Alle lettrici e ai lettori di OssIraq
Car* lettrici, lettori, lettor* di Osservatorio Iraq,
come di certo saprete il nostro giornale, dopo tanti anni di lavoro appassionato e volontario, non viene più aggiornato da tempo. 26 Giugno 2020di: Redaz…
Categoria: Osservatorio Iraq
Walking the Line. 50 anni dopo, lungo il confine che non c’è
5 giugno 1967, 7.45 del mattino. L’aviazione militare israeliana si alza in volo per annientare quella egiziana, senza dargli neanche il tempo di reagire.
A Torino torna la TOMidEast Summer School
Dal 3 al 7 Luglio 2017 il Dipartimento di Culture, Politica e Società (CPS) dell’Università di Torino organizza la quarta edizione della scuola estiva TOMidEast con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e con Osservatorio Iraq come media partner.
Siria. Non cambiare nulla per cambiare tutto
Non c’erano grandi aspettative intorno all’incontro organizzato da Russia, Turchia ed Iran nella capitale kazaka, Astana, alla ricerca di una stabilizzazione per la Siria. Eppure qualcosa sta cambiando.
Tunisia. Al Sajjin 52. Controllare e punire
Si farà fatica a crederlo vista la rappresentazione diffusa della “rivoluzione riuscita” in Tunisia. Ma è qui che si può essere arrestati per uno spinello. Ed è qui che la popolazione attiva si sente “dentro un carcere a cielo aperto”.
Egitto. Contro il regime, ieri come oggi
Ricordo molto bene il giorno in cui venni a sapere che Giulio Regeni, uno studente dell’Università di Cambridge, era scomparso al Cairo. Era il 31 gennaio, ed erano trascorsi 6 giorni dall’anniversario della rivoluzione egiziana.
Contro Israele, Hamas e Fatah
Contro Israele, Hamas e Fatah
“Fuck the Occupation. Fuck Hamas. Fuck Fatah”. Allora come anni fa, la voce di una nuova generazione di attivisti palestinesi rivendica il diritto a vivere in uno Stato libero e giusto. Combattendo contro l’Occupazione un…
Libia. Dove si continua a sperare
In Libia si continua a sperare. Per una risoluzione permanente ai conflitti, per un governo unitario e rappresentativo, per la stabilizzazione del paese e per la ripresa dell’economia. Mentre i giochi di potere si infittiscono e il popolo soffre condizioni di vita insopportabili.
Iraq. Voci da Mosul
Ahmad, Iqbal, Amin: storie di persone fuggite dall’incubo di Daesh. Umanità che ha resistito, e che oggi cerca un futuro migliore.
C’era una volta un principe…
C’era una volta un principe…
Aleppo. Dove è morta l’umanità
Il 13 dicembre, dopo quasi 4 anni e mezzo, la parte est di Aleppo torna sotto il controllo del regime di Damasco. Cade l’Aleppo degli esperimenti di democrazia e delle radio libere, nel silenzio della comunità internazionale. E il nostro.
Aleppo. Dove è morta l’umanità
Il 13 dicembre, dopo quasi 4 anni e mezzo, la parte est di Aleppo torna sotto il controllo del regime di Damasco. Cade l’Aleppo degli esperimenti di democrazia e delle radio libere, nel silenzio della comunità internazionale. E il nostro.
Aleppo. Dove è morta l’umanità
Il 13 dicembre, dopo quasi 4 anni e mezzo, la parte est di Aleppo torna sotto il controllo del regime di Damasco. Cade l’Aleppo degli esperimenti di democrazia e delle radio libere, nel silenzio della comunità internazionale. E il nostro.
Egitto. Cosa resta di via Mohamed Mahmoud?
Un tempo via Mohamed Mahmoud al Cairo è stata il simbolo della rivoluzione di piazza Tahrir. Ma cosa resta oggi di quella strada e della street art tra repressione e gentrificazione?
Egitto. Cosa resta di via Mohamed Mahmoud?
Un tempo via Mohamed Mahmoud al Cairo è stata il simbolo della rivoluzione di piazza Tahrir. Ma cosa resta oggi di quella strada e della street art tra repressione e gentrificazione?
Egitto. Cosa resta di via Mohamed Mahmoud?
Un tempo via Mohamed Mahmoud al Cairo è stata il simbolo della rivoluzione di piazza Tahrir. Ma cosa resta oggi di quella strada e della street art tra repressione e gentrificazione?
Memoria e verità. Il futuro della Tunisia (II parte)
Il 17 novembre 2016 resterà impresso nella storia della Tunisia come il giorno in cui è stata restituita la voce a chi non l’aveva. Al via le udienze pubbliche dell’Istanza Verità e Giustizia per fare chiarezza sulle vittime di dittature e abusi nel paese.
Memoria e verità. Il futuro della Tunisia (II parte)
Il 17 novembre 2016 resterà impresso nella storia della Tunisia come il giorno in cui è stata restituita la voce a chi non l’aveva. Al via le udienze pubbliche dell’Istanza Verità e Giustizia per fare chiarezza sulle vittime di dittature e abusi nel paese.
Memoria e verità. Il futuro della Tunisia (II parte)
Il 17 novembre 2016 resterà impresso nella storia della Tunisia come il giorno in cui è stata restituita la voce a chi non l’aveva. Al via le udienze pubbliche dell’Istanza Verità e Giustizia per fare chiarezza sulle vittime di dittature e abusi nel paese.
Memoria e verità. Il futuro della Tunisia (I parte)
Il 17 novembre 2016 resterà impresso nella storia della Tunisia come il giorno in cui è stata restituita la voce a chi non l’aveva. Al via le udienze pubbliche dell’Istanza Verità e Giustizia per fare chiarezza sulle vittime di dittature e abusi nel paese.
Memoria e verità. Il futuro della Tunisia (I parte)
Il 17 novembre 2016 resterà impresso nella storia della Tunisia come il giorno in cui è stata restituita la voce a chi non l’aveva. Al via le udienze pubbliche dell’Istanza Verità e Giustizia per fare chiarezza sulle vittime di dittature e abusi nel paese.
Memoria e verità. Il futuro della Tunisia (I parte)
Il 17 novembre 2016 resterà impresso nella storia della Tunisia come il giorno in cui è stata restituita la voce a chi non l’aveva. Al via le udienze pubbliche dell’Istanza Verità e Giustizia per fare chiarezza sulle vittime di dittature e abusi nel paese.
Siria. Fiato sospeso ad Aleppo
Fiato sospeso nella città di Aleppo: alle 19 di oggi scade l’ultimatum russoper il “corridoio umanitario” promesso ai ribelli per la fuga. Gli attivisti, che abbiamo raggiunto telefonicamente, avvertono: “Sarà una carneficina”.
Siria. Fiato sospeso ad Aleppo
Fiato sospeso nella città di Aleppo: alle 19 di oggi scade l’ultimatum russoper il “corridoio umanitario” promesso ai ribelli per la fuga. Gli attivisti, che abbiamo raggiunto telefonicamente, avvertono: “Sarà una carneficina”.
Siria. Fiato sospeso ad Aleppo
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“Rivoluzioni Violate”. Il nostro primo libro
E’ stato pubblicato il 31 ottobre scorso e presentato per la prima volta a Roma al Salone dell’Editoria Sociale. E’ “Rivoluzioni Violate”: il nostro primo libro.
“Rivoluzioni Violate”. Il nostro primo libro
E’ stato pubblicato il 31 ottobre scorso e presentato per la prima volta a Roma al Salone dell’Editoria Sociale. E’ “Rivoluzioni Violate”: il nostro primo libro.
“Rivoluzioni Violate”. Il nostro primo libro
E’ stato pubblicato il 31 ottobre scorso e presentato per la prima volta a Roma al Salone dell’Editoria Sociale. E’ “Rivoluzioni Violate”: il nostro primo libro.
Egitto. Proseguono le intimidazioni alla libertà di informazione
Nelle università, nelle fabbriche, nella politica, nei media, nell’arte e nella letteratura: ogni settore della vita civile è stato investito da una strategia che ha fatto di tutte le voci contrarie ad al-Sisi e di chi lo sostiene dei nemici da annientare.
Egitto. Proseguono le intimidazioni alla libertà di informazione
Nelle università, nelle fabbriche, nella politica, nei media, nell’arte e nella letteratura: ogni settore della vita civile è stato investito da una strategia che ha fatto di tutte le voci contrarie ad al-Sisi e di chi lo sostiene dei nemici da annientare.
Egitto. Proseguono le intimidazioni alla libertà di informazione
Nelle università, nelle fabbriche, nella politica, nei media, nell’arte e nella letteratura: ogni settore della vita civile è stato investito da una strategia che ha fatto di tutte le voci contrarie ad al-Sisi e di chi lo sostiene dei nemici da annientare.
Siria. Mazen, sopravvissuto: “Denuncerò il regime finché avrò vita”
Si chiama Mazen, ha 40 anni ma non li dimostra, è molto alto ed ha il volto scavato. Le sue mani sottili hanno qualcosa di innaturale e, insieme alla sua magrezza, rivelano qualcosa di lui: Mazen è un sopravvissuto, un uomo che ha attraversato il girone più terrificante dell’inferno in terra e ne è uscito vivo.
Siria. Mazen, sopravvissuto: “Denuncerò il regime finché avrò vita”
Si chiama Mazen, ha 40 anni ma non li dimostra, è molto alto ed ha il volto scavato. Le sue mani sottili hanno qualcosa di innaturale e, insieme alla sua magrezza, rivelano qualcosa di lui: Mazen è un sopravvissuto, un uomo che ha attraversato il girone più terrificante dell’inferno in terra e ne è uscito vivo.
Siria. Mazen, sopravvissuto: “Denuncerò il regime finché avrò vita”
Si chiama Mazen, ha 40 anni ma non li dimostra, è molto alto ed ha il volto scavato. Le sue mani sottili hanno qualcosa di innaturale e, insieme alla sua magrezza, rivelano qualcosa di lui: Mazen è un sopravvissuto, un uomo che ha attraversato il girone più terrificante dell’inferno in terra e ne è uscito vivo.
Tunisia. La corruzione come stato endemico
Tunisia. La corruzione come stato endemico
29 Ottobre 2016di: Damiano Duchemin e Debora Del Pistoia
Tunisia. La corruzione come stato endemico
Per quanto la storia non si ripeta mai nello stesso modo, la situazione attuale in Tunisia si compone di elementi ricorrenti. Mancanza di prospettive di miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione, repressione del dissenso e ritorno a forme di autoritarismo stridono con l’immagine della “primavera” riuscita .
Palestina. Divide et impera: le divisioni che uccidono la speranza di libertà
“Non ci sarà mai una Palestina libera se prima i palestinesi non libereranno se stessi dalla repressione delle divisioni e del fazionalismo”: il punto di vista dell’analista palestinese Ramzy Baroud sulle ultime elezioni locali (rimandate).
Libia: nuovi equilibri di potere e campanelli di allarme
A 5 anni dalla caduta del regime di Gheddafi, il processo di transizione in Libia è ben lontano dall’essersi concluso e nel paese è in corso uno stravolgimento degli equilibri di potere, mentre il paese sembra sempre più orientato a privilegiare la sicurezza a discapito della democrazia.
Iraq. Mosul, forse Daesh ha già vinto
A Mosul e all’Iraq non basta un intervento esclusivamente militare. Se non ci sarà una risposta politica che risponda ai bisogni di una popolazione martoriata da quarant’anni di violenza, la prossima potrà soltanto essere un’altra delle tante guerre ancora possibili, in Iraq.
Iraq. La linea sottile tra guerre e libertà
Baghdad, Sinjar, Mosul, Erbil, Falluja.Tra macerie, sete di potere e voglia di libertà, nelle più importanti città irachene si sta giocando tanto del futuro di uno Stato che mai dalla sua indipendenza é stato così fragile.
“Libertà per tutti!”, “Curdi, sunniti, sciiti, siamo un solo Iraq!”, “Sì, sì alle riforme!”
Dossier Gaza
Dieci anni dalla prima operazione militare israeliana dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza: una raccolta di articoli per non dimenticare
a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia
Dossier Gaza
Dieci anni dalla prima operazione militare israeliana dopo il disimpegno dalla Striscia di Gaza: una raccolta di articoli per non dimenticare
a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia
Dossier Gaza
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a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia
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a cura di Cecilia Dalla Negra e Christian Elia
Aspettando libertà
Il 28 giugno 2006 iniziava la prima offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. Un dossier di OssIraq e Q Code Mag ripercorre la storia di questi 10 anni.
Aspettando libertà
Il 28 giugno 2006 iniziava la prima offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. Un dossier di OssIraq e Q Code Mag ripercorre la storia di questi 10 anni.
Aspettando libertà
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Egitto. Di sovranità e impunita repressione
Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito.
Egitto. Di sovranità e impunita repressione
Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito.
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Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito.
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Arresti preventivi, rastrellamenti, oltre 50 persone incarcerate, tra cui l’avvocato Malek Adly e Ahmed Abdallah, dell’organizzazione che sta fornendo consulenza per il caso Regeni. E’ questa la risposta del regime egiziano alle manifestazioni contro la vendita delle isole del mar Rosso all’Arabia Saudita, paradigma di un malcontento popolare mai sopito.
Movimenti sociali e artistici in Tunisia: la resistenza continua
A gennaio i riflettori si sono riaccesi sulle proteste scoppiate in Tunisia. Lontani dalla Capitale e dai centri del potere politico, i giovani prosegono in un’azione dirompente di ridefinizione degli spazi pubblici e delle frontiere interne.
Movimenti sociali e artistici in Tunisia: la resistenza continua
A gennaio i riflettori si sono riaccesi sulle proteste scoppiate in Tunisia. Lontani dalla Capitale e dai centri del potere politico, i giovani prosegono in un’azione dirompente di ridefinizione degli spazi pubblici e delle frontiere interne.
