Giorno: 1 ottobre 2015

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera

Vengo a sapere che oggi 1 Ottobre, alle 15.30 presso il teatro dell’Arte di Milano si terrà un incontro nell’ambito de “Il tempo delle donne”, una serie di incontri organizzati dal Corriere della Sera. A questo incontro partecipano Asma Barlas … Continua a leggere

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera

Vengo a sapere che oggi 1 Ottobre, alle 15.30 presso il teatro dell’Arte di Milano si terrà un incontro nell’ambito de “Il tempo delle donne”, una serie di incontri organizzati dal Corriere della Sera. A questo incontro partecipano Asma Barlas … Continua a leggere

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera

Vengo a sapere che oggi 1 Ottobre, alle 15.30 presso il teatro dell’Arte di Milano si terrà un incontro nell’ambito de “Il tempo delle donne”, una serie di incontri organizzati dal Corriere della Sera. A questo incontro partecipano Asma Barlas … Continua a leggere

Asma Barlas, Amina Wadud e Il Corriere della Sera
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Siria: Russia non si unirà a coalizione anti-Daesh, pronta a intervenire in Iraq

(Agenzie). La Russia non intende unirsi alla coalizione a giuda statunitense per la lotta a Daesh (ISIS) in Siria e in Iraq, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa RIA citando una fonte del ministero degli Esteri russo. Allo stesso tempo, un funzionario diplomatico russo ha invece riferito che Mosca è pronta a prendere in considerazione un intervento militare aereo […]

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Egitto: riaperta l’ambasciata israeliana, a beneficio di chi?

Di Sonia Farid. Al-Arabiya (01/10/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. L’ambasciata israeliana al Cairo ha riaperto ufficialmente nel totale silenzio dei media, un fatto che ha reso l’evento ancora più controverso di quanto già non sia. L’Egitto ha mantenuto un profilo basso per la cerimonia di apertura, inviando il vice responsabile del protocollo diplomatico a presiedere […]

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Belgio: a Charleroi si insegna la darija marocchina e il turco

(Al Huffington Post Maghreb). In sei scuole della città belga di Charleroi verranno impartite lezioni di turco e di dialetto marocchino (darija). Queste attività vengono svolte nel quadro del programma internazionale “Origine Langue Culture”. Principalmente destinate agli studenti di origine marocchina o turca, queste lezioni sono in realtà aperte a “tutti coloro che lo desiderano”, come precisato dall’assistente all’istruzione di […]

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Arabia saudita: terrorista minaccia di morte giornalista in diretta

Gira da maggio 2015 nei siti arabi, l’intervista del noto giornalista saudita Daoud Al Sharian a Khaled Al Muwallad, un prigioniero terrorista di Al-Qaeda, ospite allo show popolare “Al Thamina”. Durante la trasmissione si affronta la questione della tomba del Profeta, che vede i salafiti in contrasto con la corrente jihadista secondo la quale pregare davanti al […]

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Intervista a Zwewla – un collettivo di “poveri” graffitari

Giada Frana Dopo la cosiddetta “Rivoluzione della dignità” tunisina, i graffiti e le scritte hanno invaso i muri di tutte le città del Paese: il bisogno di esprimere il proprio pensiero era talmente grande e ogni cittadino voleva poter dire la sua. Quale supporto migliore dei muri, a portata di mano di tutti, per poter far passare il proprio messaggio, […]

Siria: Arabia Saudita preoccupata su attacchi russi

(Agenzie). L’Arabia Saudita ha chiesto alla Russia di mettere fine alle sue operazioni militari in Siria, secondo quanto riferito dall’ambasciatore saudita alle Nazioni Unite Abdallah al-Mouallimi, il quale ha aggiunto che non erano presenti obiettivi Daesh (ISIS) nelle zone colpite dagli attacchi russi. Durante il suo discorso all’ONU, Mouallimi ha detto: “La delegazione del mio Paese è […]

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Egitto: università del Cairo vieta niqab alle insegnanti

(Agenzie). L’Università del Cairo, la più antica istituzione scolastica d’Egitto, ha deciso di vietare alle professoresse e alle assistenti di indossare il niqab durante l’insegnamento. Il divieto si applica “a tutti i collegi e gli istituti della facoltà femminile di dare lezioni, fare tutoraggio, frequentare laboratori o fornire esercitazioni scientifiche mentre si indossa il niqab“, secondo quanto […]

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Egitto: assolta la danzatrice accusata di insulto alla bandiera egiziana

(El Mund0). Finisce bene l’incubo vissuto negli ultimi mesi da una delle ballerine di danza orientale più richieste e discusse in Egitto: Sofinar Gourian, conosciuta come Safinaz. Lo scorso aprile, la Gourian, di nazionalità armena e sposata con un egiziano, era stata condannata a sei mesi di detenzione per aver ballato indossando una bandiera egiziana in […]

