Giorno: 23 gennaio 2015

Per ricordare lo sterminio del popolo rom

rom 25x25rom 110A Roma, in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio al Senato si terrà l’incontro “Lo sterminio del popolo rom nel nazifascismo e la nuova intolleranza”. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

GRETA, VANESSA, L’ITALIA RIPUGNANTE E GLI ANTICORPI

La vicenda del sequestro in Siria di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo è stata affrontata da molti in termini stomachevoli, offrendo davvero l’immagine di un’Italia ripugnante, permeata di grettezza, incarognita e imbarbarita. A costruire questa immagine hanno offerto il loro valido contributo politicanti a caccia di voti, giornalisti ignari della più elementare deontologia e privi […]

#Hammouriyeh, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 gennaio 2015 – Almeno 35 persone s…

#Hammouriyeh, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 gennaio 2015 –
Almeno 35 persone sono rimaste uccise e decine ferite in un attacco aereo condotto dall’aviazione siriana sulla piazza principale del sobborgo di Hammouriyeh.

I primi momenti dopo …


Chronik-Fotos
#Hammouriyeh, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 gennaio 2015 –
Almeno 35 persone sono rimaste uccise e decine ferite in un attacco aereo condotto dall’aviazione siriana sulla piazza principale del sobborgo di Hammouriyeh.

I primi momenti dopo l’attacco aereo
https://youtu.be/A9p8hYoscaQ
https://youtu.be/-eLwNvJ9N3U
Corpi di alcune vittime
https://youtu.be/7BR_gYuUBBI
https://youtu.be/unZlUusKL14

(i video contengono immagini forti) Continua a leggere

Tunisia: Essid presenta nuovo governo

(Agenzie) Il nuovo primo ministro tunisino Habib Essid ha presentato la formazione del nuovo governo, che comprende molti ministri provenienti dal partito Nidaa Tounes, mentre nessun nominativo del partito islamista Ennahda. Tra i nomi proposti per il nuovo governo figura Taieb Baccouche, segretario generale di Nidaa Tounes, al quale è stato affidato il dicastero degli Affari Esteri; […]

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#Hammouriyeh, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 gennaio 2015 – Almeno 35 persone s…

#Hammouriyeh, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 gennaio 2015 –
Almeno 35 persone sono rimaste uccise e decine ferite in un attacco aereo condotto dall’aviazione siriana sulla piazza principale del sobborgo di Hammouriyeh.

I primi momenti dopo l’attacco aereo
https://youtu.be/A9p8hYoscaQ
https://youtu.be/-eLwNvJ9N3U
Corpi di alcune vittime
https://youtu.be/7BR_gYuUBBI
https://youtu.be/unZlUusKL14

(i video contengono immagini forti)

Egitto: studentessa uccisa in scontri ad Alessandria

(Agenzie) Una studentessa egiziana è rimasta uccisa negli scontri tra sostenitori della Fratellanza Musulmana e residenti della città di Alessandria, nel quale sono inoltre rimaste ferite diverse persone. La vittima, Sondos Rida Abu Bakr di 17 anni, è stata identificata dal Partito Libertà e Giustizia tramite il suo profilo Facebook. Il Partito ha accusato le forze di […]

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Libia: morto il leader di Ansar al-Sharia

(Agenzie) Mohamed al-Zahawi, leader del gruppo islamista libico Ansar al-Sharia, è morto in seguito a gravi ferite riportate negli scontri di mesi fa contro le forze pro-governative. Zahawi, che aveva creato il gruppo a Bengasi dopo aver aiutato a cacciare Gheddafi nel 2011, era rimasto in ospedale per diversi mesi, secondo quanto riportato da alcuni membri della […]

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Libano: scontri tra esercito e militanti al confine con la Siria

(Agenzie) Una fonte della sicurezza libanese ha dichiarato che due soldati e nove militanti islamisti sono morti negli scontri che da stamattina hanno luogo nei pressi della città di frontiera di Ras Baalbek, nella Valle della Bekaa, vicino al confine siriano. Un comandante dell’esercito libanese ha messo in guardia dall’attacco degli islamisti, dicendo che costituiscono una […]