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Movimenti sociali e artistici in Tunisia: la resistenza continua
A gennaio i riflettori si sono riaccesi sulle proteste scoppiate in Tunisia. Lontani dalla Capitale e dai centri del potere politico, i giovani prosegono in un’azione dirompente di ridefinizione degli spazi pubblici e delle frontiere interne.
Movimenti sociali e artistici in Tunisia: la resistenza continua
A gennaio i riflettori si sono riaccesi sulle proteste scoppiate in Tunisia. Lontani dalla Capitale e dai centri del potere politico, i giovani prosegono in un’azione dirompente di ridefinizione degli spazi pubblici e delle frontiere interne.
Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”
La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui.
Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”
La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui.
Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”
La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui.
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La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui.
Palestina. “Dalle ceneri della Nakba risorgeremo per resistere”
La famiglia di Mahmoud Zwahre è stata cacciata dal villaggio nel quale aveva vissuto per generazioni nel 1948. I suoi nonni trovarono rifugio nel villaggio di Al-Ma’sara, nei Territori Palestinesi Occupati, dove Mahmoud è nato, cresciuto, e diventato un leader dei Comitati di Resistenza Popolare. In queste righe, spiega che significato abbia oggi la Nakba per lui.
Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra
A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “
Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra
A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “
Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra
A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “
Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra
A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “
Iraq, Siria, Palestina: perché la religione non c’entra
A fronte di dibattiti pubblici sempre più islamofobici ed etnocentrici, spesso focalizzati sulla costruzione dell’arabo-musulmano come “pericoloso” in quanto irrimediabilmente “diverso”, Enrico Bartolomei ed Estella Carpiche affrontano la questione del paradigma religioso-confessionale con cui spesso vengono interpretati il Medio Oriente e il mondo arabo, a approndiscono la critica avviata dal gruppo di studiosi de “
Iraq. La rivoluzione dei giovani
I movimenti giovanili iracheni che manifestano da mesi contro la corruzione del governo stanno inventando nuove forme di cittadinanza. E in un paese martoriato dalla guerra, investono in dialogo e cultura.
Iraq. La rivoluzione dei giovani
I movimenti giovanili iracheni che manifestano da mesi contro la corruzione del governo stanno inventando nuove forme di cittadinanza. E in un paese martoriato dalla guerra, investono in dialogo e cultura.
Iraq. La rivoluzione dei giovani
I movimenti giovanili iracheni che manifestano da mesi contro la corruzione del governo stanno inventando nuove forme di cittadinanza. E in un paese martoriato dalla guerra, investono in dialogo e cultura.
Iraq. La rivoluzione dei giovani
I movimenti giovanili iracheni che manifestano da mesi contro la corruzione del governo stanno inventando nuove forme di cittadinanza. E in un paese martoriato dalla guerra, investono in dialogo e cultura.
Iraq. La rivoluzione dei giovani
I movimenti giovanili iracheni che manifestano da mesi contro la corruzione del governo stanno inventando nuove forme di cittadinanza. E in un paese martoriato dalla guerra, investono in dialogo e cultura.
Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale
Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.
Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale
Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.
Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale
Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.
Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale
Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.
Libia. La “guerra al terrorismo” che impedisce la riconciliazione nazionale
Dopo aver riconosciuto il Parlamento di Tobruk come l’unico rappresentante del popolo libico nell’agosto 2014, l’Occidente vuole adesso applicare l’accordo di Skhirat del 17 dicembre 2015 che prevede un governo di unità nazionale a Tripoli, suscettibile di fare appello alla comunità internazionale per condurre la guerra contro il terrorismo e l’organizzazione dello Stato Islamico a Sirte.
Siria. La lotta necessaria contro l’indifferenza
“Esilio dalla Siria” è l’ultimo libro di Shady Hamadi, attivista per i diritti umani italo-siriano che ripercorre 5 anni di conflitto. Un viaggio tra le macerie di un paese, e delle nostre coscienze.
Cecilia Dalla Negra
Siria. La lotta necessaria contro l’indifferenza
“Esilio dalla Siria” è l’ultimo libro di Shady Hamadi, attivista per i diritti umani italo-siriano che ripercorre 5 anni di conflitto. Un viaggio tra le macerie di un paese, e delle nostre coscienze.
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Siria. La lotta necessaria contro l’indifferenza
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“Esilio dalla Siria” è l’ultimo libro di Shady Hamadi, attivista per i diritti umani italo-siriano che ripercorre 5 anni di conflitto. Un viaggio tra le macerie di un paese, e delle nostre coscienze.
Cecilia Dalla Negra
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Cecilia Dalla Negra
Palestina. “Se i poeti perdono”, a Salerno Ibrahim Nasrallah
“Se i poeti perdono” è il titolo del reading con Ibrahim Nasrallah, uno dei massimi poeti palestinesi, che sarà ospite della rassegna “Femminile palestinese” curata da Maria Rosaria Greco.
Palestina. “Se i poeti perdono”, a Salerno Ibrahim Nasrallah
“Se i poeti perdono” è il titolo del reading con Ibrahim Nasrallah, uno dei massimi poeti palestinesi, che sarà ospite della rassegna “Femminile palestinese” curata da Maria Rosaria Greco.
Israele-Palestina. Decostruire l’economia di occupazione
Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene?
Israele-Palestina. Decostruire l’economia di occupazione
Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene?
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Il sistema economico sul quale si fonda l’occupazione della Palestina è radicato nel neo-liberalismo, nella frammentazione della solidarietà sociale e di classe e nella collusione tra gli interessi dei capitalisti e una classe politica che ne ha bisogno per restare al potere. Ma in cosa consiste l’economia dell’occupazione e a chi conviene?
L’intervento internazionale in Libia: un dibattito dal retrogusto coloniale
L’attacco aereo del 19 febbraio sulla città di Sabrata, nella Libia occidentale, ha infiammato il già accesso dibattito sull’imminenza di un nuovo intervento militare della NATO in Libia.
L’intervento internazionale in Libia: un dibattito dal retrogusto coloniale
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L’eccezione tunisina alla prova di Daesh
“Sarebbero 6.500 i militanti tunisini arruolati in Libia con lo Stato Islamico. Alla luce di questi dati possiamo ancora parlare di eccezione tunisina e celebrare l’unione contro Daesh, quando chi è in prima linea in questa guerra sono i figli della Tunisia?”. L’analisi di Nawaat.
L’eccezione tunisina alla prova di Daesh
“Sarebbero 6.500 i militanti tunisini arruolati in Libia con lo Stato Islamico.
L’eccezione tunisina alla prova di Daesh
“Sarebbero 6.500 i militanti tunisini arruolati in Libia con lo Stato Islamico.
Siria. “Il dovere di raccontare il sacrificio del mio popolo”
Incontro con Khaled Khalifa, scrittore siriano tra i maggiori intellettuali del mondo arabo.
Siria. “Il dovere di raccontare il sacrificio del mio popolo”
Incontro con Khaled Khalifa, scrittore siriano tra i maggiori intellettuali del mondo arabo.
Siria. “Il dovere di raccontare il sacrificio del mio popolo”
Incontro con Khaled Khalifa, scrittore siriano tra i maggiori intellettuali del mondo arabo.
Siria. Una causa che la Palestina deve sostenere
L’attivista palestinese Mariam Barghouti si scaglia contro l’indifferenza di parte del mondo attivista palestinese verso la resistenza siriana. Che sempre più spesso diventa un sostegno ad Assad in quanto “male minore”.
Siria. Una causa che la Palestina deve sostenere
L’attivista palestinese Mariam Barghouti si scaglia contro l’indifferenza di parte del mondo attivista palestinese verso la resistenza siriana. Che sempre più spesso diventa un sostegno ad Assad in quanto “male minore”.
Siria. Una causa che la Palestina deve sostenere
L’attivista palestinese Mariam Barghouti si scaglia contro l’indifferenza di parte del mondo attivista palestinese verso la resistenza siriana. Che sempre più spesso diventa un sostegno ad Assad in quanto “male minore”.
“Parole dissidenti”: lo scrittore siriano Khaled Khalifa in Italia
In Italia per un ciclo di incontri e iniziative lo scrittore e intellettuale siriano Khaled Khalifa, oggi esule negli Stati Uniti per le sue posizioni contro il regime di Damasco.
“Parole dissidenti”: lo scrittore siriano Khaled Khalifa in Italia
In Italia per un ciclo di incontri e iniziative lo scrittore e intellettuale siriano Khaled Khalifa, oggi esule negli Stati Uniti per le sue posizioni contro il regime di Damasco.
“Parole dissidenti”: lo scrittore siriano Khaled Khalifa in Italia
In Italia per un ciclo di incontri e iniziative lo scrittore e intellettuale siriano Khaled Khalifa, oggi esule negli Stati Uniti per le sue posizioni contro il regime di Damasco.
“L’occupazione israeliana”: Neve Gordon e la denuncia del sistema
Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
“L’occupazione israeliana”: Neve Gordon e la denuncia del sistema
Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
“L’occupazione israeliana”: Neve Gordon e la denuncia del sistema
Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
Libia. Le speranze tradite della rivoluzione
Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.
Libia. Le speranze tradite della rivoluzione
Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.
Libia. Le speranze tradite della rivoluzione
Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.
Egitto. La longa manus del regime sulla magistratura
Repressione delle opposizioni, giornalisti in carcere, restrizioni alla libertà di stampa, sparizioni forzate di studenti e giovani: quello di al-Sisi è un regime che si è instaurato contando anche sull’appogio di un’istituzione fondamentale: la magistratura.
Egitto. La longa manus del regime sulla magistratura
Repressione delle opposizioni, giornalisti in carcere, restrizioni alla libertà di stampa, sparizioni forzate di studenti e giovani: quello di al-Sisi è un regime che si è instaurato contando anche sull’appoggio di un’istituzione fondamentale: la magistratura.
Egitto. La longa manus del regime sulla magistratura
Repressione delle opposizioni, giornalisti in carcere, restrizioni alla libertà di stampa, sparizioni forzate di studenti e giovani: quello di al-Sisi è un regime che si è instaurato contando anche sull’appoggio di un’istituzione fondamentale: la magistratura.
“Hezbollah è terrorista”, Lega Araba e CCG contro il Partito di Dio
Nell’ultima riunione della Lega Araba i paesi sunniti hanno definito “terroristica” la natura di Hezbollah, inserendo il movimento libanese all’interno delle proprie black-list. Una nuova mossa della partita a scacchi in cui si affrontano da un millennio i due blocchi del mondo islamico.
Iraq. Baghdad, sit-in contro la corruzione
“Senza violenza, senza conflitti, senza guerra tra comunità e religioni. Siamo qui perché vogliamo ricostruire l’Iraq, e lo vogliamo fare su basi diverse”. A Baghdad, su impulso di Moqtada al-Sadr, si continua a chiedere al governo di attuare riforme contro la corruzione.
Siria. Come il fuoco sotto la cenere
Quattro settimane e oltre 300 proteste nonviolente in tutto il paese: i siriani tornano in piazza per chiedere libertà, dignità, democrazia. Come nel 2011.
Iraq. “Non abbiamo mai conosciuto pace”
Incontro con Ala Ali, ricercatrice curdo-irachena esperta di peacebuilding e questioni di genere. Che racconta l’Iraq di oggi e quello di ieri. Nei suoi ricordi, e in qualche fotografia.
#VeritàPerGiulio
Un dialogo con lo “Stato Islamico”?
“Bombardare Da’ish non può essere una soluzione, ma l’idea di aprire dei negoziati con alcuni componenti di questa organizzazione è aborrita dalla comunità internazionale, nonostante i diplomatici siano abituati a stringere la mano a criminali in giacca e cravatta. L’obiettivo della guerra allo Stato islamico rimane la preservazione di un ordine globale piuttosto che quella di uno etico”. L’analisi di Andrea Glioti per OssIraq.
Egitto-Israele. Cooperazione e sicurezza nel Mediterraneo orientale
Le relazioni tra Israele ed Egitto non sono mai state così positive. Per una convergenza di ragioni, che hanno a che fare con le politiche di sicurezza nel Sinai e gli interessi legati all’energia. Dopo l’era Mubarak, Al-Sisi si è rivelato per Tel Aviv un partner ancora più amichevole.
Iraq. Gli spostamenti forzati di popolazione che modificano il volto del paese
La violenza in Iraq e gli esodi di massa che ha generato stanno riconfigurando la geografia umana del paese, favorendo i raggruppamenti di popolazione su base etnica e confessionale. Con la disintegrazione delle strutture statali, la costruzione di una “cittadinanza irachena” ormai è pura ipotesi. L’analisi di Orient XXI.
Siria. Storia di una sposa “temporanea”
La storia di Amani, giovane siriana fuggita dalla guerra in Giordania, finita nel campo di Za’atari e “comprata” da un saudita. La sua, e quella di migliaia di altri rifugiati, vittime di ogni sorta di abusi e violenze.
Iraq. La guerra di chi?
E’ evidente ormai da tempo che Daesh non è affatto l’unico problema in Iraq. Cosa succede nel nord del paese, tra guerra(e), emergenze umanitarie e crisi economiche e politiche.
Palestina. Mohammed Al-Qiq, prigioniero della Parola Libera
Mohammed Al-Qiq è un giornalista palestinese, arrestato dalle forze di Occupazione israeliana. Che sta morendo di fame e di lotta in un carcere, nel silenzio della Comunità internazionale.
Iraq. A Mosul, dove le donne dicono “no” a Daesh
Il viaggio del web magazine iracheno “Yalla” a Mosul, grazie alle testimonianze raccolte dalla città controllata da Daesh. Dove la resistenza civile delle donne può essere rispondere a un questionario.
