Giorno: 11 gennaio 2016

Casa, بيت bayt دار dār منزل manzil

Tre parole per casa بيت bayt (n.m.), بُيُوت ‎  buyūt / بُيُوتَات ‎  buyūtāt (pl.): casa, edificio; stanza, appartamento دار dār (n.f.), دُور ‎  dūr / دِيَار ‎  diyār / دِيَارَات ‎  diyārāt / دِيَرَة ‎  diyara (‎pl.): casa; edificio منزل manzil (n.m.), ‎ مَنَازِل ‎  manāzil (pl.): casa, dimora, abitazione   Questi tre sinonimi […]

The Syrian Revolution and the Project of Autonomy

Originally posted on P U L S E:
By Stephen Hastings-King Note: This is a revised version of a presentation I made at Hamisch, the Syrian Cultural House in Istanbul, on October 16, 2015. I would like to thank the comrades of Hamisch for their hospitality and for the chance to make something new. Then as now,…

Yemen: l’accusa di HRW ai ribelli Houthi

(Agenzie). Human Rights Watch, l’Osservatorio per i Diritti Umani, domenica ha accusato i ribelli Houthi della detenzione arbitraria di decine di opponenti nella capitale yemenita Sanaa, che governano da oltre 15 mesi. Secondo l’HRW, i ribelli sciiti, sostenuti dall’Iran, hanno arrestato 35 persone tra Agosto 2014 e ottobre 2015, 27 dei quali ancora in custodia. […]

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Aggressioni e molestie sessuali in Europa: come se Daesh non bastasse

L’opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (08/01/2016). Traduzione e sintesi di Sofia Carola Sammartano. La polizia ha comunicato che, in numerosi paesi europei, sono state ricevute decine di denunce per aggressioni di molestie sessuali, casi di stupro e furti alle donne durante i festeggiamenti di Capodanno. Altre fonti hanno segnalato che alcuni degli accusati sono richiedenti asilo […]

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Il Libano partecipa al conflitto regionale senza curarsi della sicurezza

Di Denise Atallah Haddad. As-Safir (09/01/2016). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi. Il timore che il conflitto teso fra Arabia Saudita e Iran abbia ripercussioni si riflette sul Libano: il paese infatti vive da più di dieci anni in uno stato ambiguo di guerra e pace ed attende con ansia il trionfo di una delle due. […]

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Libia: attacchi aerei vicino Sirte

(Al-Arabiya). Un aereo non identificato ha attaccato un convoglio di Daesh nei pressi di Sirte, in Libia. La città di Sirte è da mesi sotto il controllo del gruppo terroristico che la usa come base per cercare di espandersi nel Paese. Un portavoce della Guardia dei servizi petroliferi, Ali al-Hassi, ha detto che domenica tre […]

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Israele: prigioniero in sciopero della fame in gravi condizioni

(Agenzie). Fonti palestinesi hanno annunciato che le condizioni del giornalista in sciopero della fame detenuto in Israele stanno peggiorando. Il ministro dei prigionieri palestinese, Issa Qaraqe ha dichiarato lunedì che Mohammed al-Qeq, al suo 48° giorno di digiuno, è in condizioni critiche. Il giornalista 33enne è stato arrestato il 21 novembre 2015 e sta scontando una […]

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Iraq: curdi annunciano costruzione trincea attorno a regione autonoma

(Elaph). Ha suscitato non poca rabbia a Baghdad l’annuncio da parte curda della costruzione di una trincea lungo il confine della Regione autonoma del Kurdistan, notizia che aumenta i già esistenti timori di una divisione dell’Iraq. Fonti irachene hanno riferito che la costruzione della trincea è mirata a delimitare le frontiere della regione curda non […]

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USA: Casa Bianca invita rifugiato siriano al Congresso

(Agenzie). Il presidente statunitense Barack Obama ha invitato Refaai Hamo, un rifugiato siriano, a sedere al suo fianco durante il Discorso sullo Stato dell’Unione presso il Congresso americano, che si terrà domani a Washington. Il gesto altamente simbolico di invitare Hamo, 55enne che ha lasciato la Siria nel 2013 dopo la morte dei suoi famigliari, è […]

