Giorno: 12 novembre 2015

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Mini Corso di Arabo Base

Dal prossimo 1° dicembre iniziera’ un altro corso di Arabo Base, questa volta piu’ breve ma comunque intensivo ed efficace, per tutti coloro che si affacciano per la prima volta allo studio di questa fantastica lingua! Periodo: dal 1° dicembre al 1° marzo tutti i martedì, con due recuperi in giorni diversi (indicati di seguito) […]

Auguri a Filippo Grandi!

Non è per stupido campanilismo. Se sono contenta per la nomina di Filippo Grandi ad Alto Commissario dell’Unhcr non è per campanilismo. Sì, è italiano, e ne sono orgogliosa. L’elemento che fa la differenza, però, è la qualità. Professionale, e in ugual misura umana. Ci vuole alta professionalità e profonda umanità per fare il suoRead more

Auguri a Filippo Grandi!

Non è per stupido campanilismo. Se sono contenta per la nomina di Filippo Grandi ad Alto Commissario dell’Unhcr non è per campanilismo. Sì, è italiano, e ne sono orgogliosa. L’elemento che fa la differenza, però, è la qualità. Professionale, e in ugual misura umana. Ci vuole alta professionalità e profonda umanità per fare il suoRead more

Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo

Nel quadro del “Progetto Minareti e Campanili”, la rivista Confronti organizza, i prossimi 13 e 14 novembre, un incontro dal titolo “Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo”, mirato a mettere in luce i meccanismi di integrazione e inclusione sociale dei molti musulmani che vivono oggi in Italia. Tra i vari […]

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Turchia: cancellato festival del raki, scoppia la polemica

(Agenzie). Le autorità turche hanno cancellato il festival annuale dedicato al raki, tipica bevanda turca aromatizzata all’anice, in seguito alle lamentele di diversi gruppi islamici, causando una feroce polemica nel Paese. La manifestazione, il Festival Mondiale del Raki, doveva avere luogo i prossimi 12 e 13 dicembre nella città di Adana, che affaccia sul Mar Mediterraneo, […]

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Libano: sessione legislativa straordinaria in parlamento

(Agenzie). Il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, ha presieduto oggi, giovedì, una sessione legislativa straordinaria dell’assemblea per discutere e approvare diversi progetti di legge in tema di finanza. Inoltre, tutti i partiti presenti hanno concordato la creazione di una commissione incaricata di preparare un nuova legge elettorale. La riunione è stata possibile grazie al […]

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MUZZIKA ! Novembre 2015

MUZZIKA ! Novembre 2015  | babelmed | culture méditerranéenneIl libanese Bachar Mar Khalife canta il dolore dell’esilio nel suo disco “Ya Balad”, colonna sonora di tutti gli esìli… Natacha Atlas si rivela una meravigliosa cantante jazz, cosa che non stupisce, perché il jazz è, come lei, musica meticcia e libera! Buda Musique ci offre un viaggio indietro nel tempo, nell’Egitto degli anni ’20 e…

“Il Manuale del perfetto Dittatore” e la satira universale di Willis from Tunis

Directinfo (09/11/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. La vignettista tunisina Nadia Khiari continua le sue prese in giro ad opera del suo personaggio felino “Willis From Tunis”, pubblicata sotto forma di un manuale di 138 pagine intitolato “Le Manuel du Parfait Dictateur” (“Il Manuale del Perfetto Dittatore”) il cui contenuto può applicarsi a qualsiasi sistema […]

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Rogo di una famiglia palestinese e astuzie dello Shin Bet

mcc43 I Fatti  Notte del 31 luglio 2015: ignoti coloni ebrei appiccano il fuoco a una casa palestinese di Duma, Cisgiordania. Ali Dawabsheh, 18 mesi, è arso dalle fiamme, padre e madre muoiono nei giorni seguenti, sopravvive orrendamente ustionato Ahmad, quattro anni. L’indomani, il ministro israeliano della difesa Moshe’ Yaalon arresta Meir Ettinger e altri due giovani […]

