Mese: luglio 2015

Cucina marocchina: zaalouk di carote

Con la ricetta di oggi scopriamo una gustosa variante di un tipico piatto marocchino, di solito preparato con le melanzane: lo zaalouk di carote! Ingredienti: 600g di carote 2 spicchi d’aglio 2 cucchiai di coriandolo tritato 1 cucchiaio di prezzemolo tritato 2 cucchiai di succo di limone 1 cucchiaino di cumino 1 cucchiaino di paprika […]

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La morte stra-annunciata del piccolo Ali

È solo l’ultimo di almeno 120 attacchi perpetrati dai coloni israeliani in Cisgiordania contro i palestinesi, dall’inizio dell’anno. Solo l’ultimo di 120 attacchi, secondo i dati delle Nazioni Unite che stilano con precisione burocratica rapporti, grafici, statistiche, bollettini su quello che succede nel Territorio palestinese occupato, in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Poco meno diRead more

La morte stra-annunciata del piccolo Ali

È solo l’ultimo di almeno 120 attacchi perpetrati dai coloni israeliani in Cisgiordania contro i palestinesi, dall’inizio dell’anno. Solo l’ultimo di 120 attacchi, secondo i dati delle Nazioni Unite che stilano con precisione burocratica rapporti, grafici, statistiche, bollettini su quello che succede nel Territorio palestinese occupato, in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Poco meno di […]

La morte stra-annunciata del piccolo Ali

È solo l’ultimo di almeno 120 attacchi perpetrati dai coloni israeliani in Cisgiordania contro i palestinesi, dall’inizio dell’anno. Solo l’ultimo di 120 attacchi, secondo i dati delle Nazioni Unite che stilano con precisione burocratica rapporti, grafici, statistiche, bollettini su quello che succede nel Territorio palestinese occupato, in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Poco meno di […]

“Walls of freedom”: in un labirinto di burocrazia e censura

Al-Araby Al -Jadid (28/07/2015). Traduzione e sintesi di Paola Conti Le autorità egiziane si sono rifiutate di sbloccare il carico merce, conservato dal febbraio scorso, delle copie del libro “Walls of Freedom” (“I muri della libertà”), sostenendo che il suddetto possa recar danno all’ordine pubblico egiziano. Il Pubblico Ministero egiziano aveva deciso, il 22 luglio scorso, […]

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Tunisia. “Nessuna sicurezza senza giustizia sociale”

“Il target geostrategico del terrorismo è cambiato, e oggi colpisce la società civile. Ma la responsabilità resta del governo e delle istituzioni: non è una transizione democratica quella che stiamo attraversando, solo una trasformazione sociale”. Intervista a Meriem Bribri, attivista del Comitato di sostegno ai martiri della Rivoluzione. 

 

06 Luglio 2015
di: 
Lamia Ledrisi da Tunisi

Tunisia. “Nessuna sicurezza senza giustizia sociale”

“Il target geostrategico del terrorismo è cambiato, e oggi colpisce la società civile. Ma la responsabilità resta del governo e delle istituzioni: non è una transizione democratica quella che stiamo attraversando, solo una trasformazione sociale”. Intervista a Meriem Bribri, attivista del Comitato di sostegno ai martiri della Rivoluzione. 

 

06 Luglio 2015
di: 
Lamia Ledrisi da Tunisi

“Noi non siamo dei pervertiti”: il coming out di massa di 40 ebrei ultraortodossi

All’ennesima dichiarazione omofoba non ce l’hanno fatta. Hanno aspettato, invano, un paio d’ore nella speranza che qualche altro leader replicasse. Che smentisse. Che criticasse. Quando attorno a quelle parole hanno notato solo il silenzio hanno aperto un file Word, hanno scritto alcune frasi. Poi hanno messo – uno dopo l’altro – nomi e cognomi. «Eccoci […]

“Noi non siamo dei pervertiti”: il coming out di massa di 40 ebrei ultraortodossi

All’ennesima dichiarazione omofoba non ce l’hanno fatta. Hanno aspettato, invano, un paio d’ore nella speranza che qualche altro leader replicasse. Che smentisse. Che criticasse. Quando attorno a quelle parole hanno notato solo il silenzio hanno aperto un file Word, hanno scritto alcune frasi. Poi hanno messo – uno dopo l’altro – nomi e cognomi. «Eccoci […]

Turchia: due poliziotti uccisi, si dà la colpa al PKK

(Agenzie). Due agenti della polizia turca sono stati uccisi oggi, venerdì 31 luglio, in un attacco contro il quartier generale della polizia nella regione meridionale di Adana. La responsabilità è caduta su militanti curdi del PKK. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Anadolu. Gli uomini armati hanno sparato contro il quartier generale della polizia nella città […]

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Buone vacanze

Osservatorio Iraq si ferma per un po’. Con un “ma”, e qualche consiglio di lettura.

 

 

Care lettrici, care lettori,

un altro anno è passato, e il lavoro per la redazione di Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa è stato come sempre intenso, il più possibile analitico e continuo, interamente volontario.

31 Luglio 2015
di: 
Redazione

Buone vacanze

Osservatorio Iraq si ferma per un po’. Con un “ma”, e qualche consiglio di lettura.

 

 

Care lettrici, care lettori,

un altro anno è passato, e il lavoro per la redazione di Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa è stato come sempre intenso, il più possibile analitico e continuo, interamente volontario.

31 Luglio 2015
di: 
Redazione

Informarsi sull’Afghanistan (e il Pakistan)

Lettera22/Progetto Afghanistan  segue con notizie e soprattutto analisi l’infinita guerra afgana da almeno dieci anni (da quando con Arci e Lunaria fu tra le associazioni che crearono Afgana, rete divenuta poi associazione per la ricerca e il sostegno alla società civile afgana).

 In questi giorni segue il cambio al vertice dei talebani  e il processo di pace. Ma anche quanto avviene nel vicino Pakistan e la crescita di Daesh in entrambi i Paesi. Gli articoli sono principalmente di Giualiano Battiston e miei. In parte li trovate anche su questo blog.

Vai alla sezione di  Lettera22/

Cisgiordania: coloni israeliani incendiano casa e uccidono un bambino

(Agenzie). I coloni israeliani hanno ucciso un bambino palestinese e hanno ferito altre quattro persone oggi, venerdì 31 luglio, di mattina presto, dopo aver appiccato un incendio ad una casa vicino Nablus in Cisgiordania. La leadership israeliana ha parlato di atto di terrorismo. I coloni israeliani hanno rotto le finestre delle due case nel villaggio palestinese di […]

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Palestina. Gaza e l’industria israeliana della violenza

“Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi si sono trasformati da obiettivi militari a cavie da laboratorio per testare tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono massicci profitti all’industria israeliana della violenza. Ma nell’inversione di termini dominante guerra è pace. E Palestina diventa Israele”.

13 Settembre 2015
di: 
Enrico Bartolomei*

Palestina. Gaza e l’industria israeliana della violenza

“Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi si sono trasformati da obiettivi militari a cavie da laboratorio per testare tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono massicci profitti all’industria israeliana della violenza. Ma nell’inversione di termini dominante guerra è pace. E Palestina diventa Israele”.

31 Luglio 2015
di: 
Enrico Bartolomei*

La Palestina e la sua ultima fabbrica di kefiah

Di Silvia Boarini. Middle East Eye (23/07/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. In copertina membri della famiglia Herbawi di Hebron che porta avanti la fabbrica Ciò che non si dimentica della fabbrica tessile di Hebron aperta e portata avanti dalla famiglia Herbawi è il rumore: telai meccanici che lavorano ad alta velocità. Queste antiche […]

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AfPak: l’ombra di Daesh sul negoziato e il progetto "Grande Khorasan"

Il vessillo di Daesh 
C‘è un terzo incomodo nella faida interna alla guerriglia afgana o nella guerra mediatica (e la notizia postuma della morte di mullah Omar sembra esserne un pezzo) che jihadisti, governi e servizi segreti stanno combattendo a cavallo della frontiera tra Pakistan e Afghanistan. Nel caos seguito alla morte di bin Laden prima e di mullah Omar adesso, si sta insinuando anche Daesh: è contrario al processo di pace – quale che sia – e ha già elaborato un progetto strategico territoriale che si chiama “Khorasan”. Non tenerne conto (come fa il governo di Islamabad che nega che il problema esista se non in forma residuale)* significa non vedere che la guerra afgano/pachistana e quella che si combatte in Medio oriente sono in parte due facce della stessa medaglia. Una medaglia fatta da finanziamenti occulti di sauditi, americani, cinesi o iraniani ognuno con un’agenda nella quale i jihadisti sono pedine geostrategiche importanti (quando non sfuggono di mano).
Il “Khorasan storico”, a cavallo tra tre Stati oggi
era la provincia orientale della Persia. Daesh
lo estende oltre i monti Suleiman e il passo Khyber

Il Khorasan è una regione storica dell’Asia che corrispondeva alla provincia più orientale dell’Impero persiano: quella “dove origina il sole” (khorāsān).Oggi è divisa tra Iran, Afghanistan e Turkmenistan ma nei progetti del Califfato prevede anche il Pakistan in una visione che fa a pugni con storia e geografia. Se è vero quanto emerge da un documento di Daesh di 32 pagine, ottenuto e tradotto dall’urdu dall’American Media Institute (ritenuto credibile e reso noto dalla stampa americanaalcuni giorni fa), il progetto del Grande Khorasan va però ben oltre la valle dell’Indo. Si spingerebbe, dice il documento, sino alle pianure del Gange per preparare un attacco all’India che trascini gki Stati uniti in un conflitto in grado di coalizzare la Umma (in India vivono oltre 180 milioni di musulmani). Il progetto sembra puntare a unificare la guerriglia afgana con quella pachistana e il documento contiene anche un invito ad Al Qaeda perché si unisca ai combattenti. Delirio? Forse, ma non da sottovalutare. Altro che negoziato.

*Su  Is in Afghanistan vedi il report  recente di The Dawn

Mullah Omar è morto. Viva mullah Mansur

Le cronache (tutte pachistane) dicono che il Gran consiglio dei talebani, chiusosi a chiave per in concilio d’emergenza dopo che la notizia della morte di mullah Omar è diventata virale, ha deciso che il nuovo leader (non emiro ma solo numero uno)* debba essere mullah Akhtar Mansur, che Omar avrebbe a suo tempo indicato (con mullah Baradar ora fuori gioco e mullah Obaidullah Akhund ucciso nel 2010) come successore.  Sotto sorveglianza stretta dell’Isi il primo, morto il secondo, Mansur avrebbe avuto gioco facile. L’ex ministro dell’aviazione civile dell’emirato è una garanzia: è nella manica dei pachistani ed è favorevole al processo negoziale. E’ stato forse lui a scrivere il famoso via libera al negoziato firmato da mullah Omar. Mansur avrà due secondi: uno potrebbe essere Yakub figlio di Omar (che molti avrebbero voluto al posto di Mansur) mentre l’altro sarebbe per certo Sirajuddin Haqqani, il figlio senior della rete creata dal vecchio padre mujahedin Jalaluddin e di cui sono noti i buoni anzi ottimi rapporti coi sauditi. Al suo fianco come secondo vice, sostiene l’agenzia Pajhwok, ci sarebbe mullah Haibatullah Akhunzada, già titolare della Difesa durante l’emirato. La scelta fatta sarebbe indigesta alla famiglia di Omar, scrive sempre Pajhwok.
Il processo di pace andrà avanti? Doveva tenersi proprio oggi il secondo round negoziale ma poi i  talebani  ne hanno preso le distanze stamane con una nota ufficiale. E’, dicono Islamabad e Kabul, solo rinviato. Poi si vedrà.

ps I talebani hanno ammesso la morte di mullah Omar: ma risalirebbe solo a qualche giorno fa e non sarebbe avvenuta in Pakistan

* Amir e non Amir-ul-Momineen

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

Quindi di letteratura sul mullà Omar ne abbiamo moltissima e ultimamente è disponibile anche una biografia scrit…

Il mullà Omar e il principio di indeterminazione

Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

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Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

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Stavolta potrebbe essere morto, o meglio: stavolta potrebbe essere vero che sia morto due o tre anni fa. Ma di necrologi ne sono già usciti molti, ogni volta che moriva ne pubblicavano un buon numero, corredando il tutto con considerazioni finali collegate alla situazione del momento.

