Giorno: 17 dicembre 2014

Storia e sogni di un prigioniero di Guantanamo

Di Fahdi Ghazy. Al Huffington Post Maghreb (10/12/2014). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Non sono ISN 026: questo è solo il numero che mi è stato assegnato dal governo. Il mio vero nome è Fahd Abdullah Ahmed Ghazy. Sono un essere umano, un uomo che è amato e che ama. Prima di tutto, vogliate scusarmi se […]

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Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

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These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

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These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

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These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

La parodia dell’ISIS firmata Iraq

Riposto qui la mia ultima analisi (almeno per quest’anno) della copertura mediatica in lingua araba del fenomeno ISIS (Da’ash in arabo) che ho curato in questi ultimi mesi, con il prezioso aiuto di Qais Fares, per Arab Media Report. I capitoli precedenti hanno trattato i media siriani, quelli panarabi, e quelli libanesi, sempre in relazione […]

La parodia dell’ISIS firmata Iraq

Riposto qui la mia ultima analisi (almeno per quest’anno) della copertura mediatica in lingua araba del fenomeno ISIS (Da’ash in arabo) che ho curato in questi ultimi mesi, con il prezioso aiuto di Qais Fares, per Arab Media Report. I capitoli precedenti hanno trattato i media siriani, quelli panarabi, e quelli libanesi, sempre in relazione […]

Washington preparerà i siriani a combattere

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (15/12/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Nel corso di un’udienza del Congresso americano sulla Siria e la guerra a Daish (conosciuto in occidente come ISIS), alcuni membri si sono mostrati stupiti quando hanno saputo che il programma di formazione militare del governo americano per l’opposizione siriana inizierà la prossima […]

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Iraq. Voci da “Ainkawa mall”

Tra grattacieli, alberghi di lusso e locali per uomini di affari, la capitale del Kurdistan iracheno offre un’ingannevole immagine di sviluppo all’occidentale. Ma le voci che arrivano dagli scheletri dei palazzi in costruzione suggeriscono la presenza di migliaia di sfollati interni, fuggiti dalla violenza di Daesh. Il racconto di Eleonora Gatto, da Erbil. 

 

 

17 Dicembre 2014
di: 
Eleonora Gatto da Erbil*

Bambini israeliani e palestinesi giocano a calcio per la “Tregua di Natale”

(Agenzie). La leggenda narra che cento anni fa soldati britannici e tedeschi hanno deciso di deporre le armi e giocare una partita di calcio proprio il giorno del Natale 1914. In memoria di quell’evento, noto come Christmas Truce (Tregua di Natale), questa settimana bambini israeliani e palestinesi hanno deciso di commemorare quella partita di calcio, […]

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Palestina: parlamento Lussemburgo invita il governo al riconoscimento

(Agenzie) Alcuni parlamentari del Lussemburgo hanno votato in favore del riconoscimento dello Stato palestinese, facendo passare due diverse mozioni poiché i deputati non avevano trovato un accordo su un testo unico. Il deputato Marc Angel, del Partito Operaio Socialista Lussemburghese, aveva proposto una prima mozione per cui il governo viene invitato “al riconoscimento ufficiale dello Stato […]

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Marocco: muore l’attore Mohamed Bastaoui

(Agenzie). L’attore marocchino Mohamed Bastaoui è morto stamane a Rabat, nell’ospedale militare dove era stato ricoverato lo scorso venerdì per problemi respiratori e renali. Oltre ad aver recitato in vari film per il cinema ed in numerose serie tv marocchine, l’attore ha dimostrato il suo grande talento anche a teatro. Era nato a Khouribga nel 1954.

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Tunisia: Marzouki a Sidi Bouzid a quattro anni dallo scoppio delle rivolte

(Agenzie) Il presidente uscente della Repubblica tunisina, Moncerf Marzouki, si è recato oggi in visita nella cittadina di Sidi Bouzid in quella che è la giornata che quattro anni fa segnò l’inizio delle rivolte popolari in Tunisia: il 17 dicembre 201o, il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si era dato fuoco in segno di protesta contro la sue condizioni […]

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Riforma cittadinanza: allora, ci diamo una mossa?!

