Mese: marzo 2012

Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??

Assediata l’ambasciata italiana a Tunisi, centinaia di famiglie disperate e assettate di verità urlano all’ambasciatore italiano la seguente domanda : Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ??




Giornata di fuoco per l’ambasciatore italiano Pietro Benassi , un centinaio di familiari dei migranti dispersi hanno assediato la sede diplomatica urlando il seguente slogan ” Ambasciatore ! Dove sono i nostri figli ?  Una mattinata all’insegna delle grida e dei pianti delle madri, disperate e desiderose di conoscere la sorte dei loro figli dispersi in seguito al loro arrivo nell’isola di Lampedusa. Dopo solo mezz’ora dall’inizio del sit-in , la polizia e l’esercito si appostano in difesa dell’edificio diplomatico, qualche barbuto salafita cerca di provocare la rissa insultando i giovani scomparsi definendoli dei ”criminali fuggiti alla giustizia”. Un padre, disperato urla insulti e minacce all’Italia e agli italiani e una madre avverte : se da qui a Maggio non riceviamo risposte concrete dal governo italiano circa il riscontro delle impronte digitali , la nostra rabbia si ripercuoterà sui turisti che verranno  in vacanza in Tunisia, ora che ho perso mio figlio non temo la galera. Tra i passanti si avvicina qualche curioso che viene malamente cacciato da un agente di polizia appostato in difesa dell’ambasciata. Le ore passano e dall’ambasciata  ancora nessuna risposta, le famiglie iniziano ad urlare disperate,lanciando insulti contro l’ambasciatore Pietro Benassi, un giovane , fratello maggiore di un disperso urla in un italiano mediocre ” perche un italiano può andare e venire quando vuole in Tunisia in piena sicurezza mentre un tunisino quando cerca di arrivare in Italia viene fatto scomparire ?? La tensione e alle stelle, qualcuno esce dall’ambasciata, sembra un ispettore di polizia in borghese, dice che l’ambasciatore è pronto a ricevere una delegazione delle famiglie per chiarire la situazione. La tensione sale quando l’ispettore  impedisce a Hamadi Zribi, attivista italo-tunisino impegnato nella vicenda, di essere presente con la delegazione durante l’incontro . Nel frattempo alcuni passanti incuriositi osservano irritati , qualcuno si permette di insultare pesantemente le madri che protestano, commentando ad alta voce ” prima danno del denaro ai propri figli per bruciare le frontiere e dopo si lamentano della loro scomparsa ??”. In attesa che la delegazione finisca il loro incontro con l’ambasciatore Benassi, un pugno di agenti spintonano alcune madri per allontanarle dal filo spinato di fronte l’ingresso, provocando la collerica reazione dei mariti e dei figli presenti. Dopo una lunga attesa la delegazione esce, dicono di aver parlato con un funzionario che ha riferito il seguente messaggio a nome dell’ambasciatore.

” Il governo italiano non può risolvere la situazione senza la collaborazione del governo tunisino. La Tunisia non ha inviato le impronte digitali, abbiamo più volte fatto pressione all’ambasciata tunisina a Roma senza ricevere alcuna risposta. Finche il governo tunisino non invierà le impronte digitali l’Italia non potrà dare una risposta definitiva alla vicenda”


Dopo questa dichiarazione le famiglie hanno deciso di organizzare una protesta per Lunedi mattina di fronte la sede dell’assemblea costituente, in attesa di una risposta del governo tunisino….



Seminario: pensiero sunnita radicale, moderato e riformista. Šarī‘a, Stato e maṣlaḥa nel pensiero islamico contemporaneo

DAAM- Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo UNIOR- Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”   Šarī‘a, Stato e maṣlaha nel pensiero islamico contemporaneo   Il seminario avrà una durata complessiva…
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Intervista a un attivista scappato dall’inferno siriano

siriaQualche mese fa, sulla rivista El-Ghibli, scrivevo del mio amico siriano Hamed, di cui non riuscivo ad avere notizie. Ora sulla sua sorte sono più tranquillo. Mi ha contattato lui per dirmi che è fuori pericolo. È riuscito a scappare in un altro paese arabo. Per Hamed sono rassicurato, ma per la Siria sono più preoccupato che mai.

 

Dopo le domande d’uso sulla sua salute e la famiglia. Comincio subito a chiedere notizie di altri amici siriani e palestinesi residenti in Siria. Tutta gente impegnata politicamente e culturalmente. Oppositori da sempre al regime ignorante e violento degli Assad. Le notizie non sono delle più belle. Sia lui, Hamed, che tutti gli altri hanno conosciuto il carcere le torture, le umiliazioni. Poi, mi dice che Muhannad e il suo fratello Salìm sono morti sotto tortura. Gli altri si nascondono o sono anche loro scappati all’estero. Chi in Giordania, chi in Turchia.. ch in qualche altro paese.

Mi tornano in mente le immagini di Muhannad e Salìm. Due ragazzi di Deir ez-Zor. Dolci come il miele. Mi ricordo la loro simpatia, la loro generosa ospitalità. Muhannad faceva il giornalista ed era una persona di grande cultura. Pur leggendo solo l’arabo, citava a memoria autori e filosofi di varie culture. Era sinceramente credente ma la sua profonda fede musulmana non gli impediva di essere un libero pensatore e un amante dichiarato dei piaceri della carne, della coppa e dell’umorismo. Salìm era invece l’artista, attore pieno di talento e cantante emerito, era ateo e non mancava nelle sue operette improvvisate, immancabilmente dopo il 4 o 5° bicchiere di arak, di prendere in giro gli islamisti più rigorosi e la crescente ipocrisia religiosa nelle società musulmane.

Ho conosciuto il gruppo dopo la breve primavera di Damasco del 2005. Si erano buttati in una nuova avventura politica e ne stavano pagando il prezzo con arresti, licenziamenti, pressioni di ogni genere. Ma non avevano mai perso il gusto di vivere e di divertirsi.

Dopo lo sfogo iniziale faccio a Hamed qualche domanda per capirci un po’ di più sulla situazione.

 

Come sei andato via, Hamed? Sei passato legalmente ala frontiera?

 

Ma che legalmente? Da quando sono uscito di carcere circa sette mesi fa, ho dormito a casa una settimana. Poi mi sono dileguato. Ogni notte dormivo in un luogo diverso. Sono entrato in clandestinità perché sapevo che mi avrebbero ripreso. Quando ho saputo della morte di Mohannad e Salim, mi era chiaro che non potevo più nemmeno andare a prendere la mia roba a casa.

Sono riuscito a passare la frontiera pagando una piccola fortuna. É la prima volta che ero contento che il regime sia così corrotto.

 

Come hai lasciato la situazione nel paese?

 

“khara!”, merda. Non ci capiamo più niente. Era iniziato tutto bene. Come in tutti i paesi della zona. Per strada c’erano studenti, giovani, lavoratori, donne, giovani, adulti, famiglie. Movimenti di sinistra, un po’ di fratelli musulmani, nazionalisti siriani… d’un colpo sono apparsi dal nulla i salafiti pieni di armi e di soldi e la situazione è degenerata. Non si capisce più niente. Si muore come mosche da una parte e dall’altra.

Le altre tendenze si sono ritrovate prese tra due fuochi. Minacciati dallo stato e dai gruppi armati. In molte città si racconta che i gruppi del così detto Esercito Libero si sono comportati peggio del governo con torture, mutilazioni e uccisioni in pubblico di persone presentate come collaborazionisti.

 

Ma secondo te, essendo che l’opposizione armata è a maggioranza espressione della popolazione araba sunnita, c’è un rischio di deriva “etnica”?

 

Ma in fatti. Il fatto che questi siano tutti arabi sunniti e con una forte tendenza islamista radicale, e che a sostenergli sono gli sponsor tradizionali dell’integralismo: i paesi del golfo persico, che stranamente sono anche i tradizionali amici dell’occidente, questo crea uno stato di ansia nella gente laica o appartenente ad altri gruppi culturali o religiosi.

Molti dicono che se questi qua vengono e vogliono imporci le loro leggi, allora anche noi ci armiamo. Qua se cade il governo in questo momento e in queste condizioni, quello che è successo in Iraq sembrerà alla fine una passeggiata rispetto a quello che rischia di succedere da noi.

Cristiani, Alaouiti, ismaeliti, sciiti e Curdi non accetteranno il diktat di una sola componente del mosaico siriano. Anche tra gli amici profughi palestinesi la situazione è tesa. La Siria era l’ultimo rifugio della sinistra palestinese. Una vittoria dei salafiti vorrà dire uno scontro frontale per l’imposizione del controllo dei campi profughi da parte diHamas e il Jihad islamico, il che vorrà dire per il Fronte Democratico Palestinese e il Fronte Popolare Palestinese la ripreesa delle armi per difendere l’ultimo spazio vitale.

Mettici pure la mano di tutti quelli che non vogliono una Siria forte e unita: Arabia Saudita, Turchia, Israele… ti ritrovi con un vero e proprio macello.

