Mese: dicembre 2018

Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare

Che l’ineleganza sia ormai un tratto delle società contemporanee – specie di quelle come la nostra in cui l’eleganza era un elemento saliente – è un dato di fatto. Che non smette mai di stupire. Colpisce, qui a Bangkok – una capitale da oltre dieci mil…

Il graduale ritorno della Siria sulla scena diplomatica

L’Orient-Le Jour 28/12/2018)                    Traduzione e sintesi di Katia Cerratti La riapertura dell’Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Damasco è, attualmente, il segnale più indicativo degli sforzi in corso da diversi mesi per riportare la Siria di Bashar al-Assad nell’arena diplomatica. Una  tendenza che potrebbe rafforzarsi  nelle prossime settimane. Notevoli progressi sono stati realizzati in questa direzione. Il 29 settembre infatti, il […]

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Lettere a Samira(11)

Di Yassin Al Haj Saleh Traduzione N.El Assouad Testo originale pubblicato su Al Al Jumhuriya Cinque anni! Sessanta mesi! 260 settimane!1826 giorni! Cosa farei se un giorno dovessi avere fra le mani i corvi del male che ti hanno rapita e portata via Sam…

Amos Oz 1939-2018

Sono arrivata a Gerusalemme, nel 2003, con due libri nella valigia. Uno era il capolavoro di Amos Oz, Storia d’Amore e di Tenebra. E’ stato il mio modo di entrare a Gerusalemme. Attraverso lo sguardo di Amos Oz ho conosciuto una parte della…

Una vecchia intervista ad Amos Oz. Sull’amore

Vorrei prima di tutto ricordare Amos Oz attraverso le sue parole, oggi che uno dei più grandi scrittori al mondo ci ha lasciato. Ho recuperato, nel mio archivio virtuale, l’intervista che mi commissionò L’Espresso, Era l’inizio del 20…

QUALE CRISTO È NATO TRA NOI?

Articolo originale di  Marcelle Shehwaro Traduzione di Francesca Scalinci, revisione di Francesco Petronella (26/12/2016) Questi dovrebbero essere giorni di gloria, i giorni della nascita di Gesù Cristo, il Dio d’amore, giustizia e pace. Ma che tipo di…

L’atomica e la lezione della Guerra Fredda

Nuovi documenti desecretati dai National Security Archives spiegano come l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel dicembre 1979 abbia avuto   un impatto immediato sulla politica degli Stati Uniti nei confronti del Pakistan, che preoccupava …

Buon Natale. Eid Milad Majid

      La vita ci ha fatto molti regali, in famiglia. Tra questi, il dono di vivere in Medio Oriente. Oggi, ora, in questo giorno, ricordiamo che un lungo capitolo della nostra vita lo abbiamo trascorso lì dove, per i cristiani, il mister…

Il fallimento dell’amministrazione Obama nella rivoluzione egiziana

Di Alaa Bayoumi. Al-Araby al-Jadeed (19/12/2018). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini “Nelle mani dei militari” è il libro pubblicato quest’anno dal corrispondente al Cairo del New York Times David Kirkpatrick, uno dei testi migliori sulla rivoluzione egiziana. Il testo contiene testimonianze uniche degli attori più importanti sui fronti nazionali e stranieri e rivolge un’attenzione […]

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Quattro tunnel. E tutto il resto

Dopo la denuncia, Israele è passato rapidamente alla seconda fase dell’operazione denominata “Scudo del Nord”. L’esercito israeliano ha, cioè, cominciato a sigillare, e in alcuni casi a far saltare in aria con esplosivo, i tunnel scoperti dal 4 dicembr…

The ‘Need to Be There’: North-South Encounters and Imaginations in the Humanitarian Economy (December, 2018)

I have contributed to the Routledge Handbook of South-South Relations, edited by Elena Fiddian-Qasmiyeh and Patricia Daley (2018), which has just been published! https://www.taylorfrancis.com/books/9781138652002 The edited volume collects an important number of critical contributions which question contemporary political geographies of Global North and Global South. Here below you can read the abstract of my chapter […]

