Giorno: 28 agosto 2015

Turchia: verso uno scenario orwelliano

Di Tulay Cetingulec. Al-Monitor (24/08/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo Da gennaio Recep Tayyip Erdoğan ha invitato al palazzo presidenziale numerosi mukhtar, rappresentanti di comunità locali e quartieri dei centri metropolitani, con l’obiettivo di estendere e capillarizzare il controllo sul Paese. Un’esigenza che si è fatta più cogente dal riemergere della questione curda, in particolare […]

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“You Stink”: il Libano ai libanesi

mcc43 “Quali sono gli obiettivi di You Stink ?” “Vogliamo tre cose. Primo: smantellare il monopolio politico sulla raccolta dei rifiuti. Chiediamo che sia lasciata alla competenza della municipalità. Secondo: non vogliamo che la raccolta rifiuti venga parcellizzata, significherebbe tante fette per i vari partiti. Terzo: responsabilità, chiediamo che siano designati dei responsabili. “ A […]

“You Stink”: il Libano ai libanesi

mcc43 “Quali sono gli obiettivi di You Stink ?” “Vogliamo tre cose. Primo: smantellare il monopolio politico sulla raccolta dei rifiuti. Chiediamo che sia lasciata alla competenza della municipalità. Secondo: non vogliamo che la raccolta rifiuti venga parcellizzata, significherebbe tante fette per i vari partiti. Terzo: responsabilità, chiediamo che siano designati dei responsabili. “ A […]

“You Stink”: il Libano ai libanesi

mcc43 “Quali sono gli obiettivi di You Stink ?” “Vogliamo tre cose. Primo: smantellare il monopolio politico sulla raccolta dei rifiuti. Chiediamo che sia lasciata alla competenza della municipalità. Secondo: non vogliamo che la raccolta rifiuti venga parcellizzata, significherebbe tante fette per i vari partiti. Terzo: responsabilità, chiediamo che siano designati dei responsabili. “ A […]

“You Stink”: il Libano ai libanesi

mcc43 “Quali sono gli obiettivi di You Stink ?” “Vogliamo tre cose. Primo: smantellare il monopolio politico sulla raccolta dei rifiuti. Chiediamo che sia lasciata alla competenza della municipalità. Secondo: non vogliamo che la raccolta rifiuti venga parcellizzata, significherebbe tante fette per i vari partiti. Terzo: responsabilità, chiediamo che siano designati dei responsabili. “ A […]

Il Re del Marocco vittima di ricatto

(Agenzie).Il re del Marocco, Mohammed VI, è stato vittima di un tentativo di ricatto ed estorsione. Lo scrittore-giornalista Eric Laurent e il suo co-autore Catherine Graciet, che hanno dichiarato di essere in procinto di pubblicare un carico di indagare la famiglia reale del Marocco, sono stati arrestati Giovedi, 27 agosto. Un caso qualificato di “eccezionale […]

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Giornalisti del Mediterraneo, vince Amedeo Ricucci

Al via il Premio Internazionale “Giornalisti del Mediterraneo”. Il vincitore della 7° edizione è Amedeo Ricucci del TG1 Rai, rapito in Siria e liberato dopo una triste prigionia. L’appuntamento è promosso dal Comune di Otranto e dall’associazione “Terra del Mediterraneo”, in partnership con Europuglia, portale di promozione delle attività e dei progetti del Servizio Mediterraneo […]

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Quel treno per Jaffna

Dopo un lungo tira e molla durato anni, la Commissione Onu per i diritti umani pubblica il suo rapporto sulla strage dei tamil del 2009 in Sri Lanka. Il governo lo riceve in queste ore in anteprima. Ma la giustizia sembra davvero lontana. Reportage dal sogno del Tamil Eelam (le puntate precedenti sono state pubblicate in gennaio) 