Informalmente ci sono contatti tra forze progressiste appartenenti alle diverse parti per cercare di evitare di cadere nella divisione. Ma non si sa quanto un accordo tra opposizioni costrette alla clandestinità possa reggere di fronte invece ad un incendio su cui soffiano in così tanti.

 

Cosa si pensa internamente di quello che è presentato al mondo come la voce dell’opposizione siriana?

 

Ma alle persone politicizzate viene da ridere, di una risata amara, quando si sentono i nomi dei pseudo oppositori del Consiglio Nazionale Siriano. Piccoli affaristi come bassam Jaarar, oppure gente che non ha mai fatto politica e che oggi si scopre opposizione accanita. Si sta ricalcando esattamente lo scenario iracheno in cui si racimola un pugno di opportunisti e di spie, e le si dichiara opposizione e si riporta al paese come nuova élite dirigenziale.

Il Comitato di Coordinamento Nazionale è già più serio. Ci sono persone che hanno sempre detto di no. Pur sempre con le loro contraddizioni interne, che sono poi quelle della società siriana. Ma almeno parliamo per lo più di gente non compromessa e pulita. Non è un caso che i media occidentali hanno adottato quasi esclusivamente il Consiglio Nazionale come fonte.

Poi all’interno, queste due realtà rappresentano ben poco. Non gli riconosce quasi nessuno, nemmeno questo Esercito Libero che loro festeggiano come eroico.

 

Quali sono le prospettive secondo te?

 

“Senariuhat el mostaqbal akhra min halla” . Gli scenari possibili per il futuro sono ancora più “merdosi” di adesso. O vince il governo e siamo partiti per altri 20 anni di leggi di emergenza. O si impone una soluzione negoziata e nello stato attuale delle cose vorrà dire che il regime sarà obbligato a spartire il potere con i gruppi armati e con i salafiti. Oppure la cosa peggiore è che cade il regime e lascia un paese in preda ad una violenza incontrollabile. E lì sinceramente non so quanto può durare una guerra civile in Siria e quali ripercussioni può avere sui paesi vicini: Libano e Iraq in modo particolare.

 

Hamed mi chiede scusa perché deve riattaccare. Il Cyber-café da dove parlava sta per chiudere. Ci salutiamo in fretta. Pur essendo sempre immerso mentalmente nelle sue sofferenze e nelle sofferenze del suo popolo, il mio amico comincia già ad affrontare un nuovo problema nella su vita, quello della sopravvivenza da clandestino in un paese straniero.

 

INTERVALLO 9 con dedica

Nel suo trattato “La perla preziosa. La vita dopo la morte”, Abū Ḥāmid al-Ġazālī (m. 1111) si sofferma con dovizia di particolari su ciò che attende l’uomo nel momento solenne…
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Ali Seriati, da traditore a salvatore della nazione?


Ali Seriati, ex capo della guardia presidenziale, accusato di essere stato il consigliere di Ben Ali nella repressione della rivolta , ha rivelato durante il processo di mercoledi 21 marzo 2012 tenutosi a Tunisi,  dei retroscena al quanto interessanti circa la fuga di Ben Ali, avvenuta il 14 Gennaio 2011,  affermando di aver costretto il dittatore a lasciare il paese per evitare il bagno di sangue.

Ali Seriati durante il processo del 21 Marzo 2012
 ” Ho impedito che il paese si trasformasse in un bagno di sangue, ero terrorizzato dall’idea che Ben Ali venisse arrestato, ero sopratutto terrorizzato da un eventuale e violenta reazione della Libia di Gheddafi di fronte  ad un possibile colpo di stato militare contro il regime di Ben Ali, allora organizzai la sua fuga facendolo scortare sino all’aeroporto dell’Aouina. L’ex presidente sembrava completamente scollegato dalla realtà, ad un certo punto , dopo l’ennesima telefonata che lo aggiornava circa la pesante situazione creatasi di fronte il ministero dell’interno, si rivolse a me dicendomi ”Ali, devo provvedere a come mettere al sicuro 
i miei figli, i miei figli sono più importanti della Tunisia” . E fu li che ho capito tutto, feci di tutto per convincerlo a partire,gli proposi di allontanarsi dal paese per un paio di giorni e applicare l’articolo 56 della costituzione tunisina, aggiornandolo sulla situazione telefonicamente. Quando l’aereo presidenziale decollò contattai Mohamed Ghannouci, primo ministro tunisino e gli spiegai tutta la faccenda, chiedendogli di organizzare un discorso alla nazione . Con questo piano pensai di aiutare Ben Ali a mantenere il potere e fare arrestare la famiglia Trabelsi che nel frattempo tentò di fuggire dall’aeroporto internazionale Tunisi -Cartagine, credetti di aver salvato la mia patria, invece qualcosa andò storto, l’esercito sotto il controllo di Rachid Ammar assaltò il palazzo presidenziale e dopo averci costretto ad un intensa sparatoria, ci mise agli arresti”

L’articolo 56 della costituzione tunisina prevede il passaggio temporaneo dei poteri presidenziali al primo ministro. Questo in caso di temporanea incapacità al governo del presidente in carica.


Ali Seriati, da traditore a salvatore della nazione?


Ali Seriati, ex capo della guardia presidenziale, accusato di essere stato il consigliere di Ben Ali nella repressione della rivolta , ha rivelato durante il processo di mercoledi 21 marzo 2012 tenutosi a Tunisi,  dei retroscena al quanto interessanti circa la fuga di Ben Ali, avvenuta il 14 Gennaio 2011,  affermando di aver costretto il dittatore a lasciare il paese per evitare il bagno di sangue.

Ali Seriati durante il processo del 21 Marzo 2012
 ” Ho impedito che il paese si trasformasse in un bagno di sangue, ero terrorizzato dall’idea che Ben Ali venisse arrestato, ero sopratutto terrorizzato da un eventuale e violenta reazione della Libia di Gheddafi di fronte  ad un possibile colpo di stato militare contro il regime di Ben Ali, allora organizzai la sua fuga facendolo scortare sino all’aeroporto dell’Aouina. L’ex presidente sembrava completamente scollegato dalla realtà, ad un certo punto , dopo l’ennesima telefonata che lo aggiornava circa la pesante situazione creatasi di fronte il ministero dell’interno, si rivolse a me dicendomi ”Ali, devo provvedere a come mettere al sicuro 
i miei figli, i miei figli sono più importanti della Tunisia” . E fu li che ho capito tutto, feci di tutto per convincerlo a partire,gli proposi di allontanarsi dal paese per un paio di giorni e applicare l’articolo 56 della costituzione tunisina, aggiornandolo sulla situazione telefonicamente. Quando l’aereo presidenziale decollò contattai Mohamed Ghannouci, primo ministro tunisino e gli spiegai tutta la faccenda, chiedendogli di organizzare un discorso alla nazione . Con questo piano pensai di aiutare Ben Ali a mantenere il potere e fare arrestare la famiglia Trabelsi che nel frattempo tentò di fuggire dall’aeroporto internazionale Tunisi -Cartagine, credetti di aver salvato la mia patria, invece qualcosa andò storto, l’esercito sotto il controllo di Rachid Ammar assaltò il palazzo presidenziale e dopo averci costretto ad un intensa sparatoria, ci mise agli arresti”

L’articolo 56 della costituzione tunisina prevede il passaggio temporaneo dei poteri presidenziali al primo ministro. Questo in caso di temporanea incapacità al governo del presidente in carica.


Ali Seriati, da traditore a salvatore della nazione?


Ali Seriati, ex capo della guardia presidenziale, accusato di essere stato il consigliere di Ben Ali nella repressione della rivolta , ha rivelato durante il processo di mercoledi 21 marzo 2012 tenutosi a Tunisi,  dei retroscena al quanto interessanti circa la fuga di Ben Ali, avvenuta il 14 Gennaio 2011,  affermando di aver costretto il dittatore a lasciare il paese per evitare il bagno di sangue.

Ali Seriati durante il processo del 21 Marzo 2012
 ” Ho impedito che il paese si trasformasse in un bagno di sangue, ero terrorizzato dall’idea che Ben Ali venisse arrestato, ero sopratutto terrorizzato da un eventuale e violenta reazione della Libia di Gheddafi di fronte  ad un possibile colpo di stato militare contro il regime di Ben Ali, allora organizzai la sua fuga facendolo scortare sino all’aeroporto dell’Aouina. L’ex presidente sembrava completamente scollegato dalla realtà, ad un certo punto , dopo l’ennesima telefonata che lo aggiornava circa la pesante situazione creatasi di fronte il ministero dell’interno, si rivolse a me dicendomi ”Ali, devo provvedere a come mettere al sicuro 
i miei figli, i miei figli sono più importanti della Tunisia” . E fu li che ho capito tutto, feci di tutto per convincerlo a partire,gli proposi di allontanarsi dal paese per un paio di giorni e applicare l’articolo 56 della costituzione tunisina, aggiornandolo sulla situazione telefonicamente. Quando l’aereo presidenziale decollò contattai Mohamed Ghannouci, primo ministro tunisino e gli spiegai tutta la faccenda, chiedendogli di organizzare un discorso alla nazione . Con questo piano pensai di aiutare Ben Ali a mantenere il potere e fare arrestare la famiglia Trabelsi che nel frattempo tentò di fuggire dall’aeroporto internazionale Tunisi -Cartagine, credetti di aver salvato la mia patria, invece qualcosa andò storto, l’esercito sotto il controllo di Rachid Ammar assaltò il palazzo presidenziale e dopo averci costretto ad un intensa sparatoria, ci mise agli arresti”

L’articolo 56 della costituzione tunisina prevede il passaggio temporaneo dei poteri presidenziali al primo ministro. Questo in caso di temporanea incapacità al governo del presidente in carica.


