Varco nord del porto di Taranto, una grossa nave ferma al quarto sporgente, le gru, i nastri trasportatori carichi di minerale in movimento…
Giorno: 4 dicembre 2016
Mobilitazione MSF: basta bombe su civili e ospedali — Solidarietà alla popolazione siriana
Da più di cinque anni la Siria è intrappolata nella morsa di un terribile conflitto che non risparmia nessuno.
Verità e giustizia per le vittime del naufragio del 18 aprile 2015 in Sicilia rimanga la memoria
Da anni denunciamo le tragiche conseguenze delle leggi liberticide dell’Unione europea e dei suoi Stati membri, che, impedendo canali d…
Costa libica: meno navi di soccorso più persone a rischio. Gli effetti dei nuovi accordi
Ripiegamento delle navi umanitarie dopo il rafforzamento dei rapporti tra EUNAVFOR MED e Guardia Costiera libica.
Russia: l’intermediario tra Turchia e Siria
L’affievolirsi dei toni della Turchia nei confronti di Damasco dimostra che la Russia tiene a bada i due Stati in conflitto
L’articolo Russia: l’intermediario tra Turchia e Siria sembra essere il primo su Arabpress.
Una chiamata per Donald Trump
La telefonata tra Taipei e Washington ha sollevato un putiferio. Pechino si è arrabbiata e ha chiamato Washington. Bollette bollenti.
Nell’epoca dei cellulari, e archiviato il telefono rosso della Guerra fredda, un coup de fil risulta essere ancora un mezzo efficace della diplomazia.
Se di quelle chiamatine han parlato tutti, han fatto meno rumore le telefonate di Trunp con il Pakistan (con seguito polemico nazionale) e in Afghanistan (eppoi, dei due chi avrà chiamato per primo?).
Mi chiedo cosa il neo presidente americano abbia detto ad Ashraf Ghani, la cui stabilità è sorretta dalle baionette americane. E cosa il presidente afgano abbia chiesto all’uomo che in campagna elettorale ha promesso il ritiro dei soldati dal suo Paese. Si sa che han parlato di terrorismo (che è ormai come parlare del tempo metereologico) e ne deduco quindi che Trump avrà rassicurato Ghani: restiamo, magari anzi rilanciamo. Meglio prenderla con ironia.
Una chiamata per Donald Trump
La telefonata tra Taipei e Washington ha sollevato un putiferio. Pechino si è arrabbiata e ha chiamato Washington. Bollette bollenti.
Nell’epoca dei cellulari, e archiviato il telefono rosso della Guerra fredda, un coup de fil risulta essere ancora un mezzo efficace della diplomazia.
Se di quelle chiamatine han parlato tutti, han fatto meno rumore le telefonate di Trunp con il Pakistan (con seguito polemico nazionale) e in Afghanistan (eppoi, dei due chi avrà chiamato per primo?).
Mi chiedo cosa il neo presidente americano abbia detto ad Ashraf Ghani, la cui stabilità è sorretta dalle baionette americane. E cosa il presidente afgano abbia chiesto all’uomo che in campagna elettorale ha promesso il ritiro dei soldati dal suo Paese. Si sa che han parlato di terrorismo (che è ormai come parlare del tempo metereologico) e ne deduco quindi che Trump avrà rassicurato Ghani: restiamo, magari anzi rilanciamo. Meglio prenderla con ironia.
Una chiamata per Donald Trump
La telefonata tra Taipei e Washington ha sollevato un putiferio. Pechino si è arrabbiata e ha chiamato Washington. Bollette bollenti.
Nell’epoca dei cellulari, e archiviato il telefono rosso della Guerra fredda, un coup de fil risulta essere ancora un mezzo efficace della diplomazia.
Se di quelle chiamatine han parlato tutti, han fatto meno rumore le telefonate di Trunp con il Pakistan (con seguito polemico nazionale) e in Afghanistan (eppoi, dei due chi avrà chiamato per primo?).
Mi chiedo cosa il neo presidente americano abbia detto ad Ashraf Ghani, la cui stabilità è sorretta dalle baionette americane. E cosa il presidente afgano abbia chiesto all’uomo che in campagna elettorale ha promesso il ritiro dei soldati dal suo Paese. Si sa che han parlato di terrorismo (che è ormai come parlare del tempo metereologico) e ne deduco quindi che Trump avrà rassicurato Ghani: restiamo, magari anzi rilanciamo. Meglio prenderla con ironia.
Una chiamata per Donald Trump
La telefonata tra Taipei e Washington ha sollevato un putiferio. Pechino si è arrabbiata e ha chiamato Washington. Bollette bollenti.
Nell’epoca dei cellulari, e archiviato il telefono rosso della Guerra fredda, un coup de fil risulta essere ancora un mezzo efficace della diplomazia.
Se di quelle chiamatine han parlato tutti, han fatto meno rumore le telefonate di Trunp con il Pakistan (con seguito polemico nazionale) e in Afghanistan (eppoi, dei due chi avrà chiamato per primo?).
Mi chiedo cosa il neo presidente americano abbia detto ad Ashraf Ghani, la cui stabilità è sorretta dalle baionette americane. E cosa il presidente afgano abbia chiesto all’uomo che in campagna elettorale ha promesso il ritiro dei soldati dal suo Paese. Si sa che han parlato di terrorismo (che è ormai come parlare del tempo metereologico) e ne deduco quindi che Trump avrà rassicurato Ghani: restiamo, magari anzi rilanciamo. Meglio prenderla con ironia.
Una chiamata per Donald Trump
La telefonata tra Taipei e Washington ha sollevato un putiferio. Pechino si è arrabbiata e ha chiamato Washington. Bollette bollenti.
Nell’epoca dei cellulari, e archiviato il telefono rosso della Guerra fredda, un coup de fil risulta essere ancora un mezzo efficace della diplomazia.
Se di quelle chiamatine han parlato tutti, han fatto meno rumore le telefonate di Trunp con il Pakistan (con seguito polemico nazionale) e in Afghanistan (eppoi, dei due chi avrà chiamato per primo?).
Mi chiedo cosa il neo presidente americano abbia detto ad Ashraf Ghani, la cui stabilità è sorretta dalle baionette americane. E cosa il presidente afgano abbia chiesto all’uomo che in campagna elettorale ha promesso il ritiro dei soldati dal suo Paese. Si sa che han parlato di terrorismo (che è ormai come parlare del tempo metereologico) e ne deduco quindi che Trump avrà rassicurato Ghani: restiamo, magari anzi rilanciamo. Meglio prenderla con ironia.