Mese: ottobre 2015

La Letteratura Araba è ‘ospite’ al Salone del Libro 2016

(ANSA) – TORINO, 6 OTT – L’Arabia non sarà il Paese ospite della prossima edizione del Salone del Libro di Torino, che avrà però un focus sulla letteratura araba. I vertici della buchmesse, che nel 2016 non avrà un Paese ospite d’onore, hanno deciso così di passare da un criterio geopolitico ad un criterio geoculturale.Read more

Arabia Saudita: dov’è Ali al-Nimr, il giovane condannato a morte?

Di Cécile Auguste. Metro News (02/10/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. I parenti di Ali Mohammad al-Nimr si aspettavano che venisse giustiziato – e poi appeso a una croce ed esposto in pubblico – lo scorso 24 settembre, giorno dell’Eid al-Adha. Ma le autorità saudite sembrano temporeggiare, specialmente perché Riyad vuole evitare di provocare uno […]

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Marocco vieta primo Festival della birra

(Agenzie). La prefettura di Casablanca ha vietato lo svolgimento del primo Festival della birra in Marocco, sostenendo la “non conformità” delle norme e delle procedure legali richieste. Le autorità locali hanno annunciato che: “A seguito della pubblicazione di alcuni annunci multimediali sul primo Festival della birra a Casablanca, si è chiesto all’organizzatore di fermare immediatamente la campagna pubblicitaria […]

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Facebook lancerà satellite per espandere accesso Internet in Africa

(Agenzie). Facebook ha intenzione di lanciare un satellite in collaborazione con la società francese Eutelsat Communications per portare l’accesso a Internet in gran parte dell’Africa sub-sahariana. Il satellite, parte della piattaforma di Facebook Internet.org, espanderà l’accesso a Internet principalmente attraverso i telefoni cellulari. Attualmente in costruzione, sarà lanciato nel 2016. Il satellite, chiamato AMOS-6, coprirà gran parte della parte Sud, […]

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Iraq: figlio di deputato giordano autore di attentato suicida Daesh

(Agenzie). Il figlio di un parlamentare della Giordania è morto conducendo un attacco suicida rivendicato da Daesh (ISIS) e avvenuto la scorsa settimana in Iraq, secondo quanto riferito dai media giordani. Il deputato indipendente Mazen al-Dhalaien avrebbe raccontato al sito Khaberni che suo figlio, Mohammed, era morto in Iraq. Ha detto di aver appreso della morte […]

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Netanyahu e una possibile guerra civile

Di Meron Rapoport. Middle East Eye (05/10/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. Nelle ultime settimane in Israele si è discusso della natura degli ultimi eventi: sono l’inizio di una nuova intifada o una periodica esplosione di violenza? L’uccisione di due coloni vicino a Nablus e di due israeliani nella città vecchia di Gerusalemme, […]

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Mohammed Hassan Alwan vince la terza edizione del Prix de la Littérature arabe

Lo scrittore saudita Mohammed Hasan Alwan ha vinto la terza edizione del Prix de la Littérature arabe, il Premio letterario annuale francese che viene assegnato dalla Fondation Lagardère e da l’Institut du Monde Arabe al miglior romanzo arabo (scritto in arabo e tradotto in francese e/o scritto direttamente in francese da autori arabi francofoni). Secondo … Continua a leggere Mohammed Hassan Alwan vince la terza edizione del Prix de la Littérature arabe

Mohammed Hassan Alwan vince la terza edizione del Prix de la Littérature arabe

Lo scrittore saudita Mohammed Hasan Alwan ha vinto la terza edizione del Prix de la Littérature arabe, il Premio letterario annuale francese che viene assegnato dalla Fondation Lagardère e da l’Institut du Monde Arabe al miglior romanzo arabo (scritto in arabo e tradotto in francese e/o scritto direttamente in francese da autori arabi francofoni). Secondo … Continua a leggere Mohammed Hassan Alwan vince la terza edizione del Prix de la Littérature arabe

Mohammed Hassan Alwan vince la terza edizione del Prix de la Littérature arabe

Lo scrittore saudita Mohammed Hasan Alwan ha vinto la terza edizione del Prix de la Littérature arabe, il Premio letterario annuale francese che viene assegnato dalla Fondation Lagardère e da l’Institut du Monde Arabe al miglior romanzo arabo (scritto in arabo e tradotto in francese e/o scritto direttamente in francese da autori arabi francofoni). Secondo … Continua a leggere Mohammed Hassan Alwan vince la terza edizione del Prix de la Littérature arabe

Le radici dei foreign fighters nell’Islam da Occidente

Mentre in questi giorni, e a ridosso dell’Assemblea Generale dell’ONU,  continua il surreale dibattito tra le forze internazionali su stare con  Bashar Al Asad o farne a meno, il numero dei siriani che lasciano la Siria aumenta. Anche la classe media siriana ha fatto le valigie, come abbiamo visto nelle frontiere europee. La violenza non […]

Le radici dei foreign fighters nell’Islam da Occidente

Mentre in questi giorni, e a ridosso dell’Assemblea Generale dell’ONU,  continua il surreale dibattito tra le forze internazionali su stare con  Bashar Al Asad o farne a meno, il numero dei siriani che lasciano la Siria aumenta. Anche la classe media siriana ha fatto le valigie, come abbiamo visto nelle frontiere europee. La violenza non […]

Le radici dei foreign fighters nell’Islam da Occidente

Mentre in questi giorni, e a ridosso dell’Assemblea Generale dell’ONU,  continua il surreale dibattito tra le forze internazionali su stare con  Bashar Al Asad o farne a meno, il numero dei siriani che lasciano la Siria aumenta. Anche la classe media siriana ha fatto le valigie, come abbiamo visto nelle frontiere europee. La violenza non […]

Le radici dei foreign fighters nell’Islam da Occidente

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Mentre in questi giorni, e a ridosso dell’Assemblea Generale dell’ONU,  continua il surreale dibattito tra le forze internazionali su stare con  Bashar Al Asad o farne a meno, il numero dei siriani che lasciano la Siria aumenta. Anche la classe media siriana ha fatto le valigie, come abbiamo visto nelle frontiere europee. La violenza non […]

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Dai minareti al Jazz: la musica di Dhafer Youssef

Dhafer Youssef ha scoperto la bellezza e la potenza della sua voce cantando nella cucina della madre, per poi passare nelle sale degli Hammam del suo paese nel centro della Tunisia. L’eco delle pareti ovattate di questi luoghi amplificava il suono delle sue corde vocali. Innamoratosi del canto iniziò a incidere i suoi inviti alla […]

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Militari russi e siriani: a chi il caviale e a chi le patate lesse

di Jawad Al-Sayegh. Elaph (04/10/2015). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare. Gli attivisti siriani ridicolizzano i loro avversari, distribuendo delle foto che ritraggono i militari russi durante il loro pranzo in Siria. Le foto secondo gli attivisti non hanno bisogno di essere commentate, perché sarebbe palese la diversità del trattamento riservato ai suoi militari dalla Russia, […]

