Giorno: 6 novembre 2015

IL 10 NOVEMBRE, A ROMA, SI PARLA DI SIRIA E NON SOLO…

Un appuntamento fortemente voluto da chi segue da anni le vicende delle rivolte arabe senza vederle attraverso il prisma deformante del megacomplotto, ma osservando da vicino e partecipando alla volontà dei popoli del Vicino Oriente di liberarsi da decenni di occupazione militare e coloniale, di dittature, di subordinazione agli interessi di potenze globali e regionali. […]

IL 10 NOVEMBRE, A ROMA, SI PARLA DI SIRIA E NON SOLO…

Un appuntamento fortemente voluto da chi segue da anni le vicende delle rivolte arabe senza vederle attraverso il prisma deformante del megacomplotto, ma osservando da vicino e partecipando alla volontà dei popoli del Vicino Oriente di liberarsi da decenni di occupazione militare e coloniale, di dittature, di subordinazione agli interessi di potenze globali e regionali. […]

Siria: Kerry e Lavrov propongono nuovi colloqui

(Agenzie). Il Segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov in un incontro telefonico hanno discusso del rilancio di colloqui di pace tra le autorità siriane e le opposizioni. Durante la telefonata Kerry e Lavrov hanno anche affrontato il tema della lotta a Daesh e gli altri gruppi islamisti presenti in […]

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Sarà il Qatar la porta d’accesso al Golfo per l’Iran?

Di Ali Mamouri. Al-Monitor (04/11/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Negrini. La mappa di alleanze in Medio Oriente sta cambiando rapidamente, influenzata da conflitti regionali e internazionali. Successivamente all’accordo sul nucleare  che l’Iran ha siglato a luglio e al miglioramento dei legami con l’Occidente in generale, diversi attori della regione hanno iniziato a riconsiderare le loro relazioni. […]

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Cucina libanese: hindbeh ‘atteh, tarassaco saltato con cipolle caramellate

Questa settimana andiamo in Libano a scoprire una ricetta semplicissima, ma davvero gustosa, il cui ingrediente sono le foglie si tarassaco (o cicoria spontanea): la hindbeh ‘atteh, tarassaco saltato con cipolle caramellate! Ingredienti: 2 mazzi di tarassaco o cicoria spontanea 4 cipolle grandi 4 spicchi d’aglio 125ml d’olio d’oliva 125ml di succo di limone Preparazione: Rimuovere […]

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Iran: divieto ai beni di consumo che simboleggiano presenza USA

(Agenzie). L’Iran mette al bando l’ingresso di beni di consumo che vengono dagli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il ministro del Commercio e dell’Industria, Mohammad Reza Nematzadeh, proprio mentre il Paese si prepara alla revoca delle sanzioni economiche internazionali. “Al fine di incrementare la produzione nazionale, è necessario fermare l’ingresso di beni di consumo americani e vietare […]

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Libia: Leon sotto accusa per conflitto di interessi

(Agenzie). Il governo non riconosciuto della Libia ha accusato l’inviato delle Nazioni Unite Bernardino Leon di conflitto di interessi, dopo aver ottenuto un lavoro ben pagato ad Abu Dhabi, proprio mentre tentava di disinnescare la crisi libica. In una lettera indirizzata al capo delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il presidente del Congresso Generale Nazionale (GNC), Nouri Abusahmain, […]

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Nada El Hage e i libri che ti chiamano

Chi di voi ha già letto questo blog, sa quanto io adori errare tra gli scaffali delle librerie alla ricerca di nuovi libri. Alcune volte mi limito a osservare, a sbirciare qualche parola impressa sulla copertina, altre volte svaligio interi scaffali. Ci sono, però, delle occasioni in cui i libri mi chiamano, mentre cerco magari […]

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Siria: bombe russe vicino Palmira

(Agenzie). L’Aeronautica della Russia ha dichiarato di aver condotto degli attacchi aerei per colpire Daesh (ISIS) presso l’antica città di Palmira per la seconda volta questa settimana, sostenendo i suoi obiettivi erano lontani dai siti storici della Siria. Gli attacchi russi pare abbiano “distrutto un grande luogo fortificato in cui si nascondevano militanti di Daesh”, ha detto il ministero […]

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Egitto: la visita di al-Sisi a Londra

Di Nawaf al-Tamimi. Al-Arabi al-Jadeed (04/11/2015). Traduzione e sintesi di Paola Conti. Non è solo la nebbia a sovrastare la visita del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi a Londra, né sono solo le rumorose proteste fuori dalla sede del governo britannico a turbare la serenità dei colloqui bilaterali tra al-Sisi ed il premier Cameron, ma un’offuscata […]

