Giorno: 2 ottobre 2015

BookCity Milano

bk 110Dal 22 al 25 ottobre 2015 manifestazione dedicata al libro e alla lettura e dislocata in tutta la città: incontri con gli autori, spettacoli, reading, laboratori, mostre. Isabel Allende riceverà il Sigillo della Città. Presenti tra gli altri il Premio Nobel Herta Müller, Adrien Bosc, Irene Brežná, Edward Carey, Jeffery Deaver, Amitav Gosh, Luis Sepúlveda, Nassim Taleb, Abraham Yehoshua, Kim Young Ha.

Marocco: “Hand Maid”, la vita di una donna attraverso le sue mani (video)

(TelQuel). “Mettere in scena la giornata tipo di una donna marocchina”: questa l’ambizione del duo marocchino composto da Karim Souissi (regista) e Réda Zniber (fonico) e dello scrittore e sceneggiatore olandese Robin Wijnhold. I tre sono i realizzatori del cortometraggio “Hand Maid”. Inizialmente premiato al concorso Ana Maghribia dell’istituto francese, il corto si è inoltre aggiudicato il primo premio della […]

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Cucina saudita: jareesh, riso e grano spezzato con latte e yogurt

Oggi andiamo a scoprire uno dei piatti fondamentali della tradizione culinaria saudita, che prende il nome dalla parola araba con cui si indica il suo ingrediente principale, cioè il grano spezzato crudo: ecco come preparare il jareesh! Ingredienti: 50g di riso bianco 200g di grano spezzato crudo 4 cipolle (1+3, tritate) 5 cucchiai di olio d’oliva […]

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Speciale Iraq/ Qualcosa di diverso

“E’ un filo sottile quello su cui ci muoviamo, tra la speranza e la voglia di mollare. Ma domani saremo ancora qui, e oggi pomeriggio saremo in piazza”. Dopo il primo giorno di lavori, il Forum Sociale Iracheno si ferma momentaneamente. Da Baghdad, il racconto di Osservatorio Iraq.

 

02 Ottobre 2015
di: 
Stefano Nanni da Baghdad

Yemen: il governo taglia le relazioni con l’Iran

(Agenzie). Il governo yemenita del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha deciso di rompere le relazioni diplomatiche con l’Iran. Lo ha riferito la televisione statale oggi, venerdì 2 ottobre. Già il Bahrein aveva richiamato il suo ambasciatore dall’Iran ieri. La coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita era intervenuta nella guerra in Yemen lo scorso marzo per cercare […]

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Arabia Saudita: il collasso è inevitabile

Di Nafeez Ahmed. Middle East Eye (02/10/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Lo scorso 22 settembre, un membro della famiglia saudita ha fatto appello a un “cambiamento” nella leadership per evitare il collasso del regno. In una lettera circolata tra i principi sauditi, il suo autore, il nipote del deceduto monarca Abdulaziz Ibn Saud, ha […]

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Francia: Putin arriva a Parigi per parlare di Siria

(Agenzie). Il Presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Parigi per incontrare il suo omologo francese Francois Hollande. L’argomento principale dei colloqui sarà la Siria.  I due leader si sono stretti la mano fuori dal palazzo dell’Eliseo, dove si è discusso già di Ucraina.  Venerdì scorso, la Russia ha bombardato la Siria per il terzo giorno, colpendo principalmente le […]

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Algeria: sei divorzi all’ora, un fenomeno che minaccia la società algerina

Di Wael Hamza. Huffington Post Arabi  (17/09/2015). Traduzione e sintesi di Paola Conti. Le statistiche dell’Osservatorio Algerino per la Donna hanno registrato 60 mila casi di divorzio nel 2014, ovvero 166 casi al giorno, 6 divorzi all’ora. Alcuni matrimoni finiscono dopo pochi giorni, e spesso hanno come risultato bambini privati del calore familiare con l’assenza del […]

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Algeria: lanciato progetto su parità di genere con UN Women

(Al Huffington Post Maghreb). L’Algeria e le Nazioni Unite hanno lanciato un programma di cooperazione che verte sul “rinforzamento della parità di diritti tra uomini e donne”. Assistito dall’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile (UN Women) e finanziato dal Belgio, il progetto si svolgerà nell’arco di due anni e avrà l’obiettivo di […]

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Siria: continuano i raid russi, condanna della coalizione internazionale

(Agenzie). Gli attacchi aeri russi in Siria dureranno per qualche mese e si intensificheranno, secondo quando riferito da un parlamentare russo, mentre il presidente Vladimir Putin si trova in Francia a discutere della questione. “C’è sempre il rischio di impedimenti, ma Mosca si parla di circa 3 o 4 mesi di operazioni”, ha dichiarato Alexei Pushkov, […]

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Yemen: truppe yemenite e coalizione riprendono lo stretto di Bab el-Mandeb

(Agenzie). Truppe yemenite leali al governo in esilio e forze della coalizione hanno ripreso il controllo dalle mani dei ribelli Houthi della parte araba dello stretto di Bab el-Mandeb, strategico punto di passaggio del Mar Rosso verso il Golfo di Aden, secondo quanto riferito da un portavoce del governo. “Durante un’operazione su vasta scala, il governo […]

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Le tre condizioni poste dai cristiani per tornare a casa loro

Di Nawzat Shamdeen. Niqash (24/09/2015) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. È quasi certo che, come dichiarato dal patriarca Louis Sako, “per la prima volta nella storia dell’Iraq, a Mosul non ci sono più cristiani”. Ma che cosa li spingerebbe a voler tornare nella città che un tempo era casa loro? Per centinaia di anni i cristiani hanno […]

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La guerra a Kunduz colpisce Kabul

La prima offensiva dell’esercito afgano e delle forze speciali con l’appoggio degli americani per strappare Kunduz ai talebani è stata lanciata mercoledi notte alle 11 e ieri, in parte, è stato ripreso il controllo della città. Ma la battaglia va avanti. Va avanti a Kunduz, in varie zone limitrofe e lungo la grande strada Baghlan Kunduz che è il tratto stradale più importante di tutto il Nord dell’Afghanistan, mentre in centro i talebani tentano di riconquistare le posizioni perdute nella notte. La battaglia infuria sul terreno ma anche nelle aule del parlamento dove piovono accuse e minacce che imbarazzo il governo e che mettono sotto i riflettori il governatore della città settentrionale.

