Giorno: 9 settembre 2015

Scarpe: il momento di cambiare passo

Le jutti indiane: diffusissime
ma sempre di meno

Al bazar di Bombay, un paio di jutti senza decorazione – la tradizionale scarpa di cuoio originaria dell’India del Nord – può costare un paio di euro. Si arriva a dieci se si compra il modello con plantare che si trova, seppur ormai con difficoltà, nei negozi di calzature di lusso. Anche molti indiani infatti hanno smesso di portarle per preferirgli copie di modelli stranieri o originali che hanno gli stessi prezzi delle vetrine italiane.

 Può sembrar buffo non trovare quasi più le jutti “base” (quelle istoriate per i matrimoni si comprano nei negozi specializzati) nel Paese che le ha inventate: ma anche questo è un effetto della globalizzazione che ha investito l’India, sino all’altro ieri la nazione più tradizionalista del mondo in fatto di moda. Il paradosso è poi che gran parte delle “originali” straniere vengono fabbricate proprio nell’Unione. A salari spesso ridicoli e con un ricarico per l’ideatore del modello che, grazie a una manodopera ampia e a basso costo, fa la sua fortuna su ogni stringa allacciata o sulle décolleté.

Nel mondo si fabbricano ogni anno circa 22 miliardi di paia di scarpe che per l’87% sono prodotte in Asia. La Cina fa la parte del leone e si stima che su tre paia di scarpe due siano Made in China. Quelle di buona qualità, quelle in cuoio come le jutti, sono sempre un patrimonio cinese: il 40% del totale. Poi ci sono Italia e Messico (col 6% di quota di mercato ciascuno), Brasile e, appunto, India dove si fabbrica il 4% delle scarpe del mondo. In termini percentuali vuol dire che l’Unione indiana produce poco meno di 900 milioni di paia di scarpe. E’ chiaro che non sono fatte solo per il mercato interno, in una Paese dove nemmeno tutti le hanno ai piedi dove per lo più si sfoggiano infradito.

Infradito: fabbricate
ovunque, portate
 da mezzo mondo

Diciotto organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani – dall’austriaca Südwind Agentur all’Italiana Abiti Puliti, dal Trade Union Rights Centre indonesiano all’indiana Society for Labour and Development – hanno deciso di vederci chiaro in un mondo che, come quello del tessile o degli accessori, nasconde spesso violazioni di diritti elementari tra cui quello di avere un salario dignitoso per il proprio lavoro. Se le scarpe sono nel cuore e negli armadi di tutti noi – uomini e donne senza distinzione – lontano dal cuore e dagli occhi è la realtà di chi le produce. Così lontana che, forse per la prima volta, qualcuno tenta di far fare un nuovo salto alla nostra coscienza: oltre le magliette prodotte in Bangladesh o i palloni e i tappeti assemblati in Pakistan.

 Si, certo, case importanti come la Nike sono già entrate nell’occhio del ciclone e per battaglie transnazionali che hanno ottenuto risultati. Ma ora la Campagna “Change Your Shoes” (Cambia le scarpe) si propone di far capire a tutti cosa c’è dietro il mondo delle calzature: oltre alle violazioni e al problema dei salari, l’impatto ambientale ad esempio o la scarsa trasparenza sui prodotti con cui camminiamo ogni giorno….

 (continua su Lettera22)

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Egitto: inviati 800 soldati in Yemen

(Agenzie). Ben 800 soldati egiziani sono arrivati in Yemen martedì, secondo fonti della sicurezza egiziana. I militari andranno a ingrossare le fila di un contingente militare arabo del Golfo, che mira a sbaragliare il gruppo Houthi, alleato dell’Iran. E ‘stato il primo dispiegamento di truppe di terra dell’Egitto, Paese che possiede uno dei più forti eserciti […]

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Rom: l’ingranaggio infernale delle espulsioni

ingragg 11027 agosto 2015: «Buongiorno amici, ho giusto il tempo di scrivervi queste parole per chiedere aiuto a chi può venire da noi. In modo completamente illegale, più di cento militari ci stanno per buttare in mezzo alla strada. Chi di voi può venga, almeno per essere dalla nostra parte in questo momento di immenso pericolo, e protestare. Non siamo degli animali!». Questo grido d’allarme è stato lanciato da Jozsef Farkas, giovane rom della più antica bidonville di La Seine-Saint-Denis, quando le forze dell’ordine sono intervenute per smantellare Place du Samaritain. La petizione che aveva lanciato sui social network quindici giorni prima per evitare l’espulsione aveva ottenuto nel frattempo 37mila adesioni. Inutilmente.

