Giorno: 5 ottobre 2016

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformido che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,applicata dal 90 % dei musulmani nel mondo,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso di loro

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformido che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,applicata dal 90 % dei musulmani nel mondo,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso di loro

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformido che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,applicata dal 90 % dei musulmani nel mondo,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso di loro

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformizzate di quei milioni di musulmani sparsi nel mondo che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,che ingloba più del 90% degli adepti del mondo musulmano,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso i carnefici della discendenza del profeta.

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformido che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,applicata dal 90 % dei musulmani nel mondo,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso di loro

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformizzate di quei milioni di musulmani sparsi nel mondo che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,applicata dal 90 % dei musulmani nel mondo,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso i carnefici della discendenza del profeta.

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il pensiero wahabita dalla giurisprudenza sunnita. Tanto di cappello a questa presa di posizione,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali di questa ideologia del terrore nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformizzate di quei milioni di musulmani sparsi nel mondo che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte di Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,che conta ingloba più del 90% degli adepti del mondo musulmano,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso i carnefici della discendenza del profeta.

Le linee sottili dell’Islam

Il 25 e il 27 agosto scorsi, A Grozny,in Cecenia,oltre duecento tra giurisperiti,studiosi e imam del mondo musulmano sunnita avevano deciso di espellere il wahabismo dal mondo musulmano sunnita. Tanto di capello alla coraggiosa decisione,che finalmente,dopo anni di silenzio di fronte ai devastanti effetti collaterali del salafismo ( o wahabismo) nelle società musulmane contemporanee,avevano finalmente deciso assunto una netta posizione contro questa ideologia della morte nata nel XVIII in Arabia Saudita con la benedizione dei coloni britannici. Adesso bisogna fare un altro passo ancor più faticoso : risvegliare la coscienze cloroformizzate di quei milioni di musulmani sparsi nel mondo che hanno confuso i precetti dell’islam sunnita con i deliri del wahabismo, e fargli finalmente notare che la differenze dottrinali tra loro e i loro correligionari sciiti sono molto sottili. Vorrei cominciare dal primo punto fondamentale : entrambi credono ad un solo Dio e ad un solo Corano rivelato allo stesso profeta : Muhammad (saas) 
(Maometto)

Una di queste sottili linee dottrinali sta nel fatto che gli sciiti hanno ereditato il sapere di Maometto e la sua linea interpretativa del corano,composta da pratiche e detti vari (la famosa ” sunna ” la seconda fonte giuridica dopo il Corano) attraverso la sua discendenza ( i famosi dodici imam infallibili ). Seguono un unica scuola giuridica fondata dall’Imam Ja’afar Sadiq, pronipote del profeta e sesto dei dodici imam infallibili. 

I dodici imam infallibili sono : 

1 ʿ-Alī ibn Abī Ṭālib (m. 661)  


2 – Ḥasan ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 669)

3 – al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib (m. 680)

4 – Alī ibn al-Ḥusayn, detto Zayn al-ʿĀbidīn, (Ornamento dei devoti )(m. 712)

5 –  Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Bāqir (m. 731)

6 – Jaʿfar ibn Muḥammad (m. 765) ( detto Ja’afar Sadiq)

7 – Ismāīl ibn Jaʿfar

7- Mūsā ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (m. 799)

8  ʿAlī ibn Mūsà, detto al-Riḍā (m. 818)

9 – Muḥammad ibn ʿAlī, detto al-Ṭaqī o al-Jawād (m. 835)

10 ʿAlī ibn Muḥammad, detto al-Naqī‘ o al-Hādī (m. 868)

11 – al-Ḥasan ibn ʿAlī, detto al-ʿAskarī (m. 874)

12 – Muḥammad ibn al-Ḥasan, detto al-Mahdī (“occultatosi” nell’874)


 N.B il termine” Ibn ” significa ” figlio di”


Quindi credono che la loro interpretazione dell’Islam e del Corano siano quelli autentici predicati e applicati dal profeta 1400 anni fa,e questo per via della rigida catena di trasmissione del sapere che parte da Maometto,per poi passare da Ali,Fatima ( la figlia ) e i loro figli, Hassan e Hussein,per poi protrarsi attraverso i loro discendenti,che nel corso dei secoli si sono tramandati il sapere da padre a figlio. I musulmani sciiti credono che sia Dio,attraverso il Corano,che il profeta,attraverso i suoi detti,abbiano legittimato Ali Ibn Talib,suo cugino e marito di Fatima ad essere la guida politica e spirituale della comunità islamica dopo la morte d Muhamad (saas).