Ali Seriati, da traditore a salvatore della nazione?


Ali Seriati, ex capo della guardia presidenziale, accusato di essere stato il consigliere di Ben Ali nella repressione della rivolta , ha rivelato durante il processo di mercoledi 21 marzo 2012 tenutosi a Tunisi,  dei retroscena al quanto interessanti circa la fuga di Ben Ali, avvenuta il 14 Gennaio 2011,  affermando di aver costretto il dittatore a lasciare il paese per evitare il bagno di sangue.

Ali Seriati durante il processo del 21 Marzo 2012
 ” Ho impedito che il paese si trasformasse in un bagno di sangue, ero terrorizzato dall’idea che Ben Ali venisse arrestato, ero sopratutto terrorizzato da un eventuale e violenta reazione della Libia di Gheddafi di fronte  ad un possibile colpo di stato militare contro il regime di Ben Ali, allora organizzai la sua fuga facendolo scortare sino all’aeroporto dell’Aouina. L’ex presidente sembrava completamente scollegato dalla realtà, ad un certo punto , dopo l’ennesima telefonata che lo aggiornava circa la pesante situazione creatasi di fronte il ministero dell’interno, si rivolse a me dicendomi ”Ali, devo provvedere a come mettere al sicuro 
i miei figli, i miei figli sono più importanti della Tunisia” . E fu li che ho capito tutto, feci di tutto per convincerlo a partire,gli proposi di allontanarsi dal paese per un paio di giorni e applicare l’articolo 56 della costituzione tunisina, aggiornandolo sulla situazione telefonicamente. Quando l’aereo presidenziale decollò contattai Mohamed Ghannouci, primo ministro tunisino e gli spiegai tutta la faccenda, chiedendogli di organizzare un discorso alla nazione . Con questo piano pensai di aiutare Ben Ali a mantenere il potere e fare arrestare la famiglia Trabelsi che nel frattempo tentò di fuggire dall’aeroporto internazionale Tunisi -Cartagine, credetti di aver salvato la mia patria, invece qualcosa andò storto, l’esercito sotto il controllo di Rachid Ammar assaltò il palazzo presidenziale e dopo averci costretto ad un intensa sparatoria, ci mise agli arresti”

L’articolo 56 della costituzione tunisina prevede il passaggio temporaneo dei poteri presidenziali al primo ministro. Questo in caso di temporanea incapacità al governo del presidente in carica.


Ali Seriati, da traditore a salvatore della nazione?


Ali Seriati, ex capo della guardia presidenziale, accusato di essere stato il consigliere di Ben Ali nella repressione della rivolta , ha rivelato durante il processo di mercoledi 21 marzo 2012 tenutosi a Tunisi,  dei retroscena al quanto interessanti circa la fuga di Ben Ali, avvenuta il 14 Gennaio 2011,  affermando di aver costretto il dittatore a lasciare il paese per evitare il bagno di sangue.

Ali Seriati durante il processo del 21 Marzo 2012
 ” Ho impedito che il paese si trasformasse in un bagno di sangue, ero terrorizzato dall’idea che Ben Ali venisse arrestato, ero sopratutto terrorizzato da un eventuale e violenta reazione della Libia di Gheddafi di fronte  ad un possibile colpo di stato militare contro il regime di Ben Ali, allora organizzai la sua fuga facendolo scortare sino all’aeroporto dell’Aouina. L’ex presidente sembrava completamente scollegato dalla realtà, ad un certo punto , dopo l’ennesima telefonata che lo aggiornava circa la pesante situazione creatasi di fronte il ministero dell’interno, si rivolse a me dicendomi ”Ali, devo provvedere a come mettere al sicuro 
i miei figli, i miei figli sono più importanti della Tunisia” . E fu li che ho capito tutto, feci di tutto per convincerlo a partire,gli proposi di allontanarsi dal paese per un paio di giorni e applicare l’articolo 56 della costituzione tunisina, aggiornandolo sulla situazione telefonicamente. Quando l’aereo presidenziale decollò contattai Mohamed Ghannouci, primo ministro tunisino e gli spiegai tutta la faccenda, chiedendogli di organizzare un discorso alla nazione . Con questo piano pensai di aiutare Ben Ali a mantenere il potere e fare arrestare la famiglia Trabelsi che nel frattempo tentò di fuggire dall’aeroporto internazionale Tunisi -Cartagine, credetti di aver salvato la mia patria, invece qualcosa andò storto, l’esercito sotto il controllo di Rachid Ammar assaltò il palazzo presidenziale e dopo averci costretto ad un intensa sparatoria, ci mise agli arresti”

L’articolo 56 della costituzione tunisina prevede il passaggio temporaneo dei poteri presidenziali al primo ministro. Questo in caso di temporanea incapacità al governo del presidente in carica.


La storia del Newroz

E’ ufficiale, è primavera. Ieri era la data ufficiale del passaggio dalla stagione freda alla stagione della fioritura, In asia minore nei vasti territori che furono una volta sotto l’impero persiano, dove sono rimaste forti radici zoroastriane. Il primo…

Appello alle coscienze


Traduzione dell’ Appello di Imed Soltani , portavoce della delegazione delle famiglie dei scomparsi arrivata in Italia lo scorso 28 Gennaio 2012.

Incontro della delegazione con Rashed Ghannouci , leader del partito ” Nahda”

