Giorno: 7 giugno 2016

A Beirut il cambiamento deve attendere

(di Flavio Edoardo Restelli, per SiriaLibano). A Beirut, come in tutto il Libano, si sono concluse le elezioni municipali. Un cambiamento era nell’aria – e ci resta, per ora. Perché dalle […]

A Beirut il cambiamento deve attendere

(di Flavio Edoardo Restelli, per SiriaLibano). A Beirut, come in tutto il Libano, si sono concluse le elezioni municipali. Un cambiamento era nell’aria – e ci resta, per ora. Perché dalle […]

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(di Flavio Edoardo Restelli, per SiriaLibano). A Beirut, come in tutto il Libano, si sono concluse le elezioni municipali. Un cambiamento era nell’aria – e ci resta, per ora. Perché dalle […]

A Beirut il cambiamento deve attendere

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A Beirut il cambiamento deve attendere

(di Flavio Edoardo Restelli, per SiriaLibano). A Beirut, come in tutto il Libano, si sono concluse le elezioni municipali. Un cambiamento era nell’aria – e ci resta, per ora. Perché dalle […]

A Beirut il cambiamento deve attendere

(di Flavio Edoardo Restelli, per SiriaLibano). A Beirut, come in tutto il Libano, si sono concluse le elezioni municipali. Un cambiamento era nell’aria – e ci resta, per ora. Perché dalle […]

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(di Flavio Edoardo Restelli, per SiriaLibano). A Beirut, come in tutto il Libano, si sono concluse le elezioni municipali. Un cambiamento era nell’aria – e ci resta, per ora. Perché […]

Egitto, il governo attacca il sindacato dei giornalisti

journa-110Un mese dopo l’irruzione delle forze di sicurezza presso la sede del sindacato dei giornalisti egiziano, cosa mai accaduta dal 1941, anno della sua fondazione, il braccio di ferro tra polizia e giornalisti continua. E mentre il sindacato prova ad abbassare i toni, il governo continua a gettare benzina sul fuoco. Sono 29 i giornalisti in carcere. (Ebticar/Mada Masr)

Egitto, il governo attacca il sindacato dei giornalisti

journa-110Un mese dopo l’irruzione delle forze di sicurezza presso la sede del sindacato dei giornalisti egiziano, cosa mai accaduta dal 1941, anno della sua fondazione, il braccio di ferro tra polizia e giornalisti continua. E mentre il sindacato prova ad abbassare i toni, il governo continua a gettare benzina sul fuoco. Sono 29 i giornalisti in carcere. (Ebticar/Mada Masr)

Egitto, il governo attacca il sindacato dei giornalisti

journa-110Un mese dopo l’irruzione delle forze di sicurezza presso la sede del sindacato dei giornalisti egiziano, cosa mai accaduta dal 1941, anno della sua fondazione, il braccio di ferro tra polizia e giornalisti continua. E mentre il sindacato prova ad abbassare i toni, il governo continua a gettare benzina sul fuoco. Sono 29 i giornalisti in carcere. (Ebticar/Mada Masr)

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

Le “poesie più belle” di Nizar Qabbani

(di Francesco Medici*). Il 14 dicembre 1849, presso l’Accademia Siriana (al-Ǧam‘iyyah al-sūriyyah), Buṭrus al-Bustānī (1819-1883) teneva il suo celebre discorso sull’istruzione femminile (Ta‘līm al-nisā’), inaugurando quel vasto e fecondo dibattito […]

La questione israelo-palestinese alla recente Conferenza di Parigi

Opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (04/06/2016). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Lo scorso 3 giugno, i palestinesi hanno ritrovato quel poco di speranza quando il presidente francese, François Hollande, ha invitato la comunità internazionale a riconsiderare il conflitto israelo-palestinese. Il presidente Hollande ha rilanciato la soluzione “dei due Stati” alla presenza di ministri e […]

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Bambini siriani, un’iniziativa a Milano l’8 giugno alla Camera del Lavoro

