Giorno: 5 gennaio 2015

Il Libano contro i rifugiati siriani

Di Hazem Amin. Al-Hayat (04/01/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Il continuo aumento del numero di rifugiati siriani sul suolo libanese ha spinto le autorità locali a modificare le modalità di ingresso. Ogni siriano dovrà munirsi di un visto regolare per poter soggiornare in Libano. Una decisione, questa, che si indirizza a più di un […]

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Retweeted Young Syrian Lenses (@YSLenses):

@Brown_Moses @ShareThis this is a new documentary on media activists in Aleppo. Please help us to spread the word. http://t.co/xocMU0LNHn

Young Syrian Lenses – Teaser
vimeo.com
Documentary Film shot in Aleppo – Syria, between the 30th of April and the 9th of May 2014. The life of the media-activists is narrated through daily tragic episodes… Continua a leggere

Uomo d’affari cinese tiene in “ostaggio” commercianti algerini insolventi

(Agenzie) Un uomo d”affari cinese ha recentemente presto in “ostaggio” 36 commercianti algerini per costringerli a pagare i loro debiti, arrivati a cifre astronomiche. L’uomo, soprannominato “Mao”, possiede una società di transito in Cina e ha l’abitudine di trattare con le società algerine che importano diversi prodotti cinesi. I “prigionieri” avrebbero inoltre indetto uno sciopero della fame […]

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Libia: una spada di Damocle per la regione

Di Sofyane Ayache. Le Matin (02/01/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. Dopo l’Unione Africana, oggi è la Lega Araba a riunirsi nella sua sede cairota per discutere della situazione della Libia e delle possibili soluzioni. Finora le richieste di intervento internazionale sono state bloccate dal voto contrario dell’Algeria (che ha chiuso le frontiere con la […]

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Palestina: Israele non costruirà il muro nel villaggio patrimonio dell’UNESCO

(Agenzie). Israele non costruirà il muro di separazione nei territori del villaggio di Battir, paese a sud di Gerusalemme conosciuto per il suo antico sistema di irrigazione. Nel 2012 i residenti del villaggio avevano firmato una petizione alla corte suprema israeliana contro il piano del ministero della Difesa che prevedeva la costruzione del muro di separazione […]

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Egitto: esplosione causa 4 feriti nel Sinai

(Agenzie) Quattro agenti di polizia egiziani sono rimasti feriti in un’esplosione nella penisola del Sinai, secondo quanto riportato dalla sicurezza egiziana. Sin dalla deposizione dell’ex presidente Morsi da parte dell’esercito nel 2013, l’Egitto ha vissuto un escalation di violenza, con attacchi specialmente nella regione del Sinai, che confina con Israele e la Striscia di Gaza.   […]

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Israele: ex presidente Knesset si unisce a un partito arabo

(Agenzie) Avraham Burg, ex presidente della Knesset israeliana ed ex presidente dell’Agenzia Ebraica per la Palestina, ha annunciato la sua intenzione di aderire al Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza (Hadash), partito comunista arabo-israeliano. Borg ha spiegato che la sua decisione deriva dal suo desiderio di fuggire dal “nazionalismo ebraico”, dichiarando che aderirà alla lista […]

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Mouna Amari, mai sentito De André in arabo?

Una trentennale carriera musicale eppure è difficile sentirne parlare. In Italia ha collaborato con numerosi gruppi e artisti italiani, quali Mario Pagani, Pino Daniele, Massimo Ranieri e Gianna Nannini. Vanta un repertorio musicale che va dalla tradizione musicale araba a quella africana, ai canti corali, al jazz. Mouna Amari, cantante e liutista tunisina, si è […]

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Libia: Francia esclude intervento in Libia

(Agenzie). Il presidente francese Hollande ha detto che la Francia non interverrà unilateralmente in Libia, sottolineando che servirebbe innanzitutto un mandato delle Nazioni Unite per porre fine alla crisi nel Paese nordafricano. “La comunità internazionale deve essere all’altezza delle sue responsabilità”, ha dichiarato il presidente francese. La Francia ha portato avanti una campagna militare internazionale […]

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Tunisia: Nidaa Tounes nomina ex ministro Interni come nuovo premier

(Agenzie) Il nuovo governo tunisino guidato da Nidaa Tounes ha nominato Habib Essid, ex ministro degli Interni, come nuovo primo ministro in seguito a un accordo tra le parti politiche. Habib Essid aveva servito sotto il regime dell’ex presidente Ben Ali, ma è stato anche ministro degli Interni dopo la rivoluzione del 2011.  