”Voglio fare un appello al governo tunisino, votato dal popolo e che continua ad affermare di voler risolvere tutti i problemi del popolo tunisino. Io gli dico no, voi ( il governo) non siete riusciti a risolvere i problemi di tre persone e pretendete di risolvere quelle di un popolo? Non va bene. Noi siamo quelle tre persone. Io sono Imed Soltani, rappresentante delle famiglie dei dispersi, assieme a Mahrezia e Nourredine sono 20 giorni che siamo in mezzo alla strada senza che nessuno ci abbia ascoltati, se dite di non sapere nulla di noi io vi dico  non è vero. Cominciamo dal sig Rafik Abdslem ( ministro degli esteri tunisino) che a dichiarato al popolo tunisino che la delegazione e tutti questi giovani stanno bene, io gli dico che ciò che ha dichiarato non è vero, noi siamo in mezzo alla strada, se non era per le varie associazioni italiane che ci stanno aiutando e che chi hanno fornito gli avvocati, a quest’ora saremmo in mezzo alla strada. Noi siamo qui , vieni a vederci , vieni a vederci e piangerai. Abitiamo in una stanza per i senza tetto, mentre per il cibo mangiamo solo una volta al giorno, e tutto questo in nome dei nostri ragazzi, e ci rattrista vedere  il nostro stato non aiutarci mentre continua ad affermare di voler risolvere i problemi del popolo tunisino.  Potete chiederci chi siamo? Noi siamo i parenti di coloro che vi hanno riportato la libertà , mettendovi nelle ”sedie” in cui adesso vi trovate, i parenti di coloro che hanno permesso agli esiliati di ritornare in Tunisia , lasciandoli prendere le ”sedie”, sono queste le persone che stiamo cercando, la gioventù che ha mostrato il  proprio petto ai proiettili  in nome della vostra libertà e di quelle ”sedie”, di certo non sono stati coloro che adesso richiedono a viva voce l’estradizione del ” deposto” ( Ben Ali) , ma sono loro ( i dispersi) che voi chiamate ” criminali”, sono loro che hanno combattuto con le pietre, sono loro che hanno attraversato il mare , sono loro che sono annegati e sono loro che stiamo cercando,normalmente dovreste onorarli, e non ignorarli dimenticandoli , facendo di conseguenza impazzire i loro cari. Mi rivolgo anche al segretario di stato Houcine Al jaziri , l’incaricato per gli affari sociali all’estero, noi siamo qui e conosce bene il nostro problema e lo abbiamo contattato telefonicamente facendoglielo presente, ma non ci ha mai ascoltati e non ci ha mai trovato una soluzione per continuare la ricerca dei nostri figli, e nonostante tutte queste intemperie noi non faremo ritorno in Tunisia finche non troveremo i nostri figli. E quando il sig Rashed Ghannouci  leader del partito votato da tutto il popolo tunisino, venne ( a Roma), provammo ad’incontrarlo ma ci disse di non avere tempo. E’ vero ci sono le immagini di un nostro incontro, immagini scattate il giorno dopo un suo congresso,ma lui per paura di una nostro attacco in pubblico ci accolse per non farci ”parlare”, ma quando ci ricevette vide che siamo gente educata e gli avevamo detto che non volevamo fare quello che lui aveva pensato,gli dicemmo vai e mettici la tua parola e discutiamo sulla sorte dei nostri giovani e cerca di portare la nostra parola , racconta cosa stiamo passando qui ( in Italia). Sig Rashed noi non siamo venuti fin qui per passeggiare, il compito che spetta allo stato ( tunisino) lo stiamo facendo noi, senza ricevere nulla, noi vogliamo solamente cercare i nostri figli , vittime del governo precedente ( di El Beji Caid Sebsi) che gli ha aperto le frontiere marittime spingendoli a prendere il largo per avere campo libero E fare quello che vogliono, digli che è un ingiustizia, è un ingiustizia accorgetevi di noi e ascoltateci, stiamo soffrendo qui ed è impensabile che una madre o un padre ritorni ( in Tunisia) quando il sig Abd Rahman Ben Mansour, console di Palermo, gli dice che i suoi figli sono vivi e si trovano nel nord Italia. Come volete che una madre ritorni? Digli di svegliarsi , se non siete riusciti ad aiutare tre persone non immagino che possiate occuparvi della Tunisia. Sveglia sig Al Jaziri, non puoi usarci per attaccare policamente  il Sig Abdouli del partito ”  El Teketol”, questo non è il momento per fare politica , se lui inviandoci  in Italia ha sbagliato, non puoi farci dimenticare e costringerci a dormire per strada solo per dimostrare a tutti che Abdouli ha sbagliato  o come lo stesso Abdouli  che pur di fare uno ” sgarro politico” a Al Jaziri, fa di tutto per rinviare la cacciata di Abd Rahman Ben Mansour console di Palermo, facendo cosi pagare a noi il conto. Digli che non è giusto , voi due ( Abdouli e Al Jaziri) ci state usando per fare politica, non è giusto, dovete lottare per il popolo che vi ha votato e non giocarci come un pallone, non voglio ripetervi di nuovo queste parole, siamo sfiniti non c’e la facciamo più, lasciateci finire abbiamo fatto avviare un indagine, abbiamo fatto arrivare le nostre parole. da quando siamo arrivati ci siamo fatti sentire dagli italiani che ci hanno aiutato, lasciateci continuare in modo che potremmo finalmente trovare i nostri figli. Se voi potete trovare i nostri figli senza di noi, trovateli e fateci ritornare in Tunisia, io ho lasciato casa mia come anche  Mahrezia e  Nourredine, questa responsabilità l’abbiamo presa a nome di tutte le famiglie in Tunisia e dobbiamo lottare per essa, quindi faccio un appello al popolo tunisino in modo che possa parlare con questo governo visto che non abbiamo nessuno che ci ascolti . Infine vogliamo  ringraziare il Sig Rashed Ghannoucci per averci ignorati concedendosi a noi solo per non farci alzare la voce durante il congresso. Non è questo il personaggio che ci aspettavamo , ci aspettavamo qualcuno che difendi i diritti dei musulmani…….”

Touhami Abdouli, segretario di stato presso il ministero degli esteri
( Partito Tekettol) 

Le accuse di Imed non hanno risparmiato neppure il ” cordiale” segretario di stato presso il ministero degli esteri Touhami Abdouli , che Domenica scorsa durante un incontro con le comunità tunisine a Mazara del vallo ha più volte rassicurato tutti circa l’imminente cacciata del console di Palermo ( Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo). Dichiarazione contraddittoria secondo Imed, in quanto lo stesso Abdouli ha più volte ritardato la decisione di cacciare il console, decisione fortemente voluta dal segretario di stato all’emigrazione e i tunisini all’estero , Houcine Al Jaziri, dopo che quest’ultimo è venuto a sapere,in un incontro a Palermo con le comunità tunisine della Sicilia, delle malefatte passate del console Abd Rahman Ben Mansour ( La resa dei conti)  . Sempre secondo Imed, le ragioni che hanno spinto Abdouli a ritardare la cacciata dell’odiato diplomatico, siano state di natura prettamente politica, una sorta di provocazione lanciata da Abdouli ( Partito Teketol) nei confronti del collega Al Jaziri ( Partito Nahda). Di conseguenza Al Jaziri per ”vendicarsi” politicamente ha cercato di dimostrare a tutti le conseguenze dell’errata decisione di Abdouli nell’inviare alcuni familiari dei dispersi in Italia, per dimostrare ciò, ostacolò in tutti i modi possibili la missione della delegazione, spingendo cosi le famiglie a provocare un terremoto mediatico atto a ledere l’immagine di Touhami Abdouli e del ministero degli esteri tunisino fuori e dentro la Tunisia.


Abd Rahman Ben Mansour , Console di Palermo
 
Houcine El Jaziri, segretario di stato all’emigrazione  e i tunisini  all’estero ( Partito Nahda)

Appello alle coscienze


Traduzione dell’ Appello di Imed Soltani , portavoce della delegazione delle famiglie dei scomparsi arrivata in Italia lo scorso 28 Gennaio 2012.

Incontro della delegazione con Rashed Ghannouci , leader del partito ” Nahda”

”Voglio fare un appello al governo tunisino, votato dal popolo e che continua ad affermare di voler risolvere tutti i problemi del popolo tunisino. Io gli dico no, voi ( il governo) non siete riusciti a risolvere i problemi di tre persone e pretendete di risolvere quelle di un popolo? Non va bene. Noi siamo quelle tre persone. Io sono Imed Soltani, rappresentante delle famiglie dei dispersi, assieme a Mahrezia e Nourredine sono 20 giorni che siamo in mezzo alla strada senza che nessuno ci abbia ascoltati, se dite di non sapere nulla di noi io vi dico  non è vero. Cominciamo dal sig Rafik Abdslem ( ministro degli esteri tunisino) che a dichiarato al popolo tunisino che la delegazione e tutti questi giovani stanno bene, io gli dico che ciò che ha dichiarato non è vero, noi siamo in mezzo alla strada, se non era per le varie associazioni italiane che ci stanno aiutando e che chi hanno fornito gli avvocati, a quest’ora saremmo in mezzo alla strada. Noi siamo qui , vieni a vederci , vieni a vederci e piangerai. Abitiamo in una stanza per i senza tetto, mentre per il cibo mangiamo solo una volta al giorno, e tutto questo in nome dei nostri ragazzi, e ci rattrista vedere  il nostro stato non aiutarci mentre continua ad affermare di voler risolvere i problemi del popolo tunisino.  Potete chiederci chi siamo? Noi siamo i parenti di coloro che vi hanno riportato la libertà , mettendovi nelle ”sedie” in cui adesso vi trovate, i parenti di coloro che hanno permesso agli esiliati di ritornare in Tunisia , lasciandoli prendere le ”sedie”, sono queste le persone che stiamo cercando, la gioventù che ha mostrato il  proprio petto ai proiettili  in nome della vostra libertà e di quelle ”sedie”, di certo non sono stati coloro che adesso richiedono a viva voce l’estradizione del ” deposto” ( Ben Ali) , ma sono loro ( i dispersi) che voi chiamate ” criminali”, sono loro che hanno combattuto con le pietre, sono loro che hanno attraversato il mare , sono loro che sono annegati e sono loro che stiamo cercando,normalmente dovreste onorarli, e non ignorarli dimenticandoli , facendo di conseguenza impazzire i loro cari. Mi rivolgo anche al segretario di stato Houcine Al jaziri , l’incaricato per gli affari sociali all’estero, noi siamo qui e conosce bene il nostro problema e lo abbiamo contattato telefonicamente facendoglielo presente, ma non ci ha mai ascoltati e non ci ha mai trovato una soluzione per continuare la ricerca dei nostri figli, e nonostante tutte queste intemperie noi non faremo ritorno in Tunisia finche non troveremo i nostri figli. E quando il sig Rashed Ghannouci  leader del partito votato da tutto il popolo tunisino, venne ( a Roma), provammo ad’incontrarlo ma ci disse di non avere tempo. E’ vero ci sono le immagini di un nostro incontro, immagini scattate il giorno dopo un suo congresso,ma lui per paura di una nostro attacco in pubblico ci accolse per non farci ”parlare”, ma quando ci ricevette vide che siamo gente educata e gli avevamo detto che non volevamo fare quello che lui aveva pensato,gli dicemmo vai e mettici la tua parola e discutiamo sulla sorte dei nostri giovani e cerca di portare la nostra parola , racconta cosa stiamo passando qui ( in Italia). Sig Rashed noi non siamo venuti fin qui per passeggiare, il compito che spetta allo stato ( tunisino) lo stiamo facendo noi, senza ricevere nulla, noi vogliamo solamente cercare i nostri figli , vittime del governo precedente ( di El Beji Caid Sebsi) che gli ha aperto le frontiere marittime spingendoli a prendere il largo per avere campo libero E fare quello che vogliono, digli che è un ingiustizia, è un ingiustizia accorgetevi di noi e ascoltateci, stiamo soffrendo qui ed è impensabile che una madre o un padre ritorni ( in Tunisia) quando il sig Abd Rahman Ben Mansour, console di Palermo, gli dice che i suoi figli sono vivi e si trovano nel nord Italia. Come volete che una madre ritorni? Digli di svegliarsi , se non siete riusciti ad aiutare tre persone non immagino che possiate occuparvi della Tunisia. Sveglia sig Al Jaziri, non puoi usarci per attaccare policamente  il Sig Abdouli del partito ”  El Teketol”, questo non è il momento per fare politica , se lui inviandoci  in Italia ha sbagliato, non puoi farci dimenticare e costringerci a dormire per strada solo per dimostrare a tutti che Abdouli ha sbagliato  o come lo stesso Abdouli  che pur di fare uno ” sgarro politico” a Al Jaziri, fa di tutto per rinviare la cacciata di Abd Rahman Ben Mansour console di Palermo, facendo cosi pagare a noi il conto. Digli che non è giusto , voi due ( Abdouli e Al Jaziri) ci state usando per fare politica, non è giusto, dovete lottare per il popolo che vi ha votato e non giocarci come un pallone, non voglio ripetervi di nuovo queste parole, siamo sfiniti non c’e la facciamo più, lasciateci finire abbiamo fatto avviare un indagine, abbiamo fatto arrivare le nostre parole. da quando siamo arrivati ci siamo fatti sentire dagli italiani che ci hanno aiutato, lasciateci continuare in modo che potremmo finalmente trovare i nostri figli. Se voi potete trovare i nostri figli senza di noi, trovateli e fateci ritornare in Tunisia, io ho lasciato casa mia come anche  Mahrezia e  Nourredine, questa responsabilità l’abbiamo presa a nome di tutte le famiglie in Tunisia e dobbiamo lottare per essa, quindi faccio un appello al popolo tunisino in modo che possa parlare con questo governo visto che non abbiamo nessuno che ci ascolti . Infine vogliamo  ringraziare il Sig Rashed Ghannoucci per averci ignorati concedendosi a noi solo per non farci alzare la voce durante il congresso. Non è questo il personaggio che ci aspettavamo , ci aspettavamo qualcuno che difendi i diritti dei musulmani…….”