Si deve all’iniziativa personale di un’insegnante milanese che da anni si occupa di dialogo e integrazione tra i bimbi della scuola, l’invito a fare dell’8 giugno (domani) un giorno simbolico. Non solo  l’ultimo giorno di scuola per gli scolari italiani ma “il primo giorno di liberazione per questi bambini e bambine che hanno già perso tutto nella guerra”. Sono i bambini siriani “prigionieri” della solidarietà pelosa dell’Europa e dell’aiuto interessato della Turchia nei campi profughi al confine col conflitto. Scrive Arcangela Mastromarco nell’invito (vedi sotto le adesioni*) che si rifà a quanto già rivelato dall’organizzazione no profit Business and Human Rights Resource (BHRRC) nel report Syrian refugees in Turkish garment supply chains: “Non possiamo accettare che ai piccoli profughi siriani, schiavi bambini che lavorano fino a 12 ore al giorno, venga rubata l’infanzia, il diritto di andare a scuola, di giocare, disegnare, correre, stare insieme agli amici”. Il rapporto rivela che tra 250 e 400mila siriani lavorano illegalmente e senza diritti in Turchia (tra cui anche bambini) in una condizione che viene sfruttata anche da firme europee più o meno direttamente.

Le iniziativa sono in realtà due: un  incontro alla Camera del Lavoro di Milano (Corso di Porta Vittoria 43) mercoledì 8 giugno, dalle ore 18.00. E un’azione di mailbombing nei confronti dell’ambasciata turca e dei profili sui social con il seguente testo “Fermate immediatamente lo sfruttamento dei bambini profughi siriani nel vostro Paese”
– Ambasciatore a Roma Aydin Adnan Sezgin [email protected]
– Console generale a Milano Hami Aksoy [email protected]
– https://www.facebook.com/ambasciataturchia

*Albatros, Amici del Parco Trotter, Amnesty International, ANPI Crescenzago, Asnada, Associazione Fiorella Ghilardotti, Crinali, Codici, Comitato Genitori della Casa del Sole, Emergency Milano, Fa’ la cosa giusta!, Festival della Letteratura di Milano, Flc CGIL Milano, IBVA-Centro Italiano per Tutti, Insieme Adesso-Educatrici del Comune di Milano per Emergenza profughi, La Grande Fabbrica delle Parole, Libellula-libri per crescere, Mamme a scuola onlus, Mondo Aperto Piacenza, NonUnodiMeno, Orchestra di Via Padova, Progetto Integrazione, Retescuole, Tempo per l’infanzia, Terre di mezzo, Terrenuove, Villapallavicini

Bambini siriani, un’iniziativa a Milano l’8 giugno alla Camera del Lavoro

Si deve all’iniziativa personale di un’insegnante milanese che da anni si occupa di dialogo e integrazione tra i bimbi della scuola, l’invito a fare dell’8 giugno (domani) un giorno simbolico. Non solo  l’ultimo giorno di scuola per gli scolari italiani ma “il primo giorno di liberazione per questi bambini e bambine che hanno già perso tutto nella guerra”. Sono i bambini siriani “prigionieri” della solidarietà pelosa dell’Europa e dell’aiuto interessato della Turchia nei campi profughi al confine col conflitto. Scrive Arcangela Mastromarco nell’invito (vedi sotto le adesioni*) che si rifà a quanto già rivelato dall’organizzazione no profit Business and Human Rights Resource (BHRRC) nel report Syrian refugees in Turkish garment supply chains: “Non possiamo accettare che ai piccoli profughi siriani, schiavi bambini che lavorano fino a 12 ore al giorno, venga rubata l’infanzia, il diritto di andare a scuola, di giocare, disegnare, correre, stare insieme agli amici”. Il rapporto rivela che tra 250 e 400mila siriani lavorano illegalmente e senza diritti in Turchia (tra cui anche bambini) in una condizione che viene sfruttata anche da firme europee più o meno direttamente.

