Les Tunisiennes entrent en résistance – rts.ch – émissions – temps présent – international
Anno: 2013
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AFRICOM in due mosse
Giusto per tenerlo a mente, ecco le due cose che sono successe in contesto AFRICOM dall’offensiva francese in Mali: aperta una base per droni in Niger; accolta a Stoccarda una delegazione Nigeriana composta di militari e di attori media …
Valentino da Terni e Islam percepito
Scrivevo, altrove, che il San Valentino in terre d’Islam, è espressione dell’avanzata di questa nostra monociviltà mondiale. Da loro si chiama “Valentine’s”, come negli Stati Uniti. Fanno le cose che si fanno negli Stati Uniti, molto più di quanto se…
Sociopatia di un’associazione fascista
Non so in quanti siano ma so che sono fascisti, perché lo dicono. Dicono di esserlo sia politicamente che spiritualmente. E sono per Asad, ovviamente. Quindi succede che scrivano un articolo in cui spiegano che Il patrimonio storico-culturale siriano depredato…
Tunisia, dal dolore una nuova speranza?
Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Tunisia, dal dolore una nuova speranza?
Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Tunisia, dal dolore una nuova speranza?
Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Tunisia, dal dolore una nuova speranza?
Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Tunisia, dal dolore una nuova speranza?
Nena News : La reazione di massa contro l’assassinio politico ha dimostrato che lo spirito presente durante i giorni della rivoluzione è ancora vivo e che difficilmente potranno vincere i tentativi destabilizzanti di chi spera poter restaurare il vecchio regime o ancor meno, se fosse il caso, una dittatura islamica. Paradossalmente, uccidendo Chokri Belaid e colpendo una delle voci che con più forza chiedeva concreta democrazia e giustizia sociale, il Fronte Popolare ha moltiplicato la propria forza e autorevolezza. C’è da augurarsi che la sua morte serva per una partecipazione attiva del Fronte al processo politico, che servirebbe sia ad allargare il consenso sociale sia a rompere quella logica d’opposizione binaria tra Nahda e Nidaa Tounes che in questi mesi ha avvelenato la vita del paese.
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Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
I tunisini (e non soli) rimangono con il fiato sospeso
Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
I tunisini (e non soli) rimangono con il fiato sospeso
Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
I tunisini (e non soli) rimangono con il fiato sospeso
Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
I tunisini (e non soli) rimangono con il fiato sospeso
Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
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Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
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Tunisia: il colpo di stato democratico?
Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
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Ci sono molte tensioni all’interno del partito della troika (Ennahdha – CRP – Takatol) e in particolare nel Ennahdha, ma la proposta di Jebali potrebbe raccogliere consensi tra vari partiti dell’opposizione, e all’interno della stessa Ennahdha. Secondo il prof. Zaiem, anche il partito finirebbe per sostenerla, per nascondere la propria frattura interna.
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I tunisini (e non soli) rimangono con il fiato sospeso
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I tunisini (e non soli) rimangono con il fiato sospeso
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
La dignita’ di un popolo e di una donna
Le frontiere del caos
Se digitate “caos” e “tunisia” su google troverete 996.000 occorrenze. Il fatto è che questo “caos” è nelle menti di scrive “caos”, non in Tunisia. Non si capisce bene ciò che succede e quindi si scrive “caos”. La categoria del…
Aria di Rivoluzione?
Migliaia di persone riunite davanti casa di Belaid, in attesa del corteo funebreSi respira un aria speciale oggi in Tunisia. L’attesa di una grande giornata. Supermercato dietro casa a Cartagine e’ semivuoto. La calma illusoria tra le strade. Alcu…
Aria di Rivoluzione?
Migliaia di persone riunite davanti casa di Belaid, in attesa del corteo funebreSi respira un aria speciale oggi in Tunisia. L’attesa di una grande giornata. Supermercato dietro casa a Cartagine e’ semivuoto. La calma illusoria tra le strade. Alcu…
Aria di Rivoluzione?
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Migliaia di persone riunite davanti casa di Belaid, in attesa del corteo funebreSi respira un aria speciale oggi in Tunisia. L’attesa di una grande giornata. Supermercato dietro casa a Cartagine e’ semivuoto. La calma illusoria tra le strade. Alcu…
Ennhada si spacca
Il principale partito al governo Ennahdha rifiuta la proposta del suo primo ministro Hamadi Jebali di ieri sera di un governo tecnico Una grave crisi si apre all’interno del partito. In un intervista Rached Ghannouchi, il segretario generale …
Ennhada si spacca
Il principale partito al governo Ennahdha rifiuta la proposta del suo primo ministro Hamadi Jebali di ieri sera di un governo tecnico Una grave crisi si apre all’interno del partito. In un intervista Rached Ghannouchi, il segretario generale …
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Tunisia al bivio, ma in quale direzione?
Una sveglia amara questa mattina. Entrare in ufficio e vedere colleghi in lacrime non e’ una cosa usuale, eppure e’ successo oggi. Non piangono per un parente ucciso, ma piangono per un uomo politico ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua. S…
Tunisia al bivio, ma in quale direzione?
Una sveglia amara questa mattina. Entrare in ufficio e vedere colleghi in lacrime non e’ una cosa usuale, eppure e’ successo oggi. Non piangono per un parente ucciso, ma piangono per un uomo politico ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua. S…
Tunisia al bivio, ma in quale direzione?
Una sveglia amara questa mattina. Entrare in ufficio e vedere colleghi in lacrime non e’ una cosa usuale, eppure e’ successo oggi. Non piangono per un parente ucciso, ma piangono per un uomo politico ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua. S…
Tunisia al bivio, ma in quale direzione?
Una sveglia amara questa mattina. Entrare in ufficio e vedere colleghi in lacrime non e’ una cosa usuale, eppure e’ successo oggi. Non piangono per un parente ucciso, ma piangono per un uomo politico ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua. S…
Tunisia al bivio, ma in quale direzione?
Una sveglia amara questa mattina. Entrare in ufficio e vedere colleghi in lacrime non e’ una cosa usuale, eppure e’ successo oggi. Non piangono per un parente ucciso, ma piangono per un uomo politico ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua. S…
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Assassinio Chokri Belaid : La testimonianza di Nadia Deoud
Chokri Belaid durante un comizio nel Dicembre 2010 |
Tunisi 6 Febbraio 2013 |
In seguito al decesso di Chokri Belaid avvenuta questa mattina nell’ospedale ” Ennasr ” di Tunisi,migliaia di manifestanti sono scesi in strada chiedendo le dimissioni del governo. Alle ore 15.30 un corteo funebre che trasportava il feretro del politico è stata fatta passare di fronte il ministero dell’interno in piena Avenue Bourghuiba dove la polizia ha fatto largo uso di lacrimogeni per allontanare il corteo. Intanto sono state pervenute minacce anonime a Hamma el Hammami , leader del partito operaio comunista tunisino, dove gli viene intimato di ” non cavalcare” la triste vicenda del compagno assassinato.Date alle fiamme la sede del partito islamista al potere a Sfax, dove la gente inferocita ha chiesto la testa dei responsabili .Intanto la ” lega per la difesa della rivoluzione ” torna a far parlare di se attaccando a colpi di spranghe e bastoni alcuni manifestanti nella città di Sousse. Dura condanna di Rashed Ghannouci leader del partito islamista ” Nahda” che ha definito gli autori di questo barbaro assassinio ” nemici della patria e dell’islam”.Nel tardo pomeriggio arriva l’atteso discorso alla nazione di Hamadi Jebali , primo ministro tunisino , che annuncia lo scioglimento dell’attuale esecutivo con la conseguente creazione di un governo di unità nazionale.Dimissioni di massa di una parte dell’assemblea costituente.