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La cooperazione russo-americana in Siria

Di Jonathan Steele. Middle East Eye (29/09/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. Ora, dopo il primo incontro formale tra Vladimir Putin e Barack Obama, cosa succederà al conflitto siriano? Poi, il vago accenno al coordinamento militare porterà a qualche differenza di condotta tra le linee dell’esercito siriano e delle forze di Daiesh (ISIS)? Ce […]

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Bombardare Kunduz

I raid su Kunduz non sono soltanto un fatto odioso perché bombardare una città significa automaticamente produrre vittime civili certe. E’ sbagliato dal punto di vista politico, poiché diminuisce le già labili speranze di un negoziato di pace. Ed è inefficace dal punto di vista militare come ormai la storia recente, dall’Irak alla Siria passando ovviamente per l’Afghanistan, sembra aver ampiamente accertato. Kunduz tra l’altro, è bene ricordarlo, è stata già teatro di una strage: nel 2009, aerei della Nato, chiamati in soccorso da un colonnello tedesco, bombardarono in quella provincia centinaia di persone che stavano tentando di spillare gasolio da due autobotti, poco prima sequestrate dalla guerriglia. La strage di Kunduz è uno dei tanti episodi orribili di questa guerra che, in quel caso come in altri, aveva reso più evidente la tragica beffa degli “effetti collaterali”. Conditi da un’altra beffa ancora: a Bonn, quattro anni dopo, un tribunale respinse la domanda di risarcimento di decine di famigliari delle vittime che in totale – secondo l’avvocato delle famiglie – erano state 137. Il nome del responsabile, come nella favola omerica, rimase “Nessuno”.


Quei raid aerei sono odiosi anche per questo e la loro evoluzione, il drone senza pilota, è la massima aspirazione di un modus operandi che militarmente -e politicamente – ha una sola funzione: terrorizzare. O meglio, spaventare il nemico (di solito protetto da bunker o elmetti) terrorizzando la popolazione civile. In quel caso funzionano egregiamente: come provano le guerre a Gaza, “vittoriose” su un popolo decimato da bombe intelligenti.

A chi non è sensibile al lato umano, si può ben contestare che, nella maggior parte dei casi, i bombardamenti sono inefficaci per vincere la guerra come ben dimostra il caso afgano. Dopo 15 anni di raid i talebani sono ancora lì. Servono allora più truppe di terra magari straniere e ben addestrate? L’Afghanistan, che truppe straniere ne ha contate sino a 130mila, anche in questo caso dimostra il contrario.

Bombardare Kunduz

I raid su Kunduz non sono soltanto un fatto odioso perché bombardare una città significa automaticamente produrre vittime civili certe. E’ sbagliato dal punto di vista politico, poiché diminuisce le già labili speranze di un negoziato di pace. Ed è inefficace dal punto di vista militare come ormai la storia recente, dall’Irak alla Siria passando ovviamente per l’Afghanistan, sembra aver ampiamente accertato. Kunduz tra l’altro, è bene ricordarlo, è stata già teatro di una strage: nel 2009, aerei della Nato, chiamati in soccorso da un colonnello tedesco, bombardarono in quella provincia centinaia di persone che stavano tentando di spillare gasolio da due autobotti, poco prima sequestrate dalla guerriglia. La strage di Kunduz è uno dei tanti episodi orribili di questa guerra che, in quel caso come in altri, aveva reso più evidente la tragica beffa degli “effetti collaterali”. Conditi da un’altra beffa ancora: a Bonn, quattro anni dopo, un tribunale respinse la domanda di risarcimento di decine di famigliari delle vittime che in totale – secondo l’avvocato delle famiglie – erano state 137. Il nome del responsabile, come nella favola omerica, rimase “Nessuno”.


Quei raid aerei sono odiosi anche per questo e la loro evoluzione, il drone senza pilota, è la massima aspirazione di un modus operandi che militarmente -e politicamente – ha una sola funzione: terrorizzare. O meglio, spaventare il nemico (di solito protetto da bunker o elmetti) terrorizzando la popolazione civile. In quel caso funzionano egregiamente: come provano le guerre a Gaza, “vittoriose” su un popolo decimato da bombe intelligenti.

A chi non è sensibile al lato umano, si può ben contestare che, nella maggior parte dei casi, i bombardamenti sono inefficaci per vincere la guerra come ben dimostra il caso afgano. Dopo 15 anni di raid i talebani sono ancora lì. Servono allora più truppe di terra magari straniere e ben addestrate? L’Afghanistan, che truppe straniere ne ha contate sino a 130mila, anche in questo caso dimostra il contrario.