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Siria: opposizione elegge nuovo leader

(Agenzie) Il gruppo di opposizione siriana denominata come Coalizione Nazionale ha eletto un nuovo leader, il dottore e uomo d’affari quarantanovenne Khaled Khoja, che prenderà il posto di Hadi al-Bahra. Khoja è stato eletto presidente tramite voto segreto (con 56 voti su 106) durante l’incontro di tre giorni a porte chiuse inaugurato venerdì scorso a Istanbul […]

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Arabia Saudita: attacco terroristico a confine con l’Iraq

(Agenzie) Il ministro della Difesa saudita ha riferito che due guardie di frontiera sono rimaste uccise e una terza ferita in un attacco “terroristico” al confine con l’Iraq. Secondo le fonti, gli aggressori, ancora non identificati, hanno aperto il fuoco contro un posto di blocco vicino Arar, nel Nord del regno; al momento della risposta degli […]

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Rohani: “l’Iran non può crescere economicamente, se isolato”

(Agenzie). Il presidente iraniano Rouhani ha parlato agli iraniani  sulla situazione economica del loro paese. ” Non possiamo crescere in questa situazione di isolamento” ha dichiarato il presidente, il cui governo sta lottando per vedersi tolte le sanzioni economiche internazionali. “Sono finiti i giorni in cui si pensava che se gli investitori stranieri fossero venuti in Iran,questo […]

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Shaheen, il nuovo personaggio saudita del videogioco Tekken

(Agenzie). Il videogioco Tekken fa salire a bordo il primo personaggio saudita vestito col thawb, il vestito tradizionale dei Paesi del Golfo, e col tipico copricapo. Shaheen, questo il nome della new entry di Tekken 7, è stato introdotto con un tweet del producer Katushiro Harada. “L’idea di introdurre un combattente arabo risale al 2008, ma dal […]

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Due ragazzi palestinesi premiati come geni matematici

Baraka Bits. L’INTELLIGENCE Mental-Arithmetic Competition, gara di abilità matematiche svoltasi a Singapore lo scorso dicembre con la partecipazione di circa 3.000 concorrenti da 15 diversi Paesi, ha premiato due ragazzi palestinesi classificatisi al primo e al secondo posto: Dania Husni al-Jaabari, di 14 anni, e Ahmad Ayman Nashwieh, di 8 anni. Dania e Ahmad si sono iscritti […]

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Egitto: scoperte due tombe antiche

(Agenzie). Sono state scoperte due tombe antiche in Egitto: una nel luogo di sepoltura simbolico del dio Osiride mentre l’altra dovrebbe essere la tomba di un faraone sconosciuto. Il ministro Mamdouh Eldamaty ha dichiarato che la scoperta è di particolare importanza perché il sito della tomba di Osiride equivale al disegno trovato a Abydos nella città di […]

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Libia: negoziati di pace rinviati sine die

(Agenzie) Il secondo turno di negoziati di pace promossi dall’ONU per trovare una soluzione alla crisi politica in Libia che doveva avere luogo questa settimana è stato rinviato a data da definirsi. I nuovi negoziati sono stati ripetutamente ritardati a causa delle difficoltà nel mettere d’accordo le parti al fine di incontrare l’inviato speciale delle Nazioni […]

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Yemen: esplosione colpisce bersaglio Houthi a Sana’a

(Agenzie) Una violenta esplosione ha colpito una base appartenente ai ribelli Houthi a Sana’a, la capitale dello Yemen. per ora non è ancora chiaro se l’esplosione abbia causato delle vittime. Gli Houthi hanno sigillato l’area appena hanno potuto accedervi dopo l’accaduto. L’esplosione ha causato danni all’edificio usato come base dai ribelli.    

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La fucina del jihad

 La guerra afgana e in Pakistan grande affluente per il fiume che alimenta le brigate islamiche internazionali. Il caso dell’Azerbaigian

Una guerra, poco importa se civile o dichiarata o – come nel caso afgano o iracheno – addirittura considerata “conclusa”, è sempre un ottimo serbatoio per combatterne un’altra. E’ storia sin dai tempi dei mercenari reclutati per soldo o competenze, ma recentemente questo fenomeno ha preso un nuovo abbrivio. Forse da quando, durante la guerra di Bosnia, si creò una brigata di mujaheddin, sostenuti dai Paesi del Golfo e dall’Iran ma anche dall’Occidente: molti di loro rimasero in piccole enclave radicali in territorio bosniaco oppure trasmigrarono verso nuove frontiere che potevano garantire loro un salario e la continuazione del jihad su altri fronti. Questa storia poco indagata sulle motivazioni (ideologiche, finanziarie, religiose o per senso di giustizia) e che ha contagiato anche i musulmani di seconda generazione “integrati” nelle nostre società, si spalma lungo lontanissimi confini. E proprio l’Afghanistan, col vicino Pakistan, è un affluente primario di quel fiume jihadista che alimenta i conflitti più recenti e che sembra ormai coinvolgere tutto il mondo, dall’Australia all’Azerbaijan.