Auguri nel prendere congedo

Nel prendere congedo dal generoso pubblico che segue Great Game, abbandono la scrittura – salvo eventuali emergenze – per qualche giorno e tornerò su questi schermi dal Sudest asiatico per cui sono in partenza per qualche mese.Non prometto meraviglie m…

Da gialloverdi a grigioverdi

Alcuni giorni fa la ministro Trenta ha compiuto la sua missione di rito in Afghanistan dove ha visitato il comando di Herat a guida italiana. Si è presentata in mimetica come già aveva fatto – per nulla apprezzato da chi la divisa la porta per mestiere…

L’ultimo bastione della libertà in Siria

Giovani studenti universitari, agricoltori, lavoratori, non avevano idea di cosa dovesse sostituire il governo. Nessuno di loro oltre a Hossein aveva mai letto un trattato politico o partecipato ad una riunione di partito. Il regime aveva reso la vita …

La Tunisia ascolta le sue quattro verità – 1° parte

Olfa Belhassine  E’ un miracolo essere riusciti a fare questa conferenza oggi, visti tutti gli ostacoli che abbiamo trovato nel corso della nostra missione! “proclama Sihem Bensedrine, presidentessa dell’Instance Verité et Dignité , all&#82…

Libano, un governo per la terra dei cedri. Intervista a Elie Ferzli, vicepresidente del Parlamento libanese

Il 6 maggio scorso, il Libano è andato al voto dopo ben nove anni, assegnando al partito sciita Hezbollah 70 seggi sui 128. Il Premier Hariri,  non è riuscito però a formare subito un governo a causa di coalizioni opposte tra loro: da una parte il blocco dell’8 marzo appoggiato da Hezbollah che reclama la […]

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Novità editoriale: Un vulcano chiamato Siria di Abdullah Alhallak

Un vulcano chiamato Siria propone una panoramica sulla rivoluzione siriana, scoppiata nel 2011 sull’onda delle rivolte che hanno coinvolto tutto il mondo arabo. Le prime proteste, pacifiche e civili, sono state represse nel sangue dal regime di Bashar al-Assad, che ha rifiutato ogni richiesta di cambiamento e si è dimostrato deciso a difendere a ogni costo […]

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Tunisia. La rivoluzione che verrà dovrà essere sociale

Thierry Brésillon Il 17 dicembre 2010, quando Mohamed Bouazizi s’immolò davanti alla sede del governatorato di Sidi Bouzid, non si trattò soltanto del risultato puntuale di una rottura del patto morale implicito fra gli esclusi e le autorità che …

Breve viaggio al cuore della dignità (del malato)

Il neon acceca. Acceca ancor di più quando il corpo si allinea al fuso orario del Policlinico di Palermo. I ritmi della sanità pubblica si ripetono – ferrei e uguali a se stessi – per tutta l’Italia. Come se gli ospedali, oggi, fossero ancora i pilastr…

La letteratura araba in traduzione italiana 2018

Come ogni anno, faccio il punto su quello che è stato tradotto dall’arabo – o dalle lingue europee – nel corso dei 12 mesi appena trascorsi. In questo 2018 che volge al termine, il numero delle traduzioni in italiano di testi dall’arabo o di autori ara…

I marine, il cellulare e Virgin Radio

Posseggo un telefono LG che ho comprato per 100 euro dopo il furto del mio Huawei. Non è male, funziona bene. Ma da che continuo a sentire la pubblicità che insistentemente mi tempesta sopratutto su Virgin Radio vorrei gettarlo dalla finestra e tornare…

Book Review of Lucy Mayblin’s Asylum after Empire (December 2018)

You can access here my review of Lucy Mayblin’s book “Asylum after Empire. Colonial Legacies in the Politics of Asylum Seeking” on Refuge 34(2): 158-160. https://refuge.journals.yorku.ca/index.php/refuge/issue/view/2319?fbclid=IwAR13If-SvFwmLSFKTKKL1MRFjB0BSFS6t591zjAGs3qRwjVrdRFkT39HySM Advertisements