Le iniziativa sono in realtà due: un  incontro alla Camera del Lavoro di Milano (Corso di Porta Vittoria 43) mercoledì 8 giugno, dalle ore 18.00. E un’azione di mailbombing nei confronti dell’ambasciata turca e dei profili sui social con il seguente testo “Fermate immediatamente lo sfruttamento dei bambini profughi siriani nel vostro Paese”
– Ambasciatore a Roma Aydin Adnan Sezgin [email protected]
– Console generale a Milano Hami Aksoy [email protected]
– https://www.facebook.com/ambasciataturchia

*Albatros, Amici del Parco Trotter, Amnesty International, ANPI Crescenzago, Asnada, Associazione Fiorella Ghilardotti, Crinali, Codici, Comitato Genitori della Casa del Sole, Emergency Milano, Fa’ la cosa giusta!, Festival della Letteratura di Milano, Flc CGIL Milano, IBVA-Centro Italiano per Tutti, Insieme Adesso-Educatrici del Comune di Milano per Emergenza profughi, La Grande Fabbrica delle Parole, Libellula-libri per crescere, Mamme a scuola onlus, Mondo Aperto Piacenza, NonUnodiMeno, Orchestra di Via Padova, Progetto Integrazione, Retescuole, Tempo per l’infanzia, Terre di mezzo, Terrenuove, Villapallavicini

Bambini siriani, un’iniziativa a Milano l’8 giugno alla Camera del Lavoro

Si deve all’iniziativa personale di un’insegnante milanese che da anni si occupa di dialogo e integrazione tra i bimbi della scuola, l’invito a fare dell’8 giugno (domani) un giorno simbolico. Non solo  l’ultimo giorno di scuola per gli scolari italiani ma “il primo giorno di liberazione per questi bambini e bambine che hanno già perso tutto nella guerra”. Sono i bambini siriani “prigionieri” della solidarietà pelosa dell’Europa e dell’aiuto interessato della Turchia nei campi profughi al confine col conflitto. Scrive Arcangela Mastromarco nell’invito (vedi sotto le adesioni*) che si rifà a quanto già rivelato dall’organizzazione no profit Business and Human Rights Resource (BHRRC) nel report Syrian refugees in Turkish garment supply chains: “Non possiamo accettare che ai piccoli profughi siriani, schiavi bambini che lavorano fino a 12 ore al giorno, venga rubata l’infanzia, il diritto di andare a scuola, di giocare, disegnare, correre, stare insieme agli amici”. Il rapporto rivela che tra 250 e 400mila siriani lavorano illegalmente e senza diritti in Turchia (tra cui anche bambini) in una condizione che viene sfruttata anche da firme europee più o meno direttamente.

Le iniziativa sono in realtà due: un  incontro alla Camera del Lavoro di Milano (Corso di Porta Vittoria 43) mercoledì 8 giugno, dalle ore 18.00. E un’azione di mailbombing nei confronti dell’ambasciata turca e dei profili sui social con il seguente testo “Fermate immediatamente lo sfruttamento dei bambini profughi siriani nel vostro Paese”
– Ambasciatore a Roma Aydin Adnan Sezgin [email protected]
– Console generale a Milano Hami Aksoy [email protected]
– https://www.facebook.com/ambasciataturchia

*Albatros, Amici del Parco Trotter, Amnesty International, ANPI Crescenzago, Asnada, Associazione Fiorella Ghilardotti, Crinali, Codici, Comitato Genitori della Casa del Sole, Emergency Milano, Fa’ la cosa giusta!, Festival della Letteratura di Milano, Flc CGIL Milano, IBVA-Centro Italiano per Tutti, Insieme Adesso-Educatrici del Comune di Milano per Emergenza profughi, La Grande Fabbrica delle Parole, Libellula-libri per crescere, Mamme a scuola onlus, Mondo Aperto Piacenza, NonUnodiMeno, Orchestra di Via Padova, Progetto Integrazione, Retescuole, Tempo per l’infanzia, Terre di mezzo, Terrenuove, Villapallavicini

