuti faHamed

جامع بينها التدين وكره النظام لانو نظام غير سني

بس موضوعات الحرية والدولة الديمقراطية ليست ضمن الاهتمامات

 

28 minuti faKarim Metref

أكيد

 

28 minuti faHamed

انا قررت اغادر البلد لانو مالي مكان

شو الفرق بين الظلم لاسباب قومجية او الظلم لاسباب دينية

الظلم بيضل ظلم من اي مكان صدر

 

25 minuti faKarim Metref

صح

المدينة الي أنت فيها هسا

ما فيها حرب؟

 

24 minuti faHamed

ما في مدينة اطلال

انا رح انام تحت شجرة زيتون

عشان ما تزعل علي في هون حوالي الخمسة الاف عم ينتظرو الحكومة التركية حتى تسمح لهم بالدخول

يعني التشارك بالمصيبة بيهون

 

22 minuti faKarim Metref

طب من وين بتكتب هسا؟

أنت في مركز للانترنت؟ و الا وين؟

 

21 minuti faHamed

باللاب توب تبع شاب هون

خط تركي استعارة

هون الشبكة التركية شغالة

 

21 minuti faKarim Metref

اوكي

فهمتك

عشان هيك ممكن تحكي براحتك

 

20 minuti faHamed

اي طبعا

بس لما شتمت الجيش الحر كنت بعيد عنو لانو لو سمعني عم اشتم الجيش الحر بروح فيها بيعتبروني عميل للنظام

 

19 minuti faKarim Metref

هناك, وين انت مين المسيطر؟ المتلحيين و الا الحكومة؟

و الا تركوا كلهم المنطقة؟

 

18 minuti faHamed

انا حاسس انو الجيش النظامي عن قصد تارك النطقة لانو الو قطع عسكرية قريبة

باي وقت بيريد بيقصف وبيداهم

بس يبدو انو النظام حابب يورجي العالم مين المسلحين

ويجيب مشاكل لتركيا

 

14 minuti faKarim Metref

بس تركيا بنت شرموطة أكثر منهم. حاليا بتستعمل اللاجئين للضغط من أجل تدخل عسكري

أضن عشان هيك رجعوكم. قالوا أنه مش قادرين يستقبلوا أكثر و انه لازم خلق منطقة محمية من طرف جيوش الناطو

 

12 minuti faKarim Metref

ألو. حامد.

وينك؟

 

…..

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

Oh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza…

Un fine ramadan da miscredente

meissonierOh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza si sente più diverso che mai.

 

Non sapevo fosse Venerdì. Ero sceso dalle mie montagne per passare i due ultimi giorni nella capitale, prima di ritornare in Italia. Io Algeri non la amo. È una città che non ho mai amato… Ma durante il mese di ramadan la odio francamente. In campagna il mese sacro musulmano cambia poche cose. I ritmi si rallentano un pochino, i prezzi degli alimentari salgono un po’, qualche insolita bancarella di dolciumi fa la sua apparizione… e poi verso fine giornata vedi qualche fumatore in astinenza fare i 100 passi davanti a casa, come un animale in gabbia. E poi basta. Ma in città è tutto esaltato al massimo.

Non sapevo fosse venerdì. Sono arrivato in fine mattinata e mi sono diretto verso il centro città in cerca di qualche regalo per la mia compagna. Guardavo intorno a me senza capire veramente perché la città fosse così calma, così vuota. Tutti i negozi chiusi. “Sarà per il Ramadan. È l’ora della siesta.” pensai tra me e me. Ma non era solo per il ramadan. Era soprattutto perché era l’ora della preghiera del venerdì durante il mese di ramadan. Me ne accorsi quando salendo dall’Avenue Hassiba Benbouali, mi trovai di fronte alla moschea di Meissonier, una bella ex-cattedrale in architettura neogotica sfregiata con estensioni e restauri di pessimo gusto. Stavo guardando e valutando l’entità dei danni superando la moschea e andando oltre quando mi accorsi della situazione dove mi trovavo. Sembrava che tutta la città fosse diretta verso la preghiera. Tutti tranne me. Camminavano trascinando le loro ciabatte sull’asfalto rovente di quel torrido pomeriggio di luglio, con un tappetino sulla spalla e con una faccia da funerale. Non bevono da 8 ore e sanno di avere altre 8 ore davanti. Io invece cammino in senso contrario, zaino sulle spalle, aria da turista, cammino con la testa nelle nuvole mi guardo intorno, ammiro le decorazioni barocche della città… Il mattino ho fatto colazione come al solito. E prima di uscire mi sono scolato mezza bottiglia di succo di albicocche Ngaous.

