Giorno: 10 dicembre 2014

Egitto: arrestati in un bagno pubblico per “incitamento all’omosessualità”

Al-Bawaba, EgyPress. Traduzione e sintesi di Lorenzo P. Salvati. Fino a 33 persone sospettate di omosessualità sono state arrestate lunedì scorso dalle autorità egiziane in un hammam nel centro del Cairo, con l’accusa di “dissolutezza e atti osceni in luogo pubblico”. Dopo essere stati picchiati, gli uomini sono stati trascinati nudi in commissariato, dove hanno […]

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Sindrome Najibullah

A sinistra John Sopko, qui sopra
 il presidente Najibullah
Secondo quanto sostiene l’ufficio dello Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction, Kabul non ha abbastanza soldi per pagare il suo esercito. Né domani né nel 2024. Chi si assumerà l’onere? O succederà quello che accadde dopo il ritiro dell’Armata Rossa? Si chiama “sindrome Najibullah”, dal nome dell’ultimo presidente filosovietico dell’Afhanistan…
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L’acronimo “Sigar” sta per Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction. A capo dell’ufficio ispettivo americano – dotato di larghissima autonomia e persino del diritto di compiere arresti – siede John F. Sopko, un magistrato scelto da Obama due anni e mezzo fa per guardare nei conti e nelle spese. In due parole, in quei 104 miliari di dollari circa che gli Stati uniti hanno speso o si sono impegnati a spendere nella ricostruzione dell’Afghanistan. Oggi l’ufficio di Sopko ha pubblicato un nuovo report che evidenzia sette aree di crisi o di alto rischio (Corruption/Rule of Law, Sustainability, Afghan National Security Forces, On-Budget Support, Counternarcotics, Contract Management and Oversight Access) che sono interessanti da leggere. Ma la nostra attenzione è caduta sul capitolo Forze armate. Vediamo cosa dice il rapporto che contiene la High Risk List.
Più della metà dei soldi della ricostruzione (ossia 62 miliardi di dollari) gli Usa li hanno spesi nel “ricostruire” le forze armate afgane (Ansf) composte da esercito (Ana) e polizia (Anp) attualmente una forza di 352mila uomini che, proprio perché sia sostenibile, la Nato ha proposto di ridurre a 228.500 nel 2017. Questa forza ridotta costa comunque 4,1 miliardi l’anno, cifra a cui Kabul dovrebbe contribuire con 500 milioni fin dall’anno prossimo. Teoricamente, nel 2024 l’Afghanistan dovrebbe pagare tutto da solo.
Afghanistan in Transition: cerimonia della bandiera
Secondo Sigar Kabul non può farcela se il suo fatturato (ossia quanto ha intascato) nel 2013 sono stati 2 miliardi a fronte di una spesa del budget dello Stato stimata a 5,4 miliardi di dollari (ossia il 37% del totale). Secondo le informazioni raccolte da Sigar, Kabul immagina di riservare alla spesa militare per le forze di sicurezza il 3% del budget immaginando che il suo prodotto interno lordo cresca e con questo anche il 3%. Ma se al momento a ripianare il debito di budget ci pensa la comunità internazionale, il 3% di 2 miliardi di dollari fa solo 60 milioni che al massimo sarebbero 150 se Kabul riuscisse a raggiungere – seppur entro il 2024 – la cifra che le sue spese correnti richiedono. Non è difficile immaginare che a fondi d’aiuto sempre più ridotti, Kabul si ritroverà a non avere più liquido per i salari di soldati e poliziotti sempre che non li defalchi dai servizi o dagli stipendi degli impiegati dello Stato (o sempre che qualcuno non li aggiunga in cassa). Per soprammercato, il Center for Naval Analyses sostiene che l’Ansf dovrebbe avere una forza di 373.400 uomini (ossia più soldati di quanti non ne abbia adesso) con un costo di circa 5-6 miliardi di dollari l’anno.

Armata rossa torrente d’acciaio. Mosca aveva  pensato
di lasciare circa 10mila uomini dopo il ritiro
ma  cambiò idea. Pagò fino al 1992 poi chiuse i rubinetti
Conclusione: quando l’Armata rossa lasciò l’Afghanistan nel 1989 dopo dieci anni di guerra, Najibulah – l’allora presidente filosovietico – resistette ai mujahedin per circa tre anni. Ma nel gennaio del 1992, la Russia di Yeltsin decise di chiudere i rubinetti mantenuti a fatica tenuti aperti da Shevardnadze (nel 1990 l’aiuto sovietico era cresciuto sino a 3 miliardi di dollari). L’effetto fu immediato, cominciò a mancare carburante e liquido per i salari. In aprile Najibullah si dimise mentre i mujahedin conquistavano posizioni con facilità e soprattutto minacciavano ormai le città, Kabul compresa. Fu la cassa, non (solo) la forza dei mujaheddin a far crollare l’ultimo presidente filosovietico.