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Partiti arabi di Israele formano lista unica per prossime elezioni

(Agenzie) I partiti arabi d’Israele hanno unito le loro forze in vista delle elezioni parlamentari del prossimo marzo formando una lista unica che, secondo alcuni analisti, potrebbe guadagnarsi almeno 10 posti alla Knesset. La lista unica, che verrà candidata alle elezioni del prossimo 17 marzo, include il partito Balad, il Movimento Islamico, il Movimento Arabo per […]

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Iran: riprendono negoziati sul nucleare con USA in Svizzera

(Agenzie) I rappresentanti diplomatici di Iran e USA hanno ripreso oggi a Zurigo, in Svizzera, i negoziati sul nucleare iraniano. Per due giorni, il vice-ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e la negoziatrice statunitense Wendy Sherman discuteranno del programma per cercare di accelerare i tempi per trovare un accordo. Anche Helga Schmidt, vice-segretaria generale per la politica estera dell’UE. […]

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Italia: voto su riconoscimento Palestina in programma alla Camera

(Agenzie). La Camera dei Deputati dovrebbe votare quest’oggi quattro mozioni sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Tre mozioni presentate dal Partito socialista italiano, Sel e il Movimento 5 stelle sono a favore del riconoscimento, mentre è contraria la mozione presentata dal partito della Lega nord. Nei mesi passati molti paesi europei, tra cui Francia, Spagna, e […]

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Gli Houthi: dalle origini alla presa di Sana’a

Gli Houthi appartengono alla setta degli Zaydi, un ramo dell’Islam sciita che costituisce quasi un terzo della popolazione a maggioranza sunnita del paese. Gli Zayidi sono la maggioranza nelle province settentrionali dello Yemen, al confine con la potenza sunnita dell’Arabia Saudita. Gli Houthi sono da sempre accusati di esser sostenuti dall’altra superpotenza regionale: l’Iran sciita. […]

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Daish fa conto alla rovescia per ostaggi giapponesi

(Elaph). Allo scadere dell’ultimatum dato da Daish (conosciuto in occidente come ISIS) al Giappone per il pagamento del riscatto dei due ostaggi rapiti, la Nippon Television Network (NHK) ha dato la notizia circa un messaggio diffuso sul web, in cui militanti di Daish annunciano l’inizio del “conto alla rovescia”. Secondo il messaggio diffuso, il premier giapponese Shinzo Abe mente […]

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Lo Yemen va in pezzi

Di Bruce Riedel. Al-Monitor (22/01/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. La morte del re saudita Abdullah bin Abdel-Aziz mette la crisi yemenita in primo piano per il nuovo monarca, l’ormai ex principe Salman. La scomparsa di Abdullah arriva sull’onda delle dimissioni del presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi: un notevole ostacolo per la diplomazia statunitense […]

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Yemen: domenica riunione d’urgenza del parlamento

(Agenzie) In seguito alle dimissioni del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, il parlamento yemenita terrà una riunione d’emergenza la prossima domenica per “discutere i recenti sviluppi nel Paese”, come riportato dall’agenzia di stampa nazionale. In un primo momento, un funzionario yemenita aveva dichiarato che il parlamento si sarebbe riunito oggi, venerdì, per discutere dell’offerta di […]

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Storia di un giovane siriano che sente il peso delle nuove regole in Libano

Di Justin Salhani. Al-Monitor (20/01/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. In copertina una vignetta dell’artista siro-palestinese di Yarmouk Hani Abbas Seduto fuori da un bar nel quartiere Mar Mikhail di Beirut, Firas (pseudonimo) tiene una sigaretta tra le dita, una bibita nell’altra mano ed il peso del mondo sulle sue spalle. “Non sono un […]

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Le prima pagine dei giornali arabi

Assafir – Libano È morto Abdullah bin Abdel-Aziz, Salman è Re In un momento delicato a livello regionale e internazionale,è morto il re saudita Abdullah bin Abdel Aziz, lasciando domande sul futuro dell’Arabia Saudita, e, soprattutto, sul futuro del mondo arabo, che si trova ad affrontare i più feroci terremoti politici.     Al-Quds al-Arabi – […]

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Turchia: Erdogan rimanda visita in Somalia per assistere i funerali di re Abdel-Aziz