La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

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Siria: Assad chiede cooperazione con Iran contro Israele

(Agenzie). Il presidente siriano Bashar al-Assad chiede all’Iran una maggiore cooperazione per contrastare la coppia USA-Israele. E lo fa in una lettera consegnata al presidente iraniano Rohani. Assad chiede esplicitamente un’estensione dei rapporti bilaterali tra i due paesi a tutti i livelli e ha parlato di “trame sioniste e americane”.

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Svizzera: conferenza sui diritti dei palestinesi apre senza Israele e USA

(Agenzie) Una conferenza sul rispetto dei diritti umani nei territori palestinesi occupati è stata inaugurata oggi a Ginevra, alla quale sono stati invitati i 196 Paesi firmatari della Convenzione di Ginevra. Secondo Ibrahim Khraishi, inviato palestinese del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, ha dichiarato che spera che questo evento “aiuterà a ricordare agli israeliani i loro […]

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Arabia Saudita: scoppia diatriba sul velo

(Agenzie) Una controversia religiosa è scoppiata in Arabi Saudita sulla questione del velo dopo che l’uomo religioso Ahmad al-Ghamdi ha dichiarato che le donne non hanno l’obbligo di indossare il niqab, il velo che copre l’intero volto. La questione si è ancora più accesa quando al-Ghamdi è apparso in televisione in compagnia della moglie, che non indossava […]

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UE: Hamas non è più tra i gruppi terroristici

(Agenzie). La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la decisione del 2001 che includeva Hamas nella lista nera dei gruppi terroristici, ma mantenendo comunque alcune misure a riguardo per un periodo di tre mesi o fino alla chiusura del ricorso. Una dichiarazione della Corte dell’UE recita: “L’inserimento di Hamas tra le organizzazioni terroristiche nel 2001 […]

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Tortura, l’eccellenza siriana. Che i torturatori siriani fossero tra i migliori…

Tortura, l’eccellenza siriana.

Che i torturatori siriani fossero tra i migliori del mondo, forse anche grazie alle preziose lezioni imparate da Alois Brunner [ http://www.bbc.com/news/world-europe-30275358 ], se ne erano accorti anche gli Americani, che non hanno usufruito nella stagione delle “extraordinary rendition” della CIA [http://www.democracynow.org/2011/6/13/maher_arar_my_rendition_torture_in], negli anni di Bush figlio. Tale esperienza non poteva non essere sfruttata dai prodi barbari di IS, che tanto know-how hanno acquisito dai due regimi ba’athisti di Iraq e Siria, grazie al soggiorno che molti di loro hanno sperimentato nelle carceri di Saddam ed Assad ed alla presenza di ex-militari del regime iraqeno ed infiltrati del regime siriano. A certificare quanto sia stato efficace lo “knowledge sharing” tra la brutale oppressione dei regimi e quella del sedicente Stato Islamico ci sono le testimonianze degli sventurati che hanno sperimentato entrambe le prigionie: descrivono metodi di tortura identici, talvolta “migliorati” dai seguaci del califfo. Alcune di queste testimonianze sono riportate nell’articolo della testata britannica Dailymail.

L’uso della tortura, in particolar modo sui prigionieri politic, accomuna buona parte dei regimi arabi ma in Siria si è fatto arte ed è praticato da decenni, ben prima della rivoluzione, in maniera sistematico. Si legga in proposito il libro di Mustafa Khalifa, “La conchiglia” http://www.castelvecchieditore.com/la-conchiglia/

Io chiudo questo post con un piccolo estratto da “Kasak ya watan”, una delle più note piece teatrali di Dureid Lahham, in cui si ironizza sui metodi di interrogatorio e l’uso della tortura elettrica che, negli anni 70 ed 80, era la la pratica di “persuasione” per cui il regime di Assad era maggiormente noto.
https://www.youtube.com/watch?v=83M-vOWUZqM


ISIS using same torture methods as the Assad regime
www.dailymail.co.uk
Victims of both groups claim Islamic State fanatics and President Assad’s forced used the same torture methods such as ‘the ghost’, where they are suspended from the wrists for long periods of time. Continua a leggere

