Giorno: 20 aprile 2014

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del…

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre


Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del 1980 a Tizi Ouzou. Mentre nelle montagne del Giurgiura, a poche decine di chilometri da lì, l’esercito subiva un duro attacco dai gruppi islamici armati. Lo scenario resta sempre lo stesso: quando la mafia al potere è in difficoltà lo spettro della violenza plana sul paese.

Il 18 aprile 2014 resterà nella storia come una delle tante pagine nere della storia recente del paese nordafricano. Alle 16 circa inizia la conferenza stampa durante la quale, al termine di una lunga allocuzione farcita di retorica patriottica da pochi soldi, il ministro degli interni, Tayeb Belaïz, annuncia un tasso di partecipazione pari a 51% e la vittoria schiacciante di Bouteflika con ben 81,53%! Il presidente quasi del tutto infermo schiaccia tutti senza aver fatto campagna.

Siccome è dal 1962 che gli algerini considerano i risultati elettorali materia magica competenza degli stregoni del ministero degli interni, nessuno si chiede se il risultato è veritiero o meno. Ma tutti si rendono conto che il tasso di partecipazione annunciato è una esagerazione pazzesca. I seggi erano vuoti in tutto il paese secondo molti osservatori. Tutto quello che rimane dell’opposizione algerina ha chiamato al boicott. Il popolo sapeva i risultati della partita da tempo e quindi non ci ha dato nessuna importanza… Quindi chi è andato a votare? Ma siccome si sa che da noi votano anche i morti, nessuno si è veramente stupito.

Anche se il signor Ramdane Aboudjazr, membro della misteriosa Rete Internazionale per il Diritto allo Sviluppo (GNRD) che ha fatto da capo del gruppo di osservatori internazionali, ha dichiarato che “Le presidenziali algerine 2014 si sono svolte in conformità agli standard internazionali” e non ha registrato nessuna pratica fraudolenta suscettibile di rimettere in causa la legittimità di queste elezioni. Non so chi sono questi osservatori. Ma so, conoscendo la tradizionale generosità del nostro governo verso i suoi sostenitori internazionali, che hanno probabilmente fatto un ottimo affare passando ad Algeri questo piacevole fine settimana di primavera. Bisogna dire a difesa di questi illustri ignoti che hanno monitorato le elezioni, che quando a monitorare le elezioni algerine erano l’OCSE, l’ONU e la Lega Araba, la miopia degli osservatori era allo stesso livello. L’odore dei petrodollari, sembra, fa molto male alla vista dei funzionari degli organismi internazionali.

I giochi sono ormai fatti. In verità erano fatti da tempo. L’unica incognita era di capire chi dei due candidati della cosca al potere faceva da lepre per l’altro. Era Boutef che correva per far vincere e dare un sembianza di legittimità a Benflis? O era Benflis a correre per dare un po’ di piccante a una gara cucita su misura per un presidente segnato dall’età e dalla malattia? Una corsa senza rivali veri. Tutti i partiti dell’opposizione si sono astenuti dal presentare un candidato. Un po’ perché dell’opposizione resta ben poco. Un po’ perché c’era poco da sperare da queste elezioni.

Solo la solita eterna portavoce del solito partito trotzkista da salotto, Louisa Hannoun, ha considerato che la faccia l’ha persa ormai da tempo e che non ha più niente da perdere e tutto da guadagnare restando sul carro del vecchio presidente. Gesto ricompensato con ben 1,37 % dei voti dai maghi del ministero. Un abisso inspiegabile di differenza con le circa 20 poltrone in parlamento che le vengono assegnate ad ogni legislativa. Ma un risultato, bisogna dirlo, molto vicino alla reale popolarità della passionaria di servizio sulla scena pubblica algerina.

Oggi, 2 giorni dopo la fine della non-elezione presidenziale il paese si risveglia faccia faccia con i suoi vecchi problemi. 17 soldati morti nell’alta Cabilia. I manifestanti per la commemorazione della primavera berbera a Tizi Ouzou sono dispersi con l’uso della forza, mentre a Bejaia sfilano tranquillamente per tutta la città poi rientrano a casa senza incidenti. L’espressione del più assoluto arbitrio di un potere arrogante e disprezzante che dice chiaramente, attraverso la gestione delle elezioni prefabbricate e della piazza pubblica che può fare quello che vuole, come vuole, quando vuole e dove vuole.

Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre


Algeria, niente di insolito: elezioni farsa come sempre

Sono passati solo due giorni dall’annuncio dei risultati delle elezioni-farsa in Algeria e già il paese sembra pensare a tutt’altro. La polizia scioglie con la forza nuda e cruda una manifestazione pacifica di commemorazione della primavera berbera del 1980 a Tizi Ouzou. Mentre nelle montagne del Giurgiura, a poche decine di chilometri da lì, l’esercito subiva un duro attacco dai gruppi islamici armati. Lo scenario resta sempre lo stesso: quando la mafia al potere è in difficoltà lo spettro della violenza plana sul paese.

Il 18 aprile 2014 resterà nella storia come una delle tante pagine nere della storia recente del paese nordafricano. Alle 16 circa inizia la conferenza stampa durante la quale, al termine di una lunga allocuzione farcita di retorica patriottica da pochi soldi, il ministro degli interni, Tayeb Belaïz, annuncia un tasso di partecipazione pari a 51% e la vittoria schiacciante di Bouteflika con ben 81,53%! Il presidente quasi del tutto infermo schiaccia tutti senza aver fatto campagna.

Siccome è dal 1962 che gli algerini considerano i risultati elettorali materia magica competenza degli stregoni del ministero degli interni, nessuno si chiede se il risultato è veritiero o meno. Ma tutti si rendono conto che il tasso di partecipazione annunciato è una esagerazione pazzesca. I seggi erano vuoti in tutto il paese secondo molti osservatori. Tutto quello che rimane dell’opposizione algerina ha chiamato al boicott. Il popolo sapeva i risultati della partita da tempo e quindi non ci ha dato nessuna importanza… Quindi chi è andato a votare? Ma siccome si sa che da noi votano anche i morti, nessuno si è veramente stupito.

Anche se il signor Ramdane Aboudjazr, membro della misteriosa Rete Internazionale per il Diritto allo Sviluppo (GNRD) che ha fatto da capo del gruppo di osservatori internazionali, ha dichiarato che “Le presidenziali algerine 2014 si sono svolte in conformità agli standard internazionali” e non ha registrato nessuna pratica fraudolenta suscettibile di rimettere in causa la legittimità di queste elezioni. Non so chi sono questi osservatori. Ma so, conoscendo la tradizionale generosità del nostro governo verso i suoi sostenitori internazionali, che hanno probabilmente fatto un ottimo affare passando ad Algeri questo piacevole fine settimana di primavera. Bisogna dire a difesa di questi illustri ignoti che hanno monitorato le elezioni, che quando a monitorare le elezioni algerine erano l’OCSE, l’ONU e la Lega Araba, la miopia degli osservatori era allo stesso livello. L’odore dei petrodollari, sembra, fa molto male alla vista dei funzionari degli organismi internazionali.

I giochi sono ormai fatti. In verità erano fatti da tempo. L’unica incognita era di capire chi dei due candidati della cosca al potere faceva da lepre per l’altro. Era Boutef che correva per far vincere e dare un sembianza di legittimità a Benflis? O era Benflis a correre per dare un po’ di piccante a una gara cucita su misura per un presidente segnato dall’età e dalla malattia? Una corsa senza rivali veri. Tutti i partiti dell’opposizione si sono astenuti dal presentare un candidato. Un po’ perché dell’opposizione resta ben poco. Un po’ perché c’era poco da sperare da queste elezioni.

Solo la solita eterna portavoce del solito partito trotzkista da salotto, Louisa Hannoun, ha considerato che la faccia l’ha persa ormai da tempo e che non ha più niente da perdere e tutto da guadagnare restando sul carro del vecchio presidente. Gesto ricompensato con ben 1,37 % dei voti dai maghi del ministero. Un abisso inspiegabile di differenza con le circa 20 poltrone in parlamento che le vengono assegnate ad ogni legislativa. Ma un risultato, bisogna dirlo, molto vicino alla reale popolarità della passionaria di servizio sulla scena pubblica algerina.

Oggi, 2 giorni dopo la fine della non-elezione presidenziale il paese si risveglia faccia faccia con i suoi vecchi problemi. 17 soldati morti nell’alta Cabilia. I manifestanti per la commemorazione della primavera berbera a Tizi Ouzou sono dispersi con l’uso della forza, mentre a Bejaia sfilano tranquillamente per tutta la città poi rientrano a casa senza incidenti. L’espressione del più assoluto arbitrio di un potere arrogante e disprezzante che dice chiaramente, attraverso la gestione delle elezioni prefabbricate e della piazza pubblica che può fare quello che vuole, come vuole, quando vuole e dove vuole.