Giorno: 30 settembre 2015

Russia presenterà risoluzione ONU anti-terrorismo

(Agenzie). La Russia presenterà una bozza di risoluzione ONU al Consiglio di sicurezza sulla lotta al terrorismo per costruire insieme una strategia per combattere Daesh, ha dichiarato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov . Il progetto di risoluzione è stato proposto dal presidente Vladimir Putin, durante il suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La notizia giunge […]

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Quali prospettive di pace in Libia?

Di Maryam Habil. Al-Arabiya (28/09/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Bernardino Leon, ha guidato un’iniziativa per formare un governo di unità, rappresentante del Parlamento ad est e del Congresso Nazionale Generale (CNG) ad ovest.    Le Nazioni Unite speravano che il governo sarebbe emerso il 20 […]

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Egitto: non è di Nefertiti la tomba vicino a Tutamkhamon

(Al-Bawaba). Il ministro delle Antichità egiziano Mamdouh Eldamaty si oppone alla teoria dell’archeologo britannico Nicholas Reeves, secondo il quale una camera nascosta situata dietro la parete nord della tomba di Tutankhamon potrebbe celare i resti della regina Nefertiti. Eldamaty suggerisce che la camera potrebbe appartenere alla madre del faraone egizio, la regina Kiya, e non alla sua matrigna, […]

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MUZZIKA ! Settembre 2015

MK 0 sept 2015Un grande pianista jazz è nato: Armel Dupas, che con il suo primo album da solista, a 30 anni si piazza tra i più grandi. Decca/Universal riunisce le più grandi voci del fado in un album che farà storia. Tigran Hamasyan si concentra sui canti religiosi cristiani dell’Armenia per rendere omaggio al suo paese. Il giovane spagnolo David Salvado mantiene vive le tradizioni musicali della sua Galizia e la sua antica poesia. I 6 coristi corsi del gruppo A Filetta restituiscono la gioia pura dei canti a voce nuda. Per finire, gli italiani Sacri Cuori, nipoti di Fellini e Nino Rota, ci ricordano che l’Italia è terra di gioia di vivere, di fantasia e humor.

Siria: attacchi aerei russi colpiscono 3 province siriane

(Agenzie). Gli aerei da guerra russi hanno effettuato attacchi aerei contro tre province siriane a fianco agli aerei del regime di Bashar al Assad, secondo quanto riferito da una fonte della sicurezza siriana all’AFP. “Aerei russi e siriani hanno effettuato numerosi attacchi contro le posizioni terroristiche nelle province di Hama, Homs e Latakia”, ha detto la fonte. Intanto gli […]

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Siria: parlamento russo approva intervento aereo

(Agenzie). Bashar al Assad ha confermato la richiesta di aiuti militari rivolti alla Russia dal regime siriano. “La forza aerea russa è stata inviata in Siria dopo una richiesta da parte dello Stato siriano a al Presidente Putin, che include un invito a inviare forze aeree russe, come parte dell’iniziativa del Presidente Putin per combattere il terrorismo,” si legge in […]

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Gioco a tre in Algeria: i due Bouteflika e i Servizi Segreti

mcc43 – La faida del Presidente e del generale – Sonetrach2: terremoto nel clan Bouteflika – Chi sparò  nel compound di Zeralda? – Saïd Bouteflika, fratello e ombra – Il domani dell’Algeria Il presidente che non appare più in pubblico, licenzia il generale che non è mai apparso in pubblico… l’assurdità di un potere che si cela, […]

Gioco a tre in Algeria: i due Bouteflika e i Servizi Segreti

mcc43 – La faida del Presidente e del generale – Sonetrach2: terremoto nel clan Bouteflika – Chi sparò  nel compound di Zeralda? – Saïd Bouteflika, fratello e ombra – Il domani dell’Algeria Il presidente che non appare più in pubblico, licenzia il generale che non è mai apparso in pubblico… l’assurdità di un potere che si cela, […]

Gioco a tre in Algeria: i due Bouteflika e i Servizi Segreti

mcc43 – La faida del Presidente e del generale – Sonetrach2: terremoto nel clan Bouteflika – Chi sparò  nel compound di Zeralda? – Saïd Bouteflika, fratello e ombra – Il domani dell’Algeria Il presidente che non appare più in pubblico, licenzia il generale che non è mai apparso in pubblico… l’assurdità di un potere che si cela, […]