Netanyahu esorta l’UNIFIL ad agire più fermamente contro Hezbollah

L’Orient-Le jour  (12/12/2018)       Traduzione e sintesi di Katia Cerratti “I tunnel sono un chiaro atto di aggressione da parte di Hezbollah contro di noi e contro le regole della comunità internazionale”.  E’ quanto affermato mercoledì scorso dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu,  in occasione della visita in Israele del ministro dell’Interno italiano  e vicepresidente […]

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Da isola verde a discarica

Crotta d’Adda è stata scelto da anni come Comune pattumiera per smaltire scorie di acciaieria e fanghi industriali. Ma di fronte all’ennesimo progetto di stoccaggio di rifiuti vegetali i cittadini dicono No
Questa fetta di territorio cremonese dove l’Adda si getta nel Po, attraversata da un canale navigabile quasi mai utilizzato ma con un’aria d’antan che non disturba il paesaggio, una volta la chiamavano l’”Isola Verde” . Oggi però a Crotta d’Adda, un pugno di chilometri da Cremona sulla statale che va a Codogno, di verde ce n’è sempre meno. E il pannello “Comune fiorito” che campeggia sotto il cartello autostradale che annuncia l’arrivo in paese sembra quasi una presa in giro. Territorio umido, famoso un tempo per i suoi ampi boschi, gli argini alti dell’Adda e i piccoli laghetti alimentati da acqua di risorgiva, Crotta è non a caso inserita nel Parco Adda Sud. Ma in quel parco, dove se sbagli a potare il tuo albicocco ti multa la forestale, di tutto quel passato rimane poco. La nebbia, sempre più rada in Val Padana, è stata sostituita dai fumi industriali e l’odore del sottobosco – in un paesaggio con alberi sempre più radi – da un puzzo di ammoniaca che, a sentir i residenti, in certe stagioni e in certi giorni diventa insostenibile tanto da dover tener le finestre chiuse.
Quell’odore pungente che arrossa gli occhi e prende in gola, si spande anche su una pista ciclopedonale ideata per una lunga ristoratrice passeggiata che oggi, in certi giorni, conviene abbandonare prima che la pedalata si faccia stanca. A Crotta d’Adda in effetti non si son fatti mancare niente: a una consolidata tradizione di vent’anni di smaltimento di fanghi industriali sui terreni agricoli, un impianto per la produzione di biogas, tre allevamenti intensivi di maiali, due di polli e tacchini, una pista internazionale di motocross, si è aggiunto anche quello che si avvia ad essere uno dei più grandi siti di residui ferrosi d’Italia. Provengono dalla vicina acciaieria Arvedi, un massiccio impianto industriale che, tra acciaieria e tuberia, impiega oltre 1600 persone e che ha trovato nella vicinissima Crotta il luogo deputato per innalzare le montagne di residui che sembrano la nemesi grigiastra dell’ex isola verde. Da 500mila metri cubi a 700mila e, in futuro, a oltre un milione e mezzo.
Il piccolo Comune di Crotta d’Adda (che non arriva a 650 abitanti) non è una delle tante vittime dirette dell’attività industriale del nostro Paese ma la vittima designata a far da discarica anche in ragione della sua bassa pressione demografica. Poco importa se i rifiuti sono organici, inorganici, puzzolenti e invasivi. Comune pattumiera. Adesso ci sarebbe in ballo anche un’altra attività di smaltimento rifiuti. Rifiuti verdi però e dunque, teoricamente, assai meno minacciosi di quelli creati da tutte le altre attività produttive. Ma a questo punto un manipolo di cittadini ha alzato la testa. E ha iniziato a dar battaglia. Quando è troppo è troppo.
La discarica della Sovea dovrebbe sorgere a fianco del sito di stoccaggio dell’acciaieria Arvedi (foto sopra) di cui si vedono
le montagne di scorie a poca distanza dal canale navigabile che collega il Po all’Adda. In alto, Via Roma a Crotta
