Mese: dicembre 2019

Libia, si ripeterà lo scenario siriano?

Di Subhi Hadidi, al-Quds al-araby (21-12-2019) Traduzione e sintesi di Francesca Paolini Gli accordi turco russi nel fascicolo siriano non hanno impedito a Vladimir Putin di garantire la stabilità del regime di Bashar al-Assad, così come non hanno impedito ad Erdogan di invadere i territori siriani. Per chi ricorda l’abbattimento del caccia russo Sukhoi 24 […]

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Afghanistan, bilancio di fine anno

Senza bisogno di fare profezie sul futuro – un mestiere che compete ai meteorologi – è abbastanza evidente che sul risultato finale delle presidenziali afgano si stiano addensando nubi tempestose. Un risultato ancora incerto si accompagna inoltre a un’…

Catalogo dei veli

Mi faccio aiutare dalle bellissime illustrazioni di Marcella Onzo al mio libro su Gerusalemme, perché stavolta (e non solo) le illustrazioni sono più efficaci delle parole. Colpiscono il nostro immaginario. Fanno tornare alle superficie esperienze e no…

Towards a Neo-cosmetic Humanitarianism: Refugee Self-reliance as a Social-cohesion Regime in Lebanon’s Halba (December, 2019)

https://academic.oup.com/jrs/advance-article/doi/10.1093/jrs/fez083/5686415?guestAccessKey=e4723362-7099-4f7c-b004-4066dde039f8&fbclid=IwAR1ZQzuTyqQs88J33TGnZKfbeA35IndU7paBiQBiFbw97-L_H89RFagsqHo Abstract This article focuses on Syrian-refugee self-reliance and humanitarian efforts meant to foster it in Halba, northern Lebanon. I argue that humanitarian livelihood programming is ‘neo-cosmetic’, as the skills refugees acquire through humanitarian programmes turn out to be little more than a cosmetic accessory. While the humanitarian apparatus deliberately limits its action in order […]

Lebanon Support Migration Study Week (August, 2019)

Enjoy the video on the Lebanon Support Migration Study Week’s walking tour that took place last August 2019 and the overall video documenting the whole week:

Walking tour, produced by Rayan Sukkar and Samih Mahmoud, from Campji: https://youtu.be/5zzk…

Se la moda sposa il sociale

Il quartiere di Sherpur a Kabul ne ha viste tante. C’è ancora il vecchio cimitero britannico, memoria delle guerre ottocentesche, in mezzo agli edifici costruiti dai signori della guerra che su terra demaniale, una quindicina di anni fa, hanno costruit…

A proposito di pacchi (natalizi e non)

ho visto un video di “Casa Surace” sui pacchi ai fuorisede, sponsorizzato da Dhl. Al netto dell’atmosfera troppo mulinobianco, la storia dei pacchi continua a segnare fin troppe famiglie, in Italia. La generazione delle madri e dei pa…

Quella scaletta

Ho scattato questa foto all’inizio di novembre, l’ultima volta in cui sono andata a Gerusalemme. La luce della mattina era quella di sempre. Bianca, Abbacinante sulla pietra. E la Spianata delle Moschee affascinante, nonostante i dettagli f…

Il mito dell’apolitico e il ritorno del conflitto ( by Marina Calculli, December 2019)

Republished from: https://www.rivistailmulino.it/news/newsitem/index/Item/News:NEWS_ITEM:4978?fbclid=IwAR2FwCpMTYIo04MezqPoQlKR7_EmAiLQmMp22X705pBOhh0QGPzdtwuLZjA#.Xfy4ocIpAa8.facebook 20 December 2019 C’è una tendenza paradossale che attraversa oggi i movimenti di protesta nel mondo: i manifestanti sfidano il sistema politico, eppure si definiscono ‘apolitici’. Il paradosso è lampante quando si ascoltano le domande degli attivisti contro le autorità nazionali o l’ordine globale. Ma scrutando più da vicino questa strana popolarità […]

Il prezzo di avere una voce

L’unica politica che ho sperimentato da bambina siriana è stata la lealtà a qualcuno. L’unica voce consentita era la voce del dittatore.

Ma forse il silenzio era cominciato anche prima. Forse era cominciato con la paura e l’obbedienza instillate in og…

Domenica 22 a Roma La Grande Illusione

La Grande Illusione: presentazione a RomaDomenica 22 dicembreCappella OrsiniRomaore 18,30Via di Grotta Pinta, 21(dietro campo dei Fiori)Eric Salerno e Luigi Spinola discutono conSoraya Malek ed Emanuele Giordana curatore d…

La riconciliazione del Golfo: cresce la preoccupazione iraniana

Quali che siano le conseguenze di questo cambiamento, il Golfo punta alla riconciliazione interna poiché è l’unica opzione per potersi difendere in caso di guerra e per poter imporre le proprie condizioni in qualunque nuovo accordo internazionale con l’Iran. Di Mohamad Kawas, al-Arab (13/12/2019). Traduzione e sintesi di Francesca Paolini. Nel comunicato emesso dopo il […]

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Lettera a Samira (15)

Pubblicato il 9 dicembre 2019 su Aljumhuriya Di Yassin Al Haj Saleh. Traduzione di Nurah Elassouad “Hai visto com’è bella la luna?”, ti chiedo mentre torniamo a casa la sera, mentre insieme percorriamo il tratto di strada che ci porta dalla fermata del…

cose belle

una lettrice compulsiva, mia amica carissima mi aveva detto, in tempi non sospetti, che “Gerusalemme. La Storia dell’Altro” mi avrebbe dato belle soddisfazioni. Nuntio vobis che il libro è già in ristampa, a tre mesi dalla sua uscita….