L’insegnante spinge le mani a fondo nelle tasche del cappotto, cercando di ripararsi dal freddo pungente mentre cammina tra i modelli del sistema digestivo umano e lo scheletro appoggiato all’angolo.
Siria. Pace, non pacificazione
“E’ amaramente ironico che l’invasione dell’Iraq del 2003 teoricamente si giustificava con la mancanza di democrazia ed oggi nessuno in Occidente conosce questi esperimenti di democrazia del popolo siriano”: l’analisi di Robin Yassin-Kassab.
Egitto. Tre anni di denunce
La storia dell’Egitto degli ultimi anni è fatta di un sogno – la Rivoluzione – che si è infranto contro il muro di repressione, mancanza di diritti, restaurazione di un sistema forse mai eliminato del tutto, nonostante l’entusiasmo dei 18 giorni di piazza Tahrir, nel 2011.
Libia. Nuovo governo per l’anniversario della Rivoluzione?
Il prossimo 17 febbraio in Libia ricorrerà il V anniversario della Rivoluzione che nel 2011 portò alla caduta del dittatore Muhammar Gheddafi e alla sua morte, dopo 42 anni di regime militare. Oggisi attende l’approvazione della nuova lista ministeriale al vaglio della Camera dei Rappresentanti.
Siria. L’attacco di Aleppo e certa stampa italiana
L’attacco del regime siriano nell’area di Aleppo, con il sostegno russo-iraniano, ha interrotto i colloqui di pace a Ginevra e dato vita a un esodo di quasi 100 mila persone. Alcuni quotidiani italiani parlano di “liberazione” e applaudono l’operazione. Quando il giornalismo omette alcuni fatti e sventola bandiere partigiane può ancora essere definito giornalismo?
Ben svegliati
Ben svegliati: nel mondo in cui l’Egitto è una dittatura ma non fa notizia. In cui il lavoro non è pagato. In cui i dittatori vengono accolti fin quando non è troppo tardi. L’editoriale di OssIraq.
Iraq. Kurdistan, crescere ai tempi di Daesh
In Iraq, riuscire ad essere lucidi è una sfida quotidiana. Anche e soprattutto tra i banchi di scuola, dietro una cattedra o sul divano di casa, dove si tenta di ricomporri pezzi di normalità. Un reportage dal Kurdistan iracheno per Gli Asini del nostro Stefano Nanni.
Tunisia. Torna la rivoluzione?
“Il rapporto tra distribuzione della povertà e distribuzione geografica delle proteste è lo stesso del gennaio 2011, tanto che si ha l’impressione di essere tornati al passato. Eppure non è così: ci sono tre differenze”. L’analisi di Santiago Alba Rico.
Egitto. “Le uniche parole che posso scrivere è che ho perso le parole”
A cinque anni dal 25 gennaio 2011, quando in piazza Tahrir prendeva vita la rivoluzione, l’attivista Alaa Abdel Fattah scrive una lettera aperta dal carcere in cui è recluso. La traduzione di Osservatorio Iraq.
Il male della banalità
Un gruppo di studiosi ed esperti fa appello ad un’informazione corretta e approfondita sul Medio Oriente e il mondo arabo. A partire dai fatti di Colonia, una risposta forte – e unita – a Molinari, a La Stampa e ai media italiani in generale. La pubblichiamo di seguito (e aderiamo anche noi di OssIraq).
Tunisia. Ciò che può una rivolta…
La rivolta di queste ore sta svelando l’essenza di un “sistema-Tunisia”: da una parte la classe dominante, dall’altra la periferia dominata. E’ questa che si sta sollevando, come aveva già fatto molte altre volte in passato. Si sgola per imporsi, e si ribella alla sua condizione di dominazione. Il punto di vista di “Nawaat”.
Tunisia. Appello per un’informazione corretta
Una lettera aperta di giornalisti e studiosi italiani e tunisini contro la cattiva informazione “made in Italy” sulla Tunisia, e su quanto sta accadendo in queste ore nel paese. In cerca di complessità, contro semplificazioni e strumentalizzazioni.
Daesh. Tecniche e canali di una propaganda “hollywoodiana”
Quella attivata dal gruppo di Al-Baghdadi è una macchina propagandistica potente che non ha eguali nella storia. Un’analisi dei suoi contenuti e dei principali mezzi di diffusione.
La Questione d’Oriente, l’infelicità araba e Daesh
La Questione d’Oriente e gli accordi di Sykes-Picot: è così che un’area geografica, politica e culturale, per secoli tra i primi attori del palcoscenico mondiale, viene espulsa dalla storia diventando un “non luogo”. L’analisi di Fabio Alberti.
Conversazioni poetiche per Ashraf Fayadh (e per la libertà)
Il poeta palestinese detenuto da oltre 2 anni in Arabia Saudita con l’accusa di apostasia è stato condannato a morte. Un’iniziativa internazionale ne chiede la liberazione, arrivando anche in Italia. OssIraq, insieme ad altre testate, aderisce e pubblica le sue poesie, per la prima volta tradotte in italiano grazie al contributo volontario di studiosi e arabisti.
Ashraf Fayadh ha 35 anni ed è un poeta.
Lesbo. Il dovere di restare umani
A lesbo, in Grecia, dove ad accogliere i migranti non ci sono le istituzioni, ma attivisti e volontari.
Marocco. Tra repressione e “contenimento democratico”
Marce pacifiche represse nel sangue, nuove mobilitazioni con lo slogan “Al-Shab Yurid Isqat al-Istibdad”. Non è un déja-vu e non siamo nel 2011.
Daesh. Il fascino della propaganda ai tempi della “modernità liquida”
Chi sono i “foreign fighters” e perché scelgono di combattere nel Califfato? Un’analisi ricostruisce il potere della propaganda di Daesh di fronte alle carenze della modernità occidentale.
Israele. L’estremismo fondamentalista dei “Giovani delle Colline”
Le organizzazioni giovanili fondamentaliste ebraiche rappresentano un altro volto dell’occupazione in Cisgiordania. Spesso vere e proprie cellule terroristiche che condividono un’ideologia messianica, come dimostrano i documenti raccolti dallo ShinBet sul caso di Douma.
Iraq. Il 2015 in Kurdistan, e i soliti vecchi problemi
Per quanto il Kurdistan iracheno resti relativamente sicuro, dopo il 2015 gli altri aggettivi che la regione ha sempre usato per descriversi – prospera, in pieno boom economico, democratica – non sono più attuali.
La Colonia in sé e la Colonia in te
Smettiamo di sentirci superiori. Non abbiamo niente da insegnare a chi arriva qui. Tra il nostro mondo e il loro c’è solo una fragile barriera, perché in fondo si pensa che la libertà delle donne sia già troppa. Il punto di vista di Giulia Blasi (che ci sentiamo di condividere).
Tunisia. Gli invisibili di Choucha
Vite sospese, attaccate ad un filo sottile di speranza di riafferrare le redini della propria esistenza.
Sono passati quattro lunghi anni da quando lo scoppio della guerra in Libia ha obbligato moltissime persone, di circa 22 nazionalità, a cercare rifugio in Tunisia.
Siria. Tra caos e speranza
Dopo l’iniziale indifferenza intorno al processo iniziato a Vienna ed il cauto ottimismo per l’incontro delle opposizioni a Riad, la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU votata il 18 dicembre a New York è una nuova doccia fredda per i siriani.
Iraq. Lalish, il luogo della speranza
Viaggio a Lalish, tra i luoghi più sacri nella credenza del popolo ezida, nascosto tra le montagne di Dohuk, nel Kurdistan iracheno.
“Mi raccomando, domani metti dei calzini pesanti. Farà freddo e… beh il resto è una sorpresa”.
La Tunisia in guerra contro la gioventù rivoluzionaria
Nei giorni in cui ricorre il 5° anniversario della rivoluzione, torniamo in Tunisia. Dove le storie comuni ci raccontano di soprusi quotidiani, negazione della dignità, perdita di speranze. E di un concetto di cittadinanza rivendicato nelle piazze ancora tutto da costruire.
Iraq. La battaglia di Ramadi
L’esercito iracheno tenta la riconquista della città, anche a colpi di propaganda. Un’operazione in grande stile, iniziata almeno 10 giorni fa, ma che viene raccontata in queste ore. Perché il governo ha bisogno di dare un segnale di esistenza in vita.
Palestina. Oslo, andata e ritorno
Analizzare il processo innescato dagli Accordi di Oslo è un punto di partenza fondamentale per comprendere quanto sta accadendo, in queste ore, in Palestina. L’analisi di Mjriam Abu Samra tradotta da Osservatorio Iraq.
“Se falliamo nel difendere la nostra causa dovremmo cambiare i difensori non la causa” (Ghassan Kanafani).
Iraq. Sinjar, quale liberazione?
La liberazione della città è più complessa di come è stata raccontata. La realtà sul campo, i timori della gente, gli interessi delle parti coinvolte e la fragilità dello Stato mostrano un caos da cui sembra impossibile uscire.
Israele. Netanyahu e la “nazificazione” dei palestinesi
La recente manipolazione messa in atto da Netanyahu è parte di una lunga storia di utilizzo dell’Olocausto per legittimare violenza coloniale e repressione. L’analisi di Nicola Perugini e Neve Gordon.
Turchia. Erdogan e il senso del potere
Netta affermazione del presidente uscente alle ultime elezioni. Che può governare da solo, come aveva sempre voluto.
Egitto. La manna dal cielo del petrolio mediterraneo
Egitto. La manna dal cielo del petrolio mediterraneo
La questione energetica rappresenta la grande sfida per il colosso demografico egiziano, assediato da carenza di acqua ed energia.05 Dicembre 2015di: Leonardo Giansanti
Bahrein. Londra chiama, Manama risponde
A quasi 5 anni dalla convocazione della prima “Giornata della Collera”, la Primavera bahreinita non sembra ancora essere finita. Ad inizio novembre la piccola Monarchia del Golfo è tornata ad ospitare una serie di proteste che hanno infiammato le strade di Manama per quasi una settimana.
Lesbo. Accoglienza e nostalgia
Sono uomini e donne in cammino, che lasciano tutto in cerca di un approdo sicuro. Guardano l’orizzonte che si chiama Europa e non si fermano mai. Eppure, la cosa più difficile da raccontare non è la morte o la guerra. Ma la nostalgia.
Iraq. L’Europa: il sogno o la morte
Ameer, Maha, Shamiran sono soltanto alcuni delle migliaia di iracheni e siriani che stanno lasciando il paese per ricominciare una nuova vita. Volti, sogni, lauree e ragioni diverse, dietro numeri che non si conoscono e traumi di cui Daesh è responsabile solo in parte.
Palestina. In morte di un numero
Questo non è un articolo. Non è equidistante, non è imparziale, non è neutrale. Racconta una storia. La storia di Hashem al-Azzeh, numero 48, ucciso a Hebron dopo una vita passata a resistere.
di Cecilia Dalla Negra
Palestina. In morte di un numero
Questo non è un articolo. Non è equidistante, non è imparziale, non è neutrale. Racconta una storia. La storia di Hashem al-Azzeh, numero 48, ucciso a Hebron dopo una vita passata a resistere.
di Cecilia Dalla Negra
Palestina. In morte di un numero
Questo non è un articolo. Non è equidistante, non è imparziale, non è neutrale. Racconta una storia. La storia di Hashem al-Azzeh, numero 48, ucciso a Hebron dopo una vita passata a resistere.
di Cecilia Dalla Negra
Palestina. La generazione dei ribelli scomodi
“Mentre i commentatori discutono sulla probabilità di una Terza Intifada in Palestina, una nuova generazione di palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania è venuta alla luce. Sono consapevoli che i coltelli e le pietre non possono liberare la Palestina. Ma sanno anche che la liberazione non arriverà attraverso inutili colloqui di pace”. L’analisi di Budour Hassan.
Palestina. La generazione dei ribelli scomodi
“Mentre i commentatori discutono sulla probabilità di una Terza Intifada in Palestina, una nuova generazione di palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania è venuta alla luce. Sono consapevoli che i coltelli e le pietre non possono liberare la Palestina. Ma sanno anche che la liberazione non arriverà attraverso inutili colloqui di pace”. L’analisi di Budour Hassan.
Palestina. Riconquistare dignità, ad ogni costo
Quelli che Netanyahu chiama “terroristi” sono giovani nati dopo gli Accordi di Oslo, cresciuti con il fallimento del “processo di pace”, nella frustrazione e nell’umiliazione permanenti. Dalle ideologie e dagli slogan inefficaci sono passati alla riconquista della dignità calpestata. A qualsiasi prezzo.
Palestina. Riconquistare dignità, ad ogni costo
Quelli che Netanyahu chiama “terroristi” sono giovani nati dopo gli Accordi di Oslo, cresciuti con il fallimento del “processo di pace”, nella frustrazione e nell’umiliazione permanenti. Dalle ideologie e dagli slogan inefficaci sono passati alla riconquista della dignità calpestata. A qualsiasi prezzo.
Iran. Il sordido realismo di “Taxi Teheran”
Passeggeri e spettatori diventano una sola cosa nel nuovo lavoro di Jafar Pahani. Che torna a sfidare la censura iraniana nel suo “Taxi Teheran”, con cui ci porta in giro per le strade della città riprendendo dal cruscotto di un’auto.
Palestina. La generazione dei ribelli scomodi
Mentre gli analisti si dividono per capire se ciò che sta accadendo in Palestina sia una Terza Intifada, una nuova generazione scende in piazza. Con una rabbia che ha sempre covato sotto la superficie, aspettando di erompere da un momento all’altro. La questione è sempre e solo stata “quando”. L’analisi di Budour Hassan.