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Intervista a Amara Lakhous

[Ho realizzato questa intervista ad Amara molti anni fa, subito dopo averlo conosicuto e aver letto il suo “Le cimici e il pirata”, recentemente ripubblicato con un titolo diverso. La ripropongo perché mi pare molto attuale. L’intervista è stata pubblicata … Continua a leggere

Intervista a Amara Lakhous
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Intervista a Amara Lakhous

[Ho realizzato questa intervista ad Amara molti anni fa, subito dopo averlo conosicuto e aver letto il suo “Le cimici e il pirata”, recentemente ripubblicato con un titolo diverso. La ripropongo perché mi pare molto attuale. L’intervista è stata pubblicata … Continua a leggere

Intervista a Amara Lakhous
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

A Oriente del Califfo: Daesh e il Paese dei Thai /2

Benvenuti in Thailandia: un’immagine
di serenità offerta dalla compagnia di bandiera

Agli inizi del dicembre scorso i giornali tailandesi hanno reso pubblico un memo che risaliva al 27 novembre con cui l’anti terrorismo avvisava i comandi di polizia che, secondo l’intelligence di Mosca (Fsb), tra la metà e la fine di ottobre alcuni militanti siriani erano entrati in Thailandia allo scopo di attaccare turisti russi. La polizia non deve aver preso molto alla lettera le informazioni del Fsb o perlomeno, come ha poi spiegato pubblicamente, non era in grado di confermare la minaccia. Eppure il Fsb era stato molto preciso: si trattava di una decina di uomini che viaggiavano separatamente. Due si erano diretti a Bangkok, due a Phuket, altri due verso una destinazione sconosciuta e altri quattro a Pattaya, con Puket una delle più note località turistiche del Paese. Le presenze russe in Thailandia superano largamente il milione di turisti l’anno. Nel 2013 ne son venuti un milione e mezzo.

Per ora non è successo nulla ai visitatori russi e anche l’attentato che in agosto ha ucciso a Bangkok una ventina di persone – in un tempietto nel centro della capitale frequentato dai turisti – non sarebbe stato organizzato da islamisti ma da musulmani uiguri (della regione occidentale cinese dove è forte un movimento separatista) che però non sarebbero legati a movimenti politici ma al traffico di persone. Già dalle prime ore la polizia aveva escluso la pista islamica ma non è chiaro se ciò non risponda più al desiderio di tenere bassa l’attenzione che non alla realtà dei fatti. Sono troppo vicine le ferite di una guerra con la minoranza musulmana che abita le province del Sud, anche se ormai è passato qualche anno da una stagione violentissima di attentati, assalti e durissima repressione, pur se la tensione resta elevata. Per Bangkok il movimento islamico autonomista del Sud rimane un pericolo ed è abbastanza chiaro il timore che quella regione possa essere un possibile bacino di reclutamenti e nuovi problemi.

Satun, Songkhla Yala, Pattani e Narathiwat, le cinque province dove
 vive una minoranza musulmana per lo più
 di origine malese: circa il 5 % dei 68 milioni di tailandesi 

La storia è vecchia, anzi antica. Nel Sud della Thailandia ci sono cinque province (Satun, Songkhla Yala, Pattani e Narathiwat) dove vive una minoranza musulmana per lo più di origine malese, circa il 5 % dei 68 milioni di tailandesi per l’80% thai e per il 95% buddisti. Yala, Pattani e Narathiwat – aree, che con altre oggi sotto la Malaysia, formavano il sultanato semi indipendente di Pattani dal 1909 definitivamente tailandese – sono le più turbolente: lì sono nati i primi movimenti indipendentisti nella seconda metà del Novecento anche se si deve arrivare al 2001 per vedere un risveglio recente del separatismo. Con azioni cui il governo nel 2005 (e dopo una durissima repressione) ha risposto con la legge marziale e i pieni poteri nel 2006 all’esercito. Alternando bastone a carota, Bangkok ha ricompensato nel 2012 i familiari delle vittime di un’ondata di violenze che, benché non abbia più visto azioni eclatanti, non è affatto diminuita. Il Bangkok Post, nel 2012, ha reso note le stime delle vittime di quasi dieci anni di guerra: otre 5.200 morti e quasi 9mila feriti. Tra i decessi: 4.215 civili, 351 soldati, 280 poliziotti, sette monaci e 242 “sospetti insorgenti”. Una guerra che potrebbe piacere a Daesh.