Libano: sessione straordinaria di Dialogo Nazionale

(Agenzie). Una sessione straordinaria del Dialogo Nazionale del governo del Libano è stata indetta per oggi dal primo ministro Tammam Salam per discutere della crisi dei rifiuti che sta travolgendo il Paese. Alcune fonti hanno riferito al giornale The Daily Star che nell’ordine del giorno figurano la discussione di soluzioni alla crisi che ha intaccato anche il governo […]

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Emirati Arabi Uniti difendono loro reazione alla crisi dei rifugiati siriani

(Agenzie). Gli Emirati Arabi Uniti difendono la posizione adottata nei confronti della crisi migratoria siriana e delle critiche che hanno investito i Paesi del Golfo per non aver fatto abbastanza per affrontare le questione. Il governo emiratino ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di aver concesso permessi di soggiorno a più di 100 mila siriani […]

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Sei ragioni per cui la guerra turca contro il PKK non durerà

Di Kadri Gursel. Al-Monitor (09/09/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Dopo due anni e mezzo di non ostilità, il 6 settembre viene ricordato come il giorno più sanguinario sofferto dalle forze del governo turco da quando la guerra contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) è scoppiata il 24 luglio. L’attacco del PKK […]

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Tanjazz: 16 Paesi per la 16ª edizione

(La Nouvelle Tribune). Dal 9 al 13 settembre la città di Tangeri ospiterà la 16ª edizione del Tanjazz, il festival di musica jazz che quest’anno vedrà protagonisti più di 100 artisti provenienti da 16 diversi Paesi, un vero viaggio nella musica. Quasi 22 formazioni dei cinque continenti prenderanno parte all’edizione 2015. L’Oceania sarà rappresentata dalla cantante pop […]

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Esercito israeliano nega accesso a mosche Al-Aqsa a tre giornaliste palestinesi

(Agenzie). Le forze dell’esercito israeliano hanno impedito a tre giornaliste palestinesi di entrare nel complesso della Moschea al-Aqsa di Gerusalemme, in quanto presunte di far parte della “lista nera” diffusa dalle autorità di Tel Aviv. La scorsa settimana, le autorità israeliane hanno infatti distribuito una lista con i nominativi di 40 donne palestinesi alle quali […]

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Turchia: ancora proteste anti-PKK, scontri con la polizia

(Anadolu). Continuano in Turchia le proteste contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), scoppiate in seguito all’uccisione di 16 soldati turchi la scorsa domenica in un attacco a Hakkari, nella Turchia sudorientale. I manifestanti hanno intonato slogan nazionalisti per condannare le azioni del PKK e la fine di una tregue che ormai durava da due […]

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Iran pronto a discutere di pace in Siria con ogni Paese

(Agenzie). Durante una conferenza stampa con il presidente austriaco Heinz Fischer, il presidente iraniano Hassan Rohani ha dichiarato che l’Iran è pronto a discutere di pace in Siria con ogni Paese del mondo. La dichiarazione di Rohani arrivava in risposta alla domanda su un’eventuale cooperazione con l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti sulla questione siriana: “Ci […]

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Verso una politica palestinese post-Abbas

Di Nasser Lahham. Middle East Eye (06/09/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Alla luce della Conferenza di Madrid (1991), volta a ravvivare il processo di pace israelo-palestinese e basata sul principio “terra in cambio di pace”, l’allora presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) Yasser Arafat iniziò a togliere potere all’OLP appannaggio dell’emergente […]

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