Giorno: 3 giugno 2015

L’Europa dovrebbe imparare dal Libano in materia di rifugiati

Di Javier Solana. The Daily Star Lebanon (03/06/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Nei primi mesi del 2015 più di 38.000 persone hanno provato a raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo dal Nord Africa. Circa 1.800 di queste sono morte, il doppio di quelle che hanno perso la vita nel 2013. Molti europei hanno risposto a […]

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Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

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Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? 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Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

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C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

https://scontent.xx.fbcdn.net/hphotos-xta1/v/t1.0-9/p100x100/11351236_10153373567763627_2900654302289057577_n.jpg?oh=98e6cf3d819d3d79386852aa528c6163&oe=55F0BE4D

Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

https://scontent.xx.fbcdn.net/hphotos-xta1/v/t1.0-9/p100x100/11351236_10153373567763627_2900654302289057577_n.jpg?oh=98e6cf3d819d3d79386852aa528c6163&oe=55F0BE4D

Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. 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Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

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Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

Sinistra imperiale, sinistra umanitarista… c’è grossa, grossa crisi!

https://scontent.xx.fbcdn.net/hphotos-xta1/v/t1.0-9/p100x100/11351236_10153373567763627_2900654302289057577_n.jpg?oh=98e6cf3d819d3d79386852aa528c6163&oe=55F0BE4D

