Mese: gennaio 2015

A proposito di Charlie

La strage al settimanale Charlie Hebdo è una tragedia dalle molte facce che rischia di fare troppe vittime. Le prime sono i giornalisti, i vignettisti e i poliziotti caduti sotto il fuoco della follia integralista degli attentatori. Poi i familiari, che piangono i loro parenti uccisi brutalmente. Poi i musulmani di tutto il mondo, che sull’onda dello sdegno e della paura che sta montando, rischiano in quanto tali di essere … | Continua a leggere

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La strage al settimanale Charlie Hebdo è una tragedia dalle molte facce che rischia di fare troppe vittime. Le prime sono i giornalisti, i vignettisti e i poliziotti caduti sotto il fuoco della follia integralista degli attentatori. Poi i familiari, che piangono i loro parenti uccisi brutalmente. Poi i musulmani di tutto il mondo, che sull’onda dello sdegno e della paura che sta montando, rischiano in quanto tali di essere … | Continua a leggere

A proposito di Charlie

La strage al settimanale Charlie Hebdo è una tragedia dalle molte facce che rischia di fare troppe vittime. Le prime sono i giornalisti, i vignettisti e i poliziotti caduti sotto il fuoco della follia integralista degli attentatori. Poi i familiari, che piangono i loro parenti uccisi brutalmente. Poi i musulmani di tutto il mondo, che sull’onda dello sdegno e della paura che sta montando, rischiano in quanto tali di essere … | Continua a leggere

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La strage al settimanale Charlie Hebdo è una tragedia dalle molte facce che rischia di fare troppe vittime. Le prime sono i giornalisti, i vignettisti e i poliziotti caduti sotto il fuoco della follia integralista degli attentatori. Poi i familiari, che piangono i loro parenti uccisi brutalmente. Poi i musulmani di tutto il mondo, che sull’onda dello sdegno e della paura che sta montando, rischiano in quanto tali di essere … | Continua a leggere

A proposito di Charlie

La strage al settimanale Charlie Hebdo è una tragedia dalle molte facce che rischia di fare troppe vittime. Le prime sono i giornalisti, i vignettisti e i poliziotti caduti sotto il fuoco della follia integralista degli attentatori. Poi i familiari, che piangono i loro parenti uccisi brutalmente. Poi i musulmani di tutto il mondo, che sull’onda dello sdegno e della paura che sta montando, rischiano in quanto tali di essere … | Continua a leggere

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Arabia Saudita: tre sauditi dietro attacco confine Iraq

(Agenzie) Tre sauditi sono stati identificati tra i quattro uomini armati coinvolti nell’attacco al posto di blocco di frontiera saudita al confine con l’Iraq di qualche giorno fa, secondo quanto riferito dal ministro degli Interni. Il ministro ha dichiarato che si sta ancora cercando di identificare il quarto assalitore. L’attacco ha provocato la morte di […]

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Al via la Coppa d’Asia: Australia batte Kuwait 4-1

(Agenzie). La nazionale di calcio australiana ha battuto 4-1 il Kuwait nella partita di apertura della Coppa d’Asia 2015. La manifestazione sportiva quest’anno viene ospitata dall’Australia stessa e terminerà il prossimo 31 gennaio. Quest’edizione vedrà per la prima volta la partecipazione della squadra palestinese, qualificatasi grazie alla vittoria lo scorso maggio dell’ AFC Challenge Cup. Sono […]

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Francia: Houellebecq sospende promozione libro dopo attacco Charlie Hebdo

(Agenzie) La promozione di “Sottomissione”, il nuovo libro di Michel Houellebecq, è stata sospesa per 48 ore in seguito all’attentato alla sede della rivista Charlie Hebdo a Parigi, secondo quanto annunciato dallo stesso autore. Il romanzo, che immagina una Francia nel 2022 sotto regime islamico, era uscito nelle librerie lo stesso giorno in cui sono poi avvenuti i fatti, mercoledì 7 […]

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Egitto: espansione zona cuscinetto potrebbe cancellare Rafah

