Mese: ottobre 2018

Pakistan, Asia Bibi assolta dall’accusa di blasfemia

di Katia Cerratti “L’appello è accolto. Le sentenze dell’ Alta Corte e del Tribunale di primo grado vengono annullate. Di conseguenza,  la condanna della ricorrente è annullata così come la sua condanna a morte e la stessa è prosciolta dall’accusa. “. Con questo verdetto, il giudice pakistano Saqib Nisar, venerdì scorso a Islamabad, ha posto […]

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Sconfinamenti (in costume) a Certaldo

Una performance un po’ inusuale per raccontare la storia dei confiniA Certaldo il 30 ottobre.Delle volte anche l’abito fa il monaco: dai genieri di Sua maestà britannica agli emiri dell’Afghanistan – che i confini li negoziarono – sino ai paria di tutt…

Lo sfascio del fascio. La ferita urbanistica di Lecce

Razionalismo vs baroccoChiunque abbia avuto modo di visitare Lecce non può che essere rimasto  stupefatto dalla bellezza del barocco seicentesco che attraversa l’intera città. Feudatari assenteisti e in cerca di esibizione, notabili e possidenti, …

Sconfinate a Conversazioni sul futuro a Lecce

Domenica 28 ottobre (ore 10.30 – ingresso libero) alla Libreria Liberrima di Lecce, per il Festival Conversazioni sul futuro, appuntamento con la presentazione del libro “Sconfinate. Terre di confine e storie di frontiera” a cura di Emanuele Giordana …

Italia. Populismo 2.0

mcc43 In Italia la dimensione verticale tipica del populismo sta virando in orizzontale; il cattivo, il nemico, il guastatore non è più in alto, ma di fianco, è un “cittadino quanto me, ma non come me” Sembra che nel nostro paese l’at…

E chi è il mio prossimo?

Ci sono regali inattesi e commoventi, in questi giorni di preparazione dell’evento di domenica 28 ottobre (alle 11, per la precisione) al teatro Politeama di Palermo, Mediterranea – La Via di Terra, in sostegno a Mediterranea Saving Humans….

Il Belgio modello d’integrazione?

L’Osservatore Romano Settimanale (25-10-2018) In “Sottomissione”, Michel Houellebecq immaginava una società occidentale che scivolava lentamente verso l’accettazione di un modello islamista in cui la commistione tra politica e religione era inestricabilmente generalizzata. La polemica furiosa sorta intorno a quel romanzo – uscito il 7 Gennaio del 2015, il giorno dell’assalto al giornale satirico Charlie Hebdo […]

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Perché l’Algeria protegge il peggior jihadista del Sahel

Il destino di Iyad Ag-Ghali, il leader della più potente alleanza jihadista nel Sahel, sembra essere legato alle continue lotte di potere ad Algeri. Dal blog di Jean-Pierre Filiu Le Monde (21-10-2018) Iyad Ag Ghali, notevole personaggio proveniente dal Mali e membro di una potente tribù dei Tuareg, fa parte del jihadismo dal 2012. Ha poi […]

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Video: L’arresto dell’artista sudanese Mona Magdy Salim con l’accusa di “abbigliamento indecente”

Fonti giornalistiche sudanesi hanno informato ieri che la cantante Mona Magdy è stata arrestata a causa del suo “abbigliamento scandaloso e trasparente”. Magdy partecipava in una festa benefica dove è apparsa in un video con pantaloni attillati e una camicia bianca a maniche lunghe. Dopo la diffusione delle immagini di Magdy attraverso i social network, […]

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La Via di Terra per Mediterranea Rescue

#AbbiamoUnaNave Mediterranea Saving Humans #MediterraneaLaViaDiTerra Nel corso della Conferenza Stampa saranno illustrate tutte le iniziative previste nei prossimi giorni. 24 ottobre Mediterranea – La via di terra a Cagliari 25 ottobre Mediterran…

