Giorno: 11 aprile 2015

Terrorismo: una fabbrica d’illusioni

Di Loay Ali. Youm7 (06/04/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. L’Osservatorio sulla Miscredenza (takfīr in arabo), appartenente al Collegio dei Muftì, ha pubblicato il suo quindicesimo rapporto dal titolo “Attacchi suicidi: una fabbrica d’illusioni”, dopo che Daesh (ISIS) ha trasmesso il video di “Abu Mos’ab al-Muhajir”, un ragazzo egiziano, che rivendica un attacco suicida […]

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Intervista a Nazzareno Venturi

Carissime lettrici e lettori di Arabpress, dopo una lunga pausa torno a pubblicare e lo faccio con una ricca e lunga intervista a Nazzareno Venturi, professore di scienze psico-pedagogiche e storico-religiose, esperto di Islam e di Sufismo, fa parte della direzione del centro ricerche psicopedagogiche e psicosociali di Milano. Molte sono le sue pubblicazioni, tra cui […]

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Medio Oriente: Barack Obama ha sempre torto

Di Tariq Al­-Homayed. Asharq al-­Awsat (09/04/2015). Traduzione e sintesi di Carlotta Caldonazzo. Continua la carrellata di editoriali polemici a proposito dell’intervista del presidente degli Stati Uniti Barack Obama con il giornalista Thomas Friedman. Secondo Tariq Al-Homayed (del quotidiano saudita Al-Sharq al-Awsat), i suoi errori riguardo la geopolitica mediorientale sono molti, grandi e capaci di innescare […]

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Libano: esercito distribuisce aiuti a rifugiati siriani ad Arsal

(Agenzie). L’esercito libanese ha distribuito oltre 200 pacchi alimentari ai rifugiati siriani e libanesi residenti nella città di Arsal, a nord-est di Beirut. Anche l’ambasciata egiziana ha annunciato che manderà una spedizione di aiuti ai profughi siriani a Beirut la prossima settimana. I pacchi di aiuti consisteranno in forniture mediche, cibo, tende e lenzuola. La […]

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Gerusalemme: i cristiani ortodossi celebrano il Fuoco Sacro

(Agenzie). Alla vigilia della Pasqua ortodossa, i cristiani ortodossi celebrano la cerimonia del Fuoco Sacro alla chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Un portavoce della polizia israeliana, Luba Samri, ha detto che decine di migliaia di cristiani hanno affollato la chiesa e le strade circostanti nella città vecchia di Gerusalemme est, proprio per la cerimonia, […]

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Yemen, il coraggio di Islamabad nel dire no a Riad

Il ministro degli Emirati Gargash:
ha condannato il Pakistan
accusandolo di “ambiguità”

Per un Paese che riceve una miriade di finanziamenti dal Golfo non è probabilmente stato facile dire di no ieri a Riad che aveva chiesto al Pakistan più di un appoggio politico alla guerra nello Yemen. Ma il  risoluzione che, dopo cinque giorni di dibattito, afferma che il Pakistan resta neutrale in un conflitto che settario non è ma, dicono i parlamentari pachistani, potrebbe diventarlo. Pronti dunque a rispondere se Riad verrà attaccata nella sua sovranità territoriale ma non disposti a fornirle armi, caccia e navi come i sauditi speravano. 
parlamento di Islamabad, all’unanimità, ha approvato venerdi  una

Il gesto è importante e coraggioso. Coraggioso perché dire di no ai sauditi non è facile. Importante perché il Pakistan apre la finestra negoziale chiamando in causa Onu e Organizzazione della conferenza islamica e proponendosi come possibile mediatore per un’uscita diplomatica e negoziale dalla crisi nel piccolo Paese mediorientale. La reazione arriva, furibonda, per bocca del ministro di Stato per gli Affari Esteri degli Uae Anwar Mohammed Gargash che condanna la posizione “ambigua” del Pakistan e secondo cui a Islamabad starebbe più a cuore quanto dicono Teheran e Ankara, favorevoli a una soluzione negoziale, che non a quanto serve ai fratelli arabi. Il Pakistan acquista dunque un ruolo importante: rompe il fronte che Riad vorrebbe unitissimo ma ricorda al Golfo la composizione di tanti Paesi musulmani, dove non tutti sono arabi e dove non tutti sono sunniti. Nel Paese dei puri prevale una posizione morbida, favorevole alla trattativa e che disinnesca in parte la miccia accesa da Riad che gode di molti appoggio, compreso quello (in parte) occidentale e soprattutto americano. Quanto al Golfo, nello schiacciare Islamabad al fianco di Teheren, Gargash leva il velo sulla vera natura del conflitto: fermare l’avanzata dell’Iran come potenza regionale uscita, dopo Ginevra, dalla condizione di paria. Una condizione da cui anche Islamabad evidentemente vuole uscire.