Palestina: ONU issa bandiera al Palazzo di Vetro

(Agenzia). Si svolgerà oggi, 30 settembre, alle 13 (ora locale) a New York la cerimonia dell’installazione della bandiera della Palestina presso il quartier generale delle Nazioni Unite. L’evento avrà luogo alla presenza del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e del segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, a seguito del discorso all’Assemblea Generale dello stesso Abbas. Alla cerimonia sarà […]

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Aiuto!! Ho fatto il classico, e ho una laurea in Lettere

Faccio outing. Ho fatto il liceo classico, ho una laurea in Lettere. Al classico mi sono annoiata, è vero. Ma avevo Raniero Sabarini come prof di filosofia. Scoprii più tardi che era un filosofo della scienza conosciuto, e che mi aveva forgiato più di quanto io avessi pensato, nonostante le sue posizioni sull’Afghanistan (aveva appoggiatoRead more

Rifugiati siriani: Golfo e G7 promettono 1,8 mld di dollari di aiuti

(Agenzie). Il gruppo delle potenze economiche del G7 e gli Stati arabi del Golfo hanno promesso di investire 1,8 miliardi di dollari per finanziare le agenzie delle Nazioni Unite impegnate nel soccorso umanitario ai rifugiati siriani in Medio Oriente. L’impegno è stato espresso a seguito di un intervento del segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, all’apertura […]

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Russia considera approvazione uso della forza militare all’estero

(Agenzie). La camera alta del parlamento russo, il Consiglio della Federazione, discuterà oggi la possibile autorizzazione dell’uso della forza militare in Paesi esteri, secondo quanto riferito da agenzie di stampa locali citando il presidente del Consiglio. Le notizie non specificano a quali Paesi potrebbe riferirsi la decisione, ma la Russia al momento sta rafforzando la sua […]

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Egitto: continua la ricerca della tomba di Nefertiti

(Ahram Online). Continua il mistero sulla posizione della tomba della regina egizia Nefertiti. Infatti, nonostante l’ipotesi avanzata dall’archeologo britannico Nicholas Reeve, secondo il ministero delle Antichità egiziano Mamdouh Eldamaty pensa che la camera segreta all’interno della tomba di Tutankhamon non sia il luogo in cui giace Nefertiti, bensì crede sia la tomba della regina Kiya, madre […]

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Gaza: attacco aereo israeliano in risposta a lancio di razzo

(Agenzie). L’esercito israeliano ha dichiarato di aver sferrato un attacco aereo alla Striscia di Gaza in risposta al lancio di un razzo dal territorio palestinese verso Israele. L’accaduto non ha causato vittime o feriti. L’esercito ha specificato di aver preso a bersaglio quattro “siti terroristici” nella Striscia. Da parte loro, notizie locali di Gaza hanno […]

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Palestina: la bandiera della frustrazione

Di Abdel Bari Atwan. Gulfnews (27/09/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Il 30 settembre la bandiera palestinese sarà issata davanti al complesso delle Nazioni Unite a New York. Da quanto è stato annunciato, il presidente dell’Autorità Palestinese (AP), Mahmoud Abbas, ha “lottato senza sosta” per questo gesto di riconoscimento che segue la concessione alla Palestina, […]

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La morte di Tavella e i progetti di Daesh

A distanza di un giorno dall’uccisione a sangue freddo del cooperante italiano Cesare Tavella l’altro ieri sera a Dacca, le notizie dal Paese asiatico si limitano a una ricostruzione più dettagliata dell’omicidio e a una presa di distanze dalla rivendicazione di Daesh, postata sul web subito dopo l’omicidio condita da minacce e dalla soddisfazione di aver eliminato un «crociato», termine classico anche del vocabolario qaedista. Ieri il ministro dell’Interno del Bangladesh Asaduzzaman Khan Kamal ha sostenuto in una conferenza stampa che, al momento, non ci sono prove che l’omicidio sia stato eseguito da una cellula dello Stato islamico e ha invitato gli occidentali a non farsi prendere dal panico e ad avere fiducia nelle forze di polizia locale e nelle indagini. Indagini che sono state affidate a un’unità speciale della polizia formata ad hoc e composta da agenti con ruoli e specialità diverse, guidata da Rezaul Haider, polizotto che è un soprintendente del Dipartimento investigativo criminale.