(Agenzie) Le autorità egiziane hanno iniziato l’evacuazione dei residenti della città di frontiera di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza, nel quadro dell’espansione della zona di sicurezza nel Sinai annunciata lo scorso novembre. Le autorità hanno già fatto evacuare le abitazioni per un raggio di 450 metri dal confine e hanno proceduto alla demolizione […]

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

La strage di Parigi. Ecco cosa ne pensano le ragazze e i ragazzi della redazione di yallaitalia. Anwal Ghulam Ancora una volta ogni persona racconterà la sua versione dei fatti e la sua interpretazione, ancora una volta i giornali ci propineranno articoli pieni di gente che crede di sapere la verità e se anche ammette di non saperla ricama ancora su questa storia. Io stessa sto raccontando cosa ne penso, … | Continua a leggere

#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

La strage di Parigi. Ecco cosa ne pensano le ragazze e i ragazzi della redazione di yallaitalia. Anwal Ghulam Ancora una volta ogni persona racconterà la sua versione dei fatti e la sua interpretazione, ancora una volta i giornali ci propineranno articoli pieni di gente che crede di sapere la verità e se anche ammette di non saperla ricama ancora su questa storia. Io stessa sto raccontando cosa ne penso, … | Continua a leggere

#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

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#CharlieHebdo: il #notinmyname delle 2G

La strage di Parigi. Ecco cosa ne pensano le ragazze e i ragazzi della redazione di yallaitalia. Anwal Ghulam Ancora una volta ogni persona racconterà la sua versione dei fatti e la sua interpretazione, ancora una volta i giornali ci propineranno articoli pieni di gente che crede di sapere la verità e se anche ammette di non saperla ricama ancora su questa storia. Io stessa sto raccontando cosa ne penso, … | Continua a leggere

#CharlieHebdo: il not #inmyname delle 2G

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L’attacco al Charlie Hebdo è legato alla spinta anti-terrorista della Francia in Medio Oriente?

Di Rajia Aboulkheir. Al-Arabiya (08/01/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. La sparatoria mortale avvenuta al giornale satirico parigino Charlie Hebdo, secondo quanto riferito da alcuni esperti, sembra essere legata a militanti islamisti che reagiscono al forte coinvolgimento della Francia nella guerra a Daish (conosciuto in Occidente come ISIS). Mercoledì 7 gennaio, uomini armati a volto coperto […]

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Palestina: uomo nuota nel ghiaccio in solidarietà con profughi siriani

(Agenzie). Un uomo palestinese di 60 anni ha nuotato nelle acque gelate per esprimere la sua solidarietà ai profughi siriani e agli abitanti di Gaza, colpiti dall’ondata di freddo che sta interessando il Medio Oriente. Decine di persone della città di Hebron hanno guardato Isaac Ayesh Abu Mayala nuotare nelle acque ghiacciate con indosso solo i […]

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Libia: Daish annuncia uccisione due giornalisti tunisini

(Agenzie) La branca libica di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) ha dichiarato di aver giustiziato due giornalisti tunisini, Sofiène Chourabi e Nadhir Ktari rapiti in Libia mesi fa. In un comunicato i militanti hanno mostrato delle immagini e hanno detto di aver applicato “la legge di Allah”, sebbene non è stato possibile verificare la veridicità di queste immagini. […]

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Turchia: deportati 1.056 “combattenti stranieri”

(Agenzie) Secondo quanto riportato dal ministero degli Interni turco, la Turchia ha deportato 1.056 stranieri e ne ha banditi altri 7.833 nel quadro del tentativo di fermare il reclutamento di militanti in Siria e Iraq. “Finora, abbiamo vietato a 7.833 persone di entrare in Turchia e ne abbiamo deportate altre 1.056″, ha dichiarato Efkan Ala, ministro degli Interni. […]

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Rajapaksa ammette la sconfitta

