Mese: novembre 2015

Quanto è difficile fare cinema in Algeria!

Dur, dur de faire des films en Algérie! | babelmed | art - culture - spectacle - cinéma - concert - musique - méditerranéeNel 1962, subito dopo l’Indipendenza, in Algeria si contavano 450 sale cinema. Sessant’anni dopo ne restano solo una ventina. Il più grande paese africano mette a disposizione una sala ogni 1,7 milioni di abitanti. Abdenour Hochiche, da tredici anni organizza le “Rencontre cinématographiques di Béjaïa” (RCB). Un evento raro che permette ogni anno di vedere gli ultimi successi e le novità.

Quanto è difficile fare cinema in Algeria!

Dur, dur de faire des films en Algérie! | babelmed | art - culture - spectacle - cinéma - concert - musique - méditerranéeNel 1962, subito dopo l’Indipendenza, in Algeria si contavano 450 sale cinema. Sessant’anni dopo ne restano solo una ventina. Il più grande paese africano mette a disposizione una sala ogni 1,7 milioni di abitanti. Abdenour Hochiche, da tredici anni organizza le “Rencontre cinématographiques di Béjaïa” (RCB). Un evento raro che permette ogni anno di vedere gli ultimi successi e le novità.

Iran: piano saudita per opposizione siriana viola negoziati di Vienna

(Agenzie). Il vice ministro degli Affari Arabi e Africani iraniano, Hossein Amir Abdollahian, ha criticato il piano elaborato dall’Arabia Saudita definendolo una violazione alla dichiarazione della recente conferenza di Vienna sulla crisi siriana. Riyadh avrebbe infatti pianificato di ospitare un incontro tra membri dell’opposizione armata e politica siriana, da tenersi il prossimo dicembre. Il ministro iraniano ha […]

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Palestina-Israele: UE continuerà a lavorare al processo di pace

(Agenzie). Durante un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’Alto rappresentate della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, ha ribadito che l’UE continuerà a impegnarsi nel processo di pace israelo-palestinese nonostante il leader israeliano abbia annunciato l’intenzione di bloccare qualsiasi contatto diplomatico. “Quando si parla di processo di pace in Medio Oriente, l’UE continua […]

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Marocco: morta Fatima Mernissi

(Agenzie). Il Marocco ha perso una delle figure emblematiche del femminismo del regno. La sociologa e scrittrice Fatima Mernissi è morta questa mattina , 30 novembre, all’età di 75 anni. Docente di sociologia presso l’Università Mohammed V di Rabat, dagli anni ’80 ha scritto diversi libri sul ruolo delle donne nella società, tra cui La terrazza proibita, L’harem […]

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Leader mondiali a Parigi per vertice sul clima

(Agenzie). I leader mondiali si riuniscono a Parigi per un vertice sul clima. Il tentativo ambizioso che lanceranno sarà quello di trattenere l’aumento delle temperature della terra, esortandosi a vicenda per trovare una soluzione comune in due settimane di contrattazione. Essi sono arrivati al vertice delle Nazioni Unite armati di promesse e accompagnati da grandi aspettative. Dopo decenni di […]

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Boicottaggio di nome… e di fatto? (by Estella Carpi, November 2015)

BOICOTTAGGIO DI NOME… E DI FATTO? 30/11/2015 96 VIEWS http://www.qcodemag.it/2015/11/30/boicottaggio-israele/ L’INSEPARABILITÀ DELLE SCELTE INTELLETTUALI ED ECONOMICHE: L’ASSOCIAZIONE DEGLI ANTROPOLOGI USA VOTA A FAVORE DEL BOICOTTAGGIO ACCADEMICO D’ISRAELE di Estella Carpi Lo scorso 20 novembre a Denver (Usa) è stata una data storica per l’AMERICAN ANTHROPOLOGICAL ASSOCIATION (AAA), che, nel corso della riunione annuale più popolata […]

Vertice UE-Turchia: davvero ‘storico’?

Di Seda Serdar. Deutsche Welle (30/11/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. A prima vista, il vertice tra Unione Europea e Turchia sembra costituire un grande successo per entrambe le parti, un vero progresso. Bruxelles ha accettato di aiutare finanziariamente Ankara, che per anni ha affrontato da sola la crisi dei rifugiati. Allo stesso tempo, entrambe le parti hanno […]

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Papa Francesco conclude viaggio in Africa visitando moschea

Papa Francesco sta per finire il suo tour africano. Ha visitato una moschea a Bangui, situata in una enclave musulmana, nella speranza di colmare il divario religioso della Repubblica Centrafricana, segnata da tre anni di violenza. Messaggio forte quello che ha mandato il Papa visitando la moschea: “Insieme, diciamo no all’odio, alla vendetta, alla violenza, in particolare […]

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Francia: Depardieu convertito all’islam dopo aver ascoltato Oum Kalthoum

(Agenzie). “Mi sono convertito all’islam dopo aver assistito a un concerto di Oum Kalhtoum”, racconta l’attore francese Gérard Depardieu nella sua autobiografia“Innocent”, pubblicato in Francia lo scorso 26 novembre. Nel suo libro, Depardieu confessa che “è stata la sensualità, il sentimento, l’energia del Corano cantato da Oum Kalthoum che mi hanno trasportato verso questa spiritualità”. […]

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Israele blocca ruolo UE in negoziati di pace

(Agenzie). Israele ha annunciato di voler sospendere i contatti con quegli enti e agenzie dell’Unione Europea che sono coinvolti nel processo di pace con i palestinesi dopo che Bruxelles ha deciso nuove regole di etichettatura per i prodotto provenienti dai territori occupati. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ricopre anche il ruolo di ministro degli […]

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La Siria e il “Gioco delle Nazioni”

Di Samir Aita. As-Safir (28/11/2015). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi. Nei primi anni Settanta, un importante ex funzionario della CIA ha pubblicato un libro intitolato “Il Gioco delle Nazioni: l’amoralità nelle politiche di potere”. Questo libro ha mostrato i ruoli che il suo autore e i servizi segreti americani hanno ricoperto nella formazione di […]

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Yemen: il conflitto che tutti vogliono dimenticare

Di Afrah Nasser. Middle East Eye (25/11/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. A nove mesi dall’inizio della guerra in Yemen, il conflitto non solo continua a ridurre a brandelli il paese, ma anche a porre la maggioranza della popolazione in miseria. Mentre il ritorno del presidente Hadi e del suo primo ministro ad Aden dà […]

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Arabia Saudita: donne saudite iniziano la loro prima campagna elettorale

(Agenzie). Le donne saudite hanno iniziato la loro prima campagna elettorale per una carica pubblica, un passo avanti per i diritti delle donne nel lento processo di riforma del regno conservatore. Più di 900 donne concorreranno il dicembre 12 nelle elezioni municipali, che segneranno anche la prima volta che le donne possono votare. Le prime elezioni municipali […]

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Siria: giovane siriana è “giornalista dell’anno”

(Agenzie).  La giornalista siriana Erhaim Zaina, 30 anni, che lavora nella città di Aleppo, devastata da più di quattro anni di guerra, è la vincitrice del Premio Reporter senza frontiere (RSF) 2015, presentato Martedì sera a Strasburgo. La giovane donna, il cui paese è considerato il più pericoloso al mondo per i giornalisti, è stata scelta […]

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Gerusalemme: storico teatro palestinese rischia chiusura

(Agenzie). Il teatro nazionale palestinese “Al Hakawati” di Gerusalemme ha pubblicato un appello alle istituzioni e ai businessmen della città per salvare lo storico teatro dalla chiusura. “Il Teatro Nazionale Palestinese, per tre decenni il principale centro culturale delle arti dello spettacolo per gli arabi di Gerusalemme, si trova ad affrontare la potenziale chiusura per grandi debiti […]

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I più deboli di fede (tra negazione e autocritica)

Di Dawood Al-Sherian. Al-Hayat (24/11/2015). Traduzione e sintesi di Laura Giacobbo Sul sito web Sasapost è apparso un articolo intitolato “Gli arabi musulmani e il terrorismo: la negazione politica nel tempo dell’umiliazione”, pubblicato da Wael Zammit, giovane tunisino che si occupa di affari politici. Lo scrittore dice che – parlando della reazione di alcuni intellettuali […]

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REPORT DELL’INCONTRO DEL 23.11.2015 FRA IL COMITATO “KHAKLED BAKRAWI” E L’ON.LE MANLIO DI STEFANO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

All’incontro con l’On.le Manlio Di Stefano e i suoi collaboratori, svoltosi negli uffici parlamentari del movimento, hanno partecipato, per il Comitato “Khaled Bakrawi”, Fouad Roueiha e Germano Monti. L’incontro è durato poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati forniti a Di Stefano alcuni elementi di informazione in merito alla sua proposta di […]

REPORT DELL’INCONTRO DEL 23.11.2015 FRA IL COMITATO “KHAKLED BAKRAWI” E L’ON.LE MANLIO DI STEFANO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

All’incontro con l’On.le Manlio Di Stefano e i suoi collaboratori, svoltosi negli uffici parlamentari del movimento, hanno partecipato, per il Comitato “Khaled Bakrawi”, Fouad Roueiha e Germano Monti. L’incontro è durato poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati forniti a Di Stefano alcuni elementi di informazione in merito alla sua proposta di […]

REPORT DELL’INCONTRO DEL 23.11.2015 FRA IL COMITATO “KHAKLED BAKRAWI” E L’ON.LE MANLIO DI STEFANO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

All’incontro con l’On.le Manlio Di Stefano e i suoi collaboratori, svoltosi negli uffici parlamentari del movimento, hanno partecipato, per il Comitato “Khaled Bakrawi”, Fouad Roueiha e Germano Monti. L’incontro è durato poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati forniti a Di Stefano alcuni elementi di informazione in merito alla sua proposta di […]

REPORT DELL’INCONTRO DEL 23.11.2015 FRA IL COMITATO “KHAKLED BAKRAWI” E L’ON.LE MANLIO DI STEFANO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

All’incontro con l’On.le Manlio Di Stefano e i suoi collaboratori, svoltosi negli uffici parlamentari del movimento, hanno partecipato, per il Comitato “Khaled Bakrawi”, Fouad Roueiha e Germano Monti. L’incontro è durato poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati forniti a Di Stefano alcuni elementi di informazione in merito alla sua proposta di […]

REPORT DELL’INCONTRO DEL 23.11.2015 FRA IL COMITATO “KHAKLED BAKRAWI” E L’ON.LE MANLIO DI STEFANO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

All’incontro con l’On.le Manlio Di Stefano e i suoi collaboratori, svoltosi negli uffici parlamentari del movimento, hanno partecipato, per il Comitato “Khaled Bakrawi”, Fouad Roueiha e Germano Monti. L’incontro è durato poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati forniti a Di Stefano alcuni elementi di informazione in merito alla sua proposta di […]

Marocco: e se l’amazigh venisse ufficializzato sul serio?

Di Wissam El Bouzdaini. Al Huffington Post Maghreb (22/11/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. È da più di quattro anni che il Marocco ha ufficializzato l’amazigh. La Costituzione del 2011 lo definisce, nell’art. 5, una lingua ufficiale allo stesso titolo dell’arabo. Tuttavia, la legge che avrebbe dovuto precisare le modalità di attuazione di questa ufficializzazione […]

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Scenari di reazione russa: le carte nelle mani di Ankara e Mosca

Di Bassem Dabbagh. Al-Araby al-Jadeed (25/11/2015). Traduzione e sintesi di Carlotta Castoldi. La Russia non ha mai ricevuto un colpo tanto forte da uno Stato appartenente alla NATO, come quello ricevuto dalla Turchia con l’abbattimento del suo aereo sul confine siriano. Putin ritiene che lo schiaffo turco meriti una reazione, a qualunque costo, altrimenti Mosca perderà […]

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Razzisti in nome di Allah: come Daesh tradisce il profeta

Uno degli elementi di forza dell’espansione islamica in Asia è sempre stata la percezione, per i nuovi adepti alla parola del profeta, di poter godere di pari diritti davanti a Dio e davanti ai tribunali. Uno status che non era garantito in territori come l’India o l’Indonesia, dominati dalla regola delle caste. L’uguaglianza era invece una garanzia del Corano al convertito al di là della comunità di provenienza, della lingua, del colore della pelle. E’ dunque abbastanza bizzarro che i puristi di Daesh applichino al contrario questa regola su cui si fonda uno dei capisaldi della diffusione dell’islam. Stando a un rapporto d’intelligence cui avrebbero contribuito ricercatori di diversi Paesi e citato in questi giorni diffusamente dalla stampa indiana, Daesh agirebbe proprio in direzione opposta: considerando la non provenienza da un Paese arabo – o di antica assimilazione araba – lo spartiacque per dividere i combattenti del califfato in musulmani di serie A e B.
Rientrerebbero nella categoria B soprattutto indiani e pachistani ma anche cinesi, indonesiani e africani. Chissà, ma il rapporto non sembra dirlo, se ciò vale anche per il Caucaso e i combattenti che provengono dall’Asia centrale e che di solito sono ritenuti ottimi guerriglieri. I “soldati” dell’Asia meridionale e orientale sarebbero comunque i meno affidabili: a loro non solo non sarebbero riservato il rango di “ufficiali” o la possibilità di entrare nella “military police” di Daesh (riservata a tunisini, palestinesi, sauditi, iracheni e siriani), ma vivrebbero in baracche meno accoglienti, non sarebbero ben armati, godrebbero di un salario inferiore e verrebbero addirittura utilizzati come carne da macello: spediti sulla linea del fronte, davanti ai guerriglieri etnicamente puri, a far da kamikaze senza saperlo, su jeep imbottite di esplosivo che saltano dopo che l’inconsapevole autista ha ottemperato al comando di comporre un certo numero al cellulare…
Sebbene sia sempre meglio essere diffidenti anche su questi rapporti di intelligence più o meno segreti, la cosa sarebbe suffragata da almeno tre elementi. Uno quantitativo, uno culturale e uno ideologico religioso. Per quel che riguarda gli indiani, ad esempio, il loro numero tra i foreign fighter sarebbe abbastanza ridotto: solo ventitré. Ma di questi ne sarebbero già morti sei, ossia uno ogni quattro, che è molto. L’altro elemento – come molti altri mediati dalla terra dei Saud, vedi alla voce decapitazione – riguarda il trattamento che in Arabia saudita o nel Golfo viene riservato a indiani, pachistani, bangladesi o indonesiani: camerieri e muratori senza diritti, relegati nelle periferie delle città e pagati una miseria. Decapitati o frustati se incorrono in qualche supposta malefatta. Questi musulmani di serie B, evidentemente ritenuti oltre che meno abili guerrieri anche meno affidabili sul piano della fedeltà, sarebbero sotto stretta sorveglianza da parte della polizia di Daesh.

Infine c’è anche un problema dottrinario: Daesh abbraccia la scuola giuridica (madhaab) hanbalita, una delle quattro seguite dai musulmani in tema di giurisprudenza coranica (fiqh). Centroasiatici, afgani, pachistani, indiani e bangladesi seguono soprattutto quella hanafita (la più antica e diffusa) vista con diffidenza da wahabiti e salafiti, per non parlare di quella shafita (diffusa in Indonesia, India, Africa orientale). Si ritorna dunque alla penisola arabica dove la scuola hanbalita – fu fondata a Bagdad da Ahmad ibn Hanbal – si è poi confinata. Ribadisce la supremazia dei testi sacri sul ragionamento personale, rifiuta l’analogia come fonte del diritto ed è la base giuridica dei movimenti wahabiti e salafiti.

Le scuole giuridiche dell’islam. Mappa della diffusione geografica

La diffusione delle quattro scuole di pensiero giuridico dell’islam.  I punti di riferimento scolastici sono Aḥmad ibn Ḥanbal di Bagdad (780-855), Ibn Taymiyya (1263–1328) nato a Harran (Turchia) e morto a Damasco e Muḥammad ibn Abd al-Wahhāb (1703-1792) nato a Najd (odierna Arabia saudita). Il wahabismo è un movimento che si è espanso soprattutto nella penisola arabica
. Il salafismo sarebbe nato in Egitto nella seconda metà del XIX secolo. Salafismo e wahabismo sono spesso usati erroneamente
 come sinonimi.
 L’hanbalismo è la madhaab abbracciata da Daesh. FonteMadhhab Map3/Peaceworld111 /Opera propria

Razzisti in nome di Allah: come Daesh tradisce il profeta

Uno degli elementi di forza dell’espansione islamica in Asia è sempre stata la percezione, per i nuovi adepti alla parola del profeta, di poter godere di pari diritti davanti a Dio e davanti ai tribunali. Uno status che non era garantito in territori come l’India o l’Indonesia, dominati dalla regola delle caste. L’uguaglianza era invece una garanzia del Corano al convertito al di là della comunità di provenienza, della lingua, del colore della pelle. E’ dunque abbastanza bizzarro che i puristi di Daesh applichino al contrario questa regola su cui si fonda uno dei capisaldi della diffusione dell’islam. Stando a un rapporto d’intelligence cui avrebbero contribuito ricercatori di diversi Paesi e citato in questi giorni diffusamente dalla stampa indiana, Daesh agirebbe proprio in direzione opposta: considerando la non provenienza da un Paese arabo – o di antica assimilazione araba – lo spartiacque per dividere i combattenti del califfato in musulmani di serie A e B.
Rientrerebbero nella categoria B soprattutto indiani e pachistani ma anche cinesi, indonesiani e africani. Chissà, ma il rapporto non sembra dirlo, se ciò vale anche per il Caucaso e i combattenti che provengono dall’Asia centrale e che di solito sono ritenuti ottimi guerriglieri. I “soldati” dell’Asia meridionale e orientale sarebbero comunque i meno affidabili: a loro non solo non sarebbero riservato il rango di “ufficiali” o la possibilità di entrare nella “military police” di Daesh (riservata a tunisini, palestinesi, sauditi, iracheni e siriani), ma vivrebbero in baracche meno accoglienti, non sarebbero ben armati, godrebbero di un salario inferiore e verrebbero addirittura utilizzati come carne da macello: spediti sulla linea del fronte, davanti ai guerriglieri etnicamente puri, a far da kamikaze senza saperlo, su jeep imbottite di esplosivo che saltano dopo che l’inconsapevole autista ha ottemperato al comando di comporre un certo numero al cellulare…
Sebbene sia sempre meglio essere diffidenti anche su questi rapporti di intelligence più o meno segreti, la cosa sarebbe suffragata da almeno tre elementi. Uno quantitativo, uno culturale e uno ideologico religioso. Per quel che riguarda gli indiani, ad esempio, il loro numero tra i foreign fighter sarebbe abbastanza ridotto: solo ventitré. Ma di questi ne sarebbero già morti sei, ossia uno ogni quattro, che è molto. L’altro elemento – come molti altri mediati dalla terra dei Saud, vedi alla voce decapitazione – riguarda il trattamento che in Arabia saudita o nel Golfo viene riservato a indiani, pachistani, bangladesi o indonesiani: camerieri e muratori senza diritti, relegati nelle periferie delle città e pagati una miseria. Decapitati o frustati se incorrono in qualche supposta malefatta. Questi musulmani di serie B, evidentemente ritenuti oltre che meno abili guerrieri anche meno affidabili sul piano della fedeltà, sarebbero sotto stretta sorveglianza da parte della polizia di Daesh.

