Giorno: 8 febbraio 2015

L’autunno arabo

Di Hussein Shobokshi. Asharq al-Awsat (07/02/2015). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. In copertina “Autunno arabo” del vignettista egiziano Mohamed Sabra. Con l’accelerarsi sconcertante e pericoloso delle rivoluzioni, delle insurrezioni e dei disordini in diverse regioni del mondo arabo – eventi noti come “primavera araba” – e dopo ogni nuovo episodio importante e rilevante, riprendono […]

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#Kafranbel, prov. di #Idlib, #Siria – Nell’immagine un messaggio da parte degli…

#Kafranbel, prov. di #Idlib, #Siria –
Nell’immagine un messaggio da parte degli attivisti di Kafranbel durante una manifestazione tenutasi sabato 7 febbraio:

“L’ISIS trasmette i propri sporchi crimini ed uccide chiunque riveli quelli di Assad”.


Chronik-Fotos
#Kafranbel, prov. di #Idlib, #Siria –
Nell’immagine un messaggio da parte degli attivisti di Kafranbel durante una manifestazione tenutasi sabato 7 febbraio:

“L’ISIS trasmette i propri sporchi crimini ed uccide chiunque riveli quelli di Assad”.

Video della manifestazione
https://youtu.be/uPmXyiPhm20
Un altro cartello creato dagli attivisti di Kafranbel
http://on.fb.me/1AJNJ7k Continua a leggere

Conoscere il mondo arabo

mondo arabo 110Il programma, proporrà un percorso attraverso le varie espressioni culturali del mondo arabo, soffermandosi sulle più importanti tappe storiche e sui personaggi più rappresentativi. Ampio spazio sarà dedicato alla musica.

Giordania: Daish ha perso il 20% della sua forza militare

(Elaph). Daish (ISIS) ha perso il 20% delle sue forze militari da quando sono iniziati gli attacchi aerei lo scorso settembre da parte della coalizione anti-Daish guidata dagli USA. Lo ha detto durante una conferenza stampa il generale giordano Mansour Al-Jbour, capo della Royal Jordanian Air Force, aggiungendo: “siamo determinati ad eliminarli dalla faccia della […]

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#Kafranbel, prov. di #Idlib, #Siria – Nell'immagine un messaggio da parte degli…

#Kafranbel, prov. di #Idlib, #Siria –
Nell’immagine un messaggio da parte degli attivisti di Kafranbel durante una manifestazione tenutasi sabato 7 febbraio:

“L’ISIS trasmette i propri sporchi crimini ed uccide chiunque riveli quelli di Assad”.

Video della manifestazione
https://youtu.be/uPmXyiPhm20
Un altro cartello creato dagli attivisti di Kafranbel
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Fuori i salafiti dalle moschee

xxx yyysidi 110Sidi Bouziz è stata oggetto di aspre contese dopo la caduta della dittatura. Città simbolo della rivolta tunisina, situata nell’entroterra del Paese, è stata a lungo presidiata dai salafiti. Finché gli abitanti hanno riconquistato tutte le sue moschee sottraendole alla loro influenza. (Ebticar/Tunisie Bondy Blog)

ONU: Hadi deve ritornare alla presidenza in Yemen

(Agenzie). Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha parlato della necessità che Abd Rabbo Mansur Hadi ritorni alla presidenza dello Yemen. Hadi si era dimesso dalla sua carica il 22 gennaio scorso, poco dopo che anche il governo del premier Bahah ha presentato le proprie dimissioni a causa della presa di potere dei ribelli […]

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Israele vuole fermare accordo su nucleare iraniano

(Agenzie). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Israele farà tutto il possibile per evitare che le potenze mondiali raggiungano un accordo con l’Iran sul suo programma nucleare considerato controverso e pericoloso. Secondo Netanyahu un eventuale accordo con l’Iran da parte delle grandi potenze causerebbe un grave pericolo per il futuro stesso di […]

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Fare soldi con l’islam

Andare oltre la parola Islam e scoprire un processo e un percorso dove la parola stessa negli ultimi decenni si è pressoché svuotata della sua spiritualità iniziale, e dunque di origine, per diventare un marchio, un brand fruttuoso per un nuovo mercato islamico sempre più globalizzato e al passo con il capitalismo, se non addirittura superandolo. E’ […]

Il poeta Adonis sulla ricerca, l’Islam e l’imprescindibilità della democrazia

Al-Jarida (05/02/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. Il poeta siriano Adonis ha criticato l’assenza di una modernità araba malgrado quanto raggiunto dagli scrittori e dai creativi arabi in ogni campo, affermando che questa stessa modernità non si raggiungerà se non si cambi il corso del pensiero e della mente. Adonis ha invitato alla “rottura” […]

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Tunisia: arrestati 32 sospetti jihadisti

(Agenzie). Le autorità tunisine hanno arrestato 32 estremisti sospettati di programmare attacchi in tutto il Paese e di colpire obiettivi sia militari che civili. L’agenzia stampa TAP riporta le parole del portavoce del ministro degli Interni Mohamed Ali Laroui, secondo cui alcuni dei sospettati erano di ritorno dalla Siria, dove avevano combattuto con i militanti […]

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Chi manipola lo Stato Islamico?

