“ORIENTED”: così si intitola il film-documentario proiettato mercoledì 12 ottobre presso il cinema “Il Piccolo” a Matera (Trailer film). L’associazione materana “RiSvolta: i colori dei diritti” insieme a “Casa Netural” hanno accolto la richiesta di tre ragazzi omosessuali di proiettare… Continue Reading →
Giorno: 21 ottobre 2016
Nella tragedia e fra i misteri di Lockerbie, anche l’umana solidarietà
mcc43 Volo PanAm 103 precipitato a Lockerbie: tragedia, complotto, fallimento della Giustizia, ma anche aspetti di umana solidarietà sconosciuti alle cronache. La notte del 21 dicembre 1988, una bomba esplose a bordo del volo Pan Am 103 diretto a New York, mandando in pezzi il velivolo. Il relitto precipitò sugli abitanti addormentati della cittadina scozzese […]
Nella tragedia e fra i misteri di Lockerbie, anche l’umana solidarietà
mcc43 Volo PanAm 103 precipitato a Lockerbie: tragedia, complotto, fallimento della Giustizia, ma anche aspetti di umana solidarietà sconosciuti alle cronache. La notte del 21 dicembre 1988, una bomba esplose a bordo del volo Pan Am 103 diretto a New York, mandando in pezzi il velivolo. Il relitto precipitò sugli abitanti addormentati della cittadina scozzese […]
Nella tragedia e fra i misteri di Lockerbie, anche l’umana solidarietà
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Nella tragedia e fra i misteri di Lockerbie, anche l’umana solidarietà
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Nella tragedia e fra i misteri di Lockerbie, anche l’umana solidarietà
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Nella tragedia e fra i misteri di Lockerbie, anche l’umana solidarietà
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Online Report #20GiugnoLasciateCIEntrare: numeri dati e report della società civile
A seguito della pubblicazione del rapporto “Accogliere: la vera emergenza” pubblicato a febbraio 2016, la rete degli attivisti e…
La settimana di Arabpress in podcast – IV puntata
Le notizie e gli approfondimenti più importanti della settimana in 5 minuti! A cura di Giusy Regina
L’articolo La settimana di Arabpress in podcast – IV puntata sembra essere il primo su Arabpress.
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I giovani arabi si aspettano la caduta di Daesh, affascinati invece dal modello emiratino
Di Abdul Rahim al-Sharqawi. Hespress (19/10/2016). Traduzione e sintesi di Irene Capiferri. Secondo i risultati di un sondaggio, la stragrande maggioranza dei giovani arabi ripudia Daesh (ISIS) e non lo ritiene capace di costruire uno Stato islamico. Dall’ottavo sondaggio annuale dal titolo “Nei cuori e nelle menti dei giovani arabi”, basato su 3.500 interviste di ragazzi e […]
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I giovani arabi si aspettano la caduta di Daesh, affascinati invece dal modello emiratino
Di Abdul Rahim al-Sharqawi. Hespress (19/10/2016). Traduzione e sintesi di Irene Capiferri. Secondo i risultati di un sondaggio, la stragrande maggioranza dei giovani arabi ripudia Daesh (ISIS) e non lo ritiene capace di costruire uno Stato islamico. Dall’ottavo sondaggio annuale dal titolo “Nei cuori e nelle menti dei giovani arabi”, basato su 3.500 interviste di ragazzi e […]
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Rohyngia nel mirino: niente cibo per i musulmani birmani
Anche la Nobel discrimina la minoranza musulmana del Myanmar |
Non c’è pace per i Rohyngia del Myanmar. La piccola comunità (un milione di persone) – che lo Stato a maggioranza buddista ha deciso di chiamare non col loro nome ma definendoli solo “gente che professa l’islam” – è oggetto di una nuova discriminazione da quando l’esercito ha circondato un’area dove si nasconderebbe un gruppo islamico armato ma impedendo di fatto alle agenzie umanitarie di prestare soccorso e aiuti alimenti ad almeno 80mila persone, sfollate dopo gli incidenti settari del 2012.
