Giorno: 17 dicembre 2013

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso…

L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso giro d’affari, e allora continui a chiederti, ma perché l’Italia non è in questi business, ma che razza di politiche abbiamo fatto per ritrovarci fuori da tutto?”

C’erano già un bel po’ di commenti, ma tutti impostati sul “noi Italiani siamo fessi, ci fregano tutti…” In somma la solita cantilena. Per mettere un po’ di piccante nella riflessione butto un sasso nello stagno: “L’Italia magna magna se stessa non ha tempo per partecipare al magna magna dell’Africa. L’Africa la continuano a magnia’ le potenze coloniali che da tempo l’hanno cucinata per se stessi.”

Subito dietro una valanga di commenti che nella maggior parte possono essere riassunti in questo: “Karim per essere onesti i vari magna magna..sono anche dovuti….ai tanti politici(quando non tiranni)Africani..” Oppure ancora questo: “Gridare sempre al cattivo colonizzatore non basterà come alibi per l’Africa. Nè imporre la logica delle nostre ideologie laggiù rende un buon servizio.” A quel punto non ho più resistito. e sono partito con una delle mie solite “Divagazioni”. Una riflessione sul come ieri sono venuti a prendere l’Africa e sono stati tutti zitti. Oggi stanno bussando ad altre porte.


L'Africa è già qui!

Ghandi (e non solo) diceva che è vittima solo chi accetta di essere vittima. L’Africa è ancora colonizzata, perché gli Africani sono ancora colonizzabili. Su questo non ci piove. Ogni volta che c’è una esperienza forte e seria c’è qualche altro gruppo africano per distruggerla.

Io, se e quando parlo con gli Africani, dico questo. Perché il primo responsabile della propria sorte è l’oppresso, non l’oppressore. Ma questo non annulla le responsabilità dell’oppressore. E’ come se tuo figlio si facesse picchiare a scuola regolarmente dai compagni. Come genitore devi lavorare con tuo figlio, sul fatto che si deve difendere, che deve imporre il rispetto agli altri. Non deve lasciarsi maltrattare. Ma questo non toglie la responsabilità degli altri bambini. E avere un figlio che picchia gli altri non è una cosa bella. Avere una concezione del mondo dove il forte ha diritto di mangiare il debole non è una situazione accettabile. E quindi se parlo con europei dico questo. Non è normale essere alla testa di un sistema simile.

Si parla sempre di aiutare l’Africa… aiutiamoli, non li aiutiamo abbastanza, aiutiamoli a casa loro, Basta li abbiamo aiutati fin troppo… Ma chi conosce veramente la questione dice: No! Non aiutate più l’Africa. Cominciate già col non saccheggiarla ogni giorno.

I flussi di ricchezze che dall’Africa viaggiano verso il resto del mondo sono infinitamente superiori ai flussi dei cosiddetti aiuti economici e della cooperazione, che molto spesso servono a far vivere tutta una giungla di società, cooperanti, associazioni, affaristi nei paesi di provenienza degli “aiuti”. E che servono proprio a perennizzare la dipendenza.

Se sono in Africa o se parlo con i miei, parlo di cambiare le cose dall’interno. Parlo di cambiare mentalità e di liberarci. Ma se sono in Europa. Specialmente a Bruxelles. Dico Bruxelles pensando alla responsabilità di questa nel vero e proprio disastro che è diventato quello che potrebbe essere il paese più ricco del mondo: il Congo. Se sono qui parlo del colonialismo mai finito. Parlo di far finire lo sfruttamento selvaggio dell’Africa non solo perché fa male all’Africa ma perché prima o poi farà male a tutti. E sta già facendo male a tutti.

Mi ricordo alla fine degli anni 80 quando il signor Michel Camdessus direttore del FMI girava l’Africa per convincere tutti che l’unico modo di salvarsi dalla morsa del debito (quel debito che non è mai stato speso per lo sviluppo ma è rimasto sui conti personali dei tiranni -spesso scelti dagli ex paesi colonizzatori- nelle banche svizzere e lussemburghesi…) bisognava tagliare sulla spesa sanitaria, sulle scuole, sul sociale, sulla cultura… Privatizzare, privatizzare, entrare nel processo di liberalizzazione, aprire le frontiere, far circolare le merci… Ebbene le centinaia di migliaia di giovani che oggi attraversano il deserto a piedi per morire nel mediterraneo sono il prodotto di quella politica.
Oggi l’Africa è una terra abbandonata in preda agli avventurieri di ogni tipo. Non conta più nulla. Se la sono sbranata i leoni e le iene ne stanno ripulendo le ossa. Ora i predatori guardano altrove.

La Signora Christine Lagarde (Attuale direttrice del FMI) oggi è seduta al capezzale del malato europeo e da degna erede della stessa filosofia, ha consigliato esattamente la stessa cosa ai paesi più strozzati: Italia, Grecia, Portogallo… tagliare, tagliare, tagliare… Sanità, sociale, scuola, università… Esercito? No, quello va bene. Sprechi della politica? no. Quelli vanno bene. Una classe politica ben ingrassata è sempre utile nei tempi di magra.
Quest’anno 600.000 italiani sono andati all’estero. La bilancia emigrati/immigrati è tornata a pendere dalla parte dei primi. L’Africa è già arrivata a Napoli, se il mondo continua così, ci vorranno pochi anni prima che arrivi anche a Trento.

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L’Africa è già qui!