Fouad Roueiha

C’è grossa crisi: cos’è la sinistra? La sinistra imperialista e quella antiperialista? Sostenere le rivoluzioni è di sinistra?Da leggere con una tazza di the (o equivalenti… anche da fumare) ed ascoltando questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=4kuySYnIvt4Il testo è lunghissimo, chi lo legge tutto sarà sicuramente ricompensato nell’aldilà dall’eventuale divinità in cui crede.Una volta rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione era una “cosa di sinistra”, così come lo era battersi per la sovranità popolare. Nella mia ingenuità pensavo che questi principi generalissimi fossero prioritari anche rispetto alla scelta del sistema economico e che fossero la premessa necessaria per un vero socialismo che rispecchiasse le esigenze e la volontà dei popoli. Oggi scopro che rivendicare diritti umani umani e democrazia in realtà vuol dire essere marionette dell’imperialismo, utili idioti, cavalli di Troia mandati a minare la purezza della sinistra… una sinistra che antepone la geopolitica e gli schieramenti alla libertà die singoli o di intere fasce della popolazione, che ritiene barattabile la libertà (altrui) con una specie di “socialismo dall’alto ” , paternalisticamente imposto a popoli che e gli dente mente non sono in grado di decidere per il proprio bene perché abbagliati dalle sirene e dal brilluccichio del capitale. Barattare una porzione della propia libertà… mi ricorda quei discorsi in cui si cerca di convincere la gente a rinunciare alla privacy o alla libertà di movimento e lasciarsi controllare in nome della sicurezza, discorsi che sento dal 12 settembre 2001. Allo stesso modo il porsi come élite avanzata in lotta per il progresso anche a dispetto dello stesso popolo che dovrebbe beneficiarne, considerandolo obnubilato, mi ricordano i discorsi sulla necessità di un uomo forte ed illuminato che guidi la Nazione tipici dei fascismi e dei regimi dittatoriali. Infatti, quella sinistra che si connota non per essere libertaria ma per essere antimperialista ultimamente non ha esitato a scendere in piazza al fianco dei neofascisti in nome della comune lotta contro il capitalismo globale o in difesa di regimi liberticidi, non riconoscendo la dignità di “rivoluzione” a rivolte popolari che non seguono le loro direttive, anzi considerandolo necessariamente frutto di manovre imperiali, dando di fatto delle teste di legno o dei venduti ai milioni di persone scesi nelle piazze e nelle strade a Teheran nel 2006 come nel mondo arabo dalla fine del 2010. Un elitarismo ed un disprezzo per i popoli arabi (semplificazione in cui voglio includere anche tutte le popolazioni che convivono con loro, dai curdi agli amazigh), che evidentemente non vengono considerati degni di essere soggetto rivoluzionario, che sfocia nell’ “orientalismo” come descritto da Edward Said. Ascoltando i discorsi dei copagni antimperialisti pare che noi arabi siamo considerati come una specie di sottoproletariato del mondo, quella non-classe sociale di cui Marx parlava così: “Il sottoproletariato è anch’egli come la borghesia un nemico pericoloso nei riguardi della classe operaia, è una massa che non appartiene a nessun gruppo, corporazione, o classe, insomma non ha una ideologia; quindi è una sottoclasse”.Nella analisi proposta dalla “sinistra” odierna (non parlo di quella stile PD, ma di quella rossa) la volontà e le esigenze delle popolazioni sono del tutto ignorate a favore di un soppesare gli interessi di stati e blocchi di stati, mentre l’unico obbiettivo lecito di qualunque rivoluzione è quello che indicano loro, altrimenti non è una “vera rivoluzione”. Questa modalità di analisi incentrata sulla geopolitica accomuna tutti i “rossobruni”, in contrapposizione con l’approccio “umanista” di un altra parte della sinistra, accusata appunto di essere strumentale al potere e di portare avanti il falso mito dei diritti umani come una volta in una certa politica si portavano avanti i principi religiosi.Il socialismo ed il comunismo tradizionali, quelli nati a metà ‘800, sono stati sconfitti dopo aver fallito nell’intento di costruire società migliori, un fallimento costate milioni di vite, ma nononstante questo sembra che in molti non vogliano ripensare quel complesso di idee ed ideologie, e dire che dovrebbero essere progressisti mentre sono di fatto i guardiani di un passato morto da tempo e sepolto nell’ 89 quando era già in decomposizione. Il fatto che il capitalismo abbia generato mostri e delocalizzato il grosso dei suoi costi sociali nelle ex colonie, il neocolonialismo e la “globalizzazione” non cambiano la realtà del fallimento delle vecchie ideologie, chiunque pensi il contrario probabilmente non ha mai dovuto fare un documento in un paese sedicente socialista, non ha mai vissuto da cittadino comune in uno di questi paesi ma al massimo ha fatto il turista rosso, l’espatriato europeo e non certo il lavoratore senza santi nel paradiso ateo dei paesi a partito unico o governati dai militari.SON TUTTI ANTIMPERIALISTI COL CULO DEGLI ALTRI.Difendono la Russia di Putin o l’ Iran degli ayatollah e magari li vedi che scendono (giustamente) in piazza a difendere i diritti LGBT o per denunciare la violenza della polizia brandendo foto di Carlo Giuliani o di Aldrovandi. Gli stessi che (giustamente) occupano le case in