Giorno: 22 ottobre 2015

Ban Ki-moon in Italia: due obiettivi per raggiungerne 17

Terminate le celebrazioni ufficiali che hanno visto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon in Italia (a Torino in Parlamento, a Expo Milano, al Forum organizzato dall’Undp a Torino), cosa resta della tre giorni che ha visto concentrarsi in Italia lo sforzo dell’Onu per ritornare al centro del dibattito internazionale? Almeno due cose.

Convincere i governi

La prima riguarda il tentativo di convincere i governi del pianeta, che hanno sottoscritto a New York l’Agenda 15/30, a farla diventare pratica quotidiana. L’Agenda 15/30 contiene infatti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals) che sono la continuazione delle vecchie Mete del Millennio (MDGs) appena conclusesi. A differenza dei Millennium Goals, i 17 obiettivi impegnano però i governi, da qui al 2030, a uno sforzo non più per settori di popolazione (emarginati, poveri etc) o per Paesi (subsahariani, a basso reddito, in via di sviluppo etc), ma “universale”. Gli obiettivi cioè riguardano tutti: cittadini del Nord e del Sud del mondo. Un salto di qualità che prevede un pianeta a sviluppo sostenibile dove tutti devono fare la propria parte e non solo “carità” solidale a chi è più sfortunato. E’ un concetto nuovo e non facile da metabolizzare. La visita di Ban Ki-moon mirava dunque innanzi tutto a questo.

Il secondo obiettivo del segretario generale era invece quello di cercare di dimostrare che applicare i 17 obiettivi si può. Ma come? La risposta sta nei risultati del Forum sullo sviluppo locale sostenibile che si è svolto a Torino dal 13 al 16 ottobre e che è stato chiuso proprio da Ban Ki-moon. Qual è la novità?

Ripartire dai territori

Il Forum, che è giunto alla sua terza edizione (la prossima in Africa, tra due anni), è qualcosa di diverso dai soliti eventi dove ognuno arriva, legge il suo discorso e se ne va. E’ il frutto di un processo di aggregazione di reti, enti locali, associazioni della società civile, fondazioni, imprenditori e università che ormai da sei anni lavorano assieme per dimostrare che, per applicare qualsiasi obiettivo – per renderlo cioè applicabile nella realtà quotidiana – bisogna cambiare ottica. Anziché chiedere e poi demandare ai governi nazionali le politiche locali, il Forum sostiene che bisogna ripartire dai territori, dalle comunità: piccole come un Comune montano di 500 abitanti o grandi come l’area metropolitana di Torino, Buenos Aires o Dakar. Nei territori, dicono i funzionari dell’Undp (il programma per lo sviluppo dell’Onu, il suo “braccio politico” e strategico ), ci sono già tutti i temi da cui partire per applicare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile: un territorio, piccolo o grande, deve infatti sempre fare i conti con l’ambiente, l’esclusione sociale, il lavoro, l’innovazione, l’istruzione. Ed è partendo dai territori, dai sindaci, dalle associazioni, dagli imprenditori locali, che è più facile declinare nel quotidiano le grandi mete che dovrebbero farci vivere meglio. Il messaggio che viene da Torino – sintetizza Johannes Krassnitzer dell’Undp – «ci dice che esiste una nuova forza che è la somma di tante diversità in grado di dialogare tra loro. E questo sforzo a livello locale è in grado di incidere sulle scelte nazionali e su quelle internazionali». A patto, dicono da Torino, che il centro redistribuisca risorse alla periferia. Un negoziato che resta in salita.

(anche su Repubblica.it)

Ban Ki-moon in Italia: due obiettivi per raggiungerne 17

Terminate le celebrazioni ufficiali che hanno visto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon in Italia (a Torino in Parlamento, a Expo Milano, al Forum organizzato dall’Undp a Torino), cosa resta della tre giorni che ha visto concentrarsi in Italia lo sforzo dell’Onu per ritornare al centro del dibattito internazionale? Almeno due cose.