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Uccidere e distruggere: il rapporto Msf su Kunduz

In attesa che chi ha fatto il danno spieghi chi diede l’ordine e perché con un’indagine interna che tarda a vedere la luce, Medici senza frontiere, l’associazione umanitaria che il 3 ottobre scorso vide il suo ospedale a Kunduz bruciare dopo un bombardamento reiterato e senza possibilità di scampo, ha deciso di rendere pubblica – in attesa di una possibile indagine indipendente – la sua versione dei fatti. Presentato ieri a Kabul, il rapporto racconta dettagliatamente uno degli episodi più tragici di violazione del diritto umanitario. Le conclusioni sono infatti che alcuni pazienti bruciarono vivi nei loro letti e che alcuni membri dello staff furono decapitati e mutilati dai proiettili, spesso mentre tentavano di mettersi al riparo.


Il rapporto dice anche che nel centro traumatologico della città in mano ai talebani (che ieri hanno tentato un’altra azione a Kunduz ma sono stati respinti) e assediata dai soldati afgani con il sostegno dell’aviazione americana, non c’erano combattenti armati o combattimenti in corso, ma solo pazienti di entrambe le fazioni curati nei letti di un luogo che dovrebbe essere un tempio protetto. Infine che l’obiettivo del raid, derubricato dalla Nato a “incidente” ed “errore” aveva un chiaro obiettivo: «Da quanto accaduto nell’ospedale emerge che questo attacco è stato condotto allo scopo di uccidere e distruggere – ha detto Christopher Stokes, direttore generale di Msf – ma non sappiamo perché. Non abbiamo visto cosa è successo nella cabina di pilotaggio, né nelle catene di comando statunitense e afgana”.

Il rapporto, che si basa sulle testimonianze dirette dei sopravvissuti, ricostruisce con precisione quanto avvenne in circa un’ora di bombardamento, iniziato
tra le 2 e le 2.08 del mattino del 3 ottobre e conclusosi tra le 3 e le 3 e un quarto (trenta i morti – tra cui 13 membri dello staff medico e 10 pazienti. Sette i corpi non ancora identificati). Nel centro c’erano 105 malati e Msf stima che 3 o 4 fossero combattenti governativi mentre circa altri venti fossero talebani. Oltre a loro c’erano 140 persone dello staff nazionale e nove internazionali oltre a un delegato della Croce Rossa internazionale. Il raid era mirato: una serie di attacchi aerei multipli, precisi e sostenuti, hanno preso di mira – dice il dossier – l’edificio principale dell’ospedale, lasciando il resto delle strutture del compound di Msf relativamente intatte. Le coordinate GPS fornite alle parti in conflitto coincidono infatti perfettamente con l’edificio preso di mira. Le testimonianze dicono che, il primo reparto a essere colpito è stato la terapia intensiva, dove il personale stava assistendo pazienti immobilizzati (tra cui due bambini), alcuni dei quali attaccati ai ventilatori. Il personale che si stava occupando della terapia intensiva – dice Msf – è stato direttamente ucciso nel corso dei primi attacchi aerei o dal fuoco che ha poi inghiottito l’edificio. I pazienti non deambulanti del reparto sono bruciati nei loro letti.

L‘attacco si è poi spostato da Est a Ovest dell’edifico principale. I servizi di terapia intensiva, l’archivio, il laboratorio, il pronto soccorso, la radiologia, l’ambulatorio, il reparto di salute mentale, la fisioterapia e le sale operatorie sono stati distrutti dalla successiva ondata di attacchi. Il raid ha dunque coinvolto anche chi non era nell’edifico principale svegliandolo nel cuore della notte e addirittura, dice ancora il dossier, «…molti dello staff raccontano di aver visto persone prese di mira, probabilmente dall’aereo, mentre cercavano di fuggire dall’edificio principale dell’ospedale … altri riportano di spari che seguivano i movimenti delle persone in fuga. Alcuni medici di Msf e altro personale medico sono stati uccisi mentre cercavano di raggiungere un’altra zona del compound nel tentativo di mettersi in salvo».

Rispetto al fatto che si colpì l’ospedale per colpire i talebani, Msf chiarisce che nessun membro del personale ha segnalato la presenza di armi, combattenti armati o di combattimenti in corso all’interno del centro, prima o durante gli attacchi aerei. In compenso, quando sono arrivate le ambulanze di soccorso, i soldati afgani arrivati in contemporanea ne hanno approfittato per cercare guerriglieri ancora vivi.