A urne ormai chiuse c’era calma ieri sera davanti alla splendente magione del presidente della repubblica Mahinda Rajapaksa, che si trova a qualche metro dal mare appoggiata sulla lunghissima Galle Road e dirimpetto all’ambasciata americana in uno dei tanti “centri” un po’ anonimi in cui la capitale dello Sri Lanka è divisa. Residenza che oggi il presidente ha detto di voler lasciare. Ha ammesso la sconfitta nella controversa elezione del nuovo presidente della repubblica che Rajapaksa stesso era riuscito a convocare per ieri con uno stratagemma parlamentare e due anni prima della scadenza naturale. La giornata è passata tranquilla ma con una novità importante: un’affluenza che sembra addirittura aver superato i due terzi degli aventi diritto e senza che si verificassero gravi episodi di violenza o intimidazione. A beneficiarne – avevano subito detto gli analisti – poteva essere il rivale del capo dello Stato – Maithripala Sirisena – suo ex ministro e addirittura segretario a lungo del partito del presidente (il Sri Lanka Freedom Party, che teoricamente sarebbe un’organizzazione progressista di ispirazione socialista) che lo ha sfidato proprio puntando sulla stanchezza di un elettorato che avrebbe dovuto riconfermare per una terza volta la poltrona che Rajapaksa si rifiuta di mollare. A quanto pare – e per stessa ammissione del presidente – ce l’ha fatta.

Secondo Al Jazeera ieri ci sarebbero state due esplosioni in due zone a Sud ed Est del Paese e, riferisce la Bbc, un altro boato ha diffuso il panico a Jaffna, la capitale “tamil” del Nord, cuore per oltre due decenni di una guerra senza quartiere contro le Tigri tamil e nel 2009 vinta dal governo al prezzo – si stima – di 40mila morti in stragrande maggioranza civili. Infine la Campaign for Free and Fair Elections (CaFFE), un gruppo di monitoraggio locale del voto ha denunciato intimidazioni e pressioni. Poca cosa tutto sommato in una giornata tranquilla anche perché favorita dalla chiusura di tutti gli esercizi commerciali. Il risultato definitivo a giorni e comunque prima dell’imminente visita di Bergoglio nell’isola dei fiori che gli antichi chiamavano Taprobane e in seguito divenne nota come Ceylon.

Le cose sono andate così: sull’onda della vittoria militare del 2009 Rajapaksa ha incassato il

consenso di una buona fetta di singalesi (la comunità maggioritaria e in gran parte buddista dello Sri Lanka) e lo ha fatto senza rinunciare all’appoggio delle formazioni religiose radicali e identitarie che, in questi anni, hanno appoggiato campagne revisioniste della storia locale, rivendicato ai buddisti i luoghi sacri a indù o cristiani e dato alle fiamme villaggi musulmani. Rajapaksa è anche piaciuto alla comunità imprenditoriale: finito il conflitto coi tamil – e dopo una vittoria elettorale a valanga che nel 2010 ha premiato la sua guerra – è tornato il turismo e commercio, edilizia e manifattura hanno conosciuto nuovo impulso. Ma la luna di miele è durata fino al 2013 per poi annacquarsi durante le elezioni locali che hanno mostrato la debolezza di un Rajapaksa ormai diventato più che un padre un padrone del Paese: figli nei posti chiave, “crony capitalism” (capitalismo delle parentele, definizione che fu affibbiata al sistema clientelare del filippino Ferdinando Marcos per la prima volta), un disinvolto uso del potere, non ultimo l’escamotage per tentare la terza rielezione.

Infatti, dicono i maligni, quando il presidente ha visto la mal parata ha indetto nuove elezioni con un messaggio chiaro: che comunque avrebbe vinto lui. Se le urne lo confermano, via al terzo mandato. Se premiano invece Sirisena, Rajapaksa resterà ugualmente nella residenza di Galle Road ancora per due anni come capo dello Stato. E sarà dunque lui, vincente o perdente ma comunque vittorioso, a incontrare il papa che nei prossimi giorni verrà per una visita pastorale che ha messo in fermento la base. Cristiani (6%) tamil e musulmani (le minoranze che, al di là delle differenze religiose sono soprattutto tamil venuti secoli fa dall’India o importati durante il dominio britannico per lavorare nelle piantagioni) sono per altro la forza (30% dell’elettorato) su cui Sirisena ha puntato. E che potrebbe far sperare in un giro di boa meno nazional identitario e marcato da quel buddismo “armato” che, dalla Thailandia al Myanmar, ha davvero poco a che vedere col monaco che insegnò la Via di mezzo e l’amore per tutti gli esseri umani senza distinzione.