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Siria: ribelli invocano coalizione contro Russia e Iran

(Agenzie). I gruppi di insorti siriani, tra cui la potente fazione islamista Ahrar al-Sham e  i gruppi racchiusi sotto l’ombrello dell’Esercito Siriano Libero, hanno invitato gli Stati della regione a creare un’alleanza contro la Russia e l’Iran in Siria, secondo quanto si legge in un comunicato rilasciato dai gruppi. Nel testo si legge che la cooperazione è necessaria […]

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Arabia Saudita blocca apertura indagine crimini diritti umani in Yemen

(Agenzie). Lo scorso venerdì, i membri del Consiglio per i diritti umani hanno adottato un testo che incoraggia il governo dello Yemen ad avviare un’indagine su tutte le violazioni commesse nel Paese. Di contro, un progetto proposto dall’Olanda per una risoluzione più concreta per la creazione e l’invio di una commissione internazionale d’inchiesta delle Nazioni […]

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Algeria: ministro Esteri boicotta vertice 5+5 in Marocco

(Agenzie). Il ministro degli Affari Esteri dell’Algeria, Ramtane Lamamra, non prenderà parte al vertice Dialogo Mediterraneo 5+5 che si terrà a Tangeri, in Marocco, il 5 e 6 ottobre prossimi. “L’Algeria sarà rappresentata dal Segretario Generale del Ministero degli Esteri Abdelhamid Senouci Brixi”, ha detto il portavoce del Ministero Abdelaziz Benali Cherif.  Il gruppo 5+5 è composto […]

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Siria. #FreeBassel, prigioniero nelle carceri del regime

Bassel Safadi è un attivista siriano che ha commesso un crimine imperdonabile per il regime di Damasco: diffondere informazioni, scrivere articoli, contribuire alla libera circolazione del sapere. Per salvargli la vita è stata lanciata una campagna internazionale. Che parla di lui, e di altre migliaia di detenuti nelle carceri siriane. 

 

 

05 Ottobre 2015
di: 
Fouad Roueiha

Yemen: oltre 500 bambini uccisi dall’inizio del conflitto

(Agenzie). Il governo yemenita in esilio è tornato ad Aden mercoledì 16 Settembre. La città è stata dichiarata capitale provvisoria, ma i combattimenti si sono intensificati intorno alla capitale Sana’a. Lunedì 29 settembre più di 130 persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise in seguito al bombardamento durante un matrimonio, attribuito alla coalizione araba. Il 26 marzo, […]

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Mauritania: una minoranza boicotta il dialogo

(Agenzie). Seyedna Ali Ould Mohamed Khouna, ministro della Funzione pubblica, del Lavoro e della Modernizzazione dell’amministrazione della Mauritania, ha detto che “una minoranza dell’opposizione boicotta il dialogo nazionale” in programma questo mese di ottobre. “Questa è la stessa minoranza che ha sostenuto l’esistenza di pratiche fraudolente alle elezioni presidenziali del 2009″, ha detto il ministro durante una riunione tenutasi […]

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Sahara Occidentale: tensioni tra Svezia e Marocco

(Agenzie). Lunedì scorso, 28 settembre 2015, la giustizia marocchina stava bloccando l’apertura di un negozio Ikea nella periferia di Casablanca e Giovedì 1 ottobre,  il governo ha minacciato di boicottare tutti i prodotti se la Svezia non avesse cambiato le sue ambizioni diplomatiche. L’annuncio di un possibile boicottaggio, in quella che è sembrata una rappresaglia contro il […]

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Le immagini dei “baci gay” per rompere i tabù in Tunisia

Watan (02/10/2015). Traduzione e sintesi di Alice Bondì. In Tunisia l’omosessualità è un reato. L’art. 230 del Codice penale prevede una pena di tre anni di carcere per coloro che “praticano” l’omosessualità. Najma Kousri Labidi, femminista e attivista della comunità LGBT, ha scelto di muoversi e di lottare sul web per far accettare l’omosessualità all’interno della […]

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Gerusalemme: aumentano le tensioni e gli scontri

(Agenzie). La violenza si è intensificata in Cisgiordania e a Gerusalemme, dopo che gli israeliani sono stati presi di mira in due attacchi e un palestinese è rimasto ucciso in uno scontro con le truppe israeliane. Un uomo palestinese ha accoltellato e ferito un adolescente israeliano a Gerusalemme, poche ore dopo che un altro aggressore armato di coltello […]

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Siria: Assad sostiene campagna russa in Siria

(Agenzie). Il presidente siriano Bashar al-Assad, durante un’intervista per una televisione iraniana, ha dichiarato che il successo di una campagna militare da parte di Russia, Siria ed alleati è vitale per salvare il Medio Oriente dalla distruzione. Queste parole sono arrivate il giorno dopo l’annuncio di Mosca che avrebbe intensificato gli attacchi aerei contro obiettivi di Daesh (ISIS) in tutta […]

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Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

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di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

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I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

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L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

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L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

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L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

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di Claudio Bertolotti


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L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

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di Claudio Bertolotti


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Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani? (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’analisi del fenomeno

Mediterraneo e Libia: quanto rende il traffico di esseri umani?

I punti nodali di una situazione ormai degenerata e che va chiarita
L’uccisione avvenuta a Tripoli il 25 settembre di Salah Al-Maskhout, capo dell’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani attraverso la Libia, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Un’attenzione che si è concentrata per lo più sulle dinamiche e sulla paternità dell’operazione che ha portato all’eliminazione di un importante elemento criminale – spostando la discussione su quali servizi segreti e forze speciali ne fossero responsabili: italiani, francesi? britannici?… – ma non sul fenomeno in sé e sulle dinamiche strategiche che regolano e alimentano un fenomeno in espansione e i relativi vantaggi economici che si celano dietro a un dramma di ampia portata: quello migratorio. Si tratta di un’ondata migratoria senza precedenti che nel caos dell’area del ‘Grande-Medioriente’, dall’Afghanistan alla Libia, ha trovato un fattore in grado di dinamizzarne l’entità e la portata e che, nel solo 2015, ha registrato un dato impressionante di almeno 300.000 migranti… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

Tra immigrazione e sicurezza europea. Ovvero: tra terrorismo e common-borders (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’imponente flusso migratorio attraverso il Mediterraneo rappresenta una minaccia per l’Europa?Vi è correlazione tra fenomeno migratorio e terrorismo? Sono le domande che in questi giorni corrono sui media di mezzo mondo e che preoccupano le cancellerie non solo occidentali.