Io cammino e loro mi vengono incontro, o contro, sento su di me i loro sguardi solitamente inquisitori, incattiviti dalla fame, dalla sete e dalla mancanza di tabacco. “Questa è la storia della mia vita.” pensai, “sempre a remare contro corrente.”

Quella onda contraria che mi veniva addosso, quegli sguardi… mi ricordarono quanto odio il mese di ramadan e perché da quando sono in Italia ho sempre cercato di evitare di trovarmi in Algeria in quel periodo dell’anno.

In Italia odio il periodo di natale, le sue ondate di consumismo sfrenato, i canti sdolcinati, la bontà finta, la carità di circostanza. Ma per fortuna dura poco più di una settimana. In Algeria il ramadan è la stessa cosa, anzi ancora peggio, ma dura un mese.

Arrivo alla stazione della metro e apro un giornale. Un vero bollettino di guerra. Ufficialmente il mese sacro musulmano è un mese di sobrietà e di misericordia. Nella realtà è diventato con la società moderna una vera calamità naturale. L’inflazione sale in freccia e il carovita arriva a picchi irraggiungibili. Ciò nonostante la gente compra di tutto. Il giorno dopo le pattumiere sono piene di cibo. Aumentano le truffe e la vendita di merci avariate. Aumentano le rapine, i furti, le aggressioni. La gente è nervosa allora aumentano le risse, i feriti, i morti.

Le emergenze degli ospedali sono prese d’assalto. Tra quelli che svengono per la sete, per le ipoglicemie e altre anemie e vertigini varie durante il giorno e quelli che la sera sono colpiti da indigestione, iperglicemia, incidenti cardiovascolari a causa del troppo cibo, troppo grasso, troppo zucchero.

Poi ci sono gli incidenti stradali, una vera e propria falcidia. Il nervosismo rende ancora più aggressiva la guida “sportiva” degli algeresi. Ma la vera strage si svolge intorno all’ora della rottura del digiuno. Perché la gente va in giro e si inventa mille cose da fare in fine giornata… “bach ngibu lmaghrib”, per portare il maghrib, il tramonto, si dice da noi. Poi quando si rende conto di essersi allontanata troppo, quella stessa gente guida come pazza, per arrivare giusto giusto con l’appello del muezzin. Ed è lì che succede la strage. Qui c’è la strage del sabato sera, lì abbiamo la strage del maghrib.

Ma la cosa che più disturba chi, come me, non è sensibile alla “magia” del ramadan è l’iperconformismo che si instaura nella società intorno a quel periodo. Non so se funziona uguale ovunque, ma in Algeria puoi fare di tutto: rubare, spacciare, sporcare, inquinare, corrompere e essere corrotto… la gente non ti toglie nemmeno il saluto. Ma se “mangi il ramadan” allora Dio smette di essere misericordioso. .

Mi ricordo tanti anni fa, tornavo dalla Tunisia. Nei Freeshop di Tunisi presi qualche bottiglia di buon Whisky irlandese. All’aeroporto di Algeri un doganiere mi fece aprire i bagagli. All’epoca era pratica sistematica. Vedendo le bottiglie allontanò le mani per non toccarle e mi chiese: “Ma sei algerino?”,

“Sì!”, risposi, io.

“Ma come mai che porti Whisky in pieno ramadan?”

“Ma secondo lei, questi giorni si è fermato il sistema della ‘cippa’? (nome popolare che designa le mazzette)- chiesi abbassando la voce per non farmi sentire dai suoi colleghi.

“No no. Continua, continua.” -rispose, anche lui a bassa voce.

“Ma allora perché non dovrei portare Whisky.”

La sua risposta mi lasciò senza voce. – “Ma insomma… perché è ramadan!”

Del resto sullo stesso giornale lessi che qualche giovane è stato pestato da un gruppo di poliziotti per aver fumato in pubblico. Tre anni fa erano stati arrestati alcune persone in Cabilia, ma siccome la mobilitazione dei difensori delle libertà e della laicità dello stato hanno ricordato ai giudici che nessuna legge algerina punisce una persona per non pratica di una religione o di una altra, furono assolti. Allora i poliziotti adesso fanno la giustizia da sé. Perché il problema del paese non è la corruzione dilagante, la violenza e la disonestà ovunque… è il ramadan. Se tutti lo fanno, o per lo meno fanno finta, tutto andrà per il verso giusto.

Addirittura due anni fa, ero in un kebbab di Via Nizza, una signora marocchina visibilmente praticante del più vecchio mestiere del mondo chiede se può sedersi al mio tavolo. Rispondo di sì in arabo e le faccio spazio. Lei tenta subito di attaccare bottone. Parliamo del più e del meno, poi a un certo momento mi dice: “Meno male che ramadan è alle porte.”