Uccidere e distruggere: il rapporto Msf su Kunduz

In attesa che chi ha fatto il danno spieghi chi diede l’ordine e perché con un’indagine interna che tarda a vedere la luce, Medici senza frontiere, l’associazione umanitaria che il 3 ottobre scorso vide il suo ospedale a Kunduz bruciare dopo un bombardamento reiterato e senza possibilità di scampo, ha deciso di rendere pubblica – in attesa di una possibile indagine indipendente – la sua versione dei fatti. Presentato ieri a Kabul, il rapporto racconta dettagliatamente uno degli episodi più tragici di violazione del diritto umanitario. Le conclusioni sono infatti che alcuni pazienti bruciarono vivi nei loro letti e che alcuni membri dello staff furono decapitati e mutilati dai proiettili, spesso mentre tentavano di mettersi al riparo.


Il rapporto dice anche che nel centro traumatologico della città in mano ai talebani (che ieri hanno tentato un’altra azione a Kunduz ma sono stati respinti) e assediata dai soldati afgani con il sostegno dell’aviazione americana, non c’erano combattenti armati o combattimenti in corso, ma solo pazienti di entrambe le fazioni curati nei letti di un luogo che dovrebbe essere un tempio protetto. Infine che l’obiettivo del raid, derubricato dalla Nato a “incidente” ed “errore” aveva un chiaro obiettivo: «Da quanto accaduto nell’ospedale emerge che questo attacco è stato condotto allo scopo di uccidere e distruggere – ha detto Christopher Stokes, direttore generale di Msf – ma non sappiamo perché. Non abbiamo visto cosa è successo nella cabina di pilotaggio, né nelle catene di comando statunitense e afgana”.

Il rapporto, che si basa sulle testimonianze dirette dei sopravvissuti, ricostruisce con precisione quanto avvenne in circa un’ora di bombardamento, iniziato
tra le 2 e le 2.08 del mattino del 3 ottobre e conclusosi tra le 3 e le 3 e un quarto (trenta i morti – tra cui 13 membri dello staff medico e 10 pazienti. Sette i corpi non ancora identificati). Nel centro c’erano 105 malati e Msf stima che 3 o 4 fossero combattenti governativi mentre circa altri venti fossero talebani. Oltre a loro c’erano 140 persone dello staff nazionale e nove internazionali oltre a un delegato della Croce Rossa internazionale. Il raid era mirato: una serie di attacchi aerei multipli, precisi e sostenuti, hanno preso di mira – dice il dossier – l’edificio principale dell’ospedale, lasciando il resto delle strutture del compound di Msf relativamente intatte. Le coordinate GPS fornite alle parti in conflitto coincidono infatti perfettamente con l’edificio preso di mira. Le testimonianze dicono che, il primo reparto a essere colpito è stato la terapia intensiva, dove il personale stava assistendo pazienti immobilizzati (tra cui due bambini), alcuni dei quali attaccati ai ventilatori. Il personale che si stava occupando della terapia intensiva – dice Msf – è stato direttamente ucciso nel corso dei primi attacchi aerei o dal fuoco che ha poi inghiottito l’edificio. I pazienti non deambulanti del reparto sono bruciati nei loro letti.

L‘attacco si è poi spostato da Est a Ovest dell’edifico principale. I servizi di terapia intensiva, l’archivio, il laboratorio, il pronto soccorso, la radiologia, l’ambulatorio, il reparto di salute mentale, la fisioterapia e le sale operatorie sono stati distrutti dalla successiva ondata di attacchi. Il raid ha dunque coinvolto anche chi non era nell’edifico principale svegliandolo nel cuore della notte e addirittura, dice ancora il dossier, «…molti dello staff raccontano di aver visto persone prese di mira, probabilmente dall’aereo, mentre cercavano di fuggire dall’edificio principale dell’ospedale … altri riportano di spari che seguivano i movimenti delle persone in fuga. Alcuni medici di Msf e altro personale medico sono stati uccisi mentre cercavano di raggiungere un’altra zona del compound nel tentativo di mettersi in salvo».

Rispetto al fatto che si colpì l’ospedale per colpire i talebani, Msf chiarisce che nessun membro del personale ha segnalato la presenza di armi, combattenti armati o di combattimenti in corso all’interno del centro, prima o durante gli attacchi aerei. In compenso, quando sono arrivate le ambulanze di soccorso, i soldati afgani arrivati in contemporanea ne hanno approfittato per cercare guerriglieri ancora vivi.