Categoria: Osservatorio Iraq

Alle lettrici e ai lettori di OssIraq

Alle lettrici e ai lettori di OssIraq
Car* lettrici, lettori, lettor* di Osservatorio Iraq, 
come di certo saprete il nostro giornale, dopo tanti anni di lavoro appassionato e volontario, non viene più aggiornato da tempo. 26 Giugno 2020di: Redaz…

Contro Israele, Hamas e Fatah

Contro Israele, Hamas e Fatah
“Fuck the Occupation. Fuck Hamas. Fuck Fatah”. Allora come anni fa, la voce di una nuova generazione di attivisti palestinesi rivendica il diritto a vivere in uno Stato libero e giusto. Combattendo contro l’Occupazione un…

Libia. Dove si continua a sperare

In Libia si continua a sperare. Per una risoluzione permanente ai conflitti, per un governo unitario e rappresentativo, per la stabilizzazione del paese e per la ripresa dell’economia. Mentre i giochi di potere si infittiscono e il popolo soffre condizioni di vita insopportabili.

25 Gennaio 2017
di: 
Lamia Ledrisi

Aleppo. Dove è morta l’umanità

Il 13 dicembre, dopo quasi 4 anni e mezzo, la parte est di Aleppo torna sotto il controllo del regime di Damasco. Cade l’Aleppo degli esperimenti di democrazia e delle radio libere, nel silenzio della comunità internazionale. E il nostro.

16 Dicembre 2016
di: 
Fouad Roueiha e Cecilia Dalla Negra per QCode Magazine

Aleppo. Dove è morta l’umanità

Il 13 dicembre, dopo quasi 4 anni e mezzo, la parte est di Aleppo torna sotto il controllo del regime di Damasco. Cade l’Aleppo degli esperimenti di democrazia e delle radio libere, nel silenzio della comunità internazionale. E il nostro.

14 Dicembre 2016
di: 
Fouad Roueiha e Cecilia Dalla Negra per QCode Magazine

Aleppo. Dove è morta l’umanità

Il 13 dicembre, dopo quasi 4 anni e mezzo, la parte est di Aleppo torna sotto il controllo del regime di Damasco. Cade l’Aleppo degli esperimenti di democrazia e delle radio libere, nel silenzio della comunità internazionale. E il nostro.

14 Dicembre 2016
di: 
Fouad Roueiha e Cecilia Dalla Negra per QCode Magazine

Siria. Fiato sospeso ad Aleppo

Fiato sospeso nella città di Aleppo: alle 19 di oggi scade l’ultimatum russoper il “corridoio umanitario” promesso ai ribelli per la fuga. Gli attivisti, che abbiamo raggiunto telefonicamente, avvertono: “Sarà una carneficina”. 

 

 

04 Novembre 2016
di: 
Fouad Roueiha

Siria. Fiato sospeso ad Aleppo

Fiato sospeso nella città di Aleppo: alle 19 di oggi scade l’ultimatum russoper il “corridoio umanitario” promesso ai ribelli per la fuga. Gli attivisti, che abbiamo raggiunto telefonicamente, avvertono: “Sarà una carneficina”. 

 

 

04 Novembre 2016
di: 
Fouad Roueiha

Siria. Fiato sospeso ad Aleppo

Fiato sospeso nella città di Aleppo: alle 19 di oggi scade l’ultimatum russoper il “corridoio umanitario” promesso ai ribelli per la fuga. Gli attivisti, che abbiamo raggiunto telefonicamente, avvertono: “Sarà una carneficina”. 

 

 

04 Novembre 2016
di: 
Fouad Roueiha

Siria. Mazen, sopravvissuto: “Denuncerò il regime finché avrò vita”

Si chiama Mazen, ha 40 anni ma non li dimostra, è molto alto ed ha il volto scavato. Le sue mani sottili hanno qualcosa di innaturale e, insieme alla sua magrezza, rivelano qualcosa di lui: Mazen è un sopravvissuto, un uomo che ha attraversato il girone più terrificante dell’inferno in terra e ne è uscito vivo. 

 

29 Ottobre 2016
di: 
Fouad Roueiha

Siria. Mazen, sopravvissuto: “Denuncerò il regime finché avrò vita”

Si chiama Mazen, ha 40 anni ma non li dimostra, è molto alto ed ha il volto scavato. Le sue mani sottili hanno qualcosa di innaturale e, insieme alla sua magrezza, rivelano qualcosa di lui: Mazen è un sopravvissuto, un uomo che ha attraversato il girone più terrificante dell’inferno in terra e ne è uscito vivo. 

 

29 Ottobre 2016
di: 
Fouad Roueiha

Siria. Mazen, sopravvissuto: “Denuncerò il regime finché avrò vita”

Si chiama Mazen, ha 40 anni ma non li dimostra, è molto alto ed ha il volto scavato. Le sue mani sottili hanno qualcosa di innaturale e, insieme alla sua magrezza, rivelano qualcosa di lui: Mazen è un sopravvissuto, un uomo che ha attraversato il girone più terrificante dell’inferno in terra e ne è uscito vivo. 

 

29 Ottobre 2016
di: 
Fouad Roueiha

Tunisia. La corruzione come stato endemico

Per quanto la storia non si ripeta mai nello stesso modo, la situazione attuale in Tunisia si compone di elementi ricorrenti. Mancanza di prospettive di miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione, repressione del dissenso e ritorno a forme di autoritarismo stridono con l’immagine della “primavera” riuscita .

29 Ottobre 2016
di: 
Damiano Duchemin e Debora Del Pistoia

Iraq. Mosul, forse Daesh ha già vinto

A Mosul e all’Iraq non basta un intervento esclusivamente militare. Se non ci sarà una risposta politica che risponda ai bisogni di una popolazione martoriata da quarant’anni di violenza, la prossima potrà soltanto essere un’altra delle tante guerre ancora possibili, in Iraq.

29 Ottobre 2016
di: 
Joseph Zarlingo dall’Iraq

Iraq. La linea sottile tra guerre e libertà

Baghdad, Sinjar, Mosul, Erbil, Falluja.Tra macerie, sete di potere e voglia di libertà, nelle più importanti città irachene si sta giocando tanto del futuro di uno Stato che mai dalla sua indipendenza é stato così fragile.

 

“Libertà per tutti!”, “Curdi, sunniti, sciiti, siamo un solo Iraq!”, “Sì, sì alle riforme!”

17 Luglio 2016
di: 
Joseph Zarlingo dall’Iraq

Dossier Gaza

Dieci anni dalla prima operazione militare israeliana dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza: una raccolta di articoli per non dimenticare

 

a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia

28 Giugno 2016
di: 
Osservatorio Iraq e QCode Mag

Dossier Gaza

Dieci anni dalla prima operazione militare israeliana dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza: una raccolta di articoli per non dimenticare

 

a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia

28 Giugno 2016
di: 
Osservatorio Iraq e QCode Mag

Dossier Gaza

Dieci anni dalla prima operazione militare israeliana dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza: una raccolta di articoli per non dimenticare

 

a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia

28 Giugno 2016
di: 
Osservatorio Iraq e QCode Mag

Dossier Gaza

Dieci anni dalla prima operazione militare israeliana dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza: una raccolta di articoli per non dimenticare

 

a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia

28 Giugno 2016
di: 
Osservatorio Iraq e QCode Mag

Egitto. Di sovranità e impunita repressione

Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Giovanni Piazzese

Egitto. Di sovranità e impunita repressione

Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Giovanni Piazzese

Egitto. Di sovranità e impunita repressione

Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Giovanni Piazzese

Egitto. Di sovranità e impunita repressione

Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Giovanni Piazzese

Egitto. Di sovranità e impunita repressione

Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Giovanni Piazzese

Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”

La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Mahmoud Zwahre*

Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”

La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Mahmoud Zwahre*

Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”

La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Mahmoud Zwahre*

Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”

La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Mahmoud Zwahre*

Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”

La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui. 

