Giorno: 27 maggio 2015

Chi c’è dietro a Daesh?

Di Tahar Ben Jelloun. Le 360 (25/05/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Siamo milioni, musulmani o non musulmani, laici, umanisti, gente semplice o acculturata, a non capire come Daesh (ISIS) possa continuare a progredire, a occupare città, a controllare frontiere, a vendere sul mercato nero il petrolio iracheno e a distruggere musei, a uccidere donne e […]

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Nucleare: Khamenei elogia lavoro negoziatori iraniai

(Agenzie). La Guida suprema iraniana l’Ayatollah Khamenei ha elogiato il lavoro della squadra di negoziatori iraniana impegnata al tavolo dei colloqui sul nucleare, dopo le pesanti critiche lanciategli dall’ala più conservatrice del Parlamento. I negoziatori, che hanno ripreso i colloqui con le potenze mondiali a Vienna Martedì, “stanno lavorando, facendo sforzi,  … per ottenere ciò che è […]

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Bahrein: parlamentare arrestato per insulti al regime

(Al-Bawaba).Un tribunale del Bahrein ha condannato un ex parlamentare sciita a un anno di prigione per le sue osservazioni contro il governo del regime di Al Khalifa. Khalid Abdul Aal è stato condannato a un anno di carcere con l’accusa di aver insultato il ministero dell’Interno tramite i suoi tweets inviati ad aprile del 2014. L’ex parlamentare ha dichiarato […]

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Siria: curdi liberano villaggi cristiani da Daesh

(Agenzie). Le forze curde hanno liberato decine di villaggi siriani dai militanti di Daesh. “Dopo 10 giorni di offensiva, i combattenti curdi hanno preso il controllo di 14 villaggi assiri controllati da Daesh da febbraio”, ha dichiarato  Rami Abdel Rahman, direttore del gruppo di attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. I cristiani assiri,  una delle più […]

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I razzi di Gaza mostrano che la calma non è poi così calma

Di Amos Harel. Haaretz (27/05/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Il lancio di un razzo Katyusha della scorsa notte su Gan Yavne è stato subito etichettato come il risultato di una disputa interna palestinese. Quindi, per ora, gli israeliani ancora segnati dalla guerra della scorsa estate a Gaza possono stare tranquilli. Sia funzionari della Difesa in […]

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Yemen: attacchi coalizione colpiscono città portuale di Hudayda

(Agenzie). Gli aerei e le navi da guerra della coalizione araba a guida saudita hanno colpito la città di Hudayda, il più grande porto militare dello Yemen, causando ingenti danni alla struttura portuale e colpendo due navi da guerra, secondo quanto riferito da fonti locali. “La base navale è stata bombardata via aria e via mare. […]

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Conferenza dei donatori per la Palestina oggi a Bruxelles

(Agenzie). La conferenza del gruppo di coordinamento dei donatori internazionali per il popolo e per il territori palestinesi, noto come Ad Hoc Liaison Committee (AHLC) si svolgerà oggi a Bruxelles alla presenza dell’Alto Rappresentante UE per la politica estera, Federica Mogherini, e il ministro degli Esteri norvegese Børge Brende, in qualità di presidente dell’AHLC. L’incontro ha in […]

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Egitto: più di 6.000 migranti irregolari arrestati da ottobre

(Ahram Online). L’esercito egiziano ha rilasciato un rapporto che afferma che nel corso degli ultimi sette mesi sono stati arrestati 6.004 persone che cercavano di “immigrare clandestinamente” attraverso le frontiere egiziane. Il rapporto non specifica la nazionalità dei migranti, ma indica che tra loro ci sono anche egiziani. Negli ultimi anni, un numero sempre crescente di […]

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La Ford espande la sua presenza in Marocco