La ricostruzione del delitto aggiunge le testimonianze di gente che si trovava a Gulshan, la zona diplomatica di Dacca. I testimoni dicono di aver visto i criminali arrivare in motocicletta e sparare al cooperante alle spalle, colpendolo con tre proiettili, due dei quali gli hanno trapassato il corpo. La dinamica può far immaginare un agguato premeditato ai danni dell’italiano ma anche far pensare a un colpo sparato nel mucchio dei tanti residenti stranieri della zona. Dunque solo un caso, forse, che si trattasse di Cesare Tavella, un cinquantenne con una lunga esperienza alle spalle in varie zone del mondo e al lavoro per un’organizzazione olandese che si definisce “interreligiosa”, motivo che ha fatto pensare che invece il target fosse un cristiano, italiano o olandese che fosse. Comunque “bianco”. A 24 ore dalla sua morte, avvenuta poco dopo le sei del pomeriggio quando a Dacca ormai scende il buio della sera, non c’erano ancora stati arresti anche se è molto probabile che qualcosa accadrà nelle prossime ore vista la reazione soprattutto europea (dell’Unione europea ma anche di singoli Paesi) all’uccisione del cooperante italiano. Quanto ad altre ipotesi, come quella della rapina, sono state scartate visto che Tavella aveva ancora tutti i suoi effetti personali addosso.


Gli aggressori, dicono le prime testimonianze, sarebbero stati tre: due ragazzi sui vent’anni, forse gli esecutori materiali, e un terzo uomo che li aspettava vicino a una moto su cui poi i tre si sarebbero dati alla fuga. Non sarà facile trovarli nel complesso reticolo islamista di un Paese dove la presenza di Al Qaeda si mescola a un paesaggio jihadista locale abbastanza fiorente e dove Daesh muove i primi passi. Stando a quanto dichiarato dal ministro Asaduzzaman Khan Kamal proprio ieri, Daesh in Bangladesh non avrebbe che qualche elemento ancora non in grado di farne una forza organizzata e tutti i sospettati di aver a che fare con lo Stato islamico sarebbero stati arrestati. Tra questi, a gennaio, il coordinatore del progetto bangladeshi di Daesh, come attesta anche un rapporto dell’Onu. In luglio per altro, la stampa americana aveva dato notizia di un documento di Daesh di 32 pagine, ritenuto credibile e tradotto dall’urdu dall’American Media Institute, secondo cui il califfato, oltre al progetto di un Grande Khorasan affiliato a Daesh (che comprenderebbe Afghanistan e Pakistan dove il nuovo gruppo jihadista sta conquistando terreno) mediterebbe una strategia che dovrebbe portare la guerra anche in India, proprio a partire dalle basi afgano pachistane. Lo scopo sarebbe soprattutto quello di trascinare gli Stati uniti in un confitto nel subcontinente sperando di galvanizzare e coalizzare la comunità dei credenti contro il nemico numero uno. In India Daesh potrebbe contare su 180 milioni di musulmani e così nel vicino Bangladesh, dove degli oltre 150 milioni di abitanti, nove su dieci sono di religione islamica.


Al momento però Daesh sembra ancora molto indietro nel suo lavoro di reclutamento in Bangladesh. E’ soprattutto in Afghanistan che il califfato sta guadagnando nuovi adepti: secondo un rapporto del Gruppo di monitoraggio dell’Onu sulle attività qaediste e di altri gruppi jihadisti, Daesh avrebbe conquistato un numero crescente di simpatizzanti e reclutato seguaci in 25 delle 34 province del Paese, un elemento confermato dall’antiterrorismo afgano secondo cui – dice il rapporto – il 10% dei guerriglieri talebani vedrebbero di buon occhio l’avvento di Daesh. Ma la distanza dal Bangladesh, nonostante i piani del califfo, è ancora molta.

La morte di Tavella e i progetti di Daesh

A distanza di un giorno dall’uccisione a sangue freddo del cooperante italiano Cesare Tavella l’altro ieri sera a Dacca, le notizie dal Paese asiatico si limitano a una ricostruzione più dettagliata dell’omicidio e a una presa di distanze dalla rivendicazione di Daesh, postata sul web subito dopo l’omicidio condita da minacce e dalla soddisfazione di aver eliminato un «crociato», termine classico anche del vocabolario qaedista. Ieri il ministro dell’Interno del Bangladesh Asaduzzaman Khan Kamal ha sostenuto in una conferenza stampa che, al momento, non ci sono prove che l’omicidio sia stato eseguito da una cellula dello Stato islamico e ha invitato gli occidentali a non farsi prendere dal panico e ad avere fiducia nelle forze di polizia locale e nelle indagini. Indagini che sono state affidate a un’unità speciale della polizia formata ad hoc e composta da agenti con ruoli e specialità diverse, guidata da Rezaul Haider, polizotto che è un soprintendente del Dipartimento investigativo criminale.