Andrà così? Solo la clessidara del tempo potrà dirlo: dopo l’ammissione di sconfitta Rajapaksa ha detto di voler garantire una morbida trasmissione. Si vedrà cosa intende dire dal momento che già da stasera il prossimo presidente sarà ufficialmente insediato.

Aleppo (e non solo) sta congelando Il consiglio comunale della parte liberata d…

Aleppo (e non solo) sta congelando

Il consiglio comunale della parte liberata di Aleppo dichiara lo stato di emergenza a causa delle condizioni climatiche, invita i cittadini che ne hanno la possibilità ad a stringersi intorno agli sfollati ed accoglierli nelle case. C’è poi un accorato appello alla comunità internazionale perchè venga in soccorso al popolo siriano colpito dalla catastrofe umanitaria aggravata dalle condizioni metereologiche.

Tutto il medioriente è percorso da una freddissima perturbazione che ha portato neve da Istambul fino al Cairo, sono centinaia di migliaia i profughi siriani che vivono in tende e rifugi di fortuna minacciati dal rischio di morire assiderati e tra i bambini si contano già almeno 6 vittime. Nel campo profughi di Zaatari (divenuto ormai una delel “città” più grandi della Giordania) molte tende sono state abbattute e i sentieri tra i rifugi sono ridotti a fiumi di fango. In Libano, in Turchia e tra i rifugiati interni sono molti a non avere un vero rifugio mentre nevica, così come per le strade del Cairo, dove non è raro vedere i profughi dormire su materassi buttati sui lati delle strade. La situazione degli sfollati interni e delle aree assediate della Siria non è migliore, lo testimoniano centinaia di immagini tra cui quelle del campo palestinese di Yarmouk e di varie aree della Ghouta, entrambe zone assediate di Damasco dove il freddo si aggiunge alla fame ed i bombardamenti quotidiani.

Ho paura che nessuno ascolti questo appello, diffuse attraverso la radio libera Watan Fm | إذاعة وطن e Youtube… forse dovremmo ricordare che Aleppo (seconda città e capitale commerciale della Siria) è il capoluogo della provincia in cui si trova anche Kobane, così qualcuno potrebbe almeno badarci un po’.


‫نداء استغاثة عبر وطن اف ام من مجلس محافظة حلب الحرة‬

‫الموقع الرسمي لإذاعة وطن اف ام :: ‬www.watan.fm Continua a leggere

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Aleppo (e non solo) sta congelando

Il consiglio comunale della parte liberata di Aleppo dichiara lo stato di emergenza a causa delle condizioni climatiche, invita i cittadini che ne hanno la possibilità ad a stringersi intorno agli sfollati ed accoglierli nelle case. C’è poi un accorato appello alla comunità internazionale perchè venga in soccorso al popolo siriano colpito dalla catastrofe umanitaria aggravata dalle condizioni metereologiche.

Tutto il medioriente è percorso da una freddissima perturbazione che ha portato neve da Istambul fino al Cairo, sono centinaia di migliaia i profughi siriani che vivono in tende e rifugi di fortuna minacciati dal rischio di morire assiderati e tra i bambini si contano già almeno 6 vittime. Nel campo profughi di Zaatari (divenuto ormai una delel “città” più grandi della Giordania) molte tende sono state abbattute e i sentieri tra i rifugi sono ridotti a fiumi di fango. In Libano, in Turchia e tra i rifugiati interni sono molti a non avere un vero rifugio mentre nevica, così come per le strade del Cairo, dove non è raro vedere i profughi dormire su materassi buttati sui lati delle strade. La situazione degli sfollati interni e delle aree assediate della Siria non è migliore, lo testimoniano centinaia di immagini tra cui quelle del campo palestinese di Yarmouk e di varie aree della Ghouta, entrambe zone assediate di Damasco dove il freddo si aggiunge alla fame ed i bombardamenti quotidiani.