 

 

15 Maggio 2016
di: 
Mahmoud Zwahre*

Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra

A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “

15 Maggio 2016
di: 
Enrico Bartolomei e Estella Carpi

Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra

A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “

15 Maggio 2016
di: 
Enrico Bartolomei e Estella Carpi

Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra

A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “

15 Maggio 2016
di: 
Enrico Bartolomei e Estella Carpi

Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra

A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “

15 Maggio 2016
di: 
Enrico Bartolomei e Estella Carpi

Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra

A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “

15 Maggio 2016
di: 
Enrico Bartolomei e Estella Carpi

Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale

Il neo premier Serraj e il suo esecutivo all'arrivo a Tripoli

Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.

15 Maggio 2016
di: 
Patrick Haimzadeh per Orient XXI*

Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale

Il neo premier Serraj e il suo esecutivo all'arrivo a Tripoli

Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.

15 Maggio 2016
di: 
Patrick Haimzadeh per Orient XXI*

Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale

Il neo premier Serraj e il suo esecutivo all'arrivo a Tripoli

Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.

15 Maggio 2016
di: 
Patrick Haimzadeh per Orient XXI*

Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale

Il neo premier Serraj e il suo esecutivo all'arrivo a Tripoli

Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.

15 Maggio 2016
di: 
Patrick Haimzadeh per Orient XXI*

Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale

Il neo premier Serraj e il suo esecutivo all'arrivo a Tripoli

Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.

15 Maggio 2016
di: 
Patrick Haimzadeh per Orient XXI*

Israele-Palestina. Decostruire l’economia di occupazione

Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene? 

 

 

11 Aprile 2016
di: 
Violetta Ubertalli*

Israele-Palestina. Decostruire l’economia di occupazione

Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene? 

 

 

11 Aprile 2016
di: 
Violetta Ubertalli*

Israele-Palestina. Decostruire l’economia di occupazione

Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene? 

 

 

11 Aprile 2016
di: 
Violetta Ubertalli*

Israele-Palestina. Decostruire l’economia di occupazione

Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene? 

 

 

11 Aprile 2016
di: 
Violetta Ubertalli*

Libia. Le speranze tradite della rivoluzione

Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.

 

 

 

23 Marzo 2016
di: 
Maryline Dumas e Mathieu Galtier per OrientXXI*

Libia. Le speranze tradite della rivoluzione

Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.

 

 

 

23 Marzo 2016
di: 
Maryline Dumas e Mathieu Galtier per OrientXXI*

Libia. Le speranze tradite della rivoluzione

Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.

 

 

 

23 Marzo 2016
di: 
Maryline Dumas e Mathieu Galtier per OrientXXI*

“Hezbollah è terrorista”, Lega Araba e CCG contro il Partito di Dio

Nell’ultima riunione della Lega Araba i paesi sunniti hanno definito “terroristica” la natura di Hezbollah, inserendo il movimento libanese all’interno delle proprie black-list. Una nuova mossa della partita a scacchi in cui si affrontano da un millennio i due blocchi del mondo islamico. 

 

 

18 Marzo 2016
di: 
Luigi Giorgi

Un dialogo con lo “Stato Islamico”?

“Bombardare Da’ish non può essere una soluzione, ma l’idea di aprire dei negoziati con alcuni componenti di questa organizzazione è aborrita dalla comunità internazionale, nonostante i diplomatici siano abituati a stringere la mano a criminali in giacca e cravatta. L’obiettivo della guerra allo Stato islamico rimane la preservazione di un ordine globale piuttosto che quella di uno etico”. L’analisi di Andrea Glioti per OssIraq. 

01 Marzo 2016
di: 
Andrea Glioti

Egitto-Israele. Cooperazione e sicurezza nel Mediterraneo orientale

 Le relazioni tra Israele ed Egitto non sono mai state così positive. Per una convergenza di ragioni, che hanno a che fare con le politiche di sicurezza nel Sinai e gli interessi legati all’energia. Dopo l’era Mubarak, Al-Sisi si è rivelato per Tel Aviv un partner ancora più amichevole. 

 

 

 

01 Marzo 2016
di: 
Leonardo Giansanti

Iraq. Gli spostamenti forzati di popolazione che modificano il volto del paese

La violenza in Iraq e gli esodi di massa che ha generato stanno riconfigurando la geografia umana del paese, favorendo i raggruppamenti di popolazione su base etnica e confessionale. Con la disintegrazione delle strutture statali, la costruzione di una “cittadinanza irachena” ormai è pura ipotesi. L’analisi di Orient XXI. 

 

 

01 Marzo 2016
di: 
Sami Daoud e Karzan Kawcin per OrientXXI*

Iraq. La guerra di chi?

E’ evidente ormai da tempo che Daesh non è affatto l’unico problema in Iraq. Cosa succede nel nord del paese, tra guerra(e), emergenze umanitarie e crisi economiche e politiche. 

 

 

 

29 Febbraio 2016
di: 
Joseph Zarlingo dall’Iraq

Iraq. A Mosul, dove le donne dicono “no” a Daesh

Il viaggio del web magazine iracheno “Yalla” a Mosul, grazie alle testimonianze raccolte dalla città controllata da Daesh. Dove la resistenza civile delle donne può essere rispondere a un questionario. 

 

 

L’insegnante spinge le mani a fondo nelle tasche del cappotto, cercando di ripararsi dal freddo pungente mentre cammina tra i modelli del sistema digestivo umano e lo scheletro appoggiato all’angolo.

15 Febbraio 2016
di: 
Suha Hoda per Yalla

Siria. Pace, non pacificazione

“E’ amaramente ironico che l’invasione dell’Iraq del 2003 teoricamente si giustificava con la mancanza di democrazia ed oggi nessuno in Occidente conosce questi esperimenti di democrazia del popolo siriano”: l’analisi di Robin Yassin-Kassab. 

 

 

15 Febbraio 2016
di: 
Robin Yassin-Kassab per il CCPA*

Egitto. Tre anni di denunce

La storia dell’Egitto degli ultimi anni è fatta di un sogno – la Rivoluzione – che si è infranto contro il muro di repressione, mancanza di diritti, restaurazione di un sistema forse mai eliminato del tutto, nonostante l’entusiasmo dei 18 giorni di piazza Tahrir, nel 2011.

15 Febbraio 2016
di: 
Redazione

Siria. L’attacco di Aleppo e certa stampa italiana

L’attacco del regime siriano nell’area di Aleppo, con il sostegno russo-iraniano, ha interrotto i colloqui di pace a Ginevra e dato vita a un esodo di quasi 100 mila persone. Alcuni quotidiani italiani parlano di “liberazione” e applaudono l’operazione. Quando il giornalismo omette alcuni fatti e sventola bandiere partigiane può ancora essere definito giornalismo?

 

 

15 Febbraio 2016
di: 
Alberto Savioli per SiriaLibano*

Ben svegliati

Ben svegliati: nel mondo in cui l’Egitto è una dittatura ma non fa notizia. In cui il lavoro non è pagato. In cui i dittatori vengono accolti fin quando non è troppo tardi. L’editoriale di OssIraq.  

 

 

15 Febbraio 2016
di: 
Redazione

Tunisia. Torna la rivoluzione?

“Il rapporto tra distribuzione della povertà e distribuzione geografica delle proteste è lo stesso del gennaio 2011, tanto che si ha l’impressione di essere tornati al passato. Eppure non è così: ci sono tre differenze”. L’analisi di Santiago Alba Rico. 

 

 

01 Febbraio 2016
di: 
Santiago Alba Rico per Tunisia in Red*

Il male della banalità

Un gruppo di studiosi ed esperti fa appello ad un’informazione corretta e approfondita sul Medio Oriente e il mondo arabo. A partire dai fatti di Colonia, una risposta forte – e unita – a Molinari, a La Stampa e ai media italiani in generale. La pubblichiamo di seguito (e aderiamo anche noi di OssIraq). 