“Io di ramadan non me ne frega proprio niente.” dico io, credendo di trovare in lei una potenziale alleata.

“Ma come? Non fai ramadan, tu?” mi chiese lei, con faccia inorridita.

“No”-rispondo- “non starai per farmi la morale, tu? Voglio dire…”

“Cosa io? Io ho avuto problemi nella mia vita è per questo che faccio quello che faccio. Ma sono una musulmana e il ramadan, io, lo faccio come si deve.” Si alzò e cambiò tavolo.

Ecco perché mi sento a disaggio durante il ramadan, perché lo odio. E perché sono contento quando finisce. Perché quando finisce io, e tutte le persone che la pensano come me, smettiamo di essere peggio di una puttana. (salvo il rispetto per le prostitute).

 

Felice Aid ai credenti-praticanti e ai praticanti-noncredenti 

Felice ritorno alla normalità ai non credenti e ai non praticanti

Un fine ramadan da miscredente

meissonierOh finalmente è finito! Uuuf. Passato anche questo. Domani è l’Aid piccolo (festa della rottura del digiuno) finisce il mese di Ramadan. Il mese in cui i musulmani si sentono più musulmani. Ma anche il mese in cui chi la pensa diversamente dalla maggioranza si sente più diverso che mai.

 

Non sapevo fosse Venerdì. Ero sceso dalle mie montagne per passare i due ultimi giorni nella capitale, prima di ritornare in Italia. Io Algeri non la amo. È una città che non ho mai amato… Ma durante il mese di ramadan la odio francamente. In campagna il mese sacro musulmano cambia poche cose. I ritmi si rallentano un pochino, i prezzi degli alimentari salgono un po’, qualche insolita bancarella di dolciumi fa la sua apparizione… e poi verso fine giornata vedi qualche fumatore in astinenza fare i 100 passi davanti a casa, come un animale in gabbia. E poi basta. Ma in città è tutto esaltato al massimo.

Non sapevo fosse venerdì. Sono arrivato in fine mattinata e mi sono diretto verso il centro città in cerca di qualche regalo per la mia compagna. Guardavo intorno a me senza capire veramente perché la città fosse così calma, così vuota. Tutti i negozi chiusi. “Sarà per il Ramadan. È l’ora della siesta.” pensai tra me e me. Ma non era solo per il ramadan. Era soprattutto perché era l’ora della preghiera del venerdì durante il mese di ramadan. Me ne accorsi quando salendo dall’Avenue Hassiba Benbouali, mi trovai di fronte alla moschea di Meissonier, una bella ex-cattedrale in architettura neogotica sfregiata con estensioni e restauri di pessimo gusto. Stavo guardando e valutando l’entità dei danni superando la moschea e andando oltre quando mi accorsi della situazione dove mi trovavo. Sembrava che tutta la città fosse diretta verso la preghiera. Tutti tranne me. Camminavano trascinando le loro ciabatte sull’asfalto rovente di quel torrido pomeriggio di luglio, con un tappetino sulla spalla e con una faccia da funerale. Non bevono da 8 ore e sanno di avere altre 8 ore davanti. Io invece cammino in senso contrario, zaino sulle spalle, aria da turista, cammino con la testa nelle nuvole mi guardo intorno, ammiro le decorazioni barocche della città… Il mattino ho fatto colazione come al solito. E prima di uscire mi sono scolato mezza bottiglia di succo di albicocche Ngaous.

Io cammino e loro mi vengono incontro, o contro, sento su di me i loro sguardi solitamente inquisitori, incattiviti dalla fame, dalla sete e dalla mancanza di tabacco. “Questa è la storia della mia vita.” pensai, “sempre a remare contro corrente.”

Quella onda contraria che mi veniva addosso, quegli sguardi… mi ricordarono quanto odio il mese di ramadan e perché da quando sono in Italia ho sempre cercato di evitare di trovarmi in Algeria in quel periodo dell’anno.

In Italia odio il periodo di natale, le sue ondate di consumismo sfrenato, i canti sdolcinati, la bontà finta, la carità di circostanza. Ma per fortuna dura poco più di una settimana. In Algeria il ramadan è la stessa cosa, anzi ancora peggio, ma dura un mese.