Ho paura che nessuno ascolti questo appello, diffuse attraverso la radio libera Watan Fm | إذاعة وطن e Youtube… forse dovremmo ricordare che Aleppo (seconda città e capitale commerciale della Siria) è il capoluogo della provincia in cui si trova anche Kobane, così qualcuno potrebbe almeno badarci un po’.


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Giordania: settimana del dialogo interreligioso mondiale

(Agenzia). La Giordania, insieme alle Nazioni Unite, ha promosso una iniziativa all’insegna del dialogo interreligioso. La World Interfaith Harmony Week, questo il nome dell’evento, si terrà dal 1 al 7 febbraio 2015. Con le parole del Principe Ghazi bin Muhammad del Regno Hashemita di Giordania: “Il nostro scopo è quello di coordinare e unire gli sforzi […]

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Egitto: PM fa appello al processo Mubarak

(Agenzie) Il pubblico ministero egiziano Hisham Barakata ha fatto richiesta di appello al processo che vede l’ex presidente Mubarak accusato di aver ucciso alcuni manifestanti, dopo che una corte egiziana lo aveva assolto lo scorso novembre per mancanza di “basi legali”. Dopo la decisione, Barakat aveva ordinato un appello basato su un “difetto legale” del […]

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Arabia Saudita: USA chiede cancellazione sentenza contro blogger

(Agenzie). Il blogger e attivista saudita Raif Badawi, co-fondatore del sito web “Free Saudi Liberals”, era stato condannato a 1000 frustate e a 10 anni di carcere. La notizia della sentenza è dello scorso maggio 2014, mentre l’arresto risale a giugno 2012. Adesso gli USA hanno chiesto formalmente all’Arabia Saudita di cancellare la pena delle 1000 frustate e di riesaminare […]

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Egitto: elezioni parlamentari il prossimo 22 marzo

(Agenzie). La commissione elettorale annuncia che le elezioni parlamentari in Egitto si terranno in due fasi a partire dal 22 marzo. Si va quindi verso la fase finale di quel periodo transitorio che va dal luglio 2013 con il rovesciamento di Mohammed Morsi. L’Egitto è senza la principale camera parlamentare dal 2012, quando i suoi […]

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Bahrein: scontri con manifestanti anti-governo

(Agenzie). Le forze di sicurezza in Bahrein si sono scontrate con i manifestanti anti-governativi che chiedono la liberazione del leader dell’opposizione Sheikh Ali Salman, capo del partito sciita Al Wefaq, avvenuto domenica scorsa nella capitale Manama e ancora in carcere. Le truppe hanno attaccato i manifestanti e hanno cercato di disperderli con proiettili di gomma e gas […]

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Hamas: Autorità Palestinese volta le spalle a Gaza

(Agenzie). Funzionari di Hamas hanno accusato fortemente l’Autorità Palestinese di aver voltato le spalle ai palestinesi residenti nella Striscia di Gaza e chiede la revoca dell’ultimo accordo tra le parti. La reazione di Hamas è stata scaturita dall’annuncio dell’Autorità Palestinese circa l’intenzione di non pagare i dipendenti impiegati da Hamas dal 2007, quando prese il […]

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Note a margine per i blateratori di jihad… soprattutto di Repubblica

Piccola nota a margine in tutto questo blaterare di Islam. Mi auguro che soprattutto la redazione de La Repubblica cada in queste 3 sole parole. Jihad: sostantivo maschile. Le ripeto che magari come diceva mi zia “siete duri de comprendonio” Jihad: sostantivo MASCHILE ( il che tradotto in giornalistichese vuole dire che dovete scrivere IL […]

Note a margine per i blateratori di jihad… soprattutto di Repubblica

Piccola nota a margine in tutto questo blaterare di Islam. Mi auguro che soprattutto la redazione de La Repubblica cada in queste 3 sole parole. Jihad: sostantivo maschile. Le ripeto che magari come diceva mi zia “siete duri de comprendonio” Jihad: sostantivo MASCHILE ( il che tradotto in giornalistichese vuole dire che dovete scrivere IL […]