Touhami Abdouli, segretario di stato presso il ministero degli esteri
( Partito Tekettol) 

Le accuse di Imed non hanno risparmiato neppure il ” cordiale” segretario di stato presso il ministero degli esteri Touhami Abdouli , che Domenica scorsa durante un incontro con le comunità tunisine a Mazara del vallo ha più volte rassicurato tutti circa l’imminente cacciata del console di Palermo ( Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo). Dichiarazione contraddittoria secondo Imed, in quanto lo stesso Abdouli ha più volte ritardato la decisione di cacciare il console, decisione fortemente voluta dal segretario di stato all’emigrazione e i tunisini all’estero , Houcine Al Jaziri, dopo che quest’ultimo è venuto a sapere,in un incontro a Palermo con le comunità tunisine della Sicilia, delle malefatte passate del console Abd Rahman Ben Mansour ( La resa dei conti)  . Sempre secondo Imed, le ragioni che hanno spinto Abdouli a ritardare la cacciata dell’odiato diplomatico, siano state di natura prettamente politica, una sorta di provocazione lanciata da Abdouli ( Partito Teketol) nei confronti del collega Al Jaziri ( Partito Nahda). Di conseguenza Al Jaziri per ”vendicarsi” politicamente ha cercato di dimostrare a tutti le conseguenze dell’errata decisione di Abdouli nell’inviare alcuni familiari dei dispersi in Italia, per dimostrare ciò, ostacolò in tutti i modi possibili la missione della delegazione, spingendo cosi le famiglie a provocare un terremoto mediatico atto a ledere l’immagine di Touhami Abdouli e del ministero degli esteri tunisino fuori e dentro la Tunisia.


Abd Rahman Ben Mansour , Console di Palermo
 
Houcine El Jaziri, segretario di stato all’emigrazione  e i tunisini  all’estero ( Partito Nahda)

Appello alle coscienze


Traduzione dell’ Appello di Imed Soltani , portavoce della delegazione delle famiglie dei scomparsi arrivata in Italia lo scorso 28 Gennaio 2012.

Incontro della delegazione con Rashed Ghannouci , leader del partito ” Nahda”

”Voglio fare un appello al governo tunisino, votato dal popolo e che continua ad affermare di voler risolvere tutti i problemi del popolo tunisino. Io gli dico no, voi ( il governo) non siete riusciti a risolvere i problemi di tre persone e pretendete di risolvere quelle di un popolo? Non va bene. Noi siamo quelle tre persone. Io sono Imed Soltani, rappresentante delle famiglie dei dispersi, assieme a Mahrezia e Nourredine sono 20 giorni che siamo in mezzo alla strada senza che nessuno ci abbia ascoltati, se dite di non sapere nulla di noi io vi dico  non è vero. Cominciamo dal sig Rafik Abdslem ( ministro degli esteri tunisino) che a dichiarato al popolo tunisino che la delegazione e tutti questi giovani stanno bene, io gli dico che ciò che ha dichiarato non è vero, noi siamo in mezzo alla strada, se non era per le varie associazioni italiane che ci stanno aiutando e che chi hanno fornito gli avvocati, a quest’ora saremmo in mezzo alla strada. Noi siamo qui , vieni a vederci , vieni a vederci e piangerai. Abitiamo in una stanza per i senza tetto, mentre per il cibo mangiamo solo una volta al giorno, e tutto questo in nome dei nostri ragazzi, e ci rattrista vedere  il nostro stato non aiutarci mentre continua ad affermare di voler risolvere i problemi del popolo tunisino.  Potete chiederci chi siamo? Noi siamo i parenti di coloro che vi hanno riportato la libertà , mettendovi nelle ”sedie” in cui adesso vi trovate, i parenti di coloro che hanno permesso agli esiliati di ritornare in Tunisia , lasciandoli prendere le ”sedie”, sono queste le persone che stiamo cercando, la gioventù che ha mostrato il  proprio petto ai proiettili  in nome della vostra libertà e di quelle ”sedie”, di certo non sono stati coloro che adesso richiedono a viva voce l’estradizione del ” deposto” ( Ben Ali) , ma sono loro ( i dispersi) che voi chiamate ” criminali”, sono loro che hanno combattuto con le pietre, sono loro che hanno attraversato il mare , sono loro che sono annegati e sono loro che stiamo cercando,normalmente dovreste onorarli, e non ignorarli dimenticandoli , facendo di conseguenza impazzire i loro cari. Mi rivolgo anche al segretario di stato Houcine Al jaziri , l’incaricato per gli affari sociali all’estero, noi siamo qui e conosce bene il nostro problema e lo abbiamo contattato telefonicamente facendoglielo presente, ma non ci ha mai ascoltati e non ci ha mai trovato una soluzione per continuare la ricerca dei nostri figli, e nonostante tutte queste intemperie noi non faremo ritorno in Tunisia finche non troveremo i nostri figli. E quando il sig Rashed Ghannouci  leader del partito votato da tutto il popolo tunisino, venne ( a Roma), provammo ad’incontrarlo ma ci disse di non avere tempo. E’ vero ci sono le immagini di un nostro incontro, immagini scattate il giorno dopo un suo congresso,ma lui per paura di una nostro attacco in pubblico ci accolse per non farci ”parlare”, ma quando ci ricevette vide che siamo gente educata e gli avevamo detto che non volevamo fare quello che lui aveva pensato,gli dicemmo vai e mettici la tua parola e discutiamo sulla sorte dei nostri giovani e cerca di portare la nostra parola , racconta cosa stiamo passando qui ( in Italia). Sig Rashed noi non siamo venuti fin qui per passeggiare, il compito che spetta allo stato ( tunisino) lo stiamo facendo noi, senza ricevere nulla, noi vogliamo solamente cercare i nostri figli , vittime del governo precedente ( di El Beji Caid Sebsi) che gli ha aperto le frontiere marittime spingendoli a prendere il largo per avere campo libero E fare quello che vogliono, digli che è un ingiustizia, è un ingiustizia accorgetevi di noi e ascoltateci, stiamo soffrendo qui ed è impensabile che una madre o un padre ritorni ( in Tunisia) quando il sig Abd Rahman Ben Mansour, console di Palermo, gli dice che i suoi figli sono vivi e si trovano nel nord Italia. Come volete che una madre ritorni? Digli di svegliarsi , se non siete riusciti ad aiutare tre persone non immagino che possiate occuparvi della Tunisia. Sveglia sig Al Jaziri, non puoi usarci per attaccare policamente  il Sig Abdouli del partito ”  El Teketol”, questo non è il momento per fare politica , se lui inviandoci  in Italia ha sbagliato, non puoi farci dimenticare e costringerci a dormire per strada solo per dimostrare a tutti che Abdouli ha sbagliato  o come lo stesso Abdouli  che pur di fare uno ” sgarro politico” a Al Jaziri, fa di tutto per rinviare la cacciata di Abd Rahman Ben Mansour console di Palermo, facendo cosi pagare a noi il conto. Digli che non è giusto , voi due ( Abdouli e Al Jaziri) ci state usando per fare politica, non è giusto, dovete lottare per il popolo che vi ha votato e non giocarci come un pallone, non voglio ripetervi di nuovo queste parole, siamo sfiniti non c’e la facciamo più, lasciateci finire abbiamo fatto avviare un indagine, abbiamo fatto arrivare le nostre parole. da quando siamo arrivati ci siamo fatti sentire dagli italiani che ci hanno aiutato, lasciateci continuare in modo che potremmo finalmente trovare i nostri figli. Se voi potete trovare i nostri figli senza di noi, trovateli e fateci ritornare in Tunisia, io ho lasciato casa mia come anche  Mahrezia e  Nourredine, questa responsabilità l’abbiamo presa a nome di tutte le famiglie in Tunisia e dobbiamo lottare per essa, quindi faccio un appello al popolo tunisino in modo che possa parlare con questo governo visto che non abbiamo nessuno che ci ascolti . Infine vogliamo  ringraziare il Sig Rashed Ghannoucci per averci ignorati concedendosi a noi solo per non farci alzare la voce durante il congresso. Non è questo il personaggio che ci aspettavamo , ci aspettavamo qualcuno che difendi i diritti dei musulmani…….”