Palestina: parlamento europeo rivede risoluzione sul riconoscimento

(Agenzie) Previsto per domani, il voto del parlamento europeo sul riconoscimento unilaterale dello Stato di Palestina è stato annullato in seguito al rigetto del testo da parte del parlamento stesso. I legislatori europei, invece, voteranno oggi un testo alternativo, che propone il proseguimento dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi col fine di raggiungere una […]

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Pakistan: pena di morte per terroristi di nuovo in vigore

(Agenzie). Il Primo Ministro del Pakistan Nawaz Sharif ha sospeso la moratoria sulla pena di morte in casi di terrorismo in seguito all’attacco alla scuola di Peshawar di ieri, che ha portato alla morte di 141 persone di cui 123 bambini. Nel frattempo, i talebani afghani hanno condannato l’attentato nella scuola militare in Pakistan, sostenendo che uccidere bambini […]

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Yemen: 26 morti in due attentati

(Agenzie). Ventisei persone, tra cui due studentesse, sono rimaste uccise a causa di due autobombe esplose a Rada, al centro dello Yemen. La prima autobomba ha colpito uno scuolabus che viaggiava per una strada della città mentre l’altra ha colpito un gruppo di persone in centro. Entrambi gli attentati sono stati compiuti da cellule terroristiche […]

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Palestina: prevista oggi presentazione risoluzione sull’occupazione all’ONU

(Agenzie) I palestinesi presenteranno oggi una proposta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una risoluzione che reclama la fine dell’occupazione israeliana. Un rappresentante palestinese ha intanto annunciato che in mattinata è previsto un incontro con i Paesi arabi delle Nazioni Unite per richiedere il loro sostegno prima del voto della risoluzione, per il quale ci potrebbero […]

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Libano: probabili aiuti militari dall’Iran

(Agenzie). Il governo libanese deve votare per decidere se accettare o meno aiuti militari dall’Iran. L’Iran dal canto suo dice di aver preparato tutte le armi e le attrezzature da inviare eventualmente in Libano. Il Ministro della Difesa iraniano Hossein Dehghani ha dichiarato che il suo paese è pronto ad esportare aiuti militari a tutti quei paesi […]

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Cronaca di una strage

Comincia nella tarda mattinata di un giorno di scuola apparentemente normale il peggior attacco terroristico della storia del Pakistan. Un attacco che produce un bilancio di oltre 140 morti, in stragrande maggioranza studenti (132 secondo le ultime stime). Maschi e femmine uccisi in una giornata convulsa che richiede almeno quattro ore per confinare i guerriglieri islamisti del Tehreek-e-Taleban Pakistan in una zona delle scuola dove sgominarli e ucciderli. Succede a Peshawar, la capitale della provincia nordoccidentale – al confine con l’Afghanistan – nel college militare di Warsak Road che fa parte di una rete di 146 scuole che fanno capo all’esercito: liceo e secondaria frequentate da quasi 500 studenti tra i 10 e i 18 anni d’età. Un massacro premeditato e senza alcun senso se non per il fatto che il college è una scuola militare. Una scuola con ragazzi che in maggioranza sono minorenni.

La furia omicida del commando – tra sei e dieci persone – si abbatte subito su insegnanti e ragazzi, giovani e giovanissimi studenti che l’istituto indirizza alla carriera militare. E’ giorno d’esami ma c’è anche una festa programmata nella quale irrompe il commando entrato da una porta laterale: sparano all’impazzata non si capisce ancora come e con che logica. Hanno avuto solo un ordine dai loro capi: sparare agli “adulti” e risparmiare i “piccoli”. Missione impossibile in un parapiglia di centinaia di studenti e decine di insegnanti ostaggio – oltre che delle armi – del terrore, il viatico dell’ennesima campagna dei talebani pachistani per sprofondare le città e la gente nella paura. Gran parte dei più piccoli, sostiene Al Jazeera, riesce a scappare alla spicciolata. I più grandi sono meno fortunati.

La dinamica è per ora ancora frammentata (la ricostruzione ora per ora sul sito del quotidiano The Dawn) e non è chiaro né evidente come i guerriglieri, travestiti da militari, abbiano organizzato la strage. Ma è chiaro che strage doveva essere: vendetta per la missione militare “Zarb-e-Azb” del governo che da alcuni mesi martella il Waziristan, agenzia tribale rifugio per talebani e sodali stranieri.