Assassinio Chokri Belaid : La testimonianza di Nadia Deoud
Chokri Belaid durante un comizio nel Dicembre 2010 |
Tunisi 6 Febbraio 2013 |
In seguito al decesso di Chokri Belaid avvenuta questa mattina nell’ospedale ” Ennasr ” di Tunisi,migliaia di manifestanti sono scesi in strada chiedendo le dimissioni del governo. Alle ore 15.30 un corteo funebre che trasportava il feretro del politico è stata fatta passare di fronte il ministero dell’interno in piena Avenue Bourghuiba dove la polizia ha fatto largo uso di lacrimogeni per allontanare il corteo. Intanto sono state pervenute minacce anonime a Hamma el Hammami , leader del partito operaio comunista tunisino, dove gli viene intimato di ” non cavalcare” la triste vicenda del compagno assassinato.Date alle fiamme la sede del partito islamista al potere a Sfax, dove la gente inferocita ha chiesto la testa dei responsabili .Intanto la ” lega per la difesa della rivoluzione ” torna a far parlare di se attaccando a colpi di spranghe e bastoni alcuni manifestanti nella città di Sousse. Dura condanna di Rashed Ghannouci leader del partito islamista ” Nahda” che ha definito gli autori di questo barbaro assassinio ” nemici della patria e dell’islam”.Nel tardo pomeriggio arriva l’atteso discorso alla nazione di Hamadi Jebali , primo ministro tunisino , che annuncia lo scioglimento dell’attuale esecutivo con la conseguente creazione di un governo di unità nazionale.Dimissioni di massa di una parte dell’assemblea costituente.
Assassinio Chokri Belaid : La testimonianza di Nadia Deoud
Chokri Belaid durante un comizio nel Dicembre 2010 |
Tunisi 6 Febbraio 2013 |
In seguito al decesso di Chokri Belaid avvenuta questa mattina nell’ospedale ” Ennasr ” di Tunisi,migliaia di manifestanti sono scesi in strada chiedendo le dimissioni del governo. Alle ore 15.30 un corteo funebre che trasportava il feretro del politico è stata fatta passare di fronte il ministero dell’interno in piena Avenue Bourghuiba dove la polizia ha fatto largo uso di lacrimogeni per allontanare il corteo. Intanto sono state pervenute minacce anonime a Hamma el Hammami , leader del partito operaio comunista tunisino, dove gli viene intimato di ” non cavalcare” la triste vicenda del compagno assassinato.Date alle fiamme la sede del partito islamista al potere a Sfax, dove la gente inferocita ha chiesto la testa dei responsabili .Intanto la ” lega per la difesa della rivoluzione ” torna a far parlare di se attaccando a colpi di spranghe e bastoni alcuni manifestanti nella città di Sousse. Dura condanna di Rashed Ghannouci leader del partito islamista ” Nahda” che ha definito gli autori di questo barbaro assassinio ” nemici della patria e dell’islam”.Nel tardo pomeriggio arriva l’atteso discorso alla nazione di Hamadi Jebali , primo ministro tunisino , che annuncia lo scioglimento dell’attuale esecutivo con la conseguente creazione di un governo di unità nazionale.Dimissioni di massa di una parte dell’assemblea costituente.
Assassinio Chokri Belaid : La testimonianza di Nadia Deoud
Chokri Belaid durante un comizio nel Dicembre 2010 |
Tunisi 6 Febbraio 2013 |
In seguito al decesso di Chokri Belaid avvenuta questa mattina nell’ospedale ” Ennasr ” di Tunisi,migliaia di manifestanti sono scesi in strada chiedendo le dimissioni del governo. Alle ore 15.30 un corteo funebre che trasportava il feretro del politico è stata fatta passare di fronte il ministero dell’interno in piena Avenue Bourghuiba dove la polizia ha fatto largo uso di lacrimogeni per allontanare il corteo. Intanto sono state pervenute minacce anonime a Hamma el Hammami , leader del partito operaio comunista tunisino, dove gli viene intimato di ” non cavalcare” la triste vicenda del compagno assassinato.Date alle fiamme la sede del partito islamista al potere a Sfax, dove la gente inferocita ha chiesto la testa dei responsabili .Intanto la ” lega per la difesa della rivoluzione ” torna a far parlare di se attaccando a colpi di spranghe e bastoni alcuni manifestanti nella città di Sousse. Dura condanna di Rashed Ghannouci leader del partito islamista ” Nahda” che ha definito gli autori di questo barbaro assassinio ” nemici della patria e dell’islam”.Nel tardo pomeriggio arriva l’atteso discorso alla nazione di Hamadi Jebali , primo ministro tunisino , che annuncia lo scioglimento dell’attuale esecutivo con la conseguente creazione di un governo di unità nazionale.Dimissioni di massa di una parte dell’assemblea costituente.