Bambini siriani, un’iniziativa a Milano l’8 giugno alla Camera del Lavoro

Si deve all’iniziativa personale di un’insegnante milanese che da anni si occupa di dialogo e integrazione tra i bimbi della scuola, l’invito a fare dell’8 giugno (domani) un giorno simbolico. Non solo  l’ultimo giorno di scuola per gli scolari italiani ma “il primo giorno di liberazione per questi bambini e bambine che hanno già perso tutto nella guerra”. Sono i bambini siriani “prigionieri” della solidarietà pelosa dell’Europa e dell’aiuto interessato della Turchia nei campi profughi al confine col conflitto. Scrive Arcangela Mastromarco nell’invito (vedi sotto le adesioni*) che si rifà a quanto già rivelato dall’organizzazione no profit Business and Human Rights Resource (BHRRC) nel report Syrian refugees in Turkish garment supply chains: “Non possiamo accettare che ai piccoli profughi siriani, schiavi bambini che lavorano fino a 12 ore al giorno, venga rubata l’infanzia, il diritto di andare a scuola, di giocare, disegnare, correre, stare insieme agli amici”. Il rapporto rivela che tra 250 e 400mila siriani lavorano illegalmente e senza diritti in Turchia (tra cui anche bambini) in una condizione che viene sfruttata anche da firme europee più o meno direttamente.

Le iniziativa sono in realtà due: un  incontro alla Camera del Lavoro di Milano (Corso di Porta Vittoria 43) mercoledì 8 giugno, dalle ore 18.00. E un’azione di mailbombing nei confronti dell’ambasciata turca e dei profili sui social con il seguente testo “Fermate immediatamente lo sfruttamento dei bambini profughi siriani nel vostro Paese”
– Ambasciatore a Roma Aydin Adnan Sezgin [email protected]
– Console generale a Milano Hami Aksoy [email protected]
– https://www.facebook.com/ambasciataturchia

*Albatros, Amici del Parco Trotter, Amnesty International, ANPI Crescenzago, Asnada, Associazione Fiorella Ghilardotti, Crinali, Codici, Comitato Genitori della Casa del Sole, Emergency Milano, Fa’ la cosa giusta!, Festival della Letteratura di Milano, Flc CGIL Milano, IBVA-Centro Italiano per Tutti, Insieme Adesso-Educatrici del Comune di Milano per Emergenza profughi, La Grande Fabbrica delle Parole, Libellula-libri per crescere, Mamme a scuola onlus, Mondo Aperto Piacenza, NonUnodiMeno, Orchestra di Via Padova, Progetto Integrazione, Retescuole, Tempo per l’infanzia, Terre di mezzo, Terrenuove, Villapallavicini

La letteratura araba è una contro-narrazione

Da quando il fenomeno dell’ISIS è esploso mediaticamente, andare in libreria è diventata una vera e propria tortura per me. Scaffali ed espositori infatti traboccano di libri sul cosiddetto gruppo Stato islamico e sul terrorismo internazionale di matrice jihadista. Il rigurgito di titoli sull’ISIS si è ovviamente accentuato in occasione degli attentati di Parigi dello … Continua a leggere La letteratura araba è una contro-narrazione

La letteratura araba è una contro-narrazione

Da quando il fenomeno dell’ISIS è esploso mediaticamente, andare in libreria è diventata una vera e propria tortura per me. Scaffali ed espositori infatti traboccano di libri sul cosiddetto gruppo Stato islamico e sul terrorismo internazionale di matrice jihadista. Il rigurgito di titoli sull’ISIS si è ovviamente accentuato in occasione degli attentati di Parigi dello … Continua a leggere La letteratura araba è una contro-narrazione

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Da quando il fenomeno dell’ISIS è esploso mediaticamente, andare in libreria è diventata una vera e propria tortura per me. Scaffali ed espositori infatti traboccano di libri sul cosiddetto gruppo Stato islamico e sul terrorismo internazionale di matrice jihadista. Il rigurgito di titoli sull’ISIS si è ovviamente accentuato in occasione degli attentati di Parigi dello … Continua a leggere La letteratura araba è una contro-narrazione