Sulla codognese, che collega Cremona a Crotta per dirigersi poi all’altro polo industriale di Pizzighettone, l’imponete acciaieria Arvedi sembra annunciare l’imminente destino di Crotta, uno dei siti ecologicamente forse più interessanti del cremonese ma sacrificati alla vocazione industriale di un Paese che non ha ancora deciso che strada seguire. Più avanti, a Codogno, ha sede la Sovea srl, una piccola azienda con una decina di dipendenti, poco più di un milione di euro di fatturato e una specializzazione nel ritiro e compostaggio di rifiuti organici, dallo sfalcio delle aiuole pubbliche ai residui del giardinaggio. Piccola ma ambiziosa, con una concessione di smaltimento a Ghedi (Bs) fino al 2023, sceglie Crotta per un nuovo sito di compostaggio rifiuti. Uno più uno meno non sarà un dramma. Inoltre son eco rifiuti, meglio di così?
Tutto avviene all’insaputa dei cittadini. Poi un giorno Miriam, volontaria della Protezione civile, sente al bar la storia della Sovea: “Ma lo sai che….”. Miriam convoca un po’ di amici e racconta la chiacchiera di questa società che avrebbe in concessione circa 3 ettari di territorio di Crotta sul confine con la vicina Acquanegra. Gli amici rimangono prima perplessi, poi si organizzano. Il testimone lo raccoglie subito Cristina Cavalli, psicoterapeuta, ma poi si aggregano Luigi, pensionato, Cristiano, operaio, Costantino, agronomo, Antonella, Samuele, Mariateresa, Andrea, Luciano, Canio, ovviamente Miriam e persino il parroco di Crotta, don Angelo. Comitati ne sorgon due: “Tuteliamo il nostro ambiente” a Crotta e “Orizzone Libero” ad Acquanegra. Chiedon lumi in municipio ma la frittata è fatta. Il 27 ottobre, il decreto n 740 della Provincia, previa integrazione di alcuni dati, autorizza il progetto di Sovea consentendole di… bypassare la Valutazione di impatto ambientale: 50mila tonnellate all’anno di rifiuti vegetali con un via vai stimato a di 100 camion al giorno e compostaggio che inevitabilmente aggiungerà nuovi miasmi che il vento disperderà su Crotta e Acquanegra. I due comitati fan fuoco e fiamme e alla fine costringono il Comune a prendere posizione. Ma han contro tutti.
Una vignetta sulla “sindorme Nimby”.
 La stampa locale non ha trovato di meglio
che tacciare i residenti di numbysmo…
Il giornale locale, La Provincia, li taccia di sindrome di Nimby (non nel mio giardino), facendoli figurare per retrogradi che si oppongono a progresso e sviluppo. Il presidente della Provincia Davide Viola (Pd) si trincera dietro i suoi tecnici che han dato parere favorevole benché tutto l’associazionismo locale, ambientalista e non, da Legambiente alle Acli, dall’Arci a piccole e grandi sigle della provincia si schieri con Crotta. Il progetto di Sovea rallenta ma va avanti. Ci son ben quattro Conferenze dei servizi e adesso si attende l’ultima, da cui dovrebbe uscire la sentenza definitiva. I politici locali saltabeccnao qui e là, promettendo interventi ma con un occhio alle imminenti amministrative e in fondo Crotta conta solo qualche centinaio di voti. Davvero pochi per spendersi troppo. I cittadini non demordono: appendono le lenzuola alle facciate delle case, raccolgono firme, cercano alleanze. Costringono il Comune a fare ricorso al Tar ma anche li la cosa si perde: il ricorso è del dicembre scorso ma non si sa nemmeno quando sarà discusso. “La politica – dice uno di loro – ha abdicato al suo ruolo. E se si lascia fare a tecnici, avvocati, geometri il gioco è fatto. Perché l’industria privata, se non c’è la politica, vince sempre”. E’ solo questione di tempo. Alla prossima Conferenza dei servizi, davanti ai tecnici provinciali cui spetta l’ultima parola, ci sarà il Comune, Arpa (ambiente), Ats Valpadana (sanità), Sovea. Ci saranno anche i Comitati e Legambiente ma come uditori, senza diritto di parola. Mica son tecnici… Facile che il presidente della Provincia salti, com’è suo diritto, la seduta. E che anche le altre forze politiche si girino dall’altra parte. Da quella, verrebbe da dire, dove non si vedono le facce dei residenti.