Quanto è costata agli Usa la guerra in Afghanistan. Fonte: Financial Times

 

Algeria: OPEC riunione di emergenza prima di giugno

(Agenzie). Il Ministro dell’Energia algerino, Youcef Yousfi, ha dichiarato che l’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) potrebbe tenere una riunione di emergenza prima di quella stabilita per giugno prossimo per discutere del surplus di petrolio a livello mondiale e il relativo calo dei prezzi. Il ministro algerino ha ribadito che i prezzi del petrolio […]

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Inizia la Coppa del mondo per club FIFA 2014 in Marocco

(Agenzie) Al via oggi l’undicesima edizione della Coppa del mondo per club FIFA 2014 che si svolgerò fino al 20 dicembre in Marocco nelle città di Marrakech e Rabat. L’evento calcistico vede in competizione sette squadre da club calcistici da tutto il mondo: la squadra campione nazionale del Paese ospitante, cioè la Moghreb Tétouan, e le squadre vincitrici delle competizioni […]

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Un palazzo della famiglia reale nel Qatar nel cuore di Londra

El País. La famiglia reale del Qatar sta ristrutturando tre case nel centro di Londra per trasformarle in un’unica residenza di 3.000 metri quadrati e del valore di 252 milioni di euro. Dopo le sontuose ville di Abramovich e Beckham, la capitale britannica ospiterà questa nuova lussuosa abitazione, che una volta completata si convertirà nella residenza […]

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Libano: elezioni presidenziali rimandate a gennaio

(Agenzie) Il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, ha annunciato che le elezioni presidenziali verranno rimandate al prossimo 7 gennaio, dopo che i legislatori libanesi nono sono riusciti a nominare un capo di Stato per la sedicesima volta. Come per le precedenti sessioni di voto, non è stato raggiunto il quorum a causa del boicottaggio dei […]

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Nessun compromesso con l’Iran sui diritti umani

Di “Amici di un Iran Libero”. Euractiv (09/12/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Lo slogan di quest’anno, “Human Rights 365″ (Diritti Umani 365), sottolinea che ogni giorno è la Giornata dei Diritti Umani. Esaminiamo, quindi, le violazioni dei diritti umani perpetuate dall’Iran ogni giorno dell’anno e analizziamo il record del così chiamato presidente moderato, […]

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Malala ritira Nobel per la Pace

(Agenzie). Sarà consegnato oggi alle 13 (ora italiana) il premio Nobel per la Pace a Malala Yousafzay e Kailash Satyarthi (attivista per i diritti dei bambini) a Oslo. La giovane pakistana è divenuta il simbolo della difesa del diritto all’istruzione, vincendo questo importante riconoscimento a soli 17 anni,    

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Palestina: ministro ucciso durante proteste in Cisgiordania

(Agenzie) Ziad Abu Ein, ministro palestinese, è stato ucciso durante delle proteste in Cisgiordania. Secondo le fonti, Abu Ein è morto poco dopo essere stato colpito da soldati israeliani mentre protestava nel villaggio di Turmusiya, nei pressi di Ramallah. Il presidente palestinese Abbas ha condannato l’accaduto definendolo un “atto barbarico”.  

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Libano: comandante Daish invita a combattere Hezbollah

(Agenzie) Uno dei comandanti di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), Abu Ali al-Shishani, ha fatto appello ai militanti jihadisti per combattere Hezbollah in Libano, accusando inoltre il governo di Beirut di essere complice del potente movimento politico sciita. Al-Shishani, alias Anas Sharkas, ha dichiarato in che Hezbollah “ha preso l’Iran come suo dio” ed è […]

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Il conflitto di Gaza tra gli argomenti più “caldi” di Facebook nel 2014

(Agenzie) Il social network Facebook ha rivelato la lista dei dieci argomenti di cui si è parlato di più sulla piattaforma nell’arco del 2014 negli Stati Uniti. Con al primo posto i Mondiali di calcio in Brasile, tra gli argomenti più dibattuti figura anche il conflitto di Gaza dell’estate scorsa. Altri temi sono stati il […]

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“Il lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata”

pal viag 110La mostra continua fino al 4 gennaio 2015 al Museo diffuso della Resistenza di Torino. Si basa su materiale dell’archivio dell’UNRWA (agenzia ONU): immagini che documentano le principali tappe della storia dei profughi palestinesi, dal 1948 fino a giorni nostri. Critiche dalla Comunità Ebraica di Torino: faziosa.

Mar Mediterraneo “la strada più mortale del mondo”

(Agenzie). L’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) ha dichiarato che 3419 persone sono morte nel tentativo di attraversare  il Mar Mediterraneo, facendo di questo mare  “la strada più mortale del mondo”. Secondo l’agenzia internazionale, 384mila persone, tra cui un sempre crescente numero di richiedenti asilo, hanno attraversato il mare dall’inizio dell’anno.  La maggior […]

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Iraq: 700 curdi morti nell’offensiva contro Daish

(Agenzie) Più di 700 combattenti curdi iracheni sono stati uccisi dall’inizio dell’offensiva contro Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), lo scorso 9 giugno. Questo quanto indicato da un comunicato del governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, che precisa che sono in totale 727 i peshmerga rimasti uccisi, mentre 3.564 i feriti.  

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Persona dell’anno: Taylor Swift contro il presidente curdo

(Agenzie). Il presidente del Kurdistan iracheno Massoud Barzani, la cantante pop americana Taylor Swift e l’amministratore delegato di Apple Tim Cook, tre personaggi provenienti da contesti molto diversi ma tutti accomunati dall’essere finalisti del premio “Persona dell’anno” del Time. L’editore del giornale ha reso nota la lista degli otto finalisti che quest’anno si contenderanno la copertina […]

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Ostaggio francese rilasciato dopo 3 anni di prigionia

(Agenzie). L’ostaggio francesce Serge Lazarevic è tornato a casa dopo 3 anni di prigionia. Nel novembre del 2011 Lazarevic venne rapito in Mali da militanti jihadisti membri dall’ala nordafricana di al-Qaeda, l’AQMI (al-Qaeda nel Maghreb islamico). Lazarevic è stato rilasciato senza il pagamento di alcun riscatto, secondo quanto dichiarato dal Presidente francese Hollande.  

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