Touhami Abdouli, segretario di stato presso il ministero degli esteri
( Partito Tekettol) 

Le accuse di Imed non hanno risparmiato neppure il ” cordiale” segretario di stato presso il ministero degli esteri Touhami Abdouli , che Domenica scorsa durante un incontro con le comunità tunisine a Mazara del vallo ha più volte rassicurato tutti circa l’imminente cacciata del console di Palermo ( Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo). Dichiarazione contraddittoria secondo Imed, in quanto lo stesso Abdouli ha più volte ritardato la decisione di cacciare il console, decisione fortemente voluta dal segretario di stato all’emigrazione e i tunisini all’estero , Houcine Al Jaziri, dopo che quest’ultimo è venuto a sapere,in un incontro a Palermo con le comunità tunisine della Sicilia, delle malefatte passate del console Abd Rahman Ben Mansour ( La resa dei conti)  . Sempre secondo Imed, le ragioni che hanno spinto Abdouli a ritardare la cacciata dell’odiato diplomatico, siano state di natura prettamente politica, una sorta di provocazione lanciata da Abdouli ( Partito Teketol) nei confronti del collega Al Jaziri ( Partito Nahda). Di conseguenza Al Jaziri per ”vendicarsi” politicamente ha cercato di dimostrare a tutti le conseguenze dell’errata decisione di Abdouli nell’inviare alcuni familiari dei dispersi in Italia, per dimostrare ciò, ostacolò in tutti i modi possibili la missione della delegazione, spingendo cosi le famiglie a provocare un terremoto mediatico atto a ledere l’immagine di Touhami Abdouli e del ministero degli esteri tunisino fuori e dentro la Tunisia.


Abd Rahman Ben Mansour , Console di Palermo
 
Houcine El Jaziri, segretario di stato all’emigrazione  e i tunisini  all’estero ( Partito Nahda)

Appello alle coscienze


Traduzione dell’ Appello di Imed Soltani , portavoce della delegazione delle famiglie dei scomparsi arrivata in Italia lo scorso 28 Gennaio 2012.

Incontro della delegazione con Rashed Ghannouci , leader del partito ” Nahda”

”Voglio fare un appello al governo tunisino, votato dal popolo e che continua ad affermare di voler risolvere tutti i problemi del popolo tunisino. Io gli dico no, voi ( il governo) non siete riusciti a risolvere i problemi di tre persone e pretendete di risolvere quelle di un popolo? Non va bene. Noi siamo quelle tre persone. Io sono Imed Soltani, rappresentante delle famiglie dei dispersi, assieme a Mahrezia e Nourredine sono 20 giorni che siamo in mezzo alla strada senza che nessuno ci abbia ascoltati, se dite di non sapere nulla di noi io vi dico  non è vero. Cominciamo dal sig Rafik Abdslem ( ministro degli esteri tunisino) che a dichiarato al popolo tunisino che la delegazione e tutti questi giovani stanno bene, io gli dico che ciò che ha dichiarato non è vero, noi siamo in mezzo alla strada, se non era per le varie associazioni italiane che ci stanno aiutando e che chi hanno fornito gli avvocati, a quest’ora saremmo in mezzo alla strada. Noi siamo qui , vieni a vederci , vieni a vederci e piangerai. Abitiamo in una stanza per i senza tetto, mentre per il cibo mangiamo solo una volta al giorno, e tutto questo in nome dei nostri ragazzi, e ci rattrista vedere  il nostro stato non aiutarci mentre continua ad affermare di voler risolvere i problemi del popolo tunisino.  Potete chiederci chi siamo? Noi siamo i parenti di coloro che vi hanno riportato la libertà , mettendovi nelle ”sedie” in cui adesso vi trovate, i parenti di coloro che hanno permesso agli esiliati di ritornare in Tunisia , lasciandoli prendere le ”sedie”, sono queste le persone che stiamo cercando, la gioventù che ha mostrato il  proprio petto ai proiettili  in nome della vostra libertà e di quelle ”sedie”, di certo non sono stati coloro che adesso richiedono a viva voce l’estradizione del ” deposto” ( Ben Ali) , ma sono loro ( i dispersi) che voi chiamate ” criminali”, sono loro che hanno combattuto con le pietre, sono loro che hanno attraversato il mare , sono loro che sono annegati e sono loro che stiamo cercando,normalmente dovreste onorarli, e non ignorarli dimenticandoli , facendo di conseguenza impazzire i loro cari. Mi rivolgo anche al segretario di stato Houcine Al jaziri , l’incaricato per gli affari sociali all’estero, noi siamo qui e conosce bene il nostro problema e lo abbiamo contattato telefonicamente facendoglielo presente, ma non ci ha mai ascoltati e non ci ha mai trovato una soluzione per continuare la ricerca dei nostri figli, e nonostante tutte queste intemperie noi non faremo ritorno in Tunisia finche non troveremo i nostri figli. E quando il sig Rashed Ghannouci  leader del partito votato da tutto il popolo tunisino, venne ( a Roma), provammo ad’incontrarlo ma ci disse di non avere tempo. E’ vero ci sono le immagini di un nostro incontro, immagini scattate il giorno dopo un suo congresso,ma lui per paura di una nostro attacco in pubblico ci accolse per non farci ”parlare”, ma quando ci ricevette vide che siamo gente educata e gli avevamo detto che non volevamo fare quello che lui aveva pensato,gli dicemmo vai e mettici la tua parola e discutiamo sulla sorte dei nostri giovani e cerca di portare la nostra parola , racconta cosa stiamo passando qui ( in Italia). Sig Rashed noi non siamo venuti fin qui per passeggiare, il compito che spetta allo stato ( tunisino) lo stiamo facendo noi, senza ricevere nulla, noi vogliamo solamente cercare i nostri figli , vittime del governo precedente ( di El Beji Caid Sebsi) che gli ha aperto le frontiere marittime spingendoli a prendere il largo per avere campo libero E fare quello che vogliono, digli che è un ingiustizia, è un ingiustizia accorgetevi di noi e ascoltateci, stiamo soffrendo qui ed è impensabile che una madre o un padre ritorni ( in Tunisia) quando il sig Abd Rahman Ben Mansour, console di Palermo, gli dice che i suoi figli sono vivi e si trovano nel nord Italia. Come volete che una madre ritorni? Digli di svegliarsi , se non siete riusciti ad aiutare tre persone non immagino che possiate occuparvi della Tunisia. Sveglia sig Al Jaziri, non puoi usarci per attaccare policamente  il Sig Abdouli del partito ”  El Teketol”, questo non è il momento per fare politica , se lui inviandoci  in Italia ha sbagliato, non puoi farci dimenticare e costringerci a dormire per strada solo per dimostrare a tutti che Abdouli ha sbagliato  o come lo stesso Abdouli  che pur di fare uno ” sgarro politico” a Al Jaziri, fa di tutto per rinviare la cacciata di Abd Rahman Ben Mansour console di Palermo, facendo cosi pagare a noi il conto. Digli che non è giusto , voi due ( Abdouli e Al Jaziri) ci state usando per fare politica, non è giusto, dovete lottare per il popolo che vi ha votato e non giocarci come un pallone, non voglio ripetervi di nuovo queste parole, siamo sfiniti non c’e la facciamo più, lasciateci finire abbiamo fatto avviare un indagine, abbiamo fatto arrivare le nostre parole. da quando siamo arrivati ci siamo fatti sentire dagli italiani che ci hanno aiutato, lasciateci continuare in modo che potremmo finalmente trovare i nostri figli. Se voi potete trovare i nostri figli senza di noi, trovateli e fateci ritornare in Tunisia, io ho lasciato casa mia come anche  Mahrezia e  Nourredine, questa responsabilità l’abbiamo presa a nome di tutte le famiglie in Tunisia e dobbiamo lottare per essa, quindi faccio un appello al popolo tunisino in modo che possa parlare con questo governo visto che non abbiamo nessuno che ci ascolti . Infine vogliamo  ringraziare il Sig Rashed Ghannoucci per averci ignorati concedendosi a noi solo per non farci alzare la voce durante il congresso. Non è questo il personaggio che ci aspettavamo , ci aspettavamo qualcuno che difendi i diritti dei musulmani…….”

