Giorno: 9 febbraio 2016

La lotta contro la corruzione nei Paesi della primavera araba

Di Noureddine Miladi. Middle East Monitor (08/02/2016). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. Una delle richieste fondamentali che nel 2011 aveva spinto la gente a scendere in piazza nei Paesi della primavera araba era quella di sradicare la corruzione. Si auspicava che, in quella parte del mondo, si sarebbe tentato seriamente di fermare ogni forma […]

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Marocco: Ali Anouzla in attesa di verdetto per “offesa all’integrità territoriale”

(Agenzie). Si tiene oggi il processo contro il giornalista marocchino Ali Anouzla, accusato di “offesa all’integrità nazionale” per aver usato l’espressione “Sahara occupato” in un’intervista al quotidiano tedesco Bild. Da parte sua, Anouzla ha negato di aver pronunciato tale espressione e ha attribuito il malinteso a un errore di traduzione del giornalista tedesco. In attesa del […]

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Marocco: tentativo di riforma degli insegnamenti islamici

Di Abdulrahman al-Rashed. Al-Arabiya (08/02/2016). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. Il Marocco riuscirà a risolvere i difetti del sistema educativo o fallirà proprio come gli altri paesi che ci hanno provato? Provare a riassumere l’estremismo in una sola parola o motivazione alla fine poterebbe solo a una vasta generalizzazione. Ma la ragione principale che lo […]

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Afghanistan, la pace difficile: il quarto passo della Quadrilaterale

Si chiama Quadrilateral Coordination Committee ed  è un organismo composto da afgani, pachistani, statunitensi  e cinesi. Lo scopo della Quadrilaterale  è scrivere l’agenda di un possibile negoziato di pace e di fissare una data per colloqui ufficiali con la guerriglia in turbante. Ci sono già stati tre incontri alternati in Afghanistan e Pakistan: il prossimo è fissato  per il 19 febbraio a Kabul. Secondo gli auspici più ottimisti, per la fine di febbraio dovrebbe saltar fuori una data ufficiale del negoziato. Detta così, la cosa appare abbastanza surreale anche se c’è un evidente aspetto positivo: il cane (Islamabad) e il gatto (Kabul) si parlano e sembrano farlo sul serio. Americani e cinesi spingono e hanno costruito il quadro di reciproca fiducia che ha permesso ai due Paesi di sedersi nuovamente allo stesso  tavolo. Gli interessi infine sembrano per la prima volta gli stessi: anche il Pakistan ha un problema coi talebani (pachistani, il Ttp) e Kabul ha ripagato Islamabad della stesa moneta, dando ospitalità ai talebani pachistani sul suo territorio e obbligando così i pachistani a venire a patti: i pachistani aiuteranno Kabul facendo pressione sui talebani afgani (nei loro santuari sicuri in Pakistan) e Kabul smetterà di chiudere un occhio sui suoi ospiti stranieri in fuga dall’Operazione  Zarb e Azb (come il leader talebano pachistano mullah Fazlullah che si sarebbe rifugiato nelle province orientali afgane). Fin qui tutto bene.

Il fatto è che i talebani, sia afgani sia pachistani, non hanno nessuna intenzione di negoziare. Come spiega bene un analista afgano, l’Afghanistan è  più che mai al centro di un nuovo Grande Gioco dove ogni attore (esterno) appoggia e finanzia i “suoi” talebani. Questi ultimi, anche quelli della shura di Quetta (di quel mullah Mansur che non sarebbe sordo alle pressioni pachistane) non fanno che preparare attentati e colpire la popolazione civile in un quadro che non  è certo quello che può preparare un negoziato. Senza una tregua, senza una posizione chiara di Mansur (che finora rinnega ogni trattativa opponendo una serie di richieste inaccettabili) tutto appare molto in forse. La Quadrilaterale  è orientata a parlare coi talebani “buoni” e fare il muso duro con i “cattivi”. Ma non è chiaro che siano i primi e chi i secondo, Si dice che Islamabad abbia una lista che per ora però non si  vista. Converrà ricordare che il braccio destro di Mansur (buono?) è un Haqqani (cattivo!) e che la stessa leadership di Mansur viene contestata all’interno del movimento.

Anche la Quadrilaterale ha poi un neo piuttosto vistoso e non ha torto l’ex presidente Karzai quando dice che una trattativa ha bisogno di altri comprimari: la Russia, l’ran e l’India. Per parte mia ci aggiungerei l’Arabia saudita, sparita dall’orizzonte ma che è difficile immaginare si stia disinteressando del caso (il famoso ufficio politico dei talebani si trova per altro in Qatar, un Paese del Golfo). Per ora la montagna sembra partorire l’ennesimo topolino. vediamo cosa succederà da qui a dieci giorni. Anche se per ora di segnali positivi se ne vedono pochi.

Scrittori arabi e rivoluzioni, cinque anni dopo

L’ultimo numero di Internazionale deve il suo titolo “L’inverno arabo” all’articolo pubblicato all’interno, che racchiude le riflessioni di sette scrittori arabi a cinque anni dalle rivoluzioni arabe del 2011.  I sette autori sono: il blogger e attivista egiziano Alaa Abdel-Fattah, in carcere in Egitto da circa un anno; Nouri Gana, autore tunisino che vive in … Continua a leggere Scrittori arabi e rivoluzioni, cinque anni dopo