Infine c’è anche un problema dottrinario: Daesh abbraccia la scuola giuridica (madhaab) hanbalita, una delle quattro seguite dai musulmani in tema di giurisprudenza coranica (fiqh). Centroasiatici, afgani, pachistani, indiani e bangladesi seguono soprattutto quella hanafita (la più antica e diffusa) vista con diffidenza da wahabiti e salafiti, per non parlare di quella shafita (diffusa in Indonesia, India, Africa orientale). Si ritorna dunque alla penisola arabica dove la scuola hanbalita – fu fondata a Bagdad da Ahmad ibn Hanbal – si è poi confinata. Ribadisce la supremazia dei testi sacri sul ragionamento personale, rifiuta l’analogia come fonte del diritto ed è la base giuridica dei movimenti wahabiti e salafiti.

Le scuole giuridiche dell’islam. Mappa della diffusione geografica

La diffusione delle quattro scuole di pensiero giuridico dell’islam.  I punti di riferimento scolastici sono Aḥmad ibn Ḥanbal di Bagdad (780-855), Ibn Taymiyya (1263–1328) nato a Harran (Turchia) e morto a Damasco e Muḥammad ibn Abd al-Wahhāb (1703-1792) nato a Najd (odierna Arabia saudita). Il wahabismo è un movimento che si è espanso soprattutto nella penisola arabica
. Il salafismo sarebbe nato in Egitto nella seconda metà del XIX secolo. Salafismo e wahabismo sono spesso usati erroneamente
 come sinonimi.
 L’hanbalismo è la madhaab abbracciata da Daesh. FonteMadhhab Map3/Peaceworld111 /Opera propria

Turkmeni? Esistono! Sebbene i Curdi in Iraq cerchino di farli scomparire

mcc43 Il flusso quotidiano delle news ci raccontano di ciò che è funzionale o ostacolante per i paesi capofila dell’Occidente. Il popolo dei Turkmeni, o Turcomanni, non era fra questi ed è comparso nelle cronache solamente quando la Turchia ha denunciato i bombardamenti russi sulla popolazione civile turkmena di Siria. Eppure milioni di persone, etnicamente […]

Turkmeni? Esistono! Sebbene i Curdi in Iraq cerchino di farli scomparire

mcc43 Il flusso quotidiano delle news ci raccontano di ciò che è funzionale o ostacolante per i paesi capofila dell’Occidente. Il popolo dei Turkmeni, o Turcomanni, non era fra questi ed è comparso nelle cronache solamente quando la Turchia ha denunciato i bombardamenti russi sulla popolazione civile turkmena di Siria. Eppure milioni di persone, etnicamente […]

Gettare benzina sul fuoco non serve a nessuno

Di Emil Amin. Asharq al-Awsat (25/11/2015). Traduzione di Irene Capiferri. Seguendo gli ambienti mediatici e culturali dopo i fatti di Parigi, appare chiaro che vi sia chi ha interesse ad alimentare il conflitto con il mondo islamico, e ampliarlo attraverso la generalizzazione dell’accusa a tutti i musulmani provenienti da Oriente e Occidente. Primo ma non […]

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Da Gaza a San Marino: artisti palestinesi rompono l’assedio

(Al-Arabiya). É stato un po’ più di un anno fa, che Nidaa Badwan, una giovane artista di Gaza, ha scelto di rifugiarsi nella sua camera da letto per 14 mesi, sperando di sfuggire alle difficoltà quotidiane della vita in una zona di conflitto. Aveva vissuto a Gaza dall’età di 12 anni. Quasi un decennio più tardi […]

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Nigeria: attacco suicida durante manifestazione sciita

(Agenzie). Un kamikaze si è fatto esplodere tra la folla di una processione sciita fuori dalla città nigeriana di Kano. L’attacco è avvenuto nel villaggio di Dakasoye, circa 20 chilometri a sud della città, durante una marcia di seguaci del Movimento islamico della Nigeria. Il gruppo, guidato dallo sceicco Ibrahim Zakzaky, ha dichiarato sul suo sito web  che […]

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La Libia e la polarizzazione dei media

Di Morten Toustrup. Your Middle East (24/11/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. La presa di Tripoli da parte della coalizione Alba Libica nell’agosto del 2014 ha segnato un escalation del conflitto post-rivoluzionario nel paese. Ha anche segnato l’inizio di una crescente polarizzazione dei media libici. Adesso, più di un anno dopo, la turbolenza politica […]

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Francia e Russia si impegnano contro Daesh

(Agenzie). Francia e Russia hanno deciso di impegnarsi insieme contro Daesh (ISIS), scambiandosi informazioni a livello di intelligence per migliorare l’efficacia delle loro campagne di bombardamenti aerei in Siria. Lo ha detto il presidente francese Hollande dopo i colloqui con Vladimir Putin. Tuttavia, i due uomini sono rimasti in disaccordo sul destino del presidente siriano Bashar al-Assad, […]

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Il terrorismo ambiguo della Tunisia

Di Samir Hamdi. Al-Arabi al-Jadeed (26/11/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Negrini. Nella notte del 24 novembre, nel cuore della capitale tunisina, un’operazione terroristica ha preso di mira il pullman della scorta presidenziale, toccando da vicino la sensibilità e l’interesse dei cittadini. Nonostante non sia la prima operazione di questo tipo, quest’ultima ha superato l’attacco […]

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Cucina iraniana: naan berenji, biscotti alla farina di riso

Con la ricetta di oggi, scopriamo un semplice dessert della cucina iraniana: i naan berenji, biscotti di farina di riso! Ingredienti: 350g di farina di riso 3 tuorli 220g di burro non salato 120ml di olio vegetale 2 cucchiai di zucchero 1 cucchiaino di cardamomo in polvere semi di papavero Preparazione: In un recipiente, mischiare la […]

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Palestina: Israele costruirà nuove recinzioni

(Agenzie). Il  ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha annunciato la costruzione di un nuovo muro di separazione che verrà innalzato tra la città di Hebron e lo Stato israeliano. “Abbiamo intenzione di costruire un muro più massiccio simile alla recinzione al confine con l’Egitto” ha dichiarato il ministro aggiungendo che il progetto “richiederà un po ‘di […]

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Tunisia: chiuse le frontiere con la Libia

(Agenzie). Chiuse per 15 giorni le frontiere tra Libia e Tunisia dopo l’attacco bomba contro le Guardie presidenziali che ha portato alla morte di 13 persone. Il ministero dell’Interno avrebbe deciso i chiudere la frontiera dopo aver scoperto che i 10 chili di esplosivo che hanno causato lo scoppio sarebbero stati fatti entrare nel suolo tunisino […]

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Turchia: la Russia risponde economicamente

(Agenzie). Le autorità russe hanno comunicato che saranno aumentati i controlli sulle importazioni di prodotti alimentari provenienti dalla Turchia. I livelli di pesticidi, nitrati e nitriti presenti nei prodotti turchi sembrerebbe “nettamente superiore al limite imposto”, secondo quanto ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura russo Alexander Tkachev, rendendone impossibile il commercio. La misura adottata dalle autorità russe […]

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Egitto: apre sede staccata Al-Azhar in EAU

(Agenzie). Al-Azhar, un’istituzione universalmente considerata come una fonte di diritto islamico, legge e costumi, aprirà la sua prima sede staccata di università fuori dal suo Paese d’origine, l’Egitto. Lo ha segnalato l’agenzia di stampa ufficiale degli Emirati WAM. Sheikh Ahmad Al-Tayeb, Grande Imam e Gran Mufti d’Egitto, ha firmato un accordo con Autorità Generale degli Emirati Arabi Uniti per […]

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“In viaggio con Zozan”: il reportage di Salah Methnani di Rainews24

Fingersi siriano e raccontare dall’interno, in presa diretta, il flusso biblico di profughi e di migranti economici che da mesi tentano di raggiungere l’Europa. È quello che ha fatto il nostro inviato Salah Methnani che ha accompagnato una giovane donna siriana curda dalla Turchia alla Germania, dove ha potuto riabbracciare il marito che la stava […]

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A ciascuno la sua Siria

(di Lorenzo Trombetta, Ansa) La Turchia rafforza le sue posizioni al confine siriano, e la Russia a sua volta schiera i missili in Siria: un Paese sempre più diviso in […]

Chi bombarda chi e dove in Siria

(Lorenzo Trombetta per Ansa) I cieli della Siria sono sempre più affollati: 14 aviazioni militari diverse operano sopra le teste dei siriani. E il jet russo abbattuto oggi tra Siria […]

Dopo il primo attentato nel centro di Tunisi, il pericolo ha due facce

Patrizia Mancini Tunisi, il giorno dopo l’attentato, si è risvegliata sferzata da un vento gelido e da spruzzi di pioggia improvvisi. Colti alla sprovvista, decine di giovani che si accalcano, nonostante tutto, davanti allo sportello del Teatro Municipale dove si acquistano biglietti per alcune proiezioni di film. Perché l’attentato ha colpito per la prima volta il cuore della capitale, dove […]

Razzisti in nome di Allah: la pecca nera di Daesh

Uno degli elementi di forza dell’espansione islamica in Asia è sempre stata la percezione, per i nuovi adepti alla parola del profeta, di poter godere di pari diritti davanti a Dio e davanti ai tribunali. Uno status che non era garantito in territori come l’India o l’Indonesia, dominati dalla regola delle caste. L’uguaglianza era invece una garanzia del Corano al convertito al di là della comunità di provenienza, della lingua, del colore della pelle. E’ dunque abbastanza bizzarro che i puristi di Daesh applichino al contrario questa regola su cui si fonda uno dei capisaldi della diffusione dell’islam. Stando a un rapporto d’intelligence cui avrebbero contribuito ricercatori di diversi Paesi e citato in questi giorni diffusamente dalla stampa indiana, Daesh agirebbe proprio in direzione opposta: considerando la non provenienza da un Paese arabo – o di antica assimilazione araba – lo spartiacque per dividere i combattenti del califfato in musulmani di serie A e B.
Rientrerebbero nella categoria B soprattutto indiani e pachistani ma anche cinesi, indonesiani e africani. Chissà, ma il rapporto non sembra dirlo, se ciò vale anche per il Caucaso e i combattenti che provengono dall’Asia centrale e che di solito sono ritenuti ottimi guerriglieri. I “soldati” dell’Asia meridionale e orientale sarebbero comunque i meno affidabili: a loro non solo non sarebbero riservato il rango di “ufficiali” o la possibilità di entrare nella “military police” di Daesh (riservata a tunisini, palestinesi, sauditi, iracheni e siriani), ma vivrebbero in baracche meno accoglienti, non sarebbero ben armati, godrebbero di un salario inferiore e verrebbero addirittura utilizzati come carne da macello: spediti sulla linea del fronte, davanti ai guerriglieri etnicamente puri, a far da kamikaze senza saperlo, su jeep imbottite di esplosivo che saltano dopo che l’inconsapevole autista ha ottemperato al comando di comporre un certo numero al cellulare…
Sebbene sia sempre meglio essere diffidenti anche su questi rapporti di intelligence più o meno segreti, la cosa sarebbe suffragata da almeno tre elementi. Uno quantitativo, uno culturale e uno ideologico religioso. Per quel che riguarda gli indiani, ad esempio, il loro numero tra i foreign fighter sarebbe abbastanza ridotto: solo ventitré. Ma di questi ne sarebbero già morti sei, ossia uno ogni quattro, che è molto. L’altro elemento – come molti altri mediati dalla terra dei Saud, vedi alla voce decapitazione – riguarda il trattamento che in Arabia saudita o nel Golfo viene riservato a indiani, pachistani, bangladesi o indonesiani: camerieri e muratori senza diritti, relegati nelle periferie delle città e pagati una miseria. Decapitati o frustati se incorrono in qualche supposta malefatta. Questi musulmani di serie B, evidentemente ritenuti oltre che meno abili guerrieri anche meno affidabili sul piano della fedeltà, sarebbero sotto stretta sorveglianza da parte della polizia di Daesh.

Infine c’è anche un problema dottrinario: Daesh abbraccia la scuola giuridica (madhaab) hanbalita, una delle quattro seguite dai musulmani in tema di giurisprudenza coranica (fiqh). Centroasiatici, afgani, pachistani, indiani e bangladesi seguono soprattutto quella hanafita (la più antica e diffusa) vista con diffidenza da wahabiti e salafiti, per non parlare di quella shafita (diffusa in Indonesia, India, Africa orientale). Si ritorna dunque alla penisola arabica dove la scuola hanbalita – fu fondata a Bagdad da Ahmad ibn Hanbal – si è poi confinata. Ribadisce la supremazia dei testi sacri sul ragionamento personale, rifiuta l’analogia come fonte del diritto ed è la base giuridica dei movimenti wahabiti e salafiti.

Le scuole giuridiche dell’islam. Mappa della diffusione geografica

La diffusione delle quattro scuole di pensiero giuridico dell’islam.  I punti di riferimento scolastici sonoAḥmad ibn Ḥanbal di Bagdad (780-855), Ibn Taymiyya (1263–1328) nato a Harran (Turchia) e morto a Damasco e Muḥammad ibn Abd al-Wahhāb (1703-1792) nato a Najd (odierna Arabia saudita). Il wahabismo è un movimento che si è espanso soprattutto nella penisola arabica
. Il salafismo sarebbe nato in Egitto nella seconda metà del XIX secolo. Salafismo e wahabismo sono spesso usati erroneamente
 come sinonimi.
 L’hanbalismo è la madhaab abbracciato da Daesh. FonteMadhhab Map3/Peaceworld111 /Opera propria

Tunisia: Amnesty “proteggere le vittime di stupro”

(Agenzie). In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne Amnesty International lancia un appello per le donne tunisine vittime di stupro, un giorno dopo l’attacco contro le guardie presidenziali che ha causato la morte di 17 persone. “In Tunisia le donne che hanno subito uno stupro sono troppe volte vittime. Anche della legge”. Si legge nell’appello dell’ONG […]

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La Siria campo di battaglia tra Turchia e Russia

Di Serkan Demirtas. Hurriyet Daily News (25/11/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. L’abbattimento del jet russo il 24 novembre segna un inizio sotto molti aspetti. È il primo caccia russo abbattuto da un Paese NATO dagli anni Cinquanta e il primo abbattuto dalla Turchia dalla creazione dell’Alleanza, alla fine degli anni Quaranta. È anche […]

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Dopo Parigi, cambierà la politica UE verso i rifugiati?

Di Hussein Abd al-Aziz. Al-Jazeera (23/11/2015). Traduzione e sintesi di Annamaria Bertani. In seguito alla decisione della cancelliera tedesca Angela Merkel di sospendere la convenzione di Dublino ed aprire le porte del suo paese ai migranti, in particolare a quelli siriani, la questione dell’immigrazione irregolare in Europa è giunta ad un punto critico. I fatti […]

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Francia: aumento fenomeno islamofobia dopo attentati Parigi

(Agenzie). In seguito degli attentati che hanno colpito Parigi lo scorso 13 novembre, in Francia sono stati registrati ben 34 casi di minacce e azioni contro i musulmani, secondo quanto riferito da Abdallah Zekri, presidente dell’Osservatorio nazionale contro l’islamofobia, parte del Consiglio Francese del Culto Musulmano (CFCM). Secondo la stessa fonte, tra le aggressioni sono […]

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Marocco: 16 nuovi istituti universitari nel 2016

(Agenzie). Il ministro per l’Istruzione Superiore e la Ricerca Scientifica, Lahcen Daoudi, ha annunciato al parlamento che nel 2016 verranno creati in tutto il Marocco 16 nuovi istituti universitari. Tra i progetti futuri, figurano il Centro ospedaliero universitario di Tangeri, i cui lavori sono stati inaugurati dal re Mohammed VI lo scorso settembre. Altro progetto molto […]

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“Sul corno del rinoceronte” di Francesca Bellino

Ci sono libri che catturano le nostre emozioni al punto da non voler smettere mai di leggerli, ci immergiamo avidamente in essi, pagina dopo pagina, con la voglia di andare avanti nella lettura ma anche con il desiderio contrastante che il libro non finisca mai. È quello che mi è successo con “Sul corno del […]

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Le spiacevoli conseguenze del termine “terrorismo islamico”

L’opinione di Al-Quds. Al-Quds Al-Arabi (22/11/2015). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. Dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi non è stato certo strano che i mass media occidentali e arabi ricorressero a idee superficiali per spiegare il grave evento e chiedere di vendicarsi immediatamente degli “islamici”. Questo termine, soggetto a interpretazioni arbitrarie, indica per […]

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Yemen: ONU accusa ribelli Houthi di bloccare aiuti

(Agenzie). Il capo delle Nazioni Unite ha accusato le milizie Houthi dello Yemen di bloccare e deviare le consegne di aiuti alla terza città del Paese, Taez, dove circa 200.000 persone vivono sotto assedio. Le forze governative sostenute dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita stanno combattendo da settembre per respingere le milizie sciite Houthi da Taez, come parte […]

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Tunisia: stato di emergenza dopo attacco contro guardia presidenziale

(Agenzie). Dodici persone sono state uccise e 17 sono rimaste ferite a causa di una bomba contro un autobus che trasportava guardie presidenziali nella capitale della Tunisia. L’esplosione è stata descritta come un “attacco suicida”, secondo quanto ha riferito Al-Arabiya News Channel. Essebsi ha dichiarato uno stato di 30 giorni di emergenza, dando più poteri alle forze […]

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Terrorismo e uso strumentale della religione

L’Osservatore Romano (24/11/2015). Di Giusy Regina “Terrorismo e strumentalizzazione religiosa” è stato il tema dell’incontro organizzato dal mensile «Confronti» e svoltosi il 23 novembre a Roma, presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana. Al dibattito hanno partecipato lo storico Ernesto Galli della Loggia, editorialista del «Corriere della Sera», il giornalista di Rai News24 Zouhir […]

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Governo regionale del Kurdistan: crisi e implicazioni regionali

Di Galip Dalay. Middle East Eye (20/11/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. Il governo regionale del Kurdistan iracheno (KRG) è impegnato in un’accesa disputa sull’elezione – o la rielezione – del suo presidente Mas’ud Barzani, in carica dal 2005 e il cui mandato è finito il 19 agosto 2015. La scena politica curda […]

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Turchia: abbattuto aereo russo, caos diplomatico

(Agenzie). L’aeronautica militare turca ha abbattuto un aereo da guerra russo vicino al confine con la Siria per aver violato lo spazio aereo turco, secondo quanto riferito da un ufficiale dell’esercito, che ha aggiunto che i piloti avevano ricevuto diversi avvertimenti prima che l’aereo venisse colpito. Da parte sua, Mosca ha negato che si trattasse di una […]

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Più donne nei processi di pace

Di Yara Al-Wazir. Al-Arabiya (21/11/2015). Traduzione e sintesi di Elisa Gennaro. Secondo l’International Peace Institute, “accordi di pace duraturi anche 15 anni sono tanto più probabili se raggiunti con il coinvolgimento femminile”. Eppure, tra il 1992 e il 2010 la percentuale di donne che ha partecipato in questi processi in qualità di mediatori capo e di negoziatori è […]

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TFF, una Parigi in guerra e il dolore di tre donne a Damasco

tff 110“Où est la guerre” di Carmit Harash e “Coma” di Sara Fattahi, in concorso al Torino Film Festival, affrontano con lo sguardo di due giovani registe, una israeliana e l’altra siriana, due realtà diverse ma ugualmente attraversate dal terrorismo, dalla paura e dallo smarrimento.

