Cadevano le strutture del collegio San Rocco e con loro il nostro inalienabile diritto allo studio.
Per tre giorni gli studenti della facoltà ( e non scuola) di scienze politiche hanno presidiato e impedito,con l’ausilio di tavole,sedie e tappetti, l’ingresso principale del rettorato. Al secondo giorno abbiamo assistito all’ignobile tentativo da parte delle forze di Polizia di fermare la mobilitazione con il terrorismo psicologico (vi denunceremo,quello che fate è un reato, ecc). Ma il fattore principale che stava rischiando di riaccendere il mio sentimento di rassegnazione verso qualsiasi attività politica proveniente dal basso, è che da tre anni mi tiene lontano dalla piazza,è l’egoismo,l’ignoranza e l’indifferenza di buona parte degli studenti della mia facoltà (e ripeto : non scuola), nonché cittadini, e forse, futura classe dirigente del paese,che hanno preferito non prendere parte alla mobilitazione. Dopo tre giorni di presidio,nonostante tutto, siamo riusciti a strappare un incontro con il rettore Lagalla. Abbiamo votato per alzata di mano i dieci che dovranno essere presente all’incontro ( tra cui io) e riuscire a strappare una soluzione decente ai disagi degli studenti della facoltà di scienze politiche. Personalmente non mi sarei mai aspettato una tale ostinazione da parte di quei studenti non impegnati politicamente.
Per una volta nella mia vita vorrei vedere il bicchiere mezzo pieno. Io, il realista per alcuni, e l’esistenzialista per altri, cercherò di rialzare la testa, fissare le mie mani e assieme a quei pochi colleghi tentare di riconquistare lo ”status ” di essere umano tramite ”l’azione”. Elemento,quest’ultimo,che eleva l’uomo dallo stato di ”bestia”,permettendogli di conquistare il mondo, e con essa il suo diritto alla vita .
Vorrei concludere questo mio breve post con un versetto dell’immortale poeta tunisino Abou Kacem El Chebbi, che spero non risulti esagerato accostarlo a questo evento :
« Se un giorno il popolo vorrà vivere
il destino deve assecondarlo,
la notte deve dissiparsi
e le catene devono spezzarsi »
Foto : Rabih Bouallegue
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