Giorno: 13 maggio 2015

Perché non bisogna ridurre la guerra in Yemen a uno scontro tra sciiti e sunniti

Di Diana Alghoul. Middle East Monitor (12/05/2015) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Nelle ultime settimane i media hanno ridotto il conflitto in Yemen a un semplice caso di settarismo tra Sunniti e Sciiti, il che è riduttivo rispetto alla complessa rete di armi e di relazioni sociali esistente nel Paese. La notizia più comune è […]

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Cosa comportano i nuovi regolamenti nelle carceri egiziane?

Di Omar Said. Mada Masr (11/05/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Il Consiglio Nazionale per i Diritti Umani (NCHR) egiziano ha incontrato l’Alta Commissione per la Riforma Legislativa per discutere i suggerimenti del Consiglio sugli emendamenti alla legge carceraria, riguardanti le condizioni dei prigionieri, proposti dal ministero degli Interni. Le proposte del Consiglio includono […]

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Perché difendo Seymour Hersh

Contro il povero Seymour Hersh, colpevole di aver smascherato quantomeno i buchi nel racconto della Casa Bianca sulla morte di Osama bin Laden, si è scatenata una vera e propria bufera, in parte riassunta in questo articolo di Internazionale. Naturalmente ci si aspetterebbe che quanti condannano lo scoop del vecchio Seymour adducano prove a sostegno di quanto afferma l’Amministrazione che, al contrario della fonte di Hersh, è una voce ufficiale e – aggiungo – proprio in quanto tale deve essere presa con le molle. Si è detto che Hersh cita solo fonti anonime e in quanto tali i pilastri della sua tesi sono dubbi. Ma, come ho già scritto, i giornali sono pieni di fonti anonime: compresi quelli anglosassoni che noi portiamo sempre in palma di mano come modello. Provate a digitare su google la frase  “according to a State Department source” (tra virgolette) e troverete circa 84mila occorrenze. Poi il giornalista bravo ci aggiunge anche un “familiar with the numbers” o “with a close relation with the White House” e voi ve la bevete tranquilli. Se vi viene qualche dubbio – immagino – controllate il nome dell’autore. Ed è l’autorevolezza del cronista a garantirvi che la fonte l’ha sentita.

 Ma ammettiamo pure che la fonte anonima di per se dica tutto e niente. Seymoyur allora cosa fa: ne sente diverse e, tra queste, anche agenti pachistani, militari pensionati, ex 007 di cui fa nomi e cognomi. La Casa Bianca risponde piccata ma non mette prove sul tavolo. Non mi pare che la smentita sia stata accompagnata da tutto quel che avremmo voluto vedere di bin Laden: il corpo ad esempio o anche solo una parte. Un fotogramma che non fosse quello di un vecchio di spalle che guarda la Tv. Un documento eclatante e non fabbricato sulle vicende qaediste travato nel rifugio. Top secret va bene, ma tutte quelle spiacevoli mancanze di prove all’epoca mi diedero molto fastidio. Penso che lo stesso sia successo a Hersh.

Il vecchio divenne famoso per la strage di My Lai in Vietnam. Ma che fatica: è una storia che merita di essere raccontata.  All’epoca in cui Hersh scrisse la sua storia non sapevamo ancora che la guerra in Vietnam era stata costruita su una bugia che allora si chiamava  “incidente” del Tonchino e che incidente non fu per niente (solo questo elemento dovrebbe far sempre diffidare delle versioni ufficiali). Agli americani fu raccontato che era necessario pertanto difendere la democrazia rappresentata dal governo di Saigon ma in realtà si voleva  evitare quello che alcuni strateghi statunitensi chiamavano “effetto domino” e cioè che la caduta del Sud avrebbe automaticamente favorito l’avanzata di cinesi e sovietici nella loro guerra al “mondo libero”. Ma questa è un’altra storia e comunque sino alla strage di My Lai la convinzione generale era questa. Cosa successe a My Lai?*