Arabia Saudita e EAU: maggiori importatori di cioccolato in Medio Oriente

(Agenzie). La regione araba e quella del Golfo in particolare, è nota per la sua passione per i dolci, tanto che il valore di questo settore è pari a 10 miliardi di dollari, con una crescita annua del 12%, che è la più alta del mondo. Inoltre, la dimensione del mercato del cioccolato nella regione è […]

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L’Arabia Saudita bloccherà Whatsapp?

(Agenzie). La Communications and Information Technology Commission (CITC) dell’Arabia Saudita ha smentito le voci secondo cui il Paese avrebbe bloccato le applicazioni di social media, tra cui WhatsApp e Tango. Lo ha riferito il quotidiano arabo al-Watan. I consumatori avevano già espresso la loro preoccupazione perché alcune società di telecomunicazioni stavano progettando di bloccare questi servizi gratuiti con il pretesto che […]

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Egitto: autobomba vicino a hotel Nord Sinai

(Agenzie). Un’autobomba è esplosa davanti ad un albergo dove alloggiavano i giudici elettorali nel Nord Sinai, in Egitto, uccidendo almeno quattro poliziotti e ferendo 12 persone. Lo hanno dichiarato fonti mediche e della sicurezza. L’esplosione è arrivata il giorno dopo la chiusura del secondo turno delle elezioni parlamentari. Anche la televisione di stato egiziana ha riferito l’accaduto. Un attentatore suicida […]

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Quelle condoglianze dell’imam «ai fratelli e sorelle ebrei»

Li chiama «fratelli e sorelle». Chiude il messaggio con una frase in ebraico. Si offre di alleviare – assieme alla sua comunità – le sofferenze di chi, in questo momento, vive i suoi giorni peggiori. Firmato: l’imam. La speranza in mezzo all’orrore. Una piccola candela accesa in mezzo al buio più profondo. Buio che resta […]

Quelle condoglianze dell’imam «ai fratelli e sorelle ebrei»

Li chiama «fratelli e sorelle». Chiude il messaggio con una frase in ebraico. Si offre di alleviare – assieme alla sua comunità – le sofferenze di chi, in questo momento, vive i suoi giorni peggiori. Firmato: l’imam. La speranza in mezzo all’orrore. Una piccola candela accesa in mezzo al buio più profondo. Buio che resta […]

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Le condoglianze dell’imam ai «ai fratelli e sorelle ebrei»

Li chiama «fratelli e sorelle». Chiude il messaggio con una frase in ebraico. Si offre di alleviare – assieme alla sua comunità – le sofferenze di chi, in questo momento, vive i suoi giorni peggiori. Firmato: l’imam. La speranza in mezzo all’orrore. Una piccola candela accesa in mezzo al buio più profondo. Buio che resta […]

Ban Ki-moon nel Sahara: per una soluzione al conflitto

Di Muhammad al-Ashabi. Al-Hayat (23/11/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Sembra difficile che l’inviato internazionale nel Sahara, Cristopher Ross, possa ritornare nella regione a nord del continente africano, soprattutto quando ci si prepara alla visita del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Quasi due decenni fa, era stata la volta del suo predecessore, Kofi […]

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Basta chiedere al regista

Titolo provocatorio, lo so. D’istinto, però, è la prima riflessione che mi è venuta dopo aver visto Deephan, il film di Jacques Audiard che ha visto Cannes, nello stupore generale e nella solenne arrabbiatura degli italiani che speravano nella Palma d’Oro. Deephan un bel film, diciamolo, pur con qualche limite (come il finale pieno di speranza, inRead more

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Riflessioni dell’Imam Khamenei sull’Isis.

Riflessioni sull’Isis della massima autorità religiosa della Repubblica islamica dell’Iran,l’Imam Khamenei. 
Vi è un aspetto innegabile, ovvero il fatto che la corrente takfiri e i governi che la sostengono e difendono si muovono in totale sintonia con gli obbiettivi dell’ arroganza e del sionismo. Il loro lavoro è in linea con gli obbiettivi degli Stati Uniti, dei governi colonialisti Europei, e del regime usurpatore sionista. Alcune prove lo confermano, la corrente takfiri ha un apparenza Islamica ma nella pratica è al servizio delle grandi correnti colonialiste, arroganti e politiche che operano contro il mondo Islamico. Ci sono chiare prove che non possono essere ignorate, vorrei menzionarne alcune, una di esse è che la corrente takfiri è stata in grado di deviare il risveglio Islamico dal suo sentiero. Il movimento del risveglio Islamico era un movimento antiamericano e contro l’arroganza, che ha agito contro gli elementi che gli usa avevano installato nella regione, si trattava di un movimento che era stato lanciato dalle popolazioni in differenti nazioni del nord Africa. La corrente takfiri ha cambiato la direzione di questo movimento che era contro l’arroganza, gli Stati Uniti e la Tirannia, trasformandola in una guerra tra Mussulmani e in una lotta fratricida. La linea del fronte della lotta nella regione erano i confini della Palestina occupata, ma la corrente takfiri ha trasformato la linea del fronte nelle strade di Baghdad, nella moschea Jameh di Damasco, nelle strade del Pakistan, e nelle differenti città della Siria, questi luoghi sono diventati la linea del fronte del combattimento, diamo uno sguardo alle condizioni della Libia, della Siria, dell’ Iraq e del Pakistan oggi e vediamo contro chi sono state utilizzate le forze e le spade dei Mussulmani, queste forze avrebbero dovuto essere utilizzate contro il regime sionista, ma la corrente takfiri ha diretto questa lotta nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre nazioni Islamiche. Sono loro che hanno causato gli attentati all’ interno della moschea Jameh di Damasco, ucciso civili inermi, con attentati a Baghdad, attaccato con raffiche di proietti centinaia e centinaia di persone in Pakistan e in Libia hanno creato questa situazione della quale siete testimoni, tutti questi sono alcuni dei crimini storici ed indimenticabili commessi dalla corrente takfiri, è tale corrente ad aver causato questa situazione. Trasformare questo movimento (del risveglio Islamico) è stato un lavoro al servizio degli Stati Uniti e dell’ Inghilterra, al servizio dei servizi segreti americani, inglesi, del mossad, e di apparati simili. Un altra prova è che, coloro che sostengono la corrente takfiri hanno realizzato compromessi con il regime sionista affinché essa combatta contro i Mussulmani, non solo non rivolgono neanche uno sguardo accigliato contro il regime sionista, ma con varie scuse sferrano ogni sorta di colpo contro le nazioni islamiche e realizzano ogni tipo di complotto contro di esse.
Una prova ulteriore è che il movimento di sedizione che la corrente takfiri ha lanciato nelle nazioni Islamiche tra le quali Iraq, Siria, Libia, Libano ed altre, ha causato la distruzione di importanti infrastrutture in questi paesi. Guardate quante strade, raffinerie, miniere, aeroporti, città e case sono state distrutte in queste nazioni, questo è accaduto come risultato tra le guerre interne e fratricide, e vedete quanto tempo e denaro saranno necessari affinché queste nazioni tornino alle condizioni precedenti, queste sono le perdite ed i colpi che la corrente takfiri ha inflitto al mondo islamico lungo questi anni. Un ulteriore prova è che la corrente takfiri ha danneggiato la reputazione dell’ Islam nel mondo, ne ha presentato un immagine negativa, tutti in ogni parte del mondo hanno visto in televisione che qualcuno viene fatto inginocchiare a terra e dopo decapitato con una spada senza essere imputato di alcun crimine. <> (Sacro Corano 60:8-9). Queste persone hanno fatto l’esatto opposto, hanno ucciso Mussulmani e non Mussulmani innocenti, e le immagini sono state trasmesse in tutto il mondo. Che una persona nel nome dell’ Islam ha estratto il cuore da un corpo senza vita e lo ha addentato, questo è stato fatto nel nome dell’ Islam, l’Islam della misericordia, l’Islam della riflessione, l’Islam della logica, l’Islam di << Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione…>> questo Islam è stato presentato in quel modo, vi è alcun crimine più grande di questo? Vi è alcuna fitna (sedizione) più malvagia di questa?
Questo è quello che ha fatto la corrente takfiri, una prova ancora è che essi hanno lasciato solo l’asse della resistenza, Gaza ha combattuto da sola per cinquanta giorni, per cinquanta giorni ha resistito da sola, i governi dei paesi islamici non hanno aiutato Gaza, gli introiti petroliferi e i dollari non sono stati messi al servizio di Gaza, mentre parte di essa è stata messa al servizio del regime sionista, questa è un altra prova, un altro crimine è prova che la corrente takfira ha deviato la direzione dell’ entusiasmo e del valore della gioventù Islamica esistente in tutto il mondo dell’ islam, oggi giovani in tutto il mondo Islamico possiedono un certo tipo di entusiasmo e valore, il risveglio Islamico li aveva influenzati ed erano pronti per muoversi al servizio dei grandi obbiettivi dell’ Islam, ma la corrente takfiri ha deviato il sentiero di questo entusiasmo e valore, conducendo certi giovani male informati ed ignoranti a decapitare Mussulmani e commettere massacri di donne bambini ed infanti nei villaggi. Questi sono tra i peccati della corrente takfiri, non possiamo ignorare ne dimenticare facilmente queste prove, tutte esse mostrano il fatto che la corrente takfiri è al servizio dell’ arroganza, è al servizio dei nemici dell’ islam: gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il regime sionista, ovviamente ci sono anche altre prove. Siamo stati informati che degli aerei di trasporto americani hanno lanciato munizioni delle quali questo gruppo conosciuto come daesh (ISIS) necessitava. Hanno lanciato munizioni sui quartieri generali di daesh in Iraq. Per aiutarli. Ci siamo detti forse si è trattato di un errore, poi abbiamo visto che hanno continuato a farlo, in accordo ai rapporti che ho ricevuto questo è accaduto cinque volte. Si sono sbagliati per cinque volte? tutto ciò mentre hanno creato una cosiddetta coalizione contro daesh (ISIS), si tratta di una menzogna assoluta. Questa coalizione segue altri obbiettivi malvagi, vogliono mantenere viva la fitna (sedizione e divisione), mettere le due parti una contro l’altra e continuare la guerra civile tra Mussulmani. Questo è il loro obbiettivo. Sappiate che non ci riusciranno.

Marocco: il film ”L’orchestre des aveugles” premiato a Bruxelles

(Agenzie). Il film marocchino “L’orchestre des aveugles” (“L’orchestra dei ciechi”) è stato doppiamente premiato al Festival Internazionale del Cinema di Bruxelles (FIFB), che si è appena concluso nella capitale belga nonostante la tensione crescente per la minaccia terroristica. Il lungometraggio è stato insignito del premio per miglio regista, attribuito a Mohamed Mouftakir, e quello di miglio attore, […]

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Algeria: creata commissione mista per esegesi del Corano in amazigh

(Agenzie). In Algeria è stata da poco creata una commissione mista che ha l’incarico di elaborare un progetto di esegesi del Corano in amazigh (berbero), su iniziativa del Haut commissariat à l’Amazighité (HCA). Il ministro per gli Affari Religiosi, Mohamed Aissa, ha affermato che “questo progetto civico e storico gioverà alla lingua e alla cultura […]

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Turchia: leader partito filocurdo sventa tentato omicidio

(Agenzie). Selahattin Demirtas, uno dei leader della principale formazione politica filocurda in Turchia, il Partito Democratico del Popolo (HDP, sarebbe stato vittima di un tentato omicidio, secondo quanto riferito da fonti interne al partito. L’attacco sarebbe avvenuto mentre Demirtas si trovava nella sua automobile a Diyarbakir, città della provincia omonima a est del Paese a maggioranza curda. Da […]

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L’omicidio sistematico è la strategia adottata dal terrorismo

Di Farid al-Khazen. As-Safir (21/11/2015). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi. Quando le città di Francia, Stati Uniti, Russia, Spagna, Gran Bretagna, Tunisia, Libano, Egitto, Kuwait, Turchia, Libia, Iraq, Pakistan, Mali, Nigeria ed altre ancora si trasformano in cimiteri di massa, allora non si tratta solo di terrorismo, ma di omicidi sistematici e di una […]

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Ma ci restano le parole…

oumh 110Non ho sentito l’odore della morte e delle armi, né ho provato il terrore di questa gente ricoperta del sangue di quelli che non hanno sopravvissuto al loro fianco. Non ho dovuto correre, disorientata per strada, agghiacciata dalle detonazioni alle mie spalle. Non ho dovuto scoprire di aver perso un essere caro quella sera. Eppure, come per altre migliaia di persone, il mondo intorno a me è crollato, in modo indicibile ed imprevedibile.

Ma ci restano le parole…

oumh 110Non ho sentito l’odore della morte e delle armi, né ho provato il terrore di questa gente ricoperta del sangue di quelli che non hanno sopravvissuto al loro fianco. Non ho dovuto correre, disorientata per strada, agghiacciata dalle detonazioni alle mie spalle. Non ho dovuto scoprire di aver perso un essere caro quella sera. Eppure, come per altre migliaia di persone, il mondo intorno a me è crollato, in modo indicibile ed imprevedibile.

Non contano i numeri a Roma, contano le anime

Sono scesi in piazza, sfidando la pioggia di Roma, la banalità di doversi distinguere dall’ovvio, contro la violenza e il terrorismo mettendo da parte la barbarie di insulti di una settimana intera, propagandata dalla grande maggioranza dei nostri media italiani. Sono scesi in piazza anche se scendere in piazza, per migliaia di musulmani immigrati in […]

Non contano i numeri a Roma, contano le anime

Sono scesi in piazza, sfidando la pioggia di Roma, la banalità di doversi distinguere dall’ovvio, contro la violenza e il terrorismo mettendo da parte la barbarie di insulti di una settimana intera, propagandata dalla grande maggioranza dei nostri media italiani. Sono scesi in piazza anche se scendere in piazza, per migliaia di musulmani immigrati in […]

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Iraq: Russia autorizza vendita di armi

(Agenzie). La commissione sicurezza e difesa del parlamento iracheno ha annunciato che Mosca ha approvato la vendita di armi russe all’Iraq. La decisione arriva a un mese da quando Baghdad ha dato luce verde alla Russia per colpire obiettivi Daesh (ISIS) nel Paese. Shakhwan Abdullah, un membro della commissione, ha riferito che la transazione è il […]

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Egitto: secondo turno di elezioni parlamentari

(Agenzie). Gli egiziani sono chiamati di nuovo al voto oggi, domenica, per il secondo turno di elezioni parlamentari, dopo che il primo aveva attirato alle urne solo un quarto dell’elettorato. Tra le cause della poca affluenza, l’assenza di una rappresentanza dei Fratelli Musulmani e uno scarso interesse diffuso. Il nuovo parlamento sarà composto da 568 membri, […]

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Isis ruba a noi musulmani europei il futuro

La strategia di Daesh si regge su quattro pilastri che stanno alla base anche degli attentati di Parigi, e di cui dobbiamo tenere in gran conto se vogliamo trovare risposte adeguate a quanto è accaduto non solo ai parigini ma anche quanto sta accadendo ai musulmani occidentali. Il primo pilastro strategico si trova a Sud […]

Isis ruba a noi musulmani europei il futuro

La strategia di Daesh si regge su quattro pilastri che stanno alla base anche degli attentati di Parigi, e di cui dobbiamo tenere in gran conto se vogliamo trovare risposte adeguate a quanto è accaduto non solo ai parigini ma anche quanto sta accadendo ai musulmani occidentali. Il primo pilastro strategico si trova a Sud […]

Isis ruba a noi musulmani europei il futuro

La strategia di Daesh si regge su quattro pilastri che stanno alla base anche degli attentati di Parigi, e di cui dobbiamo tenere in gran conto se vogliamo trovare risposte adeguate a quanto è accaduto non solo ai parigini ma anche quanto sta accadendo ai musulmani occidentali. Il primo pilastro strategico si trova a Sud […]

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Isis ruba a noi musulmani europei il futuro

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Isis ruba a noi musulmani europei il futuro

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Jihadismo, una questione interna

Santiago Alba Rico. Mi succede già da tempo di riuscire a provare orrore e dolore per due tragedie simultanee, accadute in punti diversi del pianeta. Riassumo una vicenda atroce: venerdì 13 novembre, mentre assassini francesi e belgi uccidevano 129 persone a Parigi, assassini tunisini, anche loro dello Stato Islamico, sgozzavano e decapitavano Mabrouk Soltani, un giovanissimo pastore di 16 anni, […]

Il mondo arabo ha bisogno di separare la religione dagli affari di Stato

Di Daoud Kuttab. Huffington Post Religion (20/11/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. Nella lotta al flagello del fondamentalismo religioso, una delle strategie proposte da alcuni è quella di utilizzare la religione stessa per combatterlo. I sostenitori di questo approccio vanno da quelli che sostengono che Daesh (ISIS) e la sua ideologia, siano semplicemente costruiti […]

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Informatevi o facciamoci la guerra.