È necessario definire e comprendere il quadro generale in cui si inseriscono il flusso migratorio e la reazione degli attori in gioco (Stati nazionali in primo luogo), e valutare la messa in opera di una soluzione di ampio respiro che vada oltre i tatticismi politici di opportunità e l’assenza di una concreta e univoca capacità di reazione europea… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

L’imponente flusso migratorio attraverso il Mediterraneo rappresenta una minaccia per l’Europa? Vi è correlazione tra fenomeno migratorio e terrorismo? Sono le domande che in questi giorni corrono sui media di mezzo mondo e che preoccupano le cancellerie non solo occidentali.
È necessario definire e comprendere il quadro generale in cui si inseriscono il flusso migratorio e la reazione degli attori in gioco (Stati nazionali in primo luogo), e valutare la messa in opera di una soluzione di ampio respiro che vada oltre i tatticismi politici di opportunità e l’assenza di una concreta e univoca capacità di reazione europea.
– See more at: http://www.lindro.it/tra-immigrazione-e-sicurezza-europea/#sthash.SkzmRACz.dpuf

Tra immigrazione e sicurezza europea. Ovvero: tra terrorismo e common-borders (L’INDRO)

di Claudio Bertolotti


L’imponente flusso migratorio attraverso il Mediterraneo rappresenta una minaccia per l’Europa?Vi è correlazione tra fenomeno migratorio e terrorismo? Sono le domande che in questi giorni corrono sui media di mezzo mondo e che preoccupano le cancellerie non solo occidentali.

È necessario definire e comprendere il quadro generale in cui si inseriscono il flusso migratorio e la reazione degli attori in gioco (Stati nazionali in primo luogo), e valutare la messa in opera di una soluzione di ampio respiro che vada oltre i tatticismi politici di opportunità e l’assenza di una concreta e univoca capacità di reazione europea… (vai all’articolo completo su L’INDRO)

L’imponente flusso migratorio attraverso il Mediterraneo rappresenta una minaccia per l’Europa? Vi è correlazione tra fenomeno migratorio e terrorismo? Sono le domande che in questi giorni corrono sui media di mezzo mondo e che preoccupano le cancellerie non solo occidentali.
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Tra immigrazione e sicurezza europea. Ovvero: tra terrorismo e common-borders (L’INDRO)

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L’imponente flusso migratorio attraverso il Mediterraneo rappresenta una minaccia per l’Europa?Vi è correlazione tra fenomeno migratorio e terrorismo? Sono le domande che in questi giorni corrono sui media di mezzo mondo e che preoccupano le cancellerie non solo occidentali.

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Tra immigrazione e sicurezza europea. Ovvero: tra terrorismo e common-borders (L’INDRO)

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L’imponente flusso migratorio attraverso il Mediterraneo rappresenta una minaccia per l’Europa? Vi è correlazione tra fenomeno migratorio e terrorismo? Sono le domande che in questi giorni corrono sui media di mezzo mondo e che preoccupano le cancellerie non solo occidentali.
È necessario definire e comprendere il quadro generale in cui si inseriscono il flusso migratorio e la reazione degli attori in gioco (Stati nazionali in primo luogo), e valutare la messa in opera di una soluzione di ampio respiro che vada oltre i tatticismi politici di opportunità e l’assenza di una concreta e univoca capacità di reazione europea.
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Si teme per la vita di Bassel Khartabil, programmatore siriano incarcerato, trasferito in località sconosciuta

Gli attivisti chiedono al governo siriano l’immediato rilascio del programmatore siro-palestinese Bassel Khartabil [it], conosciuto anche come Bassel Safadi, in seguito al suo trasferimento dal carcere di Adra verso una destinazione ignota, avvenuto nelle prime ore del 3 ottobre 2015. Safadi, tenuto prigioniero da almeno quattro anni [it], è un famoso programmatore…

Si teme per la vita di Bassel Khartabil, programmatore siriano incarcerato, trasferito in località sconosciuta

Gli attivisti chiedono al governo siriano l’immediato rilascio del programmatore siro-palestinese Bassel Khartabil [it], conosciuto anche come Bassel Safadi, in seguito al suo trasferimento dal carcere di Adra verso una destinazione ignota, avvenuto nelle prime ore del 3 ottobre 2015. Safadi, tenuto prigioniero da almeno quattro anni [it], è un famoso programmatore…

HEZBOLLAH E CASAPOUND UNITI NELLA LOTTA… E NOI, DA CHE PARTE STIAMO?

Il convegno “Mediterraneo Solidale”, promosso da una ong di estrema destra denominata Solidaritè Identitè e tenutosi a Roma lo scorso 26 settembre, è stato colpevolmente ignorato dall’informazione mainstream, con l’eccezione del buon articolo di Corrado Zunino sull’edizione on line di Repubblica. In questa sede, interessa osservare alcuni aspetti connessi al convegno stesso ed alle “novità […]

HEZBOLLAH E CASAPOUND UNITI NELLA LOTTA… E NOI, DA CHE PARTE STIAMO?

Il convegno “Mediterraneo Solidale”, promosso da una ong di estrema destra denominata Solidaritè Identitè e tenutosi a Roma lo scorso 26 settembre, è stato colpevolmente ignorato dall’informazione mainstream, con l’eccezione del buon articolo di Corrado Zunino sull’edizione on line di Repubblica. In questa sede, interessa osservare alcuni aspetti connessi al convegno stesso ed alle “novità […]

È scoppiata la guerra per Gerusalemme 

“Ma J. ancora non arriva…””Aspettiamo ancora un poco, prima di ordinare la pizza. Magari è per strada.” “Guarda che ti squilla il telefonino. Rispondi, habibi” “Ehi, J., guarda che ti stiamo aspettando te. Ti muovi? Come non puoi! Mi avevi detto che saresti venuto… Come? No, non ci credo… Fammi sapere, vedi se ci riesci”.Read more

Turchia: accordo con UE sui flussi migratori

(Agenzie).  L’Unione europea e la Turchia hanno concordato le linee di azione di un piano che mira  a facilitare il flusso di migranti,ha riferito un giornale tedesco. La Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung ha detto che la Commissione europea e i rappresentanti del governo turco hanno scritto l’accordo la settimana scorsa e questo sarebbe stato approvato durante i colloqui  tra il […]

L’articolo Turchia: accordo con UE sui flussi migratori sembra essere il primo su Arabpress.