I sunniti invece credono che chiunque abbia conosciuto il profeta o suoi compagni più fedeli sono degni alla guida politica e spirituale della comunità islamica (la Umma) e alla trasmissione del sapere di Maometto e della sua linea interpretativa del Corano. Ragion per cui la giurisprudenza dell’islam sunnita,che conta più del 90% di adepti nel mondo musulmano,è regolata da ben quattro scuole giuridiche  (scuola hanafita – scuola malikita- scuola shafiita – scuola hanbalita) fondate da quattro imam apparsi 150 anni dopo la sua morte e le varie guerre civili scoppiata tra gli stessi compagni del profeta.

Gli imam fondatori delle scuole giuridiche sunnite sono :

L’Imam Abu Hanifa al N’uman ibn Thabit ( nato nel 699 – morto nel 767 DC)

L’imam Malik ibn Anas (nato nel 711 – morto nel 795 DC )

L’imam Shafii ( nato il 767 — morto 820 DC )

L’imam Ahmed Hanbali. ( morto il 855 DC )

Maometto mori’ l’8 giugno 632 dopo Cristo.

I dotti dei due rami principali dell’Islam sono d’accordo sul fatto che uno dei fondatori di delle sopracitate scuole sunnite, L’imam Abu Hanifa (fondatore della scuola hanafita) fu contemporaneo e allievo del fondatore dell’unica scuola giuridica dei musulmani sciiti : L’imam Ja’afar Sadiq,il pronipote di Maometto.E che in seguito tramandò il suo sapere al suo allievo,l’Imam Malik Ibn Anas,che fondò a sua volta un altra scuola giuridica ( la scuola malikita)

Un altra differenza,dettata più dall’ignoranza che da motivi ideologici,è riscontrabile nella posizione verso i nemici e i carnefici della discendenza del profeta,come i califfi Omayadi e Abbassidi,che nel corso dei secoli tentarono di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi traccia della discendenza del profeta. Gli sciiti maledicono tali califfi,colpevoli di aver tentato di far scomparire ” l’islam autentico ” per motivi prettamente politici,mentre i sunniti contemporanei invece non hanno assunto alcuna posizione verso i carnefici della discendenza del profeta.

Bruxelles vs Kabul: doccia fredda sui migranti afgani

Si chiama Joint Way Forward e se n’era parlato già mesi fa quando un memo segreto della Ue aveva delineato un piano per il rimpatrio di almeno 80mila afgani. Ma adesso il memo – nella cornic della Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan –  è un accordo che consente di espellere i richiedenti asilo dall’Unione e che Kabul ha dovuto accettare assieme alle elargizioni  di aiuti…

continua domani su Great Game

Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no.

Negli ultimi decenni, con le trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali che il Marocco ha vissuto, il dibattito sulla laicità è cresciuto in quantità e qualità, perché quello che era un discorso elitario ed esclusivo di qualche intellettuale è diventato un argomento di dibattito pubblico che coinvolge politici, artisti, scrittori e molti strati della società […]

L’articolo Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no. sembra essere il primo su MaroccOggi.

Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no.

Negli ultimi decenni, con le trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali che il Marocco ha vissuto, il dibattito sulla laicità è cresciuto in quantità e qualità, perché quello che era un discorso elitario ed esclusivo di qualche intellettuale è diventato un argomento di dibattito pubblico che coinvolge politici, artisti, scrittori e molti strati della società […]

L’articolo Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no. sembra essere il primo su MaroccOggi.

Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no.