Dimenticavamo! Quest’area è anche una riserva di caccia con rischio certificato di impallinamento, ossia con responsabilità personale per chi si avvicina agli argini durante il periodo in cui si cercano lepri e fagiani. Di cui, fino a qualche anno fa, c’era a Crotta un allevamento intensivo…

Questo reportage è uscito ieri sull’inserto Extra del Manifesto

Il diritto dei rohingya

Il lavoro di raccolta di informazioni, testimonianze, prove che ha portato nel settembre del 2017 il Tribunale Permanente dei Popoli (Tpp) a emettere una sentenza di genocidio e crimini di Stato perpetrati a danno di Rohingya, Kachin e altre minoranze…

70 anni fa, il punto di non ritorno

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, approvata e proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. A leggere oggi, 2018, i trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani vengono i brividi, a pens…

Emirati, principesse in fuga

di Katia Cerratti Latifa bint Mohammed al Maktoum,   figlia del primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Rashid al Maktoum, è stata rapita nel marzo scorso mentre cercava di fuggire dal paese e da allora non è stata più vista in pubblico. Anche sua sorella Shamsa, sembra aver subito lo stesso destino. La BBC oggi […]

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Cavalli di razza e garretti deboli

L’immagine, questa volta, non ha niente a che vedere con le mie ossessioni orientaliste, nonostante sia il classico dipinto (Jean Leon  Gerome) che ritrae un cavallo arabo per vie del Cairo. Sul povero cavallo arabo sono concentrate le attenzioni e gli…

Lettere a Samira(10)

di Yassin Al-Haj Saleh Questa è la decima delle lettere scritte da Yassin Al Haj Saleh a sua moglie, Samira Al Khalil, rapita a Douma la sera del 09/12/2013, le spiega cosa è accaduto durante la sua assenza. Testo originale su Aljumhuriya Traduzione N….

Viaggi all’Eden sconfinati a Crema. La mia città

Comune di Crema – Assessorato alla Cultura- Turismo e Pari Opportunità Associazione culturale Orizzonti Nomadi – L’Angolo dell’Avventura sezione di CremaIl viaggio attraverso le immaginiReportage di viaggiatoriCiclo di videoproiezioni a CremaGli incon…

L’Islam visuale. Immagini e potere….appena uscito per Edizioni lavoro

Nonostante l’opinione diffusa, condivisa tanto da occidentali quanto da moltissimi musulmani, che l’Islam sia una religione iconofoba e abbia pertanto ostacolato l’uso della raffigurazione nelle zone in cui si è espansa, le società musulmane hanno sempre impiegato estensivamente le immagini, tanto a livello popolare quanto nella sfera politica. Anzi, il potenziale delle manifestazioni visuali come … Continua la lettura di L’Islam visuale. Immagini e potere….appena uscito per Edizioni lavoro

Cisgiordania, identificato l’anello di Ponzio Pilato ritrovato 50 anni fa

di Katia Cerratti “Quel nome era raro nell’Israele di quei tempi. Non conosco nessun altro Pilato di quel periodo e l’anello mostra che era una persona di rango e benestante”. E’ quanto dichiara il professor Danny Schwartz al quotidiano israeliano Haaretz, in merito a un’incredibile scoperta fatta 50 anni fa ma decifrata solo ora grazie a moderne […]