Msf Kunduz: un incidente? I medici senza frontiere vogliono la verità

Un estratto dell’intervista apparsa oggi su il manifesto

«Danni collaterali? Inaccettabile, semplicemente inaccettabile. Incidente? Non è stato un incidente: l’ospedale è stato colpito ripetutamente per più di mezzora». Non è una reazione rabbiosa quella di Gabriele Eminente, direttore generale di Msf Italia. Al telefono da Ferrara. dove partecipa con la sua organizzazione al Festival di Internazionale, risponde con una freddezza e un distacco che non lasciano spazio a commenti o arzigogoli. Msf ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 1980 e lo fa a Kunduz, Kabul, Lashkar Gah, Khost; riceve esclusivamente fondi privati e non accetta finanziamenti dai governi. Ci tiene ai principi «E c’è un principio umanitario chiarissimo e condiviso per cui non solo le strutture sanitarie non dovrebbero essere oggetto di attacco ma anzi andrebbero protette»
Anche se ci sono dei feriti dalla parte del torto?
Noi non facciamo distinzioni, non le abbiamo mai fatte. Chiunque ha bisogno di cure viene curato
L’ospedale adesso è distrutto
E devo purtroppo confermare che, a ora (le 20 di ieri ndr), ci sono 12 vittime tra il personale e 7 tra i pazienti, tra cui 3 bambini. I feriti sono 37, 19 dei quali fanno parte del nostro staff. 5 casi sono critici. Abbiamo dovuto trasferirli tutti a Pol-iCharki, a due ore di macchina da Kunduz
Come spiega che l’errore di cui parla la Nato sia durato tanto
Questo è davvero il punto che va assolutamente chiarito. E non si può parlare di “incidente”: tutti sapevano le nostre coordinate che erano state reiterate all’inizio della battaglia. L’ultima comunicazione è del 29 settembre. Questa per noi è una prassi: tutti devono sapere dove operiamo e cosa facciamo. Sia per potersi curare, sia perché – sapendo dove sono le nostre strutture – si eviti di colpirle. Tutti sapevano non solo dell’ospedale ma anche delle residenze, degli uffici e della nostra unità di stabilizzazione a Chardara (Nord di Kunduz ndr)
L’ipotesi di un atto deliberato?
E’ quel che andrà chiarito nel dettaglio perché siamo stati colpiti più volte e per oltre mezz’ora dopo che avevamo avvisato l’autorità militare che eravamo stati bombardati a partire dalle due di venerdi notte. Gravissimo. Chiediamo un’indagine approfondita e trasparente proprio perché l’ospedale è stato colpito più volte in modo reiterato ma non gli edifici vicini. L’aereo colpiva, spariva e ritornava a bombardare

Msf Kunduz: un incidente? I medici senza frontiere vogliono la verità

Un estratto dell’intervista apparsa oggi su il manifesto

«Danni collaterali? Inaccettabile, semplicemente inaccettabile. Incidente? Non è stato un incidente: l’ospedale è stato colpito ripetutamente per più di mezzora». Non è una reazione rabbiosa quella di Gabriele Eminente, direttore generale di Msf Italia. Al telefono da Ferrara. dove partecipa con la sua organizzazione al Festival di Internazionale, risponde con una freddezza e un distacco che non lasciano spazio a commenti o arzigogoli. Msf ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 1980 e lo fa a Kunduz, Kabul, Lashkar Gah, Khost; riceve esclusivamente fondi privati e non accetta finanziamenti dai governi. Ci tiene ai principi «E c’è un principio umanitario chiarissimo e condiviso per cui non solo le strutture sanitarie non dovrebbero essere oggetto di attacco ma anzi andrebbero protette»
Anche se ci sono dei feriti dalla parte del torto?
Noi non facciamo distinzioni, non le abbiamo mai fatte. Chiunque ha bisogno di cure viene curato
L’ospedale adesso è distrutto
E devo purtroppo confermare che, a ora (le 20 di ieri ndr), ci sono 12 vittime tra il personale e 7 tra i pazienti, tra cui 3 bambini. I feriti sono 37, 19 dei quali fanno parte del nostro staff. 5 casi sono critici. Abbiamo dovuto trasferirli tutti a Pol-iCharki, a due ore di macchina da Kunduz
Come spiega che l’errore di cui parla la Nato sia durato tanto
Questo è davvero il punto che va assolutamente chiarito. E non si può parlare di “incidente”: tutti sapevano le nostre coordinate che erano state reiterate all’inizio della battaglia. L’ultima comunicazione è del 29 settembre. Questa per noi è una prassi: tutti devono sapere dove operiamo e cosa facciamo. Sia per potersi curare, sia perché – sapendo dove sono le nostre strutture – si eviti di colpirle. Tutti sapevano non solo dell’ospedale ma anche delle residenze, degli uffici e della nostra unità di stabilizzazione a Chardara (Nord di Kunduz ndr)
L’ipotesi di un atto deliberato?
E’ quel che andrà chiarito nel dettaglio perché siamo stati colpiti più volte e per oltre mezz’ora dopo che avevamo avvisato l’autorità militare che eravamo stati bombardati a partire dalle due di venerdi notte. Gravissimo. Chiediamo un’indagine approfondita e trasparente proprio perché l’ospedale è stato colpito più volte in modo reiterato ma non gli edifici vicini. L’aereo colpiva, spariva e ritornava a bombardare

Siria: Egitto appoggia attacchi aerei russi

(Agenzie). L’Egitto ha parlato a favore degli attacchi aerei anti-terrorismo della Russia in Siria che, secondo il ministro degli Esteri egiziano, limitano la diffusione del terrorismo e assestano un duro colpo a Daesh nel paese arabo dilaniato dalla violenza. “L’ingresso della Russia, data la sua capacità, è qualcosa che vediamo sta per avere un effetto sulla limitazione […]

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Egitto: critica risoluzione ONU contro la pena di morte

(Agenzie). L’Egitto ha contestato una risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sul divieto di pena di morte, ha dichiarato il delegato permanente dell’Egitto alle Nazioni Unite. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione che è stata presentata dal Belgio il 1 Ottobre, con 26 voti […]

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Premio della letteratura araba IMA: vince “Il Castoro” di Mohammed Hasan Alwan

(Le360). Erano sette le nomination per il premio per la letteratura araba presso l’Istituto del Mondo Arabo. Creato due anni fa e dotato di 10.000 euro, il premio è stato assegnato a Mohammed Hasan Alwan per il suo romanzo “Il Castoro”. Questo racconto contemporaneo era già apparso nel 2013 nella selezione della prestigiosa lista del Booker arabo. […]

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Afghanistan: Medici Senza Frontiere lasciano ospedale di Kunduz

(Agenzie). Gli operatori del gruppo internazionale Medici Senza Frontiere si sono ritirati dalla città settentrionale afghana di Kunduz dopo un attacco aereo ch ha distrutto l’ospedale e ucciso 19 persone di cui 12 membri dello staff. Kate Stegeman, communications manager del gruppo, ha detto che alcuni membri del personale stanno lavorando in altre strutture sanitarie della […]

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La violenza continua e il timore dello stillicidio quotidiano

È il marzo 2011. La famiglia Fogel – papà Udi (36 anni), mamma Ruth (35) e i piccoli Yoav (11), Elad (4) e Hadas (3 mesi) – è stata uccisa poche ore prima dai cugini palestinesi Awad a Itamar, insediamento ebraico in Cisgiordania. È un massacro. Di quelli, per intenderci, che avrebbero scatenato un’offensiva militare […]