Riunione del Comitato esecutivo della Army School

La rivendicazione del Ttp arriva poco dopo l’ingresso del commando e spiega che il target sono proprio i più anziani, studenti compresi. Non dunque ostaggi da trattenere per negoziare qualcosa, ma obiettivi della vendetta.

I parenti dei ragazzi iniziano ad arrivare fuori dalla scuola che è vicino a una caserma; le sirene delle ambulanze sono la cornice dello scenario più sinistro che Peshawar abbia mai visto. Il primo ministro Nawaz Sharif, che definisce l’attacco una “tragedia nazionale” – decreterà poi tre giorni di lutto nazionale -, vola a Peshawar dove converge anche il capo dell’esercito Raheel Sharif: i suoi soldati intanto stanno cercando di liberare la scuola aula per aula, mentre il commando si va asserragliando nell’area amministrativa dell’edificio. Si trova comunque il tempo anche per la polemica politica: Nawaz è ai ferri corti con Imran Khan, criticissimo capo del partito al potere nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa. Ora la falla nella sicurezza mette in difficoltà anche il contestatore. Tutti, compresi i partiti islamisti (legali), prendono le distanze dall’attacco e così i diversi responsabili politici e religiosi. Il mondo guarda allibito.

Alle tre del pomeriggio la situazione comincia a essere sotto controllo: fonti riferiscono che alcuni miliziani avrebbero tentato la fuga rasandosi la barba. Ma le voci corrono incontrollate: il commando è ancora dentro. Qualcuno si è fatto già esplodere, altri tirano granate, sparano con mitraglie di ultima generazione. Alle 15 e 35 radio Pakistan lancia il primo duro bilancio dei morti: 126, un numero inimmaginabile solo qualche ora prima. E destinato a crescere. E’ in quel momento che i militari pachistani sono intanto riusciti a raggiungere il loro obiettivo e pochi minuti prima delle 16 fanno sapere che il commando è ormai confinato in un’area precisa dell’enorme scuola militare.

Poco più tardi il ministro dell’Informazione della provincia Mushtaq Ghani dice all’Afp che il bilancio è di 130 morti. Sono già 131 qualche minuto dopo. Poi salgono a 140 e così avanti.

Mappa dell’area tribale

I militanti del Ttp non possono parlare. Tutti morti. Non potranno spiegare quale delle tante fazioni dell’ex ombrello jihadista – divisosi nel corso del 2014 in quasi una decina di rivoli – ha deciso la strage. Muhammad Khorasani, l’uomo che per primo rivendica, non è un nome noto della galassia col cappello talebano. Il gruppo, che dal 2010 figura nella lista dei “most wanted” internazionali, ha mantenuto una certa unità sino alla morte nel 2009 di Beitullah Meshud – il fondatore del Ttp con Wali-ur-Rehman (anche lui ucciso nel 2013) – e ancora sotto la guida di Hakimullah Meshud, assassinato da un drone alla fine del 2013. Da allora il gruppo si è diviso su questioni ideologiche e diatribe tribali (una parte per esempio ha aderito al progetto di Al Baghdadi, una fazione ha contestato la leadership dei Meshud). Quel che è certo è che la deriva stragista nei confronti dei civili, già utilizzata senza problemi dal Ttp (a differenza della maggior parte dei cugini afgani che si sono infatti  dissociati dall’attacco di ieri), ha preso velocità. Il Ttp non è nuovo a bombe nei bazar e nelle moschee ma non era mai giunto a tanto. Un tentativo negoziale col governo alcuni mesi fa è fallito e a giugno l’esercito ha iniziato a ripulire il Nord Waziristan con l’operativo Zarb-e Azb, tuttora in corso, colpendo i rifugi della guerriglia pachistana e straniera dal cielo e da terra con 30mila uomini.

L’ONU vota su distribuzione aiuti in Siria

(Agenzie). Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha in programma di votare oggi, 17 dicembre, una risoluzione che permetterà di estendere la distribuzione di aiuti umanitari in Siria, nelle aree controllate dai ribelli, senza l’approvazione del governo. La risoluzione, 2165 del 14 luglio scorso, consente a camion con aiuti umanitari di entrare in Siria da Turchia, […]

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