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Chokri Belaid durante un comizio nel Dicembre 2010 |
Tunisi 6 Febbraio 2013 |
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Chokri Belaid, 1964-2013
http://storify.com/lonzero/chokri-belaid
Paura e delirio a Palazzo Corigliano
Pensavo che le vette della fuffa le avesse raggiunte Repubblica con quel divertentissimo reportage sui Fratelli Musulmani in Italia così ben commentato da Karim Metref su A.L.M.A. Invece oggi ho trovato di meglio sul Tempo. Trattasi di un articolo che,…
Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
Chi l’ha detto che il Medio Oriente – e più nello specifico, il mondo arabo all’infuori dei ricchi emirati del Golfo – sia solo terra di conflitti? Per chi non ha mai pensato ai Paesi arabi come luoghi di crescita, … Continua a leggere →
Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
Chi l’ha detto che il Medio Oriente – e più nello specifico, il mondo arabo all’infuori dei ricchi emirati del Golfo – sia solo terra di conflitti? Per chi non ha mai pensato ai Paesi arabi come luoghi di crescita, … Continua a leggere →
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Chi l’ha detto che il Medio Oriente – e più nello specifico, il mondo arabo all’infuori dei ricchi emirati del Golfo – sia solo terra di conflitti? Per chi non ha mai pensato ai Paesi arabi come luoghi di crescita, … Continua a leggere →
Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
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Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
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Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
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Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
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Amman: la Silicon Valey del mondo arabo
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Risveglio berbero
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Timbuktu e i suoi manoscritti
Quando studiavo i manoscritti arabi di Zanzibar c’era un grande affaccendarsi attorno al loro reperimento, in città e in archivio. Un gruppo di 2-300 era arrivato da un istituto ormai chiuso e attendeva di essere “riconsiderato”, elenchi alla mano. Si…
Manal and Alaa: A love story
As you have probably noticed, I am now using this blog only occasionally. For those of you who have missed the news, I am now blogging on the Italian online magazine Linkiesta.it . The blog is called Urban Cairo (here). They actually did like the name …
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La ragazza russa dell’Esercito Siriano Libero
L. scrive un e-mail circolare per una traduzione dal russo. Vorrebbe capire cosa dice la ragazza in questo video. Siamo al 25 gennaio scorso. Qualche giorno dopo, il 28, arriva la traduzione di C. Eccola: Sono una cittadina della Federazione…
Storie di bambini da Gaza… ne parliamo giovedì a Milano
Per chiunque fosse interessato e volesse venire, giovedì 31 gennaio sarò presso la Libreria Edizioni Terra Santa, a Milano in via Gherardini 2, alle ore 18:30, a parlare di Gaza, nell’occasione della presentazione del libro di Cecilia Gentile “Bambini all’inferno”. … Continua a leggere →
Storie di bambini da Gaza… ne parliamo giovedì a Milano
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Hamas e la lingua del nemico…
L’Università Islamica di Gaza City, principale accademia di Gaza, da quest’anno ha introdotto un nuovo corso di laurea, che lascerà molti a bocca aperta, considerando il luogo e il governo che controlla la Striscia. Dal prossimo semestre, infatti, gli studenti … Continua a leggere →
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Il Medio Oriente del 2013
Gli amici dello Spazio della Politica, con cui collaboro da anni, mi hanno chiesto di delineare gli scenari per il Medio Oriente che sarà nell’anno che è appena iniziato. Non ho la famigerata palla di vetro e non ho la … Continua a leggere →
Il Medio Oriente del 2013
Gli amici dello Spazio della Politica, con cui collaboro da anni, mi hanno chiesto di delineare gli scenari per il Medio Oriente che sarà nell’anno che è appena iniziato. Non ho la famigerata palla di vetro e non ho la … Continua a leggere →
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La favola del piccolo Hollande che salvò i negretti dall’orco Alqaeda
Ecco. Fatto! Svanita anche la speranza Hollande. É vero che la classe politica mondiale, quella che dirige, o almeno fa finta di dirigere, questo mondo, non assomiglia tanto ad una riviera di diamanti. Anzi dall’odore che emana dalle sue azioni si avvicina…
La favola del piccolo Hollande che salvò i negretti dall’orco Alqaeda
Ecco. Fatto! Svanita anche la speranza Hollande. É vero che la classe politica mondiale, quella che dirige, o almeno fa finta di dirigere, questo mondo, non assomiglia tanto ad una riviera di diamanti. Anzi dall’odore che emana dalle sue azioni si avvicina…
La favola del piccolo Hollande che salvò i negretti dall’orco Alqaeda
Ecco. Fatto! Svanita anche la speranza Hollande. É vero che la classe politica mondiale, quella che dirige, o almeno fa finta di dirigere, questo mondo, non assomiglia tanto ad una riviera di diamanti. Anzi dall’odore che emana dalle sue azioni si avvicina…
La favola del piccolo Hollande che salvò i negretti dall’orco Alqaeda
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La favola del piccolo Hollande che salvò i negretti dall’orco Alqaeda
Ecco. Fatto! Svanita anche la speranza Hollande.
É vero che la classe politica mondiale, quella che dirige, o almeno fa finta di dirigere, questo mondo, non assomiglia tanto ad una riviera di diamanti. Anzi dall’odore che emana dalle sue azioni si avvicina più al letamaio. Eppure di ‘fior’, a dispetto del poeta, da questo letamaio velenoso della politica, non ne vengono fuori mai, ma mai. Nemmeno una. Ogni tanto ci sembra di scorgere un germoglio ma poi va a finire sempre nel marciume più assoluto.
Eppure rimane tutto un popolo di sinistra che continua ad andare a votare con la speranza di cambiare le cose. Ci ha creduto in Zapatero, quel popolo. E questo ha svenduto il suo paese alla finanza e al cemento. Poi ha creduto ancora più saldamente in Obama. Oh sììì… Quanto ci hanno creduto in Obama! Era nero, bello, giovane. Sapeva parlare. Mamma mia, come sapeva parlare. Incarnava nella sua storia personale il percorso, le sofferenze e i sogni di milioni di neri. Di tutti i popoli oppressi. Di tutti noi!
Poi quando anche lui, come tutti, ha cominciato a macellare pezzi di terzo mondo per darli in pasto alle lobby, l”hanno lasciato da parte per seguire altre speranze. Ultima tra queste speranze… lui: François Hollande!
Con il suo fisico da uomo qualsiasi, la sua faccia da postino buono. Con i suoi occhi dolci, che si inumidivano quando lanciava i suoi slogan. Con le sue parole coraggiose, sembrava il piccolo sarto della fiaba che va a caccia di giganti. Lavoratori, giovani, donne, immigrati, “blancs, blacks, beurs”, come si dice oltralpe, gay, pacifisti… Tutti ad abbracciarsi e a congratularsi doipo la vittoria. Il demonio Sarkozy è sconfitto. Vedrete che grandi cambiamenti adesso!
Ed eccoli qui i cambiamenti arrivare. Aveva promesso di riportare la crescita durante la sua campagna elettorale (quella maledetta crescita che fa sognare tutti ma poi frega tutti) senza mai precisare come. “Avrà nel sacco qualche piano innovativo?”, ci si chiedeva. Ed ecco che questi giorni arriva la risposta. Sì! Un piano, il buon François ce l’ha, di sicuro. Ma niente di molto innovativo. Si tratta della buona vecchia ricetta delle guerre coloniali. Ricetta che, si sa, alla Francia ha portato tanta, ma tanta crescita.
Se Sarkozy ha bombardato la Libia solo poche ore dopo una risoluzione dell’ONU che ne ipotizzava la possibilità, Hollande si lancia contro i gihadisti in Nord Mali senza l’ombra di un mandato internazionale e senza nemmeno consultare i suoi alleati. Il Sahel è zona sotto controllo francese e l’uomo che poche settimane fa andava ad Algeri a scusarsi per i crimini del colonialismo, ci tiene a sottolinearlo a colpi di missili aria-terra. Quelle scuse e quelle lacrime di coccodrillo ad Algeri, dunque, erano solo la moneta di scambio contro il nullaosta di Algeri per quest’attacco. Che grande giocatore, il piccolo François!
La fiaba infinita e lo spaventapopoli
Bisogna dire, però, che tutto il merito non è suo. Il cibo gli è stato ben preparato da prima, lui adesso deve solo masticare e buttare giù.
C’è stata tutta la cultura delle guerre umanitarie coltivata con cura e forza fertilizzanti mediatici. C’è stato il recupero politico-mediatico-militare delle rivolte dei giovani arabi. Un lavoro da orafo. C’è stata la riconquista della libia da parte del suo predecessore e degli alleati. C’è stata la costruzione di una galassia di gruppi armati di criminali, trafficanti, barbuti che sono genericamente definiti come Al Qaeda e che sono certe volte definiti come alleato strategico -vedere alla voce guerra in Bosnia, Kossovo, Libia e Siria- e certe altre come nemico perfetto quello da combattere a tutti i costi e che serve a giustificare interventi armati, guerre umanitarie, uccisioni preventive, bombardamenti a tappeto… Lo spauracchio ideale. Lo spaventapopoli per antonomasia. Se non dormite chiamo Al Qaeda, dice mamma stato.