ANCHE L’AUSTRALIA PRONTA A SPOSTARE L’AMBASCIATA DA TEL AVIV A GERUSALEMME

Il premier australiano Scott Morrison sarebbe pronto a trasferire l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Lo riferisce il quotidiano Sidney Morning Herald e lo avrebbe confermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un comunicato. Morrison, nei giorni scorsi avrebbe tenuto infatti un colloquio telefonico con il premier israeliano al quale avrebbe manifestato l’intenzione di spostare […]

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Egitto – Alcuni aggiornamenti sulla repressione

Di ritorno dalla Repubblica Ceca per partecipare alla selezione del premio “per i diritti umani” Vaclav Havel, alla compagna e avvocata Mahienour el-Masry ancora una volta è stato ritirato il passaporto. È lei stessa a raccontare le restrizioni e i &#8…

Italia/Afghanistan. Storia di un disiteresse


Questo articolo è 

un  contributo
 al un dossier sulle elezioni afgane
 uscito il 18 ottobre su ispionline





Per capire l’orientamento dell’Italia nella vicenda afgana è necessario prendere in considerazione diversi aspetti: dalla permanenza del nostro contingente militare – fino a qualche settimana fa numericamente il secondo dopo quello statunitense – alla politica migratoria o di cooperazione civile. Il ministero degli Esteri ha un ufficio dedicato al Paese asiatico – col quale Roma si era impegnata inizialmente soprattutto a sostenere il “pilastro” giustizia e a contribuire significativamente alla missione Nato-Isaf (fino a 4mila soldati); attualmente però l’ufficio è senza la direzione di un “inviato speciale” (figura creata alcuni anni fa su ispirazione americana e adottata anche da altri Paesi europei) dal momento che l’ultimo in carica –Alberto Pieri – è stato nominato ambasciatore a Nairobi ai primi di settembre. Quanto alla politica di migrazione, l’Italia segue le direttive impresse nel 2016 dalla Ue con un accordo con Kabul per favorire il rientro degli afgani. Una decisione che sollevò polemiche per il carattere coattivo della misura – cui ha fatto seguito nel gennaio di quest’anno, ufficialmente per motivi di sicurezza, la chiusura degli uffici consolari di tutti i Paesi Ue, che ora rilasciano visti per l’Europa solo eccezionalmente. Va comunque notato che l’Italia è tra i pochi Paesi europei a non effettuare rimpatri forzati, pur avendo aderito, come membro dell’Ue, all’accordo tra Bruxelles e Kabul. Quanto all’aspetto militare e di strategia politica, ci si può invece affidare solo a dichiarazioni di intenti, soprattutto pre elettorali, da parte di chi regge l’attuale esecutivo. Dunque lo scenario si presenta abbastanza nebuloso e incerto, pur comprensibilmente visto che, dall’insediamento del governo, son passati solo pochi mesi e alcune scelte o indirizzi si presentano particolarmente spinosi specie se riguardano le sensibilità del nostro maggior alleato: gli Stati Uniti.

Ritirarsi o restare?

La missione militare che costa al contribuente italiano grosso modo 500mila euro al giorno, impegna circa 1000 soldati (tra il teatro afgano e la logistica nel Golfo) e ha tecnicamente il mandato di contribuire solo all’addestramento dell’apparato di sicurezza afgano. Per il quale effettivamente mille uomini sembrano un numero sovradimensionato. Chi si aspettava svolte clamorose, sul piano del ritiro o sulla riconversione della spesa militare in un maggior contributo alla cooperazione civile, è rimasto per ora deluso e non c’è segno che le cose possano cambiare a breve sebbene in passato partiti e movimenti ora al governo (M5S e Lega) abbiano fatto del ritiro dei nostri soldati un cavallo di battaglia.