Tunisia ospita Conferenza Internazionale Turismo e Media della UNTWO

(Agenzie). La Tunisia ospiterà, oggi e domani (12 e 13 novembre), la quarta edizione della Conferenza Internazionale sul Turismo e i Media dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo (UNWTO). L’iniziativa, realizzata con il sostegno di CNN International, ha lo scopo di favorire la connessione tra le autorità turistiche e la comunità mediatica e di discutere nuove modalità di […]

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#NoAllMalePanels: donne musulmane americane vogliono cambiamento

(Agenzie). Un gruppo di donne musulmane negli Stati Uniti hanno istigato una Tweetstorm chiedendo una maggiore rappresentanza delle donne a parlare nei panel a conferenze, seminari ed eventi in cui si parla di musulmani. L’hashtag di Twitter #noallmalepanels, che ha iniziato all’inizio di questo mese, ha già ispirato un lungo dibattito online e ha portato anche un […]

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Sayada, Tunisia: le strane dimissioni di un sindaco innovativo

Armel Le Coz e Romain Slitine A seguito delle dimissioni del sindaco di Sayada, Lotfi Farhan, un tunisino estremamente impegnato nella transizione democratica e la cui esperienza municipale è servita da modello per i membri dell’Assemblea Costituente, Armel Le Coz1 e Romain Slitine,2 dell’associazione Démocratie Ouverte si domandano: “Quello che è appena successo a Sayada è il segno di una rimessa in discussione […]

Iraq: curdi e yazidi lanciano operazione per liberare Sinjar

(Agenzie). Le forze curde, a fianco di diverse unità militari yazidi, hanno lanciato un’operazione per la liberazione del villaggio di Sinjar controllato da Daesh (ISIS), nell’Iraq settentrionale. L’operazione, chiamata appunto “Liberare Sinjar”, mira a interrompere le strade intorno al villaggio utilizzate da Daesh per approvvigionarsi e mettersi in collegamento con Raqqa e Mosul. Negli ultimi […]

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Iran raddoppierà esportazioni gas in Iraq

(Agenzie). L’Iran raddoppierà le esportazioni di gas verso il vicino Iraq dal 2017 in base a un contratto firmato ieri, mercoledì 11 novembre. All’accordo di inviare da 20 a 35 milioni di metri cubi di gas al giorno per la città irachena meridionale di Bassora, segue un altro primo importante contratto tra i due Paesi per esportare […]

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Iran e Russia: non sono così allineati sulla Siria

Di Saheb Sadeghi. Al-Monitor (10/11/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Iran e Russia sono uniti da obiettivi comuni ed immediati in Siria, cosa che probabilmente varrà anche nel lungo termine in funzione anti-occidentale. Tuttavia, differenze tra Teheran e Mosca su alcuni aspetti del futuro della Siria, come la natura del governo e la ricostruzione […]

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Myanmar, il tempo del negoziato

Mentre anche il presidente in carica Thein Sein ammette apertamente la sconfitta congratulandosi ufficialmente con Aung San Suu Kyi, il futuro premier birmano prende carta e penna e gli scrive una lettera che manda anche al capo delle Forze armate Min Aung Hlaing e allo speaker uscente del parlamento Shwe Mann (un ex generale dello stesso partito di Sein). Invita insomma a sedere a uno stesso tavolo i tre protagonisti politici del Myanmar – tutti militari – per discutere del futuro. La risposta ancora non c’è ma le congratulazioni di Thein Sein, il generale che potrebbe passare alla Storia come l’uomo che ha garantito la transizione, parlano chiaro sebbene il suo portavoce abbia chiarito che l’agenda si discuterà solo dopo i risultati: Sein, dicono alla Lega, avrebbe promesso un trasferimento pacifico del potere e, nel messaggio ricevuto dal ministro dell’Informazione Ye Htut a nome del presidente, Thein Sein si sarebbe congratulato con la Nobel e la Lega per il risultato. Un risultato, che a parte le contestazioni di regola su chi avesse più o meno diritto a presentarsi, per ora non ha registrato che plausi: dagli osservatori europei e dalla Fondazione Carter, capitanata da Jason, primogenito dell’ex presidente americano. Le congratulazioni dei vari leader e governi stanno arrivando puntali.