L’escalation contro la comunità, che non ha diritto di cittadinanza e rappresentanza in parlamento e verso la quale anche la Nobel Aung San Suu Kyi non dimostra alcuna attenzione, data dalle recenti azioni di Aqa Mul Mujahidin, un gruppo armato di circa 400 combattenti che si è già scontrato con le forze di sicurezza che ora gli danno la caccia nel Nord dello Stato di Rakhine, al confine col Bangladesh. L’organizzazione che secondo il governo sarebbe legata al Rohingya Solidarity Organization – gruppo armato smantellato – sarebbe guidata dal 45enne Havistoohar, di un villaggio dell’area di Maungdaw, che sarebbe stato in Pakistan con i talebani e riceverebbe finanziamenti dal Medio Oriente.
Rohyngia nel mirino: niente cibo per i musulmani birmani
Anche la Nobel discrimina la minoranza musulmana del Myanmar |
Non c’è pace per i Rohyngia del Myanmar. La piccola comunità (un milione di persone) – che lo Stato a maggioranza buddista ha deciso di chiamare non col loro nome ma definendoli solo “gente che professa l’islam” – è oggetto di una nuova discriminazione da quando l’esercito ha circondato un’area dove si nasconderebbe un gruppo islamico armato ma impedendo di fatto alle agenzie umanitarie di prestare soccorso e aiuti alimenti ad almeno 80mila persone, sfollate dopo gli incidenti settari del 2012.
L’escalation contro la comunità, che non ha diritto di cittadinanza e rappresentanza in parlamento e verso la quale anche la Nobel Aung San Suu Kyi non dimostra alcuna attenzione, data dalle recenti azioni di Aqa Mul Mujahidin, un gruppo armato di circa 400 combattenti che si è già scontrato con le forze di sicurezza che ora gli danno la caccia nel Nord dello Stato di Rakhine, al confine col Bangladesh. L’organizzazione che secondo il governo sarebbe legata al Rohingya Solidarity Organization – gruppo armato smantellato – sarebbe guidata dal 45enne Havistoohar, di un villaggio dell’area di Maungdaw, che sarebbe stato in Pakistan con i talebani e riceverebbe finanziamenti dal Medio Oriente.
Rohyngia nel mirino: niente cibo per i musulmani birmani
Anche la Nobel discrimina la minoranza musulmana del Myanmar |
Non c’è pace per i Rohyngia del Myanmar. La piccola comunità (un milione di persone) – che lo Stato a maggioranza buddista ha deciso di chiamare non col loro nome ma definendoli solo “gente che professa l’islam” – è oggetto di una nuova discriminazione da quando l’esercito ha circondato un’area dove si nasconderebbe un gruppo islamico armato ma impedendo di fatto alle agenzie umanitarie di prestare soccorso e aiuti alimenti ad almeno 80mila persone, sfollate dopo gli incidenti settari del 2012.
L’escalation contro la comunità, che non ha diritto di cittadinanza e rappresentanza in parlamento e verso la quale anche la Nobel Aung San Suu Kyi non dimostra alcuna attenzione, data dalle recenti azioni di Aqa Mul Mujahidin, un gruppo armato di circa 400 combattenti che si è già scontrato con le forze di sicurezza che ora gli danno la caccia nel Nord dello Stato di Rakhine, al confine col Bangladesh. L’organizzazione che secondo il governo sarebbe legata al Rohingya Solidarity Organization – gruppo armato smantellato – sarebbe guidata dal 45enne Havistoohar, di un villaggio dell’area di Maungdaw, che sarebbe stato in Pakistan con i talebani e riceverebbe finanziamenti dal Medio Oriente.