“Sull’intervento in Afghanistan siamo sempre stati chiari. Per noi quello è un intervento che per la spesa pubblica italiana è insostenibile”. Così a novembre del 2017 Luigi Di Maio, in visita a Washington in veste di vicepresidente della Camera e candidato premier in pectore del Movimento 5 Stelle: “È già nel nostro programma ed era già nelle nostre proposte. Ma non siamo pregiudizialmente contro missioni di pace all’estero, specialmente quelle a guida italiana… Non c’è pregiudizio ideologico”. Posizione reiterata in campagna elettorale a febbraio 2018: «Pensiamo che il contingente italiano non debba più restare in Afghanistan. Questa missione espone i nostri soldati a rischi inutili».

Il 29 giugno 2018 la ministra Trenta, intervistata dalla rivisita americana Defense News, parla di un “cambio di passo” con una possibile riduzione dei militari da 900 a 700 unità (già stabilita però dal precedente governo). Ma aggiunge: “Non vogliamo ridurre la stabilità o ridurre il sostegno per gli afgani… non vogliamo indebolire la missione, quindi cercheremo altri partner per assumere compiti come la logistica.” Il ritiro in realtà, si è saputo a inizio ottobre, sarà soltanto di 100 soldati dall’Afghanistan entro la fine di ottobre e di 50 dall’Irak.

La Lega, per anni favorevole al ritiro delle truppe non solo dall’Afghanistan, è invece diventata più silenziosa sulla questione. La parola ritiro non figura più nei messaggi del ministro Salvini e ricorre semmai nelle esternazioni di qualche parlamentare. Non di meno il contratto di governo, siglato dai due partiti per formare l’esecutivo, recita al paragrafo 9: «È opportuno rivalutare la nostra presenza nelle missioni internazionali sotto il profilo del loro effettivo rilievo per l’interesse nazionale».

500mila euro al giorno. Tanto costa
 la missione militare

La patata bollente è dunque nelle stanze del ministro Enzo Moavero Milanesi che regge il dicastero degli Esteri. Moavero ha avocato a sé tutte le competenza che riguardano aree di conflitto e di conseguenza l’Afghanistan, che avrebbe dovuto essere attribuito al sottosegretario M5S Manlio Di Stefano con delega all’area asiatica (tra i più favorevoli al ritiro, reiterato il giorno del suo insediamento). Il dossier resta dunque nelle mani di un ministro estremamente cauto e parco di esternazioni. Il mese più intenso è lo scorso giugno ma le poche parole usate da Moavero sulla vicenda afgana riguardano soprattutto il nostro rapporto con la Nato cui il capo della diplomazia italiana ha dedicato più spazio che non ad altri argomenti su cui si è espresso stringatamente (per la visita di Abdullah a Roma o la tregua tra Kabul e la guerriglia di Eid el-fitr). Sempre in giugno, nel “più che cordiale colloquio” col Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, Moavero cita l’Afghanistan solo per ricordare come “l’Italia, quinto contributore al bilancio, abbia profuso un grande impegno in termini di uomini, mezzi e risorse nelle operazioni NATO, quali Afghanistan e Kossovo”. Fonti diplomatiche sostengono che il ministro abbia ricevuto forti pressioni, sia da Stoltemberg sia dagli americani, per non toccare il nostro contingente. Che alla Farnesina regnino le parola d’ordine “continuità” e “rassicurazione” non è un mistero. E solo i prossimi mesi potranno dire se il “cambio di passo” non resterà solo nelle intenzioni.

