A Grillo, ma vaffanculo va

Eravamo rimasti a Palazzo Corigliano, nel centro di Napoli, luogo dove il collettivo “International Tahrir”  aveva appeso un manifesto con su scritto: “2 anni di primavera araba e qua è ancora inverno”.

Non è cambiato niente, qui è ancora inverno.

Ma c’è uno, uno che quando dice cazzate è un comico e quando usa iperboli è un politico – o viceversa -, che invece pensa che lui e i suoi stiano facendo una cosa simile alla “primavera araba”.

Si tratta di un mitomane mitogeno, cioè un mitomane che alimenta le mitomanie di tanti piccoli mitomani, che sono i suoi seguaci.

Metro news gli chiede: “Una primavera araba anche in Italia?”

E lui risponde: “Assolutamente, perché in Egitto forse rimpiangono Mubarak, qua nessuno sta rimpiangendo Fini, Casini, nessuno rimpiangerà Bersani, nessuno rimpiangerà Berlusconi”.

Beppe Grillo la mette sul generazionale, si dirà.

Ma omette un piccolo dettaglio.

Che qui in Italia nessuno dei suoi, giovane o vecchio, è morto né morirà in/per questa buffa “rivoluzione” fatta di nomi di persone che scompaiono dalla scena mediatica.

Che forse in molti hanno sparlato dei suoi e di lui, ma nessuno ha tolto la parola a nessuno.

Che nessuno dei suoi è andato in galera senza motivo o per motivi futili.

Nessuno, appostato dai tetti, gli ha tirato in testa, negli occhi, o in petto.

I suoi accoliti, in parlamento, lottano per la diaria, non per la vita.

Avranno torto o ragione ma nessuno di loro ha la minima intenzione di immolarsi o morire per la rivoluzione.

Anzi, i suoi fans – meschini – se ne stanno per lo più a casa loro, attaccati al computer, attaccati a “la cosa”, attaccati alle stronzate che dice il loro buffone, attaccati a quelle quattro frasette che riescono a mettere in croce nei commenti del suo anacronistico blog.

E onanisticamente si compiacciono quando il loro capo dice che stanno facendo gli eroi.

Ma eroi di che cosa?

Sì, fanno un gazebo. Fanno “gli attivisti”.

Niente di più lontano dalle rivolte nei paesi arabi.

L’ampiamente documentata attitudine di Grillo e dei grillini a “rappresentarsi” nelle vesti di qualcun altro mi fa orrore e, nel caso specifico, fomenta il mio più profondo risentimento.

Specialmente perché ogni giorno, da più di due anni, vedo immagini di persone, di qualsiasi età, massacrate di botte o ammazzate.

Sono persone che, a torto o a ragione, combattono per la loro libertà, per la loro dignità, opponendo alla loro controparte principalmente il proprio corpo.

E davvero nulla, se non al limite usando l’accortezza di sottolineare le differenze sostanziali, può giustificare un paragone anche vago, anche metaforico, fra i grillini e gli attivisti nei paesi arabi.