Negli ultimi decenni, con le trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali che il Marocco ha vissuto, il dibattito sulla laicità è cresciuto in quantità e qualità, perché quello che era un discorso elitario ed esclusivo di qualche intellettuale è diventato un argomento di dibattito pubblico che coinvolge politici, artisti, scrittori e molti strati della società […]

L’articolo Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no. sembra essere il primo su MaroccOggi.

Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no.

Negli ultimi decenni, con le trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali che il Marocco ha vissuto, il dibattito sulla laicità è cresciuto in quantità e qualità, perché quello che era un discorso elitario ed esclusivo di qualche intellettuale è diventato un argomento di dibattito pubblico che coinvolge politici, artisti, scrittori e molti strati della società […]

L’articolo Il ruolo dell’Islam nella gestione del potere in Marocco. Laicità si, laicità no. sembra essere il primo su MaroccOggi.

Un po’ meno poveri ma sempre in guerra

La Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan promette nuovi aiuti alla ricostruzione. Ma il Paese è a ferro e fuoco e i veri nodi per pacificarlo restano un tabù

Mentre i talebani hanno lanciato una nuova massiccia offensiva proprio alla vigilia della Conferenza sull’Afghanistan che si è aperta ieri a Bruxelles, nella capitale belga arriva il momento delle promesse per un Paese dove – sono dati Ue – il 40% della popolazione vive sotto la linea di povertà e un terzo degli afgani ancora non sa leggere né scrivere. Mentre scriviamo si combatte a Kunduz, nell’Helmand e in altre aree a Nord e a Sud. E si litiga: in parlamento e nel governo, scaricandosi le responsabilità per l’ennesima battaglia in una città – Kunduz – tenuta un anno fa dalla guerriglia per quasi una settimana. C’è chi dice che l’offensiva finirà per favorire l’apertura della borsa dei Paesi amici. E c’è chi invece pensa che sia l’ennesimo colpo basso a un governo in perenne crisi e a una presenza della Nato che, pur ridotta nel numero dei soldati, è rimasta nel Paese a presidiare soltanto le caserme che proteggono i suoi militari.

Sempre in guerra: combattenti anti inglesi
in una stampa del 1800. Sotto la bandiera Nato

Ieri l’Unione Europea ha promesso, in aggiunta al suo programma 2014-2020 (circa 1,4 miliardi di euro) oltre 200 milioni annui per due anni dal 2017 per sostenere l’agenda del governo di Ashraf Ghani, il presidente “dimezzato” insediato due anni fa dopo faticose elezioni presidenziali (ora dovremmo essere alla viglia di una nuova corsa elettorale per il parlamento) che alla fine hanno sancito un governo a due teste: quella di Ghani e quella di Abdullah Abdullah, ex mujaheddin cui, in barba alla Costituzione, gli americani, veri artefici della nascita del nuovo governo, hanno ritagliato – per raffreddare le sue accuse di brogli – un ruolo di primo piano che lo apparenta al presidente. Col risultato che il governo a due teste – si sa ma non si dice – non funziona. Oggi, se tutto va secondo i piani, gli americani dovrebbero annunciare altri 3 miliardi di dollari l’anno cui dovrebbero aggiungersi – oltre ai 200 milioni figli dell’accordo Ue per favorire lo “State building” – il miliardo che l’insieme dei Paesi membri* verserà annualmente a Kabul almeno sino al 2020. Poi ci sono altri attori (a Bruxelles siedono settanta Paesi e venti tra organizzazioni e agenzie internazionali) e quindi il piatto si arricchirà. Ma con molti però e legando l’aiuto futuro a quanto gli afgani sapranno e soprattutto vorranno fare. Non è un assegno in bianco né per gli europei né per gli americani.