Dietro ad ogni azione c’è sempre un ideologia. E dietro alle efferatezze dell’Isis c’è il wahabismo. Una corrente di pensiero che molti spesso classificano come ”corrente dell’Islam”. Con questo post vorrei invitare,con i pochi strumenti a mia disposizione, lo sciame impaurito a una totale immersione all’interno dell’Islam contemporaneo,per scoprire le sue antiche ferite,le sue differenze e sopratutto i conflitti che lo stanno conducendo verso una pericolosa implosione. Qualche giorno fa accusai i musulmani che hanno aderito ( molti senza saperlo) all’ideologia oscurantista wahabita, di essere i fomentatori dell’islamofobia europea. Oggi invece accuso il lettore occidentale ( e non i mass media mondiali e nazionali,quelli si sa,da tempo sono diventati dei veri e propri templi della disinformazione) di non fare abbastanza per conoscere a fondo la fede del proprio vicino di casa. Dell’amico,della compagnia,del collega. Come dicevo poc’anzi, moltissimi musulmani hanno aderito al wahabismo. Informatevi su questa ideologia. Sulle fatwa di morte emesse dagli imam wahabiti contro personaggi musulmani e sui danni che sta causando a molte società musulmane,come quella siro-irachena,ma sopratutto quella saudita. Informatevi sopratutto sui rapporti che ha intrecciato l’occidente difensore dei diritti umani con la patria dell’ideologo di questa ideologia dell’arroganza : Il regno dell’Arabia Saudita.
Non voglio concludere il mio post spendendo parole sulla ben nota equazione Islam/pace/amore,tanto ci saranno sempre degli idioti che mi smentiranno con i loro comportamenti e la loro ignoranza.
Firmato un ” EX ” potenziale terrorista

Informatevi o facciamoci la guerra.

Dietro ad ogni azione c’è sempre un ideologia. E dietro alle efferatezze dell’Isis c’è il wahabismo. Una corrente di pensiero che molti spesso classificano come ”corrente dell’Islam”. Con questo post vorrei invitare,con i pochi strumenti a mia disposizione, lo sciame impaurito a una totale immersione all’interno dell’Islam contemporaneo,per scoprire le sue antiche ferite,le sue differenze e sopratutto i conflitti che lo stanno conducendo verso una pericolosa implosione. Qualche giorno fa accusai i musulmani che hanno aderito ( molti senza saperlo) all’ideologia oscurantista wahabita, di essere i fomentatori dell’islamofobia europea. Oggi invece accuso il lettore occidentale ( e non i mass media mondiali e nazionali,quelli si sa,da tempo sono diventati dei veri e propri templi della disinformazione) di non fare abbastanza per conoscere a fondo la fede del proprio vicino di casa. Dell’amico,della compagnia,del collega. Come dicevo poc’anzi, moltissimi musulmani hanno aderito al wahabismo. Informatevi su questa ideologia. Sulle fatwa di morte emesse dagli imam wahabiti contro personaggi musulmani e sui danni che sta causando a molte società musulmane,come quella siro-irachena,ma sopratutto quella saudita. Informatevi sopratutto sui rapporti che ha intrecciato l’occidente difensore dei diritti umani con la patria dell’ideologo di questa ideologia dell’arroganza : Il regno dell’Arabia Saudita.
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Il commercio per la pace: interrompere il ciclo neocoloniale

Di Onat Kibaroglu e Karim Ibrahim. Your Middle East (19/11/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Nell’aprile del 2015, l’Egitto ha cancellato unilateralmente un Accordo di Libero Scambio con la Turchia, riguardante il trasporto via terra e via mare, firmato nel 2012. L’accordo era stato istituito per bypassare la principale rotta commerciale siriana verso l’Arabia […]

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Le sinagoghe canadesi sostengono attivamente i profughi siriani

Di Renee Ghert-Zand, The Times of Israel (20/11/2015). Traduzione e sintesi di Giusy Regina. Le sinagoghe di Vancouver, Temple Sholom e di Peterborough, Beth Israel non potrebbero essere più diverse. Una accoglie la più grande comunità ebraica in una delle più grandi città del Canada, mentre l’altra ha una adesione di sole 35 famiglie, raccogliendo al massimo 100 fedeli per […]

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Quando insorgeranno i musulmani contro il terrorismo?

Di Osman Mirghani. Asharq al-Awsat (19/11/2015). Traduzione e sintesi di Carlotta Castoldi. Non ho dubbi che la stragrande maggioranza delle persone nel mondo islamico condanni il terrorismo con forza, rifiutando il suo pensiero, il suo approccio e la sua morale deviata; ma la condanna silenziosa non basta, non sentire la voce della maggioranza fa risuonare […]

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Mali: uccisi due uomini armati in assedio hotel

(Agenzie). Due uomini armati sono stati uccisi nell’hotel di lusso nella capitale del Mali, preso d’assedio questa mattina. Secondo quanto dichiarato dalle forze militari del Mali, le due persone uccise farebbero parte del gruppo di attentatori che questa mattina hanno assediato l’Hotel Radisson Blu di Bamako tenendo per ore sotto ostaggio oltre 100 persone. Inizia la conta delle vittime: […]

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Arabia Saudita: poeta palestinese condannato a morte

(Agenzie).  Il poeta di origine palestinese Ashraf Fayadh, è stato condannato a morte da un tribunale dell’Arabia Saudita con l’accusa di aver promosso l’ateismo con le poesie della sua raccolta “Le istruzioni sono all’interno” , di aver avuto relazioni illecite, di aver mancato di rispetto al profeta Maometto e di aver minacciato la moralità saudita. Fayadh, membro chiave […]

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Cucina yemenita: thamool, pane dolce con semi di cumino nero

Oggi, un’altra ricetta molto semplice ma gustosa che arriva dallo Yemen: il thamool, un pane dolce con semi di cumino nero! Ingredienti: 4 uova 2 cucchiai di zucchero 375g di farina un pizzico di lievito 75ml di latte 110g di burro un cucchiaio d’acqua semi di cumino nero sale Preparazione: Innanzitutto, separare il tuorlo di […]

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Russia firma accordo per primo impianto nucleare in Egitto

(Agenzie). La Russia ha firmato due accordi per finanziare e costruire il primo impianto nucleare in Egitto, ufficializzandolo durante  una cerimonia cui han partecipato anche il presidente Abdel Fattah al-Sisi. Sergei Kirienko, direttore generale dell’agenzia dell’energia atomica russa Rosatom, ha detto che l’accordo prevede la costruzione e il funzionamento di quattro reattori nucleari che renderanno il Paese “leader […]

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Spagna: mandato d’arresto per Benjamin Netanyahu

(Agenzie). Un giudice spagnolo ha rilasciato un mandato di arresto per il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per altri sette funzionari del governo, attuale e passato. L’arresto è stato notificato per gli eventi che nel 2010 hanno portato alla morte di 10 attivisti della Freedom Flotillia che cercavano di rompere il blocco navale israeliano sulla […]

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Il poeta palestinese ASHRAF FAYADH condannato a morte

  Ashraf Fayadh è stato condannato a morte. Potete leggerlo qui e qui A gennaio, con editoria araba e Silvia Moresi abbiamo provato a tradurre alcune sue poesie, per far sapere che esiste, qui. Purtroppo nessuno ha raccolto l’invito. Tradurlo potrebbe … Continua a leggere

Il poeta palestinese ASHRAF FAYADH condannato a morte
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Consiglio di Lettura: “Niente sesso in città” di Suad Amiry

“Niente sesso in città” di Suad Amiry non è un romanzo. È una chiacchierata tra amiche, in cui il lettore viene coinvolto, come se fosse un ospite nuovo a cui vengono introdotti tutti gli altri commensali. Il pretesto per questa narrazione è, infatti, un incontro al Darna Restaurant di Ramallah del CRIMINE, il Committee of […]

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USA: candidato repubblicano alla presidenza chiama “cani rabbiosi” i rifugiati siriani

(Agenzie). Il candidato repubblicano alla presidenza USA, Ben Carson, ha paragonato i rifugiati siriani e i miliziani di Daesh (ISIS) a dei “cani rabbiosi”, durante uno dei suoi comizi per la campagna elettorale in Alabama. “Dobbiamo bilanciare tra la sicurezza e l’assistenza umanitaria”, ha detto Carson parlando dell’ingresso di rifugiati siriani negli Stati Uniti, aggiungendo: […]

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Mali: uomini armati hanno preso d’assalto hotel nel centro di Bamako

(Agenzie). Uomini armati hanno preso d’assalto l’hotel Radisson Blu nel centro di Bamako, capitale del Mali, prendendo in ostaggio almeno 170 persone, di cui alcune sarebbero già state liberate. Secondo fonti della sicurezza, sarebbero almeno 10 gli aggressori all’interno dell’albergo. Le fonti hanno aggiunto che si tratterebbe di estremisti che sono riusciti ad entrare nel […]

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Turchia: appello di Erdogan di unità islamica contro terrorismo

(Agenzie). In occasione del quinto incontro dei ministri della Sanità dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OCI) tenutasi a Istanbul, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha fatto appello a tutti i Paesi islamici per far fronte comune contro le organizzazioni terroristiche. “Mano nella mano, dovremmo adottare una posizione chiara e di principio contro […]

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Marocco: re Mohammed VI incontra Hollande a Parigi

(Agenzie). Il presidente francese François Hollande incontrerà nel pomeriggio all’Eliseo il re del Marocco Mohammed VI, secondo quanto riferito dalla presidenza francese. L’incontro tra i due leader ha luogo a una settimana dagli attentati terroristici di Parigi, nei quali diverse decine di persone hanno perso la vita. Secondo un editoriale di Magnu Norell, “Il re ha […]

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Mauritania: il retaggio linguistico-culturale del colonialismo

Di Mukhtar Mohammed Yahya. Al-Araby al-Jadeed (19/11/2015). Traduzione e sintesi di Paola Conti. La Mauritania si prepara a celebrare il 55° anniversario della sua indipendenza dall’occupazione francese, che risale al 28 novembre 1960. Agli occhi di molti mauritani, però, trattasi di un’indipendenza imperfetta poiché oltre a ciò che ha lasciato la Francia in termini di dipendenza […]

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Bangla-daesh: la rivendicazione per Parolari

La rivendicazione (Site)

La rivendicazione di Daesh è arrivata ieri, in arabo e con un lungo messaggio. Forse da prendere con le molle ma comunque da registrare. Padre Piero Parolari, salvo ma ferito gravemente l’altro ieri in una sparatoria nella cittadina bangladese di Dinajpur quando tre uomini in moto gli hanno sparato, sarebbe stato colpito da militanti di Daesh che ha anche rivendicato un attentato a un membro della comunità Bahai e l’assassinio di un uomo politico locale. La stampa del Bangladesh dà risalto al messaggio che, secondo il Daily Star di Dacca, è arrivato via twitter. Ma secondo il sito di analisi “Site” esiste un testo ben più lungo di 140 caratteri e rilanciato dall’agenzia Amaq News in cui si ricostruisce l’attentato a Parolari, definito un “crociato” nel gergo classico di Daesh. Nelle stesse ore per altro, il video “Paris before Rome”, diffuso sempre dai jihadisti di Al Bagdadi, rilanciava proprio l’Italia tra gli obiettivi del califfato benché poi il video si concentri su Stati uniti e nuovamente la Francia.

Per il caso Parolari la polizia ha intanto operato una serie di arresti tra cui quello di Mahbubur

La rivista di Daesh: un articolo
 sulla  “rinascita” in Bangladesh

Rahman Bhutto, segretario generale della sezione di Dinajpur della Jamaat-e-islami (partito islamista ma che Daesh considera deviazionista e traditore della causa jihadista), il cui ramo giovanile studentesco potrebbe avere legami con organizzazioni fuori legge e affiliati a Daesh.

Nell’ultimo numero di Dabiq, la pubblicazione mensile di Daesh, un articolo sul Bengala (che rilancia l’esecuzione di Cesare Tavella) chiarisce proprio le differenze ideologiche tra i vari gruppi del Paese anche se i redattori non menzionano nessuna organizzazione amica – nemmeno il famigerato Ansarullah Bangla Team, ritenuto l’erede di Daesh in Bangladesh, o il gruppo anch’esso al bando Jamaat ul Mujahidden Bangladesh – ma la presenza, genericamente, di mujahedin fedeli al califfato.

Bangla-daesh: la rivendicazione per Parolari

La rivendicazione (Site)

La rivendicazione di Daesh è arrivata ieri, in arabo e con un lungo messaggio. Forse da prendere con le molle ma comunque da registrare. Padre Piero Parolari, salvo ma ferito gravemente l’altro ieri in una sparatoria nella cittadina bangladese di Dinajpur quando tre uomini in moto gli hanno sparato, sarebbe stato colpito da militanti di Daesh che ha anche rivendicato un attentato a un membro della comunità Bahai e l’assassinio di un uomo politico locale. La stampa del Bangladesh dà risalto al messaggio che, secondo il Daily Star di Dacca, è arrivato via twitter. Ma secondo il sito di analisi “Site” esiste un testo ben più lungo di 140 caratteri e rilanciato dall’agenzia Amaq News in cui si ricostruisce l’attentato a Parolari, definito un “crociato” nel gergo classico di Daesh. Nelle stesse ore per altro, il video “Paris before Rome”, diffuso sempre dai jihadisti di Al Bagdadi, rilanciava proprio l’Italia tra gli obiettivi del califfato benché poi il video si concentri su Stati uniti e nuovamente la Francia.

Per il caso Parolari la polizia ha intanto operato una serie di arresti tra cui quello di Mahbubur

La rivista di Daesh: un articolo
 sulla  “rinascita” in Bangladesh

Rahman Bhutto, segretario generale della sezione di Dinajpur della Jamaat-e-islami (partito islamista ma che Daesh considera deviazionista e traditore della causa jihadista), il cui ramo giovanile studentesco potrebbe avere legami con organizzazioni fuori legge e affiliati a Daesh.

Nell’ultimo numero di Dabiq, la pubblicazione mensile di Daesh, un articolo sul Bengala (che rilancia l’esecuzione di Cesare Tavella) chiarisce proprio le differenze ideologiche tra i vari gruppi del Paese anche se i redattori non menzionano nessuna organizzazione amica – nemmeno il famigerato Ansarullah Bangla Team, ritenuto l’erede di Daesh in Bangladesh, o il gruppo anch’esso al bando Jamaat ul Mujahidden Bangladesh – ma la presenza, genericamente, di mujahedin fedeli al califfato.

Il ritorno di John Cantlie in Dabiq: le ambiguità dell’Occidente

mcc43 John Cantlie, dopo l’assenza nelle due ultime edizioni, torna nel magazine dello Stato islamico, Dabiq12 pubblicato il 18 novembre, con un articolo intitolato  The Paradigm Shift /II. La prima parte era comparsa in Dabiq8, del mese di marzo, alla quale si può risalire da questo link .   Scriveva allora Cantlie: “Per quanto scomodo possa essere […]

Il ritorno di John Cantlie in Dabiq: le ambiguità dell’Occidente

mcc43 John Cantlie, dopo l’assenza nelle due ultime edizioni, torna nel magazine dello Stato islamico, Dabiq12 pubblicato il 18 novembre, con un articolo intitolato  The Paradigm Shift /II. La prima parte era comparsa in Dabiq8, del mese di marzo, alla quale si può risalire da questo link .   Scriveva allora Cantlie: “Per quanto scomodo possa essere […]

Siria: premiato giornalista free-lance per servizi su Aleppo

(Agenzie). Zein al-Rifai, video reporter della AFPTV, è stato premiato con il Rory Peck Trust, riconoscimento britannico per free-lance di tutto il mondo, per aver trattato il conflitto siriano dalla città di Aleppo. Ex attivista d’opposizione, il 28enne Rifai ha riportato notizie sulla vita quotidiana dei siriani che vivono nella parte di Aleppo sotto il controllo […]

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Cisgiordania: 3 coloni morti in attacco

(Agenzie). Tre persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite in un attacco in Cisgiordania, poche ore dopo un attacco che ha ucciso due persone a Tel Aviv. Gli assalitori in entrambi gli attacchi sono stati arrestati dalle forze di polizia israeliane. A Tel Aviv, due persone sno state uccise e uno è stato ferito sulla strada di Ben […]

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Emirati Arabi Uniti: prima donna della regione a capo di un parlamento

(Agenzie). Per la prima volta nella storia della regione del Golfo, una donna è stata eletta come presidentessa del parlamento. È successo negli Emirati Arabi Uniti, dove Amal al-Qubaisi è stata nominata a capo del Consiglio Nazionale Federale. La Qubaisi, che nel 2006 è stata la prima donna eletta all’interno del Consiglio, aveva già segnato […]

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Marocco: giornalisti e attivisti sotto processo, polemica sui diritti umani

(Agenzie). Sette tra giornalisti e attivisti sono sotto processo in Marocco in un caso che ha scatenato accese critiche da parte di gruppi per i diritti umani, tra cui Human Rights Watch e Reporter Senza Frontiere. Cinque di loro sono accusati di “minaccia alla sicurezza nazionale”, tra cui il giornalista Hicham Mansouri e lo storico […]

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Egitto e Russia firmano accordo per costruzione centrale nucleare

(Agenzie). Il Cairo e Mosca hanno firmato oggi, giovedì, un accordo per cui la Russia costruirà una centrale nucleare in Egitto, secondo quanto riferito dal presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi alla televisione di Stato. Il leader egiziano non ha specificato i tempi per la realizzazione del progetto, ma ha dichiarato che si tratterà di […]

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Canada: foto di un sikh manipolata per farlo sembrare un terrorista islamico

(Agenzie). La foto di un presunto attentatore suicida coinvolto negli attacchi di Parigi di venerdì scorso, usata da diversi notiziari in Europa e nel mondo, è invece risultata essere una foto modificata con Photoshop di un giornalista free-lance canadese di religione sikh. Veerender Jubbal, che si descrive come “un tipo sikh con un turbante”, vive […]

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Siria: nuovi raid aerei vicino Damasco

(Agenzie). Gruppi anti-governativi hanno segnalando nuovi attacchi aerei del regime siriano in un sobborgo della capitale Damasco, dopo che sono crollati i colloqui per una tregua di due settimane tra il governo e i ribelli. I Comitati di coordinamento locale e l’Osservatorio siriano  per i diritti umani con sede nel Regno Unito hanno dichiarato che gli attacchi aerei […]

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Haifa: un museo senza le mura per promuovere la convivenza

