La cavalcata incontrastata dello Stato Islamico di Iraq e Levante

Riporto qui un pensiero di Valerio Peverelli, esperto di storia militare, che riflette sull’avanzata dello Stato Islamico di Iraq e Levante (sigle: ISIS, ISIL, Daesh) in Iraq.

Anche solo guardando le immagini del Tg lo sfondamento dell’ISIS/ISIL in Iraq è, senza essere complottisti, una cosa inspiegabile.

Insomma questi sono ottimi tagliagole, “buoni” terroristi, abili a fare attentati suicidi contro pellegrini sciiti o a far esplodere autobombe, ma guerriglieri appena passabili e soldati pessimi.
In Siria riescono a fare quello che fanno solo perché sono il “terzo che gode” (anzi forse anche il quarto o il quinto) mentre Assad bastona altri. Persino i ribelli, che oggi come oggi se la passano male, li hanno espulsi da Aleppo e Raqqa.

A occhio basterebbe un reggimento corazzato come si deve per spazzare via l’ISIS da tutto l’Iraq. Perché l’esercito iracheno sia collassato così è inspiegabile, una Caporetto totale, che coinvolge tutte le forze di sicurezza, dalla polizia all’aviazione.

Prima (4-5 giugno) l’ISIS cattura Samarra e la perde, già è strano che riesca a prendere una città, che la perda subito è nella norma, solo che invece di patire questo rovescio tattico (come sarebbe normale!) rilancia, conquista di slancio Mosul il 9 e Tikrit l’11. Per non parlare di Kirkuk, presa e persa solo grazie all’intervento dei curdi.
E continuano ad avanzare senza armi pesanti, artiglieria, armi anticarro moderne o mezzi adeguati. Una marcia trionfale e, ad occhio, non contrastata, o almeno non contrasta a dovere.

Con i soldati che si arrendono(!). No guardate questa è veramente strana, i soldati di solito non si arrendono mai in massa a chi è sadico, notoriamente sadico, verso i prigionieri. Le guardie carcerarie e gli “sbirri” men che meno. Anche chi è poco sadico potrebbe fucilarli.
Se vuoi che i tuoi soldati combattano bene, dal XIX secolo, devi garantir loro un nemico feroce, un buon sistema sanitario e delle buone pensioni per i mutilati. Almeno il nemico feroce qui c’è.

Certo è dall’anno scorso che l’IBC [Iraq Body Count] ha segnalato un’impennata delle vittime (a livelli superiori rispetto al 2008). Certo da aprile di quest’anno la situazione è stata pessima e sanguinosa. Certo il governo è completamente screditato. Certo le truppe sono demoralizzate e, come ex truppe collaborazioniste, percepite forse come poco nazionali. Di sicuro non vengono amate dalla popolazione. Certo hanno subito perdite dolorose negli ultimi due anni.
Però è veramente strano ed esagerato che si ritirino e si arrendano.
Oltre tutto hanno anche un certo expertise, dopo anni di combattimenti.

Solo l’esercito è formato da 14 divisioni (56 brigate!), 185 battaglioni indivisionati, una dozzina di battaglioni di formazione, 3 brigate di truppe speciali (per 18 battaglioni, con standard stile ranger USA, più altre truppe in formazione), tutti gli ufficiali sono formati secondo il modello Sandhurst, e per giunta esistono le due brigate ISOF di truppe speciali, 4 battaglioni ciascuna.
Sono numeri giganteschi!

Ed una brigata determinata probabilmente basterebbe per spazzare via l’ISIS dall’Iraq, se questo, come sta facendo adesso, fosse così folle da scendere in campo per uno scontro regolare.