Giorno: 13 settembre 2014

#Siria – 12 settembre 2014 – Le forze regolari siriane hanno ripreso venerdì i…

#Siria – 12 settembre 2014 –
Le forze regolari siriane hanno ripreso venerdì i bombardamenti su diverse zone della Siria conducendo attacchi aerei su Aleppo, Idlib, Damasco e Hama ed usando l’artiglieria per bombardare Homs. In particolare attacchi aerei sono stati condotti su diverse zone in provincia di Hama quali Kafar Zeta, Qasr Ben Wardan, Al Masasne e M’arkabeh così come sul villaggio di Latmeen, dove quattro civili, tra cui due bambini, sono rimasti uccisi; in provincia di Idlib i bombardamenti aerei hanno interessato le località di Kafar Sejneh, Al Rakaya e Al Habeet, mentre morti e feriti si sono registrati nelle zone di Qaminas e Sahel Al Rouj, che hanno subito colpi di artiglieria da parte delle forze del regime.
In provincia di Aleppo, nel nord della Siria, l’aviazione siriana ha bombardato le località di Kafarnaha, Daret Ezzah, Hreitan e Retyan così come il distretto di Masaken Hanano nella città di Aleppo, colpito da barili esplosivi ed anche artiglieria, mentre scontri tra forze di opposizione e del regime si sono tenuti nel quartiere di Sleiman Al Halabi. Bombardamenti da parte delle forze del regime hanno colpito inoltre una zona nei pressi di una moschea nella cittadina di Al Bab causando morti e feriti tra i civili che stavano uscendo dalla moschea, ed in serata colpi di artiglieria hanno colpito anche il quartiere di Bestan Al Qasr ad Aleppo.
A Damasco, il sobborgo di Ein Tarama ha subito pesanti vombardamenti da parte delle forze del regime ed un attacco aereo è stato condotto in venerdì sera sul sobborgo di Hammouriyeh; colpi di artiglieria da parte del regime hanno colpito anche venerdì il sobborgo di Duma causadno diversi feriti, mentre il bilancio delle vittime rimaste uccise nei bombardamenti aerei di giovedì a Duma è salito a 58.
In provincia di Homs, decine di persone sono rimaste ferite nei pesanti bombardamenti condotti dalle forze del regime siriano sulla cittadina di Rastan, mentre il quartiere di Waer nella città di Homs è stato colpito da un missile terra-terra causando diversi feriti tra i civili.

Manifestazione antigovernativa svoltasi nel sobborgo di Saqba (Damasco) nel venerdì chiamato: “I martiri salgono e la determinazione diventa piu’ forte”
[Video]
https://youtu.be/nJhgVqPjYlA
https://youtu.be/TVthWQHSSHk
[Foto]
http://on.fb.me/1wpGvTi
Foto di una manifestazione antigovernativa svoltasi nel quartiere di Meshehad ad Aleppo.
http://on.fb.me/ZkkkjL

– Aleppo

Il momento in cui un barile bomba viene sganciato da un elicottero del regime siriano e colpisce il distretto di Masaken Hanano ad Aleppocausando un’esplosione
https://youtu.be/ml4UuaqJdoM

– Homs

Colpi di artiglieria sulla cittadina di Rastan in provincia di Homs
http://youtu.be/cnQSl7XqDNI
Arrivo di feriti dalla cittadina di Rastan a Talbisah in provincia di Homs
http://youtu.be/HGZT0sX57To (Graphic)
Un ragazzino ferito da colpi di artiglieria sulla cittadina di Rastan
http://youtu.be/mKbLq-PN7oA
[Foto] Distruzione nel distretto di Waer dopo che è stato colpito da un missile terra-terra
http://on.fb.me/WXg2gl
http://on.fb.me/YFN2vm
I primi momenti dopo che un missile terra-terra ha colpito il distretto di Waer a Homs
http://youtu.be/IyRmp00x8Tg
Sit in tenutosi a Talbisah, in provincia di Homs, con lo slogan “Morte senza sangue per fame”
http://youtu.be/LmRcTgZcu10
[Foto] http://on.fb.me/1AJt1Q2
La moschea che è stata colpita da colpi di artiglieria sulla zona di Al Balan vicino a Rastan nella giornata di venerdì
http://youtu.be/mJVqrGHlH-k

– Damasco

Bombardamenti sul sobborgo di Ein Tarama
http://youtu.be/fjqzExU5C7o

– Idlib

Il momento di un attacco aereo sulla cittadina di Kafranbel, in provincia di Idlib
https://youtu.be/Aw0T2krZmbs
Conseguenze di un attacco aereo su abitazioni civili nella zona di Tarmala, in provincia di Idlib, dove tre persone hanno perso la vita
http://youtu.be/7Ro3nM3VjXc (Immagini forti)

– Hama

Fumo che si leva dal villaggio di Al Masasneh village a causa dei bombardamenti aerei da parte di elicotteri siriani
https://youtu.be/FOnhatfngio
Fumo che si leva dalla cittadina di Kafarzeta, in provincia di Hama, a causa dei bombardamenti aerei
http://youtu.be/siN2BCZshdo
http://youtu.be/POgOxnsBwys

La foto mostra il quartiere di Waer a Homs venerdì.