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Afghanistan: talebani si dichiarano non a conoscenza dei colloqui di pace

(Agenzie). I talebani si sono dichiarati completamente inconsapevoli e non informati di qualsiasi nuovo round di colloqui di pace previsti questa settimana con il governo afghano. Al contempo non rilasciano nessun tipo di commento sulla notizia circolata ieri, mercoledì 29 luglio, circa la morte del loro leader Mullah Omar. “Secondo i media i colloqui di pace si svolgeranno molto […]

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Turchia: l’AKP verso acque inesplorate

Di Behlul Özkan. In Al Jazeera (27/07/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. Al momento, nessuna mente lucida penserebbe che l’ambiente politico turco sia in forma. La politica estera praticata dal Partito Giustizia e Sviluppo (AKP), che non lascia spazio a compromessi, ha già portato a un parziale isolamento regionale della Turchia. Seppur per motivi […]

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Cinque show che hanno fatto la storia della televisione araba

(Baraka Bits). Anche la televisione araba ha avuto i suoi baluardi: tra questi ecco cinque show televisivi che rimangono nella memoria collettiva di molti Paesi arabi. Madrast Al-Mushaghebeen (1973). Questo spettacolo teatrale egiziano è stato riadattato dal film americano “To Sir, With Love” del 1967. Lo spettacolo ebbe un grande successo non solo in Egitto, ma in […]

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Il Grande Gioco in Pakistan dopo la morte di mullah Omar e l’accordo tra Iran e Usa

La bandiera dell’Armata di Jhangvi: si riferisce a Haq

Nawaz Jhangvi fondatore di Sipah- e -Sahaba Pakistan, gruppo islamista sunnita

nato nel 1980. Lashkar-e-Jangvi nasce nel 1996. Entrambi si rifanno 
alla tradizione Deobandi, la scuola islamista del subcontinente 

Mentre si diffondeva la notizia della presunta morte di mullah Omar, da morte sicuramente certa veniva colpito in Pakistan Malik Ishaq, capo di Lashkar-e-Jhangvi, sanguinario gruppo estremista anti sciita. Catturato una settimana, Malik è stato ucciso (coi figli Usman e Haq Nawaz e altri 11 militanti della sua organizzazione) durante un tentativo per liberarlo che è finito con la morte di tutti e 14 i militanti, uccisi dalle forze di sicurezza pachistane. Benché al bando da anni, Lashkar-e-Jhangvi ha sempre goduto di una certa impunità. Lo stesso Malik, pluriaccusato per stragi che hanno ucciso decine di sciiti, ha fatto 14 anni di prigione ma nel 2011 è uscito e, arrestato più volte, è sempre stato liberato. Ora però il gruppo settario e filo qaedista è nel mirino come quasi tutte le formazioni radical-islamiste del Paese. Qualcosa sta cambiando e non si tratta di un mero fatto nazionale.


Nel quadro confuso di una guerra antica scatenata dai gruppi settari anti sciiti (cui non pare estranea la mano dei Paesi del Golfo) si è aggiunto il caos della nascita di un progetto di Daesh in Pakistan e Afghanistan e una guerra contro il governo ingaggiata dai talebani pachistani del Tehrek-e-Taleban Pakistan, in disaccordo coi cugini afgani (che in cambio dell’ospitalità nei rifugi sicuri del Pakistan si son sempre detti contrari a una guerra contro il regime di Islamabad). Un incendio che è ormai fuori controllo anche perché il potere dei servizi segreti pachistani (più o meno deviati) si è allentato: sia grazie a un tentativo di repulisti nei ranghi dell’Isi da parte del governo, sia perché il quadro jihadista è diventato sempre più disomogeneo con gruppi e gruppuscoli che anziché servire la causa nazionale (disturbare la Nato, controllare il conflitto in Afghanistan, sostenere la battaglia anti indiana per il Kashmir, contenere l’influenza sciito-iraniana) hanno cominciato a giocare una carta propria o quella di altri Paesi. In un gioco che ormai non coincide più con gli interessi strategici del Pakistan. E proprio qui sta il punto.
Da quando gli Stati uniti hanno iniziato a raffreddare le tensioni con Teheran, sino ad arrivare a un accordo sul nucleare qualche settimana fa, i pachistani hanno cominciato lentamente a non seguire più i dettati dei Saud. Se prima tolleravano i gruppi anti sciiti, adesso hanno iniziato a temerli come parte di una galassia jihadista incontrollabile e come attori di un processo di contenimento dell’Iran che al Pakistan interessa meno di prima. Per Islamabad è importante infatti avere buone relazioni con Teheran: è uno Stato confinante con una certa influenza in Afghanistan (sia sul governo sia su parte della guerriglia) e può essere un attore indispensabile di sviluppo (si veda il famoso progetto di un gasdotto dall’Iran all’India e alla Cina che passa per il Pakistan).
Che le tensioni coi sauditi siano aumentate lo si è visto quando Islamabad, pur confermando la fedeltà all’alleato, ha rifiutato di mandare uomini e armi in appoggio alla guerra che i sauditi hanno ingaggiato nello Yemen con gli Houthi (sciiti). Riad l’ha presa a male e ha minacciato ritorsioni. Il fatto è che Islamabad sa che il progetto del califfato non è estraneo ai convulsi disegni geo strategici dei Saud e questo è stato probabilmente un altro motivo di frizione quando Daesh ha pensato bene di allargare i suoi immaginari confini al Khorasan, una regione che nella geografia califfale significa AfPak. Se dunque Islamabad adesso stringe il collare sino a strozzare i gruppi che fino a ieri facevano una politica favorevole ai disegni di Riad, non c’è da stupirsi. Gli effetti dell’accordo di Vienna con Teheran stanno rivoluzionando anche questa fetta del pianeta.

Cosa dice l’Islam sugli omosessuali?

Di Mustafa Akyol. The New York Times (28/07/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia Il 29 giugno si è svolta la dodicesima parata del Gay Pride in Turchia, nell’affollata via Istiklal di Istanbul. Centinaia di persone hanno sfilato gioiosamente sventolando bandiere con l’arcobaleno fino a quando la polizia non ha iniziato a disperderle con i cannoni […]

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Bodybuilder arabe cercano riconoscimento all’estero

(Agenzie). Allena i suoi muscoli andando contro agli stereotipi culturali del Golfo, la culturista Haifa Musawi ha perso le speranze di gonfiare i suoi muscoli per il Bahrain, ma sta cercando riconoscimento all’estero. La 32enne ha cominciato ad allenarsi una decina di anni fa, dopo aver trovato un personal trainer per aiutarla a superare l’obesità, un problema […]

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Iraq: attacco turco ai curdi è contro “la sovranità nazionale”

(Agenzie). Il governo iracheno ha condannato gli attacchi turchi contro i militanti del PKK curdo nel nord dell’Iraq definendoli “un’escalation pericolosa e un assalto alla sovranità nazionale irachena”. In una dichiarazione diffusa dal Primo ministro iracheno Haider al-Abadi, l’autorità di Baghdad ha intimato alla Turchia di evitare ulteriori escalation e di cercare una soluzione alla crisi attuale. […]

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Fabius in Iran: media conservatori rievocano scandalo sangue degli anni ’80

(Agenzie). La visita a Teheran del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, a due settimane dall’accordo sul nucleare, ha rischiato di essere messa in ombra dalla rievocazione di uno scandalo su delle trasfusioni di sangue avvenuto 30 anni fa. Negli anni ’80, infatti, il Centro Nazionale Francese per la Trasfusione di Sangue aveva distribuito sacche […]

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Israele: approvati 300 insediamenti in Cisgiordania

(Agenzie). Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha approvato l’”immediata” costruzione di 300 nuovi insediamenti in Cisgiordania sotto le pressioni dell’ala di destra del suo governo. “Dopo le consultazioni parlamentari la costruzione di 300 nuovi insediamenti a Beit Hel è stata approvata” si legge in un comunicato rilasciato dall’ufficio stampa del Primo ministro. Il piano prevede in […]

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Dov’è finito Mullah Omar? Un macigno sul processo di pace

Vera o falsa che sia la notizia diffusa in queste ore (leggila sul sito della  Bbc), la morte presunta di mullah Omar (già nuovamente data per certa alcuni giorni fa) getta un macigno sul processo negoziale appena iniziato e che avrebbe dovuto avere un nuovo sviluppo, dopo un primo incontro  a Murree in Pakistan, proprio nei prossimi giorni.

Che Islamabad abbia un ruolo più che rilevante nell’avvio del processo negoziale è fuor di dubbio, come fuor di dubbio è che la notizia della morte di un leader che aveva appena dato luce verde ai colloqui rompe tutti gli esili fili sinora tessuti. Che il Paese dei puri avesse in animo di cambiare strategia e di favorire una pace afgana seppur sotto egida pachistana lo si è capito due anni fa: quando i pachistani, resisi conto che il “contagio talebano” aveva ormai creato problemi anche in casa (con la nascita del Tehrek-e-Taleban Pakistan, i talebani pachistani ben più agguerriti, qaedisti e sanguinari dei cugini afgani), hanno cominciato a bombardare il Nord Waziristan, sede non solo dei gruppi radicali locali ma anche santuario dei talebani afgani e dei colleghi jihadisti uzbechi, ceceni o cinesi.
L’operazione Zarb-e-Azb, condotta con aviazione e truppe di terra dopo il fallimento di un tentativo negoziale, ha iniziato però a produrre il trasferimento di centinaia di guerriglieri dal Pakistan all’Afghanistan. Kabul però ha iniziato a ripagare Islamabad con la stessa moneta usata dai pachistani che per anni han coccolato la guerriglia afgana cui Islamabad garantiva rifugi sicuri in cambio di un controllo sulla guerra. Anche Kabul si è messa a fare lo stesso, lasciando ai talebani pachistani la possibilità di trovare rifugio in Afghanistan (“ospitava” ad esempio  mullah Fazlullah, uno dei capi del Ttp).
Seppur obtorto collo il Pakistan, vessato dalla guerra interna con gli islamisti di casa e preoccupato della nascita di un Daesh pachistano (il progetto califfale del Grande Khorasan), ha dovuto così scendere a patti con Kabul. La strategia è cambiata e il Pakistan ha optato per una soluzione che potesse accontentare tutti. A un patto però: che la pace avesse un certificato di garanzia pachistano e che fosse Islamabad a dettare l’agenda. Ma la notizia di queste ore complica le cose. E sembra uscita proprio per mettere in difficoltà il Paese dei puri e far fallire per l’ennesima volta la speranza di un cessate il fuoco.

Vogliamo riabbracciare Padre Paolo Dall’Oglio

In occasione del secondo anniversario del sequestro del gesuita Padre Paolo Dall’Oglio, l’associazione “Giornalisti amici di Padre Dall’Oglio” rilancia una sintesi delle dichiarazioni e dell’appello recentemente reso a nome della […]

Vogliamo riabbracciare Padre Paolo Dall’Oglio

In occasione del secondo anniversario del sequestro del gesuita Padre Paolo Dall’Oglio, l’associazione “Giornalisti amici di Padre Dall’Oglio” rilancia una sintesi delle dichiarazioni e dell’appello recentemente reso a nome della […]

Accordo nucleare apre la strada all’Iran per la Shanghai Cooperation Organization

(Al-Bawaba). Il Segretario generale della Shanghai Cooperation Organization (SCO) ha detto di recente che l’accordo sul nucleare raggiunto dall’Iran e dalle sei potenze mondiali aprirà la strada a Teheran per la piena adesione presso l’organizzazione. Parlando all’agenzia di stampa iraniana IRNA a margine di un forum dei capi dei principali della SCO a Mosca, Dmitry Mezentsev ha spiegato gli […]

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Erdogan sul piede di guerra

Daily News Egypt (27/07/2015) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia La Turchia sta bombardando i bastioni di Daesh (ISIS)  ma anche quelli del PKK curdo. Il corrispondente turco Reinhard Baumgarten sostiene che questa operazione stia mettendo in pericolo il processo di pace tra Ankara e i curdi. Gli estremisti stanno avendo la meglio e il […]

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Un “pezzo di Libia” condanna alla fucilazione Saif al Islam Gheddafi

mcc43 Dal giorno della cattura da parte della milizia della tribù Zintan, Saif al Islam Gheddafi è detenuto in regime di segregazione; è possibile che abbia una limitata libertà di movimento nella località di detenzione, ma con l’impossibilità di comunicare sia con i mezzi d’informazione che con i difensori nei vari processi pendenti. L’ultima sua […]

Un “pezzo di Libia” condanna alla fucilazione Saif al Islam Gheddafi

mcc43 Dal giorno della cattura da parte della milizia della tribù Zintan, Saif al Islam Gheddafi è detenuto in regime di segregazione; è possibile che abbia una limitata libertà di movimento nella località di detenzione, ma con l’impossibilità di comunicare sia con i mezzi d’informazione che con i difensori nei vari processi pendenti. L’ultima sua […]

Fabius in visita a Teheran, invita Rohani in Francia

(Agenzie). Nella sua prima visita in Iran (è la prima volta dopo 12 anni che un ministro degli Esteri francese visita l’Iran), Laurent Fabius ha consegnato un invito del presidente Francois Hollande al presidente iraniano Hassan Rohani per visitare la Francia nel mese di novembre prossimo. Lo ha riportato l’agenzia di stampa iraniana ISNA. L’ultimo presidente iraniano che […]

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Egitto: divieto di accesso a donne velate in ristoranti e resort in stagione estiva

(Agenzie). Molte donne egiziane hanno denunciato una situazione particolare che si trovano ad affrontare durante questa stagione estiva. Le zone “hijab-free” sembrano essere salite in popolarità e di conseguenza molti ristoranti e resort di alto livello hanno deciso di applicare un divieto di ingresso alle donne che indossano il velo. Utenti dei social network in Egitto hanno fatto ricorso a Facebook e Twitter […]

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Bahrein: identificati sospetti in attacco terroristico

(Agenzie). Sono stati identificati diversi sospetti rispetto all’attentato in Bahrein che ha ucciso due poliziotti ieri, martedì 28 luglio. Alcuni sono stati arrestati. Lo ha riportato l’agenzia di stampa statale BNA oggi, mercoledì 29 luglio, citando il ministero degli Interni. La bomba di ieri, che ha ferito sei persone, ha rappresentato il più sanguinoso attacco del genere in […]

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A presto, Paolo

Nell’anniversario del sequestro di padre Paolo le ultime pagine del libro “Medio Oriente senza cristiani”, dedicate a lui.