nome del diritto ad abitare o si fanno in 4 per consentire alle comunità locali di avere sovranità sul proprio territorio ed avere voce in capitolo su infrastrutture come la TAV o il MUOS, difendono regimi che non ammettono alcuna obbiezione e che con una decisione politica sono disposti a sflollare o spostare intere comunità, sia per realizzare una infrastruttura o per qualunque altro motivo. Vallo a dire a Putin che vuoi sposarti con una persona del tuo stesso sesso mentre non vuoi che faccia passare il nuovo oleodotto che ha progettato sotto casa tua, vai vai…. vediamo che ti dice. O forse il diritto al dissenso ed alla sovranità sono cose riservate a voi attivisti occidentali? Gli stessi attivisti che nella migliore delle ipotesi sulla Siria mi han detto che il mio popolo non è pronto, per cui non era il momento di cercare di fare una rivoluzione anche se Assad non è uno stinco di santo (anche se è il milgiore tra i dittatori della zona, a loro parere, perchè è “laico”). A me forse dovrebbe venir da ridere, sentirmi dire questo… sono 50 anni che abbiamo questa dittatura e il mio popolo era più pronto prima, dato che negli anni ’50 la Siria produceva pensiero politico ed era stata capace di darsi una democrazia, quindi che faccio aspetto che il buon Assad prepari il popolo ad una democrazia da attendere come un messia che prima o poi arriverà, concessa dal buon cuore del monarca illuminato? Ma all’indomani del fascismo, gli italiani erano pronti alla democrazia? Quegli italiani che due giorni prima in maggioranza inneggiavano al duce in piazza Venezia erano pronti alla democrazia? Sì, la democrazia italiana è tutt’altro che perfetta, c’è stato Gladio, ci sono le basi NATO, il governo non è eletto etc… ma se credete che sia paragonabile alla dittatura è solo perchè non sapete di cosa parlate, e vi invidio per questo.Dopo anni di riflessione, un po’ di studio della storia, ed alla luce dell’osservazione di 4 anni della rivoluzione siriana, nata nel migliore dei modi ed evolutasi nel peggiore immaginabile, sono giunto a varie conclusioni, ma ho scritto anche troppo per un post su facebook per cui ne esporrò una sola:Non esistono scorciatoie per il progresso, nè una strada da seguire che vada bene per tutti, l’idea che il progresso di una elite si estenda gradualmente estendersi a tutta la società è solo una possibilità, pure remota, e lo stesso progresso è un concetto relativo. Da questa considerazione deriva il fatto che per fare una vera rivoluzione, una rivoluzione profonda che non sia solo un cambio di regime o la staffetta tra dittature con passaggio dall’area di influenza di una superpotenza all’altra, bisogna concentrarsi per costruire le premesse per un processo rivoluzionario. Tali premesse sono, per quel che mi è dato capire, almeno 3:1 – Pace e condizioni di sussistenza minima per tutta la popolazione senza distinzioni. Se hai paura di morire da un momento all’altro o se non mangi o ti mancano le cure mediche non ti metti a fare la filosofia del diritto e te ne freghi della libertà d’espressione, per dirne una.2 – Una architettura istituzionale che consenta una agevole partecipazione alla vita pubblica a chiunque senza distinzioni ed impedisca a chiunque di occupare lo Stato, stabilendosi stabilmente nelle stanze del potere senza dover rendere conto al corpo elettorale.3 – Un sistema di istruzione universale, laico (non solo dalle religioni, ma da qualunque ideologia), gratuito ed obbligatorio.Date queste condizioni, che possiamo riassumere con le parole “sovranità e serenità al popolo”, la gente seguirà la sua via per migliorare la propria condizione, troverà il suo modello e la sua maniera senza dover mettere in pratica un modello teorico, ma creandone uno che risponda alla realtà dei fatti, con pesi e contrappesi, compromessi lì dove servono. In tal modo le conquiste, il progresso, avvengono attraverso la lotta nella società, non per imposizione dall’alto, un po’ come è avvenuto qui in Italia negli anni ’70 quando i movimenti libertari e femministi riuscirono ad ottenere il divorzio, l’aborto, i consultori famigliari, la scala mobile per i lavoratori e tutte quelle cose che facevano dell’Italia un paese migliore di quello che è adesso e che si stanno smontando in questi anni.Vabbeh, ho scritto anche troppo. Concludo con alcuni consigli per la lettura, tanto se siete arrivati fin qui vuol dire che siete degli ottimi lettori e che non temete la noia:Libri fondamentali:Edward Said – Orientalismo. http://www.lafeltrinelli.it/libri/edward-w-said/orientalismo/9788807816956Samir Qassir – L’infelicità araba. http://www.einaudi.it/libri/libro/samir-kassir/l-infelicit-araba/978880618037Articoli interessanti:Yassin Haj Salehhttp://osservatorioiraq.it/voci-dal-campo/la-sinistra-e-la-siriaGilbert Achqar:http://www.communianet.org/rivolta-globale/il-mondo-arabo-tra-nuove-fasi-rivoluzionarie-e-rischi-di-regressioneFouad Roueiha (ok ok, è davvero narcisista autocitarsi tra cotante penne)http://www.communianet.org/rivolta-globale/pensieri-irriverenti-su-una-certa-solidarietàJoseph Daher:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-sulle-origini-e-lo-sviluppo-del-processo-rivoluzionario-1-parteDa Syrian Freedom Forever:http://www.communianet.org/rivolta-globale/siria-due-risposte-ad-ali-e-zizek Continua a leggere