Inutile dire che nella scelta di Islamabad gioca la realpolitik che si evince non solo dalla composizione degli abitanti del Paese dei puri ma anche dal fatto che l’Iran è un vicino da non irritare. Ma al contempo il passo segna una maturità politica importante e, per una volta,  una scelta che va contro la guerra e invoca l’arma del negoziato.

Yemen, il coraggio di Islamabad nel dire no a Riad

Il ministro degli Emirati Gargash:
ha condannato il Pakistan
accusandolo di “ambiguità”

Per un Paese che riceve una miriade di finanziamenti dal Golfo non è probabilmente stato facile dire di no ieri a Riad che aveva chiesto al Pakistan più di un appoggio politico alla guerra nello Yemen. Ma il  risoluzione che, dopo cinque giorni di dibattito, afferma che il Pakistan resta neutrale in un conflitto che settario non è ma, dicono i parlamentari pachistani, potrebbe diventarlo. Pronti dunque a rispondere se Riad verrà attaccata nella sua sovranità territoriale ma non disposti a fornirle armi, caccia e navi come i sauditi speravano. 
parlamento di Islamabad, all’unanimità, ha approvato venerdi  una

Il gesto è importante e coraggioso. Coraggioso perché dire di no ai sauditi non è facile. Importante perché il Pakistan apre la finestra negoziale chiamando in causa Onu e Organizzazione della conferenza islamica e proponendosi come possibile mediatore per un’uscita diplomatica e negoziale dalla crisi nel piccolo Paese mediorientale. La reazione arriva, furibonda, per bocca del ministro di Stato per gli Affari Esteri degli Uae Anwar Mohammed Gargash che condanna la posizione “ambigua” del Pakistan e secondo cui a Islamabad starebbe più a cuore quanto dicono Teheran e Ankara, favorevoli a una soluzione negoziale, che non a quanto serve ai fratelli arabi. Il Pakistan acquista dunque un ruolo importante: rompe il fronte che Riad vorrebbe unitissimo ma ricorda al Golfo la composizione di tanti Paesi musulmani, dove non tutti sono arabi e dove non tutti sono sunniti. Nel Paese dei puri prevale una posizione morbida, favorevole alla trattativa e che disinnesca in parte la miccia accesa da Riad che gode di molti appoggio, compreso quello (in parte) occidentale e soprattutto americano. Quanto al Golfo, nello schiacciare Islamabad al fianco di Teheren, Gargash leva il velo sulla vera natura del conflitto: fermare l’avanzata dell’Iran come potenza regionale uscita, dopo Ginevra, dalla condizione di paria. Una condizione da cui anche Islamabad evidentemente vuole uscire.

Inutile dire che nella scelta di Islamabad gioca la realpolitik che si evince non solo dalla composizione degli abitanti del Paese dei puri ma anche dal fatto che l’Iran è un vicino da non irritare. Ma al contempo il passo segna una maturità politica importante e, per una volta,  una scelta che va contro la guerra e invoca l’arma del negoziato.

Twitter sospende 10mila account legati a Daesh in 24 ore

(Agenzie). Twitter ha sospeso più di 10.000 account collegati a Daesh (ISIS) nel giro di 24 ore. La mossa è stata dettata da un aumento della quantità di rapporti sugli account Daesh da altri membri del sito, secondo quanto riportato dal Daily Mail Venerdì. Daesh ha utilizzato il sito di social media per reclutare combattenti […]

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Yemen: aereo Croce Rossa porta altri aiuti a Sana’a

(Agenzie). Un aereo della Croce Rossa carico di aiuti medici è atterrato a Sana’a oggi, il secondo giorno consecutivo che vengono consegnati aiuti nella capitale dello Yemen. Il velivolo del Comitato Internazionale della Croce Rossa stava trasportando rifornimenti urgenti e necessari per curare i feriti dopo gli intensi combattimenti tra i ribelli sciiti Houthi e […]

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USA: maggiore assistenza all’Arabia Saudita in Yemen

(Agenzie). Gli Stati Uniti stanno offrendo maggiore assistenza in termini di intelligence e di armi alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita in Yemen. Gli USA vogliono fornire ulteriori informazioni sui potenziali bersagli della campagna aerea del regno contro i ribelli sciiti Houthi. Lo hanno riportato alcuni funzionari USA hanno all’agenzia di stampa Reuters. I funzionari USA […]

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