Ma le altre mamme, poi alla fine, se il bambino rifiuta di dormire non chiamano mai il lupo cattivo o l’orco mangia bambini. Mentre le mafie/governi che gestiscono ormai questo nostro mondo, se un popolo rifiuta di dormire, loro chiamano per davvero lo spaventapopoli, l’orco Al Qaeda. E come per magia il paese diventa un pullulare di barbuti armati che sparano e sgozzano tutto quello che si muove.
«Da dove arrivano? Come fanno ad avere le quantità ingenti di denaro e armamenti che sfoggiano ovunque?», chiede il popolino impaurito.
«E’ perchè l’Orcomaggiore, il capo di tutti gli orchi, un tale Binladen, è miliardario, e tiene tantissimi soldi nei paradisi fiscali.» , rispondono le mammine con la loro voce più soave, la stampa.
«Cosa sono i paradisi fiscali, mamma? Chi li ha creati, l’orco Binladen? Perché papà NATO che combatte i cattivi ovunque non li bombarda questi paradisi fiscali?
“Adesso basta con le domande! Chiudi gli occhi e fai la nanna e basta.”
Peccato che le mammine non vogliono raccontarci come mai che, oggi che l’Orcomaggiore è ufficialmente morto, i barbuti continuano ad essere sempre più ricchi. Come mai che prima dell’inizio delle rivolte arabe erano quasi scomparsi. Non se ne parlava quasi più. E che improvvisamente hanno ricominciato a proliferare come blatte in un ambiente caldo e umido.
Il nemico perfetto, anzi l’alleato…
Anzi, con la guerra in Libia si è riscoperto un legame che non si ammetteva più dai tempi della guerra d’Afghanistan. La prima. Quella con i russi.
Agosto del 2011, la città di Tripoli è presa d’assalto da un vero e proprio esercito uscito dal nulla. Le milizie di Jebel Nefusa. Alla testa di queste milizie un veterano dell’Afghanistan, Abdelhakim Belhadj.
Il “Comandante Hakim”, come lo chiamano con affetto i suoi uomini, è un vecchio amico degli USA e della NATO in quanto combattente in Afghanistan con … Al Qaeda. Poi dopo l’11 settembre diventò ufficialmente nemico della Nato-USA e fu arrestato e trasferito a Guantanamo, in quanto militante di … AlQaeda. Poi di nuovo è ridiventato amico della Nato-USA in quanto oppositore contro Gheddafi e militante di… Al Qaeda. E così fu armato e finanziato per instaurare la democrazia, che lui considera una eresia. Semplice, no?
Belhadj è entrato a Tripoli alla testa di un folto gruppo di giovani, armati e addestrati da militari USA e con le tasche piene di soldi del Qattar e dell’Arabia Saudita. Attualmente è l’uomo forte di Tripoli e, oltre a mandare i suoi giovani a instaurare la democrazia anche in Siria, fa di questa città il nuovo Eldorado dei Gihadisti di ogni dove. Non a caso, secondo alcuni reparti dei servizi segreti algerini (e attraverso il giornale Liberté vicinissimo ad alcuni dei generali più potenti di Algeri) sostengono che la riunione per l’attacco contro la base BP di In Amenas si è tenuta proprio lì, a Tripoli.
Altro legame con la “primavera araba” si trova nell’improvvisa proliferazione di gruppi armati barbuti. Fino all’inizio delle rivolte dei giovani nei paesi arabi, Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI per gli amici) era una piccola banda di criminali. Schegge residue della sporca guerra algerina degli anni 90 mescolate ai trafficanti del deserto. Praticavano un po’ (anzi tanto) traffico di tutto quello che si può trafficare, e ogni tanto quando qualcuno aveva bisogno dei loro servizi o quando si presentava l’occasione rapivano qualche turista o operatore umanitario per mettere un po’ di carne sul fuoco dei media.
Si sa che se massacri un intero villaggio di maliani o di mauritani, al limite ottieni qualche riga di lancio dell’AFP che andrà a perdersi tra tante informazioni molto più importanti, come il numero di contatti sul clip-video di Gagnam Style e l’ultima torta da 2 tonnellate iscritta al Guiness dei record.
Se invece becchi un qualsiasi testa di min… con il passaporto giusto, intanto fai la prima su tutti i giornali del mondo, poi becchi tanti di quei soldi che ti bastano per vivere da nababbo per anni.
Il business era fiorente, droga, armi, esseri umani. Di disperati da trafficare nella zona non mancano e di persone sequestrabili bastava beccarne qualcuna/o ogni tanto.
I governi dell’area sono tutti corruttibili a piacere. Con gli eserciti si facevano buoni affari. E a tutti faceva piacere questa presenza. Ai regimi per chiudere ogni spazio di libertà; agli eserciti per chiedere sempre più soldi, mezzi e poteri; alle potenze occidentali per giustificare una futura invasione di questa vasta parte dell’Africa che, quasi ormai unica al mondo, è priva di basi militari Nato; per creare e rafforzare cose tipo l’Africa Corp, per allargare le basi militari intorno al mediterraneo -vedere Dal Molin e compagnia bella- per comprare e vendere un mucchio di armi… Insomma per la buona salute del business della guerra.
Era la dolce vita per tutti.
Ma ecco che appena cominciano le rivolte arabe, che presto contagiano anche altre parti del mondo, i gruppi armati nel deserto diventano molti di più. Gli Aqmi non si contano più. Poi c’è il Mujao, che molti chiamano organizzazione di narco-terroristi. Poi c’è Iyad Ag Ghali un ex combattente per la liberazione dell’Azawad, all’epoca in cui la Francia sosteneva e manipolava il movimento Tuareg, poi ex funzionario dello stato maliano e ex diplomatico nei paesi del golfo. Poi alla fine del 2011, si lascia crescere la barba, si orna con un nome di guerra: Abū al-Faḍl , e lancia il suo movimento: Ansar Al Islam, che un po’ si avvicina All’Aqmi e vuole istaurare la Sharia, un po’ fa l’occhiolino al Movimento di liberazione dell’Azawad e dice di non essere amico di Al Qaeda e dei terroristi…
Tutti questi gruppi si animano nello stesso tempo. All’improvviso arrivano uomini, mezzi e petrodollari da tutte le parti. E ben presto quella area vastissima che è ai limiti sud del Sahara diventa un vero e proprio nido di vipere.
Chi lo vuole un Azawad libero?
Ma le connessioni, con il fenomeno del risveglio delle coscienze nel mondo arabo, e oltre, non finiscono qui. Chi conosce bene la zona lo vede chiaramente che i gruppi armati sono arrivati per temprare una rivolta del popolo tuareg che rischiava di contaminare altre nazioni e altre popolazioni della zona. In un articolo precedente ho raccontato come i guerriglieri del Movimento di Liberazione dell’Azawad siano tornati dalla Libia, dopo anni di esilio, con armi e bagagli e si ritrovano a conquistare quasi senza combattimento un paese dove l’esercito si era trasformato in una banda di trafficanti-estorsori che è scappato via dalle caserme ai primi spari.