La ricostruzione del delitto aggiunge le testimonianze di gente che si trovava a Gulshan, la zona diplomatica di Dacca. I testimoni dicono di aver visto i criminali arrivare in motocicletta e sparare al cooperante alle spalle, colpendolo con tre proiettili, due dei quali gli hanno trapassato il corpo. La dinamica può far immaginare un agguato premeditato ai danni dell’italiano ma anche far pensare a un colpo sparato nel mucchio dei tanti residenti stranieri della zona. Dunque solo un caso, forse, che si trattasse di Cesare Tavella, un cinquantenne con una lunga esperienza alle spalle in varie zone del mondo e al lavoro per un’organizzazione olandese che si definisce “interreligiosa”, motivo che ha fatto pensare che invece il target fosse un cristiano, italiano o olandese che fosse. Comunque “bianco”. A 24 ore dalla sua morte, avvenuta poco dopo le sei del pomeriggio quando a Dacca ormai scende il buio della sera, non c’erano ancora stati arresti anche se è molto probabile che qualcosa accadrà nelle prossime ore vista la reazione soprattutto europea (dell’Unione europea ma anche di singoli Paesi) all’uccisione del cooperante italiano. Quanto ad altre ipotesi, come quella della rapina, sono state scartate visto che Tavella aveva ancora tutti i suoi effetti personali addosso.


Gli aggressori, dicono le prime testimonianze, sarebbero stati tre: due ragazzi sui vent’anni, forse gli esecutori materiali, e un terzo uomo che li aspettava vicino a una moto su cui poi i tre si sarebbero dati alla fuga. Non sarà facile trovarli nel complesso reticolo islamista di un Paese dove la presenza di Al Qaeda si mescola a un paesaggio jihadista locale abbastanza fiorente e dove Daesh muove i primi passi. Stando a quanto dichiarato dal ministro Asaduzzaman Khan Kamal proprio ieri, Daesh in Bangladesh non avrebbe che qualche elemento ancora non in grado di farne una forza organizzata e tutti i sospettati di aver a che fare con lo Stato islamico sarebbero stati arrestati. Tra questi, a gennaio, il coordinatore del progetto bangladeshi di Daesh, come attesta anche un rapporto dell’Onu. In luglio per altro, la stampa americana aveva dato notizia di un documento di Daesh di 32 pagine, ritenuto credibile e tradotto dall’urdu dall’American Media Institute, secondo cui il califfato, oltre al progetto di un Grande Khorasan affiliato a Daesh (che comprenderebbe Afghanistan e Pakistan dove il nuovo gruppo jihadista sta conquistando terreno) mediterebbe una strategia che dovrebbe portare la guerra anche in India, proprio a partire dalle basi afgano pachistane. Lo scopo sarebbe soprattutto quello di trascinare gli Stati uniti in un confitto nel subcontinente sperando di galvanizzare e coalizzare la comunità dei credenti contro il nemico numero uno. In India Daesh potrebbe contare su 180 milioni di musulmani e così nel vicino Bangladesh, dove degli oltre 150 milioni di abitanti, nove su dieci sono di religione islamica.


Al momento però Daesh sembra ancora molto indietro nel suo lavoro di reclutamento in Bangladesh. E’ soprattutto in Afghanistan che il califfato sta guadagnando nuovi adepti: secondo un rapporto del Gruppo di monitoraggio dell’Onu sulle attività qaediste e di altri gruppi jihadisti, Daesh avrebbe conquistato un numero crescente di simpatizzanti e reclutato seguaci in 25 delle 34 province del Paese, un elemento confermato dall’antiterrorismo afgano secondo cui – dice il rapporto – il 10% dei guerriglieri talebani vedrebbero di buon occhio l’avvento di Daesh. Ma la distanza dal Bangladesh, nonostante i piani del califfo, è ancora molta.