Rohyngia nel mirino: niente cibo per i musulmani birmani
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Non c’è pace per i Rohyngia del Myanmar. La piccola comunità (un milione di persone) – che lo Stato a maggioranza buddista ha deciso di chiamare non col loro nome ma definendoli solo “gente che professa l’islam” – è oggetto di una nuova discriminazione da quando l’esercito ha circondato un’area dove si nasconderebbe un gruppo islamico armato ma impedendo di fatto alle agenzie umanitarie di prestare soccorso e aiuti alimenti ad almeno 80mila persone, sfollate dopo gli incidenti settari del 2012.
L’escalation contro la comunità, che non ha diritto di cittadinanza e rappresentanza in parlamento e verso la quale anche la Nobel Aung San Suu Kyi non dimostra alcuna attenzione, data dalle recenti azioni di Aqa Mul Mujahidin, un gruppo armato di circa 400 combattenti che si è già scontrato con le forze di sicurezza che ora gli danno la caccia nel Nord dello Stato di Rakhine, al confine col Bangladesh. L’organizzazione che secondo il governo sarebbe legata al Rohingya Solidarity Organization – gruppo armato smantellato – sarebbe guidata dal 45enne Havistoohar, di un villaggio dell’area di Maungdaw, che sarebbe stato in Pakistan con i talebani e riceverebbe finanziamenti dal Medio Oriente.
Rohyngia nel mirino: niente cibo per i musulmani birmani
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Non c’è pace per i Rohyngia del Myanmar. La piccola comunità (un milione di persone) – che lo Stato a maggioranza buddista ha deciso di chiamare non col loro nome ma definendoli solo “gente che professa l’islam” – è oggetto di una nuova discriminazione da quando l’esercito ha circondato un’area dove si nasconderebbe un gruppo islamico armato ma impedendo di fatto alle agenzie umanitarie di prestare soccorso e aiuti alimenti ad almeno 80mila persone, sfollate dopo gli incidenti settari del 2012.
L’escalation contro la comunità, che non ha diritto di cittadinanza e rappresentanza in parlamento e verso la quale anche la Nobel Aung San Suu Kyi non dimostra alcuna attenzione, data dalle recenti azioni di Aqa Mul Mujahidin, un gruppo armato di circa 400 combattenti che si è già scontrato con le forze di sicurezza che ora gli danno la caccia nel Nord dello Stato di Rakhine, al confine col Bangladesh. L’organizzazione che secondo il governo sarebbe legata al Rohingya Solidarity Organization – gruppo armato smantellato – sarebbe guidata dal 45enne Havistoohar, di un villaggio dell’area di Maungdaw, che sarebbe stato in Pakistan con i talebani e riceverebbe finanziamenti dal Medio Oriente.
Rohyngia nel mirino: niente cibo per i musulmani birmani
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Non c’è pace per i Rohyngia del Myanmar. La piccola comunità (un milione di persone) – che lo Stato a maggioranza buddista ha deciso di chiamare non col loro nome ma definendoli solo “gente che professa l’islam” – è oggetto di una nuova discriminazione da quando l’esercito ha circondato un’area dove si nasconderebbe un gruppo islamico armato ma impedendo di fatto alle agenzie umanitarie di prestare soccorso e aiuti alimenti ad almeno 80mila persone, sfollate dopo gli incidenti settari del 2012.
L’escalation contro la comunità, che non ha diritto di cittadinanza e rappresentanza in parlamento e verso la quale anche la Nobel Aung San Suu Kyi non dimostra alcuna attenzione, data dalle recenti azioni di Aqa Mul Mujahidin, un gruppo armato di circa 400 combattenti che si è già scontrato con le forze di sicurezza che ora gli danno la caccia nel Nord dello Stato di Rakhine, al confine col Bangladesh. L’organizzazione che secondo il governo sarebbe legata al Rohingya Solidarity Organization – gruppo armato smantellato – sarebbe guidata dal 45enne Havistoohar, di un villaggio dell’area di Maungdaw, che sarebbe stato in Pakistan con i talebani e riceverebbe finanziamenti dal Medio Oriente.