Giorno: 11 dicembre 2013

Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

Giorno 15 – Freddo. Freddo fino alle ossa. Tre paia di calzini e strati di vestiti dopo – ancora infreddolito nella mia cantina buia. Il dolore alla schiena si è spostata alla gamba, ma mi sono incamminato verso la casa di un amico che ha il caminetto – bisogna riscaldarsi. Un camino è un tesoro a […]

Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

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Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

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Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

Giorno 15 – Freddo. Freddo fino alle ossa. Tre paia di calzini e strati di vestiti dopo – ancora infreddolito nella mia cantina buia. Il dolore alla schiena si è spostata alla gamba, ma mi sono incamminato verso la casa di un amico che ha il caminetto – bisogna riscaldarsi. Un camino è un tesoro a […]

Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

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Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

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Sciopero della fame sotto assedio – Giorno 15

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L’imprenditoria femminile in Italia

L'imprenditoria femminile in Italia

.med ha incontrato Tiziana Pompei, vice segretario generale di Unioncamere, responsabile per l’imprenditorialità femminile.

 

Può fornirci dettagli su percentuali di donne straniere che hanno avviato un’attività di recente, paese di origine, distribuzione geografica e settore economico.
 

L’Osservatorio dellimprenditoria femminile di Unioncamere – Infocamere, strumento unico in Europa per le statistiche di genere, all’ultimo
aggiornamento disponibile del 30 settembre ci fornisce i seguenti dati, in estrema sintesi. Le donne titolari di ditta individuale totali sono
853.905. Di queste quelle di provenienza comunitaria, cioè nate in un paese dell’UE a 27, sono 24.157 (quasi il 3%) di cui  7.258 cioè il 30% nel  commercio e 2.932, poco più del 12%, in  attività dei servizi di alloggio e ristorazione. Scelte che confermano, anche per le donne straniere, una vocazione al commercio e al terziario. Le donne, invece, titolari di ditta individuale extra UE, al 30 settembre sono diventate quasi 68.000 (circa l’8% del totale) . Le comunità più numerose sono la cinese (oltre 20.000 titolari), la marocchina (6623) e l’ucraina (2025). Anche qui si concentrano nel commercio e,a  seguire, nel manifatturiero.

Altra questione riguarda le difficoltà che possono incontrare le donne anche e soprattutto rispetto agli uomini nell’avviare un’attività in modo autonomo. L’auto-imprenditorialità è una questione di genere?

 

Sempre più donne scelgono la strada dell’imprenditorialità per scelta e non per necessità come alternativa alla mancanza di opportunità del lavoro dipendente. Ce ne accorgiamo continuamente nelle nostre iniziative a livello nazionale e sui territori, in collaborazione con la rete dei comitati per la promozione dellimprenditorialità femminile presenti presso le Camere di commercio. Abbiamo avuto anche recentemente occasione di ascoltare diverse testimonianze durante lultima edizione de Il Giro d Italia delle donne che fanno impresa, una manifestazione itinerante, partita a Napoli il 6 novembre e conclusasi il 30 novembre a Latina. E se la capacità di resistenza e la tenacia, ma anche l innovazione, la qualità e l’approccio al cambiamento, sono tratti connotanti il fare impresa al femminile, è altresì vero che il rapporto con l’accesso alla finanza e al mondo creditizio è una difficoltà  oggettiva per fare impresa in generale forse ancor di più se femminile. Anche il secondo rapporto Impresa in genere realizzato da Unioncamere e promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Dipartimento delle Pari Opportunità, già alcuni anni fa, aveva studiato in questa direzione traendo alcune prime riflessioni. L’avvio di un’impresa attraverso forme di finanziamento esterno è, senza dubbio, più difficoltoso, – si sosteneva – tanto  per le maggiori restrizioni al credito per le donne quanto per l’effetto scoraggiamento che fa sì che le donne si avvicinino con minore frequenza a un istituto di credito. A questo si aggiungono problematiche di altra natura ma ugualmente importanti quali strumenti per la  conciliazione vita-lavoro e la mancanza di servizi all’infanzia che invece in altri paesi Europei stimolano lo spirito imprenditoriale e rassicurano la donna a rimanere fuori di casa più a lungo.

Quali sono gli incentivi e le opportunità per l’auto-imprenditorialità femminile in Italia?

 

Viviamo in una fase di forte ridimensionamento delle opportunità finanziarie. Anche per questo motivo ci aspettiamo molto dall’avvio della Sezione Speciale Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità, del Fondo di garanzia. La costituzione della Sezione Speciale rafforza l’intervento del Fondo in favore delle Imprese femminili, con effetti rilevanti sul volume dei finanziamenti che potranno essere garantiti, quasi 300 milioni di euro, ma anche sulle modalità di accesso alle garanzie. Infatti, il Comitato di Gestione del Fondo ha definito, nel rispetto delle disposizioni operative in vigore, modalità semplificate di accesso alle garanzie, prevedendo in particolare la possibilità per le imprese femminili di accedere direttamente tramite lo strumento della richiesta di prenotazione della garanzia. E i comitati potranno costituire dei punti informativi molto importanti per erogare sul territorio i servizi informativi e di primo orientamento a chi decida di mettersi in proprio.

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