(Agenzie) Il presidente turco Erdogan ha rinviato la sua visita in Somalia prevista per oggi per partecipare ai funerali del deceduto re saudita Abdel-Aziz. “Si tratta solo di un rinvio, il presidente si recherà in Somalia dopo i funerali, ma non sappiamo ancora la data precisa”, ha detto Daud Aweis, portavoce della presidenza somala. Fonti dell’ufficio […]

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Arabia Saudita: muore il re Abdel-Aziz

(Agenzie) Il monarca saudita, il re Abdullah bin Abdel-Aziz al-Saud, è morto a Riyad all’età di 90 anni. La corte reale non ha fornito molti dettagli sull’accaduto, ma il re è morto in ospedale, dove si trovava da dicembre scorso per problemi di salute. Il principe Salman, 79 anni, è ora ufficialmente il nuovo monarca saudita, […]

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Non si uccidono così gli elefanti/2: cosa c’è nella tua teiera

Gli amici con cui viaggio mi hanno ieri redarguito dopo aver letto il post ispirato dalla “Building View” della nostra Guest House a Kandy. Mi han detto con son troppo severo nei miei giudizi su Sri Lanka, facendomi così riflettere sul fatto che persino una fotografia a colori ha una scala di grigi e che le sfumature della realtà sono così tante che i miei ingenerosi giudizi sembravano forse non tenerne conto. In realtà, forse per un difetto di scuola, i reporter tendono a portare in alto le cattive notizie e a ignorare quelle buone, in omaggio alla regoletta aurea che solo un uomo che morde un cane è una notizia e non viceversa. Ma devo ammettere che, da inveterato viaggiatore, questo problema del turismo e dei suoi effetti perversi mi affligge e mi ha sempre corroborato diversi dubbi: siamo i nuovi colonialisti retroguardie della penetrazione commerciale? Nuovi barbari convinti invece di fare del bene coi nostri dollaroni? Segmenti di diverse categorie più o meno consapevoli? Turisti o viaggiatori? Più attenti ai monumenti che alle storie, spesso tristi, di chi ci vive accanto? I dubbi non muoiono mai specie dopo aver visto ieri due italiani piuttosto anzianotti apostrofare con rabbioso sussiego una cameriera che tardava a portare il conto. Se fossero rimasti casa non avrebbero fatto un soldo di danno ma in compenso la cameriera non avrebbe forse il suo lavoro. C’è insomma e comunque un prezzo da pagare su un crinale fragile e controverso di cui restiamo più o meno volontari protagonisti.
Come che sia, la giornata di ieri mi ha in parte riconciliato con un’isola che resta comunque uno dei posti più belli al mondo e con gente simpatica quando si riesce a uscire un po’ dal circo turistico. Dico in parte perché anche ieri siamo riusciti a farci fregare come allocchi proprio per aver dato retta a uno dei tanti imbonitori secondo il quale il tè che vendono al Museo di Kandy ci sarebbe costato tre volte tanto che al mercato. Costava invece la metà…

Il Museo del tè è una vecchia fabbrica ben tenuta e ben organizzata nella quale si vede l’intero procedimento del quale sir Lipton fu una delle icone ancor oggi visibile sulle bustine che in ogni albergo del mondo vi propinano a colazione. Si vede la parte nobile della produzione del tè: l’essiccazione, la fermentazione (la differenza tra tè nero e tè verde sta ad esempio proprio nella fermentazione che nel verde – che proviene dalla medesima pianta – non si fa), la spezzettatura delle foglie, la selezione etc. Purtroppo il Museo dice poco, anzi nulla, delle terribili condizioni di lavoro ancor oggi oggetto di battaglia tra tutele assai poco crescenti e uno sfruttamento visibile nelle facce delle raccoglitrici incontrate casualmente fuori dal museo. 