Il treno si ferma nel cuore della notte in una piccola stazioncina senza nome della linea Colombo Jaffna. In realtà è arrivato al confine della regione tamil di Vanni, che nello Sri Lanka comprende quattro distretti che, con la penisola di Jaffna, formano la terra tamil. Salgono i militari, fucile spianato, giovanissima età, quasi nessuna parola fuor della loro lingua. Chiedono il passi per poter varcare la frontiera immaginaria tra lo Sri Lanka a maggioranza singalese e l’area dove la maggioranza è invece formata da tamil in gran parte induisti, una comunità venuta dall’India del Sud secoli fa. Come del resto i singalesi, adesso in maggioranza buddisti. Non capiamo o fingiamo di non capire: il passi non l’abbiamo. E’ il gennaio dell’anno scorso e ci sono appena state le elezioni, conclusesi con la disfatta del regime di Mahinda Rajapaksa, l’uomo che ai tamil ha fatto la guerra per anni e che, alla fine, l’ha vinta con una strage. Senza giustizia, nella piena impunità. Il passi lo avevano levato ma adesso chissà, sembra di nuovo in vigore, forse per via delle elezioni. Gentilmente ma fermamente ci fan scendere la treno. La notte è umida e fresca ma non c’è nemmeno un po’ di luna a rischiarare un paesaggio così buio che nemmeno le mostrine dei soldati han l’occasione di brillare. Nella stazione non c’è anima viva oltre le divise verdi. E nonostante due giovani reclute di sesso femminile che ridacchano tra loro rompendo la tensione, un brivido gelato corre lungo la schiena. Questa è terra di esecuzioni sommarie.

Una lacrima nell’Oceano indiano

E invece dopo un po’ arriva un camion militare e si arriva velocemente al posto di blocco: un’enorme
caserma con un palo abbassato. C’è una fila di tamil e qualche turista, come noi senza passi. «L’avevano levato», protesta un tamil con passaporto britannico che viene trattato – a casa sua – come uno straniero. Chi è partito all’estero – e forse per questo si è salvato – paga questo prezzo. Uno di loro ci dà un passaggio la mattina dopo quando, dopo un fax a Colombo, veniamo liberati. La carreggiabile A9 verso la penisola di Jaffna corre tra due ampi margini di terra aggrediti dalla foresta e del tutto incolti, interrotti da qualche grossa fattoria che sembra appena impiantata. «Lo è – dice l’autista – sono terreni confiscati e alienati a singalesi mandati qua per ripopolare un’area che è stata svuotata di noi tamil. Non ci sono case lungo la strada? Sono state distrutte, la gente cacciata. E i terreni adesso dati a militari che hanno finito la ferma. Per loro c’è acqua, pozzi, sementi. Per noi persino l’obbligo di non celebrare i nostri morti». Torna quel brivido lungo la schiena. Gelato e affilato come la lama di una baionetta.

Velupillai Prabhakaran, leader Ltte

La rivolta, latente da secoli, comincia nel 1983, quando si afferma un nuovo gruppo secessionista, armato e organizzato: le Tigri per la liberazione della patria Tamil (Ltte) che chiede uno Stato separato da Colombo, il Tamil Eelam nel Nord dello Sri Lanka, su quasi un terzo della terra della Lacrima dell’Oceano indiano. La campagna militare dura 26 anni e finisce, con una strage, nel maggio del 2009. L’offensiva si svolge durante l’assedio di Gaza (Piombo fuso) che oscura totalmente questo conflitto secondario, con pochi testimoni e migliaia di morti, almeno 70mila, forse di più. L’Onu pubblica sulla vicenda due rapporti ma poi rinvia tutto alla Commissione per i diritti umani di Ginevra (Hrc), che non si è ancora espressa.

Tra qualche giorno però il dossier Sri Lanka, il rapporto dell’Alto commissariato per i dritti umani, verrà presentato alla Commissione dell’Hrc. E’ un rapporto che ha faticato anni a venire alla luce e che adesso, se il calendario sarà rispettato, dovrebbe essere presentato nel fine settimana al governo di Colombo, 48 ore prima di essere messo online, a disposizione dei delegati alla 30ma sessione della Commissione che si apre a metà settembre. La discussione è prevista per la fine del mese. La gestazione è stata lunga e questo spiega tante cose: pressioni di ogni tipo e interventi a gamba tesa di Colombo per procrastinare, annacquare, boicottare il lavoro dell’Onu. A colpi di rinvii intanto si è adivenuti a un accordo: il rapporto consiglierà quel che va fatto ma senza fare nomi. Ce ne dovrebbe essere per tutti, governo e Ltte, ma le responsabilità individuali, sembra di capire, resteranno nel vago. L’Ltte comunque ha già pagato.