Pena capitale al dittatore pachistano

Pena di morte per Pervez Musharraf dice la sentenza di una corte ad hoc pachistana che mette la parola fine alla lunga vicenda giudiziaria dell’ex dittatore, ex presidente ed ex generale dal 2016 rifugiatosi a Dubai. Pena capitale per alto tradimento –…

IRAQ: dimissioni del primo ministro Adel Abdul Mahdi. I possibili scenari futuri.

Le dimissioni di Adel Abdul Mahdi fermeranno il movimento iracheno? Qual è l’alternativa proposta? Perché il primo ministro dovrebbe essere processato per i massacri attuati contro gli attivisti innocenti? E come gli abitanti del Sud dell’Iraq hanno corretto l’immagine del Paese e concepito un nuovo e autentico Iraq? Di Abdel Bari Atwan, Rai al-Youm (24/11/2019). […]

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La Grande Illusione: presentazione a Roma

Domenica 22 dicembre
Cappella Orsini
Roma
ore 18
Via di Grotta Pinta, 21
(dietro campo dei Fiori)

Eric Salerno e Luigi Spinola discutono con
Soraya Malek ed Emanuele Giordana del volume


La Grande Illusione 
L’ Afghanistan in guerra da 40 anni
Rosenberg&Sellier 
Iniziata con l’invasione sovietica, l’ultima guerra afgana compie quarant’anni con attori diversi ma sempre con le stesse vittime: i civili. Una lunga guerra della quale Usa e alleati – tra cui l’Italia – sono tra i maggiori responsabili anche per per l’ennesima grande illusione: diritti, lavoro, dignità, uguaglianza. A diciotto anni dall’ultima fase del conflitto iniziato nel 2001, il disastroso bilancio è anche il manifesto di come si possa utilizzare la bandiera dei diritti per violarli ripetutamente. I saggi scritti da autorevoli osservatori delle vicende afgane disegnano illusioni e sofferenza, le responsabilità di guerriglia, governo e alleati stranieri, i giochi degli attori regionali e lo spregiudicato uso di una propaganda cui non credono più nemmeno i suoi inventori. Una fotografia in bianco e nero dove il nero trionfa. Un atto d’accusa che, pur riconoscendo la buona fede di molti, mette il dito nella piaga della malafede tipica di ogni conflitto.
Cappella Orsini a Roma ospita l’incontro
Verso la fine del 1979 l’Unione Sovietica, inizialmente riluttante a inviare truppe in Afghanistan, invadeva il Paese dell’Hindukush con 80mila uomini e 1800 carri armati. Iniziava una guerra di logoramento durata dieci anni che alla fine fece decidere al Cremlino il ritiro. Ultimo conflitto della “Guerra Fredda” e terreno di scontro tra sovietici e americani, la campagna afgana era costata a Mosca 30mila morti e oltre 50mila feriti. Fu il colpo decisivo all’implosione dell’Urss. Ma agli afgani la guerra era costata molto di più: morte, distruzione, degrado e povertà. Finita una guerra però ne iniziavano altre: tra i mujahedin e il governo, quella interna alla guerriglia, quella poi condotta dai Talebani. Anche queste però erano solo l’anticipo di un conflitto ancora più lungo e non ancora concluso, iniziato con una nuova occupazione militare guidata dagli Stati Uniti e dagli alleati della Nato. La guerra infinita, che nel 2019 compie quarant’anni, segna uno dei più lunghi conflitti della Storia con il suo corollario di vittime civili e militari, distruzioni, miseria, illusioni e dolore a fronte di promesse non mantenute, di una ricostruzione incompiuta e di un fallimento delle speranze riposte dagli afgani in un intervento che, anziché essere risolutivo, si è manifestato come un ennesimo capitolo dell’epopea del “Grande Gioco”, iniziata nell’Ottocento tra Regno unito e Russia zarista. Tassello geopolitico ineludibile, schiacciato dalle mire egemoniche di Paesi vicini e lontani, l’Afghanistan è un caso emblematico di come un Paese di montagne e deserti, povero di risorse energetiche e naturali, possa diventare il teatro di un incubo spaventoso e apparentemente senza fine in cui da quarant’anni si agita il fantasma quotidiano della guerra.
I saggi di questo volume disegnano la storia recente del Paese e del suo ultimo conflitto. Le promesse e le speranze ma anche il cinismo e le ambizioni, gli errori umani e i calcoli politici. Con un solo grande protagonista da sempre utilizzato solo come comparsa: la sua popolazione civile. Inascoltata, repressa, ignorata. Saggi di: Affatato, Battiston, Carati, De Maio, Foschini, Giordana, Giunchi, Giustozzi, Sulmoni, Recchia, Sergi, Shiri e un saluto della principessa Soraya. Prefazione di Gianni Rufini, direttore di Amnesty Italia

Dalle rivolte del 2011 ad oggi: cosa ha imparato il popolo e cosa non hanno imparato le élites.