A presto, Paolo

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Erdogan: il processo di pace con i curdi non può continuare

(Agenzie). Il presidente turco Recep Erdogan ha dichiarato che il processo di pace della Turchia con i curdi non può continuare a causa dei continui attacchi rivolti contro obiettivi turchi. “È impossibile continuare accordi di pace con coloro che attaccano la nostra unità nazionale” ha dichiarato Erdogan facendo riferimento al Partito dei lavoratori del Kurdistan. La […]

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Marocco: direttore giornale condannato per diffamazione

(Agenzie). Il direttore del giornale marocchino Al-Akhbar,Rachid Niny, è stato condannato al pagamento di una multa di 41mila dollari per diffamazione contro il ministro del trasporto del Regno. Secondo quanto riportato dal giornale marocchino Tel Quel il ministro dei trasporti avrebbe sporto denuncia a seguito della pubblicazione di due articoli, uno dei quali lo accusava per aver utilizzato […]

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Libia: attacco suicida a Bengazi, 3 morti

(Agenzie). Tre poliziotti sono morti e 11 sono rimasti feriti in un attacco suicida nella città di Bengasi, secondo quanto riferito dalle autorità locali. Il porto orientale della città è sempre più l’obiettivo di attentati suicidi, da quando le forze del governo riconosciuto dalla comunità internazionale stanno lottando contro le forze islamiste presenti nella regione. […]

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Una rivista LGTB in arabo?

Di Drew Brammer. Egypt Independent (27/05/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Dal 2007, la rivista online My.Kali tratta – in lingua inglese – temi legati al mondo LGBT attraverso la fotografia, l’arte e la musica, rivolgendosi ad un pubblico variegato in tutta la regione MENA dalla sua base ad Amman, in Giordania.    Per Khalid Abdel-Hadi, […]

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Erdogan: nessun passo indietro nella lotta contro il terrorismo

(Agenzie). Il presidente Tayyip Erdogan ha detto oggi, martedì 28 luglio, che la Turchia non farà alcun passo indietro nella sua lotta contro il “terrorismo” ma che la lotta per sconfiggerlo continuerà con la stessa determinazione. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Reuters.  Erdogan ha detto anche detto che si sarebbe aspettato l’alleanza militare della NATO, che terrà una riunione […]

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Audrey Hepburn ispira lo stilista libanese Georges Chakra

(Al-Bawaba). Lo stilista libanese Georges Chakra ha tratto ispirazione dall’icona del cinema e della moda Audrey Hepburn per la sua collezione autunno-inverno 2015-2016. Chakra ha presentato le sue ultime creazioni durante la settimana della moda di Parigi all’inizio di questo mese al Palais de Tokyo. La collezione traccia una linea sottile tra poesia floreale e […]

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Turchia-Iran: sospeso trasporto di gas a causa di esplosione

(Agenzie). Un’esplosione avvenuta nella notte di ieri, lunedì 27 luglio, ha sospeso il trasporto di gas lungo un oleodotto che collega la Turchia all’Iran nella provincia orientale turca di Agri. Lo ha detto il Ministro dell’Energia di Ankara. “L’esplosione ha causato un incendio, ma siamo riusciti a contenerlo rapidamente. Il trasporto di gas riprenderà non appena l’oleodotto sarà […]

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Bahrein: due poliziotti uccisi in attentato terroristico

(Agenzie). Due poliziotti del Bahrein sono stati uccisi e un terzo è stato gravemente ferito in un attentato terroristico nel villaggio prevalentemente sciita di Sitra, a sud della capitale Manama. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno sul suo account Twitter, oggi martedì 28 luglio. “Un attentato terroristico ha colpito due poliziotti in servizio nella zona di […]

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La visita di Hamas in Arabia Saudita e gli equilibri regionali

Di Rafat Fahd Murrah. Al-Jazeera (23/7/2015). Traduzione e sintesi di Alessandro Balduzzi. La visita di Hamas al re Salman e ad altre autorità saudite ha provocato un’ampia eco politica, popolare e mediatica nella regione, attirando l’interesse dei governi mediorientali e alimentando la discussione tra i sostenitori di un’alleanza tra il movimento palestinese e Riyad e i […]

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Il caso Meloni-Buttafuoco: se sei musulmano non puoi candidarti

Qualche giorno fa, su Al Jazeera, si discuteva di mondo arabo e Iran dopo l’accordo sul nucleare. Si rifletteva  di che ripercussioni avrebbe avuto sulla regione, il fatto di aver aperto le porte verso il mondo, dopo anni di chiusura, all’Iran. Da Londra, Teheran e Qatar, gli ospiti di vari schieramenti hanno cercato di dibattere […]

Il caso Meloni-Buttafuoco: se sei musulmano non puoi candidarti

Qualche giorno fa, su Al Jazeera, si discuteva di mondo arabo e Iran dopo l’accordo sul nucleare. Si rifletteva  di che ripercussioni avrebbe avuto sulla regione, il fatto di aver aperto le porte verso il mondo, dopo anni di chiusura, all’Iran. Da Londra, Teheran e Qatar, gli ospiti di vari schieramenti hanno cercato di dibattere […]

Il caso Meloni-Buttafuoco: se sei musulmano non puoi candidarti

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Frammenti del Corano ritrovati e Sincronicità

mcc43 La scoperta è dell’italiana Alba Fedeli, la conferma è del laboratorio di Oxford: i due antichi frammenti con versetti del Corano risalgono a 1400 anni fa.  Poiché il culmine della predicazione del Profeta Muhammad è il 622, anno dell’emigrazione a Medina, i frammenti databili tra il 568 e il 645 d.C. potrebbero essere stati redatti […]

Il principe saudita Bandar bin Sultan rompe il silenzio

Elaph (26/07/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. L’ex capo dei servizi segreti saudita e ambasciatore negli Stati Uniti tra il 1981 e il 2005, il principe Bandar bin Sultan, ha inviato al quotidiano online Elaph una lettera in cui presenta le sue osservazioni circa l’accordo nucleare tra gli USA e l’Iran. “Oggi critici mediatici […]

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Il sogno siriano non morirà

(di Elias Khury, al Quds al arabi. Traduzione dall’arabo di Giacomo Longhi). Oggi il dibattito sulla Siria si concentra sulla perdita di qualsiasi equilibrio e l’incognita di chi succederà al […]

Il sogno siriano non morirà

(di Elias Khury, al Quds al arabi. Traduzione dall’arabo di Giacomo Longhi). Oggi il dibattito sulla Siria si concentra sulla perdita di qualsiasi equilibrio e l’incognita di chi succederà al […]

Yemen: nuova tregua umanitaria di 5 giorni

(Agenzie). Una tregua umanitaria di 5 giorni è entrata in vigore in Yemen alla mezzanotte di oggi, lunedì, dopo ore di violenti scontri tra le forze alleate alla coalizione saudita-araba e le milizie Houthi per il controllo della base aerea di Al-Anad, a nord della città di Aden, una delle più grandi del Paese. La coalizione […]

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Turchia: controversie sull’intervento in Siria

(Agenzie). Alla luce del coinvolgimento della Turchia nella lotta contro Daesh (ISIS) in Siria, con l’inizio di raid aerei su territorio siriano, le milizia curda YPG sostiene che l’esercito turco hanno colpito alcune delle sue posizioni nei pressi di Jarablus, un villaggio nel nord della Siria. Secondo una dichiarazione della milizia, diversi carri armati al di […]

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Tunisia: conviene prepararsi al peggio

Santiago Alba Rico Chi osservi le immagini del giovane Seifeddin Rezgui sulla spiaggia di Port Kantaoui, nella città di Sousse, lo scorso 26 giugno, capirà subito che il fenomeno del jihadismo terrorista è qualcosa di più di una violenta manifestazione di radicalismo religioso. Rezgui, addestrato in Libia, precedentemente animatore in alcuni hotel turistici, studente universitario appassionato di hip-hop, sembra un […]

La Tunisia e l’esportazione del terrorismo

Di Mohammed al-Haddad. Al-Hayat (19/07/2015). Traduzione e sintesi di Alice Bondì. Secondo il rapporto pubblicato di recente dalle Nazioni Unite sul fenomeno dei foreign fighters, la Tunisia occupa una posizione di rilievo tra gli esportatori del terrorismo nel mondo. Il rapporto stima che i tunisini dispiegati in diversi focolai di crisi in tutto il mondo sono […]

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Se si viola la santità di una moschea

Pochi giorni sono trascorsi dall’ultima volta che Gerusalemme era entrata nelle case degli italiani attraverso la TV. Pochi giorni fa, la Città Tre Volte Santa aveva fatto il suo ingresso attraverso la visita di Matteo Renzi a Israele/Palestina, e soprattutto attraverso il suo discorso alla Knesset. Il discorso di un presidente del consiglio leader delRead more

Se si viola la santità di una moschea

Pochi giorni sono trascorsi dall’ultima volta che Gerusalemme era entrata nelle case degli italiani attraverso la TV. Pochi giorni fa, la Città Tre Volte Santa aveva fatto il suo ingresso attraverso la visita di Matteo Renzi a Israele/Palestina, e soprattutto attraverso il suo discorso alla Knesset. Il discorso di un presidente del consiglio leader del […]

Se si viola la santità di una moschea

Pochi giorni sono trascorsi dall’ultima volta che Gerusalemme era entrata nelle case degli italiani attraverso la TV. Pochi giorni fa, la Città Tre Volte Santa aveva fatto il suo ingresso attraverso la visita di Matteo Renzi a Israele/Palestina, e soprattutto attraverso il suo discorso alla Knesset. Il discorso di un presidente del consiglio leader del […]

Egitto: esteso stato di emergenza nel Sinai

(Agenzie). Le autorità egiziane hanno annunciato l’estensione dello stato di emergenza per altri 3 mesi nella zona del Sinai del nord. La decisione, annunciata dal primo ministro Ibrahim Mehleb, verrà applicata nei distretti di Rafah, Al-Arsih, Sheikh Zuweid e altre aree limitrofe a partire da oggi, domenica. La misura era stata introdotta lo scorso ottobre, dopo che […]

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Occhi e orecchie (cattive notizie in tempo di sventura)

Di Jihad al-Kazhen. Al-Hayat (23/07/2015). Traduzione e sintesi di Laura Giacobbo. Altre cattive notizie nel nostro mondo arabo. L’agenzia internazionale delle Nazioni Unite per i rifugiati dice che il numero dei rifugiati siriani all’estero ha superato i quattro milioni, con circa altri 7,6 milioni di rifugiati o sfollati all’interno della Siria. Cioè significa che quasi […]

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Turchia: autorità vieta marcia per la pace anti-Daesh

(Agenzie). Le autorità di Istanbul hanno vietato una “marcia della pace” organizzata anti-Daesh (ISIS) che si sarebbe tenuta nella metropoli turca questo fine settimana. la motivazione ufficiale sembra essere la sicurezza e la congestione del traffico. Il Partito Democratico Popolare pro-curdi (HDP) contava di radunare migliaia di persone per domani, domenica 26 luglio, per la protesta volta a condannare […]

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Siria: Assad annuncia amnistia per disertori servizio militare

(Agenzie). Il presidente siriano Bashar al-Assad ha emesso un decreto che annuncia un’amnistia generale per i  disertori del servizio militare che hanno violato la legge obbligatoria del paese. Lo ha annunciato la televisione di stato oggi, sabato 25 luglio. L’esercito siriano, uno dei più grandi della regione, è stato impegnato da una insurrezione lunga quattro anni,  dove sta […]

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Siamo davvero disposti a rinunciare alla libertà in cambio di sicurezza?

Al-Huffington Post (22/07/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo Un pericolo per lo stato di diritto, così Amna Guellali, rappresentante di Human Rights Watch (HRW) in Tunisia aveva definito il progetto di legge oggetto di discussione in questi giorni in Parlamento. Una linea condivisa da tredici organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International, Reporters sans Frontières, Oxfam e […]

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Chi ha ucciso Houssem Saidi?

Amal Bint Nadia Il 16 luglio 2015 verso le 19.30 Houssem Saidi giornalista freelance tunisino è stato trovato morto dalla polizia nel centro di Algeri. Il 20 luglio la salma è stata rimpatriata, dopo una prima autopsia eseguita in Algeria. Una seconda autopsia è stata eseguita sulla salma all’ospedale Charles Nicoles di Tunisi, dopo il rimpatrio. Il giorno dopo centinaia […]

La Cappella Gitana

capillagitana 110L’Associazione Culturale Helios Gomez di Barcellona si batte per il restauro dell’affresco della Vergine della Merced, protettrice dei detenuti e patrona della città, realizzato dall’attivista gitano nel carcere catalano di Modelo, per anni coperto “per ragioni igieniche”.

Un’enciclopedia dell’Olocausto

oloc 110L’opera, in castigliano, ricostruisce la storia delle atrocità subite dai rom durante gli anni del nazismo, dal progetto iniziale che prevedeva la deportazione di trentamila persone da Germania e Austria verso i territori polacchi occupati, poi fallito, alle ondate di violenza post-belliche che si sono scatenate nella Repubblica Federale Tedesca contro questi gruppi.

