Giorno: 22 gennaio 2016

La mia prima spesa in arabo, تَسَوُّق tasawwuq

  Dopo un mesetto di esercitazioni nell’ascolto, nella pronuncia e nella scrittura, ho provato a fare la spesa (تَسَوَّقَ ‎  tasawwaqa). Dalla mia prima spesa (تَسَوُّق ‎  tasawwuq) ho portato a casa frutta fresca e qualche conoscenza in più sull’arabo e sulle influenze e i “passaggi” fra diverse lingue e culture.   برتقال, burtuqāl  e  […]

Siria, Iraq: 22.000 jihadisti uccisi dalla coalizione anti-Daesh

(Agenzie). Sarebbero circa 22 mila i jihadisti uccisi in Siria e Iraq dall’estate 2014 dall’inizio dei raid della coalizione internazionale contro Daesh. Tra questi, un migliaio sarebbe stato colpito dall’esercito francese. Lo ha dichiarato giovedì il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian a France24, sottolineando che si tratta di un bilancio approssimativo. Secondo Le […]

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Siria, Iraq: 22.000 jihadisti uccisi dalla coalizione anti-Daesh

(Agenzie). Sarebbero circa 22 mila i jihadisti uccisi in Siria e Iraq dall’estate 2014 dall’inizio dei raid della coalizione internazionale contro Daesh. Tra questi, un migliaio sarebbe stato colpito dall’esercito francese. Lo ha dichiarato giovedì il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian a France24, sottolineando che si tratta di un bilancio approssimativo. Secondo Le […]

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Libano: Geagea affretta il ritiro di Hezbollah

Di Zouheir Kseibati. Al-Hayat (20/01/2016). Traduzione e sintesi di Carlotta Castoldi. Dopo dieci anni della nascita dell’alleanza tra Hezbollah e il Movimento Patriottico Libero capeggiato dal generale Michel Aoun, è nata un’alleanza tra quest’ultimo e il leader del partito Forze Libanesi, Samir Geagea, tramite la sua recente nomina dell’ex rivale alla presidenza della Repubblica. E se […]

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Libano: Geagea affretta il ritiro di Hezbollah

Di Zouheir Kseibati. Al-Hayat (20/01/2016). Traduzione e sintesi di Carlotta Castoldi. Dopo dieci anni della nascita dell’alleanza tra Hezbollah e il Movimento Patriottico Libero capeggiato dal generale Michel Aoun, è nata un’alleanza tra quest’ultimo e il leader del partito Forze Libanesi, Samir Geagea, tramite la sua recente nomina dell’ex rivale alla presidenza della Repubblica. E se […]

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Marocco: arrestati 3 presunti terroristi di Daesh

(Bladi.net). Tre presunti terroristi affiliati a Daesh sono stati arrestati a Tangeri. Lo ha annunciato il ministero degli Interni in un comunicato. I tre individui, fermati tra il 17 e il 18 febbraio scorso, stavano pianificando di attaccare alcune persone con dei coltelli. Si sospetta anche che stessero progettando delle rapine per finanziarsi il viaggio […]

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Marocco: arrestati 3 presunti terroristi di Daesh

(Bladi.net). Tre presunti terroristi affiliati a Daesh sono stati arrestati a Tangeri. Lo ha annunciato il ministero degli Interni in un comunicato. I tre individui, fermati tra il 17 e il 18 febbraio scorso, stavano pianificando di attaccare alcune persone con dei coltelli. Si sospetta anche che stessero progettando delle rapine per finanziarsi il viaggio […]

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Cucina afghana: kabuli pulao

Chiamato anche qabuli palao o palaw, questo piatto è considerato la specialità nazionale dell’Afghanistan ed è preparato in occasioni molto speciali: scopriamo come preparare il kabuli pulao! Ingredienti: 500g di riso basmati 130ml di olio d’oliva 1kg di carne di agnello o manzo 2 cipolle 3 spicchi d’aglio 1 stecca di cannella 8 bacche di coriandolo 2 cucchiaini di […]