Libia. Accordi in corso (con ogni mezzo necessario)
Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre l’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Libia ha annunciato il raggiungimento di un’intesa tra le delegazioni libiche per la formazione del nuovo governo di unità nazionale, che adesso dovrà passare al vaglio dei due parlamenti rivali di Tobruk e Tripoli per l’approvazione, entro il 20 ottobre.
Kurdistan iracheno. E’ “colpo di stato”?
Nel Kurdistan iracheno il partito al potere ha bloccato l’intero sistema politico. Come si spiega questo nel caso di una regione, spesso considerata come un “altro Iraq” per la sua stabilità e prosperità?
Egitto. Un voto non fa democrazia
Le elezioni per il nuovo Parlamento egiziano sono iniziate sabato scorso. Ma nonostante l’apparente struttura democratica, repressione, intidimidazioni e sistemi di esclusione hanno la meglio. Uno sguardo d’insieme a poche ore dai primi risultati.
Iraq. L’Europa: il sogno o la morte
Ameer, Maha, Shamiran sono soltanto alcuni delle migliaia di iracheni e siriani che stanno lasciando il paese per ricominciare una nuova vita. Volti, sogni, lauree e ragioni diverse, dietro numeri che non si conoscono e traumi di cui Daesh è responsabile solo in parte.
Kurdistan iracheno. E’ “colpo di stato”?
Nel Kurdistan iracheno il partito al potere ha bloccato l’intero sistema politico. Come si spiega questo nel caso di una regione spesso considerata come un “altro Iraq” per la sua stabilità e prosperità? L’analisi del sito iracheno indipendente Niqash tradotta da Osservatorio Iraq.
Barghouti: “L’ultimo giorno di Occupazione sarà il primo giorno di Pace”
Dalla cella in cui è rinchiuso in un carcere israeliano Marwan Barghouti invia una lettera aperta al suo popolo: “L’ultimo giorno di Occupazione sarà il primo giorno di pace”, scrive. La traduzione in italiano a cura di AssoPace Palestina*.
Barghouti: “L’ultimo giorno di Occupazione sarà il primo giorno di Pace”
“Nessun popolo della terra accetterebbe di convivere con l’oppressione. È nella natura dell’uomo anelare alla libertà, lottare per la libertà, sacrificarsi per la libertà”. Lo storico leader palestinese scrive una lettera al suo popolo dal carcere israeliano in cui è rinchiuso. La traduzione in italiano di AssoPace Palestina.
Barghouti: “L’ultimo giorno di Occupazione sarà il primo giorno di Pace”
Dalla cella in cui è rinchiuso in un carcere israeliano Marwan Barghouti invia una lettera aperta al suo popolo: “L’ultimo giorno di Occupazione sarà il primo giorno di pace”, scrive. La traduzione in italiano a cura di AssoPace Palestina*.
Palestina. L’Intifada e il suo significato
Com’era difficile prevedere la durata della rivolta nel 1987 e nel 2000, lo è ancora oggi. Ma in totale assenza di quadri politici di riferimento, ai palestinesi non resta che continuare ad opporsi a occupazione e colonizzazione.
Palestina. L’Intifada e il suo significato
Com’era difficile prevedere la durata della rivolta nel 1987 e nel 2000, lo è ancora oggi. Ma in totale assenza di quadri politici di riferimento, ai palestinesi non resta che continuare ad opporsi a occupazione e colonizzazione.
Kurdistan iracheno. E’ “Colpo di stato”?
Nel Kurdistan iracheno il partito al potere ha bloccato l’intero sistema politico. Come si spiega questo nel caso di una regione, spesso considerata come un “altro Iraq” per la sua stabilità e prosperità? L’analisi del sito iracheno indipendente Niqash tradotta da Osservatorio Iraq.
TTFF: alla scoperta del mondo attraverso il cinema
Siria. #FreeBassel, prigioniero nelle carceri del regime
Bassel Safadi è un attivista siriano che ha commesso un crimine imperdonabile per il regime di Damasco: diffondere informazioni, scrivere articoli, contribuire alla libera circolazione del sapere. Per salvargli la vita è stata lanciata una campagna internazionale. Che parla di lui, e di altre migliaia di detenuti nelle carceri siriane.
Speciale Iraq/ Costruire normalità, cercare pace
Si chiude nonostante le difficoltà il Forum Sociale Iracheno. Due autobombe e una tempesta di sabbia non hanno fermato l’energia contagiosa dei tanti volontari impegnati nella costruzione di un altro Iraq.
Speciale Iraq/ Qualcosa di diverso
“E’ un filo sottile quello su cui ci muoviamo, tra la speranza e la voglia di mollare. Ma domani saremo ancora qui, e oggi pomeriggio saremo in piazza”. Dopo il primo giorno di lavori, il Forum Sociale Iracheno si ferma momentaneamente. Da Baghdad, il racconto di Osservatorio Iraq.
Speciale Iraq/ “Benvenuti nella città della pace”
Al via oggi il Forum Sociale Iracheno per la Pace e la Coesistenza, in cui attivisti da tutto il paese si confronteranno sulla costruzione di un altro Iraq, ancora possibile. Anche noi di OssIraq siamo arrivati a Baghdad: la città della pace, che vuole sfidare la paura.
Ero in un sogno chiamato Egitto…
Da fiore all’occhiello del rilancio economico dell’Egitto, il Sinai si è trasformato in un cimitero di costruzioni abbandonate, mai terminate, di strade interrotte e di scheletri di ombrelloni che appaiono simili a giganteschi ragni posti a guardia di stabilimenti fantasma. Il progetto fotografico di Andrea&Magda.
Siria. Tutti gli uomini del presidente
“Asad deve rimanere, è il male minore” è un coro quasi unanime che si alza dallo scacchiere internazionale. Ma come si può pensare che chi ha ridotto un paese in macerie sia ora responsabile per la sua pacificazione?
Verso il Social Forum, la voce agli iracheni
“E’ vero che i leader politici e religiosi provano a ‘rubare’ la scena, ma la gente in strada continua a mostrare solo la bandiera irachena, e non di partito”. Murad, Salam, Dina, Noof, Ismaeel, dicono la loro sulle proteste di piazza, e parlano di un altro Iraq. Che è sempre esistito.
Tunisia. Il processo della vergogna
Un giovane di 22 viene condannato per omosessualità: succede nella Tunisia post-rivoluzionaria, in cui la nuova Costituzione “modernista” non tutela i cittadini, ma delega alla polizia poteri incontrollabili. Per la comunità LGBT la battaglia è ancora lunga.
Ninive: alla scoperta della bellezza
Viaggio a Khinis, con un team di archeologi italiani, per continuare la scoperta dell’altro Iraq.
Tunisia. Ritorno a Sidi Bouzid
Ritorno a Sidi Bouzid, dove nacque la Rivoluzione tunisina del 2011. Tra sconforto, crisi economica e rassegnazione, viaggio in un Governatorato dove resiste la speranza.
Libia. Un paese al bivio
Alla soglia del rush finale per la creazione di un governo di unità nazionale che garantisca stabilità in Libia, i governi rivali di Tobruk e Tripoli sembrano aver raggiunto un consenso sulle ultime modifiche apportate al testo dell’accordo, che dovrebbe essere ratificato dai due Parlamenti entro il 20 settembre.
Al Festival di Internazionale scrittori iracheni e vignettisti arabi
Ci sarà anche l’Iraq al prossimo Festival di Internazionale a Ferrara. Quello dei libri Hassan Blasim, Ahmad Saadawi e Inaam Kachachi, accanto ad alcuni vignettisti da Tunisia, Sudan e Siria.
Iraq. “Save the last drop”, a Roma un evento sull’acqua
“Save the last drop – Frontiere di resistenza tra Kurdistan e Iraq: diritto all’acqua, al lavoro, alla pace” è il titolo dell’iniziativa organizzata da Un ponte per… il 22 settembre. Per parlare di un Iraq che non fa notizia, in cui la società civile si batte per proteggere i suoi fiumi, rivendicare diritti, resistere a Daesh.
La sinistra e la rivoluzione siriana
L’ottica interpretativa della sinistra sulla Siria ha perso di vista la centralità del conflitto economico-sociale per privilegiare a torto un’impostazione “anti-imperialista”. L’analisi dell’intellettuale palestinese Salama Kila.
“Distance from home”: le rotte dei migranti diventano musica
E’ possibile racchiudere 37 anni di fughe e migrazioni in meno di tre minuti? Brian Foo, giovane artista e programmatore di New York, ha avuto subito le idee chiare in merito.
Iraq. La piazza non molla, e si organizza
Al settimo venerdì consecutivo la popolazione irachena scende di nuovo in strada, in massa. Per chiedere che le riforme entrino in vigore, invocando le dimissioni del Primo ministro. E per organizzarsi.
Tunisia. Espulsione di migranti alla frontiera algerina
Detenuti al Cento di accoglienza e orientamento di Ouardhya per 9 giorni tra la fine di agosto e i primi di settembre, un gruppo di migranti si ritrova espulso e abbandonato alla frontiera algerina dalle autorità tunisine. L’inchiesta di Inkyfada.
Egitto. La ‘Fast and Furious’ dei cavalli di al-Khayala
E’ domenica sera su via al-Khayala e un uomo a bordo del suo carretto gira improvvisamente il capo per dare un’occhiata alle auto che, a grande velocità, gli sfrecciano accanto. Ferma il cavallo, seppur a fatica per via dell’andatura sostenuta, e si colloca sul ciglio del strada permettendo agli impazienti automobilisti di superarlo.
Perché gli iracheni scendono in piazza
“Daesh è solo un risultato, non la causa. I mali dell’Iraq sono altri, e le proteste di questi giorni lo stanno dimostrando”. Ecco cosa succede nel paese, dove la popolazione chiede servizi, giustizia sociale e trasparenza della politica.
Sono scesi in piazza anche sabato gli iracheni – giovani e non – donne – tante – nelle strade di Baghdad, Najaf, Bassora. Solo per citare le principali, di città.
Il coraggio delle donne ezide
Un anno fa migliaia di ezidi sono stati massacrati, altri rapiti dalla folle brutalità di Isis. Molti però hanno trovato riparo anche se certe ferite è dura rimarginarle. Degli Ezidi si sa poco perché poco è stato raccontato. Oggisi sono dati appuntamento a Lalish (e non sono solo) per ricordare chi non c’è più.
Palestina. “Gaza Writes Back”, o della la scrittura come atto di vita
“Gli esseri umani vivono la guerra allo stesso modo”, scrive Refaat Alareer nella sua introduzione della raccolta di racconti “Gaza writes back”, da poco tradotta in italiano e edita da Lorusso Editore.
Palestina. “Gaza Writes Back”, o della la scrittura come atto di vita
“Gli esseri umani vivono la guerra allo stesso modo”, scrive Refaat Alareer nella sua introduzione della raccolta di racconti “Gaza writes back”, da poco tradotta in italiano e edita da Lorusso Editore.
Tunisia. “Nessuna sicurezza senza giustizia sociale”
“Il target geostrategico del terrorismo è cambiato, e oggi colpisce la società civile. Ma la responsabilità resta del governo e delle istituzioni: non è una transizione democratica quella che stiamo attraversando, solo una trasformazione sociale”. Intervista a Meriem Bribri, attivista del Comitato di sostegno ai martiri della Rivoluzione.
Tunisia. “Nessuna sicurezza senza giustizia sociale”
“Il target geostrategico del terrorismo è cambiato, e oggi colpisce la società civile. Ma la responsabilità resta del governo e delle istituzioni: non è una transizione democratica quella che stiamo attraversando, solo una trasformazione sociale”. Intervista a Meriem Bribri, attivista del Comitato di sostegno ai martiri della Rivoluzione.
Tunisia. “Siamo schiacciati tra due mostri: lo Stato e Daesh”
Intervista a Henda Chennaoui, tra le più popolari blogger tunisine, sull’attentato che il 26 giugno scorso ha colpito Sousse. E sugli esiti della Rivoluzione del 2011.
Tunisia. “Siamo schiacciati tra due mostri: lo Stato e Daesh”
Intervista a Henda Chennaoui, tra le più popolari blogger tunisine, sull’attentato che il 26 giugno scorso ha colpito Sousse. E sugli esiti della Rivoluzione del 2011.
Buone vacanze
Osservatorio Iraq si ferma per un po’. Con un “ma”, e qualche consiglio di lettura.
Care lettrici, care lettori,
un altro anno è passato, e il lavoro per la redazione di Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa è stato come sempre intenso, il più possibile analitico e continuo, interamente volontario.
Buone vacanze
Osservatorio Iraq si ferma per un po’. Con un “ma”, e qualche consiglio di lettura.
Care lettrici, care lettori,
un altro anno è passato, e il lavoro per la redazione di Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa è stato come sempre intenso, il più possibile analitico e continuo, interamente volontario.
Palestina. Gaza e l’industria israeliana della violenza
“Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi si sono trasformati da obiettivi militari a cavie da laboratorio per testare tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono massicci profitti all’industria israeliana della violenza. Ma nell’inversione di termini dominante guerra è pace. E Palestina diventa Israele”.
Palestina. Gaza e l’industria israeliana della violenza
“Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi si sono trasformati da obiettivi militari a cavie da laboratorio per testare tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono massicci profitti all’industria israeliana della violenza. Ma nell’inversione di termini dominante guerra è pace. E Palestina diventa Israele”.
Iran. Il giorno dell’accordo
Dopo una trattativa estenuante, si chiude un dossier internazionale che ha impegnato la diplomazia mondiale per anni.
Iran. Il giorno dell’accordo
Dopo una trattativa estenuante, si chiude un dossier internazionale che ha impegnato la diplomazia mondiale per anni.
Libia. La speranza di risorgere dalle proprie ceneri
Lo scorso 12 luglio, nella città di Skhirat in Marocco, è stato firmato l’accordo di pace e di riconciliazione in Libia, dopo diversi tentativi di negoziazione iniziati in Svizzera e passati per lo Stato libico.