Siria: opposizioni concordano su dimissioni di Assad

(Agenzie). Due dei principali gruppi dell’opposizione siriana hanno trovato un accordo concordare sul fatto che qualsiasi accordo volto a porre fine al conflitto nel Paese dovrà prevedere le dimissioni di Bashar al-Assad. La Coalizione Nazionale Siriana e il Comitato Nazionale di Coordinamento per il cambiamento democratico (quest’ultimo tollerato dalle forze del regime) hanno concordato una […]

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Turchia: donna uccisa in raid della polizia

(Agenzie). Una donna è stata uccisa durante un raid della polizia nella città di Istanbul, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Anatolia. La vittima faceva parte del Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (DHKP-C). L’operazione delle forze di sicurezza di Istanbul ha coinvolto circa 5.000 forze di polizia turche, entrate in azione venerdì mattin per arrestare presunti membri del […]

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Libia: nessun progresso nella ricerca italiani rapiti

(Agenzie). Le forze di sicurezza libiche non hanno compiuto alcun progresso nella ricerca dei quattro italiani rapiti a ovest della capitale. Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla lavoravano nei pressi di un complesso petrolifero del colosso italiano Eni, nella regione di Mellitah. “Un gran numero di forze di sicurezza sono impegnate nella ricerca dei rapiti”, ha […]

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Turchia: primi raid contro obiettivi Daesh in Siria

(Agenzie). Aerei da guerra turchi hanno condotto per la prima volta attacchi contro diversi obiettivi Daesh (ISIS) in Siria. Secondo una dichiarazione rilasciata dall’ufficio del primo ministro, tre F-16 turchi sono decollati questa mattina dalla città di Diyarbakir, nel sud-est della Turchia, e hanno colpito tre obiettivi Daesh in territorio siriano lanciando 4 bombe teleguidate. […]

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Turchia: arrestati 251 sospetti militanti

(Agenzie). La Turchia ha arrestato 251 sospetti militanti dopo aver lanciato raid per colpire Daesh (ISIS) e militanti curdi in 13 province in tutto il Paese lo scorso venerdì 17 luglio. Lo ha detto l’ufficio del primo ministro in un comunicato.  La Turchia è determinata a combattere tutti i gruppi terroristi, senza distinzione, aggiunge il comunicato. Con il […]

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Iran: ministro Esteri italiano in visita il prossimo mese

(Agenzie). Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, sarà in visita ufficiale in Iran il 4 e 5 agosto prossimi, secondo quanto confermato dalla Farnesina. Si tratta dell’ennesimo annuncio di visita ufficiale da parte di una figura politica europea in Iran dopo la conclusione dell’accordo sul nucleare dello scorso 14 luglio. Il ministro degli Esteri […]

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L’esperienza unica di una visita a Petra (video)

(Baraka Bits). Petra, una delle sette meraviglie del mondo, viene visitata ogni anno da centinaia di migliaia di turisti, i quali la definiscono un’esperienza “unica nella vita”. Il sito, inserito anche nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, viene spesso chiamato “la Città Rosa”, per via delle vibranti sfumature della pietra. Anche la sua storia è […]

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Arabia Saudita: video scandalo di molestie sessuali (video)

(Agenzie). In un video trasmesso sui social network si vedono due giovani donne saudite molestate da alcuni uomini. È avvenuto lo scorso fine settimana, durante la Eid el-Fitr, a Jeddah. I difensori dei diritti umani e i medici richiedono che la legislazione sulle molestie sessuali sia messa a punto rapidamente al fine di proteggere donne e bambini vittime di questo […]

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Cucina algerina: mhawet, polpette di pollo al prezzemolo

La ricetta di oggi ci porta in Algeria, alla scoperta di un piatto molto semplice da preparare, ma altrettanto gustoso: le mhawet, polpette di pollo al prezzemolo! Ingredienti: 1 petto di pollo 1 cipolla 1 manciata di ceci 1 foglia di alloro 1 fettina di limone ½ cucchiaino di curcuma 1 stecca di cannella 1 cucchiaio di […]

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Consiglio di lettura: “Rapsodia Irachena” di Sinan Antoon

Ho trovato questo libricino di un centinaio di pagine un giorno, per caso, girovagando in libreria alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere. Il titolo “Rapsodia Irachena” mi ha subito intrigato e ho deciso di comprarlo. Oggi ve lo voglio consigliare come lettura “da ombrellone”, nonostante i temi non siano esattamente leggeri. Si tratta […]

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Una ballerina palestinese e la sua libertà dopo la prigionia

Di Ahmad Melhem. Al-Monitor (19/07/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. Lina Khattab, palestinese studentessa di giornalismo all’università di Birzeit e ballerina della El-Funoun Palestinian Popular Dance Troupe, è stata liberata da una prigione israeliana lo scorso 11 giugno. La giovane era stata arrestata a ovest di Ramallah il 18 dicembre 2013 da parte dell’esercito […]

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Storie di profughi siriani a Telabbas

(di Lorenzo Trombetta, Ansa). La dignità non manca, ma della vita di un tempo non hanno più nulla le quattro famiglie di profughi siriani di fatto imprigionate nelle tende erette […]

Storie di profughi siriani a Telabbas

(di Lorenzo Trombetta, Ansa). La dignità non manca, ma della vita di un tempo non hanno più nulla le quattro famiglie di profughi siriani di fatto imprigionate nelle tende erette […]

Tunisia: parlamento approva pena di morte per reati di terrorismo

(Agenzie). Il parlamento della Tunisia ha approvato oggi, giovedì 23 luglio, l’imposizione della pena di morte per reati di terrorismo. I legislatori hanno votato durante il secondo dei tre giorni di dibattito su un disegno di legge volto a rinforzare i poteri statali al fine di affrontare una minaccia jihadista, soprattutto in seguito agli attacchi mortali rivendicati da […]

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Libano: conferenza sui cristiani del Medio Oriente

(Agenzie). Si terrà a Beirut domani, 24 luglio 2015, una conferenza di due giorni sui cristiani del Medio Oriente, continuando il lavoro iniziato già precedentemente durante una serie di incontri passati. Samir Abi Lamaa, presidente della Lega Maronita ed ex direttore della Beirut Bar Association, ha detto al Central News Agency che la conferenza di venerdì si […]

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Iran: più di 200 insegnanti arrestati per proteste

(Agenzie). Più di 200 insegnanti sono stati arrestati ​​oggi, mercoledì 23 luglio, durante una protesta davanti al parlamento di Teheran per chiedere la liberazione dei loro colleghi in carcere. Lo ha riferito un gruppo di attivisti. Oltre 2.000 insegnanti provenienti da tutto l’Iran si sono riuniti fuori dal parlamento portando cartelli e urlando “Liberate le persone arrestate”. Lo […]

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Israele: perché l’accordo sul nucleare dell’Iran è un bene

Di Ishaan Tharoor. The Washington Post (22/07/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. In seguito all’accordo sul programma nucleare iraniano, l’attenzione si è subito spostata sulle reazioni di un unico Stato, che non ha mai preso parte ai negoziati: Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha lanciato dure critiche, e che non lasciano spazio al […]

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Al via la 12ª edizione del Zouk Mikael International Festival in Libano

(The Daily Star Lebanon). Giunge alla sua 12ª edizione il Zouk Mikael International Festival, evento mirato alla promozione dei talenti locali accanto alle esibizioni di artisti di fame internazionale, che si svolgerà nei giorni 23, 25 e 28 luglio. Ziad Rahbani, uno dei più celebri e completi artisti libanesi, aprirà il festival con un concerto presso l’anfiteatro […]

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Iran: investimenti europei per 2 miliardi di dollari

(Agenzie). Alla luce della firma dell’accordo sul nucleare, l’Iran ha portato a termine negoziazioni con diverse compagnie e aziende europee intenzionate a investire in progetti nella Repubblica Islamica. “Alcune delle negoziazioni sono state concluse e abbiamo approvato e garantito gli investimenti esteri”, ha detto Mohammad Khazaei, funzionario del governo iraniano. “Nelle ultime due settimane abbiamo […]

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Turchia: quotidiano licenzia giornalista per tweet contro Erdogan

(Agenzie). Il quotidiano turco Milliyet, uno dei principali nel Paese, ha licenziato in tronco uno dei suoi opinionisti di spicco, Kadri Gursel, per aver postato un tweet molto critico nei confronti della politica del presidente Erdogan contro i militanti di Daesh (ISIS). “È imbarazzante che i leader esteri chiamino la persona che la prima causa per la presenza del […]

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Iraq: Daesh rivendica attentato suicida in quartiere sciita di Baghdad

(Agenzie). Combattenti Daesh (ISIS) hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco avvenuto ieri nel quartiere a maggioranza sciita di Al-Shurta al-Rabaa, a Baghdad. Nell’attacco sono morte almeno 20 persone. Il gruppo ha rivendicato l’attentato con una dichiarazione online, specificando che l’obiettivo era un posto di blocco della sicurezza nel quartiere sciita della capitale irachena.  

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Tunisia: parlamento discute nuova legge anti-terrorismo

(Agenzie). In Tunisia, i parlamentari sono impegnati in una sessione di tre giorni per discutere sul nuovo progetto di legge sulla lotta al terrorismo, elaborata in seguito al recente attacco a Sousse e alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del presidente Essebsi. Se approvata, la legge potrà permettere ai tribunali di imporre sentenza di […]

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Yemen: forze pro-Hadi riprendono palazzo presidenziale di Aden

(Agenzie). Forze leali al presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, in esilio in Arabia Saudita, sono riuscite a riprendere il palazzo presidenziale, secondo quanto riferito da una fonte all’interno della milizia pro-governativa della Resistenza Popolare. Inoltre, un aereo militare saudita è riuscito ad atterrare all’aeroporto di Aden, segnando così il ripristino delle operazioni della struttura da […]

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Iran e Fratellanza Musulmana: quale la minaccia più incombente sui Paesi arabi?

Di Mustafa al-Najjar. Middle East Monitor (22/07/2015) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Dopo la riunione tra il re saudita Salman con Khaled Meshaal, Capo dell’Ufficio politico di Hamas, si è sollevata una tormenta di critiche da parte delle persone leali al regime egiziano. Pensano che la riunione non serva allo scopo che si è prefisso […]

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Un parco giochi per i bambini di Telabbas

(di Lorenzo Trombetta, Ansa). Sono deserti gli scivoli e le altalene colorate, costruite con materiali di risulta del campo di profughi siriani a Telabbas, nel Libano del nord, all’indomani della […]

Un parco giochi per i bambini di Telabbas

(di Lorenzo Trombetta, Ansa). Sono deserti gli scivoli e le altalene colorate, costruite con materiali di risulta del campo di profughi siriani a Telabbas, nel Libano del nord, all’indomani della […]

MARCO ALLONI – Nefertiti Frankenstein. La Germania colpisce ancora

Germania recidiva, si potrebbe dire. E non solo perché il Quarto Reich mette in ginocchio la Grecia, ma perché nella stessa logica di un profitto unidirezionale conserva, o per meglio dire tiene in ostaggio, anche la bellezza egiziana. Il tema è tornato d’attualità grazie a una singolare vicenda occorsa nella città nilotica di Minya, a […]

MARCO ALLONI – Nefertiti Frankenstein. La Germania colpisce ancora

Germania recidiva, si potrebbe dire. E non solo perché il Quarto Reich mette in ginocchio la Grecia, ma perché nella stessa logica di un profitto unidirezionale conserva, o per meglio dire tiene in ostaggio, anche la bellezza egiziana. Il tema è tornato d’attualità grazie a una singolare vicenda occorsa nella città nilotica di Minya, a […]

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Germania recidiva, si potrebbe dire. E non solo perché il Quarto Reich mette in ginocchio la Grecia, ma perché nella stessa logica di un profitto unidirezionale conserva, o per meglio dire tiene in ostaggio, anche la bellezza egiziana. Il tema è tornato d’attualità grazie a una singolare vicenda occorsa nella città nilotica di Minya, a […]

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Germania recidiva, si potrebbe dire. E non solo perché il Quarto Reich mette in ginocchio la Grecia, ma perché nella stessa logica di un profitto unidirezionale conserva, o per meglio dire tiene in ostaggio, anche la bellezza egiziana. Il tema è tornato d’attualità grazie a una singolare vicenda occorsa nella città nilotica di Minya, a […]

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La Turchia blocca l’accesso a Twitter

(Agenzie). La Turchia ha bloccato l’accesso a Twitter per prevenire la trasmissione delle immagini dei bombardamenti di lunedì 20 luglio nel sud-est della Turchia, che hanno ucciso 32 persone. Lo ha riportato l’agenzia di stampa statale turca Anadolu. Un tribunale di Suruc ha emesso un divieto di pubblicazione di immagini relative al bombardamento nei media, comprese le piattaforme […]

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La Merkel e la rifugiata palestinese: nessuno ha centrato il punto

Di Susan Abulhawa. Middle East Eye (20/07/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Il 14 luglio scorso, la Cancelliera tedesca Angela Merkel è apparsa in un programma televisivo intitolato “Good Life in Germany”. Nel pubblico c’era anche la tredicenne Reem, rifugiata palestinese scappata da un campo profughi del Libano quattro anni fa.  Con la voce […]

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I 10 studiosi musulmani che hanno rivoluzionato il mondo