Quella della liberazione dell’Azawad era in qualche modo una delle vittorie dei popoli nelle rivolte degli ultimi anni. Quelli del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad sono militanti laici e non alleati con nessuno. Che siano indipendenti, o a dirla tutta non sostenuti da nessuno, lo dimostra la loro estrema povertà. Nel verbale dell’ultima assemblea generale ordinaria il MNLA scrive: « Considerando le disfunzioni dovute al carattere etnico e tribale dell’esercito del MNLA e al fatto che che la quasi totalità del materiale e armamento militare appartiene a certi combattenti . »
Un movimento senza mezzi ma ancora pieno di ideali che raccomanda di superare lo «sfruttamento abusivo della diversità etnica e tribale della nostra popolazione opponendole le une alle altre fin dall’era coloniale. » e chiama al «rafforzamento della coesione sociale tramite incontri inter e intra-comunitari e insiste sulla necessità di preservare i legami storici tra le nostre comunità.» (leggere il comunicato– fr).
Niente quindi a che fare con le orde di banditi e mercenari più o meno integralisti e più o meno gihadisti con i quali la stampa internazionale li ha sempre mescolati, come fossero un tutt’uno.
Un movimento che, dal 14 dicembre scorso dopo un incontro ospitato nella capitale Abuja e mediato dal presidente della repubblica Federale del Nigeria, Goodluck Jonathan, ha accettato di entrare in negoziazione con il governo del Mali e di contribuire alla lotta «contro i gruppi armati di terroristi e di narcotrafficanti.» (comunicato N° 43 del Comitato Transitorio dello Stato dell’Azawad -CTEA – fr )
Le vie per un isolamento progressivo delle forze integraliste e criminali c’erano. Una via mediata, negoziata tra le componenti della società maliana e i loro vicini diretti (che certo nemmeno loro sono degli angeli). Una via che avrebbe ridatto dignità sia al Nord che al Sud del Mali.
Dopo Benalì anche Traore? Mais non alors!
Perché allora la Francia si è affrettata di colpire, senza chiedere il parere di nessuno? Perché l’anticolonialista Hollande ha mandato con tanta leggerezza i suoi Para a fare pulizia nel paese del Sahel?
Hollande dice che è il presidente ad interim Dioncounda Traoré che lo ha sollecitato ufficialmente. Che bella la solidarietà internazionale! Che bello lo spirito di sacrificio con cui la madre Francia manda i suoi soldatini bianchi a morire per salvare dei poveri negretti…
Invece la stampa locale racconta un’altra storia , storia confermata tra altro dalla radio Voice of America (dico bene, Voice of America, la radio ufficiale del governo statunitense) ci racconta che il governo ad interim era in difficoltà non tanto per l’avanzata delle milizie gihadiste ma soprattutto per la rivolta popolare in corso a Bamako. Rivolta che l’ha portato alla chiusura di tutte le scuole e ad uno stato di quasi coprifuoco. Una specie di mini primavera nell’inverno di Bamako .
Potrebbe essere questa la causa della fretta del caro François? Sarkozy non ha reagito abbastanza velocemente per salvare l’amico Ben Ali e oggi il governo della Tunisia sono altri ad averlo in tasca. Allora il nostro Hollande si da da fare per non far perdere alla Francia (o almeno alle sue multinazionali) un altro governo “amico”.
Comunque c’è il fatto che i militari Francesi presidiano già la sicurezza dei giacimenti di Uranio nel Nord del Niger, rafforzare una presenza militare (che non se ne andrà via domani mattina. Scommettiamo?) anche nel Nord Mali permette a “Marianne” di partire con un bel po’ di anticipo sulla perfida Albione, sullo zio Sam e su tutti gli altri nella corsa al controllo della regione e delle sue infinite risorse naturali. Bel colpo del bravo piccolo sarto, no? Et vive la République!
PS. Nei prossimi giorni tenterò di raccontarvi l’assalto alla base di In Amenas. Spero di riuscire ad uscire sano di mente dal groviglio di versioni contradittorie che stanno spuntando come funghi dopo la pioggia.
La favola del piccolo Hollande che salvò i negretti dall’orco Alqaeda
Ecco. Fatto! Svanita anche la speranza Hollande.
É vero che la classe politica mondiale, quella che dirige, o almeno fa finta di dirigere, questo mondo, non assomiglia tanto ad una riviera di diamanti. Anzi dall’odore che emana dalle sue azioni si avvicina più al letamaio. Eppure di ‘fior’, a dispetto del poeta, da questo letamaio velenoso della politica, non ne vengono fuori mai, ma mai. Nemmeno una. Ogni tanto ci sembra di scorgere un germoglio ma poi va a finire sempre nel marciume più assoluto.
Eppure rimane tutto un popolo di sinistra che continua ad andare a votare con la speranza di cambiare le cose. Ci ha creduto in Zapatero, quel popolo. E questo ha svenduto il suo paese alla finanza e al cemento. Poi ha creduto ancora più saldamente in Obama. Oh sììì… Quanto ci hanno creduto in Obama! Era nero, bello, giovane. Sapeva parlare. Mamma mia, come sapeva parlare. Incarnava nella sua storia personale il percorso, le sofferenze e i sogni di milioni di neri. Di tutti i popoli oppressi. Di tutti noi!
Poi quando anche lui, come tutti, ha cominciato a macellare pezzi di terzo mondo per darli in pasto alle lobby, l”hanno lasciato da parte per seguire altre speranze. Ultima tra queste speranze… lui: François Hollande!
Con il suo fisico da uomo qualsiasi, la sua faccia da postino buono. Con i suoi occhi dolci, che si inumidivano quando lanciava i suoi slogan. Con le sue parole coraggiose, sembrava il piccolo sarto della fiaba che va a caccia di giganti. Lavoratori, giovani, donne, immigrati, “blancs, blacks, beurs”, come si dice oltralpe, gay, pacifisti… Tutti ad abbracciarsi e a congratularsi doipo la vittoria. Il demonio Sarkozy è sconfitto. Vedrete che grandi cambiamenti adesso!
Ed eccoli qui i cambiamenti arrivare. Aveva promesso di riportare la crescita durante la sua campagna elettorale (quella maledetta crescita che fa sognare tutti ma poi frega tutti) senza mai precisare come. “Avrà nel sacco qualche piano innovativo?”, ci si chiedeva. Ed ecco che questi giorni arriva la risposta. Sì! Un piano, il buon François ce l’ha, di sicuro. Ma niente di molto innovativo. Si tratta della buona vecchia ricetta delle guerre coloniali. Ricetta che, si sa, alla Francia ha portato tanta, ma tanta crescita.
Se Sarkozy ha bombardato la Libia solo poche ore dopo una risoluzione dell’ONU che ne ipotizzava la possibilità, Hollande si lancia contro i gihadisti in Nord Mali senza l’ombra di un mandato internazionale e senza nemmeno consultare i suoi alleati. Il Sahel è zona sotto controllo francese e l’uomo che poche settimane fa andava ad Algeri a scusarsi per i crimini del colonialismo, ci tiene a sottolinearlo a colpi di missili aria-terra. Quelle scuse e quelle lacrime di coccodrillo ad Algeri, dunque, erano solo la moneta di scambio contro il nullaosta di Algeri per quest’attacco. Che grande giocatore, il piccolo François!
La fiaba infinita e lo spaventapopoli
Bisogna dire, però, che tutto il merito non è suo. Il cibo gli è stato ben preparato da prima, lui adesso deve solo masticare e buttare giù.