Speciale Tunisi. Tutto quello che c’è da dire
Disinformazione, strumentalizzazione, semplificazione: è questo il quadro quando parliamo di terrorismo, democrazia, sicurezza. Anche per quanto riguarda l’attentato che ha colpito la Tunisia. Lo speciale di Osservatorio Iraq.
Da Tunisi a Lione, il “venerdì nero” di Daesh
Quello che è già stato ribattezzato come il “black friday” ha visto un susseguirsi di attacchi sanguinari che hanno colpito diversi paesi in tre continenti, causando la morte di più di 100 persone. Era il 26 giugno, e tutto cominciava alle 10 del mattino.
Da Tunisi a Lione, il “venerdì nero” di Daesh
Quello che è già stato ribattezzato come il “black friday” ha visto un susseguirsi di attacchi sanguinari che hanno colpito diversi paesi in tre continenti, causando la morte di più di 100 persone. Era il 26 giugno, e tutto cominciava alle 10 del mattino.
Speciale Tunisi. Tutto quello che c’è da dire
Disinformazione, strumentalizzazione, semplificazione: è questo il quadro quando parliamo di terrorismo, democrazia, sicurezza. Anche per quanto riguarda l’attentato che ha colpito la Tunisia. Lo speciale di Osservatorio Iraq.
La Tunisia e il miraggio del turismo: di falsi miti non si campa
Se considerare il turismo come settore chiave dell’economia tunisina è un falso mito, le politiche governative per sostenerlo sono da 50 anni insostenibili. A pochi giorni dall’attacco di Sousse, ecco che il ministero del Turismo annuncia nuove misure per rilanciare il settore. Fallimentari a priori, diseguali e ingiuste.
La Tunisia e il miraggio del turismo: di falsi miti non si campa
Se considerare il turismo come settore chiave dell’economia tunisina è un falso mito, le politiche governative per sostenerlo sono da 50 anni insostenibili. A pochi giorni dall’attacco di Sousse, ecco che il ministero del Turismo annuncia nuove misure per rilanciare il settore. Fallimentari a priori, diseguali e ingiuste.
Kuwait. L’attentato del “black friday” e la risposta popolare
L’obiettivo del kamikaze che il 26 giugno ha colpito la grande moschea di Medinat-al-Kuwait non era solo l’uccisione del maggior numero possibile di fedeli aderenti allo sciismo.
Tunisia. “L’attacco di Sousse? Colpa delle istituzioni”
Assenza di programmi politici seri, risposte securitarie, eredità del vecchio regime: sono questi alcuni degli elementi che hanno portato all’attacco di Sousse del 26 giugno scorso. Intervista a Kais Zriba, giornalista di “Inkyfada”.
Tunisia. “Invece di rimpiangere il passato pensiamo a costruire il futuro”
“Possono chiudere tutte le moschee della Tunisia, ma non è così che sconfiggeranno il terrorismo. E non impediranno ai giovani di avvicinarsi all’estremismo impedendogli di lasciare il paese”. Intervista a Lina Ben Mhenni.
Iraq. Mosul, “l’inferno delle donne”
“Molti in Occidente credono che la popolazione di Mosul abbia accolto Isis a braccia aperte. Non è affatto vero.
Turchia. Elezioni, dalle urne una società più plurale
“Senza la sinistra, la società civile laica critica, l’HDP non ce l’avrebbe mai fatta, ed é stata questa a consentirgli di dire no all’autoritarismo e sì alla difesa delle minoranze e all’eterogeneità della Turchia.” Con un’intervista a Lea Nocera Osservatorio Iraq commenta le recenti elezioni legislative in Turchia.
Sulaiman, la storia di un popolo in fuga
“Il problema é sapere cosa ne sarà di noi. A Sinjar non torneremo, sicuramente non quest’anno. Lasciareillegalmente il paese é troppo rischioso, significa avvicinarsi di più alla morte, con un futuro ancora più incerto.” Il racconto di Sulaiman, a un anno dalla fuga di milioni di persone in Iraq.
Scandalo Fifa, quando il calcio è geopolitica
Guerra fredda. Conflitto israelo-palestinese. Dispute mediorientali all’interno del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg). Multinazionali e investimenti manovrati. E’ tutto fuorchè uno scandalo sportivo il ciclone giudiziario che sta travolgendo i vertici del calcio mondiale dopo le indagini e gli arresti disposti dall’agenzia federale americana nota come FBI nei confronti di dirigenti e collaboratori Fifa.
Iraq. “Il paese in preda a una spirale di violenza settaria”
La denuncia di Amnesty International, che pubblica una mappa interattiva e un rinnovato appello affinchè la crisi umanitaria venga risolta: “Ad un anno dall’assalto di Daesh, l’Iraq e’ in preda a una spirale di violenza settaria”.
Radiodervish. Al caffè di Gerusalemme sulle tracce degli hakawati
Un album meraviglioso, capace di trascinare l’ascoltatore in una Città Santa visionaria, dalle mille facce, sempre in bilico tra il sogno e la realtà.
Vivere sotto Daesh: testimonianze di resistenza da Iraq e Siria
A Roma una settimana di incontri e appuntamenti con due attivisti in arrivo da Iraq e Siria: l’iniziativa di Un ponte per… per dare voce a una società civile che resiste all’avanzata di Daesh.
I palestinesi e il dilemma della solidarietà
“Per quanto molti attivisti siano sinceri nel loro sostegno alla causa, resta la preoccupazione della ‘solidarietà turistica’ per la quale gli occidentali sono stati particolarmente portati nel corso del XX secolo: sui principi che guidano il supporto alla lotta di liberazione ci dovrebbe essere chiarezza, e nessun compromesso possibile”.
Egitto. Vestirsi da uomo per sopravvivere al patriarcato
La storia di Sisa Abo Daooh, che per oltre 40 si è travestita da uomo per poter lavorare e mantenere la famiglia, è un esempio di caparbietà. Ma ricorda anche come in Egitto la disparità di genere sia una piaga ancora attuale.
Israele. La lotta anti-razzista degli ebrei etiopi (e le sue contraddizioni)
Si sa, non è facile essere palestinesi in uno “Stato ebraico”. Ma la rivolta degli ebrei etiopi ricorda che non basta appartenere a questa religione per non essere discriminati. E che, anche se ebrei, è meglio essere bianchi che neri in una società in cui il razzismo è istituzionalizzato”. L’analisi di Michel Warschawsky.
Tunisia. “Lang’art”, la prima scuola delle arti sotterranee
Nella capitale tunisina nasce un centro di formazione per le arti di strada, spazio interamente dedicato ad una nuova generazione di artisti emergenti.
Palestina. L’ostinazione dell’esistenza
Ritorno in Palestina, tra occupazione, colonie e resistenza. E l’essenza del “sumud”: l’ostinato resistere, come le radici degli alberi.
Da Gerusalemme a Betlemme, passando per il Muro
Siria. “Mi chiamo Basil, il principe delle api”
La storia di Basil Shehadeh spaventa anche dopo la sua morte. Perché Basil rappresenta una storia dimenticata, cancellata dal sangue di Aleppo, dalle bandiere nere. Rappresenta la Rivoluzione siriana, così come era nata, quando la gente per le strade cantava “il popolo siriano è uno”.
“Mi chiamo Basil, Basil Shehadeh, e vengo dalla Siria”
“E cosa significa “casa” per te?”
Iran. Se la terra trema “non ti preoccupare”
“I tubi tremano. L’aria si riempie di urla. Perdo l’equilibrio e finisco col culo sul prato. Mi metto a pancia in su. Apro le mani. Il cielo va e viene, io me ne sto stesa come un crocifisso”.
“Safar”: un viaggio verso Gaza di musica e parole
Il prossimo 5 giugno alla Casa Internazionale delle Donne di Roma il concerto di Helmi M’hadhbi e letture palestinesi in solidarietà con il progetto “Liutai a Gaza: la musica a lavoro contro la distruzione”.
Diario dall’altro Iraq/14. Sotto il sole iracheno
“Gli iracheni resistono. Non lo fanno scendendo in piazza, manifestando dissensi, infervorandosi politicamente. Svegliarsi, aprire gli occhi ogni mattina è l’atto di resistenza che più di ogni altro ha senso compiere”. Un nuovo racconto dall’altro Iraq da Stefano Nanni da Dohuk.
Guerra e (niente) pace per chi fugge verso l’Europa
La crisi siriana, quella irachena, l’assedio di Gaza, le guerre africane, stanno producendo milioni di profughi alle porte d’Europa. L’Ue propone linee guida, ma pensiamo davvero che senza una moratoria sulla vendita di armi, senza sforzi di pace e una politica di accoglienza condivisa sia possibile affrontare questa crisi?
Siria. Palmira, la tragedia vista da una siriana
“Palmira è in pericolo da due anni. Militarizzare le rovine archeologiche vuol dire esporre il sito al rischio di distruzione in caso di conflitto tra le parti belligeranti.” Parola di Eva Ziedan, attivista e archeologa siriana, intervistata da Gariwo*.
Libano. Le lavoratrici domestiche si mobilitano
Libano. Le lavoratrici domestiche si mobilitano
“Dentro questo edificio ci sono ragazze dentro che non hanno nemmeno il diritto di guardare cosa succede fuori.” La giornalista Rita Bassil per Orient XXI incontra Rose, la vice segretaria del sindacato d…
Ramadi, un’altra “facile” conquista nel caos iracheno.
La fuga delle forze speciali, il non intervento della coalizione internazionale, le milizie sciite e gli scontri interni curdi. Ramadi cade, altre migliaia di persone in fuga, fiducia ai minimi termini. Cosa succede in Iraq, dal nostro Stefano Nanni da Dohuk.
Iraq. L’assenza dello Stato e il potere delle tribù
Di fronte all’assenza dello Stato e allo smantellamento delle istituzioni in seguito all’invasione statunitense del 2003, sono le tribù il vero ago della bilancia rispetto all’avanzata di Daesh. Tornare a considerarsi iracheni prima di considerare appartenenze tribali e religiose potrebbe essere la vera battaglia da combattere. L’analisi di OrientXXI.
I muri di Tunisi
Sappiamo tutto di ciò che l’Occidente pensa della rivoluzione tunisina od egiziana, ma continuiamo a ignorare il punto dei veri protagonisti di questi processi, i popoli stessi. Il libro di Luce Lacquaniti viene in nostro soccorso.
Turchia. Arrestata la cantante curda Nûdem Durak
Condannata a 10 anni di carcere “per aver cantato e insegnato ai bambini canti in lingua curda”, la musicista è stata infine arrestata dalle autorità turche, tra lo sgomento della sua comunità e dell’opinione pubblica.
Il suo caso pone un altro grande punto interrogativo sul delicato processo di pace tra lo stato turco e gli oltre 15 milioni di curdi che vivono nel paese.
Chi scappa muore. Rifugiati e sfollati sotto attacco nello Yemen
E’ il più povero fra i paesi arabi, al 152° posto nell’Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Eppure ospita quasi 250mila rifugiati, in gran parte somali. Un numero tre volte superiore a quello dell’Italia, a fronte di una popolazione di 24 milioni di persone e di una quotidianità durissima, segnata dalla fame e dalle violenze di un conflitto senza regole che, dall’inizio del 2015, ha rimesso in moto le fughe via mare.
“Visioni oltre il muro”. torna Yalla Shebab.
Cinema, libri, incontri, mostre, musica, cucina. Dal 12 al 15 torna per la sua quarta edizione a Lecce lo Yalla Shebab Film Festival, l’unico evento europeo dedicato ai giovani e al fermento cuturale e sociale che attraversa il mondo arabo. Quest’anno la protagonista sarà la Palestina.
La Siria, il Libano e il gioco degli Asad
Il gioco di Hafez al Asad ha ora raggiunto la sua logica fine, ed ecco che la Siria si dissolve trasformandosi in un protettorato iraniano e nell’arena di un selvaggio conflitto regionale. Tutto ciò fa sembrare la guerra civile libanese un preludio o un semplice allenamento per la guerra in atto in Siria.
Nakba: la catastrofe che continua
Scontri e proteste hanno segnato la rituale celebrazione della Nakba, “la catastrofe” costata il 15 maggio 1948 l’espulsione di massa e la deportazione di circa ottocento mila palestinesi dalle proprie case, villaggi e città.
Iraq. “Abbiamo in mano solo una penna”
“Se usiamo lo stesso linguaggio di guerra che domina la narrazione sul nostro paese, posso dire che abbiamo un esercito di giovani che scriveranno un futuro migliore. Con una penna”. Intervista a Rashid al-Khayun, intellettuale iracheno.
Tunisia. Verità per Chourabi e Guetari
Tra silenzi e smentite, il governo di Tunisi tace sul destino di Sofiene Chourabi e Nadhir Guetari, i due giornalisti rapiti – e probabilmente uccisi – in Libia nel settembre scorso. Ma amici e parenti delle vittime non ci stanno, e lanciano presidi e petizioni per reclamare la verità.
Siria. Il “re dei re” della Ghouta lancia la sfida a Daesh
Un video di 20 minuti mostra una grande piazza d’armi in cui sfilano 1.700 combattenti, divisi in battaglioni specializzati. A parlare con toni retorici è Zahran Alloush, leader di Jaish al Islam, in un atto di propaganda che dimostra di competere con le abilità dello Stato Islamico.
“Dolce Primavera”. Vita morte e miracoli di Ein al-Helweh
Il regista Mahdi Fleifel ci porta nella vita intima dei personaggi del campo libanese. Per farci cogliere tra le pieghe dell’abitudine, dei piccoli gesti di ogni giorno, un “miracolo ignorato”: andare avanti, nonostante tutto.