(Agenzie). L’azienda di automobili Ford sta espandendo la sua esperienza in Nord Africa con un nuovo ufficio vendite in Marocco. Inoltre, la compagnia aumenterà il numero di parti di auto acquistati da fornitori marocchini, ha segnalato Kalyana Sivaganam, direttore della Ford per il Medio Oriente e il Nord Africa. Il mercato automobilistico del regno ha visto una […]

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Inviato del Vaticano in Libano per aiutare a risolvere la crisi

(Agenzie). L’arcivescovo franco-marocchino Dominique Mamberti visiterà il Libano questa settimana per contribuire a risolvere la crisi del vuoto presidenziale che ormai da un anno caratterizza il Paese. L’inviato del Vaticano arriverà a Beirut con la sua delegazione questo venerdì 29 maggio. Secondo fonti locali, durante la sua visita Mamberti discuterà della presenza cristiana in Medio Oriente e […]

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Egitto: chiuse 50 ONG per presunti legami con Fratellanza Musulmana

(Agenzie). Il ministro della Solidarietà Sociale egiziano ha ordinato lo scioglimento di 50 ONG in cinque diverse città dell’Egitto con l’accusa di essere affiliate alla Fratellanza Musulmana, portando così il numero totale delle associazioni chiuse solo quest’anno a ben 430. La Corte per le questioni urgenti del Cairo aveva bandito qualsiasi attività legata, finanziata o […]

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Yemen: ONU ordina rinvio negoziati di pace

(Agenzie). Prevista per domani, giovedì 28, a Ginevra, la conferenza per i negoziati di pace in Yemen organizzata sotto l’egida delle Nazioni Unite è stata rinviata su richiesta del governo yemenita e di altri gruppi politici per avere più tempo per prepararsi. Dopo che nel corso del fine settimana erano girate voci circa un possibile […]

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Iraq: milizie sciite guidano operazione per liberazione di Ramadi

(Agenzie). Le forze paramilitari sciite hanno annunciato di aver assunto la guida della campagna lanciata da Baghdad contro Daesh (ISIS) per la liberazione della provincia occidentale di Anbar e del suo capoluogo Ramadi. Ahmad al-Assadi, portavoce delle milizie sciite, ha dichiarato che l’operazione avverrà in cooperazione e coordinamento con le forze armate locali. Assadi ha […]

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Palestina: raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza

(Agenzie). L’aeronautica israeliana ha iniziato a effettuare attacchi aerei sulla Striscia di Gaza dopo che ieri un razzo lanciato dall’enclave era atterrato su territorio israeliano. I movimenti di resistenza palestinesi di Hamas e del Jihad Islamico, tuttavia, negano di aver lanciato missili in Israele. I raid israeliani hanno colpito il campo profughi di Nuseirat (al […]

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Palestinesi rifiutano notizia proposta negoziazione confini con Israele

(Agenzie). Diverse figure palestinesi hanno criticato e rifiutato la notizia secondo cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe intenzione di negoziare l’annessione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Saeb Erakat, negoziatore palestinese, ha definito il concetto come “totalmente inaccettabile”, commentando che “la proposta di Netanyahu di ridiscutere i confini dei blocchi di insediamento è un tentativo […]

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Fosse comuni nei lager per migranti


Non c’è forse un chilometro dalla cittadina di Wang Kelian e il confine tra la provincia tailandese di Satun – e poco più in là di Songkhla – e lo Stato malaysiano del Perlis. Tutt’intorno è foresta, appena intaccata dalle prime coltivazioni dei malesi. E’ in questa zona all’estremo Nord della Malaysia che domenica scorsa la polizia ha trovato le prime tombe e indizi di fosse comuni. Poi lunedi ha rimosso un corpo in avanzato stato di decomposizione trovato insepolto nella baracca di uno dei “campi” di raccolta di migranti intercettati dagli inquirenti che già ne hanno contati 28 lungo 50 chilometri di confine. Ieri pomeriggio infine, alla presenza di giornalisti in uno dei siti nascosto in un burrone a un chilometro dalla strada e che “ospitava” forse 400 persone, è iniziata la dissepoltura.