 

 

01 Febbraio 2016
di: 
Redazione

Tunisia. Ciò che può una rivolta…

La rivolta di queste ore sta svelando l’essenza di un “sistema-Tunisia”: da una parte la classe dominante, dall’altra la periferia dominata. E’ questa che si sta sollevando, come aveva già fatto molte altre volte in passato. Si sgola per imporsi, e si ribella alla sua condizione di dominazione. Il punto di vista di “Nawaat”. 

 

 

 

01 Febbraio 2016
di: 
Mohamed Slim Ben Youssef per Nawaat*

Conversazioni poetiche per Ashraf Fayadh (e per la libertà)

Il poeta palestinese detenuto da oltre 2 anni in Arabia Saudita con l’accusa di apostasia è stato condannato a morte. Un’iniziativa internazionale ne chiede la liberazione, arrivando anche in Italia. OssIraq, insieme ad altre testate, aderisce e pubblica le sue poesie, per la prima volta tradotte in italiano grazie al contributo volontario di studiosi e arabisti. 

 

 

Ashraf Fayadh ha 35 anni ed è un poeta.

14 Gennaio 2016
di: 
Redazione

Israele. L’estremismo fondamentalista dei “Giovani delle Colline”

Le organizzazioni giovanili fondamentaliste ebraiche rappresentano un altro volto dell’occupazione in Cisgiordania. Spesso vere e proprie cellule terroristiche che condividono un’ideologia messianica, come dimostrano i documenti raccolti dallo ShinBet sul caso di Douma. 

 

 

14 Gennaio 2016
di: 
Claudia De Martino e Federica De Giorgi*

La Colonia in sé e la Colonia in te

Smettiamo di sentirci superiori. Non abbiamo niente da insegnare a chi arriva qui. Tra il nostro mondo e il loro c’è solo una fragile barriera, perché in fondo si pensa che la libertà delle donne sia già troppa. Il punto di vista di Giulia Blasi (che ci sentiamo di condividere). 

 

 

14 Gennaio 2016
di: 
Giulia Blasi*

Tunisia. Gli invisibili di Choucha

Vite sospese, attaccate ad un filo sottile di speranza di riafferrare le redini della propria esistenza. 

 

 

Sono passati quattro lunghi anni da quando lo scoppio della guerra in Libia ha obbligato moltissime persone, di circa 22 nazionalità, a cercare rifugio in Tunisia.

23 Dicembre 2015
di: 
Debora del Pistoia

Siria. Tra caos e speranza

Dopo l’iniziale indifferenza intorno al processo iniziato a Vienna ed il cauto ottimismo per l’incontro delle opposizioni a Riad, la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU votata il 18 dicembre a New York è una nuova doccia fredda per i siriani.

 

23 Dicembre 2015
di: 
Fouad Roueiha

Iraq. La battaglia di Ramadi

L’esercito iracheno tenta la riconquista della città, anche a colpi di propaganda. Un’operazione in grande stile, iniziata almeno 10 giorni fa, ma che viene raccontata in queste ore. Perché il governo ha bisogno di dare un segnale di esistenza in vita. 

 

 

23 Dicembre 2015
di: 
Christian Elia per QCode Mag*

Palestina. Oslo, andata e ritorno

Analizzare il processo innescato dagli Accordi di Oslo è un punto di partenza fondamentale per comprendere quanto sta accadendo, in queste ore, in Palestina. L’analisi di Mjriam Abu Samra tradotta da Osservatorio Iraq. 

 

 

“Se falliamo nel difendere la nostra causa dovremmo cambiare i difensori non la causa” (Ghassan Kanafani).

23 Dicembre 2015
di: 
Mjriam Abu Samra*

Iraq. Sinjar, quale liberazione?

La liberazione della città è più complessa di come è stata raccontata. La realtà sul campo, i timori della gente, gli interessi delle parti coinvolte e la fragilità dello Stato mostrano un caos da cui sembra impossibile uscire.   

 

 

05 Dicembre 2015
di: 
Joseph Zarlingo dall’Iraq

Lesbo. Accoglienza e nostalgia

Sono uomini e donne in cammino, che lasciano tutto in cerca di un approdo sicuro. Guardano l’orizzonte che si chiama Europa e non si fermano mai. Eppure, la cosa più difficile da raccontare non è la morte o la guerra. Ma la nostalgia. 

 

 

 

05 Dicembre 2015
di: 
Marta Malaspina da Lesbo

Iraq. L’Europa: il sogno o la morte

Ameer, Maha, Shamiran sono soltanto alcuni delle migliaia di iracheni e siriani che stanno lasciando il paese per ricominciare una nuova vita. Volti, sogni, lauree e ragioni diverse, dietro numeri che non si conoscono e traumi di cui Daesh è responsabile solo in parte.

 

 

03 Novembre 2015
di: 
Stefano Nanni da Duhok – Kurdistan iracheno

Palestina. La generazione dei ribelli scomodi

“Mentre i commentatori discutono sulla probabilità di una Terza Intifada in Palestina, una nuova generazione di palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania è venuta alla luce. Sono consapevoli che i coltelli e le pietre non possono liberare la Palestina. Ma sanno anche che la liberazione non arriverà attraverso inutili colloqui di pace”. L’analisi di Budour Hassan. 

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Budour Hassan*

Palestina. La generazione dei ribelli scomodi

“Mentre i commentatori discutono sulla probabilità di una Terza Intifada in Palestina, una nuova generazione di palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania è venuta alla luce. Sono consapevoli che i coltelli e le pietre non possono liberare la Palestina. Ma sanno anche che la liberazione non arriverà attraverso inutili colloqui di pace”. L’analisi di Budour Hassan. 

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Budour Hassan*

Palestina. Riconquistare dignità, ad ogni costo

Quelli che Netanyahu chiama “terroristi” sono giovani nati dopo gli Accordi di Oslo, cresciuti con il fallimento del “processo di pace”, nella frustrazione e nell’umiliazione permanenti. Dalle ideologie e dagli slogan inefficaci sono passati alla riconquista della dignità calpestata. A qualsiasi prezzo.

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Michel Warschawski per Orient XXI*

Palestina. Riconquistare dignità, ad ogni costo

Quelli che Netanyahu chiama “terroristi” sono giovani nati dopo gli Accordi di Oslo, cresciuti con il fallimento del “processo di pace”, nella frustrazione e nell’umiliazione permanenti. Dalle ideologie e dagli slogan inefficaci sono passati alla riconquista della dignità calpestata. A qualsiasi prezzo.

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Michel Warschawski per Orient XXI*

Palestina. La generazione dei ribelli scomodi

Mentre gli analisti si dividono per capire se ciò che sta accadendo in Palestina sia una Terza Intifada, una nuova generazione scende in piazza. Con una rabbia che ha sempre covato sotto la superficie, aspettando di erompere da un momento all’altro. La questione è sempre e solo stata “quando”. L’analisi di Budour Hassan. 

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Budour Hassan*

Libia. Accordi in corso (con ogni mezzo necessario)

Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre l’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Libia ha annunciato il raggiungimento di un’intesa tra le delegazioni libiche per la formazione del nuovo governo di unità nazionale, che adesso dovrà passare al vaglio dei due parlamenti rivali di Tobruk e Tripoli per l’approvazione, entro il 20 ottobre.

 

 

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Lamia Ledrisi

Egitto. Un voto non fa democrazia

Le elezioni per il nuovo Parlamento egiziano sono iniziate sabato scorso. Ma nonostante l’apparente struttura democratica, repressione, intidimidazioni e sistemi di esclusione hanno la meglio. Uno sguardo d’insieme a poche ore dai primi risultati. 