L’organizzazione dello Stato Islamico non è il prodotto spontaneo di una nuova generazione di combattenti. Alle sue spalle troviamo gli interessi geo-politici di Arabia Saudita e Turchia, coinvolte in un pericoloso equilibrismo. Che adesso rischia di rivoltarglisi contro.  

 

 

 

08 Febbraio 2015
di: 
Alexis Varende per l’Orient XXI*

Egitto. I fantasmi di Port Said

 Il 1° febbraio 2012 nello stadio di Port Said, durante una partita di campionato, 72 tifosi dell’Al-Ahly venivano assaltati da gruppi di persone armate e massacrati. Centinaia i feriti, in un episodio ancora oggi ritenuto tra i più gravi dell’Egitto post-rivoluzionario. A distanza di tre anni, parlano i sopravvissuti. 

 

 

08 Febbraio 2015
di: 
Giovanni Piazzese dal Cairo

Yemen: inviato ONU torna a Sana’a

(Agenzie). L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Jamal Benomar, è tornato a Sana’a e ha ripreso contatto con le parti politiche per cercare una soluzione a quello che i Paesi del Golfo hanno definito un “colpo di Stato” da parte dei ribelli sciiti Houthi. Benomar aveva lasciato improvvisamente lo Yemen la scorsa settima per recarsi in Arabia […]

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Libano: armi dalla Francia in aprile

(Agenzie). Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, dal prossimo aprile la Francia inizierà a consegnare all’esercito libanese armi acquistate con una donazione del valore di 3 miliardi di dollari concessa dall’Arabia Saudita. I commenti del ministro francese sono arrivati durante un incontro con il primo ministro libanese Tammam Salam a Monaco a […]

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Armi. I droni e la legittimità della guerra

Il diritto a perseguire una preda ovunque essa sia ha cambiato il modo di intendere le relazioni internazionali. E hanno reso persino superflua la legittimazione popolare all’atto di dichiarare guerra. Neve Gordon recensisce il  libro “Teoria del drone. Principi filosofici del diritto di uccidere” di Grégoire Chamayou. 

 

 

 

08 Febbraio 2015
di: 
Neve Gordon per Il Lavoro Culturale*

Iran: Kerry e Zarif discutono di nucleare a Monaco

(Agenzie). Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha incontrato di nuovo il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, per discutere ancora sul programma nucleare a Monaco, a margine di una conferenza internazionale sulla sicurezza. Si tratta del secondo incontro tra i due politici nella città tedesca, ma non si sa ancora molto dei progressi […]

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Giordania vs Daish: quali saranno le prossime mosse?

Di Abdulrahman al-Marsi. Middle East Monitor (06/02/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. In seguito all’orribile morte del pilota giordano, Muath al-Kasasbeh, la regione araba e la comunità internazionale hanno iniziato a interrogarsi sulle prossime mosse delle autorità giordane. Nabil al-Sharif, politologo ex ministro delle Comunicazioni ed ex portavoce del governo, ha dichiarato che “in […]

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Delhi exit pools: Kejriwal ancora vittoriso. La lezione del "Grillo" indiano