Nel marzo del 1968 la Compagnia C della 11ma brigata di fanteria leggera aveva massacrato sistematicamente un numero di civili tuttora incerto (tra 300 e 500 tra donne, vecchi e bambini) nel piccolo villaggio di My Lay  nella provincia di Quang Ngai nel Vietnam del Sud. E’ l’allora giovane  giornalista Seymour Hersh a raccontare diffusamente quella storia  e a rompere la cortina di silenzio che copriva il massacro. Ma all’inizio, «Life» e «Look», cui Hersh aveva proposto i risultati della sua inchiesta, rifiutarono di pubblicarla. Nel novembre del ’69 riuscì finalmente a scrivere per l’«Associated Press» un articolo che sollevava dubbi sul numero dei morti e rivelava l’accusa mossa dal tribunale militare al sottotenente William Calley  di aver ucciso 109 vietnamiti (Calley, l’unico soldato poi condannato per quella strage, ebbe inizialmente l’ergastolo per l’uccisione di 22 persone ma scontò poi  solo tre anni e mezzo ai domiciliari). La vicenda dilagò così su diverse testate da «Time» a «Life» a «Newsweek» (una trentina in totale e Hersh vince il Pulitzer). «The Plain Dealer», il più importante quotidiano di Cleveland, pubblicò fotografie esplicite del massacro. Reportage da quella zona chiarirono poi che My Lay non era per niente un singolo caso, ma un sistema applicato ripetutamente con bombardamenti aerei e artiglieria che avevano raso al suolo il 70% dei villaggi della zona. Il coraggio, la caparbietà e la coscienza di Hersh avevano squarciato il velo.

Ronald Haeberle. Sopra Hersh
Due questioni: la prima riguarda Hersh e tutte le difficoltà che incontrò. Eppure non aveva una fonte anonima ma un’intervista nientemeno che con Calley. La seconda riguarda le foto: si certo, poi le videro tutti ma prima fu solo un giornale di provincia che ebbe il coraggio di pubblicarle. I soloni delle fonti anonime non si erano accorti che un militare di leva dell’esercito -il sergente Ronald Haeberle – aveva fotografato il massacro e andava pure in giro a tenere conferenze mostrando quelle immagini che gli pesavano non poco sulla coscienza. 
La storia del giornalismo è piena di storie così (tra l’altro Seymour era un free lance): la notizia è buona ma “si, dai lascia perdere” oppure “quel nome non ce lo mettere”. Nessuno se ne stupisce e qualche volta – qualche volta – fa anche senso. Anch’io mi sono sentito ripetere la manfrina quando non ho invece ricevuto addirittura qualche telefonata bonariamente minacciosa da qualcuno che era stato avvisato proprio dal giornale che stava pubblicando la mia storia. Conclusione? Credo più a Hersh che a Obama il quale ha appena mentito al nostro premier sulla morte di Lo Porto (o lo avete già dimenticato?), una morte – raccontata mesi dopo –  sulla quale abbiamo solo ricostruzioni ufficiose fatte – guarda un po’ – grazie a fonti anonime. Che la Casa Bianca non si è data pena di smentire**. 
* Ho tratto gran parte di questo testo da “Lo scatto umano” scritto per Laterza con Mario Dondero il grande.
** La smentita su Hersh è arrivata anche dai pachistani che per rispondere all’articolo ci hanno messo cinque giorni. Risposta pronta direi!

Il Vaticano ha pronto un nuovo trattato per riconoscere la Palestina

(Agenzie). Il Vaticano ha ufficialmente riconosciuto lo stato di Palestina in un nuovo trattato, finalizzato oggi mercoledì 13 maggio 2015, che deve ancora essere firmato. Il trattato chiarisce che la Santa Sede ha distinto le relazioni diplomatiche con l’Organizzazione per la Liberazione Palestina (OLP) da quelle con lo stato di Palestina. Il Vaticano aveva accolto inoltre con favore la decisione dell’Assemblea […]

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Conferenza al Cairo sulla protezione del patrimonio culturale in Medio Oriente

(Agenzie). Funzionari di diversi Paesi arabi e delle Nazioni Unite hanno inaugurato oggi al Cairo per una conferenza di due giorni per discutere di protezione del patrimonio culturale in Medio Oriente, dopo le recenti barbarie perpetrate dai militanti Daesh (ISIS) contro diversi tesori archeologici della regione, come la città assira di Nimrud nel nord dell’Iraq. […]

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Yemen: ministero Difesa saudita segnala violazione cessate-il-fuoco