 

 

 

19 Ottobre 2015
di: 
Giovanni Piazzese

Iraq. L’Europa: il sogno o la morte

Ameer, Maha, Shamiran sono soltanto alcuni delle migliaia di iracheni e siriani che stanno lasciando il paese per ricominciare una nuova vita. Volti, sogni, lauree e ragioni diverse, dietro numeri che non si conoscono e traumi di cui Daesh è responsabile solo in parte.

 

03 Novembre 2015
di: 
Stefano Nanni da Duhok – Kurdistan iracheno

Barghouti: “L’ultimo giorno di Occupazione sarà il primo giorno di Pace”

“Nessun popolo della terra accetterebbe di convivere con l’oppressione. È nella natura dell’uomo anelare alla libertà, lottare per la libertà, sacrificarsi per la libertà”. Lo storico leader palestinese scrive una lettera al suo popolo dal carcere israeliano in cui è rinchiuso. La traduzione in italiano di AssoPace Palestina. 

 

 

13 Ottobre 2015
di: 
Marwan Barghouti*

Siria. #FreeBassel, prigioniero nelle carceri del regime

Bassel Safadi è un attivista siriano che ha commesso un crimine imperdonabile per il regime di Damasco: diffondere informazioni, scrivere articoli, contribuire alla libera circolazione del sapere. Per salvargli la vita è stata lanciata una campagna internazionale. Che parla di lui, e di altre migliaia di detenuti nelle carceri siriane. 

 

 

05 Ottobre 2015
di: 
Fouad Roueiha

Speciale Iraq/ Qualcosa di diverso

“E’ un filo sottile quello su cui ci muoviamo, tra la speranza e la voglia di mollare. Ma domani saremo ancora qui, e oggi pomeriggio saremo in piazza”. Dopo il primo giorno di lavori, il Forum Sociale Iracheno si ferma momentaneamente. Da Baghdad, il racconto di Osservatorio Iraq.

 

02 Ottobre 2015
di: 
Stefano Nanni da Baghdad

Ero in un sogno chiamato Egitto…

Da fiore all’occhiello del rilancio economico dell’Egitto, il Sinai si è trasformato in un cimitero di costruzioni abbandonate, mai terminate, di strade interrotte e di scheletri di ombrelloni che appaiono simili a giganteschi ragni posti a guardia di stabilimenti fantasma. Il progetto fotografico di Andrea&Magda. 

 

 

27 Settembre 2015
di: 
Claudia Gifuni

Tunisia. Il processo della vergogna

Un giovane di 22 viene condannato per omosessualità: succede nella Tunisia post-rivoluzionaria, in cui la nuova Costituzione “modernista” non tutela i cittadini, ma delega alla polizia poteri incontrollabili. Per la comunità LGBT la battaglia è ancora lunga.  

 

 

27 Settembre 2015
di: 
Debora del Pistoia da Tunisi

Libia. Un paese al bivio

Alla soglia del rush finale per la creazione di un governo di unità nazionale che garantisca stabilità in Libia, i governi rivali di Tobruk e Tripoli sembrano aver raggiunto un consenso sulle ultime modifiche apportate al testo dell’accordo, che dovrebbe essere ratificato dai due Parlamenti entro il 20 settembre.

20 Settembre 2015
di: 
Lamia Ledrisi

Iraq. “Save the last drop”, a Roma un evento sull’acqua

“Save the last drop – Frontiere di resistenza tra Kurdistan e Iraq: diritto all’acqua, al lavoro, alla pace” è il titolo dell’iniziativa organizzata da Un ponte per… il 22 settembre. Per parlare di un Iraq che non fa notizia, in cui la società civile si batte per proteggere i suoi fiumi, rivendicare diritti, resistere a Daesh. 

 

 

20 Settembre 2015
di: 
Redazione

Egitto. La ‘Fast and Furious’ dei cavalli di al-Khayala

E’ domenica sera su via al-Khayala e un uomo a bordo del suo carretto gira improvvisamente il capo per dare un’occhiata alle auto che, a grande velocità, gli sfrecciano accanto. Ferma il cavallo, seppur a fatica per via dell’andatura sostenuta, e si colloca sul ciglio del strada permettendo agli impazienti automobilisti di superarlo.

 

13 Settembre 2015
di: 
Giovanni Piazzese

Perché gli iracheni scendono in piazza

“Daesh è solo un risultato, non la causa. I mali dell’Iraq sono altri, e le proteste di questi giorni lo stanno dimostrando”. Ecco cosa succede nel paese, dove la popolazione chiede servizi, giustizia sociale e trasparenza della politica. 

 

 

Sono scesi in piazza anche sabato gli iracheni – giovani e non – donne – tante – nelle strade di Baghdad, Najaf, Bassora. Solo per citare le principali, di città.

08 Settembre 2015
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno

Il coraggio delle donne ezide

Foto di Salam Saloo

Un anno fa migliaia di ezidi sono stati massacrati, altri rapiti dalla folle brutalità di Isis. Molti però hanno trovato riparo anche se certe ferite è dura rimarginarle. Degli Ezidi si sa poco perché poco è stato raccontato. Oggisi sono dati appuntamento a Lalish (e non sono solo) per ricordare chi non c’è più. 

 

 

03 Agosto 2015
di: 
Ivan Grozny Compasso*

Tunisia. “Nessuna sicurezza senza giustizia sociale”

“Il target geostrategico del terrorismo è cambiato, e oggi colpisce la società civile. Ma la responsabilità resta del governo e delle istituzioni: non è una transizione democratica quella che stiamo attraversando, solo una trasformazione sociale”. Intervista a Meriem Bribri, attivista del Comitato di sostegno ai martiri della Rivoluzione. 

 

06 Luglio 2015
di: 
Lamia Ledrisi da Tunisi

Tunisia. “Nessuna sicurezza senza giustizia sociale”

“Il target geostrategico del terrorismo è cambiato, e oggi colpisce la società civile. Ma la responsabilità resta del governo e delle istituzioni: non è una transizione democratica quella che stiamo attraversando, solo una trasformazione sociale”. Intervista a Meriem Bribri, attivista del Comitato di sostegno ai martiri della Rivoluzione. 

 

06 Luglio 2015
di: 
Lamia Ledrisi da Tunisi

Buone vacanze

Osservatorio Iraq si ferma per un po’. Con un “ma”, e qualche consiglio di lettura.

 

 

Care lettrici, care lettori,

un altro anno è passato, e il lavoro per la redazione di Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa è stato come sempre intenso, il più possibile analitico e continuo, interamente volontario.

31 Luglio 2015
di: 
Redazione

Buone vacanze

Osservatorio Iraq si ferma per un po’. Con un “ma”, e qualche consiglio di lettura.

 

 

Care lettrici, care lettori,

un altro anno è passato, e il lavoro per la redazione di Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa è stato come sempre intenso, il più possibile analitico e continuo, interamente volontario.

31 Luglio 2015
di: 
Redazione

Palestina. Gaza e l’industria israeliana della violenza

“Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi si sono trasformati da obiettivi militari a cavie da laboratorio per testare tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono massicci profitti all’industria israeliana della violenza. Ma nell’inversione di termini dominante guerra è pace. E Palestina diventa Israele”.

31 Luglio 2015
di: 
Enrico Bartolomei*

Palestina. Gaza e l’industria israeliana della violenza

“Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi si sono trasformati da obiettivi militari a cavie da laboratorio per testare tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono massicci profitti all’industria israeliana della violenza. Ma nell’inversione di termini dominante guerra è pace. E Palestina diventa Israele”.

13 Settembre 2015
di: 
Enrico Bartolomei*

La Tunisia e il miraggio del turismo: di falsi miti non si campa

Se considerare il turismo come settore chiave dell’economia tunisina è un falso mito, le politiche governative per sostenerlo sono da 50 anni insostenibili. A pochi giorni dall’attacco di Sousse, ecco che il ministero del Turismo annuncia nuove misure per rilanciare il settore. Fallimentari a priori, diseguali e ingiuste.