Convincere i governi

La prima riguarda il tentativo di convincere i governi del pianeta, che hanno sottoscritto a New York l’Agenda 15/30, a farla diventare pratica quotidiana. L’Agenda 15/30 contiene infatti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals) che sono la continuazione delle vecchie Mete del Millennio (MDGs) appena conclusesi. A differenza dei Millennium Goals, i 17 obiettivi impegnano però i governi, da qui al 2030, a uno sforzo non più per settori di popolazione (emarginati, poveri etc) o per Paesi (subsahariani, a basso reddito, in via di sviluppo etc), ma “universale”. Gli obiettivi cioè riguardano tutti: cittadini del Nord e del Sud del mondo. Un salto di qualità che prevede un pianeta a sviluppo sostenibile dove tutti devono fare la propria parte e non solo “carità” solidale a chi è più sfortunato. E’ un concetto nuovo e non facile da metabolizzare. La visita di Ban Ki-moon mirava dunque innanzi tutto a questo.

Il secondo obiettivo del segretario generale era invece quello di cercare di dimostrare che applicare i 17 obiettivi si può. Ma come? La risposta sta nei risultati del Forum sullo sviluppo locale sostenibile che si è svolto a Torino dal 13 al 16 ottobre e che è stato chiuso proprio da Ban Ki-moon. Qual è la novità?

Ripartire dai territori

Il Forum, che è giunto alla sua terza edizione (la prossima in Africa, tra due anni), è qualcosa di diverso dai soliti eventi dove ognuno arriva, legge il suo discorso e se ne va. E’ il frutto di un processo di aggregazione di reti, enti locali, associazioni della società civile, fondazioni, imprenditori e università che ormai da sei anni lavorano assieme per dimostrare che, per applicare qualsiasi obiettivo – per renderlo cioè applicabile nella realtà quotidiana – bisogna cambiare ottica. Anziché chiedere e poi demandare ai governi nazionali le politiche locali, il Forum sostiene che bisogna ripartire dai territori, dalle comunità: piccole come un Comune montano di 500 abitanti o grandi come l’area metropolitana di Torino, Buenos Aires o Dakar. Nei territori, dicono i funzionari dell’Undp (il programma per lo sviluppo dell’Onu, il suo “braccio politico” e strategico ), ci sono già tutti i temi da cui partire per applicare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile: un territorio, piccolo o grande, deve infatti sempre fare i conti con l’ambiente, l’esclusione sociale, il lavoro, l’innovazione, l’istruzione. Ed è partendo dai territori, dai sindaci, dalle associazioni, dagli imprenditori locali, che è più facile declinare nel quotidiano le grandi mete che dovrebbero farci vivere meglio. Il messaggio che viene da Torino – sintetizza Johannes Krassnitzer dell’Undp – «ci dice che esiste una nuova forza che è la somma di tante diversità in grado di dialogare tra loro. E questo sforzo a livello locale è in grado di incidere sulle scelte nazionali e su quelle internazionali». A patto, dicono da Torino, che il centro redistribuisca risorse alla periferia. Un negoziato che resta in salita.

(anche su Repubblica.it)

Bassel Khartabil (aka Safadi) gets a research position at MIT Media Lab

This is the news of the day: our friend Bassel Khartabil, jailed by the Syrian regime since March 2012 (and recently moved to an unknown location) has just been offered a research position with the Center for Civic Media at the MIT Media Lab. Bassel’s latest project, which is about reconstructing the ancient city of […]

Bassel Khartabil (aka Safadi) gets a research position at MIT Media Lab

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Bassel Khartabil (aka Safadi) gets a research position at MIT Media Lab