(Agenzie). Secondo quanto riferito da un funzionario del ministero della Difesa saudita all’agenzia di stampa nazionale, alcuni razzi avrebbero colpito un’area dello Yemen al confine con l’Arabia Saudita, violando così il cessate-il-fuoco entrato in vigore la scorsa notte. “Alle 10 di questa mattina, razzi sono stati lanciati nelle regioni di Najran e Jazan” ed è […]

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Le Meraviglie d’Italia al Salone del Libro di Torino

silt 110Il via giovedì al Lingotto con il Presidente Mattarella: la 28^ edizione aperta fino al 18 maggio. Paese ospite d’onore la Germania, il Lazio, la regione ospite. Oltre 1200 editori, 1500 incontri con grandi scrittori e intellettuali. Anche un salone off, in 250 luoghi della città metropolitana. “Potere alla parola”, 4 incontri di Senonoraquando rivolto ai giovani per riflettere sulla violenza contro le donne.

Abbas in Tunisia annuncia proposta francese per la Palestina

(Agenzie). Il presidente palestinese Mahmoud Abbad ha annunciato, in occasione della sua visita ufficiale in Tunisia, che la Francia ha intenzione di presentare una risoluzione a nome dei palestinesi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, senza però specificarne il contenuto. “I francesi hanno espresso la necessità di presentare una risoluzione relativa alla causa palestinese […]

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Egitto: l’attrice Mona Hala a difesa dell’omosessualità (Video)

(Agenzie). L’attrice egiziana Mona Hala si scaglia in difesa dell’omosessualità in un’intervista rilasciata alla rete televisiva ONTV. “Ognuno è libero di essere omosessuale, non è mio compito dare giudizi morali sulle persone” ha dichiarato l’attrice, “sono contraria a qualsiasi tipo di discriminazione sia questa basata sul colore della pelle, sulla religione, sul sesso o sull’orientamento sessuale”. È raro […]

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#Aleppo, #Siria – 12 maggio 2015 – Circa 40 persone sono rimaste uccise ed altr…

#Aleppo, #Siria – 12 maggio 2015 –
Circa 40 persone sono rimaste uccise ed altre 50 ferite nella giornata di martedì dopo che l’aviazione siriana ha sganciato una bomba barile sulla stazione dei mini-bus situata nella zona di Jesr Al Haj ad Aleppo, secondo quanto riferito dagli attivisti. Molte vittime non sono state identificate a causa delle ustioni e ferite riportate.

I primi momenti dopo l’attacco aereo
http://youtu.be/MFtGet9BJik (Immagini forti)
[Foto] http://on.fb.me/1JaXRbQ
Corpi di alcune vittime
https://youtu.be/97lDEX0kZa0
[Foto] http://on.fb.me/1E4hRpI (Immagini forti)

Il momento in cui un colpo di artiglieria cade non molto lontano dal punto precedentemente bombardato nella zona di Jesr Al Haj
https://youtu.be/4AsoxEQKhPM

Altre foto dalla zona di Jesr Al Haj
http://on.fb.me/1JaWBph

Foto di AMC – مركز حلب الإعلامي

#Aleppo, #Siria – 12 maggio 2015 – Circa 40 persone sono rimaste uccise ed altr…

#Aleppo, #Siria – 12 maggio 2015 –
Circa 40 persone sono rimaste uccise ed altre 50 ferite nella giornata di martedì dopo che l’aviazione siriana ha sganciato una bomba barile sulla stazione dei mini-bus situata nella zona di Jesr Al Haj ad Aleppo, secondo quanto riferito dagli attivisti. Molte vittime non sono state identificate a causa delle ustioni e ferite riportate.

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Circa 40 persone sono rimaste uccise ed altre 50 ferite nella giornata di martedì dopo che l’aviazione siriana ha sganciato una bomba barile sulla stazione dei mini-bus situata nella zona di Jesr Al Haj ad Aleppo, secondo quanto riferito dagli attivisti. Molte vittime non sono state identificate a causa delle ustioni e ferite riportate.

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Circa 40 persone sono rimaste uccise ed altre 50 ferite nella giornata di martedì dopo che l’aviazione siriana ha sganciato una bomba barile sulla stazione dei mini-bus situata nella zona di Jesr Al Haj ad Aleppo, secondo quanto riferito dagli attivisti. Molte vittime non sono state identificate a causa delle ustioni e ferite riportate.