 

 

06 Luglio 2015
di: 
Debora Del Pistoia da Tunisi

La Tunisia e il miraggio del turismo: di falsi miti non si campa

Se considerare il turismo come settore chiave dell’economia tunisina è un falso mito, le politiche governative per sostenerlo sono da 50 anni insostenibili. A pochi giorni dall’attacco di Sousse, ecco che il ministero del Turismo annuncia nuove misure per rilanciare il settore. Fallimentari a priori, diseguali e ingiuste.

 

 

06 Luglio 2015
di: 
Debora Del Pistoia da Tunisi

Turchia. Elezioni, dalle urne una società più plurale

Foto di Stefano Nanni

“Senza la sinistra, la società civile laica critica, l’HDP non ce l’avrebbe mai fatta, ed é stata questa a consentirgli di dire no all’autoritarismo e sì alla difesa delle minoranze e all’eterogeneità della Turchia.” Con un’intervista a Lea Nocera Osservatorio Iraq commenta le recenti elezioni legislative in Turchia. 

 

 

13 Giugno 2015
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

Sulaiman, la storia di un popolo in fuga

 “Il problema é sapere cosa ne sarà di noi. A Sinjar non torneremo, sicuramente non quest’anno. Lasciareillegalmente il paese é troppo rischioso, significa avvicinarsi di più alla morte, con un futuro ancora più incerto.” Il racconto di Sulaiman, a un anno dalla fuga di milioni di persone in Iraq. 

16 Giugno 2015
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan Iracheno*

Scandalo Fifa, quando il calcio è geopolitica

Guerra fredda. Conflitto israelo-palestinese. Dispute mediorientali all’interno del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg). Multinazionali e investimenti manovrati. E’ tutto fuorchè uno scandalo sportivo il ciclone giudiziario che sta travolgendo i vertici del calcio mondiale dopo le indagini e gli arresti disposti dall’agenzia federale americana nota come FBI nei confronti di dirigenti e collaboratori Fifa.

 

 

 

16 Giugno 2015
di: 
Alessio Marri

I palestinesi e il dilemma della solidarietà

“Per quanto molti attivisti siano sinceri nel loro sostegno alla causa, resta la preoccupazione della ‘solidarietà turistica’ per la quale gli occidentali sono stati particolarmente portati nel corso del XX secolo: sui principi che guidano il supporto alla lotta di liberazione ci dovrebbe essere chiarezza, e nessun compromesso possibile”. 

 

 

07 Giugno 2015
di: 
Joseph Massad per Electronic Intifada*

Israele. La lotta anti-razzista degli ebrei etiopi (e le sue contraddizioni)

Si sa, non è facile essere palestinesi in uno “Stato ebraico”. Ma la rivolta degli ebrei etiopi ricorda che non basta appartenere a questa religione per non essere discriminati. E che, anche se ebrei, è meglio essere bianchi che neri in una società in cui il razzismo è istituzionalizzato”. L’analisi di Michel Warschawsky.

 

 

07 Giugno 2015
di: 
Michel Warschawsky per Orient XXI*

Siria. “Mi chiamo Basil, il principe delle api”

La storia di Basil Shehadeh spaventa anche dopo la sua morte. Perché Basil rappresenta una storia dimenticata, cancellata dal sangue di Aleppo, dalle bandiere nere. Rappresenta la Rivoluzione siriana, così come era nata, quando la gente per le strade cantava “il popolo siriano è uno”.

 

 

“Mi chiamo Basil, Basil Shehadeh, e vengo dalla Siria”

“E cosa significa “casa” per te?”

31 Maggio 2015
di: 
Eugenio Dacrema*

Guerra e (niente) pace per chi fugge verso l’Europa

Foto Un ponte per...

La crisi siriana, quella irachena, l’assedio di Gaza, le guerre africane, stanno producendo milioni di profughi alle porte d’Europa. L’Ue propone linee guida, ma pensiamo davvero che senza una moratoria sulla vendita di armi, senza sforzi di pace e una politica di accoglienza condivisa sia possibile affrontare questa crisi? 

 

 

24 Maggio 2015
di: 
Domenico Chirico*

Libano. Le lavoratrici domestiche si mobilitano

Libano. Le lavoratrici domestiche si mobilitano
“Dentro questo edificio ci sono ragazze dentro che non hanno nemmeno il diritto di guardare cosa succede fuori.” La giornalista Rita Bassil per Orient XXI incontra Rose, la vice segretaria del sindacato d…

Iraq. L’assenza dello Stato e il potere delle tribù

Di fronte all’assenza dello Stato e allo smantellamento delle istituzioni in seguito all’invasione statunitense del 2003, sono le tribù il vero ago della bilancia rispetto all’avanzata di Daesh. Tornare a considerarsi iracheni prima di considerare appartenenze tribali e religiose potrebbe essere la vera battaglia da combattere. L’analisi di OrientXXI. 

17 Maggio 2015
di: 
Feurat Alani per OrientXXI*

I muri di Tunisi

Sappiamo tutto di ciò che l’Occidente pensa della rivoluzione tunisina od egiziana, ma continuiamo a ignorare il punto dei veri protagonisti di questi processi, i popoli stessi. Il libro di Luce Lacquaniti viene in nostro soccorso.

 

 

17 Maggio 2015
di: 
Claudia Gifuni

Turchia. Arrestata la cantante curda Nûdem Durak

Condannata a 10 anni di carcere “per aver cantato e insegnato ai bambini canti in lingua curda”, la musicista è stata infine arrestata dalle autorità turche, tra lo sgomento della sua comunità e dell’opinione pubblica.

 

Il suo caso pone un altro grande punto interrogativo sul delicato processo di pace tra lo stato turco e gli oltre 15 milioni di curdi che vivono nel paese.

17 Maggio 2015
di: 
Anna Toro

Chi scappa muore. Rifugiati e sfollati sotto attacco nello Yemen

E’ il più povero fra i paesi arabi, al 152° posto nell’Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Eppure ospita quasi 250mila rifugiati, in gran parte somali. Un numero tre volte superiore a quello dell’Italia, a fronte di una popolazione di 24 milioni di persone e di una quotidianità durissima, segnata dalla fame e dalle violenze di un conflitto senza regole che, dall’inizio del 2015, ha rimesso in moto le fughe via mare.

 

17 Maggio 2015
di: 
Giacomo Zandonini*

Tunisia. Verità per Chourabi e Guetari

Tra silenzi e smentite, il governo di Tunisi tace sul destino di Sofiene Chourabi e Nadhir Guetari, i due giornalisti rapiti – e probabilmente uccisi – in Libia nel settembre scorso. Ma amici e parenti delle vittime non ci stanno, e lanciano presidi e petizioni per reclamare la verità. 

 

 

 

10 Maggio 2015
di: 
Luigi Giorgi da Tunisi

Zarzis. Dove “il sole splende tutto l’anno”

Un intenso reportage narrativo che guida alla scoperta della Tunisia, mettendoci di fronte al dramma della migrazione, raccontata per la prima volta attraverso gli occhi dei giovani. E’ “Il sole splende tutto l’anno a Zarzis” di Marta Bellingreri.  

 

 

Marta è la protagonista e la voce narrante del romanzo “Il sole splende tutto l’anno a Zarzis” (Navarra editore, 2014. Prefazione di Gabriele Del Grande). 

03 Maggio 2015
di: 
Redazione

Palestina. L’oud di M’Hadhbi per Gaza

Il musicista tunisino Helmi M’Hadhbi si esibirà in un concerto a Roma il prossimo 7 maggio per sostenere il progetto “Liutai a Gaza”. Un’iniziativa di “CulturaE’Libertà”. 

 

 

Uno straordinario concerto di musica araba si terrà nel suggestivo spazio del Centro Baobab a Roma, la sera del 7 maggio, alle 21.

Ne sarà protagonista Helmi M’hadhbi, suonatore tunisino di oud.  

