mcc43 Da JungItalia «Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni. Voglio sottolineare che disprezzo la politica di tutto cuore: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perché sono convinto che per il […]
Giorno: 19 luglio 2016
Attualità: C.G. Jung e il manicomio della politica
mcc43 Da JungItalia «Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni. Voglio sottolineare che disprezzo la politica di tutto cuore: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perché sono convinto che per il […]
Attualità: C.G. Jung e il manicomio della politica
mcc43 Da JungItalia «Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni. Voglio sottolineare che disprezzo la politica di tutto cuore: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perché sono convinto che per il […]
Dopo pochi giorni di pausa, dovuta al maltempo, riprendono con cadenza ormai periodica le partenze…
Addio a Qandeel Baloch, l’eroina dei social che sta aiutando a cancellare il delitto d’onore
Qandeel Baloch in una foto tratta dal quotidiano Dawn |
Fouzia Azeem, più nota al grande pubblico come Qandeel Baloch, era una giovane ragazza di 26 anni diventata un idolo in Pakistan per le sue performance video, le interviste scioccanti, il modo di esporre il suo corpo, le continue provocazioni. Suo fratello Waseem, reo confresso, l’ha prima drogata e poi strangolata nel sonno nella casa dei genitori a Multan. Delitto d’onore si è subito detto. E Baloch ha conosciuto una fine non molto diversa da quella che subiscono tante coetanee che, per motivi d’onore, sono state uccise dalla famiglia o dai fidanzati. Sono 500 ogni anno in Pakistan le persone uccise, per la maggior parte donne. L’Italia, è bene ricordarlo, abolì la legge che giustificava il delitto d’onore solo nel 1981 e le donne comunque continuano a morire anche se non allo stesso ritmo del Pakistan (che è però assai più popoloso del Belpaese). Ma la sua morte ha lasciato un segno profondo a differenza di tante anonime coetanee meno famose di lei. La notorietà del personaggio infatti, per la quale persino qualche mullah aveva espresso simpatia, ha sollevato un putiferio e rilanciato dibattiti e polemiche sulla questione. E c’è anche stato un passo ufficiale: oggi, a un paio di giorni dalla morte della giovane star dei social, il governo del Punjab (che già ha una legge provinciale più avanzata che nel resto del Paese) ha vietato alla famiglia di “perdonare” il figliolo omicida, una mossa che apre la strada in tribunale a pene minori. Qandeel Baloch però non c’è più. Le sia lieve il viaggio nell’ignoto.
Addio a Qandeel Baloch, l’eroina dei social che sta aiutando a cancellare il delitto d’onore
Qandeel Baloch in una foto tratta dal quotidiano Dawn |
Fouzia Azeem, più nota al grande pubblico come Qandeel Baloch, era una giovane ragazza di 26 anni diventata un idolo in Pakistan per le sue performance video, le interviste scioccanti, il modo di esporre il suo corpo, le continue provocazioni. Suo fratello Waseem, reo confresso, l’ha prima drogata e poi strangolata nel sonno nella casa dei genitori a Multan. Delitto d’onore si è subito detto. E Baloch ha conosciuto una fine non molto diversa da quella che subiscono tante coetanee che, per motivi d’onore, sono state uccise dalla famiglia o dai fidanzati. Sono 500 ogni anno in Pakistan le persone uccise, per la maggior parte donne. L’Italia, è bene ricordarlo, abolì la legge che giustificava il delitto d’onore solo nel 1981 e le donne comunque continuano a morire anche se non allo stesso ritmo del Pakistan (che è però assai più popoloso del Belpaese). Ma la sua morte ha lasciato un segno profondo a differenza di tante anonime coetanee meno famose di lei. La notorietà del personaggio infatti, per la quale persino qualche mullah aveva espresso simpatia, ha sollevato un putiferio e rilanciato dibattiti e polemiche sulla questione. E c’è anche stato un passo ufficiale: oggi, a un paio di giorni dalla morte della giovane star dei social, il governo del Punjab (che già ha una legge provinciale più avanzata che nel resto del Paese) ha vietato alla famiglia di “perdonare” il figliolo omicida, una mossa che apre la strada in tribunale a pene minori. Qandeel Baloch però non c’è più. Le sia lieve il viaggio nell’ignoto.