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Scozia: eletta prima parlamentare musulmana

(Agenzie). Tasmina Ahmed Sheikh, vincendo il seggio di Ochil e del Sud Perthshire come candidato del Partito Nazionale Scozzese (SNP) nelle elezioni della scorsa settimana, è diventata la prima musulmana a rappresentare il partito a Westminster. “Spero di entrare in contatto con le persone di tutte le comunità musulmane del Paese”, ha detto Ahmed Sheikh all’agenzia Anadolu. “Speriamo che queste mi possano vedere come un […]

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Il Regno Unito è pronto per la sua prima moschea per sole donne?

Di Nabila Pathan. Al-Arabiya (13/05/2015). Traduzione di Giusy Regina Nel Regno Unito procedono i lavori per il progetto per la costruzione della prima moschea per sole donne a Bradford, una delle aree più densamente popolate da musulmani nel paese. Il Consiglio delle Donne musulmane lo ha annunciato questo mese. Il progetto della moschea tutta al femminile, noto anche come Progetto Moschea […]

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Pakistan: attacco a pellegrini sciiti, 43 morti

(Agenzie). Almeno 43 persone sono state uccise e 16 ferite dopo che uomini armati hanno sparato sui passeggeri di un autobus nella città pakistana di  Karachi. Secondo la ricostruzione delle autorità locali, 8 uomini si sarebbero accostati all’autobus che trasportava membri della comunità sciita di Ismailia. Gli uomini a bordo di 4 moto hanno fermato il mezzo […]

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Egitto: condannati all’ergastolo 8 manifestanti

(Agenzie). Una corte egiziana ha condannato all’ergastolo 8 manifestanti, ritenuti sostenitori dell’ex presidente Mohamed Morsi, con l’accusa di aver partecipato a delle proteste contro il nuovo governo militare lo scorso anno. La corte ha condannato in contumacia gli 8 imputati per aver cantato slogan contro l’esercito e la polizia, per aver bloccato le strade e […]

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Corte Penale Internazionale sollecita Israele

(Agenzie). La Corte Penale Internazionale ha messo in guardia lo Stato di Israele dal fornire informazioni non affidabili nella fase dell’indagini preliminari su possibili crimini di guerra a Gaza. Un comportamento di questo tipo da parte del governo israeliano comporterebbe l’apertura di un’indagine sulla base delle accusa palestinese, ha avvertito la Corte. Fatou Bensouda ha dichiarato, […]

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Obama incontrerà principi sauditi prima del vertice di Camp David

(Agenzie). Il presidente Barack Obama incontrerà in privato i membri della famiglia reale saudita, il principe ereditario Mohammed bin Nayef e il vice principe ereditario Mohammed bin Salman, prima dell’inizio del summit con gli altri leader dei Paesi del Golfo, il cui inizio è previsto per questo mercoledì sera. Obama aveva inizialmente pensato di incontrare il […]

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Bin Laden: la ricostruzione di Seymour che non piace a Obama

Seymour Hesrh

Due ex militari pachistani hanno confermato all’agenzia France Press che effettivamente un uomo dei servizi segreti di Islamabad fornì informazioni agli Stati uniti su Osama bin Laden: avrebbe dato una mano per identificarne il Dna. E’ la prima conferma che riguarda le notizie contenute nell’articolo che Seymour Hersh ha pubblicato domenica sulla London Review of Books e che, sbugiardando la Casa Bianca, fa tutto un nuovo racconto della morte dello sceicco del terrore.


Di questo “traditore” (che non sarebbe un uomo dell’Isi – i più potenti servizi pachistani – ma di un’altra agenzia) si sa solo che ormai vive negli Usa ma potrebbe essere la persona che Hersh – il giornalista divenuto famoso per aver rivelato nel 1968 il massacro di My Lay in Vietnam – ritiene responsabile di aver “venduto” il nascondiglio di Osama alla Cia per 25 milioni di dollari. La Casa Bianca ha smentito la ricostruzione di Hesrh che fa fare una pessima figura a tutto lo staff, da Obama all’ultimo dei Navy Seal, i soldati del team operativo che entrarono nella casa di Abbottabad il 2 maggio del 2011 uccidendo bin Laden, un uomo gravemente malato e indifeso. Una pessima figura su una storia totalmente ricostruita e che – scrive – sarebbe «potuta uscire dalla penna di Lewis Carroll», l’autore di Alice nel paese delle meraviglie.