(Al Huffington Post Maghreb). Dalla matematica alla filosofia, passando per la medicina e la sociologia: la storia del mondo islamico pullula di grandi studiosi e pensatori che hanno rivoluzionato le loro discipline e anche il corso dell’umanità. Abbas Ibn Firnas. Nato nell’810 nella provincia di Malaga, è stato il primo a elaborare il progetto folle del volo. […]

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Libia: 40 morti in scontri tribali nel sud del Paese

(Agenzie). È di 40 vittime il bilancio delle persone uccise nell’arco di una settimana negli scontri tra le minoranze dei Toubou e dei Tuareg nella Libia meridionale. Oggetto delle recenti dispute il controllo della città-oasi di Sabha, la più grande del Sahara libico, secondo alcune fonti ufficiali, che hanno aggiunto che molte famiglie sono state […]

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Chiusa unica centrale elettrica di Gaza per controversia fiscale

(Agenzie). L’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza è stata fatta chiudere dall’autorità per l’energia gestita da Hamas a causa della disputa sulle tasse per i carburanti con l’Autorità Palestinese in Cisgiordania. “Le imposte sui carburanti del ministero delle Finanze di Ramallah impediscono all’autorità per l’energia di continuare a gestire la centrale”, recita una dichiarazione […]

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Iran: no a estensione sanzioni oltre i 10 anni

(Agenzie). L’Iran non accetterà alcuna estensione delle sanzioni sul suo programma nucleare oltre i 10 anni: questo quanto dichiarato da Abbas Araqchi, uno dei principali negoziatori iraniani, in una conferenza stampa. Araqchi ha dichiarato che qualsiasi tentativo di re-imporre le sanzioni dopo la loro rimozione tra 10 anni costituirebbe una violazione dell’accordo tra l’Iran e i […]

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Il wahhabismo ha un futuro radioso davanti a sé

Di Antoine Menusier. L’Hebdo (09/07/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. L’esistenza politica dell’Arabia Saudita dipende dalla dottrina wahhabita, una corrente religiosa rigorista apparsa nel XVIII secolo, alla quale è legata la famiglia dei Saud. Chiarimento dello storico Nabil Mouline, specialista di questo Paese e autore del libro “I chierici dell’Islam”. Qual è la particolarità […]

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A Casablanca “Lasciatemi cantare”

les-amis 110“Alep point zéro” | babelmed | cultura mediterraneaDialogo tra le tradizioni musicali del Mediterraneo: Il 24 luglio nella Place des Nations Unies di Casablanca si esibiranno in concerto il Maestro Antonio Maiello – che sperimenta da più di vent’anni iniziative di avvicinamento dei popoli, in particolare di quelli del Mediterraneo – e Les Amis du Monde.

Segretario generale del CCG condanna “contraddizioni evidenti” dell’Iran

(Agenzie). Il segretario generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), Abdel Latif al-Zayani, ha espresso la sua sorpresa per le “palesi contraddizioni” così evidenti nella posizione del leader supremo dell’Iran e del suo presidente per quanto riguarda il rapporto del Paese con gli Stati arabi. Lo ha riferito l’Agenzia di Stampa Saudita. Dopo la […]

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Yemen: nave di aiuti ONU raggiunge Aden

(Agenzie). Una nave carica di aiuti umanitari dell’ONU ha raggiunto la città portuale meridionale di Aden per dare sostegno ai civili yemeniti. Lo ha reso noto l’AFP. Il governatore Nayef al-Bakri ha detto ai giornalisti che la nave è stata la prima dell’ONU ad aver raggiunto la città del sud in quattro mesi di conflitto, da quando […]

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MUZZIKA ! Luglio-Agosto 2015

Muzzika ! Juillet 2015 | babelmed | culture méditerranéenne

Omaggio alla Spagna e precisamente alla Galizia, con Guadi, Galego, SES e Eskorzo, nei loro stili diversi ma tutti eccellenti. Omaggio anche alla musica europea, con il duo belga Elles et Pilarzt/Gielen e l’italiano Luca Bassanese. Con loro, pensiamo, la modernità non passerà e il popolo vincerà.

Buona estate a tutti, con delle belle serate a danzare!

 

Primo ministro Renzi in visita in Israele e Palestina

(Agenzie). Il primo ministro italiano, Matteo Renzi, è impegnato in una visita di due giorni in Israele e Palestina, durante la quale incontrerà i leader dei due governi. Previsto per oggi un intervento alla Knesset, dopo di che incontrerà il presidente del parlamento Yuli Edel­stein, il capo dell’opposizione Isaac Herzog, il presidente Reuven Rivlin e ovviamente […]

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Marocco: Mogherini per la prima volta in visita

(MAP). L’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, si trova oggi in Marocco in occasione della sua prima visita al regno dopo la sua nomina a capo della diplomazia europea lo scorso anno. Durante la sua visita, la Mogherini verrà accolta dal ministro degli Esteri e della Cooperazione, Salaheddine Mezouar, e incontrerà diversi […]

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Iran: revisione del parlamento dell’accordo nucleare

(Agenzie). Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha consegnato al parlamento di Teheran il testo dell’accordo sul nucleare raggiunto la scorsa settimana con le potenze del gruppo 5+1. Secondo la Costituzione iraniana, il parlamento ha il diritto e la facoltà di rivedere, emendare e anche rifiutare qualsiasi accordo, anche se concluso dal ministro […]

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Yemen: Daesh rivendica nuovo attentato a moschea

(Agenzie). Il ramo yemenita di Daesh (ISIS) ha rivendicato la responsabilità di un attacco presso la moschea sciita di Moeed, a Sana’a. Secondo fonti mediche e della polizia, sono almeno 5 le persone rimaste uccise e 7 quelle rimaste ferite. L’attacco ha colpito l’esterno della moschea, generalmente frequentata da Houthi, ed è situata nei pressi della residenza […]

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Libano: i social media amplificano l’odio settario

Di Diana Moukalled. Al-Arabiya (20/07/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. Beirut. Dopo una disputa legata al traffico protrattasi per una settimana, Tarek Yateem  ha accoltellato George al-Reef tra decine di curiosi. Poco dopo Reef è morto. È stato un omicidio orribile i cui dettagli sono stati catturati dai cellulari di testimoni e passanti. […]

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Revisiting Vulnerability in a Slum of Beirut: when Citizenship Disempowers (by Estella Carpi, July 2015)

http://cskc.daleel-madani.org/paper/revisiting-vulnerability-slum-beirut-when-citizenship-disempowers Publishing Date: July 15, 2015 Author(s): Estella Carpi Abstract: Refugees in Lebanon have always occupied the lowest level of the Lebanese social pyramid, often denied access to public services, and not even being legally recognized as refugees. From the refugee perspective, citizenship, however produced within a wavering and corrupted state system, seems to be the […]

Revisiting Vulnerability in a Slum of Beirut: when Citizenship Disempowers (by Estella Carpi, July 2015)

http://cskc.daleel-madani.org/paper/revisiting-vulnerability-slum-beirut-when-citizenship-disempowers Publishing Date: July 15, 2015 Author(s): Estella Carpi Abstract: Refugees in Lebanon have always occupied the lowest level of the Lebanese social pyramid, often denied access to public services, and not even being legally recognized as refugees. From the refugee perspective, citizenship, however produced within a wavering and corrupted state system, seems to be the […]

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http://cskc.daleel-madani.org/paper/revisiting-vulnerability-slum-beirut-when-citizenship-disempowers Publishing Date: July 15, 2015 Author(s): Estella Carpi Abstract: Refugees in Lebanon have always occupied the lowest level of the Lebanese social pyramid, often denied access to public services, and not even being legally recognized as refugees. From the refugee perspective, citizenship, however produced within a wavering and corrupted state system, seems to be the […]

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http://cskc.daleel-madani.org/paper/revisiting-vulnerability-slum-beirut-when-citizenship-disempowers Publishing Date: July 15, 2015 Author(s): Estella Carpi Abstract: Refugees in Lebanon have always occupied the lowest level of the Lebanese social pyramid, often denied access to public services, and not even being legally recognized as refugees. From the refugee perspective, citizenship, however produced within a wavering and corrupted state system, seems to be the […]

Revisiting Vulnerability in a Slum of Beirut: when Citizenship Disempowers (by Estella Carpi, July 2015)

http://cskc.daleel-madani.org/paper/revisiting-vulnerability-slum-beirut-when-citizenship-disempowers Publishing Date: July 15, 2015 Author(s): Estella Carpi Abstract: Refugees in Lebanon have always occupied the lowest level of the Lebanese social pyramid, often denied access to public services, and not even being legally recognized as refugees. From the refugee perspective, citizenship, however produced within a wavering and corrupted state system, seems to be the […]

Revisiting Vulnerability in a Slum of Beirut: when Citizenship Disempowers (by Estella Carpi, July 2015)

http://cskc.daleel-madani.org/paper/revisiting-vulnerability-slum-beirut-when-citizenship-disempowers Publishing Date: July 15, 2015 Author(s): Estella Carpi Abstract: Refugees in Lebanon have always occupied the lowest level of the Lebanese social pyramid, often denied access to public services, and not even being legally recognized as refugees. From the refugee perspective, citizenship, however produced within a wavering and corrupted state system, seems to be the […]

Siria: curdi prendono il controllo quasi totale di Hassadek

(Agenzie). Le milizie curde hanno dichiarato di avere il controllo quasi pieno della città nord-orientale di Hassakeh, espandendo la sua influenza a spese del governo di Damasco. La città di Hassakeh – che è stato diviso tra i curdi e Damasco fino al mese scorso – sarebbe un grande guadagno per l’amministrazione autonoma curda che si batte […]

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Raqqa: Daesh vieta accesso privato a internet

(Al Bawaba).  Daesh ha vietato le connessioni internet private agli abitanti della città di Raqqa  costringendo i residenti ed i propri combattenti ad utilizzare gli internet-caffè monitorati,  ha riferito l’AFP. L’Osservatorio siriano per i diritti umani e un gruppo di attivisti Raqqa ha segnalato le nuove restrizioni in materia di accesso a internet attraverso la pubblicazione online dei volantini […]

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Iran: ONU adotta risoluzione su nucleare, guardie rivoluzionarie la bocciano

(Agenzie). Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato  la risoluzione   negoziata nell’ambito dell’accordo raggiunto a Vienna la settimana scorsa tra l’Iran e le grandi potenze del mondo,  per frenare il programma nucleare iraniano, in cambio del sollievo dalle sanzioni. Il comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie islamiche iraniano Mohammad Ali Jafari  ha definito la risoluzione inaccettabile […]

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Forte esplosione al confine tra Turchia e Siria

(Agenzie). Un’esplosione ha colpito un centro culturale nel sud-est della città turca di Suruc vicino al confine siriano, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters. L’emittente turca Ntv ha detto che almeno dieci persone sono state uccise e altre 20 ferite nell’esplosione. “C’è stata una esplosione molto violenta” ha detto Mahmut Boke, un operaio comunale […]

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Quattro italiani rapiti in Libia

(Agenzie). Quattro italiani che lavorano per una società di costruzioni sono stati rapiti in Libia. Lo ha detto il  ministero degli Esteri in un comunicato oggi, lunedì 20 luglio. I quattro erano nella regione di Mellitah, a ovest di Tripoli, quando sono stati rapiti. Il ministero ha detto che un’unità di crisi è “in costante contatto con le […]

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I combattenti curdi accusano Daesh di usare armi chimiche in Siria

Asharq al-Awsat (18/07/2015). Traduzione e sintesi di Alice Bondì I combattenti e gli attivisti curdi hanno accusato i militanti di Daesh (ISIS) di aver sparato proiettili contenenti gas tossici contro le forze curde nella provincia di Hasak, a nord-est della Siria, il 28 giugno scorso. Tali attacchi, il cui obiettivo era di colpire l’area di Salhiyya e […]

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Master in Giornalismo Cross-Mediale: aperte candidature

Comunicato stampa. Le candidature per l’ammissione al Master professionale congiunto in Giornalismo Cross-Mediale sono aperte. Il Master Professionale è stato progettato a livello internazionale ed è offerto congiuntamente da IPSI, dall’Università di Sousse e dall’Università di Sfax, in collaborazione con la Sezione di Sfax del Sindacato Nazionale dei Giornalisti Tunisini e le istituzioni europee UNIMED, […]

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Gli investitori stranieri cercano di sfruttare l’Iran

(Agenzie). Alcuni investitori fanno a gara per stabilire legami vantaggiosi con l’Iran dopo l’accordo sul nucleare della scorsa settimana con le potenze mondiali. Molti stanto già attingendo alle multinazionali presenti nell’economia con 400 miliardi dollari. L’accordo sul nucleare iraniano ha fatto sì che alcuni cerchino un punto d’appoggio nei 100 miliardi dollari del mercato azionario di Teheran, prima ancora […]

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Turchia: arrestate quasi 500 persone provenienti dalla Siria

(Agenzie). Le forze di sicurezza turche hanno arrestato quasi 500 persone che tentavano di attraversare il confine con Siria devastata dalla guerra. Lo ha dichiarato l’esercito turco. “488 persone sono state arrestate dalle unità di frontiera mentre cercavano di entrare in Turchia dalla Siria e altre 26 mentre tentavano di entrare in Siria dalla Turchia”. Così si legge in […]

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Yemen: festa in ogni caso?