Cooperazione civile

Se il costo della partecipazione alle missioni militari in Afghanistan a partire dal novembre 2001 (Enduring Freedom fino al 2006, ISAF fino 2014, Resolute Support dal 2015) è stato finora di quasi 8 miliardi (185.343.173 milioni nel 2018 con copertura sino al 30 settembre dell’anno in corso), gli investimenti in cooperazione civile sono stati in totale di soli 280 milioni in diversi settori, dalla sanità alle infrastrutture, con una sostanziale riduzione (20 mln l’anno) a partire dal 2013. A questi vanno aggiunti i fondi veicolati dalle Ong, attualmente scoraggiate dall’intervenire nel Paese – per motivi di sicurezza – e non più finanziate dal ministero degli Esteri (che gestisce il flusso di cassa in bilaterale o con versamenti agli organismi internazionali) e che si sono pertanto ridotte di numero dovendo dipendere dai soli fondi privati o europei. Il futuro potrebbe essere quello di una continuità equivalente a quella militare ma al vertice della neonata Agenzia di cooperazione (Aics) – cui era a capo la dimissionaria Laura Frigenti – manca però ancora un direttore e voci insistenti alla Farnesina dicono che il ministero vorrebbe riprendere il controllo della creatura nata due anni fa e non dimostratasi particolarmente efficiente. Il candidato numero uno è infatti un diplomatico. Ma si devono fare i conti con la neo viceministra con delega alla cooperazione,Emanuela del Re, neoeletta deputata del M5S e nominata a fine luglio. Gode della stima degli ambienti non governativi e della fiducia del governo. Finora però nemmeno lei ha chiarito cosa intende fare in Afghanistan.

Altre menzogne offensive dall’Arabia Saudita

Quello che affrontiamo ora è un test per il presidente Trump e per l’America stessa. Sintesi dell’articolo di  Nicholas Kristof su New York Times (19-10-2018) Dopo aver mentito per più di due settimane sulla morte di Jamal Khashoggi, il governo saudita ha ora annunciato una serie di nuove bugie sul suo omicidio in modo da insultare […]

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‘Agli arabi serve la libertà di stampa’. L’ultimo editoriale di Khashoggi

Sintesi dell’ultimo articolo del giornalista, scritto poco prima della sua scomparsa e pubblicato da The Washington Post. Secondo il rapporto  “Freedom in the World”, nel 2018 solo un Paese del mondo arabo è stato dichiarato libero: la Tunisia. Giordania, Marocco e Kuwait sono stati dichiarati parzialmente liberi. Il resto dei Paesi arabi sono classificati come […]

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Khashoggi, il legame con Riyad e il ‘nuovo inverno arabo’: così gli Usa sostengono la nuova stirpe di dittatori in Medio Oriente

Il caso Khashoggi continua a campeggiare nei titoli delle testate internazionali con nuove rivelazioni che lasciano ormai pochi dubbi sul coinvolgimento saudita nella morte dell’editorialista del Washington Post. Ieri, intanto, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha incontrato re Salman a Riyad all’indomani della rivelazione da parte di fonti saudite ai media americani secondo […]

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Sconfinamenti a Trebisonda (Torino)

Libreria TrebisondaVia Sant’Anselmo 22, Torinogiovedì 18 ottobre Alle 18,30Presentazione del libro “Sconfinate. Terre di confine e storie di frontiera” a cura di Emanuele Giordana (Rosenberg & Sellier, 2018). Con Emanuele Giordana. Interviene Cla…

La mia banda suona il rock (a Est)

Dal 23 al 27 ottobre l’Università degli Studi di Milano ospita la mostra Quando infuriava il rock. Il ‘68 all’est. Dissenso e controcultura, un paesaggio inedito dell’opposizione culturale nell’Europa dell’Est e delle sue forme negli anni Sessanta.&nbs…

CNN e Wall Street Journal: L’Arabia Saudita si prepara ad ammettere l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, eseguito da traditori del regno

(CNN, Wall Street Journal)         15/10/2018 Secondo il  Wall Street Journal, che cita alcune fonti, Riad starebbe per rilasciare un documento sul caso Khashoggi  in cui si spiega che il giornalista sarebbe stato ucciso per errore, ovvero durante un interrogatorio messo in atto da agenti traditori del regno. senza autorizzazione dall’alto. Poche ore prima […]

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La donna nell’antica letteratura egiziana

Di Zahi Hawass. Asharq al-Awsat (11/10/2018). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini La letteratura è lo specchio di società antiche e contemporanee e una delle più importanti forme d’arte. Essa ci definisce in tutti gli ambiti e spiega le funzioni dei suoi membri, uomini e donne, anziani e bambini. In questo articolo parliamo dell’antica letteratura […]

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Turchia, “Il mio fidanzato Jamal Khashoggi era un patriota solitario. Parla Hatice Cengiz

Editoriale di Hatice Cengiz, fidanzata di Jamal Khashogg, pubblicato ieri dal New York Times, nel giorno del compleanno di Jamal. The New York Times   (13/10/2018)                                                                (Traduzione […]

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In conversation with the Kahkaha project in Lebanon: an effective example of a Southern-led initiative.