Questi ultimi, rimbalzano il vecchio refrain sulla lotta alla corruzione e legano l’aiuto, sembra di capire, al fatto che il governo dovrà fare come dice Washington, si tratti di pace o di guerra. Dovrà soprattutto garantire – e questo sembra il non detto più evidente – che le basi militari afgane, di cui gli Stati Uniti hanno il diritto di servirsi come credono, dovranno rispettare l’accordo siglato da Ghani appena eletto presidente che garantisce di fatto agli Usa il controllo dell’intero Paese. I tedeschi invece non hanno usato perifrasi: o Kabul rispetta le regole – e cioè in sostanza pone un freno ai suoi migranti verso la Ue – oppure si rifanno i conti (nel caso di Berlino sono 1,7 milioni di euro per quattro anni). Una posizione già espressa alla viglia della Conferenza.
Ma se Ghani tornerà a casa soddisfatto (un altro accordo prevede che l’aiuto militare continuerà ancora per anni e che il governo avrà i fondi per pagare gli stipendi ai soldati afgani) sul piano della pace, al di là di una retorica che ormai non viene neppure più utilizzata, passi avanti non se ne vedono come ben dimostra un Paese dove aumentano le vittime civili e dove la guerriglia – che si era sempre limitata ad attentati e a qualche azione eclatante – sembra aver cambiato strategia, puntando al cuore delle città. A Bruxelles nessuno si chiederà se abbia senso mantenere ancora una presenza militare dai costi enormi e che per un eventuale negoziato è l’ostacolo maggiore visto che per i talebani l’uscita degli stranieri dal Paese è il primo paletto per sedersi al tavolo della trattativa. Né gli alleati chiederanno conto agli Stati Uniti dell’accordo con Kabul che consente a Washington il controllo di dieci basi militari, ipoteca che ha fatto restare nel Paese 10mila soldati Usa, fermare il piano graduale di ritiro promesso da Obama e obbligare la Nato a rimanere. Un quadro dove, accanto alle nostre responsabilità, si sommano i disegni dei Paesi vicini: il Pakistan naturalmente, ma anche l’India, sempre più muscolare nel suo piano di avvicinamento a Kabul, o la Cina che, silenziosamente e “armoniosamente”, si sta accaparrando gran parte del tesoro minerario nazionale. Ci di dovrà accontentare dei quattrini.

* Ieri è stato approvato dall’Italia il Programma per la riduzione della mortalità infantile nelle province di Kabul e Herat, in Afghanistan, per 4 milioni di euro

Un po’ meno poveri ma sempre in guerra

La Conferenza di Bruxelles sull’Afghanistan promette nuovi aiuti alla ricostruzione. Ma il Paese è a ferro e fuoco e i veri nodi per pacificarlo restano un tabù

Mentre i talebani hanno lanciato una nuova massiccia offensiva proprio alla vigilia della Conferenza sull’Afghanistan che si è aperta ieri a Bruxelles, nella capitale belga arriva il momento delle promesse per un Paese dove – sono dati Ue – il 40% della popolazione vive sotto la linea di povertà e un terzo degli afgani ancora non sa leggere né scrivere. Mentre scriviamo si combatte a Kunduz, nell’Helmand e in altre aree a Nord e a Sud. E si litiga: in parlamento e nel governo, scaricandosi le responsabilità per l’ennesima battaglia in una città – Kunduz – tenuta un anno fa dalla guerriglia per quasi una settimana. C’è chi dice che l’offensiva finirà per favorire l’apertura della borsa dei Paesi amici. E c’è chi invece pensa che sia l’ennesimo colpo basso a un governo in perenne crisi e a una presenza della Nato che, pur ridotta nel numero dei soldati, è rimasta nel Paese a presidiare soltanto le caserme che proteggono i suoi militari.

Sempre in guerra: combattenti anti inglesi
in una stampa del 1800. Sotto la bandiera Nato