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Marocco: a Rabat una veglia per Leila Alaoui

(Agenzie). Nella serata di oggi, venerdì 22 gennaio, si terrà a Rabat, di fronte alla sede del parlamento, una veglia in memoria di Leila Alaoui, la fotografa franco-marocchina morta lo scorso lunedì a seguito delle ferite riportate durante l’attentato di Ouagadougou. “Noi – la comunità di Rabat, del Marocco e del mondo intero – vogliamo mostrare […]

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Consiglio di lettura: “Frankenstein a Baghdad” di Ahmed Saadawi

Quanti di voi hanno letto il meraviglioso romanzo di Mary Schelley “Frankenstein”? Non parlo di chi è familiare con la storia, grosso modo la conosciamo tutti, ma proprio chi ha letto quel libro. Io, quando lo lessi, lo trovai illuminante. Lo spessore psicologico del mostro mi sorprese, gli effetti che la cattiveria della società ebbero […]

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Yemen: scomparso giornalista di Al-Jazeera

(Agenzie). Un reporter della televisione panaraba Al-Jazeera è scomparso in Yemen e si ritiene sia stato rapito. Lo riferisce la stessa Al-Jazeera. Hamdi al Bokari è stato visto l’ultima volta lunedì sera a Taiz, nel sud-ovest del Paese, città in sommossa a causa dei combattimenti tra i ribelli sciiti Houthi e forze locali fedeli al governo del […]

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Libia: pressioni per l’approvazione del nuovo governo

Di Ali Sheib. Al-Hayat  (20/01/2016). Traduzione e sintesi di Paola Conti. È stata annunciata a Tunisi la formazione del nuovo governo di unità nazionale libico in virtù dell’accordo firmato il mese scorso, sotto l’egida della Nazioni Unite. Tale nuovo governo deve ora ottenere la fiducia della Camera dei rappresentanti di Tobruk (il parlamento di Tobruk) . […]

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I media nel mirino

L’autobus distrutto dall’auto bomba (foto da ToloNews)

Ricoverati all’ospedale di Emergency a Kabul, la maggior parte dei feriti dell’attacco di mercoledi sera nella capitale cerca di uscire dall’incubo di una giornata che la Federazione afgana dei giornalisti (Ajf) ha definito il “Mercoledi nero” della storia dei media locali. Era già buio quando un’auto piena di esplosivo ha colpito un autobus privato con a bordo oltre trenta persone che provenivano dal centro di produzione Kaboora Production, un gruppo collegato a Tolo Tv, la più nota emittente afgana, ma che lavora anche per altri media. L’obiettivo era però però proprio Tolo Tv, non importa se giornalisti, autisti, membri dello staff. L’esplosione ha ucciso sette perone e ne ha ferite 26, alcune delle quali sono ancora in gravi condizioni. Considerato dai giornalisti afgani un crimine contro l’umanità, l’attentato dei talebani voleva punire un’emittente che – spiegava ieri il comunicato ufficiale sul sito della guerriglia in turbante – «…è la più grande rete del Paese e promuove oscenità, laicità, cultura straniera e nudità. L’Emirato islamico – prosegue la nota con un distinguo che, più che rassicurare, diventa pura intimidazione – vuole chiarire che l’attacco a Tolo non era diretto ai media, ma a una rete di intelligence avversa alla nostra unità nazionale e ai nostri valori religiosi e nazionali».

La condanna, nazionale e internazionale, da Human Rights Watch alla missione dell’Onu a Kabul (Unama) alle organizzazioni di giornalisti, non si fa attendere mentre i talebani alzano il tiro con quello che è un attentato senza precedenti nella storia del Paese: singoli individui sono stati presi di mira, rapiti, intimiditi e anche uccisi. Ma questa è una strage che indica un salto di qualità preoccupante. Che non convince però nemmeno gli ulema e diversi teologi prendono posizione definendo «sacra» la professione del giornalista e l’attentato un «crimine contro l’umanità e contro l’islam». Il governo, non in grado di garantire la sicurezza, assicura almeno la sua solidarietà e rivela che le indagini dimostrano come la quantità di esplosivo utilizzata fosse enorme: per produrre il più alto numero di vittime. Questi i nomi dei giornalisti uccisi: Mohammad Jawad Hussaini, Zainab Mirzaee, Mehri Azizi, Mariam Ibrahimi, Mohammad Hussain, Mohammad Ali Mohammadi, Hussain Amiri.