C’è stata tutta la cultura delle guerre umanitarie coltivata con cura e forza fertilizzanti mediatici. C’è stato il recupero politico-mediatico-militare delle rivolte dei giovani arabi. Un lavoro da orafo. C’è stata la riconquista della libia da parte del suo predecessore e degli alleati. C’è stata la costruzione di una galassia di gruppi armati di criminali, trafficanti, barbuti che sono genericamente definiti come Al Qaeda e che sono certe volte definiti come alleato strategico -vedere alla voce guerra in Bosnia, Kossovo, Libia e Siria- e certe altre come nemico perfetto quello da combattere a tutti i costi e che serve a giustificare interventi armati, guerre umanitarie, uccisioni preventive, bombardamenti a tappeto… Lo spauracchio ideale. Lo spaventapopoli per antonomasia. Se non dormite chiamo Al Qaeda, dice mamma stato.
Ma le altre mamme, poi alla fine, se il bambino rifiuta di dormire non chiamano mai il lupo cattivo o l’orco mangia bambini. Mentre le mafie/governi che gestiscono ormai questo nostro mondo, se un popolo rifiuta di dormire, loro chiamano per davvero lo spaventapopoli, l’orco Al Qaeda. E come per magia il paese diventa un pullulare di barbuti armati che sparano e sgozzano tutto quello che si muove.
«Da dove arrivano? Come fanno ad avere le quantità ingenti di denaro e armamenti che sfoggiano ovunque?», chiede il popolino impaurito.
«E’ perchè l’Orcomaggiore, il capo di tutti gli orchi, un tale Binladen, è miliardario, e tiene tantissimi soldi nei paradisi fiscali.» , rispondono le mammine con la loro voce più soave, la stampa.
«Cosa sono i paradisi fiscali, mamma? Chi li ha creati, l’orco Binladen? Perché papà NATO che combatte i cattivi ovunque non li bombarda questi paradisi fiscali?
“Adesso basta con le domande! Chiudi gli occhi e fai la nanna e basta.”
Peccato che le mammine non vogliono raccontarci come mai che, oggi che l’Orcomaggiore è ufficialmente morto, i barbuti continuano ad essere sempre più ricchi. Come mai che prima dell’inizio delle rivolte arabe erano quasi scomparsi. Non se ne parlava quasi più. E che improvvisamente hanno ricominciato a proliferare come blatte in un ambiente caldo e umido.
Il nemico perfetto, anzi l’alleato…
Anzi, con la guerra in Libia si è riscoperto un legame che non si ammetteva più dai tempi della guerra d’Afghanistan. La prima. Quella con i russi.
Agosto del 2011, la città di Tripoli è presa d’assalto da un vero e proprio esercito uscito dal nulla. Le milizie di Jebel Nefusa. Alla testa di queste milizie un veterano dell’Afghanistan, Abdelhakim Belhadj.
Il “Comandante Hakim”, come lo chiamano con affetto i suoi uomini, è un vecchio amico degli USA e della NATO in quanto combattente in Afghanistan con … Al Qaeda. Poi dopo l’11 settembre diventò ufficialmente nemico della Nato-USA e fu arrestato e trasferito a Guantanamo, in quanto militante di … AlQaeda. Poi di nuovo è ridiventato amico della Nato-USA in quanto oppositore contro Gheddafi e militante di… Al Qaeda. E così fu armato e finanziato per instaurare la democrazia, che lui considera una eresia. Semplice, no?
Belhadj è entrato a Tripoli alla testa di un folto gruppo di giovani, armati e addestrati da militari USA e con le tasche piene di soldi del Qattar e dell’Arabia Saudita. Attualmente è l’uomo forte di Tripoli e, oltre a mandare i suoi giovani a instaurare la democrazia anche in Siria, fa di questa città il nuovo Eldorado dei Gihadisti di ogni dove. Non a caso, secondo alcuni reparti dei servizi segreti algerini (e attraverso il giornale Liberté vicinissimo ad alcuni dei generali più potenti di Algeri) sostengono che la riunione per l’attacco contro la base BP di In Amenas si è tenuta proprio lì, a Tripoli.
Altro legame con la “primavera araba” si trova nell’improvvisa proliferazione di gruppi armati barbuti. Fino all’inizio delle rivolte dei giovani nei paesi arabi, Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI per gli amici) era una piccola banda di criminali. Schegge residue della sporca guerra algerina degli anni 90 mescolate ai trafficanti del deserto. Praticavano un po’ (anzi tanto) traffico di tutto quello che si può trafficare, e ogni tanto quando qualcuno aveva bisogno dei loro servizi o quando si presentava l’occasione rapivano qualche turista o operatore umanitario per mettere un po’ di carne sul fuoco dei media.
Si sa che se massacri un intero villaggio di maliani o di mauritani, al limite ottieni qualche riga di lancio dell’AFP che andrà a perdersi tra tante informazioni molto più importanti, come il numero di contatti sul clip-video di Gagnam Style e l’ultima torta da 2 tonnellate iscritta al Guiness dei record.
Se invece becchi un qualsiasi testa di min… con il passaporto giusto, intanto fai la prima su tutti i giornali del mondo, poi becchi tanti di quei soldi che ti bastano per vivere da nababbo per anni.
Il business era fiorente, droga, armi, esseri umani. Di disperati da trafficare nella zona non mancano e di persone sequestrabili bastava beccarne qualcuna/o ogni tanto.
I governi dell’area sono tutti corruttibili a piacere. Con gli eserciti si facevano buoni affari. E a tutti faceva piacere questa presenza. Ai regimi per chiudere ogni spazio di libertà; agli eserciti per chiedere sempre più soldi, mezzi e poteri; alle potenze occidentali per giustificare una futura invasione di questa vasta parte dell’Africa che, quasi ormai unica al mondo, è priva di basi militari Nato; per creare e rafforzare cose tipo l’Africa Corp, per allargare le basi militari intorno al mediterraneo -vedere Dal Molin e compagnia bella- per comprare e vendere un mucchio di armi… Insomma per la buona salute del business della guerra.
Era la dolce vita per tutti.
Ma ecco che appena cominciano le rivolte arabe, che presto contagiano anche altre parti del mondo, i gruppi armati nel deserto diventano molti di più. Gli Aqmi non si contano più. Poi c’è il Mujao, che molti chiamano organizzazione di narco-terroristi. Poi c’è Iyad Ag Ghali un ex combattente per la liberazione dell’Azawad, all’epoca in cui la Francia sosteneva e manipolava il movimento Tuareg, poi ex funzionario dello stato maliano e ex diplomatico nei paesi del golfo. Poi alla fine del 2011, si lascia crescere la barba, si orna con un nome di guerra: Abū al-Faḍl , e lancia il suo movimento: Ansar Al Islam, che un po’ si avvicina All’Aqmi e vuole istaurare la Sharia, un po’ fa l’occhiolino al Movimento di liberazione dell’Azawad e dice di non essere amico di Al Qaeda e dei terroristi…
Tutti questi gruppi si animano nello stesso tempo. All’improvviso arrivano uomini, mezzi e petrodollari da tutte le parti. E ben presto quella area vastissima che è ai limiti sud del Sahara diventa un vero e proprio nido di vipere.
Chi lo vuole un Azawad libero?