La prima puntata è  uscita ieri

A Oriente del Califfo: Daesh e il Paese dei Thai /2

Benvenuti in Thailandia: un’immagine
di serenità offerta dalla compagnia di bandiera

Agli inizi del dicembre scorso i giornali tailandesi hanno reso pubblico un memo che risaliva al 27 novembre con cui l’anti terrorismo avvisava i comandi di polizia che, secondo l’intelligence di Mosca (Fsb), tra la metà e la fine di ottobre alcuni militanti siriani erano entrati in Thailandia allo scopo di attaccare turisti russi. La polizia non deve aver preso molto alla lettera le informazioni del Fsb o perlomeno, come ha poi spiegato pubblicamente, non era in grado di confermare la minaccia. Eppure il Fsb era stato molto preciso: si trattava di una decina di uomini che viaggiavano separatamente. Due si erano diretti a Bangkok, due a Phuket, altri due verso una destinazione sconosciuta e altri quattro a Pattaya, con Puket una delle più note località turistiche del Paese. Le presenze russe in Thailandia superano largamente il milione di turisti l’anno. Nel 2013 ne son venuti un milione e mezzo.

Per ora non è successo nulla ai visitatori russi e anche l’attentato che in agosto ha ucciso a Bangkok una ventina di persone – in un tempietto nel centro della capitale frequentato dai turisti – non sarebbe stato organizzato da islamisti ma da musulmani uiguri (della regione occidentale cinese dove è forte un movimento separatista) che però non sarebbero legati a movimenti politici ma al traffico di persone. Già dalle prime ore la polizia aveva escluso la pista islamica ma non è chiaro se ciò non risponda più al desiderio di tenere bassa l’attenzione che non alla realtà dei fatti. Sono troppo vicine le ferite di una guerra con la minoranza musulmana che abita le province del Sud, anche se ormai è passato qualche anno da una stagione violentissima di attentati, assalti e durissima repressione, pur se la tensione resta elevata. Per Bangkok il movimento islamico autonomista del Sud rimane un pericolo ed è abbastanza chiaro il timore che quella regione possa essere un possibile bacino di reclutamenti e nuovi problemi.

Satun, Songkhla Yala, Pattani e Narathiwat, le cinque province dove
 vive una minoranza musulmana per lo più
 di origine malese: circa il 5 % dei 68 milioni di tailandesi 

La storia è vecchia, anzi antica. Nel Sud della Thailandia ci sono cinque province (Satun, Songkhla Yala, Pattani e Narathiwat) dove vive una minoranza musulmana per lo più di origine malese, circa il 5 % dei 68 milioni di tailandesi per l’80% thai e per il 95% buddisti. Yala, Pattani e Narathiwat – aree, che con altre oggi sotto la Malaysia, formavano il sultanato semi indipendente di Pattani dal 1909 definitivamente tailandese – sono le più turbolente: lì sono nati i primi movimenti indipendentisti nella seconda metà del Novecento anche se si deve arrivare al 2001 per vedere un risveglio recente del separatismo. Con azioni cui il governo nel 2005 (e dopo una durissima repressione) ha risposto con la legge marziale e i pieni poteri nel 2006 all’esercito. Alternando bastone a carota, Bangkok ha ricompensato nel 2012 i familiari delle vittime di un’ondata di violenze che, benché non abbia più visto azioni eclatanti, non è affatto diminuita. Il Bangkok Post, nel 2012, ha reso note le stime delle vittime di quasi dieci anni di guerra: otre 5.200 morti e quasi 9mila feriti. Tra i decessi: 4.215 civili, 351 soldati, 280 poliziotti, sette monaci e 242 “sospetti insorgenti”. Una guerra che potrebbe piacere a Daesh.