Di Creede Newton, Middle East Eye. Traduzione e sintesi di Giusy Regina Nella città vecchia di Haifa, una città storicamente araba che si trova nel nord di Israele oggi, la storia è visibile in ogni angolo. L’area porta il marchio degli abitanti storici della città. Nel 1947, quando la Palestina era sotto il mandato britannico, Haifa […]

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Senegal: divieto di indossare il burqa per le donne

(Tuniscope). Il velo integrale è stato bandito in Senegal, dal 17 novembre scorso, a seguito di una dichiarazione del presidente Macky Sall che ha sottolineato che il suo Paese, la cui popolazione è per il 95% musulmana, ritiene che il burqa “non misura la sua concezione dell’Islam”. Il ministro dell’Interno Abdoulaye Douada ha detto che le donne […]

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Russia presenta risoluzione anti-Daesh all’ONU

(Agenzie). La Russia ha presentato un progetto di risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite evidenziando la “necessità di unire gli sforzi” nella lotta contro Daesh (ISIS). Lo hanno riferito i media di stato russi. Il progetto arriva pochi giorni dopo che il presidente francese Hollande si è detto a favore di una tale risoluzione contro il […]

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بركات Barakàt 2-Letteratura

Seconda puntata. Nella lista del Libraio la letteratura araba brilla per assenza. La domanda è: perché? Visto che ho sostenuto nel post di ieri che la scelta non è casuale come vorrebbe apparire, ho collegato questa assenza all’imperare del pensiero unico e al … Continua a leggere

بركات Barakàt 2-Letteratura
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

A margine della “battaglia di Parigi”: delusione, stupidità e assenza di controllo

Di Tawfiq Rabahi. Al-Quds al-Arabi (16/11/2015). Traduzione e sintesi di Laura Giacobbo. La Francia ha iniziato l’anno con un sanguinoso attacco terroristico e oggi lo termina con un altro attacco, ancora più mortale. L’inchiostro scorre veloce e continuerà a scorrere per l’accadimento di un altro attacco – dimenticato dalla gente di Parigi –  in un’altra città […]

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Il Bangladesh e l’ombra di Daesh

Parolari al’ospedale in un’immagine di ieri del Daily Star

E’ andato a vuoto il tentativo di omicidio in Bangladesh ai danni del missionario italiano Piero Parolari, ferito mentre era in bicicletta a Dinajpur, 350 chilometri a Nord di Dacca dove svolge, oltre al servizio pastorale, anche l’attività di medico nell’ospedale della missione locale e come volontario al Dinajpur Medical College Hospital. Tre uomini in moto gli avrebbero sparato ma nessun proiettile è andato a segno anche se Parolari ha ferite alla testa. Ora è ricoverato a Dacca e se la caverà. E’ andata molto peggio ad altri due stranieri uccisi meno di due mesi fa e la cui morte è stata rivendicata da Daesh: il cooperante Cesare Tavella, ucciso nella capitale il 29 settembre, e Kunio Hoshi, giapponese, ammazzato a Rangpur il 3 ottobre Il 5 invece, un prete battista bengalese, Luke Sarkar, era riuscito a fuggire dopo essere stato accoltellato da uomini entrati nella sua chiesa a Pabna.

Un frame dalla tv bangladese

Per ora una rivendicazione non c’è e il governo del Bangladesh ha sempre negato che Daesh esista nel Paese anche se è nota l’attività di un’organizzazione in particolare (di sei messe al bando): Ansarullah Bangla Team, un gruppo di ispirazione qaedista nato diversi anni fa, poi sparito ma ora riaffacciatosi sulla scena. Le sue rivendicazioni per ora sono tre: l’uccisione dei due stranieri e un attacco simultaneo contro templi sciiti a Dacca. Inoltre, poco prima dell’attentato a Tavella, Abt aveva pubblicato una lista di blogger e attivisti minacciandoli di morte (bangladesi espatriati e non e altri nel mondo). Abt potrebbe essere responsabile delle uccisioni di diversi blogger per le quali sono stati eseguiti molti arresti e processi. Ma spesso i legami sono confusi: Al-Qaeda nel subcontinente indiano (Aqis) ne ha rivendicati e la polizia ha arrestato, sempre per la vicenda blogger o editori laici, persone legate al Jamaat-e-Islami, la maggior organizzazione islamista del Paese la cui costola giovanile studentesca, Chatra Shibir, non sarebbe estranea alle attività dell’Abt.

Blogger, editori, attivisti sono nel mirino degli islamisti anche per le vicende che riguardano le condanne a morte di islamisti che si macchiarono di crimini durante la guerra per la separazione dal Pakistan negli anni Settanta. Un capitolo difficile del Bangladesh con continue condanne a morte per i fatti dell’epoca che hanno provocato reazioni e su cui gli islamisti pensano di far leva.

Il Bangladesh e l’ombra di Daesh

Parolari al’ospedale in un’immagine di ieri del Daily Star

E’ andato a vuoto il tentativo di omicidio in Bangladesh ai danni del missionario italiano Piero Parolari, ferito mentre era in bicicletta a Dinajpur, 350 chilometri a Nord di Dacca dove svolge, oltre al servizio pastorale, anche l’attività di medico nell’ospedale della missione locale e come volontario al Dinajpur Medical College Hospital. Tre uomini in moto gli avrebbero sparato ma nessun proiettile è andato a segno anche se Parolari ha ferite alla testa. Ora è ricoverato a Dacca e se la caverà. E’ andata molto peggio ad altri due stranieri uccisi meno di due mesi fa e la cui morte è stata rivendicata da Daesh: il cooperante Cesare Tavella, ucciso nella capitale il 29 settembre, e Kunio Hoshi, giapponese, ammazzato a Rangpur il 3 ottobre Il 5 invece, un prete battista bengalese, Luke Sarkar, era riuscito a fuggire dopo essere stato accoltellato da uomini entrati nella sua chiesa a Pabna.

Un frame dalla tv bangladese

Per ora una rivendicazione non c’è e il governo del Bangladesh ha sempre negato che Daesh esista nel Paese anche se è nota l’attività di un’organizzazione in particolare (di sei messe al bando): Ansarullah Bangla Team, un gruppo di ispirazione qaedista nato diversi anni fa, poi sparito ma ora riaffacciatosi sulla scena. Le sue rivendicazioni per ora sono tre: l’uccisione dei due stranieri e un attacco simultaneo contro templi sciiti a Dacca. Inoltre, poco prima dell’attentato a Tavella, Abt aveva pubblicato una lista di blogger e attivisti minacciandoli di morte (bangladesi espatriati e non e altri nel mondo). Abt potrebbe essere responsabile delle uccisioni di diversi blogger per le quali sono stati eseguiti molti arresti e processi. Ma spesso i legami sono confusi: Al-Qaeda nel subcontinente indiano (Aqis) ne ha rivendicati e la polizia ha arrestato, sempre per la vicenda blogger o editori laici, persone legate al Jamaat-e-Islami, la maggior organizzazione islamista del Paese la cui costola giovanile studentesca, Chatra Shibir, non sarebbe estranea alle attività dell’Abt.

Blogger, editori, attivisti sono nel mirino degli islamisti anche per le vicende che riguardano le condanne a morte di islamisti che si macchiarono di crimini durante la guerra per la separazione dal Pakistan negli anni Settanta. Un capitolo difficile del Bangladesh con continue condanne a morte per i fatti dell’epoca che hanno provocato reazioni e su cui gli islamisti pensano di far leva.

L’intervista a Nessim Soltani, una lezione alle élites tunisine

Il contesto (estratto da un commento del blogger  Azyz Amami): “ Mabrouk Soltani era un giovane tunisino di 16 anni, abitante del villaggio di Slatniya ai confini di Jelma, a Sidi Bouzid. Jelma è uno dei centri nevralgici “nazionali” dell’economia basata sul contrabbando”. Lui, come lavoro, faceva il pastore. E’ stato sgozzato venerdì 13 novembre 2015 da alcuni terroristi dell’Isis. […]

Canada: sì al niqab durante la cerimonia di conferimento della cittadinanza

Di Hugo de Grandpré. La Presse (16/11/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Il governo Trudeau ha invalidato l’appello del governo Harper contro Zuneqa Ishaq, giovane pakistana che contestava l’obbligo di scoprirsi il viso durante il giuramento. Il precedente governo conservatore ha fallito due volte davanti alla Corte federale e alla Corte d’appello federale nel suo […]

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Iran, Mohsen Makhmalbaf: “Ogni giorno almeno due persone vengono uccise per mano del governo”

Articolo di Katia Cerratti  “L’Iran è un paese ricco grazie al suo petrolio. Abbiamo una grande cultura e una popolazione istruita. Sfortunatamente non abbiamo una classe politica altrettanto istruita. L’anno scorso il nuovo governo ha cercato di risolvere la questione della bomba atomica facendo un accordo con i paesi stranieri, ma abbiamo ancora un problema […]

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Europa, Terrorismo, Fanatismo: Anno zero, giorno uno

mcc43 Questo è un articolo di Marco Arnaboldi*  pubblicato in CaffèGeopolitico  e in Jihadistan che affronta con lucidità i pre-concetti e i pre-giudizi che troviamo reiterati nelle analisi degli attentati di Parigi il 13 novembre. A una loro trattazione non priva di godibile ironia segue la descrizione dei due principali atteggiamenti psicologici di chi prende coscienza dell’ inadeguatezza […]

Australia: nasce il primo partito politico islamico

(Agenzie). L’Australia ha visto la formazione del suo primo partito politico islamico. Lo ha annunciato il suo fondatore Diaa Mohammed. “Sono stati creati quattro o cinque partiti anti-islamici e così abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa per affrontare questa ondata”, ha detto l’uomo d’affari di Sydney alla ABC Radio. Tra questi ha incluso la Liberty Alliance, lanciata di recente durante […]

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NASA: primo astronauta egiziano nello spazio?

(Agenzie). Un ricercatore egiziano nato a Il Cairo è stato selezionato per partecipare un programma della NASA, per cui potrebbe essere il primo egiziano a viaggiare nello spazio. Akram Abdellatif, che sta studiando per un dottorato presso l’Università di Tecnologia tedesca di Monaco di Baviera, ha la concreta possibilità di viaggiare per una missione spaziale nel 2017, qualora riuscisse ad […]

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A Beirut cultura visiva ma non solo

The Silence of Ani di Francis Alÿs, Beirut Art Center Blazon di Marwan Rechmaoui e ExoStead di Martti Kalliala, Ashkal Alwan (di Vittorio Urbani*, per SiriaLibano). Nel giorno inaugurale di […]

Iran: arrestato fumettista Hadi Heidari

(Agenzie). Le autorità iraniane hanno arrestato un fumettista ieri, martedì 17 novembre, portandolo in prigione per completare una condanna sospesa. Lo ha rivelato il suo avvocato, elencando altri nomi di giornalisti, artisti e attivisti detenuti con l’accusa di sicurezza. Hadi Heidari, vignettista del quotidiano Shahrvand, è stato portato nel carcere di Evin di Teheran, sempre secondo quanto dichiarato […]

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Turchia, G20: la “lotta al terrorismo” manca di strategia

L’opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (16/11/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Negrini. I leader del G20, il summit conclusosi nei giorni scorsi in Turchia, hanno promesso di “rafforzare il controllo delle frontiere, di intensificare lo scambio di informazioni di intelligence e le restrizioni sul finanziamento dei terroristi, ma non fanno riferimento a nessun gran cambiamento […]

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Attentati di Parigi: potrebbe intervenire la Nato? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Syraq: NATO contro IS/Daesh
L’azione del 13 novembre è il potenziale casus belli che può legittimare un intervento militare NATO contro IS
Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

Attentati di Parigi: potrebbe intervenire la Nato? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Syraq: NATO contro IS/Daesh
L’azione del 13 novembre è il potenziale casus belli che può legittimare un intervento militare NATO contro IS
Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

Attentati di Parigi: potrebbe intervenire la Nato? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

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Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

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di Claudio Bertolotti
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Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

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Syraq: NATO contro IS/Daesh
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Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

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Syraq: NATO contro IS/Daesh
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Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

Attentati di Parigi: potrebbe intervenire la Nato? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Syraq: NATO contro IS/Daesh
L’azione del 13 novembre è il potenziale casus belli che può legittimare un intervento militare NATO contro IS
Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

Attentati di Parigi: potrebbe intervenire la Nato? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Syraq: NATO contro IS/Daesh
L’azione del 13 novembre è il potenziale casus belli che può legittimare un intervento militare NATO contro IS
Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

Attentati di Parigi: potrebbe intervenire la Nato? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Syraq: NATO contro IS/Daesh
L’azione del 13 novembre è il potenziale casus belli che può legittimare un intervento militare NATO contro IS
Parigi, venerdì 13 novembre: 129 morti, 350 feriti  -almeno cento in modo grave-, 8 i terroristi jihadisti caduti portando a compimento con successo un’operazione coordinata e complessa. Una tecnica nuova per l’Europa, che deriva direttamente dalle esperienze maturate nei teatri di guerra contemporanei: da Kabul a Damasco, a Baghdad. E oggi Parigi. Si tratta della tecnica delcommando suicida’, ampiamente utilizzata e affinata nel tempo, che ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2007-2008 sul fronte afghano e di cui si è trattato nel libro ‘Shahid. Analisi del terrorismo suicida‘ e in altri studi successivi, anticipando gli sviluppi a cui oggi assistiamo… (Vai all’articolo su L’INDRO)

Afghanistan: Obama ci ripensa. E anche Renzi (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

 
Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Afghanistan: Obama ci ripensa. E anche Renzi (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

 
Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Afghanistan: Obama ci ripensa. E anche Renzi (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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di Claudio Bertolotti
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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Afghanistan: Obama ci ripensa. E anche Renzi (L’INDRO)

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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Afghanistan: Obama ci ripensa. E anche Renzi (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Obama aumenta le truppe in Afghanistan. Perché aumentano anche i soldati italiani? Guardare verso la Libia
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato la propria revisione del piano di disimpegno dall’Afghanistan. Non più un ritiro consistente come era stato annunciato, ma una presenza duratura sino a tutto il 2016. Il totale delle truppe Usa sarà di almeno 10.000 soldati, ai quali andranno ovviamente a sommarsi i circa 5.000 della Nato (e tra questi gli italiani). Il perché di questa scelta è evidente: il Paese non è stabilizzato, i gruppi di opposizione armata (talebani in primis) sono in grado di operare e colpire in buona parte del Paese -come la conquista della città settentrionale di Kunduz alla fine di settembre da parte dei talebani ha ampiamente dimostrato -, lo Stato afghano è inefficiente e corrotto e le sue forze di sicurezza mancano di capacità operativa, logistica e intelligence, nonostante i quattordici anni di sforzi della Comunità internazionale e gli oltre quattro miliardi di dollari spesi per addestrare le forze armate afgane. E come se non bastasse, il fenomeno del Nuovo Terrorismo Insurrezionale (NIT)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
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Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
Come anticipato su ‘L’Indro‘ ad agosto, e più recentemente annunciato dal capo del Governo, Matteo Renzi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia si prepara a guidare una missione militare in Libia sostenuta dalla Comunità internazionale. Restano da concludere gli aspetti formali a premessa di un intervento legittimo: l’accordo tra le parti in conflitto e la conseguente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

Andiamo in Libia (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti
@cbertolotti1

Si sta preparando un intervento militare complesso, l’Italia si troverà in piena guerra.
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Le tempistiche, nonostante alcune resistenze, sono state rispettate, e la comunicazione strategica ha seguito il suo corso attraverso una progressiva sensibilizzazione dell’opinione pubblica, non priva di apparenti scivoloni, come quello che venne fatto a febbraio quando i Ministri Paolo Gentiloni (Affari Esteri) e Roberta Pinotti (Difesa) annunciarono, il primo, la necessità, di un intervento militare in Libia, e, la seconda, la disponibilità immediata di un significativo quantitativo di truppe pronte a partire (5.000 militari)… (vai all’articolo su L’INDRO)

All Tomorrow’s Parties

di Anatole Fuksas

Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

All Tomorrow’s Parties è un articlo pubblicato su Nazione Indiana.

All Tomorrow’s Parties

di Anatole Fuksas

Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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All Tomorrow’s Parties

di Anatole Fuksas

Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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di Anatole Fuksas

Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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All Tomorrow’s Parties

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Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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All Tomorrow’s Parties

di Anatole Fuksas

Gia dalle prime ore susseguenti si poteva intuire la natura degli attentati del 15 novembre a Parigi, si poteva immaginare chi fossero davvero gli attentatori, perché da subito era chiaro chi fossero le vittime.  Già leggendo Pierre Janaszak, 35 ans, animatore radio e TV che era al Bataclan vari pensieri venivano alla mente: «Ils étaient trois je pense et ils tiraient juste dans le tas.…

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Voci scomode, Storie di chi sfida il potere in Africa

scomode 110Incontro il 27 novembre 2015, al Campus Luigi Einaudi di Torino con Marie Angélique Ingabire (Ruanda) e René Dassié (Camerun), giornalisti fuggiti dal proprio paese per aver svolto il lavoro di reporter. Nella Main hall, mostra fotografica da Homs del fotogiornalista siriano Bassel Tawil dal 26 novembre al 4 dicembre 2015.

L’Isis e le complicità di al-Asad

13 solera 110Gli attacchi terroristici del 13 novembre sono stati una vera e propria campagna militare. Una coincidenza che siano avvenuti alla vigilia del secondo round di negoziazioni tra le potenze interessate dalla crisi siriana? Al centro, il futuro del paese con o senza al-Asad che per re-legittimarsi a livello internazionale – ma dovrebbe essere giudicato per crimini contro l’umanità – si presenta come un baluardo contro l’avanzata di Daesh mentre invece ha interessi e connessioni comuni.

L’Isis e le complicità di al-Asad

13 solera 110Gli attacchi terroristici del 13 novembre sono stati una vera e propria campagna militare. Una coincidenza che siano avvenuti alla vigilia del secondo round di negoziazioni tra le potenze interessate dalla crisi siriana? Al centro, il futuro del paese con o senza al-Asad che per re-legittimarsi a livello internazionale – ma dovrebbe essere giudicato per crimini contro l’umanità – si presenta come un baluardo contro l’avanzata di Daesh mentre invece ha interessi e connessioni comuni.