La violenza continua e il timore dello stillicidio quotidiano

È il marzo 2011. La famiglia Fogel – papà Udi (36 anni), mamma Ruth (35) e i piccoli Yoav (11), Elad (4) e Hadas (3 mesi) – è stata uccisa poche ore prima dai cugini palestinesi Awad a Itamar, insediamento ebraico in Cisgiordania. È un massacro. Di quelli, per intenderci, che avrebbero scatenato un’offensiva militare […]

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È il marzo 2011. La famiglia Fogel – papà Udi (36 anni), mamma Ruth (35) e i piccoli Yoav (11), Elad (4) e Hadas (3 mesi) – è stata uccisa poche ore prima dai cugini palestinesi Awad a Itamar, insediamento ebraico in Cisgiordania. È un massacro. Di quelli, per intenderci, che avrebbero scatenato un’offensiva militare […]

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È il marzo 2011. La famiglia Fogel – papà Udi (36 anni), mamma Ruth (35) e i piccoli Yoav (11), Elad (4) e Hadas (3 mesi) – è stata uccisa poche ore prima dai cugini palestinesi Awad a Itamar, insediamento ebraico in Cisgiordania. È un massacro. Di quelli, per intenderci, che avrebbero scatenato un’offensiva militare […]

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È il marzo 2011. La famiglia Fogel – papà Udi (36 anni), mamma Ruth (35) e i piccoli Yoav (11), Elad (4) e Hadas (3 mesi) – sono stati uccisi poche ore prima dai cugini palestinesi Awad a Itamar, insediamento ebraico in Cisgiordania. È un massacro. Di quelli, per intenderci, che avrebbero scatenato un’offensiva militare […]

WE NEED EVERYBODY’S HELP TO #FREEBASSEL

Bassel Khartabil aka Safadi, my dear friend from the old days in Damascus and lead of the Creative Commons community in Syria, has been living in a Syrian jail for almost 4 years now. He was arrested in March 2012 without a formal accusation or the right to see a lawyer. Today we hear from […]

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Bassel Khartabil aka Safadi, my dear friend from the old days in Damascus and lead of the Creative Commons community in Syria, has been living in a Syrian jail for almost 4 years now. He was arrested in March 2012 without a formal accusation or the right to see a lawyer. Today we hear from […]

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Dust, giornalismo militante nel Kurdistan

dust 110“I rifugiati sono la vera emergenza umanitaria che il mondo di oggi deve fronteggiare – spiega Stefano Tallia – Siria, Iraq, Libia, Afghanistan: se guardiamo una cartina sono poche le zone dove è possibile viaggiare in sicurezza.

Afghanistan: colpito un ospedale di Medici Senza Frontiere

(Agenzie). Una struttura di assistenza ospedaliera di Medici Senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan, è stata “gravemente danneggiata” da un bombardamento notturno. Tre membri del personale  sono rimasti uccisi e più di 30 sono scomparsi. Al momento del bombardamento 105 pazienti e 80 membri del personale, afghani e non, erano presenti nel centro sanitario, che si trovava proprio vicino […]

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Tunisia: revocato lo stato d’emergenza

(Agenzie). La Tunisia ha annunciato di aver revocato lo stato d’emergenza che era stato introdotto lo scorso luglio dopo l’attentato che costò la vita a 38 persone a Sousse, rivendicato da Daesh (ISIS). La presidenza della Repubblica ha annunciato che la revoca è valida su tutto il territorio nazionale. La Tunisia aveva già vissuto sotto stato […]

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Iran: espulso il numero due di ambasciata Bahrein a Teheran

(Agenzie). L’Iran ha espulso un alto funzionario dell’ambasciata del Bahrein a Teheran per apparente rappresaglia, dopo che lo stato del Golfo ha fatto lo stesso al suo inviato a Manama. “Il numero due dell’ambasciata del Bahrein in Iran è stato definito “persona non grata”. Il signor Bassam al-Dossari deve lasciare il territorio iraniano entro 72 ore”. Questo […]

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Siria: raid Russia su roccaforte Daesh

(Agenzie). Per il quarto giorno consecutivo i russi hanno lanciato raid aerei sulla Siria, colpendo la roccaforte principale di Daesh (ISIS). Lo hanno dichiarato gli attivisti, dopo le accuse mosse alla Russia di aver colpito nei giorni precedenti le fazioni ribelli moderate. “Molti raid russi hanno colpito le posizioni a ovest di Raqqa durante la notte e le esplosioni sono […]

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Kunduz, strage all’ospedale (aggiornato)

Secondo la Nato i bombardamenti mirati su Kunduz in appoggio alle forze armate afgane si limiterebbero alle retrovie talebane proprio per evitare vittime civili. Ma ecco l’inevitabile “errore”.  Medici senza frontiere  ha denunciato che stanotte un raid aereo ha colpito il suo ospedale in città uccidendo almeno 19 persone tra cui operatori sanitari della struttura e pazienti (anche banìmbini). Almeno 37 i feriti  tra cui 19 dello staff medico e paramedico di Msf. 5 sono gravi.  Secondo la Nato “potrebbe” essersi trattato di un bombardamento americano che ha sbagliato obiettivo:  “effetti collaterali”. Ma per Msf non si può parlare di incidente. Non si sa ancora tutto sulle altre vittime civili imputabili ai raid (e così per la battaglia di terra tra talebani e governo) ma questo primo effetto collaterale potrebbe benissimo non essere l’ultimo. L’ospedale è stato colpito più volte a partire dalle 2.10 di stamane (ora locale) “eppure tutti – ha detto Loris De Filippi di Msf Italia stamane a Radiopopolare  – conoscono la sua posizione”.

Aggiornato alle 19 20 (in seguito i decessi sono arrivati a 22)

Kunduz, strage all’ospedale (aggiornato)

Secondo la Nato i bombardamenti mirati su Kunduz in appoggio alle forze armate afgane si limiterebbero alle retrovie talebane proprio per evitare vittime civili. Ma ecco l’inevitabile “errore”.  Medici senza frontiere  ha denunciato che stanotte un raid aereo ha colpito il suo ospedale in città uccidendo almeno 19 persone tra cui operatori sanitari della struttura e pazienti (anche banìmbini). Almeno 37 i feriti  tra cui 19 dello staff medico e paramedico di Msf. 5 sono gravi.  Secondo la Nato “potrebbe” essersi trattato di un bombardamento americano che ha sbagliato obiettivo:  “effetti collaterali”. Ma per Msf non si può parlare di incidente. Non si sa ancora tutto sulle altre vittime civili imputabili ai raid (e così per la battaglia di terra tra talebani e governo) ma questo primo effetto collaterale potrebbe benissimo non essere l’ultimo. L’ospedale è stato colpito più volte a partire dalle 2.10 di stamane (ora locale) “eppure tutti – ha detto Loris De Filippi di Msf Italia stamane a Radiopopolare  – conoscono la sua posizione”.

