Dopo l’estensione dello stato di emergenza, ancora non si vede alcun progresso giudiziari e si percepisce la deriva sempre più autoritaria
L’articolo La Turchia rinnova lo stato di emergenza sembra essere il primo su Arabpress.
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Ci siamo quasi. La seconda edizione del Festival Letterature Migranti si aprirà il 12 ottobre, ma già l’8 e il 9 ottobre ci sarà il prequel. Due tra i documentari che abbiamo scelto saranno proiettati al Rouge&Noir, partner d’eccezione. Gli incontri sono tanti. La trama è una: fitta, e il risultato è un ricamo diRead more
Arrivati all’aeroporto di Mohammed VI di Casablanca c’è un silenzio inconsueto. Girano solo gli addetti dello scalo e i passeggeri provenienti da tutto il mondo. Ma dove sono finiti i parenti e gli amici che, come vuole la consuetudine locale, accorrono in gruppo a dare il benvenuto ai propri cari? Bisogna arrivare fuori, a cielo […]
L’articolo Marocco, tra modernizzazione, diritti e lotta al terrorismo sembra essere il primo su MaroccOggi.
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Raccontare il Nord Est d’Italia è come immergersi nel classico goto de bianco, l’ombra veneta per eccellenza.
Segnaliamo una circolare dello scorso anno, ma recepita in questi giorni da molte Prefetture che richiede, in caso di domanda di…
Tra l’indifferenza del mondo la tragedia dei cittadini di Aleppo privati della loro umanità
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Le seconde dalla riforma costituzionale del 2011, le elezioni legislative del 7 ottobre vedono al centro dello scontro gli islamisti del PJD e i liberali del PAM e saranno cruciali per determinare il futuro del paese
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La violenza di genere aumenta con i conflitti e l’instabilità, ma il mondo arabo sta cercando il modo di combatterla. L’opinione di Lina Abirafeh, direttrice dell’Institute od Women’s Studies in the Arab World.
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La Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan promette aiuti ma li vincola al ritorno degli afgani indesiderati.
Il Mediterraneo spazio aperto, di dialoghi, incroci, contaminazioni e incontri tra nord e sud, est e ovest. Il Mediterraneo che vorremmo tutti, diventa festival a Messina e Catania per due fine settimana di seguito: è il SABIRFEST. Cultura e cittadinanza mediterraneo, a Messina dal 6 al 9 ottobre e a Catania dal 13 al 16 … Continua a leggere Sabir: il Mediterraneo si fa festival →
Soldi in cambio di uomini? |
La Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan promette aiuti ma li vincola al ritorno degli afgani indesiderati. E nella capitale si prevede un nuovo scalo solo per loro
Dalla Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan, dopo le buone notizie arriva la doccia fredda. E se la borsa è piena per circa 4 miliardi di dollari l’anno sino al 2020 che consentiranno al malridotto governo di Ashraf Ghani di tirare il fiato, gli aiuti sono stati condizionati all’accettazione di un piano segreto che riguarda i migranti afgani costato sei mesi di trattative. Si chiama Joint Way Forward e se n’era parlato già mesi fa quando un memo segreto della Ue aveva delineato una strategia per il rimpatrio di almeno 80mila afgani. Della cosa però non si era più saputo nulla e, addirittura, si era detto che la questione migranti non sarebbe stata vincolata agli aiuti elargiti dal vertice di Bruxelles. Ma la vicenda invece è saltata fuori proprio a Bruxelles che è stata la cornice dell’accettazione del piano da parte di Kabul: un piano che prevede che chiunque si veda rifiutato il diritto di asilo, una volta verificato che non vi siano altre possibilità di accettazione in un Paese membro, venga rispedito a casa. Lo voglia o no. In altre parole una deportazione concordata. A che ritmo? Per i prossimi sei mesi almeno 50 persone per aereo su voli diretti a Kabul o ad altro aeroporto afgano anche se il numero dei voli non viene quantificato. Si capisce però che non saranno pochi, tanto che le parti si sono accordate per un eventuale nuovo terminal dedicato agli espulsi nell’aeroporto della capitale dell’Afghanistan che accetta di riceverli e integrarli, ossia farli semplicemente rientrare nel Paese.
La vignetta spiega bene come la vedono gli afgani: soldi in cambio del tutti a casa |
Sino ad ora solo 5mila migranti afgani hanno fatto ritorno volontario a casa su 178mila che, nel 2015, hanno fatto richiesta d’asilo nella Ue: quattro volte di più che nel 2014 e arrivando a costituire il secondo gruppo di migranti dopo i siriani. Kabul deve fare buon viso a cattivo gioco con oltre un milione di sfollati interni e la minaccia di Islamabad di rimandare a casa entro marzo un milione di afgani, un terzo dei quali è già stato espulso dal Pakistan.
Benché i funzionari di Bruxelles neghino che sia sia utilizzata la leva degli aiuti per far deglutire a Kabul l’amaro calice, è davvero difficile pensare che non sia stato così: Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, è stato chiaro quando ha spiegato che la Ue sosterrà Kabul con denaro e programmi per nuovi posti di lavoro in Afghanistan e già da giorni per altro i tedeschi erano stati ancora più chiari: o l’Afghanistan si riprende i migranti o si chiude la borsa.
Soldi in cambio di uomini? |
La Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan promette aiuti ma li vincola al ritorno degli afgani indesiderati. E nella capitale si prevede un nuovo scalo solo per loro
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Benché i funzionari di Bruxelles neghino che sia sia utilizzata la leva degli aiuti per far deglutire a Kabul l’amaro calice, è davvero difficile pensare che non sia stato così: Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, è stato chiaro quando ha spiegato che la Ue sosterrà Kabul con denaro e programmi per nuovi posti di lavoro in Afghanistan e già da giorni per altro i tedeschi erano stati ancora più chiari: o l’Afghanistan si riprende i migranti o si chiude la borsa.
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