Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!
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Fouad Roueiha
C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere →
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