Aggiornato alle 19 20 (in seguito i decessi sono arrivati a 22)

BookCity Milano

bk 110Dal 22 al 25 ottobre 2015 manifestazione dedicata al libro e alla lettura e dislocata in tutta la città: incontri con gli autori, spettacoli, reading, laboratori, mostre. Isabel Allende riceverà il Sigillo della Città. Presenti tra gli altri il Premio Nobel Herta Müller, Adrien Bosc, Irene Brežná, Edward Carey, Jeffery Deaver, Amitav Gosh, Luis Sepúlveda, Nassim Taleb, Abraham Yehoshua, Kim Young Ha.

Marocco: “Hand Maid”, la vita di una donna attraverso le sue mani (video)

(TelQuel). “Mettere in scena la giornata tipo di una donna marocchina”: questa l’ambizione del duo marocchino composto da Karim Souissi (regista) e Réda Zniber (fonico) e dello scrittore e sceneggiatore olandese Robin Wijnhold. I tre sono i realizzatori del cortometraggio “Hand Maid”. Inizialmente premiato al concorso Ana Maghribia dell’istituto francese, il corto si è inoltre aggiudicato il primo premio della […]

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Cucina saudita: jareesh, riso e grano spezzato con latte e yogurt

Oggi andiamo a scoprire uno dei piatti fondamentali della tradizione culinaria saudita, che prende il nome dalla parola araba con cui si indica il suo ingrediente principale, cioè il grano spezzato crudo: ecco come preparare il jareesh! Ingredienti: 50g di riso bianco 200g di grano spezzato crudo 4 cipolle (1+3, tritate) 5 cucchiai di olio d’oliva […]

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Speciale Iraq/ Qualcosa di diverso

“E’ un filo sottile quello su cui ci muoviamo, tra la speranza e la voglia di mollare. Ma domani saremo ancora qui, e oggi pomeriggio saremo in piazza”. Dopo il primo giorno di lavori, il Forum Sociale Iracheno si ferma momentaneamente. Da Baghdad, il racconto di Osservatorio Iraq.

 

02 Ottobre 2015
di: 
Stefano Nanni da Baghdad

Yemen: il governo taglia le relazioni con l’Iran

(Agenzie). Il governo yemenita del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha deciso di rompere le relazioni diplomatiche con l’Iran. Lo ha riferito la televisione statale oggi, venerdì 2 ottobre. Già il Bahrein aveva richiamato il suo ambasciatore dall’Iran ieri. La coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita era intervenuta nella guerra in Yemen lo scorso marzo per cercare […]

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Arabia Saudita: il collasso è inevitabile

Di Nafeez Ahmed. Middle East Eye (02/10/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Lo scorso 22 settembre, un membro della famiglia saudita ha fatto appello a un “cambiamento” nella leadership per evitare il collasso del regno. In una lettera circolata tra i principi sauditi, il suo autore, il nipote del deceduto monarca Abdulaziz Ibn Saud, ha […]

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Francia: Putin arriva a Parigi per parlare di Siria

(Agenzie). Il Presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Parigi per incontrare il suo omologo francese Francois Hollande. L’argomento principale dei colloqui sarà la Siria.  I due leader si sono stretti la mano fuori dal palazzo dell’Eliseo, dove si è discusso già di Ucraina.  Venerdì scorso, la Russia ha bombardato la Siria per il terzo giorno, colpendo principalmente le […]

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Algeria: sei divorzi all’ora, un fenomeno che minaccia la società algerina

Di Wael Hamza. Huffington Post Arabi  (17/09/2015). Traduzione e sintesi di Paola Conti. Le statistiche dell’Osservatorio Algerino per la Donna hanno registrato 60 mila casi di divorzio nel 2014, ovvero 166 casi al giorno, 6 divorzi all’ora. Alcuni matrimoni finiscono dopo pochi giorni, e spesso hanno come risultato bambini privati del calore familiare con l’assenza del […]

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Algeria: lanciato progetto su parità di genere con UN Women

(Al Huffington Post Maghreb). L’Algeria e le Nazioni Unite hanno lanciato un programma di cooperazione che verte sul “rinforzamento della parità di diritti tra uomini e donne”. Assistito dall’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile (UN Women) e finanziato dal Belgio, il progetto si svolgerà nell’arco di due anni e avrà l’obiettivo di […]

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Siria: continuano i raid russi, condanna della coalizione internazionale

(Agenzie). Gli attacchi aeri russi in Siria dureranno per qualche mese e si intensificheranno, secondo quando riferito da un parlamentare russo, mentre il presidente Vladimir Putin si trova in Francia a discutere della questione. “C’è sempre il rischio di impedimenti, ma Mosca si parla di circa 3 o 4 mesi di operazioni”, ha dichiarato Alexei Pushkov, […]

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Yemen: truppe yemenite e coalizione riprendono lo stretto di Bab el-Mandeb

(Agenzie). Truppe yemenite leali al governo in esilio e forze della coalizione hanno ripreso il controllo dalle mani dei ribelli Houthi della parte araba dello stretto di Bab el-Mandeb, strategico punto di passaggio del Mar Rosso verso il Golfo di Aden, secondo quanto riferito da un portavoce del governo. “Durante un’operazione su vasta scala, il governo […]

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Le tre condizioni poste dai cristiani per tornare a casa loro

Di Nawzat Shamdeen. Niqash (24/09/2015) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. È quasi certo che, come dichiarato dal patriarca Louis Sako, “per la prima volta nella storia dell’Iraq, a Mosul non ci sono più cristiani”. Ma che cosa li spingerebbe a voler tornare nella città che un tempo era casa loro? Per centinaia di anni i cristiani hanno […]

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La guerra a Kunduz colpisce Kabul

La prima offensiva dell’esercito afgano e delle forze speciali con l’appoggio degli americani per strappare Kunduz ai talebani è stata lanciata mercoledi notte alle 11 e ieri, in parte, è stato ripreso il controllo della città. Ma la battaglia va avanti. Va avanti a Kunduz, in varie zone limitrofe e lungo la grande strada Baghlan Kunduz che è il tratto stradale più importante di tutto il Nord dell’Afghanistan, mentre in centro i talebani tentano di riconquistare le posizioni perdute nella notte. La battaglia infuria sul terreno ma anche nelle aule del parlamento dove piovono accuse e minacce che imbarazzo il governo e che mettono sotto i riflettori il governatore della città settentrionale.

Nel mrino c’è infatti Omar Safai (all’estero al momento dell’attacco), accusato dallo speaker del Parlamento Abdul Rauf di inesperienza e irresponsabilità: un colpo duro per il presidente Ashraf Ghani, cui spetta la nomina dei governatori delle province.