Arrivo alla stazione della metro e apro un giornale. Un vero bollettino di guerra. Ufficialmente il mese sacro musulmano è un mese di sobrietà e di misericordia. Nella realtà è diventato con la società moderna una vera calamità naturale. L’inflazione sale in freccia e il carovita arriva a picchi irraggiungibili. Ciò nonostante la gente compra di tutto. Il giorno dopo le pattumiere sono piene di cibo. Aumentano le truffe e la vendita di merci avariate. Aumentano le rapine, i furti, le aggressioni. La gente è nervosa allora aumentano le risse, i feriti, i morti.

Le emergenze degli ospedali sono prese d’assalto. Tra quelli che svengono per la sete, per le ipoglicemie e altre anemie e vertigini varie durante il giorno e quelli che la sera sono colpiti da indigestione, iperglicemia, incidenti cardiovascolari a causa del troppo cibo, troppo grasso, troppo zucchero.

Poi ci sono gli incidenti stradali, una vera e propria falcidia. Il nervosismo rende ancora più aggressiva la guida “sportiva” degli algeresi. Ma la vera strage si svolge intorno all’ora della rottura del digiuno. Perché la gente va in giro e si inventa mille cose da fare in fine giornata… “bach ngibu lmaghrib”, per portare il maghrib, il tramonto, si dice da noi. Poi quando si rende conto di essersi allontanata troppo, quella stessa gente guida come pazza, per arrivare giusto giusto con l’appello del muezzin. Ed è lì che succede la strage. Qui c’è la strage del sabato sera, lì abbiamo la strage del maghrib.

Ma la cosa che più disturba chi, come me, non è sensibile alla “magia” del ramadan è l’iperconformismo che si instaura nella società intorno a quel periodo. Non so se funziona uguale ovunque, ma in Algeria puoi fare di tutto: rubare, spacciare, sporcare, inquinare, corrompere e essere corrotto… la gente non ti toglie nemmeno il saluto. Ma se “mangi il ramadan” allora Dio smette di essere misericordioso. .

Mi ricordo tanti anni fa, tornavo dalla Tunisia. Nei Freeshop di Tunisi presi qualche bottiglia di buon Whisky irlandese. All’aeroporto di Algeri un doganiere mi fece aprire i bagagli. All’epoca era pratica sistematica. Vedendo le bottiglie allontanò le mani per non toccarle e mi chiese: “Ma sei algerino?”,

“Sì!”, risposi, io.

“Ma come mai che porti Whisky in pieno ramadan?”

“Ma secondo lei, questi giorni si è fermato il sistema della ‘cippa’? (nome popolare che designa le mazzette)- chiesi abbassando la voce per non farmi sentire dai suoi colleghi.

“No no. Continua, continua.” -rispose, anche lui a bassa voce.

“Ma allora perché non dovrei portare Whisky.”

La sua risposta mi lasciò senza voce. – “Ma insomma… perché è ramadan!”

Del resto sullo stesso giornale lessi che qualche giovane è stato pestato da un gruppo di poliziotti per aver fumato in pubblico. Tre anni fa erano stati arrestati alcune persone in Cabilia, ma siccome la mobilitazione dei difensori delle libertà e della laicità dello stato hanno ricordato ai giudici che nessuna legge algerina punisce una persona per non pratica di una religione o di una altra, furono assolti. Allora i poliziotti adesso fanno la giustizia da sé. Perché il problema del paese non è la corruzione dilagante, la violenza e la disonestà ovunque… è il ramadan. Se tutti lo fanno, o per lo meno fanno finta, tutto andrà per il verso giusto.

Addirittura due anni fa, ero in un kebbab di Via Nizza, una signora marocchina visibilmente praticante del più vecchio mestiere del mondo chiede se può sedersi al mio tavolo. Rispondo di sì in arabo e le faccio spazio. Lei tenta subito di attaccare bottone. Parliamo del più e del meno, poi a un certo momento mi dice: “Meno male che ramadan è alle porte.”

“Io di ramadan non me ne frega proprio niente.” dico io, credendo di trovare in lei una potenziale alleata.

“Ma come? Non fai ramadan, tu?” mi chiese lei, con faccia inorridita.

“No”-rispondo- “non starai per farmi la morale, tu? Voglio dire…”

“Cosa io? Io ho avuto problemi nella mia vita è per questo che faccio quello che faccio. Ma sono una musulmana e il ramadan, io, lo faccio come si deve.” Si alzò e cambiò tavolo.

Ecco perché mi sento a disaggio durante il ramadan, perché lo odio. E perché sono contento quando finisce. Perché quando finisce io, e tutte le persone che la pensano come me, smettiamo di essere peggio di una puttana. (salvo il rispetto per le prostitute).

 

Felice Aid ai credenti-praticanti e ai praticanti-noncredenti 

Felice ritorno alla normalità ai non credenti e ai non praticanti