Avevo appena aperto Facebook, per postare alcuni articoli, quando ho visto questa riflessione di una persona: “Che poi, uno mica viaggia per niente. Gira gira, scopri che Bruxelles è ormai uno dei punti di partenza privilegiati per l’Africa, con un grosso giro d’affari, e allora continui a chiederti, ma perché l’Italia non è in questi business, ma che razza di politiche abbiamo fatto per ritrovarci fuori da tutto?”

C’erano già un bel po’ di commenti, ma tutti impostati sul “noi Italiani siamo fessi, ci fregano tutti…” In somma la solita cantilena. Per mettere un po’ di piccante nella riflessione butto un sasso nello stagno: “L’Italia magna magna se stessa non ha tempo per partecipare al magna magna dell’Africa. L’Africa la continuano a magnia’ le potenze coloniali che da tempo l’hanno cucinata per se stessi.”

Subito dietro una valanga di commenti che nella maggior parte possono essere riassunti in questo: “Karim per essere onesti i vari magna magna..sono anche dovuti….ai tanti politici(quando non tiranni)Africani..” Oppure ancora questo: “Gridare sempre al cattivo colonizzatore non basterà come alibi per l’Africa. Nè imporre la logica delle nostre ideologie laggiù rende un buon servizio.” A quel punto non ho più resistito. e sono partito con una delle mie solite “Divagazioni”. Una riflessione sul come ieri sono venuti a prendere l’Africa e sono stati tutti zitti. Oggi stanno bussando ad altre porte.


L'Africa è già qui!

Ghandi (e non solo) diceva che è vittima solo chi accetta di essere vittima. L’Africa è ancora colonizzata, perchè gli Africani sono ancora colonizzabili. Su questo non ci piove. Ogni volta che c’è una esperienza forte e seria c’è qualche altro gruppo africano per distruggerla.

Io, se e quando parlo con gli Africani, dico questo. Perché il primo responsabile della propria sorte è l’oppresso, non l’oppressore. Ma questo non annulla le responsabilità dell’oppressore. E’ come se tuo figlio si facesse picchiare a scuola regolarmente dai compagni. Come genitore devi lavorare con tuo figlio, sul fatto che si deve difendere, che deve imporre il rispetto agli altri. Non deve lasciarsi maltrattare. Ma questo non toglie la responsabilità degli altri bambini. E avere un figlio che picchia gli altri non è una cosa bella. Avere una concessione del mondo dove il forte ha diritto di mangiare il debole non è una situazione accettabile. E quindi se parlo con europei dico questo. Non è normale essere alla testa di un sistema simile.

Si parla sempre di aiutare l’Africa… aiutiamoli, non li aiutiamo abbastanza, aiutiamoli a casa loro, Basta li abbiamo aiutati fin troppo… Ma chi conosce veramente la questione dice: No! Non aiutate più l’Africa. Cominciate già col non saccheggiarla ogni giorno.

I flussi di ricchezze che dall’Africa viaggiano verso il resto del mondo sono infinitamente superiori ai flussi dei cosiddetti aiuti economici e della cooperazione, che molto spesso servono a far vivere tutta una giungla di società, cooperanti, associazioni, affaristi nei paesi di provenienza degli “aiuti”. E che servono proprio a perennizzare la dipendenza.

Se sono in Africa o se parlo con i miei parlo di cambiare le cose dall’interno. Parlo di cambiare mentalità e di liberarci. Ma se sono in Europa. Specialmente a Bruxelles. Dico Bruxelles pensando alla responsabilità di questa nel vero e proprio disastro che è diventato quello che potrebbe essere il paese più ricco del mondo: il Congo. Se sono qui parlo del colonialismo mai finito. Parlo di far finire lo sfruttamento selvaggio dell’Africa non solo perchè fa male all’Africa ma perchè prima o poi farà male a tutti. E sta già facendo male a tutti.

Mi ricordo alla fine degli anni 80 quando il signor Michel Camdessus direttore del FMI girava l’Africa per convincere tutti che l’unico modo di salvarsi dalla morsa del debito (quel debito che non è mai stato speso per lo sviluppo ma è rimasto conti personali dei tiranni -spesso scelti dagli ex paesi colonizzatori- nelle banche svizzere e lussemburghesi…) bisognava tagliare sulla spesa sanitaria, sulle scuole, sul sociale, sulla cultura… Privatizzare, privatizzare, entrare nel processo di liberalizzazione, aprire le frontiere, far circolare le merci… Ebbene le centinaia di migliaia di giovani che oggi attraversano il deserto a piedi per morire nel mediterraneo sono il prodotto di quella politica.
Oggi l’Africa è una terra abbandonata in preda agli avventurieri di ogni tipo. Non conta più nulla. Se la sono sbranata i leoni e le iene ne stanno ripulendo le ossa. Ora i predatori guardano altrove.

La Signora Christine Lagarde (Attuale direttrice del FMI) oggi è seduta al capezzale del malato europeo e da degna erede della stessa filosofia, ha consigliato esattamente la stessa cosa ai paesi più strozzati: Italia, Grecia, Portogallo… tagliare, tagliare, tagliare… Sanità, sociale, scuola, università… Esercito? No, quello va bene. Sprechi della politica? no. Quelli vanno bene. Una classe politica ben ingrassata è sempre utile nei tempi di magra.
Quest’anno 600.000 italiani sono andati all’estero. La bilancia emigrati/immigrati è tornata a pendere dalla parte dei primi. L’Africa è già arrivata a Napoli, se il mondo continua così, ci vorranno pochi anni prima che arrivi anche a Trento.

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