A ormai cinque giorni dalla clamorosa sortita talebana, l’Afghanistan fa i conti con la prima vera dimostrazione di forza della guerriglia che è segnata da almeno tre elementi: una sfida che viene per la prima volta da Nord e non da Sud; una mossa che rivela o tende a dimostrare che, nonostante la querelle interna seguita alla morte di mullah Omar, i talebani sono forti e compatti; infine una dimostrazione sul terreno alle cellule di Daesh in rapida ascesa nel Paese e che accusano i talebani di non essere stati capaci di costruire, come in Siria o in Iraq, aree controllate dalla guerriglia dove si viva islamicamente sotto un’amministrazione alternativa a crociati e governi corrotti.
Se la città sta già collezionando le sue macerie e la resistenza talebana è difficile da sradicare, la tensione della guerra al Nord si riflette intanto su Kabul. Mentre il presidente Ghani promette una rapida riconquista e istituisce tre commissione per individuare le responsabilità della caduta della città e individuare “spie”, il suo vice Abdullah chiede che le truppe occidentali continuino a sostenere un Paese che, ai suoi occhi, da solo non può farcela. Un appello condito da accuse feroci al Pakistan, reo di continuare l’appoggio alla guerriglia: un Paese cui invece Ghani aveva teso inizialmente la mano. Le accuse al Pakistan arrivano anche dal ministro della Difesa, Bismillah Khan Mohammadi, e dal vice comandante dell’esercito nazionale, Murad Ali Murad, secondo cui il piano di attacco a Kunduz è stato pianificato dall’Isi, i servizi segreti di Islamabad. La guerra al Nord spacca dunque il cuore politico del Paese e rimarca la differenza di vedute all’interno dell’amministrazione. Seppellendo per ora ogni spiraglio negoziale tra governo e guerriglia.

La guerra a Kunduz colpisce Kabul

La prima offensiva dell’esercito afgano e delle forze speciali con l’appoggio degli americani per strappare Kunduz ai talebani è stata lanciata mercoledi notte alle 11 e ieri, in parte, è stato ripreso il controllo della città. Ma la battaglia va avanti. Va avanti a Kunduz, in varie zone limitrofe e lungo la grande strada Baghlan Kunduz che è il tratto stradale più importante di tutto il Nord dell’Afghanistan, mentre in centro i talebani tentano di riconquistare le posizioni perdute nella notte. La battaglia infuria sul terreno ma anche nelle aule del parlamento dove piovono accuse e minacce che imbarazzo il governo e che mettono sotto i riflettori il governatore della città settentrionale.

Nel mrino c’è infatti Omar Safai (all’estero al momento dell’attacco), accusato dallo speaker del Parlamento Abdul Rauf di inesperienza e irresponsabilità: un colpo duro per il presidente Ashraf Ghani, cui spetta la nomina dei governatori delle province.

A ormai cinque giorni dalla clamorosa sortita talebana, l’Afghanistan fa i conti con la prima vera dimostrazione di forza della guerriglia che è segnata da almeno tre elementi: una sfida che viene per la prima volta da Nord e non da Sud; una mossa che rivela o tende a dimostrare che, nonostante la querelle interna seguita alla morte di mullah Omar, i talebani sono forti e compatti; infine una dimostrazione sul terreno alle cellule di Daesh in rapida ascesa nel Paese e che accusano i talebani di non essere stati capaci di costruire, come in Siria o in Iraq, aree controllate dalla guerriglia dove si viva islamicamente sotto un’amministrazione alternativa a crociati e governi corrotti.
Se la città sta già collezionando le sue macerie e la resistenza talebana è difficile da sradicare, la tensione della guerra al Nord si riflette intanto su Kabul. Mentre il presidente Ghani promette una rapida riconquista e istituisce tre commissione per individuare le responsabilità della caduta della città e individuare “spie”, il suo vice Abdullah chiede che le truppe occidentali continuino a sostenere un Paese che, ai suoi occhi, da solo non può farcela. Un appello condito da accuse feroci al Pakistan, reo di continuare l’appoggio alla guerriglia: un Paese cui invece Ghani aveva teso inizialmente la mano. Le accuse al Pakistan arrivano anche dal ministro della Difesa, Bismillah Khan Mohammadi, e dal vice comandante dell’esercito nazionale, Murad Ali Murad, secondo cui il piano di attacco a Kunduz è stato pianificato dall’Isi, i servizi segreti di Islamabad. La guerra al Nord spacca dunque il cuore politico del Paese e rimarca la differenza di vedute all’interno dell’amministrazione. Seppellendo per ora ogni spiraglio negoziale tra governo e guerriglia.

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera

Vengo a sapere che oggi 1 Ottobre, alle 15.30 presso il teatro dell’Arte di Milano si terrà un incontro nell’ambito de “Il tempo delle donne”, una serie di incontri organizzati dal Corriere della Sera. A questo incontro partecipano Asma Barlas … Continua a leggere

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera

Vengo a sapere che oggi 1 Ottobre, alle 15.30 presso il teatro dell’Arte di Milano si terrà un incontro nell’ambito de “Il tempo delle donne”, una serie di incontri organizzati dal Corriere della Sera. A questo incontro partecipano Asma Barlas … Continua a leggere

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letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

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letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Siria: Russia non si unirà a coalizione anti-Daesh, pronta a intervenire in Iraq

(Agenzie). La Russia non intende unirsi alla coalizione a giuda statunitense per la lotta a Daesh (ISIS) in Siria e in Iraq, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa RIA citando una fonte del ministero degli Esteri russo. Allo stesso tempo, un funzionario diplomatico russo ha invece riferito che Mosca è pronta a prendere in considerazione un intervento militare aereo […]

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Egitto: riaperta l’ambasciata israeliana, a beneficio di chi?