Note a margine per i blateratori di jihad… soprattutto di Repubblica

Piccola nota a margine in tutto questo blaterare di Islam. Mi auguro che soprattutto la redazione de La Repubblica cada in queste 3 sole parole. Jihad: sostantivo maschile. Le ripeto che magari come diceva mi zia “siete duri de comprendonio” Jihad: sostantivo MASCHILE ( il che tradotto in giornalistichese vuole dire che dovete scrivere IL […]

Note a margine per i blateratori di jihad… soprattutto di Repubblica

Piccola nota a margine in tutto questo blaterare di Islam. Mi auguro che soprattutto la redazione de La Repubblica cada in queste 3 sole parole. Jihad: sostantivo maschile. Le ripeto che magari come diceva mi zia “siete duri de comprendonio” Jihad: sostantivo MASCHILE ( il che tradotto in giornalistichese vuole dire che dovete scrivere IL […]

Note a margine per i blateratori di jihad… soprattutto di Repubblica

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Charlie Hebdo: la reazione peggiore della rete

Di Ersu Ablak. Hurriyet (08/01/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. In copertina una vignetta di Stephff. L’attività dei social network subito dopo l’attacco alla rivista Charlie Hebdo dovrebbe insegnarci un’importante lezione. Il mondo ha reagito immediatamente all’annuncio del massacro. Ovunque, l’hashtag #CharlieHebdo ha dominato le conversazioni più attive sulla rete. In poche ore. La reattività dei social […]

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Yemen: al-Qaeda accusata per attentato Sana’a

(Agenzie) Il maggiore organo di sicurezza yemenita ha accusato al-Qaeda per l’esplosione che ha colpito un’accademia di polizia nel centro di Sana’a, nel quale 40 persone hanno perso la vita e 71 sono rimaste ferite. Da parte sua, Sheikh Saleh Abdel Ilah al-Dahab, leader di al-Qaeda in Yemen, ha negato la responsabilità del gruppo per l’attentato, puntando […]

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Egitto: elezioni parlamentari a fine marzo

(Agenzie) Il comitato per le elezioni egiziano ha annunciato che le prossime elezioni parlamentari si svolgeranno nei giorni 22 e 23 marzo prossimi. Questo passo segnerebbe la fine della transizione dell’Egitto guidata dall’esercito dopo la deposizione dell’ex presidente Morsi e doterebbe di nuovo il Paese di un parlamento dopo lo scioglimento dell’ultima formazione nel giugno 2012.  

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Una matita contro la violenza

mat0 110I disegnatori di tutto il mondo hanno reagito all’attacco al Charlie Hebdo realizzando decine di vignette di solidarietà e condanna. Eccone alcune.

Palestina: senatore USA propone legge per fermare aiuti

(Agenzie) Il senatore repubblicano statunitense Rand Paul ha presentato un progetto di legge che ordinerebbe immediatamente al taglio degli aiuti USA all’Autorità Palestinese. a meno che quest’ultima non procedesse al ritiro della richiesta di aderire alla Corte Penale Internazionale. “Al momento, inviamo circa 400 milioni di dollari dei contribuenti all’Autorità Palestinese”, ha dichiarato il senatore Paul. “Di […]

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Egitto: verdetto processo Morsi in aprile

(Agenzie) Una corte egiziana ha annunciato che il verdetto di uno dei processi che vedono imputato l’ex presidente Morsi verrà emesso il prossimo 21 aprile. Il processo in questione riguarda le accuse di incitamento all’uccisione di manifestanti fuori dal palazzo presidenziale del dicembre 2012, quanto membri della Fratellanza Musulmana hanno attaccato un sit-in causando scontri che hanno […]

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Charlie Hebdo: nessuna giustificazione al terrorismo

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (08/01/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. In copertina una vignetta di Raul Arias. Non c’è differenza tra coloro che hanno ucciso i giovani della tribù siriana al-Sheitaat, coloro che hanno schiavizzato le donne yazidi in Iraq, coloro che hanno ucciso le guardie di frontiere in Arabia Saudita e coloro che hanno […]