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Flussi migratori e compassione europea: a quando informazione e sostenibilità? (by Estella Carpi, October 2015)

http://www.reset.it/reset-doc/diritti-migranti-emergenza-quotidianita-compassione-unione-europea Estella Carpi 22 ottobre 2015 Da Reset-Dialogues on Civilizations Sembra esser stata soprattutto la foto di Aylan, il bimbo siriano di origini curde affogato nelle acque turche sulla spiaggia di Bodrum il 2 settembre, insieme alle ondate di profughi che tentano il passaggio dall’Europa orientale – provenienti soprattutto da Siria, Iraq e Afghanistan – […]

Flussi migratori e compassione europea: a quando informazione e sostenibilità? (by Estella Carpi, October 2015)

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Turchia, Erdogan: attentati di Ankara commessi da ‘collettivo terrorista’

(Agenzie). Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha attribuito la responsabilità del duplice attentato ad Ankara dello scorso 10 ottobre a un ‘collettivo terrorista’, che include Daesh (ISIS), combattenti curdi turchi e siriani e i servizi segreti di Damasco. “Il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), Daesh, i Mukhabarat (servizi segreti siriani) e il PYD (Partito […]

L’articolo Turchia, Erdogan: attentati di Ankara commessi da ‘collettivo terrorista’ sembra essere il primo su Arabpress.

USA: Dondald Trump vuole chiudere moschee per fermare Daesh

(Agenzie). Il celebre imprenditore, nonché candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump ha dichiarato che, per fermare Daesh (ISIS), adotterebbe misure simili a quelle del governo britannico, tra cui chiudere alcune moschee di stampo “estremista”. Immediata la reazione del Consiglio per le Relazioni Americane Islamiche, il cui responsabile per le questioni governative, Roberta McCaw, […]

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Turchia dentro, rifugiati fuori: lo sporco accordo dell’Unione Europea

Di Mahir Zeynalov. Al-Arabiya News (20/10/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi Alcuni anni fa, l’ultimo leader libico Muammar Gheddafi castigò l’Europa per il sostegno ai ribelli che combattevano contro di lui e minacciò di non essere d’aiuto nel frenare i migranti diretti in Europa. Lo stesso oggetto di scambio viene ora offerto dall’Unione Europea […]

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Turchia: adolescente trattenuto per aver ‘insultato’ Erdogan

(Agenzie). Un ragazzo di 15 anni è stato trattenuto dalla polizia in Turchia in quanto sospettato di aver “insultato” il presidente Recep Tayyip Erdogan, secondo quanto riferito dai media locali, che però non hanno specificato la natura dall’insulto. Il ragazzo ha passato la notte in un commissariato di polizia dopo essere stato bloccato da alcuni […]

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Qatar: possibile intervento militare in Siria

(Agenzie). Il Qatar ha annunciato che potrebbe intervenire a livello militare nel Paese, anche se una soluzione politica è sempre preferibile, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri Khalid al-Attiyah. In un’intervista alla CNN, il ministro ha dichiarato: “Se un intervento militare proteggerà il popolo siriano dalla brutalità del regime, allora lo faremo”. Attuyah ha aggiunto che […]

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Egitto: problemi con la censura per Morgan Freeman?

(Agenzie). La scorsa domenica, il famoso attore statunitense Morgan Freeman è arrivato in Egitto nel quadro delle riprese di “The Story of God”, documentario del National Geographic di cui Freeman è presentatore e produttore esecutivo. L’Autorità per la Censura egiziana ha contattato l’Agenzia di Sicurezza Nazionale chiedendole di chiarire lo stato legale della presenza della […]

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Il lascito di Muammar Gheddafi perseguita ancora la Libia

Di Mohamad Ali Harissi. Your Middle East (21/10/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Negrini. “Gheddafi ha scelto di costruire l’idea di uno Stato attorno alla sua personalità”, ha affermato Michael Nayebi-Oskoui, analista senior di Medio Oriente presso l’azienda di intelligence globale Stratfor, con sede negli Stati Uniti. Il dittatore “utilizzava una forza militare basata sul petrolio per distruggere […]

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