In effetti la vittoria è macroscopica. Con la conta dei voti ancora a metà delle schede, la Bbc valuta che la Lega di Suu Kyi abbia ottenuto il 90% dei voti. Irrawaddy, il giornale online dell’opposizione storica al regime militare (seppur da anni ormai in abiti civili) attribuiva ieri sera alla Lnd 179 seggi alla Camera bassa (dove ne aveva 38) con una rappresentanza del 47%. Secondi sono i militari che hanno 110 seggi per default su 440 garantiti dalla Costituzione (25%); solo 17 seggi per ora al Partito di Thein Sein (3,9%). Alla Camera Alta la Lega ha per ora 77 dei 224 seggi (ne aveva…5), 56 i militari e solo 4 Thein Sein (ne aveva …122).


Non è la prima volta che Aung San Suu Kyi tenta un abboccamento ma prima, rilevano gli osservatori, la situazione parlamentare del suo Partito, boicottato in ogni modo alle passate tornate elettorali, era troppo fragile perché potessero anche solo darle ascolto. Adesso invece le posizioni di forza si sono ribaltate anche se la quota di militari nominati e i seggi comunque guadagnati dal Partito della solidarietà e Sviluppo di Sein conservano all’esercito un ruolo che resta importante. Se il voto resta costante i numeri potrebbero però dare alla Lega una maggioranza schiacciante che l’ex opposizione valuta attorno al 70%: tanto, tantissimo e sufficiente a nominare il premier ed esprimere la candidatura a presidente (carica che al momento Suu Kyi non può rivestire) ma non abbastanza per cambiare la Costituzione perché gli emendamenti alla Carta suprema richiedono oltre il 75% dei parlamentari. Solo un negoziato coi militari e i partiti minori dunque – ciò che la Nobel intende fare – potrebbe aprire la strada a una riforma della Carta per togliere il veto che grava sul candidato presidente se è sposato con uno straniero (suo marito era un professore britannico morto alcuni anni fa da cui ha avuto due figli ).

Negoziare dunque come per altro la Lega e la sua leader hanno sempre cercato di fare: non più tardi di qualche mese, in settembre, la Lega pubblicò sul suo sito internet un messaggio video di Aung San Suu Kyi in cui la Nobel faceva mostra di considerare con tutte le attenzioni Tatmadaw, le Forze armate birmane, un esercito che utilizza oltre due miliardi di dollari del budget nazionale e formato da 350mila soldati in gran parte volontari (teoricamente perché la coscrizione può esser resa obbligatoria).

Negoziare dunque e con prudenza: la Lega nazionale per la democrazia ha esortato i suoi sostenitori a evitare grandi celebrazioni almeno fino ai risultati definitivi che la Commissione elettorale rilascia col contagocce. Troppo entusiasmo, dicono alla Lnd, sarebbe rischioso. Non è un caso se in un’intervista alla Bbc martedì scorso – due giorni dopo il voto – Suu Kyi ha detto che il voto è stato libero (free) ma non equo (fair): ci sono state «intimidazioni». Il passato non è ancora passato.