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Charlie Hebdo nelle prime pagine dei giornali arabi

Al Shorouk – Egitto  Terremoto terrorista colpisce la Francia e causa 17 morti   Al-Jarida – Kuwait Strage “stile Daish” di giornalisti insanguina Parigi Assafir – Libano  Crimine orribile colpisce la libertà di espressione… e gli arabi! Al-Joumhurria – Libano  Il terrorismo colpisce Parigi The Daily Star Lebanon – Libano  Il massacro di Charlie sciocca il […]

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Appello a tutti i musulmani di Francia alla solidarietà con le vittime del Charlie Hebdo

(Agenzie) I principali gruppi islamici di Francia hanno invitato i musulmani di tutto il Paese a osservare un minuto di silenzio per commemorare le vittime dell’attentato alla rivista Charlie Hebdo di Parigi. L’appello è inoltre rivolto agli imam di Francia affinché dedichino la preghiera di questo venerdì per “condannare la violenza e il terrorismo con la massima […]

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Siria: al-Nusra distrugge mausoleo imam sunnita

(Agenzie) Militanti del Fronte al-Nusra hanno fatto saltare in aria la tomba del celebre imam sunnita al-Nawawi, nel villaggio di Nawa nella provincia meridionale di Daraa in Siria, presso il confine con la Giordania. Il Fronte al-Nsura, affiliato siriano di al-Qeda, segue la stessa interpretazione adottata da Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) per cui le […]

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In Francia, il timore di un acutizzarsi dell’islamofobia

Di Ali Boukhlef. El Watan (08/01/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. In copertina una vignetta di Ruben L. Oppenheimer “Non bisogna confondere islam e islamofobia”. Questa frase, pronunciata dal presidente turco Erdogan mentre condannava l’attentato alla sede di Charlie Hebdo, risuona ormai tra tutti i musulmani di Francia e d’Occidente. Come per gli attacchi al World Trade […]

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Perché i ritratti del Profeta di Charlie Hebdo hanno infastidito molti musulmani?

Di Ian Black. The Guardian (07/01/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. La satira e l’islam non vanno molto d’accordo, specialmente se il format è una rappresentazione del profeta Muhammad o quella dell’auto-proclamato califfo del Daish Abu Bakr al-Baghdadi, che ora detta legge in varie regioni dell’Irak e della Siria. Charlie Hebdo, la rivista la cui sede di Parigi […]

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I musulmani condannano attentato a Charlie Hebdo

(Agenzie) Unioni e leader di musulmani hanno espresso la loro indignazione per “l’oltraggioso” attacco alla rivista francese Charlie Hebdo, che ha causato 12 morti. Il Consiglio Francese del Culto Musulmano (CFCM) ha criticato l’accaduto come “un’azione estremamente barbarica”. Anche il Consiglio Musulmano di Francia e quello del Regno Unito hanno denunciato l’attacco. Un imam della moschea di […]

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Francia: bomba esplode nei pressi di una moschea

(Agenzie) Un’esplosione “criminale” ha avuto luogo in un negozio di kebab vicino una moschea nel paesino francese di Villefranche-sur-Saone senza però causare vittime, secondo fonti ufficiali. Le autorità hanno definito l’accaduto come un “atto criminale” e hanno detto di aver aperto un’indagine in merito. L’accaduto arriva un giorno dopo il terribile attacco alla sede della rivista Charlie Habdo di […]

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Siria, Iraq: più di 5.000 bombe su bersagli Daish

(Agenzie) Secondo le ultime cifre diffuse dal Pentagono, sin dall’inizio dei raid aerei della coalizione anti-Daish lo scorso agosto sono circa 5.000 le bombe che hanno colpito bersagli del gruppo jihadista in Siria e Iraq. Il Pentagono ha inoltre specificato che nei vari attacchi aerei sono stati distrutti 58 carri armati, 184 veicoli Humvee, 303 pickup, […]

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Canada: porte a perte a 13.00 rifugiati siriani e iracheni

