Ciò che l’Egitto a questo punto non sarà

Questo post non riflette sulla morte prematura della democrazia egiziana.

La sensazione, anzi, è che vi sia un cammino egiziano verso una democrazia.

I più ottimisti – o anche i più struzzi, fate vobis – pensavano che con le pseudo-elezioni parlamentari e presidenziali si fosse installato in Egitto un solido presidio democratico.

C’era anche chi, augurandosi unicamente stabilità nell’area aveva accettato l’idea della Fratellanza, notando anche – la cosa non guasta – quanto essa fosse liberista in economia.

Il fatto di vederla in questo modo sconfina più nella psicologia che non nell’analisi politica e/o geopolitica.

Parliamo di ultrasessantenni e anche di qualche “meno vecchio” che invecchia male.

Chi guardava dietro la scorza, a dire il vero molto sottile, di quella che definirei una rappresentazione, neanche tanto riuscita, della democrazia elettorale – e stavolta non si era in pochi – vedeva un altro film.

I due poteri forti dell’Egitto, esercito e fratellanza, hanno duellato.

Sulle prime la Fratellanza dava la sensazione di poter vincere.

Però, avendo fallito sul governo e avendo dato adito ad accuse di autoritarismo (costituzione cotta e mangiata, occupazione di cariche pubbliche, lotta contro gli altri poteri dello Stato etc. etc.), ha dato modo all’esercito di segnare l’1 a 1.

Spogliando il golpe di buona parte della sua illegittimità, di certo patente, ma altrettanto certamente mitigata da milioni di persone che festeggiano in piazza, mentre lugubri e delusi Fratelli si organizzano con mazze e coltelli (per poi venire calmati dagli appelli dell’ex-presidente, bisogna dirlo).

In mezzo gli attivisti, i rivoluzionari, le cosiddette “opposizioni”, che presumibilmente nei prossimi tempi continueranno a prendere schiaffi a destra e a sinistra.

Al prossimo giro le prenderanno dai militari, quando questi ultimi tenteranno – come è già successo – di farli stare zitti e buoni.

Cosa che non avverrà.

Cosa sulla quale destre, sinistre, centri di tutto il mondo si scaglieranno.

Perché si sa che protestare è sbagliato.

E che sei vuoi davvero cambiare le cose devi avere pronto il Piano Complessivo Per Eliminare il Male dal Pianeta Terra, e devi saperlo mettere in atto chirurgicamente nel più breve tempo possibile.

Prima che i Droni dell’Impero ti vengano a pizzicare.

Altrimenti sei un povero stronzo.

Un servo di qualcuno.

Lo strumento di un complotto.

Ecc. ecc.

Detto questo lascio qui un appuntino su ciò che dell’Egitto non si dirà mai più, hamdulillah.

Non si parlerà più del “rischio teocrazia islamica” modello Iran 1979.

Il parallelo non aveva senso prima, e ora è davvero improponibile.

Il merito di questa cosa non ce l’hanno i militari.

Ce l’ha chi, alla fine, li ha spinti a entrare in scena.

Trattasi di quei milioni che erano in piazza.

Prima di scagliarcisi contro per l’ennesima volta, accusandoli in vario modo, riflettete su questo.