Di Amr Hamzawy. Al-Quds (9/12/2019). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini. I manifestanti in Algeria, Iraq e Libano non torneranno a casa. Non lasceranno così presto le pubbliche piazze per lo svolgimento delle elezioni presidenziali. Le dimissioni dei primi ministri, i negoziati e le rosee promesse di riforme legali, politiche, economiche e sociali non riusciranno […]

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Ritorneremo, amore mio.

Ritorneremo, amore mio. 15/12/2016 “Ritorneremo, amore mio” è un film di Hasan Kattan che racconta la storia di due giovani innamorati, Marwa e Saleh. Tutto comincia ad Aleppo, nel dicembre 2016. La parte orientale della città era stata rip…

ISIS: un passato oscuro e un futuro sconosciuto

72 mila sfollati e rifugiati nel campo di al-Hol, il 90% dei quali donne e bambini. Di Maha Akeel. Asharq al-Awsat (09/12/2019). Traduzione e sintesi di Chiara Russo. Nel campo di al-Hol, nel nord-est della Siria, diventato un rifugio sicuro per coloro che fuggono dalle aree precedentemente appartenenti all’ISIS in Siria e Iraq, ci sono […]

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L’Iran è nel fuoco delle sollevazioni

La generazione dei giovani iraniani cresciuta con il libero utilizzo di internet e con una coscienza politica e sociale cristallizzata, mobilita manifestazioni per chiedere libertà civili Di Marah Bukai, al-Arab.co.uk, (08/12/2019). Traduzione e sintesi di Alessandro Tonni. Gli americani rimangono saldamente ancorati ai loro disegni politici pianificati per porre sotto stretto assedio l’Iran e insistono […]

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Le mani di Orban sui teatri (e sulla cultura)

Ci risiamo. Il regime di Vitktor Orbàn parte di nuovo all’attacco della cultura. Come, d’altro canto, fa da anni. Questa volta tocca ai teatri, come ci racconta bene (benissimo) su Il Manifesto Massimo Congiu, che in Ungheria ha vissuto per…

Diritti violati a Hyderabad

Il ministro della giustizia indiano oggi su The Hindu: la giustizia non può essere mai istantaneaUn caso di stupro e omicidio ai danni di Disha, una veterinaria indiana di 27 anni si è trasformato in uno scontro a fuoco che, in un’incerta cornice di re…

Sarah e Samira vogliono dirvi “grazie”

Perché proprio a Gerusalemme? Perché hai voluto mettere Sarah e Samira a Gerusalemme? Perché non hai scelto una città che ci piace di più, come New York, per esempio? Ma poi sono diventate amiche? Non è che poi scoprono che sono sorelle? Ascoltare le d…

Usa. Sparatoria a scuola: adolescente apre le porte della moschea per proteggere gli studenti in fuga

Di Alisa Ebrahimji, CNN  (05/12/2020) Grazie alla prontezza di riflessi di uno studente del Wisconsin, circa 100 studenti, martedi scorso hanno potuto rifugiarsi in moschea durante una sparatoria. La moschea Oshkosh della comunità musulmana Ahmadiyya, si trova dall’altra parte della strada rispetto alla West High School di Oshkosh, luogo in cui la polizia ha riferito […]

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Bringing Social Class into Humanitarian Debates: The Case of Northern Lebanon (December, 2019)

https://www.mei.edu/publications/bringing-social-class-humanitarian-debates-case-northern-lebanon?fbclid=IwAR1a8JB-TLE2fV2soBywHz4R-OVU67oHPKIU4Z-29VndrENfUENfWivlqZY This essay is part of a series that explores the human costs and policy challenges associated with forced displacement crises in the Middle East and Asia. The essays explore the myths or misconceptions that have pervaded discussions about these crises, as well as the constraints or capacity deficiencies that have hampered the responses to them. […]

Sulla traduzione editoriale dall’arabo

Sull’ottima rivista di traduzione tradurre. Pratiche teorie strumenti, qualche giorno fa è stata pubblicata una lunga intervista a Elisabetta Bartuli, traduttrice editoriale dall’arabo, docente di traduzione, divulgatrice, esperta e lettrice di l…

L’illusione del re afgano

Giovedi 5 dicembre alle ore 18.30Eur Sala Nettuno viale Asia 44organizzato da Afgana / Rosenberg & Sellier / Lettera22 / Atlante delle guerre e dei conflitti Festival di Roma  Più Libri più liberi Presentazione con gli autori deLa Gr…

La Storia dell’Altro tra Marsala e Palermo

Piccolo tour scolastico siciliano, per “Gerusalemme. La Storia dell’Altro”. Si comincia il 3 dicembre a Marsala, al Complesso San Pietro, per il primo incontro con gli studenti delle scuole di una città a me cara. Si replica, sempre n…