Opinione di Al Quds Al-Araby (16 luglio 2015). Traduzione e sintesi di Laura Giacobbo La festa di Eid Al-Fitr si impone sugli yemeniti che soffrono una situazione umanitaria difficile. È il risultato dell’aspro scontro tra le forze della resistenza popolare e l’esercito fedele al Presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi, supportato, da una parte, da “l’alleanza […]

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Hip-hop nella Terra Santa (video)

(Al-Arabiya). Mike Skinner del gruppo hip-hop The Streets, ha girato un  documentario per una nuova serie sui rapper arabo-israeliani ed ebrei. Lo riporta il Jewish Chronicle. Prodotto da Noisey, un canale musicale, il primo episodio della serie  Hip Hop in the Holy Land è andato in onda la scorsa settimana. Il protagonista di questo episodio è stato Tamer Nafar, […]

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Libia: Daesh rapisce tre cristiani

(Agenzie). Militanti di Daesh (ISIS) hanno rapito tre cristiani africani in Libia orientale, pubblicando le foto del loro passaporto. Gli uomini vengono da Egitto, Nigeria e Ghana, secondo la dichiarazione rilasciata dal gruppo jihadista sui social media. Il rapimento ha avuto luogo a Noufliyah, una roccaforte di Daesh a sud-est della città di Sirte. Lo ha confermato un […]

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Eid al-Fitr in 13 foto

La festa di fine Ramadan, Eid al-Fitr, si è festeggiata in tutto il mondo islamico il 17 luglio, il 18 luglio anche in Marocco. Le immagini di Laura Fazzi ci raccontano la festa alla grande moschea di Roma.

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Arabia Saudita: sventati 6 attacchi a moschee

(Agenzie). Le autorità saudite hanno sventato 6 attacchi a moschee, ha dichiarato il ministero dell’Interno saudita. Il 22 e il 29 maggio due moschee saudite sono state colpite da due attacchi terroristici, il primo nella città di Al-Qadeeh, e il secondo nella città di Damman. Entrambi gli attentati sono stati rivendicati dalle forze estremiste di Daesh.  

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Nucleare: ministro Esteri suadita incontra Obama

(Al-Bawaba). Alla luce dei dubbi dell’Arabia Saudita sull’accordo nucleare iraniano, il presidente Barack Obama ha incontrato il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir. L’incontro alla Casa Bianca era parte dello sforzo di Obama di convincere gli alleati più scettici del valore del contratto. Al-Jubeir ha incontrato il Segretario di Stato americano John Kerry, senza precisare se avesse […]

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Siria: attaco regime su Idlip e Aleppo, 32 morti

(Al-Bawaba).  Almeno 32 persone sono state uccise dall’attacco delle forze del regime siriano che hanno bombardato le province Idlib e Aleppo, secondo fonti locali, durante  il primo giorno di Eid al-Fitr, la festa di tre giorni che segue il mese di digiuno islamico del Ramadan. Bahjat al-Najjar, un attivista media locali, ha detto all’agenzia turca Anadolu ù che […]

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Siria: autorità libera più di 200 prigionieri politici durante l’Eid

(Agenzie). Le autorità siriane hanno rilasciato più di 200 prigionieri, molti dei quali erano stati arrestati in base alle leggi anti-terrorismo, per celebrare la festa musulmana di Eid al-Fitr, ha dichiarato all’AFP un avvocato per i diritti umani . Decine di donne erano tra i 240 detenuti che sono stati rilasciati, ha dichiarato l’avvocato Michel Shammas. La maggior parte dei […]

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Algeria: chi trae vantaggi dagli scontri di Ghardaïa

Le Matin dz (16/07/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. Di fronte al fallimento della soluzione militare agli scontri tra mozabiti ibaditi, châamba e arabi malikiti a Ghardaïa, negli ultimi giorni singoli individui e piccole organizzazioni della società civile hanno organizzato in diverse province punti di aggregazione dove tutte le comunità hanno rotto il digiuno insieme. […]

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paralleli e retrogusti

Ora, a me i paralleli storici non piacciono. Per meglio dire, non li digerisco per questioni di metodo. A che serve fare paragoni tra Vattelappesca nel profondo nord del mondo, e l’Isolachenonc’è all’emisfero opposto? Cambia tutto, protagonisti, dinamiche sociali, menù, abitudini, e perfino il clima… E poi non serve. Non serve paragonare qualsiasi tipo diRead more

paralleli e retrogusti

Ora, a me i paralleli storici non piacciono. Per meglio dire, non li digerisco per questioni di metodo. A che serve fare paragoni tra Vattelappesca nel profondo nord del mondo, e l’Isolachenonc’è all’emisfero opposto? Cambia tutto, protagonisti, dinamiche sociali, menù, abitudini, e perfino il clima… E poi non serve. Non serve paragonare qualsiasi tipo di […]

paralleli e retrogusti

Ora, a me i paralleli storici non piacciono. Per meglio dire, non li digerisco per questioni di metodo. A che serve fare paragoni tra Vattelappesca nel profondo nord del mondo, e l’Isolachenonc’è all’emisfero opposto? Cambia tutto, protagonisti, dinamiche sociali, menù, abitudini, e perfino il clima… E poi non serve. Non serve paragonare qualsiasi tipo di […]

Kerry fiducioso che Iran rilascerà detenuti americani

(Agenzie). Il Segretario di Stato americano John Kerry ha detto di aver sollevato il tema degli americani detenuti in Iran ad ogni incontro tenutosi durante le ultime settimane di negoziati nucleari. Kerry sembra fiducioso che Teheran li libererà al più presto.  L’amministrazione Obama ha dovuto affrontare le critiche per non aver assicurato il rilascio degli americani come parte della […]

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TUTTI PAZZI PER PUTIN

“La Russia di Putin ha assunto, in un certo immaginario collettivo, la dimensione dell’antagonista nei confonti degli U.S.A., essendo identificata – sempre internamente a quell’immaginario collettivo – come una sorta di erede geopolitico dell’Unione Sovietica, e questo ad evidente dispetto della realtà oggettiva, tanto sul piano politico che su quello delle effettive potenzialità e ambizioni” […]

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“La Russia di Putin ha assunto, in un certo immaginario collettivo, la dimensione dell’antagonista nei confonti degli U.S.A., essendo identificata – sempre internamente a quell’immaginario collettivo – come una sorta di erede geopolitico dell’Unione Sovietica, e questo ad evidente dispetto della realtà oggettiva, tanto sul piano politico che su quello delle effettive potenzialità e ambizioni” […]

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“La Russia di Putin ha assunto, in un certo immaginario collettivo, la dimensione dell’antagonista nei confonti degli U.S.A., essendo identificata – sempre internamente a quell’immaginario collettivo – come una sorta di erede geopolitico dell’Unione Sovietica, e questo ad evidente dispetto della realtà oggettiva, tanto sul piano politico che su quello delle effettive potenzialità e ambizioni” […]

TUTTI PAZZI PER PUTIN

“La Russia di Putin ha assunto, in un certo immaginario collettivo, la dimensione dell’antagonista nei confonti degli U.S.A., essendo identificata – sempre internamente a quell’immaginario collettivo – come una sorta di erede geopolitico dell’Unione Sovietica, e questo ad evidente dispetto della realtà oggettiva, tanto sul piano politico che su quello delle effettive potenzialità e ambizioni” […]

TUTTI PAZZI PER PUTIN

“La Russia di Putin ha assunto, in un certo immaginario collettivo, la dimensione dell’antagonista nei confonti degli U.S.A., essendo identificata – sempre internamente a quell’immaginario collettivo – come una sorta di erede geopolitico dell’Unione Sovietica, e questo ad evidente dispetto della realtà oggettiva, tanto sul piano politico che su quello delle effettive potenzialità e ambizioni” […]

TUTTI PAZZI PER PUTIN

“La Russia di Putin ha assunto, in un certo immaginario collettivo, la dimensione dell’antagonista nei confonti degli U.S.A., essendo identificata – sempre internamente a quell’immaginario collettivo – come una sorta di erede geopolitico dell’Unione Sovietica, e questo ad evidente dispetto della realtà oggettiva, tanto sul piano politico che su quello delle effettive potenzialità e ambizioni” […]

Speciale Ramadan: mesfouf, cuscus dolce con uvetta e frutta secca

Con l’Eid el-Fitr ormai alle porte, concludiamo il nostro viaggio nel mondo delle ricette tipiche del mese di Ramadan con un dessert diffuso in tutto il Maghreb, di cui vi proponiamo una tra le numerossisime versioni il mesfouf, cuscus dolce con uvetta e frutta secca! Ingredienti: Per il cuscus 500g di cuscus medio acqua 1 cucchiaino […]

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Passaggi: “Il palazzo delle pulci” di Elif Shafak

Questo romanzo dell’autrice turca si incentra sulla vita passata e presente di un palazzo a Istanbul. In questo passaggio, a parlare è l’inquilina dell’interno 1, Meryem e ci racconta con una suggestiva metafora le tempistiche della fede. La fede, come l’orario dei treni, è un fatto di organizzazione del tempo. Nella stazione ferroviaria l’imponente orologio […]

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Negli USA il primo festival della comicità musulmana

Di  Mağdalīn Al-shumūrī . Al-Araby Al-Jadeed  (15/07/2015)  Traduzione e sintesi di Paola Conti. Negli ultimi tempi giovani musulmani americani stanno sfruttando la scena artistica attraverso rappresentazioni teatrali, programmi di satira e Stand up comedy per raffigurare i problemi sociali e politici che affrontano gli arabi e i musulmani, cambiare gli stereotipi diffusi tra gli americani nei […]

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Egitto: scontri tra manifestanti e polizia, 6 morti

(Agenzie). Almeno sei persone sono state uccise in scontri tra manifestanti pro-islamici e la polizia egiziana al Cairo, ha dichiarato il ministero della Salute. I sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi avevano tenuto piccoli cortei dopo le preghiere del mattino per l’Eid al-Fitr, che segna la fine del mese santo del digiuno del Ramadan. I funzionari […]

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Presidente afghano: i negoziati con i talebani sono la soluzione

(Agenzie). In un messaggio alla nazione per la festa di fine digiuno del Ramadan, il Presidente afghano ha detto che i negoziati con i talebani sono l’unico modo per “porre fine allo spargimento di sangue” e portare la pace nel paese. Ghani, che ha parlato al palazzo presidenziale di Kabul, ha fatto dei colloqui di […]

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Leader di Hamas in esilio visita l’Arabia Saudita

(Al-Bawaba). Il capo di Hamas in esilio Khaled Meshal è arrivato in Arabia Saudita insieme ad una delegazione di funzionari di Hamas per una visita di due giorni. Il leader palestinese ha incontrato il Re saudita, il principe ereditario e il ministro della difesa in visione di un possibile riavvicinamento fra il Regno alleato degli Stati Uniti e il […]

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MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

MARCO ALLONI – L’Egitto ricorda Omar Sharif

Lo sapevano in tanti, qui in Egitto: Omar Sharif non sarebbe sopravvissuto alla morte dell’adorata Faten Hamama, l’unica donna che aveva veramente amato nella sua lunga vita di seduttore. Lo si mormorava per le strade, lo paventava lui stesso, che d’altronde non disdegnava ripetere che era stanco di vivere. Sarebbe accaduto quello che era successo […]

Yemen: governo in esilio dichiara Aden “liberata”

(Agenzie). Il vice presidente del governo in esilio dello Yemen a Riad ha dichiarato che la città portuale meridionale di Aden è ormai sotto il controllo delle forze guidate dall’Arabia Saudita, dopo giorni di lotta con le milizie Houthi. “Ci congratuliamo con il popolo di Aden e la Repubblica dello Yemen nel suo complesso per quello che è […]

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“Vietato in Siria”, la serie-tv girata ad Aleppo tra macerie e satira

di Thanassis Cambanis. The New York Times (15/07/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. Gli attori di “Vietato in Siria” concordano sul fatto che il peggior giorno di riprese sul set è stato quando un cecchino ha sparato, in giugno: un uomo stava allestendo la scena per girare e un proiettile lo ha ucciso. Il […]

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Egitto: licenziato capo di polizia del Cairo dopo attentati

(Agenzie).  Le autorità egiziane hanno licenziato il capo generale della polizia del Cair Osama Bedair, a pochi giorni dallo scoppio delle  autobombe che hanno ucciso un pubblico ministero superiore e hanno attaccato il Consolato italiano. Il ministero degli interni ha detto in un comunicato che Bedair è stato sostituito dal suo vice, il generale Abdel Aal Khalid, […]

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La crisi… la Grecia… e noi?

di Hedi Sraieb. Al-Huffington Post (14/07/2015). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare. Non ci si può non chiedere il perché del poco interesse della stampa tunisina per quello che sta succedendo sulla costa settentrionale del Mediterraneo. Mi riferisco alla crisi sociale e umanitaria che sta colpendo la Grecia, paese che ha visto nascere la democrazia […]

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Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

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Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

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Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

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Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
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Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
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Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

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Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

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Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

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Tunisia: contro il nuovo terrorismo insurrezionale (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
 
Una nuova narrativa: tra terrorismo, stato di emergenza e cambio di approccio concettuale
 
Il 4 luglio scorso, il Presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale in risposta agli attacchi condotti e rivendicati dall’ISIS in Tunisia anche contro obiettivi stranieri; una decisione che nella sostanza ha portato alla chiusura di oltre ottanta moschee (e a conseguenti scontri con le forze dell’ordine), al richiamo di una parte dei militari in congedo, all’arresto di oltre cento sospettati… (vai all’articolo completo su L’INDRO).