Touhami Abdouli, segretario di stato presso il ministero degli esteri
( Partito Tekettol) 

Le accuse di Imed non hanno risparmiato neppure il ” cordiale” segretario di stato presso il ministero degli esteri Touhami Abdouli , che Domenica scorsa durante un incontro con le comunità tunisine a Mazara del vallo ha più volte rassicurato tutti circa l’imminente cacciata del console di Palermo ( Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo). Dichiarazione contraddittoria secondo Imed, in quanto lo stesso Abdouli ha più volte ritardato la decisione di cacciare il console, decisione fortemente voluta dal segretario di stato all’emigrazione e i tunisini all’estero , Houcine Al Jaziri, dopo che quest’ultimo è venuto a sapere,in un incontro a Palermo con le comunità tunisine della Sicilia, delle malefatte passate del console Abd Rahman Ben Mansour ( La resa dei conti)  . Sempre secondo Imed, le ragioni che hanno spinto Abdouli a ritardare la cacciata dell’odiato diplomatico, siano state di natura prettamente politica, una sorta di provocazione lanciata da Abdouli ( Partito Teketol) nei confronti del collega Al Jaziri ( Partito Nahda). Di conseguenza Al Jaziri per ”vendicarsi” politicamente ha cercato di dimostrare a tutti le conseguenze dell’errata decisione di Abdouli nell’inviare alcuni familiari dei dispersi in Italia, per dimostrare ciò, ostacolò in tutti i modi possibili la missione della delegazione, spingendo cosi le famiglie a provocare un terremoto mediatico atto a ledere l’immagine di Touhami Abdouli e del ministero degli esteri tunisino fuori e dentro la Tunisia.


Abd Rahman Ben Mansour , Console di Palermo
 
Houcine El Jaziri, segretario di stato all’emigrazione  e i tunisini  all’estero ( Partito Nahda)

Appello alle coscienze


Traduzione dell’ Appello di Imed Soltani , portavoce della delegazione delle famiglie dei scomparsi arrivata in Italia lo scorso 28 Gennaio 2012.

Incontro della delegazione con Rashed Ghannouci , leader del partito ” Nahda”

”Voglio fare un appello al governo tunisino, votato dal popolo e che continua ad affermare di voler risolvere tutti i problemi del popolo tunisino. Io gli dico no, voi ( il governo) non siete riusciti a risolvere i problemi di tre persone e pretendete di risolvere quelle di un popolo? Non va bene. Noi siamo quelle tre persone. Io sono Imed Soltani, rappresentante delle famiglie dei dispersi, assieme a Mahrezia e Nourredine sono 20 giorni che siamo in mezzo alla strada senza che nessuno ci abbia ascoltati, se dite di non sapere nulla di noi io vi dico  non è vero. Cominciamo dal sig Rafik Abdslem ( ministro degli esteri tunisino) che a dichiarato al popolo tunisino che la delegazione e tutti questi giovani stanno bene, io gli dico che ciò che ha dichiarato non è vero, noi siamo in mezzo alla strada, se non era per le varie associazioni italiane che ci stanno aiutando e che chi hanno fornito gli avvocati, a quest’ora saremmo in mezzo alla strada. Noi siamo qui , vieni a vederci , vieni a vederci e piangerai. Abitiamo in una stanza per i senza tetto, mentre per il cibo mangiamo solo una volta al giorno, e tutto questo in nome dei nostri ragazzi, e ci rattrista vedere  il nostro stato non aiutarci mentre continua ad affermare di voler risolvere i problemi del popolo tunisino.  Potete chiederci chi siamo? Noi siamo i parenti di coloro che vi hanno riportato la libertà , mettendovi nelle ”sedie” in cui adesso vi trovate, i parenti di coloro che hanno permesso agli esiliati di ritornare in Tunisia , lasciandoli prendere le ”sedie”, sono queste le persone che stiamo cercando, la gioventù che ha mostrato il  proprio petto ai proiettili  in nome della vostra libertà e di quelle ”sedie”, di certo non sono stati coloro che adesso richiedono a viva voce l’estradizione del ” deposto” ( Ben Ali) , ma sono loro ( i dispersi) che voi chiamate ” criminali”, sono loro che hanno combattuto con le pietre, sono loro che hanno attraversato il mare , sono loro che sono annegati e sono loro che stiamo cercando,normalmente dovreste onorarli, e non ignorarli dimenticandoli , facendo di conseguenza impazzire i loro cari. Mi rivolgo anche al segretario di stato Houcine Al jaziri , l’incaricato per gli affari sociali all’estero, noi siamo qui e conosce bene il nostro problema e lo abbiamo contattato telefonicamente facendoglielo presente, ma non ci ha mai ascoltati e non ci ha mai trovato una soluzione per continuare la ricerca dei nostri figli, e nonostante tutte queste intemperie noi non faremo ritorno in Tunisia finche non troveremo i nostri figli. E quando il sig Rashed Ghannouci  leader del partito votato da tutto il popolo tunisino, venne ( a Roma), provammo ad’incontrarlo ma ci disse di non avere tempo. E’ vero ci sono le immagini di un nostro incontro, immagini scattate il giorno dopo un suo congresso,ma lui per paura di una nostro attacco in pubblico ci accolse per non farci ”parlare”, ma quando ci ricevette vide che siamo gente educata e gli avevamo detto che non volevamo fare quello che lui aveva pensato,gli dicemmo vai e mettici la tua parola e discutiamo sulla sorte dei nostri giovani e cerca di portare la nostra parola , racconta cosa stiamo passando qui ( in Italia). Sig Rashed noi non siamo venuti fin qui per passeggiare, il compito che spetta allo stato ( tunisino) lo stiamo facendo noi, senza ricevere nulla, noi vogliamo solamente cercare i nostri figli , vittime del governo precedente ( di El Beji Caid Sebsi) che gli ha aperto le frontiere marittime spingendoli a prendere il largo per avere campo libero E fare quello che vogliono, digli che è un ingiustizia, è un ingiustizia accorgetevi di noi e ascoltateci, stiamo soffrendo qui ed è impensabile che una madre o un padre ritorni ( in Tunisia) quando il sig Abd Rahman Ben Mansour, console di Palermo, gli dice che i suoi figli sono vivi e si trovano nel nord Italia. Come volete che una madre ritorni? Digli di svegliarsi , se non siete riusciti ad aiutare tre persone non immagino che possiate occuparvi della Tunisia. Sveglia sig Al Jaziri, non puoi usarci per attaccare policamente  il Sig Abdouli del partito ”  El Teketol”, questo non è il momento per fare politica , se lui inviandoci  in Italia ha sbagliato, non puoi farci dimenticare e costringerci a dormire per strada solo per dimostrare a tutti che Abdouli ha sbagliato  o come lo stesso Abdouli  che pur di fare uno ” sgarro politico” a Al Jaziri, fa di tutto per rinviare la cacciata di Abd Rahman Ben Mansour console di Palermo, facendo cosi pagare a noi il conto. Digli che non è giusto , voi due ( Abdouli e Al Jaziri) ci state usando per fare politica, non è giusto, dovete lottare per il popolo che vi ha votato e non giocarci come un pallone, non voglio ripetervi di nuovo queste parole, siamo sfiniti non c’e la facciamo più, lasciateci finire abbiamo fatto avviare un indagine, abbiamo fatto arrivare le nostre parole. da quando siamo arrivati ci siamo fatti sentire dagli italiani che ci hanno aiutato, lasciateci continuare in modo che potremmo finalmente trovare i nostri figli. Se voi potete trovare i nostri figli senza di noi, trovateli e fateci ritornare in Tunisia, io ho lasciato casa mia come anche  Mahrezia e  Nourredine, questa responsabilità l’abbiamo presa a nome di tutte le famiglie in Tunisia e dobbiamo lottare per essa, quindi faccio un appello al popolo tunisino in modo che possa parlare con questo governo visto che non abbiamo nessuno che ci ascolti . Infine vogliamo  ringraziare il Sig Rashed Ghannoucci per averci ignorati concedendosi a noi solo per non farci alzare la voce durante il congresso. Non è questo il personaggio che ci aspettavamo , ci aspettavamo qualcuno che difendi i diritti dei musulmani…….”