Myanmar, il tempo del negoziato

Mentre anche il presidente in carica Thein Sein ammette apertamente la sconfitta congratulandosi ufficialmente con Aung San Suu Kyi, il futuro premier birmano prende carta e penna e gli scrive una lettera che manda anche al capo delle Forze armate Min Aung Hlaing e allo speaker uscente del parlamento Shwe Mann (un ex generale dello stesso partito di Sein). Invita insomma a sedere a uno stesso tavolo i tre protagonisti politici del Myanmar – tutti militari – per discutere del futuro. La risposta ancora non c’è ma le congratulazioni di Thein Sein, il generale che potrebbe passare alla Storia come l’uomo che ha garantito la transizione, parlano chiaro sebbene il suo portavoce abbia chiarito che l’agenda si discuterà solo dopo i risultati: Sein, dicono alla Lega, avrebbe promesso un trasferimento pacifico del potere e, nel messaggio ricevuto dal ministro dell’Informazione Ye Htut a nome del presidente, Thein Sein si sarebbe congratulato con la Nobel e la Lega per il risultato. Un risultato, che a parte le contestazioni di regola su chi avesse più o meno diritto a presentarsi, per ora non ha registrato che plausi: dagli osservatori europei e dalla Fondazione Carter, capitanata da Jason, primogenito dell’ex presidente americano. Le congratulazioni dei vari leader e governi stanno arrivando puntali.

In effetti la vittoria è macroscopica. Con la conta dei voti ancora a metà delle schede, la Bbc valuta che la Lega di Suu Kyi abbia ottenuto il 90% dei voti. Irrawaddy, il giornale online dell’opposizione storica al regime militare (seppur da anni ormai in abiti civili) attribuiva ieri sera alla Lnd 179 seggi alla Camera bassa (dove ne aveva 38) con una rappresentanza del 47%. Secondi sono i militari che hanno 110 seggi per default su 440 garantiti dalla Costituzione (25%); solo 17 seggi per ora al Partito di Thein Sein (3,9%). Alla Camera Alta la Lega ha per ora 77 dei 224 seggi (ne aveva…5), 56 i militari e solo 4 Thein Sein (ne aveva …122).

Non è la prima volta che Aung San Suu Kyi tenta un abboccamento ma prima, rilevano gli osservatori, la situazione parlamentare del suo Partito, boicottato in ogni modo alle passate tornate elettorali, era troppo fragile perché potessero anche solo darle ascolto. Adesso invece le posizioni di forza si sono ribaltate anche se la quota di militari nominati e i seggi comunque guadagnati dal Partito della solidarietà e Sviluppo di Sein conservano all’esercito un ruolo che resta importante. Se il voto resta costante i numeri potrebbero però dare alla Lega una maggioranza schiacciante che l’ex opposizione valuta attorno al 70%: tanto, tantissimo e sufficiente a nominare il premier ed esprimere la candidatura a presidente (carica che al momento Suu Kyi non può rivestire) ma non abbastanza per cambiare la Costituzione perché gli emendamenti alla Carta suprema richiedono oltre il 75% dei parlamentari. Solo un negoziato coi militari e i partiti minori dunque – ciò che la Nobel intende fare – potrebbe aprire la strada a una riforma della Carta per togliere il veto che grava sul candidato presidente se è sposato con uno straniero (suo marito era un professore britannico morto alcuni anni fa da cui ha avuto due figli ).

Negoziare dunque come per altro la Lega e la sua leader hanno sempre cercato di fare: non più tardi di qualche mese, in settembre, la Lega pubblicò sul suo sito internet un messaggio video di Aung San Suu Kyi in cui la Nobel faceva mostra di considerare con tutte le attenzioni Tatmadaw, le Forze armate birmane, un esercito che utilizza oltre due miliardi di dollari del budget nazionale e formato da 350mila soldati in gran parte volontari (teoricamente perché la coscrizione può esser resa obbligatoria).

Negoziare dunque e con prudenza: la Lega nazionale per la democrazia ha esortato i suoi sostenitori a evitare grandi celebrazioni almeno fino ai risultati definitivi che la Commissione elettorale rilascia col contagocce. Troppo entusiasmo, dicono alla Lnd, sarebbe rischioso. Non è un caso se in un’intervista alla Bbc martedì scorso – due giorni dopo il voto – Suu Kyi ha detto che il voto è stato libero (free) ma non equo (fair): ci sono state «intimidazioni». Il passato non è ancora passato.