Originally posted on Southern Responses to Displacement:
‘One cannot come from outside and decide people’s needs on the basis of assumptions or experiences lived somewhere else.’ In this blog post Dr Estella Carpi interviews Lina Khoury, the founder of the Kahkaha project in Lebanon.  The Kahkaha project aims to blur the boundaries between urban and Palestinian…

Cafè Jerusalem – Il testo

Ho deciso di mettere in linea il testo di Cafè Jerusalem, sul palcoscenico tra 2015 e 2017 nei teatri italiani, prodotto da Suq-Chance Eventi e Teatro Stabile di Genova. Musiche originali dei Radiodervish, che hanno prodotto  sul testo un album dallo s…

Arabia Saudita, quando l’affaire Khashoggi compromette l’economia

L’Orient-Le Jour  (13/10/2018)      Traduzione e sintesi di Katia Cerratti Progetti congelati, come quelli del miliardario britannico Richard Branson, e disamore a cascata per la Davos del deserto, tanto cara a Mohammad Bin Salman. L’affaire Khashoggi ha raffreddato ieri gli ardori del mondo degli affari, quel mondo che appena un anno fa si entusiasmava per i faraonici […]

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Turchia, audio video dell’omicidio di Jamal Khashoggi in mano al governo turco.

Articolo di Katia Cerratti Il governo turco sarebbe in possesso di audio e video che proverebbero la morte del giornalista editorialista del Wahington Post, Jamal Khashoggi all’interno del consolato saudita. A scriverlo è lo stesso WP, a cui funzionari turchi e statunitensi, avrebbero riferito l’esistenza di registrazioni audio e video che dimostrerebbero che Khashoggi è stato torturato […]

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Il cappio spezzato

Da settimana prossima la Malaysia potrebbe essere il 143simo Paese che abolisce la pena capitale. Se il condizionale è d’obbligo – il parlamento discuterà la legge abolizionista solo lunedi – il risultato è praticamente certo perché è il governo a vole…

Grazie Ilaria Cucchi. Da una figlia d’Arma

Sono figlia d’Arma. Così si dice nel gergo di chi ha o ha avuto un padre carabiniere. Anche se carabiniere, mio padre, lo fu solo per cinque anni. Arruolato durante la seconda guerra mondiale per fame, emigrato da Reggio Calabria in cerca di un lavoro….

Jamal Khashoggi svela l’altra faccia di Vision 2030: l’Arabia Saudita offre concessioni, ma aumenta la repressione

Il principe ereditario Mohammad Bin Salman sta investendo non poche risorse nel cercare di dare al regno della penisola arabica un’immagine più moderna e liberale. “Le aperture del regno coincidono con uno dei momenti di repressione massima contro i dissidenti”, spiega però l’analista Cinzia Bianco

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Khan al Ahmar e il Prossimo Tuo

“Anche la Locanda del Buon Samaritano, con gli anni, si è trasformata. In quello che è l’archetipo dell’immobilità, del cuore del mondo e della storia che non viene mai coperto dall’oblio, anche quel pezzo di deserto che riguard…

Benzina sul fuoco a Dacca

E’ un’atmosfera sempre più tesa quella che si respira a Dacca alla vigilia di elezioni che ancora non sono state messe in calendario. Sempre più tesa dopo che il tribunale ha comminato ieri ben 19 condanne a morte nelle file dell’opposizione e una sent…

Iran, Khamenei:“Se Dio vuole sconfiggeremo le sanzioni e il loro fallimento equivale al fallimento dell’America”