Anche questa volta l’Aam Aadmi Party di Arvind Kerjwal ce l’avrebbe fattanelle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea della capitale, il mini stato dall’Unione senza governo da un anno esatto (Kerjiwal si dimise il 14 febbraio 2014). I dati messi assieme da diverse fonti e riportati da The Hindu dicono che gli exit pools delle elezioni di sabato attribuirebbero tra 39 e 48 seggi al partito anti corruzione (Aam) sui 70 in palio, seguito dal partito del premier Narendra Modi (Bjp) che nelle scorse elezioni (2013) era invece arrivato con un ottima posizione ma non tale da permettergli di formare  il governo della città-stato. Il Congresso, già decimato nella passata tornata (ma col cui contributo Kejriwal aveva potuto avere la maggioranza e fare un governo) esce a pezzi. Altissima l-affluenza al 67%.
La prudenza non è mai troppa ma si può aggiungere che persino una vittoria di misura del Bjp resterebbe una vittoria di Kejriwal che abbandonò il suo scranno da chief minister dopo nemmeno due mesi in contrasto sia col Congresso sia col Bjp che avevano bloccato nel “parlamentino” di Delhi il Jan Lokpal Billla legge anti corruzione proposta dagli attivisti della società civile, movimento da cui nel 2012 era nato l’Aap – con una melina molto simile a quella adottata nel parlamento nazionale. Poi Arvind aveva sfidato Modi nelle legislative perdendo clamorosamente.
Sapendo che la sua vera base elettorale è nella capitale, Kejriwal ha chiesto scusa e si è ripresentato risfidando in un certo senso ancora Modi e il suo candidato – l’ex poliziotta e attivista civile Kiran Bedi – ma in un momento in cui Modi è premier e gode di grande consenso. Se è vero quanto dicono gli exit pools la vittoria sarebbe pazzesca perché con solo una trentina di seggi, il Bjp subirebbe una sconfitta bruciante e così le sue politiche: liberiste e identitarie.
Paragonato a Beppe Grillo per la sua battaglia anti corruzione, Arvind ha una marcia in più. Non ha avuto paura di allearsi col Congresso dopo le prime elezioni formando il suo primo governo e la sua battaglia è su un progetto di leggi serie e frutto di una lunga concertazione con la base. La politica, al contrario del comico genovese, Kerjriwal sembra conoscerla bene sia nelle regole sia nelle strategie. Ora restano da vedere i numeri che al Congresso di Sonia Gandhi danno un margine di soli 4 seggi, ossia una presenza praticamente ininfluente. Ma la vera lezione è per l’arrogante premier indiano, forse troppo convinto di essere la persona giusta. Perdere Delhi, come più di un analista ha notato, è perdere un pezzo importante del Paese.

Delhi exit pools: Kejriwal ancora vittoriso. La lezione del "Grillo" indiano

Anche questa volta l’Aam Aadmi Party di Arvind Kerjwal ce l’avrebbe fattanelle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea della capitale, il mini stato dall’Unione senza governo da un anno esatto (Kerjiwal si dimise il 14 febbraio 2014). I dati messi assieme da diverse fonti e riportati da The Hindu dicono che gli exit pools delle elezioni di sabato attribuirebbero tra 39 e 48 seggi al partito anti corruzione (Aam) sui 70 in palio, seguito dal partito del premier Narendra Modi (Bjp) che nelle scorse elezioni (2013) era invece arrivato con un ottima posizione ma non tale da permettergli di formare  il governo della città-stato. Il Congresso, già decimato nella passata tornata (ma col cui contributo Kejriwal aveva potuto avere la maggioranza e fare un governo) esce a pezzi. Altissima l-affluenza al 67%.
La prudenza non è mai troppa ma si può aggiungere che persino una vittoria di misura del Bjp resterebbe una vittoria di Kejriwal che abbandonò il suo scranno da chief minister dopo nemmeno due mesi in contrasto sia col Congresso sia col Bjp che avevano bloccato nel “parlamentino” di Delhi il Jan Lokpal Billla legge anti corruzione proposta dagli attivisti della società civile, movimento da cui nel 2012 era nato l’Aap – con una melina molto simile a quella adottata nel parlamento nazionale. Poi Arvind aveva sfidato Modi nelle legislative perdendo clamorosamente.
Sapendo che la sua vera base elettorale è nella capitale, Kejriwal ha chiesto scusa e si è ripresentato risfidando in un certo senso ancora Modi e il suo candidato – l’ex poliziotta e attivista civile Kiran Bedi – ma in un momento in cui Modi è premier e gode di grande consenso. Se è vero quanto dicono gli exit pools la vittoria sarebbe pazzesca perché con solo una trentina di seggi, il Bjp subirebbe una sconfitta bruciante e così le sue politiche: liberiste e identitarie.
Paragonato a Beppe Grillo per la sua battaglia anti corruzione, Arvind ha una marcia in più. Non ha avuto paura di allearsi col Congresso dopo le prime elezioni formando il suo primo governo e la sua battaglia è su un progetto di leggi serie e frutto di una lunga concertazione con la base. La politica, al contrario del comico genovese, Kerjriwal sembra conoscerla bene sia nelle regole sia nelle strategie. Ora restano da vedere i numeri che al Congresso di Sonia Gandhi danno un margine di soli 4 seggi, ossia una presenza praticamente ininfluente. Ma la vera lezione è per l’arrogante premier indiano, forse troppo convinto di essere la persona giusta. Perdere Delhi, come più di un analista ha notato, è perdere un pezzo importante del Paese.