Tunisia: incontro tra scrittori maghrebini ed europei a Sidi Bou Said

(Agenzie). Al via oggi a Sidi Bou Said la terza edizione dell’iniziativa “Incontro tra scrittori euro-maghrebini”, promossa e organizzata dalla delegazione dell’Unione Europea in Tunisia in collaborazione con Pen International. Fino al 19 novembre, diversi autori delle due rive del Mediterraneo si riuniranno per parlare e discutere insieme sul tema ”Letteratura ed frontiere”, argomento divenuto […]

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Daesh, ISIS, ISIL, IS

Mi è capitato di leggere una sorta di articolo dal titolo “Perché alcuni chiamano l’ISIS Daesh?’ pubblicato il 15 novembre 2015 (qui). Dato che non mi era chiaro quello che avevo letto, sono andata a cercarmi l’originale, pubblicato il 19 febbraio … Continua a leggere

Daesh, ISIS, ISIL, IS
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Rieti, Forum “Clima, ultima chiamata”

rieti 110L’associazione Greenaccord organizza il XII Forum internazionale dell’Informazione per la salvaguardia della Natura. Dal 18 al 20 novembre tre giorni di lavori e decine di esperti provenienti da tutto il mondo per approfondire temi scottanti come quello del surriscaldamento globale e i cambiamenti climatici.

In Cisgiordania un rabbino cerca la pace raccogliendo le olive

Di Joshua Mitnick. The Christian Science Monitor (15/11/2015). Traduzione e sintesi di Giusy Regina. Ein Abus, Cisgiordania – Per più di un decennio, il rabbino Arik Ascherman ha pattugliato le colline della Cisgiordania per contribuire a proteggere la raccolta delle olive palestinesi e salvarle dagli attacchi di estremisti, nonché per assicurarsi che l’esercito israeliano proteggesse i palestinesi. […]

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Immigrazione: commissario diritti umani ONU critica misure Europa

(Agenzie). L’alto commissario ONU per i diritti umani, Zeid Ra’ad al-Hussein, ha duramente criticato le misure anti-immigrazione adottate da alcuni Paesi europei in risposta all’arrivo del massiccio flusso di immigrati degli ultimi mesi. “Non è possibile concepire una crescita del continente europeo se le frontiere vengono recintate con muri e filo spinato, con cecchini e torri […]

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Afghanistan: insicuri, insoddisfatti, preoccupati. Il rapporto di Asia Foundation

Il rapporto sull’Afghanistan di quest’anno di Asia Foundation, rilanciato dai media locali, dice che più della metà degli afgani (57,5%) sostiene che il Paese si sta muovendo nella direzione sbagliata mentre Il numero di afgani che dicono di aver paura per la loro sicurezza personale è al più alto livello registrato (67,4%) da quando l’indagine è iniziata. Il sondaggio rivela anche la stragrande maggioranza degli afgani ritiene che le forze di sicurezza nazionali abbiamo bisogno di sostegno straniero per operare ( l’82,8% degli afgani dice che l’esercito nazionale avrebbe bisogno di sostegno esterno; l’80,1% dice che la polizia nazionale afgana ha bisogno di assistenza; il 70,4% dice che anche  la polizia locale ha bisogno di sostegno esterno). Infine  il sondaggio rileva che Daesh ha avuto un impatto sulla percezione afgani per quel che riguarda la loro sicurezza: quasi tre su quattro intervistati dicono di aver sentito parlare di Daesh e il  40,3% di tutti gli afgani sostiene che il gruppo costituisce una minaccia. Secondo i risultati dell’indagine, l’economia e la disoccupazione emergono come principali preoccupazioni, in particolare per i giovani e le donne.

Il rapporto è scaricabile qui

Afghanistan: insicuri, insoddisfatti, preoccupati. Il rapporto di Asia Foundation

Il rapporto sull’Afghanistan di quest’anno di Asia Foundation, rilanciato dai media locali, dice che più della metà degli afgani (57,5%) sostiene che il Paese si sta muovendo nella direzione sbagliata mentre Il numero di afgani che dicono di aver paura per la loro sicurezza personale è al più alto livello registrato (67,4%) da quando l’indagine è iniziata. Il sondaggio rivela anche la stragrande maggioranza degli afgani ritiene che le forze di sicurezza nazionali abbiamo bisogno di sostegno straniero per operare ( l’82,8% degli afgani dice che l’esercito nazionale avrebbe bisogno di sostegno esterno; l’80,1% dice che la polizia nazionale afgana ha bisogno di assistenza; il 70,4% dice che anche  la polizia locale ha bisogno di sostegno esterno). Infine  il sondaggio rileva che Daesh ha avuto un impatto sulla percezione afgani per quel che riguarda la loro sicurezza: quasi tre su quattro intervistati dicono di aver sentito parlare di Daesh e il  40,3% di tutti gli afgani sostiene che il gruppo costituisce una minaccia. Secondo i risultati dell’indagine, l’economia e la disoccupazione emergono come principali preoccupazioni, in particolare per i giovani e le donne.

Il rapporto è scaricabile qui

Libia: prende servizio il nuovo inviato speciale ONU

(Agenzie). Il diplomatico tedesco Martin Kobler prende oggi servizio come nuovo inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, andando a sostituire lo spagnolo Bernardino Leon, secondo quanto riferito dall’ufficio stampa del Palazzo di Vetro. “Il passaggio di testimone arriva in un momento molto critico per la Libia. L’impegno di Kobler è quello di assicurare la […]

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Parigi, di che guerra stiamo parlando?

Santiago Alba Rico Tra le vittime della sala Bataclan ci sono degli stranieri: spagnoli, rumeni, belgi e anche tunisini e algerini, molto probabilmente musulmani. Anche tra i francesi ci saranno senz’altro uomini e donne di origine araba e musulmana. Avevano tutti qualcosa in comune: la voglia di ballare, bere e ridere. A quanti cercano di trovare una spiegazione ideologica all’attentato […]

Il mappamondo tragico, triste realtà

un’immagine che parla da sola (link) Leggi anche: – Facebook e il Safety Check pe’ cchi ce pare a noi– Cacciati xenofobi fascisti dalle piazze francesiArchiviato in:francia, MIDDLE-EAST, Migranti e Mar Mediterraneo, Uncategorized Tagged: francia, parigi, parigi sotto attacco

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Il mappamondo tragico, triste realtà

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Il mappamondo tragico, triste realtà

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Il mappamondo tragico, triste realtà

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Yemen: presidente Hadi di ritorno ad Aden

(Agenzie). Il presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi sarebbe tornato nella città di Aden per supervisionare la campagna militare lanciata dalle forze ai lui fedeli per riprendere la città di Taez, secondo quanto riferito dal funzionario presidenziale Mukhtar al-Rahbi. Il presidente Hadi “incontrerà anche alcuni ufficiali militari per valutare la situazione securitaria e per coordinare […]

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Vertice di Vienna: verso una nuova Jalta o una conferenza mondiale sulla pace?

Di Geroge Samaan. Al-Hayat (16/11/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Al secondo Vertice di Vienna, i Paesi partecipanti hanno messo in atto una soluzione politica per la Siria che la conduce verso una fase di transizione della durata di sei mesi. Le trattative mirano alla formazione di un governo tra il regime e l’opposizione e […]

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Lo scrittore libano-canadese Wajdi Mouawad a Roma presenta il suo “Anima”

Questo sabato a Roma verrà presentato il romanzo Anima, dello scrittore libanese-canadese Wajdi Mouawad, tradotto dal francese da Antonella Conti e pubblicato quest’anno da Fazi editore. L’evento è inserito nel Festival de la fiction française, ancora in corso. Wahhch Debch un giorno torna a casa e trova l’amata moglie morta in una pozza di sangue, il … Continua a leggere Lo scrittore libano-canadese Wajdi Mouawad a Roma presenta il suo “Anima”

Al Movimento 5 Stelle: lettera aperta su un criminale

Lo scorso luglio, l’On.le Manlio Di Stefano –  deputato e capogruppo del Movimento 5 Stelle in III Commissione Affari Esteri e Comunitari e delegato italiano presso il Consiglio d’Europa – insieme ai colleghi Del Grosso, Di Battista, Grande, Scagliusi, Sibilia e Spadoni, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo italiano quali iniziative intenda adottare “per il ripristino […]

Al Movimento 5 Stelle: lettera aperta su un criminale

Lo scorso luglio, l’On.le Manlio Di Stefano –  deputato e capogruppo del Movimento 5 Stelle in III Commissione Affari Esteri e Comunitari e delegato italiano presso il Consiglio d’Europa – insieme ai colleghi Del Grosso, Di Battista, Grande, Scagliusi, Sibilia e Spadoni, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo italiano quali iniziative intenda adottare “per il ripristino […]

Turchia: G20, pochi cambiamenti sulla Siria

(Agenzie). I leader mondiali hanno promesso di rafforzare i controlli alle frontiere, aumentare la condivisione dell’intelligence e reprimere il finanziamento del terrorismo. Questo quanto deciso nel vertice tenutosi  in Turchia. La discussione al vertice del G20 svoltosi nella provincia costiera turca di Antalya, è stata dominata dagli attentati di venerdì a Parigi, che hanno evidenziato la minaccia rappresentata […]

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Siria: l’accordo dei “cinque grandi” a Vienna

Asharq al-Awsat (15/11/2015). Traduzione e sintesi di Alice Bondì. Sabato 14 novembre, alla conferenza di Vienna sulla Siria, i delegati di 17 Stati, così come i rappresentanti dell’Unione Europea e della Lega Araba, hanno concordato un calendario che prevede dei negoziati tra il regime siriano e l’opposizione, la formazione di un governo di transizione in […]

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Myanmar, a che punto siamo

Nella tabella i seggi alla Camera bassa (440) e le percentuali relative. La vittoria della Lega (NLD) è
nettissima con quasi i due terzi dell’Assemblea. I militari hanno 110 seggi garantiti dalla Costituzione. La Lega ha detto che non farà un governo di coalizione e il presidente in carica si è impegnato a  garantire la transizione. Si notino i due partiti etnici Shan e Arakan, gli unici due con una sostanziale rappresentanza mentre gli altri partiti  etnici (comunità diverse dai birmani contano per circa la metà dei 50 milioni di abitanti del Myanmar) restano stabili. La Lega avrebbe in mente di affidare una delle due vicepresidenze (vengono espresse da Camera alta e bassa) a un non birmano. Aung San Suu Kyi (oggi ha fatto il suo ingresso in parlamento con due rose in mano) sarebbe il premier del nuovo governo ma non potrà correre alla poltrona di presidente che andrà ovviamente a un personaggio della Lega. I ministeri chiave (Difesa, economia) resterebbero comunque belle mani dei militari

Party
Seats Before
Seats Won
+/-
%
USDP
Union Solidarity and Development Party
217
29
6.6
Mil
Military
110
110
25
NLD
National League for Democracy
38
255
217
58
SNLD
Shan Nationalities League for Democracy
12
12
2.7
ANP
Arakan National Party
7
12
5
2.7
NUP
National Unity Party
12
SNDP
Shan Nationalities Democratic Party
17
NDF
National Democratic Force
6
AMDP
All Mon Region Democracy Party
3
CNDP
Chin National Democratic Party
2
KPP
Karen Peoples Party
1
NDP
National Development Party
MFDP
Myanmar Farmers Development Party
MNP
Mon National Party
KSDP
Kachin State Democracy Party
TNDP
Tai-Leng Nationalities Development Party
Ethn
Other Party (Ethnic)
12
12
2.7
Non-E
Other Party (Non-Ethnic)
3
Ind
Independent
1
1
0.2

Fonte: Irrawaddy basato su dati provvisori

Ascolta l’intervista di Veronica Di Benedetto Montaccini per Radio Vaticana

Yemen: forze saudite avanzano su Taez

(Agenzie). Le forze della coalizione guidata dall’Arabia Saudita avanzano verso la terza città dello Yemen, Taez, dopo l’invio di rinforzi nel tentativo di rompere un mese di assedio da parte delle milizie sciite Houthi. Lo hanno detto funzionari militari. L’avanzata è intesa come parte di un’offensiva già prevista per riprendere la città, considerata importante per il controllo della zona in mano ai ribelli. Veicoli […]

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Piccolo manuale di lettura dei tatuaggi berberi in Algeria

Di Nejma Rondeleux. Al Huffington Post Maghreb (07/11/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Sono molti i nipoti e i pronipoti che un giorno si sono chiesti: “Cosa rappresenta quel tatuaggio sulla fronte, sulla guancia o sul mento del mio antenato?”. È a questo interrogativo che risponde con semplicità il libro di Lucienne Brousse “Beauté et identité féminine: […]

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#TerrorismHasNoReligion: un hashtag per denunciare Daesh

(Agenzie). Gli attacchi terroristici a Parigi dello scorso venerdì sera, 13 Novembre, hanno lasciato la Francia e l’intera comunità internazionale in stato di shock. Dopo che i militanti di Daesh (ISIS) hanno rivendicato gli attacchi, migliaia di persone su Twitter hanno iniziato ad utilizzare vari hashtag, primo su tutti #TerrorismHasNoReligion, sia per denunciare Daesh che per rispondere a chi dà la […]

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L’economia del G20 messa in ombra da Parigi

(Agenzie). I leader dei 20 Paesi più potenti al mondo, riuniti in Turchia, hanno deciso di intensificare i controlli alle frontiere e la sicurezza aerea in seguito agli attentati di Parigi che hanno ucciso 129 persone, condannando gli attacchi rivendicati da Daesh (ISIS) e dicendosi uniti nella lotta al terrorismo. Essi si sono detti inoltre impegnati a utilizzare tutti […]

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Tunisia: licenziato Direttore Generale tv di stato

(Agenzie). Il governo tunisino ha licenziato il Direttore Generale della televisione di Stato, Mustapha Ben Letaief, dopo che il canale ha trasmesso una foto della testa mozzata di un adolescente decapitato dagli estremisti. Secondo una dichiarazione, il Primo ministro Habib Essid avrebbe nominato Rached Younes come sostituto di Letaief. All’inizio non si era data alcuna spiegazione per la decisione, ma […]

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Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè est dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Parigi: “la beautè esta dans la rue”. La xenofobia non ha terreno.

Ancora una volta possiamo dire che queste parola rappresentano la Francia, non il suo governo, non il suo stato d’emergenza, non la chiusura delle frontiere, non i bombardamenti. Ma la bellezza per le strade. La città di Parigi ha subito un attacco pesante, simultaneo, militare: si è trasformata in pochi secondi nella capitale del terrore […]

Francia: obiettivo comune di Daesh e Assad

Di Elias Harfoush. Al-Hayat (15/11/2015). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi. È guerra aperta fra l’organizzazione terroristica di Daesh (ISIS) e i governi occidentali. Si tratta di una guerra che coinvolge sulla sua strada chiunque si trovi per caso in prima linea, che sia un civile o un militare. Un certo numero di paesi occidentali, […]

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Salvate Mes Aynak

The award-winning film SAVING MES AYNAK follows archaeologist Qadir Temori as he races against time to save a 5,000-year-old Buddhist archeological site in Afghanistan from imminent demolition by a Chinese State-owned mining company, who plan to destro…

Iraq: Francia, Iran e USA paesi nel mirino secondo intelligence

(Agenzie). Il Ministro degli Esteri iracheno Ibrahim al-Jaafari ha dichiarato che i servizi segreti del suo paese avevano informazioni che indicavano la Francia, gli Stati Uniti e l’Iran come possibili Paesi presi di mira per un attacco terroristico. I commenti arrivano dopo che 129 persone sono state uccise a Parigi, da uomini armati e kamikaze in attacchi rivendicati da […]

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Libano: 9 arresti per attacco di Beirut

(Agenzie). Le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato nove persone, la maggior parte di loro cittadini siriani, per il duplice attentato della scorsa settimana a Beirut che ha ucciso 44 persone, ha dichiarato il ministro dell’Interno. “Fino ad ora i detenuti includono sette siriani e due libanesi, uno dei quali sarebbe un attentatore suicida e l’altro un trafficante […]

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“Islamofobia, noi, gli altri, la paura”- un libro di Santiago Alba Rico”

Intervista a cura di Amanda Andrades e David Perejil In tempi come questi, in cui l’arrivo dei rifugiati ripropone dibattiti banalizzati e stereotipati sull’immaginario arabo e/o musulmano, la voce del filosofo e saggista Santiago Alba Rico (Madrid 1960), che vive in Tunisia da 17 anni dopo averne vissuti sei in Egitto, è una di quelle che bisogna ascoltare. Nel suo […]

Venti di guerra

  Stamattina ho letto sul Sole 24ore un articolo a firma Alberto Negri che auspica una “grande coalizione” alla quale partecipiano anche i paesi musulmani contrari alla politica del cosidetto stato islamico. Si tratta, sostiene, in sostanza, di mettere da parte … Continua a leggere

Venti di guerra
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Parigi non deve agire come Washington dopo l’11 settembre

Di John C. Hulsman. Al-Arabiya (14/11/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. Troppo spesso si dimentica che l’obiettivo del terrorismo è quello di terrorizzare, per gettare il nemico nel panico, di modo che cominci a commettere errori terribili, che si adattano ai fini del terrorista. L’eccesso di reazione è ciò che i terroristi si aspettano come […]

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Turchia: ad Antalya inizia la decima edizione del G20

(Agenzie). I leader dei Paesi del G20 vengono accolti oggi dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella città di Antalya per la decima edizione del summit. Oltre ai leader mondiali, saranno presenti il segretario generale Ban Ki-moon e i presidenti di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Il presidente François Hollande non sarà presente al summit, ma verrà […]

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Il progetto globale di Daesh


La nascita ufficiale del Califfato lanciata da Al Bagdadi è del 29 giugno 2014. Ma già da diverso tempo prima  circolava su internet una mappa delle ambizioni territoriali di Daesh. Non è chiaro chi l’abbia compilata e, secondo alcuni studiosi, si tratta dell’opera di qualche simpatizzante, oltretutto a digiuno di Storia visto che vi includeva il Nord della Spagna, la Slovacchia o l’Austria (mai state sotto dominazione islamica) e vi escludeva ad esempio la Sicilia. La mappa riproduce però a grandi linee le ambizioni espansive di un “impero” islamico che dall’Occidente europeo si spinge sino al Khorasan (geograficamente l’altipiano iranico e zone limitrofe) che però nell’ipotesi di Daesh include anche il subcontinente indiano. Una mappa che invece esclude il meridione del Sudest asiatico dove Indonesia, Malaysia, Brunei e Sud della Thailandia contano oltre 250 milioni di musulmani (si veda la mappa più sensata del gruppo Hizb ut-Tahrir riprodotta qui sotto a sinistra).

Ma al di là delle mappe e delle ambizioni, dov’è la forza reale dell’auto proclamato Stato islamico? Il suo cuore pulsante sta, com’è noto, tra la Siria e l’Irak dove oltre a combattere Daesh ha anche un vero e proprio controllo territoriale. Nel resto del mondo si va da piccole zone a macchia di leopardo a cellule più o meno attive e mobili. In questo momento, la minaccia più reale si potrebbe collocare a cavallo di Pakistan e Afghanistan, dove Daesh guadagna terreno anche grazie ai reclutamenti tra movimenti islamisti attivi nel Nord del Caucaso o nelle repubbliche centroasiatiche ex sovietiche che, quando non hanno cellule attive nei propri Paesi, forniscono combattenti.