Addio a Qandeel Baloch, l’eroina dei social che sta aiutando a cancellare il delitto d’onore
Qandeel Baloch in una foto tratta dal quotidiano Dawn |
Fouzia Azeem, più nota al grande pubblico come Qandeel Baloch, era una giovane ragazza di 26 anni diventata un idolo in Pakistan per le sue performance video, le interviste scioccanti, il modo di esporre il suo corpo, le continue provocazioni. Suo fratello Waseem, reo confresso, l’ha prima drogata e poi strangolata nel sonno nella casa dei genitori a Multan. Delitto d’onore si è subito detto. E Baloch ha conosciuto una fine non molto diversa da quella che subiscono tante coetanee che, per motivi d’onore, sono state uccise dalla famiglia o dai fidanzati. Sono 500 ogni anno in Pakistan le persone uccise, per la maggior parte donne. L’Italia, è bene ricordarlo, abolì la legge che giustificava il delitto d’onore solo nel 1981 e le donne comunque continuano a morire anche se non allo stesso ritmo del Pakistan (che è però assai più popoloso del Belpaese). Ma la sua morte ha lasciato un segno profondo a differenza di tante anonime coetanee meno famose di lei. La notorietà del personaggio infatti, per la quale persino qualche mullah aveva espresso simpatia, ha sollevato un putiferio e rilanciato dibattiti e polemiche sulla questione. E c’è anche stato un passo ufficiale: oggi, a un paio di giorni dalla morte della giovane star dei social, il governo del Punjab (che già ha una legge provinciale più avanzata che nel resto del Paese) ha vietato alla famiglia di “perdonare” il figliolo omicida, una mossa che apre la strada in tribunale a pene minori. Qandeel Baloch però non c’è più. Le sia lieve il viaggio nell’ignoto.
Addio a Qandeel Baloch, l’eroina dei social che sta aiutando a cancellare il delitto d’onore
Qandeel Baloch in una foto tratta dal quotidiano Dawn |
Fouzia Azeem, più nota al grande pubblico come Qandeel Baloch, era una giovane ragazza di 26 anni diventata un idolo in Pakistan per le sue performance video, le interviste scioccanti, il modo di esporre il suo corpo, le continue provocazioni. Suo fratello Waseem, reo confresso, l’ha prima drogata e poi strangolata nel sonno nella casa dei genitori a Multan. Delitto d’onore si è subito detto. E Baloch ha conosciuto una fine non molto diversa da quella che subiscono tante coetanee che, per motivi d’onore, sono state uccise dalla famiglia o dai fidanzati. Sono 500 ogni anno in Pakistan le persone uccise, per la maggior parte donne. L’Italia, è bene ricordarlo, abolì la legge che giustificava il delitto d’onore solo nel 1981 e le donne comunque continuano a morire anche se non allo stesso ritmo del Pakistan (che è però assai più popoloso del Belpaese). Ma la sua morte ha lasciato un segno profondo a differenza di tante anonime coetanee meno famose di lei. La notorietà del personaggio infatti, per la quale persino qualche mullah aveva espresso simpatia, ha sollevato un putiferio e rilanciato dibattiti e polemiche sulla questione. E c’è anche stato un passo ufficiale: oggi, a un paio di giorni dalla morte della giovane star dei social, il governo del Punjab (che già ha una legge provinciale più avanzata che nel resto del Paese) ha vietato alla famiglia di “perdonare” il figliolo omicida, una mossa che apre la strada in tribunale a pene minori. Qandeel Baloch però non c’è più. Le sia lieve il viaggio nell’ignoto.
Report legale del Women Legal Team a Idomeni
L’associazione di donne Le Mafalde di Prato ha organizzato un gruppo di avvocate ed esperte in tema di immigrazione e protezione…
La situazione al confine serbo-ungherese
Sebbene il corridoio balcanico a controllo statale sia chiuso da marzo, centinaia di migranti continuano ancora ad attraversare i Balcani…
Si ringrazia l’Avv. Uljana Gazidede per la segnalazione.
Con questa pronuncia il Tribunale per i Minorenni di Lecce concede la proroga di due anni ai genitori per permanere in Italia e svolgere…
Waiting Area: una video-inchiesta sulla “sala d’aspetto” Grecia
E’ on-line Waiting Area, una video-inchiesta di Roberto Ognissanti e Laura Basta girata lo scorso aprile in Grecia che indaga sulla…
La stampa potrà entrare negli hotspot: cade l’embargo
L’incontro tra il prefetto Morcone, Fnsi e Associazione Carta di Roma si conclude con un passo avanti che consentirà alle delegazioni di…
Piano per bloccare i profughi: Human Rights Watch accusa l’Europa
Novantasette profughi eritrei, tra cui 22 donne, sono stati arrestati, il tre luglio, in una vasta retata condotta dalla polizia a Misurata…
I rifugiati dai campi governativi: Ad Idomeni si stava meglio
Stefano Danieli, un infermiere meranese attivo nella campagna #overthefortress, ci invia queste considerazioni dopo due mesi di…
Oxfam paesi poveri ospitano 50% profughi; i ricchi solo 9%
Oxfam, paesi poveri ospitano 50% profughi; i ricchi solo 9%
http://ift.tt/29L8x35
Libia: ripristinare il dialogo nazionale
Di Jebril el-Abadi. Asharq al-Awsat (18/07/2016). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. L’intervento straniero in Libia ha restaurato la presenza del colonizzatore, dietro pretesto della ricerca di una soluzione alla crisi. Nel caso di America e Gran Bretagna, il loro coinvolgimento nella crisi libica è stato influenzato da un pragmatismo machiavellico, il più delle volte […]
L’articolo Libia: ripristinare il dialogo nazionale sembra essere il primo su Arabpress.