La prima puntata è  uscita ieri

A Oriente del Califfo: Daesh e il Paese dei Thai /2

Benvenuti in Thailandia: un’immagine
di serenità offerta dalla compagnia di bandiera

Agli inizi del dicembre scorso i giornali tailandesi hanno reso pubblico un memo che risaliva al 27 novembre con cui l’anti terrorismo avvisava i comandi di polizia che, secondo l’intelligence di Mosca (Fsb), tra la metà e la fine di ottobre alcuni militanti siriani erano entrati in Thailandia allo scopo di attaccare turisti russi. La polizia non deve aver preso molto alla lettera le informazioni del Fsb o perlomeno, come ha poi spiegato pubblicamente, non era in grado di confermare la minaccia. Eppure il Fsb era stato molto preciso: si trattava di una decina di uomini che viaggiavano separatamente. Due si erano diretti a Bangkok, due a Phuket, altri due verso una destinazione sconosciuta e altri quattro a Pattaya, con Puket una delle più note località turistiche del Paese. Le presenze russe in Thailandia superano largamente il milione di turisti l’anno. Nel 2013 ne son venuti un milione e mezzo.

Per ora non è successo nulla ai visitatori russi e anche l’attentato che in agosto ha ucciso a Bangkok una ventina di persone – in un tempietto nel centro della capitale frequentato dai turisti – non sarebbe stato organizzato da islamisti ma da musulmani uiguri (della regione occidentale cinese dove è forte un movimento separatista) che però non sarebbero legati a movimenti politici ma al traffico di persone. Già dalle prime ore la polizia aveva escluso la pista islamica ma non è chiaro se ciò non risponda più al desiderio di tenere bassa l’attenzione che non alla realtà dei fatti. Sono troppo vicine le ferite di una guerra con la minoranza musulmana che abita le province del Sud, anche se ormai è passato qualche anno da una stagione violentissima di attentati, assalti e durissima repressione, pur se la tensione resta elevata. Per Bangkok il movimento islamico autonomista del Sud rimane un pericolo ed è abbastanza chiaro il timore che quella regione possa essere un possibile bacino di reclutamenti e nuovi problemi.

Satun, Songkhla Yala, Pattani e Narathiwat, le cinque province dove
 vive una minoranza musulmana per lo più
 di origine malese: circa il 5 % dei 68 milioni di tailandesi 

La storia è vecchia, anzi antica. Nel Sud della Thailandia ci sono cinque province (Satun, Songkhla Yala, Pattani e Narathiwat) dove vive una minoranza musulmana per lo più di origine malese, circa il 5 % dei 68 milioni di tailandesi per l’80% thai e per il 95% buddisti. Yala, Pattani e Narathiwat – aree, che con altre oggi sotto la Malaysia, formavano il sultanato semi indipendente di Pattani dal 1909 definitivamente tailandese – sono le più turbolente: lì sono nati i primi movimenti indipendentisti nella seconda metà del Novecento anche se si deve arrivare al 2001 per vedere un risveglio recente del separatismo. Con azioni cui il governo nel 2005 (e dopo una durissima repressione) ha risposto con la legge marziale e i pieni poteri nel 2006 all’esercito. Alternando bastone a carota, Bangkok ha ricompensato nel 2012 i familiari delle vittime di un’ondata di violenze che, benché non abbia più visto azioni eclatanti, non è affatto diminuita. Il Bangkok Post, nel 2012, ha reso note le stime delle vittime di quasi dieci anni di guerra: otre 5.200 morti e quasi 9mila feriti. Tra i decessi: 4.215 civili, 351 soldati, 280 poliziotti, sette monaci e 242 “sospetti insorgenti”. Una guerra che potrebbe piacere a Daesh.

La prima puntata è  uscita ieri

Il terrorismo insegue i rifugiati in Europa

Di Jihad el-Khazen. Al-Hayat (09/01/2016). Traduzione e sintesi di Antonia Maria Cascone. Qualche giorno fa la cancelliera tedesca, Angela Merkel, affermava che i rifugiati avrebbero costituito un beneficio per la Nazione, oggi sollecita la polizia a proteggere le donne in tutte le città. Tra la prima e la seconda presa di posizione c’è stato un […]

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La letteratura e lo straniero

Sulla rivista tradurre, Mariarosa Bricchi, editor di Calabuig (Jaka Book) racconta cosa voglia dire fare l’editor di narrativa internazionale, e cosa voglia dire farlo con passione, curiosità intellettuale e competenza.  Calabuig è una collana di romanzi e racconti che fa parte dell’universo editoriale di Jaka Book e pubblica testi di narrativa straniera accomunati dal tema … Continua a leggere La letteratura e lo straniero