Ma le connessioni, con il fenomeno del risveglio delle coscienze nel mondo arabo, e oltre, non finiscono qui. Chi conosce bene la zona lo vede chiaramente che i gruppi armati sono arrivati per temprare una rivolta del popolo tuareg che rischiava di contaminare altre nazioni e altre popolazioni della zona. In un articolo precedente ho raccontato come i guerriglieri del Movimento di Liberazione dell’Azawad siano tornati dalla Libia, dopo anni di esilio, con armi e bagagli e si ritrovano a conquistare quasi senza combattimento un paese dove l’esercito si era trasformato in una banda di trafficanti-estorsori che è scappato via dalle caserme ai primi spari.
Quella della liberazione dell’Azawad era in qualche modo una delle vittorie dei popoli nelle rivolte degli ultimi anni. Quelli del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad sono militanti laici e non alleati con nessuno. Che siano indipendenti, o a dirla tutta non sostenuti da nessuno, lo dimostra la loro estrema povertà. Nel verbale dell’ultima assemblea generale ordinaria il MNLA scrive: « Considerando le disfunzioni dovute al carattere etnico e tribale dell’esercito del MNLA e al fatto che che la quasi totalità del materiale e armamento militare appartiene a certi combattenti . »
Un movimento senza mezzi ma ancora pieno di ideali che raccomanda di superare lo «sfruttamento abusivo della diversità etnica e tribale della nostra popolazione opponendole le une alle altre fin dall’era coloniale. » e chiama al «rafforzamento della coesione sociale tramite incontri inter e intra-comunitari e insiste sulla necessità di preservare i legami storici tra le nostre comunità.» (leggere il comunicato– fr).
Niente quindi a che fare con le orde di banditi e mercenari più o meno integralisti e più o meno gihadisti con i quali la stampa internazionale li ha sempre mescolati, come fossero un tutt’uno.
Un movimento che, dal 14 dicembre scorso dopo un incontro ospitato nella capitale Abuja e mediato dal presidente della repubblica Federale del Nigeria, Goodluck Jonathan, ha accettato di entrare in negoziazione con il governo del Mali e di contribuire alla lotta «contro i gruppi armati di terroristi e di narcotrafficanti.» (comunicato N° 43 del Comitato Transitorio dello Stato dell’Azawad -CTEA – fr )
Le vie per un isolamento progressivo delle forze integraliste e criminali c’erano. Una via mediata, negoziata tra le componenti della società maliana e i loro vicini diretti (che certo nemmeno loro sono degli angeli). Una via che avrebbe ridatto dignità sia al Nord che al Sud del Mali.
Dopo Benalì anche Traore? Mais non alors!
Perché allora la Francia si è affrettata di colpire, senza chiedere il parere di nessuno? Perché l’anticolonialista Hollande ha mandato con tanta leggerezza i suoi Para a fare pulizia nel paese del Sahel?
Hollande dice che è il presidente ad interim Dioncounda Traoré che lo ha sollecitato ufficialmente. Che bella la solidarietà internazionale! Che bello lo spirito di sacrificio con cui la madre Francia manda i suoi soldatini bianchi a morire per salvare dei poveri negretti…
Invece la stampa locale racconta un’altra storia , storia confermata tra altro dalla radio Voice of America (dico bene, Voice of America, la radio ufficiale del governo statunitense) ci racconta che il governo ad interim era in difficoltà non tanto per l’avanzata delle milizie gihadiste ma soprattutto per la rivolta popolare in corso a Bamako. Rivolta che l’ha portato alla chiusura di tutte le scuole e ad uno stato di quasi coprifuoco. Una specie di mini primavera nell’inverno di Bamako .
Potrebbe essere questa la causa della fretta del caro François? Sarkozy non ha reagito abbastanza velocemente per salvare l’amico Ben Ali e oggi il governo della Tunisia sono altri ad averlo in tasca. Allora il nostro Hollande si da da fare per non far perdere alla Francia (o almeno alle sue multinazionali) un altro governo “amico”.
Comunque c’è il fatto che i militari Francesi presidiano già la sicurezza dei giacimenti di Uranio nel Nord del Niger, rafforzare una presenza militare (che non se ne andrà via domani mattina. Scommettiamo?) anche nel Nord Mali permette a “Marianne” di partire con un bel po’ di anticipo sulla perfida Albione, sullo zio Sam e su tutti gli altri nella corsa al controllo della regione e delle sue infinite risorse naturali. Bel colpo del bravo piccolo sarto, no? Et vive la République!
PS. Nei prossimi giorni tenterò di raccontarvi l’assalto alla base di In Amenas. Spero di riuscire ad uscire sano di mente dal groviglio di versioni contradittorie che stanno spuntando come funghi dopo la pioggia.
False flag (2)
Non si capisce bene cosa stia succedendo nel sito in cui “Coloro che si firmano col sangue” hanno fatto i loro ostaggi. Semplicemente non sappiamo niente. Gli americani ripetono fino quasi a morirne che l’attacco è orchestrato da al-Qa’ida. Al-Qa’ida…
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
Yemen: se le donne uccidono i mariti…
Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
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Yemen: se le donne uccidono i mariti…
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Se ne parla davvero poco, dello Yemen. Se ne continua a parlare troppo poco, nonostante negli ultimi anni fosse chiaro che il Paese stava diventando – lo è di fatto già diventato – uno dei nuovi fulcri della cosiddetta “guerra … Continua a leggere →
False flag
I francesi bombardano il Mali ma al-Qa’ida nel Maghreb Islamico (AQIM) colpisce in Algeria. I jihadisti non avevano neanche quasi fatto in tempo a dichiarare che l’occidente avrebbe pagato il conto per l’attacco francese, le cancellerie occidentali non avevano neanche…
Il futuro curdo e tre morti a Parigi
Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
Il futuro curdo e tre morti a Parigi
Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
Il futuro curdo e tre morti a Parigi
Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
Il futuro curdo e tre morti a Parigi
Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
Il futuro curdo e tre morti a Parigi
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Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
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Il futuro curdo e tre morti a Parigi
Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
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Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
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Dietro l’assassinio delle tre attiviste curde c’e’ un progetto, malvisto dagli Usa, che porta nuovi diritti ai popoli e leadership ai turchi. Passando per il petrolio.
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Il futuro curdo e tre morti a Parigi
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Street Art Egiziana
Next week I talk a lot.
Street Art Egiziana
Next week I talk a lot.
Street Art Egiziana
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Guerre di Carta
This is what I do when I dont’ write. I talk.
Guerre di Carta
This is what I do when I dont’ write. I talk.
Guerre di Carta
This is what I do when I dont’ write. I talk.
Guerre di Carta
This is what I do when I dont’ write. I talk.
Guerre di Carta
This is what I do when I dont’ write. I talk.
Guerre di Carta
This is what I do when I dont’ write. I talk.