La ricostruzione di Hersh, che si basa su una fonte anonima che descrive però minuziosamente ogni particolare sia della caccia a Obl sia dell’operazione del 2 maggio, non riempie tutti i buchi di un’operazione sulla quale circolò più di una versione e numerosi aggiustamenti di tiro ma semmai ne aggiunge altri. Dubbi che ora si fanno più consistenti dal momento che Hersh dimostra, non solo che la Casa Bianca mentì ma che tradì addirittura il patto coi pachistani. Pachistani – nella persona del capo della Forze armate Ashfaq Parvez Kayani e in quella del direttore dell’Isi Ahmed Shuja Pasha – che fecero un accordo preciso: dal momento che gli americani avevano scoperto (grazie al “traditore” in seno all’intelligence) che l’Isi custodiva bin Laden in una dorata prigionia ad Abbottabad, avrebbero dato luce verde al raid a due condizioni: la prima, che Obl fosse ucciso. La seconda, che non si venisse mai a sapere il ruolo del Pakistan nel facilitare l’operazione che infatti (a parte l’incidente a un elicottero) si svolse senza intralci: né guardie armate, né intercettazioni aeree e – ironizza l’articolo – nemmeno una macchina dei pompieri quando uno degli elicotteri andò a fuoco.


In buona sostanza, Usa e Pakistan prepararono la trappola con l’accordo che nessuno ne sarebbe venuto a conoscenza per evitare a Islamabad una figuraccia (custodiva il capo dei capi) e per evitare ritorsioni (come avrebbero reagito i jihadisti)? Secondo la fonte di Hersh l’Isi teneva prigioniero bin Laden utilizzandolo come leva per manovrare sia i talebani sia i qaedisti. La sua morte non poteva essere imputata ai pachistani.

Obama però tradì il patto rivelando che l’operativo si doveva alla

collaborazione pachistana. Poi l’ammissione frettolosa fu smentita. Ma ciò che appare evidente dal racconto di Hersh e che la cosa doveva avvenire in tutt’altro modo e che fu l’incidente dell’elicottero a obbligare tutti a far circolare la vera storia ( comunque artefatta) che forse sarebbe stata raccontata in altro modo addirittura menzionando un altro luogo (Osama fu subito portato in Afghanistan). Anche la narrazione sul corpo dello sceicco morto, misteriosamente sepolto in mare e senza che se ne sia mai vista una immagine, subì un’accelerazione, che portò a costruire fandonie una sull’altra, arricchite da falsi dossier. Obama del resto, dice Hersh, doveva essere rieletto e con la morte di bin Laden avrebbe potuto, come fece, dichiarare la guerra in Afghanistan “missione compiuta”.


Che la Casa Bianca si trovi in grande imbarazzo è abbastanza evidente. Qualcuno ha accusato Hersh di aver utilizzato troppe fonti anonime che non rendono credibile il suo racconto. Ma Hersh è un giornalista credibile e, del resto, le fonti anonime sono da sempre acqua al mulino dei reporter specie se la loro autorevolezza è in grado di farcele ritenere veritiere e verificate. La vicenda apre adesso due fronti. Il primo è interno: nel Paese dove dire le bugie è ritenuto un fatto gravissimo, Obama macchia il suo ultimo vestito da presidente. Ma si macchia anche quello di Hillay Clinton (presente nella famosa stanza operativa che seguiva il raid dagli Usa) e l’intera amministrazione. A parte la ricaduta d’immagine in tutto il mondo (siamo abituati a che mentano i servizi segreti ma se lo fa un presidente la cosa è un po’ diversa), cosa succederà ora coi pachistani? E quali effetti avrà la grande bugia sui terroristi assetati di ogni buona ragione per spargere sangue?

Yemen: entrato in vigore il cessate-il-fuoco umanitario

(Agenzie). La notte scorsa è entrato in vigore in Yemen il cessate-il-fuoco umanitario proposto dall’Arabia Saudita per permettere l’entrata e la distribuzione di aiuti, soprattutto per quanto riguarda il materiale medico. “Anche se 5 giorni non sono sufficiente, il cessate-il-fuoco è molto importante, dobbiamo aiutare chi ha bisogno”, ha detto un cooperante. Da parte sua, il […]

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