Come si nota in una delle incisioni a  lato, i poveri tamil importati da sua Maestà nell’Ottocento stavano sotto lo sguardo severo di un guardiano (bianco) dopo che, nel 1824, la prima pianticella – fatta giungere dalla Cina – era stata trapiantata al Royal Botanical Gardens, Peradeniya (5 km circa da Kandy e – sia detto tra noi – uno dei giardini botanici più belli e curati ch’io abbia mai visto e che merita da solo una visita a questa città). L’epopea delle piantagioni iniziò dopo il trapianto sperimentale di té proveniente dall’Assam e selezionato dalla potente East India Company.
L‘epopea del tè srilankese comincia dunque proprio a Kandy nel 1867 e nel 1873 il primo carico arriva a Londra (Ceylon era nota per il caffè che però era stato debellato da un fungo e quindi sostituito dal tè). La manodopera di importazione era come abbiam detto tamil (Hill Country Tamils), reclutata negli anni venti dell’800 soprattutto in Tamil Nadu, in India, nell’ordine di decine di migliaia. Negli anni Sessanta un accordo tra Delhi e Colombo portò al rimpatrio di circa la metà di questi disperati che neppure avevano una cittadinanza. L’altra metà è ancora qui ma con nazionalità srilankese. Quanti erano? Non saprei con esattezza. Le statistiche dicono che nel 1911 c’erano in Sri lanka mezzo milione di tamil (Nord, Est e centro isola, la zona delle piantagioni di tè).

 Il Royal Botanical Gardens di Kandy
Nel 1971 erano 1.100mila circa e dieci anni dopo – a seguito del rimpatrio di una parte in India –  erano poco più che 800mila (le statistiche demografiche datano a Sri Lanka solo dal 1871). La storia dei tamil “importati” è diversa da quella dei cugini che da secoli vivevano nel Nord e britannici e singalesi fecero di tutto per mantenere divise le due comunità, imparentate dalle comune lingua e tradizione. Le cose non sono molto cambiate oggi e anzi Colobo temette che la guerra tamil nel Nord avrebbe potuto contagiare i paria del centro che passavano la loro vita in baracche da cui uscivano ed escono per andare a raccogliere le foglioline verdi con cui si prepara la nota bevanda.

La regina Vittoria
Oggi il té resta a Sri Lanka una produzione importante (ampiamente surclassata dal tessile) ma che conta solo per il 2% del Pnl con un giro d’affari attorno ai 700 milioni di dollari (esportazione principalmente nell’ex Urss e nel Golfo). Impiega però un milione di persone anche se sulle condizioni di lavoro è bene sorvolare. O almeno prendere in considerazione che nelle piantagioni lavorano anche minorenni in condizioni igienico sanitarie molto discutibili per non dire vicine alla semi schivitù: in stragrande maggioranza donne di tutte le età. L’angolo buio nella vostrapot tea.

Non si uccidono così gli elefanti/2: cosa c’è nella tua teiera

Gli amici con cui viaggio mi hanno ieri redarguito dopo aver letto il post ispirato dalla “Building View” della nostra Guest House a Kandy. Mi han detto con son troppo severo nei miei giudizi su Sri Lanka, facendomi così riflettere sul fatto che persino una fotografia a colori ha una scala di grigi e che le sfumature della realtà sono così tante che i miei ingenerosi giudizi sembravano forse non tenerne conto. In realtà, forse per un difetto di scuola, i reporter tendono a portare in alto le cattive notizie e a ignorare quelle buone, in omaggio alla regoletta aurea che solo un uomo che morde un cane è una notizia e non viceversa. Ma devo ammettere che, da inveterato viaggiatore, questo problema del turismo e dei suoi effetti perversi mi affligge e mi ha sempre corroborato diversi dubbi: siamo i nuovi colonialisti retroguardie della penetrazione commerciale? Nuovi barbari convinti invece di fare del bene coi nostri dollaroni? Segmenti di diverse categorie più o meno consapevoli? Turisti o viaggiatori? Più attenti ai monumenti che alle storie, spesso tristi, di chi ci vive accanto? I dubbi non muoiono mai specie dopo aver visto ieri due italiani piuttosto anzianotti apostrofare con rabbioso sussiego una cameriera che tardava a portare il conto. Se fossero rimasti casa non avrebbero fatto un soldo di danno ma in compenso la cameriera non avrebbe forse il suo lavoro. C’è insomma e comunque un prezzo da pagare su un crinale fragile e controverso di cui restiamo più o meno volontari protagonisti.
Come che sia, la giornata di ieri mi ha in parte riconciliato con un’isola che resta comunque uno dei posti più belli al mondo e con gente simpatica quando si riesce a uscire un po’ dal circo turistico. Dico in parte perché anche ieri siamo riusciti a farci fregare come allocchi proprio per aver dato retta a uno dei tanti imbonitori secondo il quale il tè che vendono al Museo di Kandy ci sarebbe costato tre volte tanto che al mercato. Costava invece la metà…