03 Maggio 2015
di: 
Redazione

Voci dal Sinjar. La storia di Yasmin

Padre Gabriel Waheed Kokes Tooma (Abuna Jibra’il) è priore del monastero di Deve Maria ad al-Qosh, nel nord dell’Iraq. Qui centinaia di persone sfollate, in fuga dalle violenze di Daesh, hanno trovato rifugio a partire dalla scorsa estate. Ancora oggi fa il possibile per aiutarle e ha iniziato a raccogliere testimonianze perché di questa crisi resti memoria. Ecco la storia di Yasmin. 

 

 

03 Maggio 2015
di: 
Abuna Jibra’il*

La bellezza invisibile dell’Iraq

Alla prossima edizione della Biennale di Venezia anche un padiglione dedicato all’Iraq. La cui bellezza rischia di sparire tra le pieghe di una cronaca fatta di sola violenza. 

 

 

La bellezza invisibile è una membrana fragile che registra le oscillazioni di una pratica artistica permeata dall’attuale condizione del paese e dello stato delle arti“. (Philippe Van Cauteren*)

26 Aprile 2015
di: 
Claudia Gifuni

Iraq. Raccontare con umanità

“E’ sicuramente difficile essere indipendenti in Iraq. Si rischia anche la vita, ma puoi farlo, sei libero di sceglierlo. Ad un costo, però: serve tempo e la consapevolezza che i risultati non arriveranno presto”. Incontro con Rawsht Twana, fotogiornalista curdo iracheno di Metrography. 

 

 

 

26 Aprile 2015
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno

25 aprile: un nuovo patto di solidarietà necessario

La vera risposta all’instabilità libica, alla mafia dei barconi, alla crisi economica e alla ricerca di una vita migliore per siriani o subsahariani è che l’Italia scriva un nuovo patto di solidarietà. Dimostrando di conoscere la sua storia, fatta di migranti e viaggiatori. Festeggiare il 25 aprile oggi è l’orgoglio di essere figli di emigrati, cittadini di un paese che le contaminazioni hanno reso più ricco.

26 Aprile 2015
di: 
Gianluca Solera*

Siria. La Ghouta, le finte tregue e la società civile vicina agli orfani

L’invasione del campo profughi palestinese di Yarmouk, nella periferia di Damasco, da parte di Daesh (ISIS) ha riacceso la luce su una delle parti più drammatiche della crisi siriana: la vita sotto assedio di tanti sobborghi nei dintorni della capitale, una realtà che rischia di tornare nell’oscurità con l’uscita di Daesh dal campo.

 

 

19 Aprile 2015
di: 
Fouad Roueiha

Tunisia. Prove di autoritarismo dopo l’attentato del Bardo

Un nuovo rapporto di HRW definisce “pericolosa” per i diritti umani e le libertà personali e collettive la nuova legislazione anti-terrorismo al vaglio del Parlamento tunisino. Sull’onda dell’attacco del Bardo, il rischio è la limitazione delle libertà individuali e collettive. 

 

 

19 Aprile 2015
di: 
Associazione Ya Basta Padova*

N351DY: se la Difesa americana “assiste” la Tunisia

Un aereo americano scoperto a sorvolare il territorio tunisino da un sito di appassionati di aviazione infiamma il dibattito tunisino all’indomani dell’attacco del Bardo. Operazione di spionaggio clandestina o cooperazione militare con gli Stati Uniti? Un’inchiesta di Inkyfada che coinvolge anche l’Italia.  

 

 

 

12 Aprile 2015
di: 
Kais Zriba e Malek Khadhraoui per Inkyfada*

Iraq. Libri, non bombe

Imparare a costruire la pace a poche miglia da Mosul, controllata dallo Stato islamico (Daesh). Succede nella scuola superiore Dost, dove gli studenti hanno preso in considerazione un approccio diverso da tenere di fronte a una crisi che ha spinto l’Iraq fino a questo punto.

 

 

12 Aprile 2015
di: 
Thomas Hill*

Egitto. Morire di calcio

Di calcio, in Egitto, si può anche morire. E’ successo di nuovo l’8 febbraio scorso, quando 20 tifosi sono stati uccisi negli scontri con la polizia. Scene che riportano indietro il paese ai tragici eventi di Port Said e che riaprono il dibattito sul tentativo delle autorità di indebolire gli ultras, che hanno avuto un ruolo di primo piano nella rivoluzione del 2011.

05 Aprile 2015
di: 
Giovanni Piazzese dal Cairo

Siria. Voci dall’assedio di Yarmouk

“Siamo soli, ancora una volta. Ci hanno abbandonati tutti, come è successo a Sabra e Chatila e a Tal Al Zaatar “: è questo che ci raccontano i palestinesi del campo di Yarmouk, a Damasco. 

 

 

Siamo soli, ancora una volta”. Questa frase sconsolata, riferitaci da un operatore umanitario a lavoro nel campo di Yarmouk, riassume al meglio le impressioni che ci giungono parlando con la gente del campo.

05 Aprile 2015
di: 
Fouad Roueiha

Speciale Tunisi/ “La mia Siria dimenticata”

“Sostengo la lotta del popolo curdo in Rojava, ma mi chiedo per quale ragione della resistenza siriana non si parli. Il nostro obiettivo? Dimostrare che Daesh e Asad sono due facce della stessa medaglia”. Ya Basta Caminantes intervista Maria Al Abdeh, attivista siriana, in occasione del Forum Sociale Mondiale di Tunisi. 

 

 

 

01 Aprile 2015
di: 
Ya Basta Caminantes*

Siria. Il regime è il responsabile della crisi di Yarmouk. E nessuno ne parla

Per un periodo ho vissuto a  Yarmouk. È il più grande campo profughi palestinese di Siria, ospita circa 150.000 palestinesi così come decine di migliaia di siriani poveri e di rifugiati iracheni. Si trova a pochi chilometri a sud di Damasco e, fino a poco tempo fa, era uno dei centri della vita intellettuale e culturale della diaspora palestinese.

22 Marzo 2015
di: 
Celine Cantat*

“Solidarietà per Kobane”: un utilizzo ideologico (e semplificato) delle informazioni

“Un’analisi del modo in cui la resistenza curda a Kobane viene semplificata e spesso riprodotta attraverso la lente ideologica: la solidarietà internazionale verso i curdi deve prescindere dall’identità etnica e valere per tutti i popoli che combattono l’oscurantismo sia esso laico, religioso o ideologico”, scrive Alberto Savioli. 

 

22 Marzo 2015
di: 
Alberto Savioli per SiriaLibano*

Tunisi. Non un passo indietro

Il Forum Sociale Mondiale che sta per iniziare a Tunisi è la miglior risposta della società civile a violenza, odio e fondamentalismi. I ‘perché’ di una partecipazione necessaria. 

 

 

La traccia di sangue che un piccolo manipolo di terroristi ha lasciato su Tunisi, e su tante famiglie di turisti da tutto il mondo, non ha scosso la determinazione dei movimenti sociali internazionali.

22 Marzo 2015
di: 
Martina Pignatti Morano*

Israele. Nuove elezioni, vecchi sionismi

Lo spettro dell’atomica iraniana non sembra aver convinto l’elettorato israeliano, di fronte a carovita e disugaguaglianze economiche interne. Tra il premier uscente Netanyahu e il leader laburista Herzog la battaglia prevista per il prossimo 17 marzo si combatte anche a Washington, mentre la questione palestinese scompare definitivamente. Per la prima volta, però, i partiti arabo-israeliani si uniscono in una sola coalizione. 

 

15 Marzo 2015
di: 
Alessio Marri

Iraq. “Un futuro diverso, un futuro migliore”

Elias, ezida di 28 anni, è riuscito per la prima volta a rivivere le terribili esperienze da quando è fuggito da Sinjar. Con lui altri ragazzi che si sono incontrati a Dohuk per parlare delle loro esperienze, dei traumi che stanno vivendo. Per cominciare a immaginare un futuro diverso*. 