Yemen: ministri del governo in esilio tornano a Aden

(Agenzie). Membri dell’amministrazione in esilio dello Yemen sono atterrati ad Aden per i preparativi per il ritorno del governo, tre mesi dopo essere stato spinti a lasciare lo Yemen dai miliziani Houthi, ha dichiarato un funzionario. La visita di ministri e funzionari dell’intelligence giunge in seguito a sconfitte militari inflitte agli Houthi dalla coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita. […]

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Egitto: nave data a fuoco in scontro con militanti

(Agenzie). Una nave da guerra egiziana è stata colpita e ha preso fuoco nel Mediterraneo durante uno scontro con i militanti davanti alla costa della  penisola del Sinai, secondo quanto dichiarato dall’esercito. Non è ancora chiaro come la barca sia stata colpita, ma i militanti hanno iniziato a schierare missili filoguidati contro carri armati e veicoli blindati. […]

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La grande guerra continua

(di Lorenzo Trombetta, Ansa). Un Iran più forte e alleato dell’Occidente, anche in funzione anti-Stato islamico (Isis), rischia di non essere un fattore di stabilità in Medio Oriente. Ma potrà […]

La grande guerra continua

(di Lorenzo Trombetta, Ansa). Un Iran più forte e alleato dell’Occidente, anche in funzione anti-Stato islamico (Isis), rischia di non essere un fattore di stabilità in Medio Oriente. Ma potrà […]

Afghanistan: il Paese più pericoloso per gli umanitari

Uno dei tanti appelli per la liberazione
 di Giovanni Lo Porto, umanitario ucciso,
 paradossalmente, da “fuoco amico”

Con buona pace di chi pensa che gli operatori umanitari siano perdigiorno in cerca di avventura, l’Aid Worker Security Report del 2015 – di cui sono stati resi noti alcuni dati prima della sua uscita in autunno -questa è davvero una professione ad alto rischio specie in Paesi come Afghanistan, Siria, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e  Pakistan dove si registra il 65% delle violazioni che hanno totalizzato 190 attacchi nel 2014 contro 329 operatori umanitari in 27 Paesi: di questi 120 sono stati uccisi, 88 feriti e 121 sequestrati. L’Afghanistan detiene il primato, come sottolinea  oggi la stampa afgana.

La copertina del bollettino
umanitario di Ocha (Onu)


Nel Paese dove quindi la guerra è in teoria finita, non solo si continua a morire ma è sempre molto pericoloso portare soccorso, specie per il personale locale. In generale, dice il rapporto, gli attacchi sono diminuiti rispetto all’anno precedente (meno 30%) ma in alcuni Paesi l’emergenza e il rischio restano elevati. Una speranza arriva, almeno per l’Afghanistan, dalle dichiarazioni ufficiali pubblicate ieri mattina sul sito dei talebani con le quali mullah Omar benedice il negoziato di pace (comunque in acque turbolente). Il secondo round negoziale dovrebbe tenersi tra una quindicina di giorni.
Ma da qui alla pace la strada resta ancora in salita.

Ministero degli Affari Esteri inglese: viaggiare in Marocco è sicuro

(Al Huffington Post Maghreb). Dopo l’attentato a Sousse in Tunisia, in cui 30 britannici sono stati uccisi, la Gran Bretagna aveva sconsigliato ai suoi cittadini di recarsi in Tunisia. Ma, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Mirror, il governo britannico ha dato disposizioni molto più rassicuranti relative al Marocco. Il sito web ufficiale del ministero […]

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Egitto: progetto legge anti-terrorismo elimina carcere per giornalisti

(Agenzie). Il gabinetto egiziano ha modificato un progetto di legge anti-terrorismo in modo da eliminare il carcere per i giornalisti. In caso di eventuali attacchi terroristici alle autorità, i giornalisti dovrebbero quindi essere multati ma non andare in prigione. Lo ha riferito l’agenzia stampa di stato. Il disegno di legge, che stabilisce nuovi tribunali per […]

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Israele colpisce Gaza dopo l’attacco di razzi palestinesi

(Agenzie). Israele ha detto che un suo aereo ha colpito strutture di Hamas nella Striscia di Gaza questa mattina, giovedì 16 luglio, dopo che i palestinesi hanno sparato un razzo nel sud di Israele durante la notte. “Durante la notte, un razzo è stato sparato dalla Striscia di Gaza, mirando i civili nel sud di Israele”, ha […]

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Novità Editoriali: “Gaza writes back. Racconti da giovani autori e autrici da Gaza, Palestina”

La letteratura è da sempre stata una delle armi più utilizzate dai palestinesi per combattere la repressione israeliana e questo è il messaggio che vuole dare il titolo della raccolta di short stories “Gaza writes back. Racconti da giovani autori e autrici da Gaza, Palestina”, edita da Lorusso Editore a poca distanza dall’anniversario dell’operazione israeliana Margine di Protezione […]

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Le soluzioni per arginare il caos libico

Di Malik Ibrahim, Middle East Monitor (15/07/2015) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. A soli 100 chilometri a est dalla frontiera tunisina con la Libia si trova la città di Sabratha. Ed è lì, secondo quanto riportato dalle autorità tunisine, che è impiantato un campo di esercitazione i cui “diplomati” sono implicati negli attacchi a Sousse […]

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Teatro delle libertà

Ha il sapore amaro di un giorno di lutto. Strano, vero? La libertà a teatro può avere il sapore amaro, amarissimo di un giorno di lutto. Era il 4 aprile del 2011. Il Medio Oriente e il Nord Africa erano scossi da venti impetuosi e freschi, i venti delle rivoluzioni arabe. Era caldo, come sempre […]

Teatro delle libertà

Ha il sapore amaro di un giorno di lutto. Strano, vero? La libertà a teatro può avere il sapore amaro, amarissimo di un giorno di lutto. Era il 4 aprile del 2011. Il Medio Oriente e il Nord Africa erano scossi da venti impetuosi e freschi, i venti delle rivoluzioni arabe. Era caldo, come sempre […]

Teatro delle libertà

Ha il sapore amaro di un giorno di lutto. Strano, vero? La libertà a teatro può avere il sapore amaro, amarissimo di un giorno di lutto. Era il 4 aprile del 2011. Il Medio Oriente e il Nord Africa erano scossi da venti impetuosi e freschi, i venti delle rivoluzioni arabe. Era caldo, come sempre […]

Teatro delle libertà

Ha il sapore amaro di un giorno di lutto. Strano, vero? La libertà a teatro può avere il sapore amaro, amarissimo di un giorno di lutto. Era il 4 aprile del 2011. Il Medio Oriente e il Nord Africa erano scossi da venti impetuosi e freschi, i venti delle rivoluzioni arabe. Era caldo, come sempre […]

Teatro delle libertà

Ha il sapore amaro di un giorno di lutto. Strano, vero? La libertà a teatro può avere il sapore amaro, amarissimo di un giorno di lutto. Era il 4 aprile del 2011. Il Medio Oriente e il Nord Africa erano scossi da venti impetuosi e freschi, i venti delle rivoluzioni arabe. Era caldo, come sempre […]

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

La mediatizzazione della comunicazione politica

” Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione ” 
Karl Popper  

La mediatizzazione della comunicazione politica 

(Di Rabih Bouallegue )
Quella che sociologi e politologi chiamano ” la mediatizzazione della comunicazione politica”,
è un fenomeno che vede la radicale trasformazione della comunicazione politica , come anche
lo spazio dove tale comunicazione avviene,per mano del potere dei Mass media. Ma cosa
intendiamo per comunicazione politica ? Secondo Gianpietro Mazzoleni, docente di
Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all’università degli studi di Milano, la
”comunicazione politica ” è l’interazione tra i tre principali attori politici : il sistema politico,il
sistema dei Media e gli elettori. In seguito all’avvento della televisione nel campo della
comunicazioni di massa, la politica cominciò gradualmente ad essere organizzata e presentata
secondo la logica dei media ( Media logic ). Termine coniato dai sociologi statunitensi Altheid e
Snow per descrivere il potere dei media nel manipolare la realtà,e quindi la comunicazione
politica,oramai completamente sottomessa alla ” Media logic ”. Di conseguenza tale
asservimento della comunicazione politica alla logica dei media non poteva che portare alla
nascita di una politica completamente mediatizzata ( Media politics), e questo attraverso dei
meccanismi rintracciabili in effetti,quali quelli ” mediatici ” e ” politici ”.

Per effetti mediatici s’intendono gli aspetti mediali della comunicazione, quali :

La costruzione dell’agenda politica : I media decidono i temi che affronteranno i decisori politici

(nella foto : Dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e Mitt Romney, in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2012)

· La spettacolarizzazione : I media impongono le regole del mercato alla comunicazione politica (Maurizio Gasparri,attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana,ospite speciale di una puntata del programma televisivo ” Torte in Faccia ” )

· Sensazionalismo :
(”aboliremo l’ICI . Restituiremo l’IMU. Creeremo un milione di posti di lavoro, ecc..)

Per effetti politici s’intendono invece :

· Personalizzazione

L’attore politico deve adattare il proprio look e il proprio linguaggio
alle regole della popolarità televisiva.

( Il caso di Arnold Schwarzenneger governatore della California non è che la punta dell’Iceberg)

· ” Leaderizzazione ‘‘ :
I Media danno massima visibilità ai leader politici

(Matteo Renzi ospite speciale del programma ” Amici ” di Maria de Filippi)

Sono tanti i casi di mediatizzazione della comunicazione politica nel mondo. (Chi non ricorda il consenso globale che ebbe Barack Obama , in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008 ?) Ma le prime forme di ” politica mediatizzata ” apparvero agli inizi degli anni 60, in occasione delle elezioni presidenziali americane. Allora i candidati alla Casa Bianca erano il democratico John F. Kennedy e il repubblicano Robert Nixon. Nel corso dei vari dibattiti televisivi , il candidato John Kennedy appariva calmo e sicuro di se. Rispondeva in maniera chiara alle domande, con voce chiara e ferma. Viceversa Richard Nixon,che appariva nervoso e sudava copiosamente. Per i telespettatori americani era chiaro chi doveva diventare il presidente della Nazione più potente del Mondo : John F. Kennedy. Non fu il programma politico del candidato democratico a convincere gli elettori americani a votarlo,bensì il suo modo di apparire in televisione.

Nel corso degli anni il televisore conquistò sempre più un ruolo centrale nella comunicazione politica,al punto da spingere il politologo italiano Giovanni Sartori a coniare il termine ”Videocrazia ” nel suo libro ” Homo Videns ”. Ma per comprendere meglio il livello di ” mediatizzazione ” raggiunto dalla comunicazione politica vorrei focalizzare l’attenzione su un caso poco noto ai lettori occidentali : Le recenti elezioni presidenziali in Tunisia e i meccanismi ” mediatici” che hanno condotto El Beji Caid Sebsi , anziano ex ministro di Habib Bourguiba, padre della nazione tunisina,alla presidenza della Repubblica tunisina. Lo scorso Dicembre, il popolo tunisino fu chiamato alle urne per decidere chi doveva prendere le redini della Repubblica. I candidati alla presidenza furono il novantenne El Beji Caid Sebsi, ex ministro del defunto leader Habib Bourguiba ed ex capo del Parlamento di Ben Ali sino al 1994, e Moncef Marzouki,noto attivista dei diritti umani e primo presidente della Repubblica del periodo post primavera araba. Tutta la campagna elettorale dell’anziano El Beji Caid fu incentrata sulla sua straordinaria somiglianza con Habib Bourguiba. Le emittenti nazionali mandavano quotidianamente in onda la storia del suo passato impegno politico al fianco dell’amato leader defunto. Di come, nel 1986, riuscì a strappare all’ONU , in qualità di ministro degli esteri di Bourguiba,una risoluzione che condannasse il bombardamento delle forze aeree d’Israele contro le sedi dell’OLP a Tunisi. Inoltre, durante i vari comizi elettorali, mandati in onda nelle varie emittenti nazionali, appariva sempre più identico,sia nel look che nel linguaggio, al defunto beniamino delle masse tunisine. Ben diverso fu la campagna elettorale del candidato Marzouki,che preferì un contatto più reale e meno mediatico con il popolo. Ovviamente in una ” Videocrazia ” tale approccio non funzionò e il popolo scelse come presidente della Repubblica il sosia di un leader defunto : El Beji Caid Sebsi.

( A sinistra : Il candidato Sebsi durante la sua campagna elettorale. A destra : Habib Bourguiba )

Dai casi citati possiamo ben capire che spettacolarizzare la comunicazione politica non è una
buona soluzione per il corretto funzionamento di una democrazia. Un processo democratico
fortemente influenzato dal potere dei media non può che causare derive autocratiche. E basta
rileggere la storia per capirlo….

Kerry e Zarif candidati per il Nobel per la Pace 2016?