L’Is, gli Usa e il gioco dei Saud

Le spade, la palma e un preciso
disegno geostrategico

Dopo la decisione di Obama di sradicare il califatto in fieri dell’Is (Stato islamico) e dopo che il ministro degli esteri statunitense John Kerry si è recato l’altro ieri a Gedda – in Arabia saudita – per formare l’ennesima grande coalizione di volenterosi, emerge chiaramente chi è il vero vincitore della partita: la monarchia dei Saud, minacciata in novembre dalla svolta pro iraniana di Washington a Ginevra, dall’influenza della Repubblica islamica negli affari mediorientali dalla Siria al Bahrein, dalla marea delle primavere arabe. Dietro quel che accade in queste ore c’è con tutta probabilità un piano. Che viene da lontano e che ha un obiettivo preciso: contenere Teheran.

Bush con l’allora ambasciatore saudita
Bandar ben Sultan al Saud, dal 2012 al 2014
a capo dell’intelligence saudita

Parte diligente nella creazione dell’Is, cresciuto con finanziamenti privati sauditi e del Golfo, Riad ha allevato l’ennesimo mostro salvo poi prenderne le distanze e offrire le sue basi per una nuova campagna antiterroristica contro i jihadisti tenuti a battesimo solo qualche mese fa. Il piano è chiaro: contenere Teheran e mettere al riparo la retriva e oscurantista monarchia wahabita da movimenti, laici o islamisti, che potrebbero insidiare la sua monolitica stabilità. Ne hanno fatte le spese i Fratelli musulmani egiziani, prima finanziati da Riad e poi dichiarati “terroristi”, e la stessa Hamas, tenuta a bada dal nuovo governo di Al Sisi e da Tel Aviv. Adesso è arrivata l’ora di fermare il jihad anche in Irak e Siria, visto che ormai Riad ha ottenuto di portare dalla sua parte Washington e l’Europa, scalzando il paventato rientro sulla scena di Teheran come attore universalmente accettato. Quando John Kerry ha chiarito a Bagdad qualche giorni fa che, nel contro jihad, non c’è bisogno dell’Iran, i Saud hanno capito che era fatta. C’era solo da mettersi d’accordo per apparire i pilastri di un islam ragionevole (e sunnita) in barba al lungo sostegno fornito, dall’Africa all’Afghanistan, a tutti i movimenti più radicali.

Abdallah ben Abdelaziz al-Saoud
re dell’Arabia saudita e protettore dei credenti 

Gli Usa, preoccupati dall’avanzata russa in Europa, sono così caduti nella trappola saud, tutto sommato il governo più stabile della regione, riserva di energia per eccellenza e la miglior garanzia che i finanziamenti ai jihadisti si prosciugheranno mettendo l’Is in difficoltà. Eppure gli americani conoscono bene l’ambiguità di Riad tanto che, ha rivelato il New Yorker, George Bush secretò nel 2002 un documento che raccontava il coinvolgimento di alcuni sauditi nell’attacco dell’11/9. La relazione tra americani sauditi ed emirati è sempre stata forte quanto oscura. E il Golfo ha fatto di tutto per evitare che il suo grande Satana – l’Iran – potesse espandere la sua influenza (vedi l’invasione saudita nel vicino Bahrein nel 2011 per proteggere la monarchia cugina dalle proteste degli sciiti) e, soprattutto, potesse rientrare nel novero dei Paesi con cui si parla. In questi anni tutti han dato una mano, Italia compresa. Nel solo 2013 abbiamo venduto armi a Riad per 126 milioni e agli Eau per 95. Difficile sapere dove bombe, munizionamento o veicoli siano finiti senza per altro che ai regni del Golfo sia mai stata chiesta  ragione di un sostegno  largamente tollerato – seppur indiretto attraverso privati cittadini –  alle nascenti orde dello Stato islamico .

Il pazzo di Teheran: fin che c’era
lui i Saud dormivano tra due guanciali.
Chi  avrebbe dato retta a Teheran?

Intanto il coinvolgimento dell’Iran nell’era post Ahmadinejad ha subìto un raffreddamento e, adesso, uno stop totale. Del resto, chi meglio della mamma per riportare all’ovile figlioletti troppo discoli andati un po’ troppo in là nella guerra agli sciiti e colpevoli di aver ucciso, senza autorizzazione, anche cristiani e occidentali? Per i Saud la guerra è già vinta e l’Is non serve più. Ma come spesso accade quando si creano mostri, questi vivono di vita propria come accadde coi talebani, bin Laden o al Nusra. Fermarli è complicato e allora si passa alle bombe delle coalizioni di volenterosi. Un gioco che comunque torna per i venditori di armi che chiudono così il cerchio infinito della guerra nella guerra.