Articolo di Katia Cerratti “La popolazione iraniana attraversa un periodo delicato a causa della pressione esercitata dagli Stati Uniti e delle difficoltà economiche […] Se Dio vuole sconfiggeremo le sanzioni e il fallimento delle sanzioni è il fallimento dell’America”. Così si è espresso Ali Khamenei, guida suprema della rivoluzione, in un discorso  tenuto il 4 ottobre scorso […]

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Un appello afgano alla Perugia Assisi

Oggi a Ferrara, al Festival di Internazionale – al banchetto di Msf,  e a  Perugia, nell’ambito dei seminari che si tengono alla vigilia della Marcia della pace Perugia Assisi, viene divulgato un messaggio dei marciatori afgani che, a partir…

Il Marocco ha accettato i colloqui con il Polisario previsti a Ginevra il 4 e 5 dicembre

Il Marocco ha accettato l’invito delle Nazioni Unite a tenere colloqui sul Sahara con il Polisario a Ginevra. L’invito era stato proposto il 29 settembre scorso dall’emissario dell’Onu per il Sahara occidentale, il tedesco Horst Kohler, che si era rivolto a Marocco, Algeria, Fronte Polisario e Mauritania affinché partecipassero  il 4 e 5 dicembre a […]

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Novità editoriale: Islam Inedito di Zouhir Louassini

IL LIBRO: ISLAM INEDITO (CACUCCI EDITORI) Martedì 9 ottobre 2018, ore 15.30, Palazzo del Prete, Università degli Studi di Bari Aldo Moro Parteciperanno: Gaetano Dammacco, docente di diritto ecclesiastico e diritto canonico; Carlo Alberto Anzuini, arabista e docente Uniba; Laura Sabrina Martucci, esperta di diritto ecclesiastico e docente Uniba; Zouhir Louassini è giornalista Rai ed […]

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ll Marocco vince il premio “Gastro e Cia”come migliore destinazione gastronomica internazionale

Alla terza edizione del premio “Gastro et Cia” indetta dal quotidiano spagnolo “La Razon”, il Marocco si è aggiudicato il primo posto come migliore destinazione gastronomica internazionale  per aver saputo preservare originalità, ricchezza e diversità, oltre alla qualità dei prodotti e a specificità culturali uniche che da sempre caratterizzano la cucina marocchina. La cerimonia, organizzata dal […]

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Il dramma di Palu

A far la storia di Palu, la città indonesiana di quasi 300mila abitanti dove venerdi scorso una scossa di terremoto ha provocato uno tsunami con onde alte sino a cinque metri e vittime che hanno di gran lunga superato quota mille, si potrebbe ben dire …

Musica e dialogo nel Mediterraneo. Canzone napoletana e flamenco al Teatro dell’Opera del Cairo

Di Kawkab Tawfik. È nello spirito del dialogo interculturale all’interno del bacino mediterraneo e dell’integrazione delle singole culture che si è svolto sabato 29 settembre il concerto “Sponda nord-sponda sud del Mare Nostrum. Una storia ancestrale di incontri musicali”. La tradizione musicale napoletana ha incontrato nuovamente quella araba andalusa in terra egiziana. Adriana Bruni, cantante […]

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Libano, Bassil:”Israele tenta di giustificare un’aggressione contro il Libano”

articolo di Katia Cerratti “Netanyahu ha usato la tribuna delle Nazioni Unite per lanciare accuse contro il Libano. Ancora una volta, ha usato false informazioni basate su notizie e immagini distorte che non provano nulla, pratica il terrorismo di Stato, e i libanesi non accettano queste accuse. Israele sta lavorando per giustificare un’aggressione contro il […]

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The ‘Learning from Crisis’ Humanitarian Formula: Bridging Disaster and Normality (October, 2018)

You can here listen to my interview with Habitat for Humanity-Great Britain (May, 2018), which summarises the report I published with the International Institute of Environment and Development in the framework of the Urban Crisis Learning Partnership project – including Habitat for Humanity-GB, Oxfam-GB, the Overseas Development Institute, and the Bartlett Development Planning Unit (University […]