Il numero dei corpi non è noto e forse non lo sarà mai grazie alla rapida decomposizione, ma le tombe sono139 (37 in un solo campo con un corpo ancora riconoscibile) e alcuni dei siti sembrano fossero destinati a più di una vittima. Se si sommano ai ritrovamenti in Thailandia degli inizi di maggio – cinque campi e 35 vittime – la vicenda assume una dimensione tragica in quegli accampamenti di cui ora resta solo qualche telone e rimasugli di ricoveri in bambù: la dimostrazione che la seppur rapida capacità della foresta di inghiottire i resti dei disperati e dei loro giacigli non è ancora riuscita a farne sparire tutti i segni, per il semplice fatto che l’abbandono di alcuni di questi campi è recente, recentissimo: tre settimane al massimo. Quando insomma il caso di 3500 tra Rohingya – comunità musulmana in fuga dalla Birmania – e bangladesi – in fuga dalla povertà del loro Paese – ha fatto ruotare i riflettori della cronaca e imposto, settimana scorsa, un accordo tra Thailandia, Indonesia e Malaysia per tentare quantomeno di fornire a questi disperati un rifugio temporaneo umanitario. Per ora di un anno. Ma il ritrovamento dei campi scopre adesso un traffico clandestino di corpi umani che va ben al di là delle dimensioni che la cronaca ci ha appena sbattuto in faccia, obbligando i tre Paesi sia a dare rifugio, sia a cominciare con più serietà a capire l’ampiezza del fenomeno che molto assomiglia a quanto avviene ogni giorno nel Mediterraneo.

La Malaysia è sotto scrutinio e non solo per aver negato in precedenza l’esistenza di questo genere di campi: campi dove ci sono i resti di quelle che appaiono come delle “gabbie” con tanto di filo spinato. L’agenzia di stampa nazionale Bernama cita il capo della polizia Khalid Abu Bakar secondo cui i campi erano probabilmente occupati dal 2013 e due sarebbero stati abbandonati solo due o tre settimane fa. Un altro ispettore ha detto che che la polizia è rimasta «sconvolta dalla crudeltà» di campi recintati e da evidenti segni di tortura. Ora si indaga sulla probabile rete di connivenza tra autorità dalle due parti del confine e trafficanti. Ma non è una novità: nel rapporto 2014 sul traffico di persone che ogni anno viene redatto dal Dipartimento di Stato americano, la Malaysia figura “T3”, ossia il valore più alto per quel che riguarda l’incapacità di controllare, punire e fermare il lavoro sporco dei contrabbandieri di uomini.

Anche Myanmar, sotto accusa per lo stato in cui versa la comunità rohingya, corre ai ripari inseguita dalle critiche (che hanno travolto per il suo silenzio anche la Nobel Aung San Suu Kyi) con l’arresto di venti sospetti trafficanti trovati su una barca con 200 migranti bangladesi. Poco per chi la accusa – come il Nobel Desmond Tutu – di negare nazionalità e diritti ai Rohingya, considerati immigrati clandestini “estranei” al Paese. E domani a Yangoon buddisti ipernazionalisti manifesteranno contro la pressione internazionale che ora li costringe ad aiutarli. Quanto al Bangladesh, da registrare le dichiarazioni shock della premier Sheikh Hasina: per lei chi fugge dal Bangladesh in cerca di fortuna è un «malato mentale che infanga l’immagine del Paese».

L’Onu stima che nel mare del Golfo del Bengala vi siano ancora almeno 2000 migranti “intrappolati” su navi controllate dai trafficanti, che avrebbero interrotto i viaggi della speranza ma aspettano che i parenti “riscattino” i passeggeri. E mentre l’Oim chiede 26 milioni di dollari per la crisi, Bangkok ha convocato una riunione regionale venerdi.