Hanno pagato con un massacro le cui tracce vanno scomparendo. Persino i cimiteri, i Tuilum Illam (casa del

Al Hussein
Alto commissario 
Hrc

sonno) «erano stati sistematicamente distrutti con i buldozer», scrive Cristiana Natali in Oltre la nazione, un saggio a cura di Giuseppe Burgio uscito da poco per Ediesse. Una distruzione condotta con la forza e obbligando la popolazione civile a parteciparvi. Alla distruzione sistematica delle memoria si accompagna «il programma di colonizzazione…e alla distruzione dei cimiteri – scrive ancora Natali – è seguita la progressiva occupazione dei territori del Nord e dell’Est da parte di cittadini singalesi». Un segno evidente lo vediamo a Kilinochchi, l’ex capitale amministrativa delle Tigri: i cimiteri sono scomparsi ma c’è un enorme monumento al milite ignoto, guardato a vista da due soldati. E’ un possente muro grigio con una pallottola dorata piantata in mezzo. A Killinochchi di milite ignoto se ne può onorare uno solo: quello con la divisa dello Sla (Sri Lanka Army). Ricordare i martiri della secessione è reato.

La guerra contro l’Ltte doveva terminerà tra l’ottobre del 2008 e il maggio del 2009, i mesi del terrore ricordati per una manovra a tenaglia costellata di bombardamenti sulle no fly zone contrattate con l’Onu, in cui si concentrarono alla fine – in un’area grande come Central Park a New York – oltre 300mila persone. Strette in una morsa che racchiudeva tigri, residenti locali e sfollati. L’esercito chiude la morsa e stritola l’enclave. Il resto è silenzio. Dire se ora le cose per i tamil del Nord cambieranno – dopo il rapporto dell’Onu e soprattutto dopo la fine del regime di Rajapaksa – è difficile anche se il nuovo presidente, Maithripala Sirisena, deve la sua vittoria elettorale proprio ai tamil e ai musulmani delle regioni settentrionali. Infine il suo premier, Ranil Wickremasinghe primo ministro per la terza volta, è stato un uomo che ha tentato di negoziare coi tamil prima che il regime decidesse di chiudere la partita con la strage del 2009. Una strage ancora senza colpevoli.

(anche su il manifesto oggi in edicola)

Palestina: fissata data per primo congresso in 20 anni

(Agenzie). I leader palestinesi hanno fissato per le date dei prossimi 15 e 16 settembre la prima riunione del Consiglio Nazionale Palestinese (il parlamento palestinese) in 20 anni, a una settimana dalle dimissioni del presidente Mahmoud Abbas dalla carica di capo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Un funzionario palestinese, Azzam al-Ahmad, ha spiegato […]

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Libano: nuove proteste sabato, governo in stallo

(Agenzie). Gli attivisti dell’organizzazione You Stink hanno indetto una nuova manifestazione nelle strade del Libano per questo sabato, dopo che il caos scatenatosi dopo gli scontri della scorsa domenica hanno costretto il gruppo a rinviare una manifestazione che era stata indetta per lunedì scorso. Nel frattempo, il governo si trova in un nuovo stallo, dopo […]

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Da Yarmouk alla Ghouta, (soprav)vivere sotto assedio in Siria

Di Jehan Bseiso. CNN (25/08/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. In copertina l’esiguo staff medico rimasto a Douma (Ghouta orientale, sobborghi di Damasco) in una recente richiesta di porre fine alle violenze La recente epidemia di febbre tifoide a Yarmouk è solo la “punta dell’iceberg” di una situazione sanitaria in peggioramento all’interno del campo […]

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