Touhami Abdouli, segretario di stato presso il ministero degli esteri
( Partito Tekettol) 

Le accuse di Imed non hanno risparmiato neppure il ” cordiale” segretario di stato presso il ministero degli esteri Touhami Abdouli , che Domenica scorsa durante un incontro con le comunità tunisine a Mazara del vallo ha più volte rassicurato tutti circa l’imminente cacciata del console di Palermo ( Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo). Dichiarazione contraddittoria secondo Imed, in quanto lo stesso Abdouli ha più volte ritardato la decisione di cacciare il console, decisione fortemente voluta dal segretario di stato all’emigrazione e i tunisini all’estero , Houcine Al Jaziri, dopo che quest’ultimo è venuto a sapere,in un incontro a Palermo con le comunità tunisine della Sicilia, delle malefatte passate del console Abd Rahman Ben Mansour ( La resa dei conti)  . Sempre secondo Imed, le ragioni che hanno spinto Abdouli a ritardare la cacciata dell’odiato diplomatico, siano state di natura prettamente politica, una sorta di provocazione lanciata da Abdouli ( Partito Teketol) nei confronti del collega Al Jaziri ( Partito Nahda). Di conseguenza Al Jaziri per ”vendicarsi” politicamente ha cercato di dimostrare a tutti le conseguenze dell’errata decisione di Abdouli nell’inviare alcuni familiari dei dispersi in Italia, per dimostrare ciò, ostacolò in tutti i modi possibili la missione della delegazione, spingendo cosi le famiglie a provocare un terremoto mediatico atto a ledere l’immagine di Touhami Abdouli e del ministero degli esteri tunisino fuori e dentro la Tunisia.


Abd Rahman Ben Mansour , Console di Palermo
 
Houcine El Jaziri, segretario di stato all’emigrazione  e i tunisini  all’estero ( Partito Nahda)

Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo

Incontro della comunità tunisina di Mazara del Vallo con il segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, Touhami Abdouli.


Touhami Abdouli , segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, ha incontrato la comunità tunisina residente a Mazara del Vallo assieme ad alcuni rappresentanti della comunità di Palermo. Durante il faccia a faccia sono stati discussi tutti i problemi riguardanti i diritti dei migranti tunisini a Mazara del Vallo, dai diritti non rispettati dei pescatori tunisini all’elevata disoccupazione dei giovani tunisini nati in Sicilia. Con grande sorpresa non si è presentato all’incontro il console Abd Rahman Ben Mansour, che ha scelto di rimanere ad aspettare  in  macchina in compagnia del suo autista piuttosto che farsi ” sbranare’ una seconda volta dalle comunità tunisine. Il segretario di stato risulta essere molto cordiale e aperto al dialogo, prendendo nota tramite il suo portavoce , delle richieste dei cittadini tunisini presenti all’incontro, consigliando a chi non ha più nessuna possibilità di lavoro in Sicilia, di ritornare in Tunisia in tempo per essere direttamente assistito nei futuri programmi d’aiuto dall’attuale governo tunisino,inoltre ha più volte rassicurato che la tanto attesa cacciata del console Abd Rahman Ben Mansour e del funzionario consolare nonchè ex membro del partito RCD ( Raggruppamento costituzionale democratico) Sami Ben Abdelaali è oramai questione di mesi . Alla fine dell’incontro il segretario di stato ha incaricato i futuri membri dell’associazione ” la voce del migrante tunisino ” di prendere nota delle problematiche dei cittadini tunisini di Palermo e Mazara del Vallo e di fargliele pervenire di persona in Tunisia.  



                                          Galleria d’immagini 05 Marzo 2012


Touhami Abdouli incontra le comunità tunisine











Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo

Incontro della comunità tunisina di Mazara del Vallo con il segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, Touhami Abdouli.


Touhami Abdouli , segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, ha incontrato la comunità tunisina residente a Mazara del Vallo assieme ad alcuni rappresentanti della comunità di Palermo. Durante il faccia a faccia sono stati discussi tutti i problemi riguardanti i diritti dei migranti tunisini a Mazara del Vallo, dai diritti non rispettati dei pescatori tunisini all’elevata disoccupazione dei giovani tunisini nati in Sicilia. Con grande sorpresa non si è presentato all’incontro il console Abd Rahman Ben Mansour, che ha scelto di rimanere ad aspettare  in  macchina in compagnia del suo autista piuttosto che farsi ” sbranare’ una seconda volta dalle comunità tunisine. Il segretario di stato risulta essere molto cordiale e aperto al dialogo, prendendo nota tramite il suo portavoce , delle richieste dei cittadini tunisini presenti all’incontro, consigliando a chi non ha più nessuna possibilità di lavoro in Sicilia, di ritornare in Tunisia in tempo per essere direttamente assistito nei futuri programmi d’aiuto dall’attuale governo tunisino,inoltre ha più volte rassicurato che la tanto attesa cacciata del console Abd Rahman Ben Mansour e del funzionario consolare nonchè ex membro del partito RCD ( Raggruppamento costituzionale democratico) Sami Ben Abdelaali è oramai questione di mesi . Alla fine dell’incontro il segretario di stato ha incaricato i futuri membri dell’associazione ” la voce del migrante tunisino ” di prendere nota delle problematiche dei cittadini tunisini di Palermo e Mazara del Vallo e di fargliele pervenire di persona in Tunisia.  



                                          Galleria d’immagini 05 Marzo 2012


Touhami Abdouli incontra le comunità tunisine











Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo

Incontro della comunità tunisina di Mazara del Vallo con il segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, Touhami Abdouli.


Touhami Abdouli , segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, ha incontrato la comunità tunisina residente a Mazara del Vallo assieme ad alcuni rappresentanti della comunità di Palermo. Durante il faccia a faccia sono stati discussi tutti i problemi riguardanti i diritti dei migranti tunisini a Mazara del Vallo, dai diritti non rispettati dei pescatori tunisini all’elevata disoccupazione dei giovani tunisini nati in Sicilia. Con grande sorpresa non si è presentato all’incontro il console Abd Rahman Ben Mansour, che ha scelto di rimanere ad aspettare  in  macchina in compagnia del suo autista piuttosto che farsi ” sbranare’ una seconda volta dalle comunità tunisine. Il segretario di stato risulta essere molto cordiale e aperto al dialogo, prendendo nota tramite il suo portavoce , delle richieste dei cittadini tunisini presenti all’incontro, consigliando a chi non ha più nessuna possibilità di lavoro in Sicilia, di ritornare in Tunisia in tempo per essere direttamente assistito nei futuri programmi d’aiuto dall’attuale governo tunisino,inoltre ha più volte rassicurato che la tanto attesa cacciata del console Abd Rahman Ben Mansour e del funzionario consolare nonchè ex membro del partito RCD ( Raggruppamento costituzionale democratico) Sami Ben Abdelaali è oramai questione di mesi . Alla fine dell’incontro il segretario di stato ha incaricato i futuri membri dell’associazione ” la voce del migrante tunisino ” di prendere nota delle problematiche dei cittadini tunisini di Palermo e Mazara del Vallo e di fargliele pervenire di persona in Tunisia.  



                                          Galleria d’immagini 05 Marzo 2012


Touhami Abdouli incontra le comunità tunisine











Resa dei conti parte seconda : Mazara del Vallo

Incontro della comunità tunisina di Mazara del Vallo con il segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, Touhami Abdouli.


Touhami Abdouli , segretario di stato presso il ministero degli esteri tunisino, ha incontrato la comunità tunisina residente a Mazara del Vallo assieme ad alcuni rappresentanti della comunità di Palermo. Durante il faccia a faccia sono stati discussi tutti i problemi riguardanti i diritti dei migranti tunisini a Mazara del Vallo, dai diritti non rispettati dei pescatori tunisini all’elevata disoccupazione dei giovani tunisini nati in Sicilia. Con grande sorpresa non si è presentato all’incontro il console Abd Rahman Ben Mansour, che ha scelto di rimanere ad aspettare  in  macchina in compagnia del suo autista piuttosto che farsi ” sbranare’ una seconda volta dalle comunità tunisine. Il segretario di stato risulta essere molto cordiale e aperto al dialogo, prendendo nota tramite il suo portavoce , delle richieste dei cittadini tunisini presenti all’incontro, consigliando a chi non ha più nessuna possibilità di lavoro in Sicilia, di ritornare in Tunisia in tempo per essere direttamente assistito nei futuri programmi d’aiuto dall’attuale governo tunisino,inoltre ha più volte rassicurato che la tanto attesa cacciata del console Abd Rahman Ben Mansour e del funzionario consolare nonchè ex membro del partito RCD ( Raggruppamento costituzionale democratico) Sami Ben Abdelaali è oramai questione di mesi . Alla fine dell’incontro il segretario di stato ha incaricato i futuri membri dell’associazione ” la voce del migrante tunisino ” di prendere nota delle problematiche dei cittadini tunisini di Palermo e Mazara del Vallo e di fargliele pervenire di persona in Tunisia.  



                                          Galleria d’immagini 05 Marzo 2012


Touhami Abdouli incontra le comunità tunisine