Giorno: 5 novembre 2015

Afghanistan: MSF “attacco ospedale non è stato un errore”

(Agenzie).  I responsabili dell’organizzazione Medici Senza Frontiere (MSF) ha dichiarato che ritiene difficile credere che l’attacco degli Stati Uniti all’ospedale afgano dello scorso mese sia stato un errore. Almeno 30 persone sono state uccise quando l’ospedale di Kunduz è stato colpito  il 3 ottobre scorso, mentre le forze governative afgane stavano combattendo per riprendere il controllo della città […]

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Le sanzioni amministrative di Israele contro i palestinesi di Gerusalemme Est

Di Daoud Kuttab. Middle East Monitor (03/11/2015), Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Gerusalemme Est deve far fronte a varie sfide e difficoltà. I 300.000 palestinesi di Gerusalemme sono stati tagliati fuori dal processo politico iniziato con gli Accordi di Oslo e non è stato permesso loro di avere una leadership. Mentre i palestinesi di tutte […]

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Turchia annuncia operazione militare contro Daesh in Iraq

(Agenzie). La Turchia ha in programma di lanciare un’operazione militare contro Daesh (ISIS) in Iraq in un prossimo futuro. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Feridun Sinirlioglu, durante una conferenza sul futuro del Medio Oriente tenutasi a Erbil, nella regione curda del nord dell’Iraq. “Daesh minaccia il nostro stile di vita e sicurezza. Abbiamo in programma […]

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Iran: servono anni per ritornare esportatore di petrolio di un tempo

(Agenzie). L’ambizione dell’Iran di riconquistare la sua piena capacità di esportazione del petrolio, dopo la revoca delle sanzioni internazionali, richiederà diversi anni. L’arabo Petroleum Investment Corp (APICORP) ha dichiarato in un rapporto che la repubblica islamica riuscirà ad aggiungere solo 400.000 barili al giorno entro la fine del prossimo anno e altri 300.000 barili al giorno entro […]

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Yemen: ambasciatore saudita ONU ottimista su colloqui

(Agenzie). L’ambasciatore saudita presso le Nazioni Unite, Abdallah al-Mouallimi, si è dichiarato ottimista sul nuovo round di colloqui di pace per lo Yemen che decolleranno questo mese, dopo molte settimane di preparazione. “Siamo ottimisti. Siamo fiduciosi che i colloqui si svolgeranno”, ha detto al-Mouallimi, durante un incontro con i leader della comunità yemenita negli Stati Uniti. Anche secondo l’inviato ONU […]

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Piccoli e grandi giochi nell’Oceano indiano

La mappa è tratta dal sito della Bbc

Il presidente delle Maldive Abdulla Yameen Gayoom ha dichiarato dalla mezzanotte di ieri lo stato di emergenza per trenta giorni, una misura che sospende le libertà fondamentali con effetto immediato. Lo stato di emergenza consegna il piccolo arcipelago nell’Oceano indiano alle forze di sicurezza in un Paese che non esita a usare il pugno di ferro quando il potere si sente minacciato. E così, mentre si era alla vigilia di una manifestazione di piazza indetta dall’opposizione del Maldiavian Democratic Party, la decisione del palazzo azzera proteste e contestazioni. Abdulla è un uomo di polso. Ha appena fatto arrestare il suo vice presidente Ahmed Adeeb, accusato di aver ordito il suo assassinio con una bomba piazzata sulla barca presidenziale: il presidente l’ha scampata ma sua moglie è rimasta ferita. Non sembra però ci siano prove evidenti né che si sia trattato di un attentato, né che la mente di un supposto golpe ai suoi danni fosse il suo vice. L’atmosfera è comunque tesa. Il procuratore generale di Male ha detto che la polizia ha trovato esplosivi e armi e che lunedi è stata disinnescata una bomba nascosta vicino al palazzo presidenziale. Insomma, aria di colpo di stato anche se per ora il golpe lo sta facendo il presidente.

Può darsi che gli ardori si spengano e che il capo dello Stato si limitai a far piazza pulita degli avversari (l’ex presidente Mohamed Nasheed, capo del Partito d’opposizione, è stato incarcerato due volte e l’ultima grazie alla legge anti terrorismo) ma può darsi anche che la situazione diventi esplosiva come già accaduto in passato in questo microcosmo insulare di 300 kmq con 330mila abitanti. Piccoli giochi forse, ma che hanno comunque a che vedere con un gioco assai più ampio. La stabilità delle Maldive è importante per l’India che, acquisito nuovamente il controllo sullo Sri Lanka, non vuole certo perdere quello sulle Maldive, pedina geostrategica nel vasto Oceano indiano. Come strategici sono i rapporti diplomatici. Male li tiene stretti con tutti, indiani, americani, srilankesi. Ma anche con la Cina: nel 2014 nelle piccole Maldive si è recato in visita Xi Jinping, segretario generale del Partito comunista cinese, presidente della Repubblica Popolare e capo della Commissione militare centrale. Una visita che forse non è passata inosservata. Adullah Yameen Gayoom era già in sella, dal novembre del 2013.

Piccoli e grandi giochi nell’Oceano indiano

La mappa è tratta dal sito della Bbc

Il presidente delle Maldive Abdulla Yameen Gayoom ha dichiarato dalla mezzanotte di ieri lo stato di emergenza per trenta giorni, una misura che sospende le libertà fondamentali con effetto immediato. Lo stato di emergenza consegna il piccolo arcipelago nell’Oceano indiano alle forze di sicurezza in un Paese che non esita a usare il pugno di ferro quando il potere si sente minacciato. E così, mentre si era alla vigilia di una manifestazione di piazza indetta dall’opposizione del Maldiavian Democratic Party, la decisione del palazzo azzera proteste e contestazioni. Abdulla è un uomo di polso. Ha appena fatto arrestare il suo vice presidente Ahmed Adeeb, accusato di aver ordito il suo assassinio con una bomba piazzata sulla barca presidenziale: il presidente l’ha scampata ma sua moglie è rimasta ferita. Non sembra però ci siano prove evidenti né che si sia trattato di un attentato, né che la mente di un supposto golpe ai suoi danni fosse il suo vice. L’atmosfera è comunque tesa. Il procuratore generale di Male ha detto che la polizia ha trovato esplosivi e armi e che lunedi è stata disinnescata una bomba nascosta vicino al palazzo presidenziale. Insomma, aria di colpo di stato anche se per ora il golpe lo sta facendo il presidente.

Può darsi che gli ardori si spengano e che il capo dello Stato si limitai a far piazza pulita degli avversari (l’ex presidente Mohamed Nasheed, capo del Partito d’opposizione, è stato incarcerato due volte e l’ultima grazie alla legge anti terrorismo) ma può darsi anche che la situazione diventi esplosiva come già accaduto in passato in questo microcosmo insulare di 300 kmq con 330mila abitanti. Piccoli giochi forse, ma che hanno comunque a che vedere con un gioco assai più ampio. La stabilità delle Maldive è importante per l’India che, acquisito nuovamente il controllo sullo Sri Lanka, non vuole certo perdere quello sulle Maldive, pedina geostrategica nel vasto Oceano indiano. Come strategici sono i rapporti diplomatici. Male li tiene stretti con tutti, indiani, americani, srilankesi. Ma anche con la Cina: nel 2014 nelle piccole Maldive si è recato in visita Xi Jinping, segretario generale del Partito comunista cinese, presidente della Repubblica Popolare e capo della Commissione militare centrale. Una visita che forse non è passata inosservata. Adullah Yameen Gayoom era già in sella, dal novembre del 2013.