Il fronte è vario e non certo univoco. E’ di alcuni giorni fa la notizia di combattenti afgani che il regime di Bashar al Assad avrebbe arruolato tramite i buoni auspici di Teheran. Secondo il londinese Syrian Observatory for Human Rights, sarebbero i Guardiani della rivoluzione a reclutare per 500 dollari al mese gli afgani in Iran, dove la diaspora musulmana sciita (in prevalenza hazara) è molto presente. Reclutamento esercitato con la coercizione e che avrebbe già prodotto centinaia di morti, feriti o sequestrati tra questi combattenti in prestito forzato. Non è l’unico caso in cui uno straniero, più o meno convinto o attratto dal denaro, decida di combattere al fianco di Assad. Secondo fonti locali dell’Azerbaigian (Paese a maggioranza sciita), alcuni giovani sono stati assoldati da Damasco per combattere i jihadisti sunniti, la stragrande maggioranza dei miliziani delle brigate islamico-radicali sparse per il mondo, dal Pakistan alla Siria. E benché in Azerbaijan non esista un vero e proprio pericolo jihadista, il Paese è un caso studio interessante dove il conflitto afgano e nel Caucaso sono stati i motori di un revivalismo radicale che sembra aver aiutato la diffusione di movimenti salafiti e wahabiti e l’attrazione per le brigate internazionali.

Il fenomeno è recente ma non si deve dimenticare l’enorme forza che il jihad afgano durante l’occupazione sovietica (1979-1989) ha esercitato su tutti i musulmani del mondo sovietico dove spesso la presenza russa era vissuta come un’occupazione. I primi combattenti azeri partiranno dunque per Cecenia e Daghestan prima e poi per Afghanistan e Pakistan dove vi sono diversi poli di attrazione: non solo e non tanto i talebani di mullah Omar, poco sedotti dall’internazionalismo qaedista e salafita, ma movimenti jihadisti come il Tehreek-e-taleban Pakistan (Ttp) autore della recente strage nella scuola militare di Peshawar (141 morti).

E‘ il secondo jihad – quello contro Usa e Nato – ad attrarre tutta una nuova leva di mujaheddin le cui coscienze si sono risvegliate con le guerre nel Caucaso, i disordini in vari Paesi dell’ex Urss, le primavere arabe e l’11 settembre. In Pakistan c’è ad esempio Taifatul Mansura, formazione militante di mujaheddin turcofoni (turchi, azeri, kazachi, uzbechi, tatari), attiva sul confine afgano pachistano. In Siria c’è invece la Muhajireen Brigade, evolutasi in Jaish al-Muhajireen wal Ansar, gruppo di “stranieri” in gran parte russi e ceceni ma anche occidentali,oppure la più nota Jabhat al-Nusrae adesso formazioni che fanno capo al progetto di Al Baghdadi. Proprio i suoi uomini – secondo un rapporto delle autorità del Belucistan pachistano – avrebbero in essere una potente campagna di reclutamento: fra i 10 e i 12mila uomini da arruolare nelle aree tribali del Pakistan per farli poi trasmigrare sul fronte siro iracheno.

Cosa muove questi combattenti? Ci sono ormai jihadisti di professione: gente senza più patria e ricercata nel Paese d’origine che ha ormai come specializzazione la guerra. Poi c’è l’attrazione di uno stipendio che può variare da qualche centinaio di dollari a mille. Ma c’è anche una forte motivazione ideologica, probabilmente legata al desiderio di uscire dall’impasse di una vita ai margini come quella che può vivere un giovane senza futuro della periferia di qualche capitale asiatica o occidentale. Luoghi dove il jihad internazionale esercita la sua pressione su musulmani di seconda generazione che le società occidentali non hanno saputo o voluto integrare e che vedono come una sconfitta l’adesione supina dei genitori a valori in cui questi giovani non si riconoscono.

In Azerbaigian c’è una città, oggi considerata il nodo per eccellenza delle attività jihadiste – con oltre 200 residenti sotto osservazione come possibile manodopera radicale – il cui passato e presente spiega molte cose. A Sumqayit, costruita alla fine degli anni Quaranta e ormai ex polo di attrazione siderurgico e petrolchimico, il processo di riconversione industriale post Urss ha coinciso con violenze e pogrom che ne hanno modificato il tessuto sociale: mentre la parte armena della città si svuotava, l’area urbana si riempiva di sfollati azeri provenienti dall’Armenia. Nella città, classificata nel 2007 come una delle più inquinate del mondo, il processo di riconversione, le tensioni create dalla disoccupazione e dalla presenza di un milione di sfollati, appaiono come l’humus ideale per il reclutamento di giovani in cerca di occupazione o di un ideale eroico. La guerra è finisce per essere il grande mercato in grado di attrarli.