Arabia Saudita: noto il nome dell’attentatore suicida della moschea di Dammam

(Agenzie). L’Arabia Saudita ha dichiarato che il kamikaze che si è fatto esplodere lo scorso venerdì 29 maggio vicino una moschea sciita era cittadino saudita. Il fatto era avvenuto nella città portuale di Dammam e ha provocato la morte di quattro persone. Il ministero dell’Interno ha identificato l’attentatore come il 19enne Khalid Mohammed Ayed Wahabi Shammari, che travestito da donna si è fatto esplodere nel […]

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#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 – L'aviazione siriana ha sganciato mercoledì ma…

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 –
L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
https://youtu.be/A8Esbx1e6BI
Un altro video che mostra le conseguenze dell’attacco aereo
https://youtu.be/orSRdQUk_vY

Foto di Shahba Press Agency

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 – L'aviazione siriana ha sganciato mercoledì ma…

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 –
L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
https://youtu.be/A8Esbx1e6BI
Un altro video che mostra le conseguenze dell’attacco aereo
https://youtu.be/orSRdQUk_vY

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#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 – L'aviazione siriana ha sganciato mercoledì ma…

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 –
L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
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Un altro video che mostra le conseguenze dell’attacco aereo
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L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
https://youtu.be/A8Esbx1e6BI
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#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 – L'aviazione siriana ha sganciato mercoledì ma…

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 –
L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
https://youtu.be/A8Esbx1e6BI
Un altro video che mostra le conseguenze dell’attacco aereo
https://youtu.be/orSRdQUk_vY

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#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 – L'aviazione siriana ha sganciato mercoledì ma…

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 –
L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
https://youtu.be/A8Esbx1e6BI
Un altro video che mostra le conseguenze dell’attacco aereo
https://youtu.be/orSRdQUk_vY

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#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 – L'aviazione siriana ha sganciato mercoledì ma…

#Aleppo, #Siria – 3 giugno 2015 –
L’aviazione siriana ha sganciato mercoledì mattina una bomba barile su un mercato affollato nella zona di Jeb Al Qobbeh, nella città vecchia di Aleppo, causando 16 vittime civili ed almeno 20 feriti, quattro dei quali versano in gravi condizioni.

I primi momenti dopo che la bomba barile ha colpito il mercato di Jeb Al Qobbeh
https://youtu.be/4nsNEEvdVXA
Il cecchino del regime prende di mira la zona di Jeb Al Qobbeh dalla cittadella di Aleppo mentre si tenta di prestare soccorso ai feriti
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Libano: premio “Samir Kassir” a due giornalisti siriani e un egiziano

(Agenzie). Il premio per la Libertà di Stampa “Samir Kassir” è stato assegnato a due giornalisti siriani e ad un egiziano. Ayman al Ahmad ha vinto il premio per la categoria “articoli di opinione” ed è un giornalista siriano di 31 anni che vive a Gaziantep, in Turchia. Per la categoria “reportage audiovisivo” ha vinto invece […]

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“Il passato ritornerà”, ma la sincerità è sufficiente?

Di Rowan El-Shimi. Mada Masr (28/05/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. “Gaye Al-Zaman” (“Il passato ritornerà”)  è estremamente personale. Nel film, Hamza, che attualmente ha 36 anni e fa film dal 2004, utilizza il cinema come una via d’uscita dal senso di vuoto suscitatole dalla morte del padre, nel 2010. Tenta di trovare cosa […]

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Libano: rimandata elezione presidenziale

(Agenzie). Il portavoce del Parlamento libanese Nabih Berri ha rimandato le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica al 24 giugno prossimo. I legislatori libanesi hanno fallito per la 24^ volta nell’elezione del nuovo presidente che dovrà sostituire Michel Sleiman, il cui mandato si è concluso nel maggio del 2014. I parlamentari del blocco parlamentare Cambiamento e […]

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Turchia sponsorizza matrimoni per 2mila coppie palestinesi di Gaza

(Agenzie). L’Agenzia di Cooperazione e Coordinamento turca, Tika, in collaborazione con il ministero turco degli Affari Religiosi, ha sponsorizzato un matrimonio di massa per 2.000 coppie palestinesi della Striscia di Gaza. Il matrimonio è stato organizzato in collaborazione con Hamas e si è tenuto Domenica scorsa 31 maggio a Gaza City. Il vice capo di Hamas, […]