Iraq. La società civile che difende la cultura
La società civile irachena lancia una campagna per salvare il patrimonio culturale dell’Iraq: “La condanna dei crimini di Daesh non basta. Abbiamo davanti una sfida che ci riguarda tutti”, scrivono. Ecco il testo del loro appello.
Sahara. Una nuova generazione di attivisti
Stretti tra governi che li discriminano e vecchi movimenti nei quali non si riconoscono più, i giovani sahrawi stanno emergendo con nuove forme di rivendicazione. Una giovane generazione di attivisti si sta facendo spazio.
Zarzis. Dove “il sole splende tutto l’anno”
Un intenso reportage narrativo che guida alla scoperta della Tunisia, mettendoci di fronte al dramma della migrazione, raccontata per la prima volta attraverso gli occhi dei giovani. E’ “Il sole splende tutto l’anno a Zarzis” di Marta Bellingreri.
Marta è la protagonista e la voce narrante del romanzo “Il sole splende tutto l’anno a Zarzis” (Navarra editore, 2014. Prefazione di Gabriele Del Grande).
Palestina. L’oud di M’Hadhbi per Gaza
Il musicista tunisino Helmi M’Hadhbi si esibirà in un concerto a Roma il prossimo 7 maggio per sostenere il progetto “Liutai a Gaza”. Un’iniziativa di “CulturaE’Libertà”.
Uno straordinario concerto di musica araba si terrà nel suggestivo spazio del Centro Baobab a Roma, la sera del 7 maggio, alle 21.
Ne sarà protagonista Helmi M’hadhbi, suonatore tunisino di oud.
Perché all’Italia non interessa degli italiani assassinati dai droni
Vittime collaterali, inconsapevoli e innocenti, dell’ennesimo atto di una guerra unilaterale. Niente più eserciti contro eserciti, solo killer-robot contro uomini, donne, bambini.
Voci dal Sinjar. La storia di Yasmin
Padre Gabriel Waheed Kokes Tooma (Abuna Jibra’il) è priore del monastero di Deve Maria ad al-Qosh, nel nord dell’Iraq. Qui centinaia di persone sfollate, in fuga dalle violenze di Daesh, hanno trovato rifugio a partire dalla scorsa estate. Ancora oggi fa il possibile per aiutarle e ha iniziato a raccogliere testimonianze perché di questa crisi resti memoria. Ecco la storia di Yasmin.
La bellezza invisibile dell’Iraq
Alla prossima edizione della Biennale di Venezia anche un padiglione dedicato all’Iraq. La cui bellezza rischia di sparire tra le pieghe di una cronaca fatta di sola violenza.
“La bellezza invisibile è una membrana fragile che registra le oscillazioni di una pratica artistica permeata dall’attuale condizione del paese e dello stato delle arti“. (Philippe Van Cauteren*)
Iraq. Raccontare con umanità
“E’ sicuramente difficile essere indipendenti in Iraq. Si rischia anche la vita, ma puoi farlo, sei libero di sceglierlo. Ad un costo, però: serve tempo e la consapevolezza che i risultati non arriveranno presto”. Incontro con Rawsht Twana, fotogiornalista curdo iracheno di Metrography.
25 aprile: un nuovo patto di solidarietà necessario
La vera risposta all’instabilità libica, alla mafia dei barconi, alla crisi economica e alla ricerca di una vita migliore per siriani o subsahariani è che l’Italia scriva un nuovo patto di solidarietà. Dimostrando di conoscere la sua storia, fatta di migranti e viaggiatori. Festeggiare il 25 aprile oggi è l’orgoglio di essere figli di emigrati, cittadini di un paese che le contaminazioni hanno reso più ricco.
Capire il Medio Oriente. A Torino torna TOMidEast
Approda a Torino per la sua seconda edizione la scuola estiva ‘Understanding the Middle East. The Transformation of Contentious Politics’. Dal 29 giugno al 3 luglio del 2015 studiosi di Medio Oriente si ritroveranno al Campus Luigi Einaudi per parlare delle trasformazioni in corso nella regione medio orientale.
Migrazione e asilo ai tempi dell’esternalizzazione
Dopo l’ennesima strage del Mediterraneo le migrazioni sono tornate al centro del dibattito pubblico. Entrambe le rive hanno iniziato ad essere inquadrate nella cornice della “Fortezza europa”. Ma come si posizionano i paesi della sponda sud?
Iraq. Sentenze sul passato, tragedie del presente
La paura di prendere il taxi. La morte di Izzat Ibrahim al-Douri e i documenti della CIA. La sentenza sulla Blackwater, l’attentato ad Ainkawa e giornalisti in fuga. Cronache di ordinaria e complessa violenza in Iraq.
Yarmouk, lo Stato Islamico e le divisioni palestinesi
Con il sostegno di Jabhat al-Nusra, Daesh è entrata nel campo di Yarmuok, in Siria. I partiti palestinesi sono divisi sulla strategia da adottare, e il conflitto siriano diventa intra-palestinese.
Siria. La Ghouta, le finte tregue e la società civile vicina agli orfani
L’invasione del campo profughi palestinese di Yarmouk, nella periferia di Damasco, da parte di Daesh (ISIS) ha riacceso la luce su una delle parti più drammatiche della crisi siriana: la vita sotto assedio di tanti sobborghi nei dintorni della capitale, una realtà che rischia di tornare nell’oscurità con l’uscita di Daesh dal campo.
Libano. Una tregua, non una pace
Nel 40° anniversario della guerra civile in Libano vale la pena di chiedersi se il periodo di relativa pace dal 1990 in poi sia stato semplicemente una preparazione per il prossimo round di violenza.
Tunisia. Prove di autoritarismo dopo l’attentato del Bardo
Un nuovo rapporto di HRW definisce “pericolosa” per i diritti umani e le libertà personali e collettive la nuova legislazione anti-terrorismo al vaglio del Parlamento tunisino. Sull’onda dell’attacco del Bardo, il rischio è la limitazione delle libertà individuali e collettive.
Reportage dall’Iraq. Un paese che continua a resistere
Giovedì 23 aprile a Torino, con Lucia Goracci e Laura Silvia Battaglia, si parla di un paese che continua a sperare e resistere. Tra gli ospiti anche noi di Osservatorio Iraq.
Global Week for Syria: di pace, di musica e di solidarietà
Un messaggio di pace al popolo siriano devastato dalla guerra, spesso relegato sullo sfondo dell’informazione e dei media, perché la sofferenza dei deboli “non fa notizia”.
N351DY: se la Difesa americana “assiste” la Tunisia
Un aereo americano scoperto a sorvolare il territorio tunisino da un sito di appassionati di aviazione infiamma il dibattito tunisino all’indomani dell’attacco del Bardo. Operazione di spionaggio clandestina o cooperazione militare con gli Stati Uniti? Un’inchiesta di Inkyfada che coinvolge anche l’Italia.
Afghanistan. La vita “sul filo” delle donne che difendono le donne
Ogni giorno subiscono violenze, minacce, uccisioni a causa del loro lavoro in difesa dei diritti e dell’educazione femminile, mentre il governo e le autorità non fanno nulla per difenderle. La denuncia arriva dall’ultimo rapporto di Amnesty International.
Iraq. Libri, non bombe
Imparare a costruire la pace a poche miglia da Mosul, controllata dallo Stato islamico (Daesh). Succede nella scuola superiore Dost, dove gli studenti hanno preso in considerazione un approccio diverso da tenere di fronte a una crisi che ha spinto l’Iraq fino a questo punto.
“Se ti chiami Mohamed”: memorie di migrazioni in una graphic novel
In una graphic novel dai tratti stilizzati si snoda l’esperienza della migrazione – e della difficile integrazione – dal Maghreb alla Francia del secondo dopoguerra. Arrivando fino a noi, in un intreccio di identità e problemi ancora attuale.
Gaza. Musica contro la distruzione
Continuano le iniziative musicali a sostegno del progetto “Liutai a Gaza” di CulturaELibertà. Il prossimo fine settimana due concerti per finanziare il laboratorio che Ramzi Aburedwan vuole aprire a Gaza, e conoscere la cultura palestinese.
Destina il tuo 5×1000 ad Un ponte per…
Tunisia. Spiegare la minaccia jihadista
Lo scenario tunisino è simile, eppure molto differente, da quello di altri paesi i cui regimi autoritari sono crollati nel 2011. Un’approfondita analisi della galassia jihadista dietro l’attacco del Bardo è necessaria, anche per evitare derive autoritarie.
Egitto. Morire di calcio
Di calcio, in Egitto, si può anche morire. E’ successo di nuovo l’8 febbraio scorso, quando 20 tifosi sono stati uccisi negli scontri con la polizia. Scene che riportano indietro il paese ai tragici eventi di Port Said e che riaprono il dibattito sul tentativo delle autorità di indebolire gli ultras, che hanno avuto un ruolo di primo piano nella rivoluzione del 2011.
Israele. Il voto che allontana la giustizia
A sorpresa Nethanyahu vince le elezioni in Israele, avviando il suo quarto mandato. Un voto che è stato soprattutto un referendum sulla sua persona, e che spinge sempre più a destra il paese, allontanando definitivamente ogni prospettiva di pace e giustizia per il popolo palestinese.
Le responsabilità dell’Occidente nella crisi yemenita
“Non devono esserci interventi stranieri per risolvere la crisi del mio paese. Noi, e solo noi, abbiamo il diritto e la libertà di scegliere i nostri leader”. Intervista a Noor Arabia, cyber-attivista e blogger yemenita.
“The Railway Diaries”: donne in viaggio sulla via della Seta
Il viaggio di un collettivo di giornaliste, in treno, lungo l’antica via della Seta. Per raccontare dal basso un percorso che per secoli è stato portatore di scambi culturali. Andando oltre lo stereotipo.
Siria. Voci dall’assedio di Yarmouk
“Siamo soli, ancora una volta. Ci hanno abbandonati tutti, come è successo a Sabra e Chatila e a Tal Al Zaatar “: è questo che ci raccontano i palestinesi del campo di Yarmouk, a Damasco.
“Siamo soli, ancora una volta”. Questa frase sconsolata, riferitaci da un operatore umanitario a lavoro nel campo di Yarmouk, riassume al meglio le impressioni che ci giungono parlando con la gente del campo.
Il terrore del Bardo e il circolo vizioso
Se continueremo a focalizzarci esclusivamente sui rischi di sicurezza posti dal terrorismo islamico e sulle possibili risposte militari, avremo perso il fulcro della questione. Siamo bloccati in un circolo vizioso nel quale capitalismo e democrazia si sono scambiati di ruolo. L’analisi di Gianluca Solera.
“Middle East Now”: il Medio Oriente è di scena
Al via l’8 aprile la VI edizione del Festival fiorentino dedicato alla cultura, al cinema e all’arte in Medio Oriente e Nord Africa. Sei giorni di film, musica, libri, cucina e dibattiti, a cui parteciperà anche Osservatorio Iraq.
Speciale Tunisi/ “La mia Siria dimenticata”
“Sostengo la lotta del popolo curdo in Rojava, ma mi chiedo per quale ragione della resistenza siriana non si parli. Il nostro obiettivo? Dimostrare che Daesh e Asad sono due facce della stessa medaglia”. Ya Basta Caminantes intervista Maria Al Abdeh, attivista siriana, in occasione del Forum Sociale Mondiale di Tunisi.
Speciale Tunisi/ “Giustizia sociale contro il terrorismo”
Intervista a Lina Ben Mhenni, attivista e citizen journalist, tra le voci più conosciute e popolari della rivoluzione del 2011.
Speciale Tunisi/ La voce dell’altro Iraq
Al Forum Sociale Mondiale di Tunisi anche un’ampia delegazione della società civile irachena. Che ha portato la voce dell'”altro Iraq”: quello che continua a scomparire dalle cronache, ma che ha più diritto di essere ascoltato. Due video-interviste.
Speciale Tunisi/ La solidarietà necessaria
Al FSM di Tunisi c’eravamo anche noi di OssIraq: per partecipare con i nostri contenuti, e cercare di raccontare i perché di una partecipazione che, nonostante tutto, è ancora necessaria.
Speciale Tunisi/ In marcia fino al Bardo per la libertà
Grande attesa per la manifestazione di apertura del Forum Sociale Mondiale 2015, che ha scelto di arrivare davanti al Museo del Bardo. E che si è svolta con grande partecipazione, sotto una pioggia battente.
Siria. Il regime è il responsabile della crisi di Yarmouk. E nessuno ne parla
Per un periodo ho vissuto a Yarmouk. È il più grande campo profughi palestinese di Siria, ospita circa 150.000 palestinesi così come decine di migliaia di siriani poveri e di rifugiati iracheni. Si trova a pochi chilometri a sud di Damasco e, fino a poco tempo fa, era uno dei centri della vita intellettuale e culturale della diaspora palestinese.
“Solidarietà per Kobane”: un utilizzo ideologico (e semplificato) delle informazioni
“Un’analisi del modo in cui la resistenza curda a Kobane viene semplificata e spesso riprodotta attraverso la lente ideologica: la solidarietà internazionale verso i curdi deve prescindere dall’identità etnica e valere per tutti i popoli che combattono l’oscurantismo sia esso laico, religioso o ideologico”, scrive Alberto Savioli.
Tunisi. Non un passo indietro
Il Forum Sociale Mondiale che sta per iniziare a Tunisi è la miglior risposta della società civile a violenza, odio e fondamentalismi. I ‘perché’ di una partecipazione necessaria.
La traccia di sangue che un piccolo manipolo di terroristi ha lasciato su Tunisi, e su tante famiglie di turisti da tutto il mondo, non ha scosso la determinazione dei movimenti sociali internazionali.
“Femminile palestinese”: a Salerno la Palestina delle donne
Prosegue il festival “Femminile Palestinese” organizzato da Maria Rosaria Greco a Salerno. Tanti gli appuntamenti in programma: libri, musica e teatro per raccontare la Palestina delle donne, che resiste.