Ieri l’Unione Europea ha promesso, in aggiunta al suo programma 2014-2020 (circa 1,4 miliardi di euro) oltre 200 milioni annui per due anni dal 2017 per sostenere l’agenda del governo di Ashraf Ghani, il presidente “dimezzato” insediato due anni fa dopo faticose elezioni presidenziali (ora dovremmo essere alla viglia di una nuova corsa elettorale per il parlamento) che alla fine hanno sancito un governo a due teste: quella di Ghani e quella di Abdullah Abdullah, ex mujaheddin cui, in barba alla Costituzione, gli americani, veri artefici della nascita del nuovo governo, hanno ritagliato – per raffreddare le sue accuse di brogli – un ruolo di primo piano che lo apparenta al presidente. Col risultato che il governo a due teste – si sa ma non si dice – non funziona. Oggi, se tutto va secondo i piani, gli americani dovrebbero annunciare altri 3 miliardi di dollari l’anno cui dovrebbero aggiungersi – oltre ai 200 milioni figli dell’accordo Ue per favorire lo “State building” – il miliardo che l’insieme dei Paesi membri* verserà annualmente a Kabul almeno sino al 2020. Poi ci sono altri attori (a Bruxelles siedono settanta Paesi e venti tra organizzazioni e agenzie internazionali) e quindi il piatto si arricchirà. Ma con molti però e legando l’aiuto futuro a quanto gli afgani sapranno e soprattutto vorranno fare. Non è un assegno in bianco né per gli europei né per gli americani.

Questi ultimi, rimbalzano il vecchio refrain sulla lotta alla corruzione e legano l’aiuto, sembra di capire, al fatto che il governo dovrà fare come dice Washington, si tratti di pace o di guerra. Dovrà soprattutto garantire – e questo sembra il non detto più evidente – che le basi militari afgane, di cui gli Stati Uniti hanno il diritto di servirsi come credono, dovranno rispettare l’accordo siglato da Ghani appena eletto presidente che garantisce di fatto agli Usa il controllo dell’intero Paese. I tedeschi invece non hanno usato perifrasi: o Kabul rispetta le regole – e cioè in sostanza pone un freno ai suoi migranti verso la Ue – oppure si rifanno i conti (nel caso di Berlino sono 1,7 milioni di euro per quattro anni). Una posizione già espressa alla viglia della Conferenza.
Ma se Ghani tornerà a casa soddisfatto (un altro accordo prevede che l’aiuto militare continuerà ancora per anni e che il governo avrà i fondi per pagare gli stipendi ai soldati afgani) sul piano della pace, al di là di una retorica che ormai non viene neppure più utilizzata, passi avanti non se ne vedono come ben dimostra un Paese dove aumentano le vittime civili e dove la guerriglia – che si era sempre limitata ad attentati e a qualche azione eclatante – sembra aver cambiato strategia, puntando al cuore delle città. A Bruxelles nessuno si chiederà se abbia senso mantenere ancora una presenza militare dai costi enormi e che per un eventuale negoziato è l’ostacolo maggiore visto che per i talebani l’uscita degli stranieri dal Paese è il primo paletto per sedersi al tavolo della trattativa. Né gli alleati chiederanno conto agli Stati Uniti dell’accordo con Kabul che consente a Washington il controllo di dieci basi militari, ipoteca che ha fatto restare nel Paese 10mila soldati Usa, fermare il piano graduale di ritiro promesso da Obama e obbligare la Nato a rimanere. Un quadro dove, accanto alle nostre responsabilità, si sommano i disegni dei Paesi vicini: il Pakistan naturalmente, ma anche l’India, sempre più muscolare nel suo piano di avvicinamento a Kabul, o la Cina che, silenziosamente e “armoniosamente”, si sta accaparrando gran parte del tesoro minerario nazionale. Ci di dovrà accontentare dei quattrini.

* Ieri è stato approvato dall’Italia il Programma per la riduzione della mortalità infantile nelle province di Kabul e Herat, in Afghanistan, per 4 milioni di euro

La Siria che scrive: Nihad Sirees e il “tumulto” del regime siriano

Nihad Sirees è nato ad Aleppo nel 1950 ed è autore di sette romanzi e di numerose sceneggiature, una delle quali, nel 1998, gli “guadagnò” il diritto ad essere censurato. Intellettuale di spicco, fortemente critico verso il regime di Bashar al-Assad, nel gennaio del 2012 ha preferito lasciare Aleppo, in un esilio auto-imposto per timore … Continua a leggere La Siria che scrive: Nihad Sirees e il “tumulto” del regime siriano