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Dal Mali alla Siria
Limes ha dedicato un intero numero alla guerra in preparazione in Mali. Fra gli interventi più interessanti c’è quello di Jeremy H. Keenan, professore associato di ricerca presso la School of Oriental and African Studies della London University. E’ da…
14 Gennaio tra amarezza e nuove paure
Domani si celebra in tutto il paese il secondo anniversario dalla rivolta che a messo fine alla dittatura di Ben Ali e ha dato inizio alla cosiddetta primavera araba. Dopo soi 24 mesi da questo momento storico, piena di fervori e nuove speranze, i…
14 Gennaio tra amarezza e nuove paure
Domani si celebra in tutto il paese il secondo anniversario dalla rivolta che a messo fine alla dittatura di Ben Ali e ha dato inizio alla cosiddetta primavera araba. Dopo soi 24 mesi da questo momento storico, piena di fervori e nuove speranze, i…
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Domani si celebra in tutto il paese il secondo anniversario dalla rivolta che a messo fine alla dittatura di Ben Ali e ha dato inizio alla cosiddetta primavera araba. Dopo soi 24 mesi da questo momento storico, piena di fervori e nuove speranze, i…
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Domani si celebra in tutto il paese il secondo anniversario dalla rivolta che a messo fine alla dittatura di Ben Ali e ha dato inizio alla cosiddetta primavera araba. Dopo soi 24 mesi da questo momento storico, piena di fervori e nuove speranze, i…
Souk Attanmia ripartire con i giovani e l’innovazione
Souk Attanmia ripartire con i giovani e l’innovazione
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Catching up with Malika Ayane (for D di Repubblica)
I had an interview with Italian pop singer Malika Ayane (yes, her father is from Morocco). Today on D di Repubblica.
Catching up with Malika Ayane (for D di Repubblica)
I had an interview with Italian pop singer Malika Ayane (yes, her father is from Morocco). Today on D di Repubblica.
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FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
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ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
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Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
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Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
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Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
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+1 713.223.5522 ext 26,
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Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
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Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
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Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
[email protected]
Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
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+1 713.223.5522 ext 26,
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ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
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+1 713.223.5522 ext 26,
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Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
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Karin von Roques, Biennial Curator, [email protected]
ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
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+1 713.223.5522 ext 26,
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ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
FotoFest 2014 for Contemporary Photography by Arab Artists
The next issue is scheduled on 2014 and will be devoted to Arab artists in the photography, video, photo-based installation fields. Pretty impressive choice for me … .
“The FotoFest 2014 Biennial will present a focused selection of the best contemporary photography, video and photo-based installation art being done by Arab artists in the Middle East and North Africa,” says FotoFest Senior Curator and Artistic Director Wendy Watriss. “The Biennial will emphasize ideas and subjects important to contemporary Arab artists working with these media.”
To realize the Biennial’s Arab exhibitions and programs, FotoFest has commissioned one of the world’s leading experts on contemporary Arab art, Karin Adrian von Roques, as the principal curator. Ms. von Roques has worked for over 20 years in the Middle East with exhibitions and publications on contemporary Arab art. She is one of the first curators in Europe to have initiated a series of exhibitions strategically aimed at bringing the work of Arab artists to the attention of a broader, international public.
“The FotoFest 2014 Biennial will be the first presentation of contemporary photo-based and video art from the Arab countries to be done in the United States in recent years,” says Ms. von Roques. “We are looking at the work of the most important artists from several Arab countries.”
Photography and video are particularly important mediums for creative expression in contemporary Arab societies. With the expansion of Internet in the 1990s, a whole generation of younger people took up photography and video as a way to present artistic ideas.
“In looking at the works of many contemporary Arab artists working with photography, we have seen a number in common,” says Ms. von Roques. “The FotoFest 2014 Biennial will feature some of these recurring subjects including: the emergence of secular art and culture in modern societies; the desert as metaphor; religion and faith in everyday life; a sense of belonging and feelings of estrangement; the complexities of East-West relationships; the rapidity of social, economic and environmental change, particularly in the Gulf region; the position of women in Arab societies; and the recent political changes in so many Arab countries.”
FotoFest’s Artistic Director and Senior Curator, Wendy Watriss, known for her expertise in international photography and close working relationships with artists throughout the world, is collaborating with Ms. von Roques on the selection of artists and artworks for the biennial exhibitions.
“We are very pleased to be working with Karin von Roques,” says Fred Baldwin, FotoFest Chairman. “Having curated exhibitions worldwide with contemporary Arab artists, she is a respected and knowledgeable authority on the region and its cultures. She is one of the world’s major consultants on contemporary art in this field.”
The Contemporary Arab Photographic Art exhibitions will be accompanied by the non-thematic, biennial Discoveries of the Meeting Place exhibition of works by 10 artists selected by multiple curators from the FotoFest 2012 portfolio review. The 2014 edition of FotoFest’s renowned Meeting Place, a 16-day international portfolio review, takes place March 15–April 2, 2014. FotoFest’s International Fine Print Auction is scheduled for Monday, March 24, 2014, with special programs for collectors.
Over 100 museums, art galleries, non-profit art centers and corporate spaces will participate in the FotoFest 2014 Biennial. In addition, there will be accompanying lectures, forums, special tours and a four-color Biennial catalogue and hardcover book on the Arab exhibitions.
For more information or visuals, please contact:
Vinod Hopson, Press Coordinator,
+1 713.223.5522 ext 26,
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ABOUT FOTOFEST INTERNATIONAL
Founded in 1983, FotoFest International was established to promote international awareness of museum-quality photo-based art from around the world. FotoFest is a non-profit photographic arts and education organization based in Houston, Texas. The first FotoFest Biennial was held in 1986. It is the first and longest running photographic arts festival in the United States. It is considered as one of the leading international photography Biennials in the world.
As an international platform for serious photographic arts exhibitions, the FotoFest Biennial has become known as a showcase for the discovery and presentation of important new work and new talent from around the world. The Biennial takes place citywide in Houston with participation from the leading art museums, art galleries, non-profit art spaces, universities and civic spaces. The Arab exhibitions will take place in FotoFest’s headquarters gallery and three to four additional FotoFest art spaces.
The Biennial has an audience of 275,000 people from thirty-one countries. This audience includes a select group of 150 museum curators, gallerists, publishers, editors, photography collectors, directors of non-profit art spaces and international festivals from Asia, Europe, Latin America, Canada and the United States.
Benedizione islamica dei negoziati Turchia-Pkk
“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
Benedizione islamica dei negoziati Turchia-Pkk
“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
Benedizione islamica dei negoziati Turchia-Pkk
“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
Benedizione islamica dei negoziati Turchia-Pkk
“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
Benedizione islamica dei negoziati Turchia-Pkk
“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
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“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
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“Trattare la pace con Ocalan e’ cosa giusta”. Il capo della principale confraternita islamica turca benedice la scelta di Erdogan.
Benedizione islamica dei negoziati Turchia-Pkk
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Il mistero di Saida Agrebi in Turchia
Fantasmi del passato legati al regime di Ben Ali riappaiono prepotentemente scuotendo la Tunisia. Saida Agrebi amica intima dell’ex first lady Leila Ben Ali Trabelsi ha rappresentato lo Stato tunisino in un conferenza internazionale tenutosi ad Ankara ( Turchia ) il mese scorso.
Saida Agrebi durante la conferenza di Ankara ( Turchia)-2012 |
Saida Agrebi in un incontro ufficiale con Zine Abidine Ben Ali |
Il mistero di Saida Agrebi in Turchia
Fantasmi del passato legati al regime di Ben Ali riappaiono prepotentemente scuotendo la Tunisia. Saida Agrebi amica intima dell’ex first lady Leila Ben Ali Trabelsi ha rappresentato lo Stato tunisino in un conferenza internazionale tenutosi ad Ankara ( Turchia ) il mese scorso.
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