Iraq. Il saccheggio della culla dell’umanità
A 12 anni dall’occupazione americana, il millenario patrimonio artistico-culturale dell’Iraq è di nuovo sotto attacco. Ma alla distruzione di Daesh fa seguito una buona notizia in arrivo da Baghdad, con la decisione di riaprire il museo nazionale.
Diario dall’altro Iraq/13. Pazienza
“Da qui attaccare il nemico era più facile, ed efficace…” Dall’altro Iraq viaggio al confine con la Turchia, ad Amedi, con storie che continuano a non insegnare e uomini e donne di una pazienza infinita.
Iraq. Il sistema politico post-2003 e l’origine del caos
Per comprendere la situazione attuale irachena è necessario evidenziare che molte delle sue cause vanno ricercate nell’impostazione della struttura statale creata dall’occupazione statunitense nel 2003. E, soprattutto, nel modo perverso in cui si è evoluta ed è stata sostenuta dall’esterno.
Israele. Nuove elezioni, vecchi sionismi
Lo spettro dell’atomica iraniana non sembra aver convinto l’elettorato israeliano, di fronte a carovita e disugaguaglianze economiche interne. Tra il premier uscente Netanyahu e il leader laburista Herzog la battaglia prevista per il prossimo 17 marzo si combatte anche a Washington, mentre la questione palestinese scompare definitivamente. Per la prima volta, però, i partiti arabo-israeliani si uniscono in una sola coalizione.
Iraq. “Un futuro diverso, un futuro migliore”
Elias, ezida di 28 anni, è riuscito per la prima volta a rivivere le terribili esperienze da quando è fuggito da Sinjar. Con lui altri ragazzi che si sono incontrati a Dohuk per parlare delle loro esperienze, dei traumi che stanno vivendo. Per cominciare a immaginare un futuro diverso*.
Palestina. Nel blu, tra il cielo e il mare…
Quattro anni dopo “Ogni mattina a Jenin” Susan Abulhawa torna con un nuovo libro. Che attraverso una saga familiare racconta un paese straziato, che non vuole arrendersi e continua a combattere.
Siria. “La vostra Palestina non è la mia”
“A chi crede che Asad sia un nostro sostenitore, a chi non appoggia la rivoluzione io dico: voi avete la vostra Palestina, io ho la mia. La vostra Palestina è un discorso del regime. La mia Palestina è il canto dei combattenti per la libertà di Hama”. Nel 4° anniversario della rivolta, le parole di Budour Hassan.
Libano. L’irrinunciabile dignità dell’essere
Ghida Anani è una giovane donna libanese che si batte per la parità di genere. Ma lo fa a partire dagli uomini. Perché, se è vero che i ¾ delle donne in Libano denunciano di aver subito violenza in famiglia, è con loro che bisogna parlare.
L’Iraq e le donne: “Nessun posto in cui fuggire”
Dall’invasione statunitense del paese nel 2003 ad oggi le donne irachene vittime del conflitto sono state 14mila. Una situazione che peggiora con l’avanzata di Daesh e l’incertezza del nuovo governo. Il rapporto del Ceasfefire Centre for Civilian Rights e il lavoro della società civile.
Iran. Il “peccato” delle cantanti soliste
La rivoluzione iraniana del 1979 aveva messo al bando tutta la musica. Col tempo, alcune restrizioni sono decadute, altre sono rimaste e si sono incanalate, come spesso accade, sulle sole donne, come quella che ancora oggi non permette loro di esibirsi nel canto solista di fronte a un pubblico misto.
“Just Play”. La musica come arte di resistenza
Il film di Dimitri Chimenti, realizzato nel 2012, racconta la storia della scuola di musica palestinese Al Kamandjâti creata da Ramzi Aburedwan. Sarà proiettato a Roma il prossimo 14 marzo per lanciare la raccolta fondi per il progetto “Liutai a Gaza – La musica a lavoro contro la distruzione”.
Egitto. La guerra in Libia e lo spettro del terrorismo
La guerra per procura ormai in atto in Libia ha fatto del paese un’arena dagli interessi molteplici. Nel caso dell’Egitto ci sono ragioni economiche, energetiche e di sicurezza. Ma ci sono anche le critiche che sta affrontando il governo di al-Sisi, che continua ad agitare lo spettro del terrorismo per distogliere i cittadini dai problemi reali, e continuare a incarcerare i suoi oppositori. Siano essi islamisti, attivisti o terroristi.
Palestina. Ereditare l’umiliazione
“‘Maledetti arabi, un popolo fallito!’. Tutti noi da bambini abbiamo ascoltato frasi del genere dai nostri genitori, che avevano subito l’umiliazione della guerra e dell’esilio. Per noi, ora che siamo adulti, è diverso. Noi siamo una generazione umiliata dalla pace”. La riflessione di Nadim Khouri, palestinese.
Egitto. Quando il paese tradisce le donne
L’ultimo rapporto di Amnesty International sulla violenza di genere in Egitto mostra dati allarmanti, e racconta di un tradimento: quello dello Stato nei confronti delle sue cittadine. Ancora di seconda classe, e vessate dagli abusi.
Libano. “Il venditore del tempo”, viaggio nella poesia di Talal Haidar
Per la prima volta tradotta in italiano l’opera di Talal Haidar, il poeta libanese cantato da Marcel Khalife e Fayruz.
Il ruolo dei curdi nel caos iracheno
Dopo anni in cui la questione curda è stata ignorata, oggi la comunità internazionale vi dedica un’attenzione fuori dal comune. Ma di cosa parliamo quando parliamo di Kurdistan?
Tra Egitto e Siria, l’odissea dei migranti in fuga dalla guerra
Fuggire dalla guerra, sfidare le insidie di un viaggio in mare, ritrovarsi detenuti in una prigione egiziana. 74 persone fra siriani e siro palestinesi, da 110 giorni sono rinchiuse nella stazione di polizia Karmouz ad Alessandria. Dal 9 febbraio sono in sciopero della fame contro la deportazione.
Kuwait. Le feste nazionali e la “primavera” dimenticata
Il mese di febbraio, in Kuwait, è “Hala Febrayer”, la festa che celebra l’indipendenza e la fine della guerra con l’Iraq. Ma nel 2011, mentre la classe politica era intenta nei preparativi delle celebrazioni, un movimento di proteste popolari prendeva vita…
Palestina. Le rose rosse di Gaza
Sei mesi dopo la fine dei combattimenti a Gaza, la popolazione palestinese resta sottomessa ad un doppio assedio: quello di Israele e quello delle autorità egiziane. Nessuna delle promesse fatte per la ricostruzione della Striscia è stata mantenuta. I palestinesi possono scegliere tra diversi modi di morire. Più o meno lenti.
Libia. L’allarmismo che giova al mercato delle armi
L’isterico (e tardivo) allarmismo sullo scenario libico, se da un lato rivela la tragicità della guerra e il caos attualmente dominante nel paese, dall’altro mostra un interesse occidentale tuttaltro che sorprendente: Francia e Italia infatti si contendono un triste primato. Negli ultlimi anni hanno guidato la classifica dei paesi UE esportatori di armi nel paese.
Diario dall’altro Iraq/11. Punti di vista
L’America e una vita normale, la voglia di giocare e uomini decapitati, la fattoria distrutta e il desiderio di salvare i propri cari. Tre prospettive diverse da tre generazioni altrettanto diverse. Un solo elemento in comune: una vita distrutta da Daesh.
L’Italia araba: un viaggio nella storia (e dentro noi stessi)
Alessandro Vanoli, storico medievista, riscopre le tracce turche e arabe di un paese che oggi le disconosce, non le vede o non vuole ricordarle. “Andare per l’Italia araba” è un libro che tutti dovrebbero leggere.
Tra Iraq e Siria, il ritorno del Califfato
Per molti militanti jihadisti nel mondo è il leader a lungo atteso capace di rendere realtà il sogno di un Califfato islamico. Ma chi è Abu Bakr al-Baghdadi e come nasce la sua organizzazione? Riproponiamo l’analisi di Ludovico Carlino per il nostro libro “La crisi irachena. Cause ed effetti di una storia che non insegna”.
Iraq. La vigna e la speranza. Incontro con Abuna Najeeb
“Un popolo senza memoria è un popolo morto. E la memoria senza popolo è nulla”. Incontro con Abuna Najeeb, che da solo sta assistendo centinaia di sfollati da Qaraqosh e quotidianamente, da anni, cerca di proteggere il patrimonio culturale dell’Iraq.
Libano. Impiegate, non schiave
Il fenomeno dei maltrattamenti delle lavoratrici migranti in Libano è divenuto ormai una piaga sociale. Ma il 2015 inizia con una buona notizia: la decisione da parte di 200 donne di organizzare il primo sindacato del mondo arabo che tuteli i loro diritti.
La sinistra e la Siria
“Il problema della narrazione anti-imperialista è che si concentra sulla geo-politica, mentre il popolo siriano scompare. Cos’è che impedisce alla sinistra occidentale di addolorarsi per le vittime di Asad mentre vede perfettamente il popolo di Kobane? Sono sgomento. La verità è che la sinistra in Europa, prima di aiutare noi dovrebbe aiutare se stessa”. Intervista a Yassin al Haj Saleh, intellettuale e dissidente siriano.
Tunisia. Cercasi opposizione disperatamente
Il 5 febbraio scorso il nuovo governo Essid ha ottenuto la fiducia dell’Assemblea del Popolo. Un esecutivo che nasce dall’inedita alleanza tra due liberismi: quello di Nidaa Tounes e quello di Ennahda, in un contesto in cui le rivendicazioni della rivoluzione restano ancora terribilmente attuali.
Nomi senza corpi. Per tutte le vittime in mare.
Un cortometraggio carico di simboli così come lo sono i nomi, che cambia la nostra prospettiva sulle stragi dei migranti dai freddi numeri della cronaca all’individuo.
Musicisti sotto tiro, tra violenze e censura
Novanta i casi registrati dall’organizzazione Freemuse, con la Turchia che figura tristemente tra i primi tre paesi che minacciano e puniscono la libertà di espressione dei propri artisti musicali.
Adirjam, queer band cosmopolita e senza confini
I loro testi in curdo, alcuni incentrati sull’amore gay, sono una sfida alle convenzioni, ai tabù e alle discriminazioni imposte da una società tutt’oggi omofoba e razzista. E la loro musica vuole essere un mix fresco e coinvolgente di tradizione e modernità capace di emozionare, divertire e far riflettere.
Iraq. La vendetta “occhio per occhio” degli ezidi
Dopo le violenze dell’estate scorsa da parte dello Stato Islamico, che hanno provocato l’esodo di massa della comunità ezida dal Sinjar, si stanno verificando I primi episodi di violenza contro gli arabi che sono considerati “collaboratori” di Daesh.
Chi manipola lo Stato Islamico?
L’organizzazione dello Stato Islamico non è il prodotto spontaneo di una nuova generazione di combattenti. Alle sue spalle troviamo gli interessi geo-politici di Arabia Saudita e Turchia, coinvolte in un pericoloso equilibrismo. Che adesso rischia di rivoltarglisi contro.
TOMidEast. Torna la scuola estiva per comprendere il Medio Oriente
Torna nell’estate 2015 “TOMidEast”, la prima scuola in Italia ed Europa dedicata al Medio Oriente con prospettiva politologica, organizzata dall’Università di Torino in partnership con Osservatorio Iraq.
Egitto. I fantasmi di Port Said
Il 1° febbraio 2012 nello stadio di Port Said, durante una partita di campionato, 72 tifosi dell’Al-Ahly venivano assaltati da gruppi di persone armate e massacrati. Centinaia i feriti, in un episodio ancora oggi ritenuto tra i più gravi dell’Egitto post-rivoluzionario. A distanza di tre anni, parlano i sopravvissuti.
Armi. I droni e la legittimità della guerra
Il diritto a perseguire una preda ovunque essa sia ha cambiato il modo di intendere le relazioni internazionali. E hanno reso persino superflua la legittimazione popolare all’atto di dichiarare guerra. Neve Gordon recensisce il libro “Teoria del drone. Principi filosofici del diritto di uccidere” di Grégoire Chamayou.
Egitto. L’identità collettiva di piazza Tahrir
“Quattro anni dopo piazza Tahrir, ci sono domande che aspettano una risposta. Perché non siamo stati capaci di cambiare? Ciò che sconvolge di più è il fatto che le azioni repressive che ci unirono allora oggi non ci fanno più effetto. Nonostante le violenze siano addirittura aumentate”. L’analisi di Sally Toma per Mada Masr.
Libano. Storia di Mohamed
La storia di Mohamed somiglia a quella di molti altri siriani costretti a lasciare il paese. Se non fosse che è scappato dal campo di Yarmouk, alla periferia di Damasco, dove vivevano fino alla fine dello scorso anno 170mila rifugiati palestinesi giunti dal 1948 in poi.
Iraq, il paese delle meraviglie
“La storia di Hassan è in qualche modo la mia storia, ma può essere a tutti gli effetti quella di tutti i bambini iracheni. Che sognano la normalità, ma sono costretti a vivere in uno stato di guerra che distrugge le loro vite ogni giorno”. Incontro con Ali Kareem, regista di “Hassan in Wonderland”.
Yemen. Perché questo non è un conflitto settario
“Questo è un conflitto settario”: è così che generalmente i media liquidano la situazione in Yemen, per districarsi nella complessità del paese. Ma le cose non stanno esattamente così. L’analisi di Laura Silvia Battaglia per Osservatorio Iraq.
“Baddawi”, la graphic novel sulla diaspora palestinese
La storia della diaspora descritta attraverso l’infanzia del padre Ahmed, nato e cresciuto in un campo profughi libanese tra Nakba, Naksa e guerra civile. E’ “Baddawi”, la graphic novel di Leila Abdul Razzaq, creata per spiegare all’occidente il dramma del popolo palestinese (con uno sguardo a Naji al-Ali).