 

 

15 Marzo 2015
di: 
a cura di Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno

Egitto. La guerra in Libia e lo spettro del terrorismo

La guerra per procura ormai in atto in Libia ha fatto del paese un’arena dagli interessi molteplici. Nel caso dell’Egitto ci sono ragioni economiche, energetiche e di sicurezza. Ma ci sono anche le critiche che sta affrontando il governo di al-Sisi, che continua ad agitare lo spettro del terrorismo per distogliere i cittadini dai problemi reali, e continuare a incarcerare i suoi oppositori. Siano essi islamisti, attivisti o terroristi. 

08 Marzo 2015
di: 
Giovanni Piazzese dal Cairo

Palestina. Ereditare l’umiliazione

“‘Maledetti arabi, un popolo fallito!’. Tutti noi da bambini abbiamo ascoltato frasi del genere dai nostri genitori, che avevano subito l’umiliazione della guerra e dell’esilio. Per noi, ora che siamo adulti, è diverso. Noi siamo una generazione umiliata dalla pace”. La riflessione di Nadim Khouri, palestinese. 

 

 

08 Marzo 2015
di: 
Nadim Khouri*

Tra Egitto e Siria, l’odissea dei migranti in fuga dalla guerra

Fuggire dalla guerra, sfidare le insidie di un viaggio in mare,  ritrovarsi detenuti in una prigione egiziana. 74 persone fra siriani e siro palestinesi, da 110 giorni sono rinchiuse nella stazione di polizia Karmouz ad Alessandria. Dal 9 febbraio sono in sciopero della fame contro la deportazione. 

 

01 Marzo 2015
di: 
Paola Robino Rizet

Palestina. Le rose rosse di Gaza

Sei mesi dopo la fine dei combattimenti a Gaza, la popolazione palestinese resta sottomessa ad un doppio assedio: quello di Israele e quello delle autorità egiziane. Nessuna delle promesse fatte per la ricostruzione della Striscia è stata mantenuta. I palestinesi possono scegliere tra diversi modi di morire. Più o meno lenti. 

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Asmaa Al-Ghoul per OrientXXI*

Libia. L’allarmismo che giova al mercato delle armi

L’isterico (e tardivo) allarmismo sullo scenario libico, se da un lato rivela la tragicità della guerra e il caos attualmente dominante nel paese, dall’altro mostra un interesse occidentale tuttaltro che sorprendente: Francia e Italia infatti si contendono un triste primato. Negli ultlimi anni hanno guidato la classifica dei paesi UE esportatori di armi nel paese. 

 

 

22 Febbraio 2015
di: 
Alessio Marri

Tra Iraq e Siria, il ritorno del Califfato

Per molti militanti jihadisti nel mondo è il leader a lungo atteso capace di rendere realtà il sogno di un Califfato islamico. Ma chi è Abu Bakr al-Baghdadi e come nasce la sua organizzazione? Riproponiamo l’analisi di Ludovico Carlino per il nostro libro “La crisi irachena. Cause ed effetti di una storia che non insegna”. 

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Ludovico Carlino

Libano. Impiegate, non schiave

Il fenomeno dei maltrattamenti delle lavoratrici migranti in Libano è divenuto ormai una piaga sociale. Ma il 2015 inizia con una buona notizia: la decisione da parte di 200 donne di organizzare il primo sindacato del mondo arabo che tuteli i loro diritti. 

 

 

 

15 Febbraio 2015
di: 
Paola Robino Rizet*

La sinistra e la Siria

“Il problema della narrazione anti-imperialista è che si concentra sulla geo-politica, mentre il popolo siriano scompare. Cos’è che impedisce alla sinistra occidentale di addolorarsi per le vittime di Asad mentre vede perfettamente il popolo di Kobane? Sono sgomento. La verità è che la sinistra in Europa, prima di aiutare noi dovrebbe aiutare se stessa”. Intervista a Yassin al Haj Saleh, intellettuale e dissidente siriano. 

 

15 Febbraio 2015
di: 
Stephen R. Shalom per New Politics*

Chi manipola lo Stato Islamico?

L’organizzazione dello Stato Islamico non è il prodotto spontaneo di una nuova generazione di combattenti. Alle sue spalle troviamo gli interessi geo-politici di Arabia Saudita e Turchia, coinvolte in un pericoloso equilibrismo. Che adesso rischia di rivoltarglisi contro.  

 

 

 

08 Febbraio 2015
di: 
Alexis Varende per l’Orient XXI*

Egitto. I fantasmi di Port Said

 Il 1° febbraio 2012 nello stadio di Port Said, durante una partita di campionato, 72 tifosi dell’Al-Ahly venivano assaltati da gruppi di persone armate e massacrati. Centinaia i feriti, in un episodio ancora oggi ritenuto tra i più gravi dell’Egitto post-rivoluzionario. A distanza di tre anni, parlano i sopravvissuti. 

 

 

08 Febbraio 2015
di: 
Giovanni Piazzese dal Cairo

Armi. I droni e la legittimità della guerra

Il diritto a perseguire una preda ovunque essa sia ha cambiato il modo di intendere le relazioni internazionali. E hanno reso persino superflua la legittimazione popolare all’atto di dichiarare guerra. Neve Gordon recensisce il  libro “Teoria del drone. Principi filosofici del diritto di uccidere” di Grégoire Chamayou. 

 

 

 

08 Febbraio 2015
di: 
Neve Gordon per Il Lavoro Culturale*

Egitto. L’identità collettiva di piazza Tahrir

“Quattro anni dopo piazza Tahrir, ci sono domande che aspettano una risposta. Perché non siamo stati capaci di cambiare? Ciò che sconvolge di più è il fatto che le azioni repressive che ci unirono allora oggi non ci fanno più effetto. Nonostante le violenze siano addirittura aumentate”. L’analisi di Sally Toma per Mada Masr. 

 

 

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Sally Toma per Mada Masr*

Libano. Storia di Mohamed

La storia di Mohamed somiglia a quella di molti altri siriani costretti a lasciare il paese. Se non fosse che è scappato dal campo di Yarmouk, alla periferia di Damasco, dove vivevano fino alla fine dello scorso anno 170mila rifugiati palestinesi giunti dal 1948 in poi.

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Paola Robino Rizet*

Iraq, il paese delle meraviglie

“La storia di Hassan è in qualche modo la mia storia, ma può essere a tutti gli effetti quella di tutti i bambini iracheni. Che sognano la normalità, ma sono costretti a vivere in uno stato di guerra che distrugge le loro vite ogni giorno”. Incontro con Ali Kareem, regista di “Hassan in Wonderland”.

 

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Stefano Nanni

“Baddawi”, la graphic novel sulla diaspora palestinese

La storia della diaspora descritta attraverso l’infanzia del padre Ahmed, nato e cresciuto in un campo profughi libanese tra Nakba, Naksa e guerra civile. E’ “Baddawi”, la graphic novel di Leila Abdul Razzaq, creata per spiegare all’occidente il dramma del popolo palestinese (con uno sguardo a Naji al-Ali). 

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Paola Robino Rizet da Beirut*

Marocco. La “malattia” del Sahara Occidentale

Dal 3 ottobre 2014 un hacker misterioso sta pubblicando centinaia di documenti sulla “questione saharawi”. Una vasta letteratura che conferma la sua centralità nella sfera politica marocchina. Priorità ribadita nel discorso del Re del 6 novembre 2014 per celebrare il 39° anniversario della “Marcia Verde”.

 

 

01 Febbraio 2015
di: 
Khadija Mohsen-Finan*

Siria. Le spose bambine di Daesh

Il fenomeno delle spose bambine ha assunto proporzioni allarmanti in Siria e nei campi profughi circostanti che ospitano milioni di rifugiati. Per contrastarlo, la società civile ha avviato numerosi progetti e campagne. Intervista a Sarmand Al Joulani, direttore di “Sawt wa Sura”. 