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Sorpresa indiana

I fumetti dell’epica tradizionale che andavano a ruba sulle bancarelle, affascinarono anche i primi viaggiatori occidentali che scoprirono negli anni Settanta i diversi tipi di nuvole dell’India. Rievocazioni fumettistiche per l’inserto Asia de il manifesto uscito venerdi col quotidiano
Dopo l’abbuffata di Paperino, NemboKid e Topolino, che ormai aveva perso la sua casta nudità da Grande Depressione per trasformarsi in un detective borghese e azzimato, in Italia – seppur con un certo ritardo – cominciarono ad arrivare dall’America i primi fumetti alternativi: nati in America negli anni Sessanta, i Fabulous Furry Freak Brothers di Gilbert Shelton e Mister Naturaldel grande Robert Crumb, iniziarono a influenzare il mondo del fumetto italiano allora dominato, oltreché dagli eroi della Walt Disney, traghettati nell’Italia del Dopoguerra da Arnoldo Mondadori, da Tex (Bonelli), Black Macigno e Capitan Miki (EsseGesse) e, solo più tardi, da tavole e sceneggiature più innovative e politicamente corrette come Ken Parker, Corto Maltese o le storie di Manara. Ma negli anni Settanta, durante l’epopea del Viaggio all’Eden nei territori di un’Asia ancora sconosciuta specie nel mondo delle tavole dei fumettari, c’era però anche una simpatica sorpresa ad aspettare i Freak Brothers europei che si erano messi in marcia verso Benares e Kathmandu in scalcinati pulmini Volkswagen o con i mezzi pubblici locali.

In India, di cui quei giovinastri curiosi ignoravano tutto mentre si lasciavano affascinare da incensi e religioni, stili di vita e quel misto incredibile di mogul, British India e pinnacoli fallici dei templi induisti, i fumetti erano realtà da tempo. E solo il nostro provincialismo poteva farci credere che la terra del fumetto d’autore fosse solo quella occidentale o statunitense che peraltro aveva influenzato la nascita dei primi comic (di origine oltreoceanica come Mandrake, Flash Gordon o Rip Kirby) apparsi sulle pagine del Times of Indiagià dagli anni Sessanta (un fenomeno che era arrivato anche da noi sulle pagine de Il Giorno di Mattei). Solo un decennio dopo, in India si potevano però già cogliere i frutti di una evoluzione nazionale dell’arte del fumetto che ripescava miti e storie della tradizione locale e traduceva in nuvole molto popolari i personaggi del Mahabharata o del Ramayana, poemi epici della traduzione indù.
Per i giovani viaggiatori, che alternavano visite non guidate a moschee e templi ma che passavano gran parte del tempo a indugiare in ben altro tipo di nuvole, le tavole in bianco e nero e poi a colori con la storia dell’epica indiana erano un vero trastullo. Il boom che ne seguì a livello nazionale (i turisti non ne erano che un piccolissimo segmento) pare sia arrivato tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta con picchi di vendite sino a 500mila copie. Non male per un’arte a torto considerata minore. Gli editori erano ormai decine e molte pubblicazioni erano, oltreché in inglese, anche nei vari idiomi di un Paese che solo di lingue “ufficiali” (quelle buone cioè per gli atti della pubblica amministrazione) ne conta oltre venti Benché il genere sia adesso in declino, forse minacciato dall’espansione del televisore e in seguito del web, eventi come Comics Fest India o Comic Con India raccontano di una vivacità e popolarità, poi arricchitasi di nuovi personaggi, storie, disegnatori e sceneggiature, che continua a interessare una larga fetta di pubblico di età diverse.

Certo l’epopea del fumetto un po’ scolastico ma suggestivo che raccontava le avventure delle divinità e di qualche guru, re o santone, resta un fenomeno interessante e che continua a essere pubblicato o ripubblicato oltreché essersi trasformato in una sorta di cult per

collezionisti appassionati che passano il loro tempo a spulciare le bancarelle di Calcutta o di Delhi in cerca di “The False Hermit” (edizioni D. Kumar) di P. B. Kavadi, disegnatore che adesso si è dedicato a un’edizione del Mahabharata in e-comic per stare al passo con i tempi.

Solo perché il ragazzo era cieco, Soordas divenne il bersaglio di ogni scherzo di cattivo gusto – racconta una delle sue tante storie – ma la sua famiglia non si rendeva conto che lui poteva vedere più di chiunque altro… poteva dirigere un pastore alla sua capra perduta o descrivere esattamente come l’idolo del suo amato Signore Krishna fosse vestito nel tempio quel tal giorno. L’imperatore mogul Akbar venne personalmente ad invitarlo nella sua corte…”.

 Buona lettura.