Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
Lo abbiamo presentato recentemente a Roma alla presenza dell’autore: oggi pubblichiamo la prefazione de “L’Occupazione israeliana”, il libro di Neve Gordon appena uscito in versione italiana, curato da Enrico Bartolomei e Giulia Daniele.
Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.
Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.
Liberata ad agosto 2011, la capitale libica ha conosciuto un periodo di grazia che è stato dimenticato velocemente. Le speranze di aprire una nuova pagina della storia della Libia erano forti, ma sono state rapidamente tradite e la logica delle milizie ha preso il sopravvento sulla logica della politica.
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On Friday, March the 25th, the #overthefortress march will set sail from…
Repressione delle opposizioni, giornalisti in carcere, restrizioni alla libertà di stampa, sparizioni forzate di studenti e giovani: quello di al-Sisi è un regime che si è instaurato contando anche sull’appoggio di un’istituzione fondamentale: la magistratura.
Repressione delle opposizioni, giornalisti in carcere, restrizioni alla libertà di stampa, sparizioni forzate di studenti e giovani: quello di al-Sisi è un regime che si è instaurato contando anche sull’appoggio di un’istituzione fondamentale: la magistratura.
Repressione delle opposizioni, giornalisti in carcere, restrizioni alla libertà di stampa, sparizioni forzate di studenti e giovani: quello di al-Sisi è un regime che si è instaurato contando anche sull’appogio di un’istituzione fondamentale: la magistratura.
Nell’ultima riunione della Lega Araba i paesi sunniti hanno definito “terroristica” la natura di Hezbollah, inserendo il movimento libanese all’interno delle proprie black-list. Una nuova mossa della partita a scacchi in cui si affrontano da un millennio i due blocchi del mondo islamico.
“Senza violenza, senza conflitti, senza guerra tra comunità e religioni. Siamo qui perché vogliamo ricostruire l’Iraq, e lo vogliamo fare su basi diverse”. A Baghdad, su impulso di Moqtada al-Sadr, si continua a chiedere al governo di attuare riforme contro la corruzione.
Quattro settimane e oltre 300 proteste nonviolente in tutto il paese: i siriani tornano in piazza per chiedere libertà, dignità, democrazia. Come nel 2011.
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Bandiera tibetana utilizzata dall’esilio |
Nel marzo del 2008 è tutto pronto. A Lhasa, capitale del Tibet, nei piccoli
villaggi sparsi sul Tetto del Mondo, in Nepal dove vivono migliaia di esuli tibetani e a Dharamsala, la città dell’India settentrionale dove, dal 1959, vive il Dalai Lama e ha sede il governo tibetano in esilio. Nel marzo del 2008, tutto è pronto proprio per ricordare quel 1959 che ha segnato la fine dell’indipendenza tibetana. Tutto è pronto per ricordare il dramma di chi si è opposto all’occupazione militare della Cina che ha occupato la regione nel 1950 e che, nel giro di due settimane, chiuderà definitivamente il caso Tibet, sciogliendone il governo e assumendo il totale controllo di quella che ormai si appresta a diventare Cina a tutti gli effetti. Il suo territorio viene frazionato dai cinesi tra le province del Qinghai, del Gansu, del Sichuan e dello Yunnan mentre ciò che resta diventa nel 1964 la Regione Autonoma del Tibet, una provincia della Cina a statuto speciale. Nel 2008 però c’è ancora chi non vuole dimenticare: chi è pronto persino a una marcia su Lhasa. E’ un gruppo di monaci che parte da Dharamsala e che conta di arrivare nella capitale tibetana nel momento in cui a Pechino cominceranno le Olimpiadi. L’occasione è ghiotta. Gli occhi del mondo sono puntati su Pechino. E’ il momento di ricordare cosa è successo nel marzo del 1959, in quelle due settimane maledette tra il 17 e il 28, quando la Cina si è mangiata il Tibet e il Dalai Lama è dovuto fuggire in India…
Ai microfoni di Radio3 il 25 marzo alle 14 per Wikiradio (Radio3) ricordo quelle due settimane e la fine dell’indipendenza tibetana
Di Moataz Bellah Abdel-Fattah, Daily News Egypt (23/03/2016) Traduzione e sintesi dii Chiara Cartia In Europa, quando viene sferrato un attacco terroristico, la colpa ricade immediatamente sui musulmani, ancor prima che siano state svolte indagini. Come ho già scritto: “Pagano il prezzo dei nostri errori politici”. La mia prima considerazione è che l’albero del terrorismo […]
L’articolo Bruxelles paga il prezzo degli errori politici sembra essere il primo su Arabpress.
Incontro con Ala Ali, ricercatrice curdo-irachena esperta di peacebuilding e questioni di genere. Che racconta l’Iraq di oggi e quello di ieri. Nei suoi ricordi, e in qualche fotografia.
Asharq al-Awsat – giornale saudita Il terrorismo paralizza Bruxelles L’autorità saudita condanna gli attentati – 3 attacchi rivendicati da Daesh diffondono morte e distruzione – Gli ordigni esplosivi contenevano chiodi e materiali chimici Al-Quds al-Arabi – giornale panarabo Il terrorismo colpisce “la capitale d’Europa”, 35 morti e oltre 200 i feriti Rafforzate le misure di sicurezza in […]
L’articolo Attentati di Bruxelles nelle prime pagine dei giornali arabi sembra essere il primo su Arabpress.
Opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (20/03/2016). Traduzione e sintesi di Laura Giacobbo. Continua il disaccordo emerso tra le Nazioni Unite e il regno del Marocco. Il segretario generale Ban Ki-moon, in visita ai campi profughi di Tindouf, in Algeria, ha incontrato il leader del Fronte Polisario e durante tale visita avrebbe usato il termine “occupazione” […]
L’articolo Qual è il segreto del disaccordo tra il Marocco e Ban Ki-moon? sembra essere il primo su Arabpress.
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