A Ovest di Raqqa (Siria) – la capitale ufficiale per il momento – il califfato proietta la sua ombra su una vasta area che comprende l’Egitto, dove Daesh può contare soprattutto sulla regione del Sinai (Ansar Bayt al-Maqdis e Jund al Khilafah Kinana), il Nord della Libia (Ansar al Sharia), l’Algeria (Jund al Khilafah). Più a Sud la mira è su una vasta area africana che si estende dalla Somalia alla Nigeria dove Daesh può far leva soprattutto su Boko Haram (Wilayat Gharb Afriqiyah) vicino alle sue posizioni dal luglio 2014. Nella penisola arabica c’è invece Al Qaeda in the Arabian Peninsula che ha aderito a Daesh nell’agosto 2014.

L’espansione di Daesh secondo qualche simpatizzante
. In alto la traduzione dall’arabo

A Est del cuore del Califfato le cose si fanno più confuse: in Afghanistan si va dall’Hezb islami del vecchio signore della guerra Hekmatyar, la cui simpatia verso Daesh sembra in realtà solo un modo per distanziarsi dai Talebani di mullah Mansur, a varie formazioni minori che attraggono talebani insoddisfatti e che sono attive nell’area orientale del Paese a cavallo col Pakistan dove parte dei talebani locali del Therek Taleban Pakistan appoggiano – ma al prezzo di forti divisioni interne – lo Stato islamico. Fan da corollario piccole nuove formazioni o vecchie organizzazioni settarie anti sciite molto ben viste da Desh. Infine c’è la galassia jihadista centroasiatica – attiva sia nei propri Paesi di origine sia in Afghanistan, Pakistan, Siria, Irak – tra cui l’organizzazione più nota è il  Movimento islamico dell’Uzbekistan, alleato dal 2015.

In India Daesh non fa molta strada se si esclude la cellula di Ansar-ut Tawhid fi Bilad al-Hind, attiva dal 2013 ma solo sul piano di propaganda e reclutamento mentre in Bangladesh (va menzionato il caso dell’uccisione dell’italiano Cesare Tavella) sono fuori legge almeno sei gruppi islamisti tra cui Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh o Ansarullah Bangla, di cui non sono chiari i collegamenti con Daesh: il Paese rimane comunque una possibile area di reclutamento. Più ci si sposta a Est e a Sud meno l’influenza di Al Bagdadi si fa sentire anche se Filippine e Indonesia sono due Paesi a rischio: nel primo l’area turbolenta di Mindanao è piena di gruppuscoli contrari a far pace col governo e dunque sensibili ai richiami di Daesh. mentre nell’arcipelago indonesiano alcune centinaia di islamisti avrebbero ascoltato il richiamo jihadista per andare a combattere in Iraq e Siria.

Il quadro è dunque in via di definizione ma il contagio è tutt’altro che contenuto: secondo il centro studi Jane’s, solo negli ultimi mesi di quest’anno gli attacchi di Daesh sono aumentati a dismisura: 1.086 tra luglio e settembre e cioè circa 12 al giorno contro gli 8 registrati tra aprile e giugno. 2.978 vittime con un salto di oltre l’80% rispetto a un anno prima.

Iraq: il segreto della vittoria di Daesh a Baghdad

Abdulrahman al-Rashed. Al-Arabiya (12/11/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Negrini. Un anno fa, a novembre, Ramadi, città dell’Iraq centrale, è diventata l’obbiettivo di Daesh (ISIS), il quale ha poi sorpreso tutto il mondo invadendo Mosul. Ramadi è stata la scintilla, i militanti dell’organizzazione terroristica se ne sono appropriati dopo la fuga delle forze armate della […]

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Siria: al via il vertice di Vienna

(Agenzie). I rappresentanti di almeno 20 Paesi e organizzazioni internazionali sono oggi a Vienna per il secondo round di dialogo sulla situazione in Siria per tentare di trovare una soluzione alla guerra civile. Lo scorso 30 ottobre si era tenuto n primo incontro, durante il quale i partecipanti avevano fatto appello alle Nazioni Unite affinché […]

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Francia: Stati arabi condannano attentati di Parigi, allerta in Marocco

(Agenzie). Gli Stati arabi della regione MENA hanno duramente condannato i deplorevoli attentati avvenuti nella serata di ieri, 13 novembre, nella capitale francese, durante i quali sono morte e rimaste ferite decine di persone. Diversi Stati del Golfo, quali Arabia Saudita, Kuwait, Qatar e Emirati Arabi Uniti, e poi l’Egitto e la Tunisia hanno denunciato […]

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Egitto: il cielo in fiamme

Di Munir al-Khatib. As-Safir (12/11/2015). Traduzione e sintesi di Carlotta Castoldi. La missiva aerea del Daesh (ISIS) ha insanguinato l’Egitto ed è come se i detriti dell’aereo russo cadessero ora su tutti gli aeroporti arabi e musulmani. L’attentato ha reso evidente quanto sia fragile il sistema di sicurezza locale e quanto sia esplicita la diffidenza […]

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Terrore a Parigi

François Hollande : ” l’état d’urgence est… di lemondefr

Un primo bilancio all’alba dopo la notte di fuoco accanto allo stadio e in pieno centro città: oltre 120 vittime. Sei esplosioni e fuoco sulla folla da almeno otto terroristi tutti morti negli attacchi a Parigi nella notte di ieri. Almeno sei di loro si sono fatti esplodere con la cintura esplosiva mentre gli altri quattro sono morti durante l’irruzione della polizia al teatro Bataclan (tre si sono fatti saltare con la cintura esplosiva, uno è stato ucciso)dove i terroristi hanno sparato sugli spettatori. Rivendicazione di Daesh su Dabiq France (sito dello Stato islamico). Rohani annulla il suo viaggio europeo. La Francia chiude le frontiere. Solidarietà dal mondo

Perché mi dimetto (dal Teatro L’Idea)

Ho rassegnato le dimissioni da presidente del Teatro Comunale L’Idea di Sambuca di Sicilia, dopo meno di due anni dalla mia nomina. E ora vi spiego perché, pubblicando la lettera inviata ai cittadini sambucesi e al sindaco che mi aveva nominato nel dicembre del 2013. Cari concittadini, Indirizzo a voi la mia lettera di dimissioniRead more

NaTakallam, un modo diverso per imparare l’Arabo con i rifugiati siriani

(Barakabits). Non c’è modo migliore per imparare una lingua che attraverso le conversazioni con i nativi. Questa è la semplice idea da cui nasce l’iniziativa che si chiama NaTakallam. “Natakallam”, che in arabo significa “parliamo”, è ora anche il nome di un’iniziativa che aiuta gli studenti ad imparare l’ Ammiyyah ovvero l’arabo dialettale locale piuttosto che il linguaggio classico, attraverso sessioni online […]

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Egitto: Mohammed Mounir promette concerto a Sharm el-Sheikh

(Agenzie). Il cantante pop Mohammed Mounir ha detto che terrà un concerto a Sharm el-Sheikh il 20 novembre prossimo come parte di un’iniziativa per affrontare chiunque cerchi di offuscare l’immagine dell’Egitto e il suo prestigio. “Io non voglio promuovere il turismo”, ha detto il cantante, “sto proteggendo la dignità dell’Egitto”. E ha continuato: “Io sono per i giovani, e […]

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Siria: un piano russo di riforma costituzionale?

Di Nasr al-Majali. Elaph (11/11/2015). Traduzione e sintesi di Paola Conti. Il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdaov, ha dichiarato che Mosca non ha preparato alcun documento specifico concernente la Siria, ma contenente solo idee per ulteriori discussioni. Una delegazione dell’opposizione siriana si è riunita mercoledì scorso con alcuni funzionari del ministero degli Interni […]

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Intervista a Francesca Oggiano sul progetto Women in between

a cura di Patrizia Mancini Women in between è un progetto multimediale del collettivo Maboula che in questi giorni ha lanciato un’operazione di crowdfunding per completare il lavoro e per continuare a viaggiare nell’area mediterranea all’ascolto delle voci di donne “in mezzo”, fra amore, onore e vergogna, come recita il titolo del video lanciato in rete in questi giorni. Ma […]

Marocco: le proteste contro Amendis guadagnano terreno

(Agenzie). Nonostante gli inviti alla calma lanciati dal governo marocchino, continuano le proteste contro la Amendis, la società responsabile della gestione dell’acqua, dell’elettricità e del risanamento in diverse città nel nord del Paese. Motivo delle proteste le bollette troppo care della filiale del gruppo francese Veolia. La cosiddetta “rivolta delle candele” è stata lanciata a […]

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Tunisia: visita di Kerry per consolidare i rapporti bilaterali

(Agenzie). Il segretario di Stato americano, John Kerry, è in Tunisia per partecipare a un dialogo strategico mirato a consolidare la partnership politica, economica e di sicurezza tra i due Paesi. Dopo la partecipazione ai diversi gruppi di lavoro tematici, Kerry e il presidente tunisino Beji Caid Essebsi riferiranno i risultati dei lavori in una […]

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Cucina kuwaitiana: stufato di pesce

Con la ricetta di questa settimana ci spostiamo nel Golfo per scoprire un piatto molto diffuso in Kuwait: lo stufato di pesce! Ingredienti: 4 filetti di pesce a scelta 250g di riso bollito 3 pomodori a dadini 1 mazzetto di aneto 1 mazzetto di coriandolo 1 cucchiaio abbondante di sciroppo di melograno 2 cipolle 5 spicchi […]

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Iraq: forze curde riprendono Sinjar da Daesh

(Agenzie). Le forze curde, che nella giornata di ieri avevano lanciato un’offensiva per liberare la città di Sinjar nel nord dell’Iraq con l’aiuto di combattenti yazidi, sono riusciti a riprendere il contro della città dalle mani di Daesh (ISIS). Il Consiglio di Sicurezza del Kurdistan ha riferito che i combattenti peshmerga hanno preso il controllo di […]

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Libano in lutto per le vittime del duplice attentato suicida a Beirut

(Agenzie). Il Libano è in un lutto per le 43 vittime del duplice attentato suicida avvenuto a Beirut e rivendicato da Daesh (ISIS). Oltre ai morti, la Croce Rossa ha segnalato che almeno 239 persone sono rimaste ferite, di cui molte sono in condizioni critiche. Gli attentati hanno avuto luogo nel quartiere di Burj al-Barajneh, zona […]

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Passaggi: “Ya Salam!” di Najwa Barakat

Oggi voglio darvi un assaggio del meraviglioso romanzo di Najwa Barakat, di cui vi ho già parlato, “Ya Salam!”. Questo estratto rappresenta molto bene lo spirito di tutta l’opera, descrivendo l’inizio di una tipica giornata di Luqman, permettendo immediatamente di inquadrarne il carattere: Allegro e sbarbato, Luqman scese le scale. Non fosse stato un tipo […]

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Valletta Summit on Migration: una soluzione reale?

Articolo e foto di Viviana Schiavo Valletta – Sessanta leader africani ed europei per affrontare insieme l’attuale crisi migratoria. Il Valletta Summit on Migration, voluto fortemente dai paesi europei per fronteggiare il crescente flusso di migranti verso l’UE, si è concluso ieri a Malta. “È il primo passo per stabilire una più ampia cooperazione tra […]

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Sei anni dopo

Sei anni (e un giorno) fa aprivo questo blog. Senza volerlo, ma solo per fare un compito. E il compito – di uno dei miei tutor alla Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano – era quello di pensare a un tema, avviare uno spazio web e scrivere post che non oscillassero dalle riflessioni sulla […]

Sei anni dopo

Sei anni (e un giorno) fa aprivo questo blog. Senza volerlo, ma solo per fare un compito. E il compito – di uno dei miei tutor alla Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano – era quello di pensare a un tema, avviare uno spazio web e scrivere post che non oscillassero dalle riflessioni sulla […]

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Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

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Auguri a Filippo Grandi!

Non è per stupido campanilismo. Se sono contenta per la nomina di Filippo Grandi ad Alto Commissario dell’Unhcr non è per campanilismo. Sì, è italiano, e ne sono orgogliosa. L’elemento che fa la differenza, però, è la qualità. Professionale, e in ugual misura umana. Ci vuole alta professionalità e profonda umanità per fare il suoRead more

Auguri a Filippo Grandi!

Non è per stupido campanilismo. Se sono contenta per la nomina di Filippo Grandi ad Alto Commissario dell’Unhcr non è per campanilismo. Sì, è italiano, e ne sono orgogliosa. L’elemento che fa la differenza, però, è la qualità. Professionale, e in ugual misura umana. Ci vuole alta professionalità e profonda umanità per fare il suoRead more

Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo

Nel quadro del “Progetto Minareti e Campanili”, la rivista Confronti organizza, i prossimi 13 e 14 novembre, un incontro dal titolo “Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo”, mirato a mettere in luce i meccanismi di integrazione e inclusione sociale dei molti musulmani che vivono oggi in Italia. Tra i vari […]

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Turchia: cancellato festival del raki, scoppia la polemica

(Agenzie). Le autorità turche hanno cancellato il festival annuale dedicato al raki, tipica bevanda turca aromatizzata all’anice, in seguito alle lamentele di diversi gruppi islamici, causando una feroce polemica nel Paese. La manifestazione, il Festival Mondiale del Raki, doveva avere luogo i prossimi 12 e 13 dicembre nella città di Adana, che affaccia sul Mar Mediterraneo, […]

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Libano: sessione legislativa straordinaria in parlamento

(Agenzie). Il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, ha presieduto oggi, giovedì, una sessione legislativa straordinaria dell’assemblea per discutere e approvare diversi progetti di legge in tema di finanza. Inoltre, tutti i partiti presenti hanno concordato la creazione di una commissione incaricata di preparare un nuova legge elettorale. La riunione è stata possibile grazie al […]

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MUZZIKA ! Novembre 2015

MUZZIKA ! Novembre 2015  | babelmed | culture méditerranéenneIl libanese Bachar Mar Khalife canta il dolore dell’esilio nel suo disco “Ya Balad”, colonna sonora di tutti gli esìli… Natacha Atlas si rivela una meravigliosa cantante jazz, cosa che non stupisce, perché il jazz è, come lei, musica meticcia e libera! Buda Musique ci offre un viaggio indietro nel tempo, nell’Egitto degli anni ’20 e…

“Il Manuale del perfetto Dittatore” e la satira universale di Willis from Tunis

Directinfo (09/11/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. La vignettista tunisina Nadia Khiari continua le sue prese in giro ad opera del suo personaggio felino “Willis From Tunis”, pubblicata sotto forma di un manuale di 138 pagine intitolato “Le Manuel du Parfait Dictateur” (“Il Manuale del Perfetto Dittatore”) il cui contenuto può applicarsi a qualsiasi sistema […]

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Rogo di una famiglia palestinese e astuzie dello Shin Bet

mcc43 I Fatti  Notte del 31 luglio 2015: ignoti coloni ebrei appiccano il fuoco a una casa palestinese di Duma, Cisgiordania. Ali Dawabsheh, 18 mesi, è arso dalle fiamme, padre e madre muoiono nei giorni seguenti, sopravvive orrendamente ustionato Ahmad, quattro anni. L’indomani, il ministro israeliano della difesa Moshe’ Yaalon arresta Meir Ettinger e altri due giovani […]

Tunisia ospita Conferenza Internazionale Turismo e Media della UNTWO

(Agenzie). La Tunisia ospiterà, oggi e domani (12 e 13 novembre), la quarta edizione della Conferenza Internazionale sul Turismo e i Media dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo (UNWTO). L’iniziativa, realizzata con il sostegno di CNN International, ha lo scopo di favorire la connessione tra le autorità turistiche e la comunità mediatica e di discutere nuove modalità di […]

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#NoAllMalePanels: donne musulmane americane vogliono cambiamento

(Agenzie). Un gruppo di donne musulmane negli Stati Uniti hanno istigato una Tweetstorm chiedendo una maggiore rappresentanza delle donne a parlare nei panel a conferenze, seminari ed eventi in cui si parla di musulmani. L’hashtag di Twitter #noallmalepanels, che ha iniziato all’inizio di questo mese, ha già ispirato un lungo dibattito online e ha portato anche un […]

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Sayada, Tunisia: le strane dimissioni di un sindaco innovativo

Armel Le Coz e Romain Slitine A seguito delle dimissioni del sindaco di Sayada, Lotfi Farhan, un tunisino estremamente impegnato nella transizione democratica e la cui esperienza municipale è servita da modello per i membri dell’Assemblea Costituente, Armel Le Coz1 e Romain Slitine,2 dell’associazione Démocratie Ouverte si domandano: “Quello che è appena successo a Sayada è il segno di una rimessa in discussione […]

Iraq: curdi e yazidi lanciano operazione per liberare Sinjar

(Agenzie). Le forze curde, a fianco di diverse unità militari yazidi, hanno lanciato un’operazione per la liberazione del villaggio di Sinjar controllato da Daesh (ISIS), nell’Iraq settentrionale. L’operazione, chiamata appunto “Liberare Sinjar”, mira a interrompere le strade intorno al villaggio utilizzate da Daesh per approvvigionarsi e mettersi in collegamento con Raqqa e Mosul. Negli ultimi […]

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Iran raddoppierà esportazioni gas in Iraq

(Agenzie). L’Iran raddoppierà le esportazioni di gas verso il vicino Iraq dal 2017 in base a un contratto firmato ieri, mercoledì 11 novembre. All’accordo di inviare da 20 a 35 milioni di metri cubi di gas al giorno per la città irachena meridionale di Bassora, segue un altro primo importante contratto tra i due Paesi per esportare […]

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Iran e Russia: non sono così allineati sulla Siria

Di Saheb Sadeghi. Al-Monitor (10/11/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Iran e Russia sono uniti da obiettivi comuni ed immediati in Siria, cosa che probabilmente varrà anche nel lungo termine in funzione anti-occidentale. Tuttavia, differenze tra Teheran e Mosca su alcuni aspetti del futuro della Siria, come la natura del governo e la ricostruzione […]

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Myanmar, il tempo del negoziato

Mentre anche il presidente in carica Thein Sein ammette apertamente la sconfitta congratulandosi ufficialmente con Aung San Suu Kyi, il futuro premier birmano prende carta e penna e gli scrive una lettera che manda anche al capo delle Forze armate Min Aung Hlaing e allo speaker uscente del parlamento Shwe Mann (un ex generale dello stesso partito di Sein). Invita insomma a sedere a uno stesso tavolo i tre protagonisti politici del Myanmar – tutti militari – per discutere del futuro. La risposta ancora non c’è ma le congratulazioni di Thein Sein, il generale che potrebbe passare alla Storia come l’uomo che ha garantito la transizione, parlano chiaro sebbene il suo portavoce abbia chiarito che l’agenda si discuterà solo dopo i risultati: Sein, dicono alla Lega, avrebbe promesso un trasferimento pacifico del potere e, nel messaggio ricevuto dal ministro dell’Informazione Ye Htut a nome del presidente, Thein Sein si sarebbe congratulato con la Nobel e la Lega per il risultato. Un risultato, che a parte le contestazioni di regola su chi avesse più o meno diritto a presentarsi, per ora non ha registrato che plausi: dagli osservatori europei e dalla Fondazione Carter, capitanata da Jason, primogenito dell’ex presidente americano. Le congratulazioni dei vari leader e governi stanno arrivando puntali.