 

 

25 Gennaio 2015
di: 
Fouad Roueiha

Per una giornata delle memorie

“Non dobbiamo continuare a ripetere: gli odi non ci interessano, non ci importa quello che viene fatto alle altre minoranze, solo l’odio contro di noi è quello vero”. In occasione del Giorno della Memoria pubblichiamo il discorso di Avraham Burg* al Parlamento israeliano.

 

 

25 Gennaio 2014
di: 
Redazione

Basta, Khalas

Una lettera aperta di giornalisti, blogger, fotografi ed esperti di Medio Oriente per denunciare la cattiva informazione che i media italiani stanno veicolando da settimane su tutto ciò che riguarda il mondo arabo e l’Islam. E’ ora di dire “basta”. 

 

 

22 Gennaio 2015
di: 
Redazione

Diario (alternativo) dall’altro Iraq. Di ritorno

Di rientro in Italia per un breve periodo di pausa, l’Iraq è rimasto in valigia. E’ in ogni risposta ad ogni domanda che mi fanno. La buona notizia è che ad ascoltare cosa sia “l’altro Iraq” c’è anche “l’altra Italia”: quella che non si fida dell’esperto improvvisato di turno, che si sforza di ricercare e capire.  

 

 

18 Gennaio 2015
di: 
Stefano Nanni

Libia. Caos senza fine

“La Libia prosegue la sua caduta libera verso l’anarchia e il collasso dello Stato a causa del conflitto sempre più virulento tra il governo del Primo ministro Abdullah Thinni e l’ “anti-governo” di Omar al-Hassi”. L’analisi di Valerio Buemi per Osservatorio Mashrek

 

 

18 Gennaio 2015
di: 
Valerio Buemi per Osservatorio Mashrek*

“American Sniper”, o della negazione del nostro fanatismo

In un continuo gioco di sovrapposizioni tra elementi filmici e storici piegati alla coerente logica del “bene contro il male”, tipica della retorica della lotta al terrorismo, il celebre regista statunitense compie un pericoloso viaggio etnografico in un Iraq mai esistito. Nel quale non ci sono insorti, ma solo terroristi. 

 

 

11 Gennaio 2015
di: 
Alessio Marri

“Sarchawa”

Con un’immagine e una parola vi salutiamo, augurandovi buone feste. Il nostro pensiero, quest’anno, va all’Iraq che resiste. 

 

Sarchawa” in curdo significa “tutti i miei occhi”, e si usa per accogliere e dare il benvenuto a qualcuno.

24 Dicembre 2014
di: 
Redazione

Diario dall’altro Iraq/9. “Festa, lasciaci in pace”

La notizia della liberazione del Sinjar da parte dei peshmerga ha fatto esplodere la gioia nella comunità ezida. Che è stata sostituita in breve dallo sconforto per il destino ancora sconosciuto delle tante giovani rapite da Daesh l’estate scorsa. Una nuova pagina del diario di Stefano Nanni da Dohuk. 

 

23 Dicembre 2014
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

Diario dall’altro Iraq/8. Non di solo pane

“L’assistenza umanitaria in Kurdistan fa acqua da tutte le parti e si regge fragilmente sulla capacità di poche persone, mentre l’inverno non fa sconti. C’è chi ritiene che sfollati e rifugiati vogliano soltanto ricevere, passivamente, qualcosa. Mentre andrebbero solo ascoltati un po’ di più”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni da Dohuk. 

 

 

 

19 Dicembre 2014
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

Iraq. Voci da “Ainkawa mall”

Tra grattacieli, alberghi di lusso e locali per uomini di affari, la capitale del Kurdistan iracheno offre un’ingannevole immagine di sviluppo all’occidentale. Ma le voci che arrivano dagli scheletri dei palazzi in costruzione suggeriscono la presenza di migliaia di sfollati interni, fuggiti dalla violenza di Daesh. Il racconto di Eleonora Gatto, da Erbil. 

 

 

17 Dicembre 2014
di: 
Eleonora Gatto da Erbil*

“Prima e dopo i Mig”. Il doppio esilio dei palestinesi di Siria

Nessuno se ne sarebbe andato da Yarmouk se non fossero arrivati i mortai. La nostra storia da allora è raccontata in termini di “prima e dopo i Mig”. Il dolore della nuova diaspora dei palestinesi di Siria nell’ultimo documentario di Carol Mansour, che abbiamo incontrato a Beirut. 

 

 

 

15 Dicembre 2014
di: 
Paola Robino Rizet da Beirut*

Tunisia. Quella polarizzazione che ostacola la democrazia

Alla fine del 2014 la Tunisia avrà vissuto un anno a ritmo di consultazioni elettorali: 3 scrutini in 3 mesi e il secondo turno delle presidenziali alla fine di dicembre. La battaglia si annuncia tra Béji Caïd Essebsi e Moncef Marzouki, che rappresentano la polarizzazione della vita politica. 

 

 

 

11 Dicembre 2014
di: 
Larbi Chouikha per l’Orient XII*

Twiza nel cuore della Medina di Tunisi

Foto di Francsca Oggiano

Le sue antiche pareti hanno visto le riunioni dei Sufi, i mistici dell’Islam, l’ansia del primo giorno di scuola di tanti bambini e il riposo dei viandanti. Diventata una semplice abitazione, nella primavera scorsa la zāwiya di Tunisi è stata restituita alla sua funzione sociale dalla passione artistica e culturale di un gruppo di ragazzi tunisini e italiani.

 

 

30 Novembre 2014
di: 
Giada Frana*

Diario dall’altro Iraq/6. Ricchezze

Foto di Pierluigi Giorgi

“Poco prima di arrivare a Lalish, c’è un pozzo petrolifero. Ce lo indica la fiamma, che brucia 24 ore su 24 ore e non ha nulla a che vedere con la sacralità del tempio. Ricorda che l’Iraq è un paese profondamente ricco.” Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq.  

 

 

 

28 Novembre 2014
di: 
Stefano Nanni – Kurdistan iracheno

L’Italia e i palestinesi: cosa è andato storto?

Per decenni l’Italia è stata considerata il paese europeo più solidale con il popolo palestinese e la sua causa. Poi le cose sono cambiate. Nell’ultimo decennio media e dibattiti pubblici hanno de-politicizzato o demonizzato la catastrofe palestinese. Nell’immaginario comune Israele è diventato “noi” e i palestinesi “gli altri”. Cosa è andato storto? L’analisi di Mjriam Abu Samra. 

 

 

25 Novembre 2014
di: 
di Mjriam Abu Samra per Jadaliyya*

Diario dall’altro Iraq/5. Pane e fango

“Dio li guarda dall’alto, a lui dovremo rispondere alla fine” mi dice J. con aria convinta. E io mi chiedo se Dio guardava anche sui villaggi mentre la gente fuggiva, l’estate scorsa. Se guarda chi dorme nelle tende o dentro le case di Dohuk, mentre piove”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq. 

 

 

19 Novembre 2014
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

Diario dall’altro Iraq/4. Di montagne, e storie che non insegnano

“Se le montagne del Kurdistan iracheno potessero dettare a qualcuno le loro storie, occorrerebbe una capacità di ascolto impeccabile. Qui si sono ripetute battaglie, guerre, incursioni: a ricordare che quella irachena è una storia che non insegna”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq. 

 

 

14 Novembre 2014
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

Armi. Gli affari della Beretta e il “codice Gheddafi”

“Le semplici domande che ci facciamo tutti e che dovrebbero farsi i parlamentari interessati a controllare l’attività del governo sono queste: quanto e cosa esporta la Beretta dall’Italia? A quali paesi? E quali sono gli “utilizzatori finali” delle armi esportate?”. Un’analisi della Rete Italiana Disarmo sul nostro ‘export di guerra’. 

 

 

 

11 Novembre 2014
di: 
Giorgio Beretta per Unimondo*