Marocco. La “malattia” del Sahara Occidentale
Dal 3 ottobre 2014 un hacker misterioso sta pubblicando centinaia di documenti sulla “questione saharawi”. Una vasta letteratura che conferma la sua centralità nella sfera politica marocchina. Priorità ribadita nel discorso del Re del 6 novembre 2014 per celebrare il 39° anniversario della “Marcia Verde”.
Siria. Le spose bambine di Daesh
Il fenomeno delle spose bambine ha assunto proporzioni allarmanti in Siria e nei campi profughi circostanti che ospitano milioni di rifugiati. Per contrastarlo, la società civile ha avviato numerosi progetti e campagne. Intervista a Sarmand Al Joulani, direttore di “Sawt wa Sura”.
Afghanistan. Lo strascico della guerra si chiama instabilità
Con il 2014 si è conclusa anche la missione Isaf-Nato nel paese, tuttora alle prese numerose questioni ancora irrisolte: un governo diviso, un esercito nazionale fragile e a rischio, un clima di insicurezza diffusa, tra attacchi talebani e perfino voci di infiltrazioni da parte dell’Isis.
Per una giornata delle memorie
“Non dobbiamo continuare a ripetere: gli odi non ci interessano, non ci importa quello che viene fatto alle altre minoranze, solo l’odio contro di noi è quello vero”. In occasione del Giorno della Memoria pubblichiamo il discorso di Avraham Burg* al Parlamento israeliano.
Basta, Khalas
Una lettera aperta di giornalisti, blogger, fotografi ed esperti di Medio Oriente per denunciare la cattiva informazione che i media italiani stanno veicolando da settimane su tutto ciò che riguarda il mondo arabo e l’Islam. E’ ora di dire “basta”.
Iraq. Vita di un rifugiato di Mosul in Norvegia
“Niqash” ha incontrato un rifugiato iracheno, che ha vissuto a Mosul per oltre 40 anni, fuggito poco prima che gli estremisti conquistassero la città a giugno. Lui e la sua famiglia sono scappati in Norvegia. Ecco il suo racconto, tra speranze e paure che arrivano con il nuovo anno, in un nuovo paese.
Diario (alternativo) dall’altro Iraq. Di ritorno
Di rientro in Italia per un breve periodo di pausa, l’Iraq è rimasto in valigia. E’ in ogni risposta ad ogni domanda che mi fanno. La buona notizia è che ad ascoltare cosa sia “l’altro Iraq” c’è anche “l’altra Italia”: quella che non si fida dell’esperto improvvisato di turno, che si sforza di ricercare e capire.
Charlie Ebdo. La pericolosa banalità dell’ovvio
Davanti alla tragedia di Parigi abbiamo scelto di restare, almeno per un po’, in silenzio. Perché forse, più che dare risposte, è il momento di porsi delle domande.
Libia. Caos senza fine
“La Libia prosegue la sua caduta libera verso l’anarchia e il collasso dello Stato a causa del conflitto sempre più virulento tra il governo del Primo ministro Abdullah Thinni e l’ “anti-governo” di Omar al-Hassi”. L’analisi di Valerio Buemi per Osservatorio Mashrek.
Turchia. Gli arabi alawiti di fronte a un bivio
“Con una popolazione stimata di oltre 500mila persone, gli arabi alawiti della Turchia si trovano in una fase pericolosa. Il rinnovato interesse della comunità per la propria identità è, in parte, un sottoprodotto della rivolta siriana”. L’analisi di Ali Zeynel Gökpınar e Michael Page.
Egitto. Appunti da una rivoluzione incompiuta
Repressione, militarizzazione, paura. Graffiti abbandonati e nuove strategie di resistenza. Ritorno a piazza Tahrir 4 anni dopo la rivoluzione.
Egitto. Sanaa Seif, simbolo della rivoluzione
Sanaa Seif è una delle tante attiviste egiziane arrestate e condannate solo per aver partecipato ad una manfestazione. Il suo volto, immortalato da tanti graffiti, è oggi anche un murales ospitato a Roma. Per ricordare alla gente quello che sta vivendo l’Egitto del post rivoluzione.
Siria. Una voce di sinistra messa a tacere
La storia della Gioventù Rivoluzionaria Siriana: ascesa e caduta di un movimento dal basso che offriva un’alternativa oltre la dicotomia regime/islamisti. Un gruppo smantellato dalla repressione a causa delle sue idee chiare e senza compromessi.
Palestina. 5 ragioni per cui il 2014 è stato un anno di svolta
Il 2014 è stato un altro anno doloroso per la Palestina in termini di perdite di vite umane. Ma non si possono ignorare alcuni aspetti che mostrano un cambiamento in atto. Ecco le 5 ragioni che lo dimostrano secondo l’analista Ramzy Baroud.
Diario dall’altro Iraq/10. “Non siete soli”
“Senza riguardo per il loro portafogli o la reputazione, sono tanti i ‘Farhat’ che stanno assistendo migliaia di persone che non riescono ad essere raggiunte dagli operatori umanitari presenti in Kurdistan”. Da Dohuk, un nuovo racconto di Stefano Nanni.
“American Sniper”, o della negazione del nostro fanatismo
In un continuo gioco di sovrapposizioni tra elementi filmici e storici piegati alla coerente logica del “bene contro il male”, tipica della retorica della lotta al terrorismo, il celebre regista statunitense compie un pericoloso viaggio etnografico in un Iraq mai esistito. Nel quale non ci sono insorti, ma solo terroristi.
“Sarchawa”
Con un’immagine e una parola vi salutiamo, augurandovi buone feste. Il nostro pensiero, quest’anno, va all’Iraq che resiste.
“Sarchawa” in curdo significa “tutti i miei occhi”, e si usa per accogliere e dare il benvenuto a qualcuno.
Diario dall’altro Iraq/9. “Festa, lasciaci in pace”
La notizia della liberazione del Sinjar da parte dei peshmerga ha fatto esplodere la gioia nella comunità ezida. Che è stata sostituita in breve dallo sconforto per il destino ancora sconosciuto delle tante giovani rapite da Daesh l’estate scorsa. Una nuova pagina del diario di Stefano Nanni da Dohuk.
Egitto. Ramy Essam e i dilemmi di un musicista censurato
Sul web e sui social si è a lungo parlato del recente trasferimento in Svezia dell’artista, ci si è chiesti se il simbolo musicale della rivoluzione di piazza Tahrir non avesse davvero abbandonato per sempre il paese e i fan al loro destino. Così, Essam ha deciso di rispondere.
Diario dall’altro Iraq/8. Non di solo pane
“L’assistenza umanitaria in Kurdistan fa acqua da tutte le parti e si regge fragilmente sulla capacità di poche persone, mentre l’inverno non fa sconti. C’è chi ritiene che sfollati e rifugiati vogliano soltanto ricevere, passivamente, qualcosa. Mentre andrebbero solo ascoltati un po’ di più”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni da Dohuk.
Iraq. Voci da “Ainkawa mall”
Tra grattacieli, alberghi di lusso e locali per uomini di affari, la capitale del Kurdistan iracheno offre un’ingannevole immagine di sviluppo all’occidentale. Ma le voci che arrivano dagli scheletri dei palazzi in costruzione suggeriscono la presenza di migliaia di sfollati interni, fuggiti dalla violenza di Daesh. Il racconto di Eleonora Gatto, da Erbil.
“Prima e dopo i Mig”. Il doppio esilio dei palestinesi di Siria
“Nessuno se ne sarebbe andato da Yarmouk se non fossero arrivati i mortai. La nostra storia da allora è raccontata in termini di “prima e dopo i Mig”. Il dolore della nuova diaspora dei palestinesi di Siria nell’ultimo documentario di Carol Mansour, che abbiamo incontrato a Beirut.
Omar Souleyman, il re dei matrimoni che fa ballare l’occidente
Ha portato la musica tradizionale delle feste siriane nei club house di Usa ed Europa diventando una star internazionale acclamata dai più importanti guru dell’elettronica mondiale.
Tunisia. Quella polarizzazione che ostacola la democrazia
Alla fine del 2014 la Tunisia avrà vissuto un anno a ritmo di consultazioni elettorali: 3 scrutini in 3 mesi e il secondo turno delle presidenziali alla fine di dicembre. La battaglia si annuncia tra Béji Caïd Essebsi e Moncef Marzouki, che rappresentano la polarizzazione della vita politica.
Diario dall’altro Iraq/ 7. Parole e giorni
“Puoi provare a raccontare l’altro Iraq con le parole, con le foto, con il lavoro. Ma i giorni passano e non riesci a capire se non ti dai il tempo di vivere e abbracciarne la bellezza. Soprattutto oggi, che è così fragile”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq.
Egitto. Domande (e risposte) sul processo a Mubarak
Lo scorso 29 novembre il tribunale egiziano ha pronunciato un verdetto di assoluzione nei confronti di Hosni Mubarak, ex presidente egiziano deposto nel 2011. Ma contro quali accuse? Domande e risposte per fare un po’ di chiarezza.
Twiza nel cuore della Medina di Tunisi
Le sue antiche pareti hanno visto le riunioni dei Sufi, i mistici dell’Islam, l’ansia del primo giorno di scuola di tanti bambini e il riposo dei viandanti. Diventata una semplice abitazione, nella primavera scorsa la zāwiya di Tunisi è stata restituita alla sua funzione sociale dalla passione artistica e culturale di un gruppo di ragazzi tunisini e italiani.
Diario dall’altro Iraq/6. Ricchezze
“Poco prima di arrivare a Lalish, c’è un pozzo petrolifero. Ce lo indica la fiamma, che brucia 24 ore su 24 ore e non ha nulla a che vedere con la sacralità del tempio. Ricorda che l’Iraq è un paese profondamente ricco.” Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq.
L’Italia e i palestinesi: cosa è andato storto?
Per decenni l’Italia è stata considerata il paese europeo più solidale con il popolo palestinese e la sua causa. Poi le cose sono cambiate. Nell’ultimo decennio media e dibattiti pubblici hanno de-politicizzato o demonizzato la catastrofe palestinese. Nell’immaginario comune Israele è diventato “noi” e i palestinesi “gli altri”. Cosa è andato storto? L’analisi di Mjriam Abu Samra.
Iran. I Pallett e lo scacco matto alla censura
La loro divertente esibizione sull’emittente TV Haft Radio ha certamente segnato il 2014 della musica iraniana di ultima generazione.
Loro sono i Pallett, band di Teheran composta da cinque elementi, che propongono una fusione frizzante di musica persiana, sonorità balcaniche e pop, ritmi jazz e sudamericani.
Siria. Come il regime di Asad ha cancellato il suo popolo
Asad padre è riuscito negli anni a “cancellare” il popolo siriano facendo in modo che il mondo lo vedesse come mediatore geopolitico regionale, e non come leader che soffocava la sua società e il suo popolo. Intervista al politologo libanese Ziad Majed.
Palestina. Tra olive e resistenza
Raccogliere olive, accompagnare i contadini, ma soprattutto “far sentire ai palestinesi che non sono soli”. Il racconto dei volontari del progetto ICP, appena tornati da un mese di attività nei Territori Occupati.
“L’inverno è arrivato. Anche in Iraq”
Parte la campagna di Natale di Un ponte per…, dedicata a minoranze e sfollati in Iraq.
Diario dall’altro Iraq/5. Pane e fango
“Dio li guarda dall’alto, a lui dovremo rispondere alla fine” mi dice J. con aria convinta. E io mi chiedo se Dio guardava anche sui villaggi mentre la gente fuggiva, l’estate scorsa. Se guarda chi dorme nelle tende o dentro le case di Dohuk, mentre piove”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq.
Palestina. Raccontare la resistenza popolare
Sei mesi, 26 interviste ufficiali, momenti informali di incontro e dialogo: è il lavoro di Un ponte per… che ha portato all’elaborazione di una preziosa ricerca sulla resistenza popolare nonviolenta palestinese.
Egitto. Il “grido” dell’arte contro le molestie sulle donne
Non ha vinto il primo premio agli Amnesty Media Award ma già essere arrivati in finale è stato un grande onore – meritatissimo – per questo bel documentario interattivo sul tema delle violenze sessuali in Egitto.
Diario dall’altro Iraq/4. Di montagne, e storie che non insegnano
“Se le montagne del Kurdistan iracheno potessero dettare a qualcuno le loro storie, occorrerebbe una capacità di ascolto impeccabile. Qui si sono ripetute battaglie, guerre, incursioni: a ricordare che quella irachena è una storia che non insegna”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni dall’Iraq.
Armi. Gli affari della Beretta e il “codice Gheddafi”
“Le semplici domande che ci facciamo tutti e che dovrebbero farsi i parlamentari interessati a controllare l’attività del governo sono queste: quanto e cosa esporta la Beretta dall’Italia? A quali paesi? E quali sono gli “utilizzatori finali” delle armi esportate?”. Un’analisi della Rete Italiana Disarmo sul nostro ‘export di guerra’.
Algeria. Babylone, musica intimista tra pop e tradizione
Un nuovo fenomeno musicale è esploso in Algeria. Si chiamano Babylone, e sono gli esponenti di una nuovo genere che loro stessi chiamano “Dziri style”, ovvero una “miscela intima e intimista tra le sonorità della loro terra e il pop occidentale”.
Diario dall’altro Iraq/ 3. “Siria, mia bella…”
“Nel campo di Domiz c’è un muro che è stato colorato con la scritta ‘salam’, pace. Ci vivono i rifugiati siriani fuggiti dalla guerra. Pace a loro, e a tutti coloro che la cercano”. Un nuovo racconto del nostro Stefano Nanni dall’Iraq.