Nel mrino c’è infatti Omar Safai (all’estero al momento dell’attacco), accusato dallo speaker del Parlamento Abdul Rauf di inesperienza e irresponsabilità: un colpo duro per il presidente Ashraf Ghani, cui spetta la nomina dei governatori delle province.

A ormai cinque giorni dalla clamorosa sortita talebana, l’Afghanistan fa i conti con la prima vera dimostrazione di forza della guerriglia che è segnata da almeno tre elementi: una sfida che viene per la prima volta da Nord e non da Sud; una mossa che rivela o tende a dimostrare che, nonostante la querelle interna seguita alla morte di mullah Omar, i talebani sono forti e compatti; infine una dimostrazione sul terreno alle cellule di Daesh in rapida ascesa nel Paese e che accusano i talebani di non essere stati capaci di costruire, come in Siria o in Iraq, aree controllate dalla guerriglia dove si viva islamicamente sotto un’amministrazione alternativa a crociati e governi corrotti.
Se la città sta già collezionando le sue macerie e la resistenza talebana è difficile da sradicare, la tensione della guerra al Nord si riflette intanto su Kabul. Mentre il presidente Ghani promette una rapida riconquista e istituisce tre commissione per individuare le responsabilità della caduta della città e individuare “spie”, il suo vice Abdullah chiede che le truppe occidentali continuino a sostenere un Paese che, ai suoi occhi, da solo non può farcela. Un appello condito da accuse feroci al Pakistan, reo di continuare l’appoggio alla guerriglia: un Paese cui invece Ghani aveva teso inizialmente la mano. Le accuse al Pakistan arrivano anche dal ministro della Difesa, Bismillah Khan Mohammadi, e dal vice comandante dell’esercito nazionale, Murad Ali Murad, secondo cui il piano di attacco a Kunduz è stato pianificato dall’Isi, i servizi segreti di Islamabad. La guerra al Nord spacca dunque il cuore politico del Paese e rimarca la differenza di vedute all’interno dell’amministrazione. Seppellendo per ora ogni spiraglio negoziale tra governo e guerriglia.

La guerra a Kunduz colpisce Kabul

La prima offensiva dell’esercito afgano e delle forze speciali con l’appoggio degli americani per strappare Kunduz ai talebani è stata lanciata mercoledi notte alle 11 e ieri, in parte, è stato ripreso il controllo della città. Ma la battaglia va avanti. Va avanti a Kunduz, in varie zone limitrofe e lungo la grande strada Baghlan Kunduz che è il tratto stradale più importante di tutto il Nord dell’Afghanistan, mentre in centro i talebani tentano di riconquistare le posizioni perdute nella notte. La battaglia infuria sul terreno ma anche nelle aule del parlamento dove piovono accuse e minacce che imbarazzo il governo e che mettono sotto i riflettori il governatore della città settentrionale.

Nel mrino c’è infatti Omar Safai (all’estero al momento dell’attacco), accusato dallo speaker del Parlamento Abdul Rauf di inesperienza e irresponsabilità: un colpo duro per il presidente Ashraf Ghani, cui spetta la nomina dei governatori delle province.

A ormai cinque giorni dalla clamorosa sortita talebana, l’Afghanistan fa i conti con la prima vera dimostrazione di forza della guerriglia che è segnata da almeno tre elementi: una sfida che viene per la prima volta da Nord e non da Sud; una mossa che rivela o tende a dimostrare che, nonostante la querelle interna seguita alla morte di mullah Omar, i talebani sono forti e compatti; infine una dimostrazione sul terreno alle cellule di Daesh in rapida ascesa nel Paese e che accusano i talebani di non essere stati capaci di costruire, come in Siria o in Iraq, aree controllate dalla guerriglia dove si viva islamicamente sotto un’amministrazione alternativa a crociati e governi corrotti.
Se la città sta già collezionando le sue macerie e la resistenza talebana è difficile da sradicare, la tensione della guerra al Nord si riflette intanto su Kabul. Mentre il presidente Ghani promette una rapida riconquista e istituisce tre commissione per individuare le responsabilità della caduta della città e individuare “spie”, il suo vice Abdullah chiede che le truppe occidentali continuino a sostenere un Paese che, ai suoi occhi, da solo non può farcela. Un appello condito da accuse feroci al Pakistan, reo di continuare l’appoggio alla guerriglia: un Paese cui invece Ghani aveva teso inizialmente la mano. Le accuse al Pakistan arrivano anche dal ministro della Difesa, Bismillah Khan Mohammadi, e dal vice comandante dell’esercito nazionale, Murad Ali Murad, secondo cui il piano di attacco a Kunduz è stato pianificato dall’Isi, i servizi segreti di Islamabad. La guerra al Nord spacca dunque il cuore politico del Paese e rimarca la differenza di vedute all’interno dell’amministrazione. Seppellendo per ora ogni spiraglio negoziale tra governo e guerriglia.