Il Museo del tè è una vecchia fabbrica ben tenuta e ben organizzata nella quale si vede l’intero procedimento del quale sir Lipton fu una delle icone ancor oggi visibile sulle bustine che in ogni albergo del mondo vi propinano a colazione. Si vede la parte nobile della produzione del tè: l’essiccazione, la fermentazione (la differenza tra tè nero e tè verde sta ad esempio proprio nella fermentazione che nel verde – che proviene dalla medesima pianta – non si fa), la spezzettatura delle foglie, la selezione etc. Purtroppo il Museo dice poco, anzi nulla, delle terribili condizioni di lavoro ancor oggi oggetto di battaglia tra tutele assai poco crescenti e uno sfruttamento visibile nelle facce delle raccoglitrici incontrate casualmente fuori dal museo. 

Come si nota in una delle incisioni a  lato, i poveri tamil importati da sua Maestà nell’Ottocento stavano sotto lo sguardo severo di un guardiano (bianco) dopo che, nel 1824, la prima pianticella – fatta giungere dalla Cina – era stata trapiantata al Royal Botanical Gardens, Peradeniya (5 km circa da Kandy e – sia detto tra noi – uno dei giardini botanici più belli e curati ch’io abbia mai visto e che merita da solo una visita a questa città). L’epopea delle piantagioni iniziò dopo il trapianto sperimentale di té proveniente dall’Assam e selezionato dalla potente East India Company.
L‘epopea del tè srilankese comincia dunque proprio a Kandy nel 1867 e nel 1873 il primo carico arriva a Londra (Ceylon era nota per il caffè che però era stato debellato da un fungo e quindi sostituito dal tè). La manodopera di importazione era come abbiam detto tamil (Hill Country Tamils), reclutata negli anni venti dell’800 soprattutto in Tamil Nadu, in India, nell’ordine di decine di migliaia. Negli anni Sessanta un accordo tra Delhi e Colombo portò al rimpatrio di circa la metà di questi disperati che neppure avevano una cittadinanza. L’altra metà è ancora qui ma con nazionalità srilankese. Quanti erano? Non saprei con esattezza. Le statistiche dicono che nel 1911 c’erano in Sri lanka mezzo milione di tamil (Nord, Est e centro isola, la zona delle piantagioni di tè).

 Il Royal Botanical Gardens di Kandy
Nel 1971 erano 1.100mila circa e dieci anni dopo – a seguito del rimpatrio di una parte in India –  erano poco più che 800mila (le statistiche demografiche datano a Sri Lanka solo dal 1871). La storia dei tamil “importati” è diversa da quella dei cugini che da secoli vivevano nel Nord e britannici e singalesi fecero di tutto per mantenere divise le due comunità, imparentate dalle comune lingua e tradizione. Le cose non sono molto cambiate oggi e anzi Colobo temette che la guerra tamil nel Nord avrebbe potuto contagiare i paria del centro che passavano la loro vita in baracche da cui uscivano ed escono per andare a raccogliere le foglioline verdi con cui si prepara la nota bevanda.

La regina Vittoria
Oggi il té resta a Sri Lanka una produzione importante (ampiamente surclassata dal tessile) ma che conta solo per il 2% del Pnl con un giro d’affari attorno ai 700 milioni di dollari (esportazione principalmente nell’ex Urss e nel Golfo). Impiega però un milione di persone anche se sulle condizioni di lavoro è bene sorvolare. O almeno prendere in considerazione che nelle piantagioni lavorano anche minorenni in condizioni igienico sanitarie molto discutibili per non dire vicine alla semi schivitù: in stragrande maggioranza donne di tutte le età. L’angolo buio nella vostrapot tea.