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Festival Mawazine: Placebo contro la criminalizzazione dell’omossessualità

(Tel Quel). Esibitisi sul palco del Festival Mawazine in Marocco i Placebo hanno colto l’occasione per scagliarsi contro la criminalizzazione dell’omosessualità in vigore nel Regno. Il cantante del gruppo inglese Stefan Olsdal è salito sul palco mostrando disegnato sulla sua pelle il numero 489 sbarrato. Il riferimento era rivolto all’articolo 489 del codice penale marocchino che  punisce […]

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Pakistan: votazioni annullate per non aver fatto votare le donne

(Agenzie). Una commissione elettorale del Pakistan ha annullato il risultato di una votazione nel nord-ovest del Paese dopo che le donne sono state escluse dal voto. Le elezioni locali si erano tenute il 7 maggio scorso nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, profondamente conservatrice e a lungo afflitta da militanza. Nel quartiere di Lower Dir è stato eletto un membro […]

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Iraq: Arabia Saudita nomina ambasciatore dopo 25 anni

(Agenzie). L’Arabia Saudita ha nominato Thamer al-Sahan come suo ambasciatore in Iraq dopo 25 anni dalla chiusura della sua sede diplomatica di Baghdad in seguito all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein. Abbas al-Bayati, membro del parlamento iracheno, ha dichiarato che la mossa è fondamentale affinché i due Paesi collaborino nella lotta contro il […]

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Yemen: ONU operazione umanitaria su larga scala

(Al-Bawaba). L’agenzia delle Nazioni Unite per il Programma alimentare mondiale (WFP) sta preparando un’operazione umanitaria su larga scala per portare cibo e aiuti sanitari a circa 2,5 milioni di yemeniti. “Il conflitto ha fatto crescere il numero delle persone bisognose di cibo” ha dichiarato Elisabeth Byrs portavoce del WFP. Secondo gli ultimi rapporti sono circa 12,5 milioni […]

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Egitto: manifestazioni in solidarietà con Morsi

(Al-Masry al-Youm). I sostenitori dei Fratelli Musulmani sono scesi in piazza a Sharqiya, di fronte alla casa dell’ex presidente Mohammed Morsi. I manifestanti hanno formato una catena umana, in solidarietà con il leader in seguito alla notizia del rinvio del processo al 16 giugno prossimo. La Corte suprema egiziana dovrà rendere definitiva la condanna a morte per […]

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Due imprenditori palestinesi hanno rivoluzionato i caricatori portatili

(Baraka Bits). L’uso di smartphone è ormai diffuso in tutto il mondo, ma la batteria di questi dispositivi di solito ha vita breve, cosa che influenza e riduce molto la loro produttività. Per questo motivo, i due giovani imprenditori palestinesi Lama Mansour e Ismat Tuffaha hanno deciso di creare qualcosa che risolvesse il problema senza trascurare l’estetica. […]

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Egitto: sentenza definitiva Morsi rinviata

(Agenzie). Una corte egiziana ha rinviato la sentenza finale sulla condanna a morte dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi nel caso che lo vede accusato di evasione. Il giudice Shabaan El-Shamy ha detto che “la sentenza finale sarà emanata il 16 giugno, poiché la corte deve completare le deliberazioni sull’opinione del mufti”. Lo scorso 16 maggio è […]

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ONU fa appello a ripristino negoziati israelo-palestinesi

(Agenzie). In occasione del 65° anniversario dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati palestinesi, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha lanciato un nuovo appello per un ripristino immediato delle negoziazioni di pace tra Israele e Palestina e porre fine alle azioni unilaterali. Il commissario generale dell’UNRWA, Pierre Krahenbuhl, ha dichiarato che sono […]

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Un esilio intellettuale nel Golfo

Di Nisreen Bajis. Your Middle East (29/05/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi Il nazionalismo è un’affermazione di appartenenza a e radicamento in un luogo, un popolo, un’eredità. Esso invoca la casa creata da una comunità di linguaggio, cultura e usanze; e, così facendo, esso rifiuta l’esilio, combatte per impedire le sue devastazioni – Edward […]

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