(Al-Bawaba). Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), uno dei principali think-tank svedesi, ha raccomandato il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, come candidati per il Premio Nobel per la Pace 2016, per il loro ruolo leader nella firma dell’accordo nucleare. Tariq Rauf, direttore del Programma di disarmo e non […]

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Yemen: truppe pro-Hadi conquistano terreno a Aden

(Agenzie). Le forze legate al presidente in esilio dello Yemen, Abd Rabbo Mansour Hadi, hanno guadagnato terreno nella città di Aden, dopo aver riconquistato l’aeroporto che è stato sotto il controllo dei ribelli sciiti Houthi per quattro mesi. Lo hanno rivelato fonti militari. L’offensiva, denominata Operazione Golden Arrow, è il primo grande passo avanti per i lealisti di Hadi, poiché […]

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Gran Bretagna si impegna a riaprire sua ambasciata in Iran

(Agenzie). La Gran Bretagna ha detto che si impegnerà a riaprire la sua ambasciata in Iran. Lo ha confermato il ministro degli Esteri Philip Hammond oggi, mercoledì 15 luglio, a seguito dell’accordo raggiunto tra l’Iran e le maggiori potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran. “Rimaniamo impegnati a ri-aprire le nostre ambasciate nei rispettivi paesi appena avremmo risolto alcune questioni […]

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Una lanterna che illumini il cammino

I vecchi saggi salgono l’unica altura del Cairo, il Moqattam. Si aiutano con una lanterna per illuminare il loro cammino e da lì, dall’altura, scrutano il cielo. Devono capire se quella è la sera giusta, la sera in cui comincerà il mese santo del Ramadan. Perché è scrutando il cielo che si può scorgere la […]

Una lanterna che illumini il cammino

I vecchi saggi salgono l’unica altura del Cairo, il Moqattam. Si aiutano con una lanterna per illuminare il loro cammino e da lì, dall’altura, scrutano il cielo. Devono capire se quella è la sera giusta, la sera in cui comincerà il mese santo del Ramadan. Perché è scrutando il cielo che si può scorgere la […]

Conflitto in Yemen: vittime degne contro vittime non degne

Di Afrah Nasser. Your Middle East (10/07/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. La guerra in Yemen infuria ormai da 4 mesi. Si contano 19.000 tra morti e feriti e più di 1,2 milioni di sfollati – numeri che continuano a crescere in maniera allarmante. In questo Paese devastato e straziato dalla violenza, tuttavia, ci […]

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Mullah Omar: negoziare col nemico si può

Cieco e malato, secondo alcuni già morto,
secondo altri prigioniero dei servizi pachistani.
Mullah Omar, primula rossa dei talebani
afgani continua a però essere la voce
autorevole della guerriglia in turbante

Alla vigilia di Id-al-fitr, la festa dell’interruzione (del digiuno) che si celebra alla fine del mese lunare che conclude la purificazione ottenuta col Ramadan, mullah Omar approfitta del suo rituale messaggio di celebrazione della festività islamica per commentare i colloqui di pace col governo afgano che l’alta autorità talebane ritiene “legittimi”. E’ dunque il si ufficiale dopo anni di tentativi, mesi di colloqui e, alla fine, qualche giorno fa, un vero e proprio incontro ufficiale in Pakistan. Il passaggio dice:

“In concomitanza con il Jihad armato, sforzi politici e percorsi pacifici per il raggiungimento di questi obiettivi (la liberazione dallo straniero e l’istituzione dell’emirato ndt) sono principi islamici sacri e legittimi e parte integrante della politica del Profeta. Così come il nostro santo capo, l’amato Profeta (pace e benedizioni a lui), è stato attivamente impegnato nella lotta contro gli infedeli sui campi di ‘Badr’  (Arabia, nel marzo del 642 ndt) e ‘Khyber’ (qui il riferimento sembra riportare all’espansione della conquista islamica a Oriente ndt), ha contemporaneamente partecipato ad accordi vantaggiosi per i musulmani, ha tenuto riunioni con gli inviati degli infedeli, ha inviato loro messaggi e delegazioni e, in varie occasioni, ha anche intrapreso la politica del faccia a faccia in colloqui con la controparte infedele. Se guardiamo nei nostri regolamenti religiosi, possiamo trovare che le riunioni e anche l’interazione pacifica con i nemici non sono vietati, ma ciò che è illegale è (semmai)  deviare dai nobili ideali dell’Islam e violare i decreti religiosi” (il neretto è nostro)

“Pertanto l’obiettivo dietro i nostri sforzi politici – prosegue il capo della shura di Quetta – così come i contatti e le interazioni con gli afgani e con altre nazioni, è quello di porre fine all’occupazione e di istituire un sistema islamico indipendente nel nostro Paese. E’ nostro diritto legittimo utilizzare tutte le vie legali perché come organizzazione responsabile abbiamo la responsabilità delle nostre masse, siamo parte integrante della società umana e in relazione interdipendente con lei.  Tutti i Mujahedin e i connazionali dovrebbero essere fiduciosi che in questo processo io fermamente difenderò i nostri diritti legali e il nostro punto di vista ovunque. Abbiamo istituito un ‘Ufficio Politico’ per gli affari politici, cui è affidata la responsabilità di controllo e lo svolgimento di tutte le attività politiche”.

Il sito dei talebani ha appena cambiato look
Più foto, filmati e montaggi di qualità

Dunque, massima apertura ma anche alcuni punti che restano ben fermi: tanto per cominciare si parte dall’invasione dell’Afghanistan da parte dell’alleanza atlantica  guidata da America che è stata “un’aggressione brutale esplicita che ha contraddetto tutti i principi umanitari” e quindi “l’avvio del sacro Jihad contro questa aggressione è diventato un obbligo individuale vincolante”. Il Jihad pertanto non si ferma sino all’espulsione degli stranieri (e questo sarà un punto nodale della trattativa). Infine, dice ancora Omar, nessuno pensi che dietro a quanto accade ci siano le pressioni di Islamabad e Teheran. Excusatio non petita? Ammette Omar che “è tuttavia un fatto che abbiamo cercato rapporti cordiali, non solo con il Pakistan e l’Iran, ma anche di tutti gli altri paesi limitrofi. Proprio come verso il popolo del Pakistan e dell’Iran”. I due c’entrano eccome e forse anche l’accordo con l’Iran appena raggiunto a Ginevra. Ma al dietro le quinte penseremo più avanti.

(un articolo più lungo su Lettera22)

Siria: generale statunitense “non sosteniamo l’entità curda”

(Agenzie). Gli Stati Uniti non supportano la creazione di un’entità autonoma curda nel nord della Siria, ha dichiarato l’inviato speciale statunitense per la coalizione contro gli estremisti di Daesh. I combattenti curdi hanno riconquistato molto terreno nella Siria devastata dalla guerra contro Daesh, in particolare vicino al confine a nord con la Turchia, innescando la preoccupazione di Ankara sul fatto […]

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Afghanistan: talebani legittimano i negoziati di pace

(Agenzie). Il leader talebano ha salutato come “legittimi” i colloqui di pace volti a porre fine alla guerra che da 13 anni ha luogo in Afghanistan. Funzionari afghani e militanti talebani si sono riuniti la scorsa settimana a Murree, una città turistica sulle colline a nord di Islamabad, in Pakistan, per i loro primi colloqui faccia a faccia […]

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Iran: ONU approverà l’accordo la prossima settimana

(Agenzie). Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite voterà la prossima settimana una risoluzione per approvare l’accordo nucleare dell’Iran e terminare le sanzioni contro il Paese. Secondo l’accordo verrà mantenuto l’embargo sulle armi e il divieto per quanto riguarda la tecnologia missilistica. Gli Stati Uniti faranno circolare la bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza mercoledì, hanno […]

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Iran e nucleare

In Iran si festeggia, anche se si respirava aria nuova già prima di questa fatidica firma con i 5+1:la Repubblica Islamica da qualche tempo ha aperto brecce verso l’Occidente, concedendo ai suoi cittadini di recarsi più agevolmente all’estero, favorendo una copiosa affluenza di turisti sull’altopiano (con conseguente rimpinguamento delle proprie casse), riallacciando rapporti culturali con […]

Iran e nucleare

In Iran si festeggia, anche se si respirava aria nuova già prima di questa fatidica firma con i 5+1:la Repubblica Islamica da qualche tempo ha aperto brecce verso l’Occidente, concedendo ai suoi cittadini di recarsi più agevolmente all’estero, favorendo una copiosa affluenza di turisti sull’altopiano (con conseguente rimpinguamento delle proprie casse), riallacciando rapporti culturali con […]

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Iran e nucleare

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Cosa succederà dopo l’accordo sul nucleare iraniano?

Di Majid Rafizadeh. Al-Arabiya (14/07/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. L’Iran e le potenze del 5+1 hanno raggiunto a Vienna un accordo sul nucleare che porterà alla Repubblica Islamica un po’ di sollievo dalle sanzioni fin dalla prima metà del 2016. Le sanzioni economiche hanno messo in ginocchio l’economia iraniana, tagliando significativamente le sue […]

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“Gaza Writes Back”: nuovi autori e autrici da Gaza, Palestina

Lorusso Editore ha tradotto in italiano, e da poco pubblicato, la raccolta di racconti brevi Gaza Writes Back. Racconti di giovani autori e autrici da Gaza, Palestina, curata da Refaat Alareer. Il libro era uscito (in inglese) nel gennaio 2014 con il titolo Gaza Writes Back. Short Stories from Young Writers in Gaza, Palestine (Just … Continue reading “Gaza Writes Back”: nuovi autori e autrici da Gaza, Palestina

“Gaza Writes Back”: nuovi autori e autrici da Gaza, Palestina

Lorusso Editore ha tradotto in italiano, e da poco pubblicato, la raccolta di racconti brevi Gaza Writes Back. Racconti di giovani autori e autrici da Gaza, Palestina, curata da Refaat Alareer. Il libro era uscito (in inglese) nel gennaio 2014 con il titolo Gaza Writes Back. Short Stories from Young Writers in Gaza, Palestine (Just … Continue reading “Gaza Writes Back”: nuovi autori e autrici da Gaza, Palestina

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A cavallo nel Padule

Viaggio lento a cavallo costeggiando la Via Francigena toscana nel Parco Naturale del Padule del Fucecchio: un luogo magico e segreto tra la Provincia di Pistoia e quella di Firenze, nel cuore della Val di Nievole.

EAU si congratulano con l’Iran per l’accordo sul nucleare

(Agenzie). Il sovrano degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, ha inviato una nota di congratulazioni al presidente iraniano Hassan Rouhani oggi, martedì 14 luglio, per l’accordo sul nucleare di Teheran con le potenze mondiali. Lo ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale degli Emirati Arabi Uniti. La dichiarazione conteneva il primo commento […]

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Cortona On The Move 2015

cortona 110La cittadina toscana dal 16 luglio al 27 settembre accoglierà la quinta edizione del festival dedicato alla fotografia in viaggio. Tra gli artisti ospiti Toledano, Delano, Troilo e una retrospettiva di Mario Giacomelli.

Quattro Considerazioni Terra Terra su Fusaro e l’ “Ideologia Gender” (by Stefano Bigliardi, July 2015)

 QUATTRO CONSIDERAZIONI TERRA TERRA SU FUSARO E L’”IDEOLOGIA GENDER” C’è un giovane uomo mio coetaneo, di nome Diego Fusaro, che io invidio sinceramente: ha una enorme cultura su Marx e Hegel (che io non ho), ha pubblicato moltissimo, alla sua età è un intellettuale pubblico italiano, ed è riuscito, lavorando nell’ambito della filosofia, a rimanere […]

Quattro Considerazioni Terra Terra su Fusaro e l’ “Ideologia Gender” (by Stefano Bigliardi, July 2015)

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Kerry esorta Congresso USA ad accettare accordo con Iran

(Agenzie). Il Segretario di Stato americano John Kerry sollecita il Congresso USA a non respingere i risultati dei colloqui sul nucleare tra Iran e le grandi potenze. Secondo il testo dell’accordo, l’Iran sarà riconosciuto dalle Nazioni Unite come una potenza nucleare e continuerà il suo programma di arricchimento dell’uranio. Il Congresso degli Stati Uniti ha ora 60 giorni per […]

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Arabia Saudita: l’accordo con l’Iran può rendere la regione ancora più pericolosa

(Agenzie). Un funzionario dell’Arabia Saudita ha commentato l’accordo delle potenze mondiali sul nucleare iraniano, dicendo che da una parte significherà sicuramente “un giorno felice” se si guarda alla possibilità che offre all’Iran, ma dall’altra l’accordo si potrebbe rivelare molto negativo se permetterà a Teheran di “devastare regione”. Il funzionario ha detto a Reuters che l’Iran ha destabilizzato l’intero Medio […]

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Netanyahu: l’accordo sul nucleare è un errore storico

(Agenzie). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che l’accordo sul nucleare stipulato tra le grandi potenze e l’Iran è stato “un errore storico”. “Per raggiungere questo accordo le grandi potenze hanno fatto enormi compromessi con l’Iran, anche in quelle zone in cui avrebbero dovuto evitare la capacità di Teheran di produrre armi nucleari”, ha […]

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Tunisia: l’ombra del vecchio regime

Al Huffington Post Maghreb (07/07/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. Guidare l’Istituto Tunisino di Studi Strategici significa avere la supervisione sui progetti di sviluppo di vari settori, geopolitica compresa. Per questo la nomina a tale carica dell’ex funzionario del regime di Zine El-Abidine Ben Ali, Hatem Ben Salem, non sarebbe potuta passare inosservata. Numerosi i […]

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