In effetti la vittoria è macroscopica. Con la conta dei voti ancora a metà delle schede, la Bbc valuta che la Lega di Suu Kyi abbia ottenuto il 90% dei voti. Irrawaddy, il giornale online dell’opposizione storica al regime militare (seppur da anni ormai in abiti civili) attribuiva ieri sera alla Lnd 179 seggi alla Camera bassa (dove ne aveva 38) con una rappresentanza del 47%. Secondi sono i militari che hanno 110 seggi per default su 440 garantiti dalla Costituzione (25%); solo 17 seggi per ora al Partito di Thein Sein (3,9%). Alla Camera Alta la Lega ha per ora 77 dei 224 seggi (ne aveva…5), 56 i militari e solo 4 Thein Sein (ne aveva …122).


Non è la prima volta che Aung San Suu Kyi tenta un abboccamento ma prima, rilevano gli osservatori, la situazione parlamentare del suo Partito, boicottato in ogni modo alle passate tornate elettorali, era troppo fragile perché potessero anche solo darle ascolto. Adesso invece le posizioni di forza si sono ribaltate anche se la quota di militari nominati e i seggi comunque guadagnati dal Partito della solidarietà e Sviluppo di Sein conservano all’esercito un ruolo che resta importante. Se il voto resta costante i numeri potrebbero però dare alla Lega una maggioranza schiacciante che l’ex opposizione valuta attorno al 70%: tanto, tantissimo e sufficiente a nominare il premier ed esprimere la candidatura a presidente (carica che al momento Suu Kyi non può rivestire) ma non abbastanza per cambiare la Costituzione perché gli emendamenti alla Carta suprema richiedono oltre il 75% dei parlamentari. Solo un negoziato coi militari e i partiti minori dunque – ciò che la Nobel intende fare – potrebbe aprire la strada a una riforma della Carta per togliere il veto che grava sul candidato presidente se è sposato con uno straniero (suo marito era un professore britannico morto alcuni anni fa da cui ha avuto due figli ).

Negoziare dunque come per altro la Lega e la sua leader hanno sempre cercato di fare: non più tardi di qualche mese, in settembre, la Lega pubblicò sul suo sito internet un messaggio video di Aung San Suu Kyi in cui la Nobel faceva mostra di considerare con tutte le attenzioni Tatmadaw, le Forze armate birmane, un esercito che utilizza oltre due miliardi di dollari del budget nazionale e formato da 350mila soldati in gran parte volontari (teoricamente perché la coscrizione può esser resa obbligatoria).

Negoziare dunque e con prudenza: la Lega nazionale per la democrazia ha esortato i suoi sostenitori a evitare grandi celebrazioni almeno fino ai risultati definitivi che la Commissione elettorale rilascia col contagocce. Troppo entusiasmo, dicono alla Lnd, sarebbe rischioso. Non è un caso se in un’intervista alla Bbc martedì scorso – due giorni dopo il voto – Suu Kyi ha detto che il voto è stato libero (free) ma non equo (fair): ci sono state «intimidazioni». Il passato non è ancora passato.

Myanmar, il tempo del negoziato

Mentre anche il presidente in carica Thein Sein ammette apertamente la sconfitta congratulandosi ufficialmente con Aung San Suu Kyi, il futuro premier birmano prende carta e penna e gli scrive una lettera che manda anche al capo delle Forze armate Min Aung Hlaing e allo speaker uscente del parlamento Shwe Mann (un ex generale dello stesso partito di Sein). Invita insomma a sedere a uno stesso tavolo i tre protagonisti politici del Myanmar – tutti militari – per discutere del futuro. La risposta ancora non c’è ma le congratulazioni di Thein Sein, il generale che potrebbe passare alla Storia come l’uomo che ha garantito la transizione, parlano chiaro sebbene il suo portavoce abbia chiarito che l’agenda si discuterà solo dopo i risultati: Sein, dicono alla Lega, avrebbe promesso un trasferimento pacifico del potere e, nel messaggio ricevuto dal ministro dell’Informazione Ye Htut a nome del presidente, Thein Sein si sarebbe congratulato con la Nobel e la Lega per il risultato. Un risultato, che a parte le contestazioni di regola su chi avesse più o meno diritto a presentarsi, per ora non ha registrato che plausi: dagli osservatori europei e dalla Fondazione Carter, capitanata da Jason, primogenito dell’ex presidente americano. Le congratulazioni dei vari leader e governi stanno arrivando puntali.

In effetti la vittoria è macroscopica. Con la conta dei voti ancora a metà delle schede, la Bbc valuta che la Lega di Suu Kyi abbia ottenuto il 90% dei voti. Irrawaddy, il giornale online dell’opposizione storica al regime militare (seppur da anni ormai in abiti civili) attribuiva ieri sera alla Lnd 179 seggi alla Camera bassa (dove ne aveva 38) con una rappresentanza del 47%. Secondi sono i militari che hanno 110 seggi per default su 440 garantiti dalla Costituzione (25%); solo 17 seggi per ora al Partito di Thein Sein (3,9%). Alla Camera Alta la Lega ha per ora 77 dei 224 seggi (ne aveva…5), 56 i militari e solo 4 Thein Sein (ne aveva …122).

Non è la prima volta che Aung San Suu Kyi tenta un abboccamento ma prima, rilevano gli osservatori, la situazione parlamentare del suo Partito, boicottato in ogni modo alle passate tornate elettorali, era troppo fragile perché potessero anche solo darle ascolto. Adesso invece le posizioni di forza si sono ribaltate anche se la quota di militari nominati e i seggi comunque guadagnati dal Partito della solidarietà e Sviluppo di Sein conservano all’esercito un ruolo che resta importante. Se il voto resta costante i numeri potrebbero però dare alla Lega una maggioranza schiacciante che l’ex opposizione valuta attorno al 70%: tanto, tantissimo e sufficiente a nominare il premier ed esprimere la candidatura a presidente (carica che al momento Suu Kyi non può rivestire) ma non abbastanza per cambiare la Costituzione perché gli emendamenti alla Carta suprema richiedono oltre il 75% dei parlamentari. Solo un negoziato coi militari e i partiti minori dunque – ciò che la Nobel intende fare – potrebbe aprire la strada a una riforma della Carta per togliere il veto che grava sul candidato presidente se è sposato con uno straniero (suo marito era un professore britannico morto alcuni anni fa da cui ha avuto due figli ).

Negoziare dunque come per altro la Lega e la sua leader hanno sempre cercato di fare: non più tardi di qualche mese, in settembre, la Lega pubblicò sul suo sito internet un messaggio video di Aung San Suu Kyi in cui la Nobel faceva mostra di considerare con tutte le attenzioni Tatmadaw, le Forze armate birmane, un esercito che utilizza oltre due miliardi di dollari del budget nazionale e formato da 350mila soldati in gran parte volontari (teoricamente perché la coscrizione può esser resa obbligatoria).

Negoziare dunque e con prudenza: la Lega nazionale per la democrazia ha esortato i suoi sostenitori a evitare grandi celebrazioni almeno fino ai risultati definitivi che la Commissione elettorale rilascia col contagocce. Troppo entusiasmo, dicono alla Lnd, sarebbe rischioso. Non è un caso se in un’intervista alla Bbc martedì scorso – due giorni dopo il voto – Suu Kyi ha detto che il voto è stato libero (free) ma non equo (fair): ci sono state «intimidazioni». Il passato non è ancora passato.

“Suffragette” apre il 33° Torino Film Festival

torino 110A Torino dal 20 al 28 novembre 2015 con cinquanta anteprime mondiali. Quindici i film in concorso, di cui quattro italiani. Omaggio a Orson Welles a trent’anni dalla morte, protagonista del manifesto. Guest director è il regista Julien Temple. Madrina, l’eclettica attrice Chiara Francini. 

Siria: opposizioni contrarie a progetto di pace russo

Esponenti dell’opposizione siriana e commentatori del Golfo hanno respinto il progetto di proposta russa per un processo di pace in Siria, dichiarando che l’obiettivo di Mosca è stato quello di mantenere il presidente Bashar Assad al potere e marginalizzare le voci dissenzienti. La Russia, che con l’Iran è il più importante alleato di Assad , ha negato l’esistenza […]

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Egitto: al via il Cairo International Film Festival

(Agenzie). Al via quest’oggi , 11 novembre, la 37^ edizione del Cairo International Film Festival (CIFF) edizione che per la prima volta nella storia della manifestazione vede al posto di comando una donna, la direttrice Magda Wassef. Cancellato nel 2011 e di nuovo nel 2013 a causa della instabile situazione politica del paese, vi erano molti dubbi […]

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Migration Influxes and European Compassion: How Long Do We Need to Wait for an Informed Sustainability? (by Estella Carpi, November 2015)

(Photo taken from France24) http://trendsinstitution.org/?p=1520 Over the last two months, everyone with internet access has surely come across the picture of Aylan Kurdi, the Syrian toddler drowned in Turkish waters on a beach of Bodrum last September 2.  It seems the photo of Aylan, along with waves of refugees trying to cross to Eastern Europe […]

“Viaggio al termine dell’Islam” di Michael Muhammad Knight

Potremmo definirlo una sorta di diario religioso l’originale libro autobiografico scritto da Michael Muhammad Knight, newyorkese convertitosi all’Islam grazie alla lettura dei testi di Malcom X. Il libro racconta il suo viaggio-pellegrinaggio che dagli USA lo porta fino alla Mecca, attraversando il Pakistan, la Siria, l’Egitto e l’Etiopia. L’elemento sorprendente di questa opera sta nell’approccio […]

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Marocco: Forum MEDays sul Mediterraneo a Tangeri

(Agenzie). Il Forum Internazionale MEDays venne istituito nel 2008 e ospitato dalla città di Tangeri, porta del Marocco sull’Europa e sul Mediterraneo. Dopo il successo delle sue prime sette edizioni, il Forum MEDays si considera oggi come un incontro strategico a livello globale sia per il settore politico che economico, una piattaforma ideale per rafforzare le relazioni tra il Nord […]

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Russia propone nuova costituzione per la Siria

(Agenzie). La Russia ha fatto circolare un documento per porre fine ai quasi cinque anni di conflitto siriano, con la stesura di una nuova costituzione valida per un periodo transitorio di 18 mesi, che dovrebbe portare al referendum popolare e alle elezioni presidenziali anticipate. Il documento, ottenuto dalla Associated Press, non fa menzione delle eventuali dimissioni del presidente siriano […]

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Novità editoriali: “Islam, religione e politica” di Francesca Corrao

Esce il 12 novembre il saggio “Islam, religione e politica” di Francesca Corrao, docente di Lingua e Cultura Araba presso l’università LUISS di Roma. L’opera cerca di mettere chiarezza sulle tante ombre ormai associate all’Islam, parola che, per l’opinione pubblica, si collega a concetti come terrorismo e, solo per ultimo, Stato islamico. Il percorso intrapreso […]

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Tutti gli scenari del dopo voto birmano

Anche se bisognerà aspettare ancora diversi giorni per conoscere i risultati definitivi, la vittoria a grandi numeri per la Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi è ormai una certezza. Ma una certezza non definitiva e dunque non priva di rischi. Anche se gli osservatori della Ue hanno confermato che i seggi elettorali birmani sono stati gestiti con correttezza, non hanno ad esempio potuto visitare quelli nelle caserme e la Lega stessa, per bocca del suo portavoce Win Htien, teme qualche colpo di coda: «La Commissione elettorale rilascia intenzionalmente i risultati col contagocce – ha detto ai reporter – e forse sta covando l’idea di qualche trucco o qualcosa di simile: non c’è infatti nessun senso nel dare i risultati un po’ alla volta. Non dovrebbe essere così». I risultati un po’ alla volta finiscono anche col ridimensionare qualche aspettativa creando così l’idea che i militari, che comunque per legge hanno diritto al 25% dei seggi delle due Camere, possano alla fine far girare i risultati a loro piacimento.

Irrawaddy, uno dei più noti siti d’opposizione (clandestino durante il regime militare) prova a fare due conti: secondo la Lega, il partito di Aung San Suu Kyi avrebbe in mano almeno 380 seggi nei due rami del parlamento (su 433 seggi alla Camera Bassa e 224 nell’Alta) il che le consegnerebbe la maggioranza. I militari ne hanno 166 ma sul totale degli scranni in parlamento (657) ne bastano comunque 329 per poter contare tanto da esprimere il premier, e i due candidati (uno per Camera) sia alla presidenza sia alla vice presidenza: quella della presidenza è una poltrona che in Birmania conta più di quella del primo ministro ed è fondamentale per formare il governo. E qui si entra nel campo delle speculazioni: la prima è che la Lega dovrebbe scegliere un altro candidato che non la sua leader visto che la Nobel ha tutte le carte in regola ma non quelle formali perché è stata sposata con uno straniero e stranieri sono i suoi figli, clausola studiata apposta per sbarrarle la strada. Ma Suu Kyi come primo ministro potrebbe anche cercare un accordo coi militari (come fa capire nel video postato sul sito della Lega già il 22 settembre scorso e come ha detto stamane chiedendo un incontro con Tatmadaw) e altri partiti per arrivare a cambiare la Costituzione, cosa non molto facile perché serve una maggioranza che la Lega da sola non può raggiungere visto che è necessario avere il 75% più uno dei voti dell’intero parlamento. Altro scenario è che si negozi un candidato terzo che vada bene ai militari e alla Lega prendendo tempo. Insomma, scenari apertissimi e sempre che tutto fili liscio.

Gli analisti birmani suggeriscono comunque anche un altro scenario: quello in cui i militari non solo resterebbero nelle loro baracche ma si laverebbero le mani della questione governo purché a loro siano riservati i ministeri chiave di Difesa e Interno, senza contare che tutte le leve dell’economia sono in loro potere. Un governo di facciata insomma, tanto per evitare sanzioni e salvare la faccia davanti al mondo. Continuando a guidare il Paese dal backstage.

* Nel video della Lnd, Aung San Suu Kyi  parla della possibile collaborazione tra la Lega e Tatmadaw, le Forze armate. Postato in settembre

Tutti gli scenari del dopo voto birmano

Anche se bisognerà aspettare ancora diversi giorni per conoscere i risultati definitivi, la vittoria a grandi numeri per la Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi è ormai una certezza. Ma una certezza non definitiva e dunque non priva di rischi. Anche se gli osservatori della Ue hanno confermato che i seggi elettorali birmani sono stati gestiti con correttezza, non hanno ad esempio potuto visitare quelli nelle caserme e la Lega stessa, per bocca del suo portavoce Win Htien, teme qualche colpo di coda: «La Commissione elettorale rilascia intenzionalmente i risultati col contagocce – ha detto ai reporter – e forse sta covando l’idea di qualche trucco o qualcosa di simile: non c’è infatti nessun senso nel dare i risultati un po’ alla volta. Non dovrebbe essere così». I risultati un po’ alla volta finiscono anche col ridimensionare qualche aspettativa creando così l’idea che i militari, che comunque per legge hanno diritto al 25% dei seggi delle due Camere, possano alla fine far girare i risultati a loro piacimento.

Irrawaddy, uno dei più noti siti d’opposizione (clandestino durante il regime militare) prova a fare due conti: secondo la Lega, il partito di Aung San Suu Kyi avrebbe in mano almeno 380 seggi nei due rami del parlamento (su 433 seggi alla Camera Bassa e 224 nell’Alta) il che le consegnerebbe la maggioranza. I militari ne hanno 166 ma sul totale degli scranni in parlamento (657) ne bastano comunque 329 per poter contare tanto da esprimere il premier, e i due candidati (uno per Camera) sia alla presidenza sia alla vice presidenza: quella della presidenza è una poltrona che in Birmania conta più di quella del primo ministro ed è fondamentale per formare il governo. E qui si entra nel campo delle speculazioni: la prima è che la Lega dovrebbe scegliere un altro candidato che non la sua leader visto che la Nobel ha tutte le carte in regola ma non quelle formali perché è stata sposata con uno straniero e stranieri sono i suoi figli, clausola studiata apposta per sbarrarle la strada. Ma Suu Kyi come primo ministro potrebbe anche cercare un accordo coi militari (come fa capire nel video postato sul sito della Lega già il 22 settembre scorso e come ha detto stamane chiedendo un incontro con Tatmadaw) e altri partiti per arrivare a cambiare la Costituzione, cosa non molto facile perché serve una maggioranza che la Lega da sola non può raggiungere visto che è necessario avere il 75% più uno dei voti dell’intero parlamento. Altro scenario è che si negozi un candidato terzo che vada bene ai militari e alla Lega prendendo tempo. Insomma, scenari apertissimi e sempre che tutto fili liscio.

Gli analisti birmani suggeriscono comunque anche un altro scenario: quello in cui i militari non solo resterebbero nelle loro baracche ma si laverebbero le mani della questione governo purché a loro siano riservati i ministeri chiave di Difesa e Interno, senza contare che tutte le leve dell’economia sono in loro potere. Un governo di facciata insomma, tanto per evitare sanzioni e salvare la faccia davanti al mondo. Continuando a guidare il Paese dal backstage.

* Nel video della Lnd, Aung San Suu Kyi  parla della possibile collaborazione tra la Lega e Tatmadaw, le Forze armate. Postato in settembre

L’Afghanistan e il sogno europeo

Di Silvia Ayuso. El País (09/10/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Alle cinque di mattina, Kabul è una città fantasma che piano piano di risveglia. Le sue strade, che in poche ore si trasformeranno in una giungla, sono ancora vuote e scure, dato che il sole non ha ancora fatto capolino dalle montagne che circondano la […]

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