Intanto, faticosamente, si cerca di mettere in piedi un processo negoziale coi talebani che gli attentati non aiutano. Si sono già svolte due riunioni “quadrilaterali” con Pakistan, Afghanistan, Cina e Stati Uniti e ieri il pachistano Nawaz Sharif e l’afgano Ashraf Ghani hanno incontrato in “trilaterale” il vicepresidente americano Joe Biden a Davos per dar forza all’iniziativa. Per ora cosparsa di sangue

I media nel mirino

L’autobus distrutto dall’auto bomba (foto da ToloNews)

Ricoverati all’ospedale di Emergency a Kabul, la maggior parte dei feriti dell’attacco di mercoledi sera nella capitale cerca di uscire dall’incubo di una giornata che la Federazione afgana dei giornalisti (Ajf) ha definito il “Mercoledi nero” della storia dei media locali. Era già buio quando un’auto piena di esplosivo ha colpito un autobus privato con a bordo oltre trenta persone che provenivano dal centro di produzione Kaboora Production, un gruppo collegato a Tolo Tv, la più nota emittente afgana, ma che lavora anche per altri media. L’obiettivo era però però proprio Tolo Tv, non importa se giornalisti, autisti, membri dello staff. L’esplosione ha ucciso sette perone e ne ha ferite 26, alcune delle quali sono ancora in gravi condizioni. Considerato dai giornalisti afgani un crimine contro l’umanità, l’attentato dei talebani voleva punire un’emittente che – spiegava ieri il comunicato ufficiale sul sito della guerriglia in turbante – «…è la più grande rete del Paese e promuove oscenità, laicità, cultura straniera e nudità. L’Emirato islamico – prosegue la nota con un distinguo che, più che rassicurare, diventa pura intimidazione – vuole chiarire che l’attacco a Tolo non era diretto ai media, ma a una rete di intelligence avversa alla nostra unità nazionale e ai nostri valori religiosi e nazionali».

La condanna, nazionale e internazionale, da Human Rights Watch alla missione dell’Onu a Kabul (Unama) alle organizzazioni di giornalisti, non si fa attendere mentre i talebani alzano il tiro con quello che è un attentato senza precedenti nella storia del Paese: singoli individui sono stati presi di mira, rapiti, intimiditi e anche uccisi. Ma questa è una strage che indica un salto di qualità preoccupante. Che non convince però nemmeno gli ulema e diversi teologi prendono posizione definendo «sacra» la professione del giornalista e l’attentato un «crimine contro l’umanità e contro l’islam». Il governo, non in grado di garantire la sicurezza, assicura almeno la sua solidarietà e rivela che le indagini dimostrano come la quantità di esplosivo utilizzata fosse enorme: per produrre il più alto numero di vittime. Questi i nomi dei giornalisti uccisi: Mohammad Jawad Hussaini, Zainab Mirzaee, Mehri Azizi, Mariam Ibrahimi, Mohammad Hussain, Mohammad Ali Mohammadi, Hussain Amiri.

Intanto, faticosamente, si cerca di mettere in piedi un processo negoziale coi talebani che gli attentati non aiutano. Si sono già svolte due riunioni “quadrilaterali” con Pakistan, Afghanistan, Cina e Stati Uniti e ieri il pachistano Nawaz Sharif e l’afgano Ashraf Ghani hanno incontrato in “trilaterale” il vicepresidente americano Joe Biden a Davos per dar forza all’iniziativa. Per ora cosparsa di sangue