Di Sonia Farid. Al-Arabiya (01/10/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. L’ambasciata israeliana al Cairo ha riaperto ufficialmente nel totale silenzio dei media, un fatto che ha reso l’evento ancora più controverso di quanto già non sia. L’Egitto ha mantenuto un profilo basso per la cerimonia di apertura, inviando il vice responsabile del protocollo diplomatico a presiedere […]

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Belgio: a Charleroi si insegna la darija marocchina e il turco

(Al Huffington Post Maghreb). In sei scuole della città belga di Charleroi verranno impartite lezioni di turco e di dialetto marocchino (darija). Queste attività vengono svolte nel quadro del programma internazionale “Origine Langue Culture”. Principalmente destinate agli studenti di origine marocchina o turca, queste lezioni sono in realtà aperte a “tutti coloro che lo desiderano”, come precisato dall’assistente all’istruzione di […]

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Arabia saudita: terrorista minaccia di morte giornalista in diretta

Gira da maggio 2015 nei siti arabi, l’intervista del noto giornalista saudita Daoud Al Sharian a Khaled Al Muwallad, un prigioniero terrorista di Al-Qaeda, ospite allo show popolare “Al Thamina”. Durante la trasmissione si affronta la questione della tomba del Profeta, che vede i salafiti in contrasto con la corrente jihadista secondo la quale pregare davanti al […]

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Intervista a Zwewla – un collettivo di “poveri” graffitari

Giada Frana Dopo la cosiddetta “Rivoluzione della dignità” tunisina, i graffiti e le scritte hanno invaso i muri di tutte le città del Paese: il bisogno di esprimere il proprio pensiero era talmente grande e ogni cittadino voleva poter dire la sua. Quale supporto migliore dei muri, a portata di mano di tutti, per poter far passare il proprio messaggio, […]

Siria: Arabia Saudita preoccupata su attacchi russi

(Agenzie). L’Arabia Saudita ha chiesto alla Russia di mettere fine alle sue operazioni militari in Siria, secondo quanto riferito dall’ambasciatore saudita alle Nazioni Unite Abdallah al-Mouallimi, il quale ha aggiunto che non erano presenti obiettivi Daesh (ISIS) nelle zone colpite dagli attacchi russi. Durante il suo discorso all’ONU, Mouallimi ha detto: “La delegazione del mio Paese è […]

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Egitto: università del Cairo vieta niqab alle insegnanti

(Agenzie). L’Università del Cairo, la più antica istituzione scolastica d’Egitto, ha deciso di vietare alle professoresse e alle assistenti di indossare il niqab durante l’insegnamento. Il divieto si applica “a tutti i collegi e gli istituti della facoltà femminile di dare lezioni, fare tutoraggio, frequentare laboratori o fornire esercitazioni scientifiche mentre si indossa il niqab“, secondo quanto […]

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Egitto: assolta la danzatrice accusata di insulto alla bandiera egiziana

(El Mund0). Finisce bene l’incubo vissuto negli ultimi mesi da una delle ballerine di danza orientale più richieste e discusse in Egitto: Sofinar Gourian, conosciuta come Safinaz. Lo scorso aprile, la Gourian, di nazionalità armena e sposata con un egiziano, era stata condannata a sei mesi di detenzione per aver ballato indossando una bandiera egiziana in […]

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La cooperazione russo-americana in Siria

Di Jonathan Steele. Middle East Eye (29/09/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. Ora, dopo il primo incontro formale tra Vladimir Putin e Barack Obama, cosa succederà al conflitto siriano? Poi, il vago accenno al coordinamento militare porterà a qualche differenza di condotta tra le linee dell’esercito siriano e delle forze di Daiesh (ISIS)? Ce […]

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Bombardare Kunduz

I raid su Kunduz non sono soltanto un fatto odioso perché bombardare una città significa automaticamente produrre vittime civili certe. E’ sbagliato dal punto di vista politico, poiché diminuisce le già labili speranze di un negoziato di pace. Ed è inefficace dal punto di vista militare come ormai la storia recente, dall’Irak alla Siria passando ovviamente per l’Afghanistan, sembra aver ampiamente accertato. Kunduz tra l’altro, è bene ricordarlo, è stata già teatro di una strage: nel 2009, aerei della Nato, chiamati in soccorso da un colonnello tedesco, bombardarono in quella provincia centinaia di persone che stavano tentando di spillare gasolio da due autobotti, poco prima sequestrate dalla guerriglia. La strage di Kunduz è uno dei tanti episodi orribili di questa guerra che, in quel caso come in altri, aveva reso più evidente la tragica beffa degli “effetti collaterali”. Conditi da un’altra beffa ancora: a Bonn, quattro anni dopo, un tribunale respinse la domanda di risarcimento di decine di famigliari delle vittime che in totale – secondo l’avvocato delle famiglie – erano state 137. Il nome del responsabile, come nella favola omerica, rimase “Nessuno”.


Quei raid aerei sono odiosi anche per questo e la loro evoluzione, il drone senza pilota, è la massima aspirazione di un modus operandi che militarmente -e politicamente – ha una sola funzione: terrorizzare. O meglio, spaventare il nemico (di solito protetto da bunker o elmetti) terrorizzando la popolazione civile. In quel caso funzionano egregiamente: come provano le guerre a Gaza, “vittoriose” su un popolo decimato da bombe intelligenti.

A chi non è sensibile al lato umano, si può ben contestare che, nella maggior parte dei casi, i bombardamenti sono inefficaci per vincere la guerra come ben dimostra il caso afgano. Dopo 15 anni di raid i talebani sono ancora lì. Servono allora più truppe di terra magari straniere e ben addestrate? L’Afghanistan, che truppe straniere ne ha contate sino a 130mila, anche in questo caso dimostra il contrario.

Bombardare Kunduz

I raid su Kunduz non sono soltanto un fatto odioso perché bombardare una città significa automaticamente produrre vittime civili certe. E’ sbagliato dal punto di vista politico, poiché diminuisce le già labili speranze di un negoziato di pace. Ed è inefficace dal punto di vista militare come ormai la storia recente, dall’Irak alla Siria passando ovviamente per l’Afghanistan, sembra aver ampiamente accertato. Kunduz tra l’altro, è bene ricordarlo, è stata già teatro di una strage: nel 2009, aerei della Nato, chiamati in soccorso da un colonnello tedesco, bombardarono in quella provincia centinaia di persone che stavano tentando di spillare gasolio da due autobotti, poco prima sequestrate dalla guerriglia. La strage di Kunduz è uno dei tanti episodi orribili di questa guerra che, in quel caso come in altri, aveva reso più evidente la tragica beffa degli “effetti collaterali”. Conditi da un’altra beffa ancora: a Bonn, quattro anni dopo, un tribunale respinse la domanda di risarcimento di decine di famigliari delle vittime che in totale – secondo l’avvocato delle famiglie – erano state 137. Il nome del responsabile, come nella favola omerica, rimase “Nessuno”.


Quei raid aerei sono odiosi anche per questo e la loro evoluzione, il drone senza pilota, è la massima aspirazione di un modus operandi che militarmente -e politicamente – ha una sola funzione: terrorizzare. O meglio, spaventare il nemico (di solito protetto da bunker o elmetti) terrorizzando la popolazione civile. In quel caso funzionano egregiamente: come provano le guerre a Gaza, “vittoriose” su un popolo decimato da bombe intelligenti.

A chi non è sensibile al lato umano, si può ben contestare che, nella maggior parte dei casi, i bombardamenti sono inefficaci per vincere la guerra come ben dimostra il caso afgano. Dopo 15 anni di raid i talebani sono ancora lì. Servono allora più truppe di terra magari straniere e ben addestrate? L’Afghanistan, che truppe straniere ne ha contate sino a 130mila, anche in questo caso dimostra il contrario.