(Agenzie) Il Canada ha annunciato che, nell’arco dei prossimi tre anni, sarà asilo a 10.000 rifugiati siriani e 3.000 rifugiati iracheni, secondo quanto riferito dal ministero dell’Immigrazione. Sin dal 2009, il Canada ha accolto 20.000 rifugiati iracheni; sono più di 1.000 poi i siriani che sono arrivati in terra canadese dall’inizio del conflitto nel 2011. Da […]

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Matite arabe per Charlie Hebdo

Oggi sul blog faccio parlare le immagini, e le matite, dei colleghi arabi dei giornalisti e disegnatori di Charlie Hebdo. Molti sono autori satirici, come lo erano quelli di Charlie Hebdo. Sono vignette e disegni che ho trovato ieri sera su Facebook, mentre seguivo notizie e commenti di amici e colleghi, che sono state composte … Continua a leggere

Matite arabe per Charlie Hebdo

Oggi sul blog faccio parlare le immagini, e le matite, dei colleghi arabi dei giornalisti e disegnatori di Charlie Hebdo. Molti sono autori satirici, come lo erano quelli di Charlie Hebdo. Sono vignette e disegni che ho trovato ieri sera su Facebook, mentre seguivo notizie e commenti di amici e colleghi, che sono state composte … Continua a leggere

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordog…

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!


Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordoglio, di solidarietà, di condanna… Anche io sono sgomento, lo sono per ogni persona che muore nel modo in cui sono morti questi ultimi. Sono solidale e feroce sostenitore della libertà di espressione. Sono triste perché alcuni dei vignettisti di Charlie Hebdo (Wolinski in modo particolare, che ho anche conosciuto ad Algeri un secolo fa) mi appassionavano e hanno accompagnato con loro feroce e dissacrante satira tutta la mia adolescenza e i miei desideri di allora (ma anche di oggi) di mandare tutto il mondo a farsi f…

Ma mi dispiace, io non scriverò che sono Charlie Hebdo. Non metterò una bandiera nera sul mio profilo Facebook e non posterò nessun disegno di Charb e nemmeno di Wolinski che mi piace tanto… E se avete tempo di leggere il mio lungo ragionamento vi spiego il perché.

Charlie Hebdo nasce nel 1992 ma la squadra che lo fonda viene da una lunga storia di giornali di satira libertaria. Quello che si può considerare come l’antenato di Charlie è “Hara-kiri” dove lavoravano già vari membri dell’attuale redazione. Hara-kiri se la prendeva con i potenti, con De Gaulle, con l’esercito, con la chiesa e fu varie volte chiuso e riaperto sotto varie forme e titoli.

Era divertente, dissacrante, feroce qualche volta. Ma sapeva di quella aria di libertà dell’epoca. Oggi il Charlie Hebdo è cambiato. Lo si compra ancora, qualche volta, perché ha un nome. Il suo pubblico non è più l’operaio o lo studente senza una lira, ma la “gauche-caviar” della Parigi bene.

Negli ultimi anni poi ha preso una linea editoriale apertamente islamofoba. Non è il fatto di prendere ogni tanto in giro una religione. Quello l’ha sempre fatto anche con la chiesa cattolica. Il problema non è qui. Se prendesse in giro i musulmani, l’islam, il profeta, dio o qualsiasi altro persona o simbolo sacro non ci vedrei personalmente niente di sbagliato. Ma le numerose campagne di Charlie Hebdo contro i musulmani, l’islam, i simboli sacri di questa religione sapevano di accanimento. Faceva parte di una certa cultura molto diffusa negli ambienti che una volta erano stati di sinistra e che oggi sono solo sinistramente cinici. Ambienti che hanno definitivamente deciso di stare dalla parte dei forti e che non hanno più nessuna bataglia vera da portare avanti. Una ex sinistra che si è arresa mani e piedi legati alla logica di mercato, al dominio delle banche e ultimamente anche alla retorica dello scontro di civiltà. Una ex sinistra che considera che l’integralismo islamico sia l’unico e ultimo pericolo che minaccia l’umanità. Una ex sinistra che non ha più sogni né progetti del resto e che si accontenta di guardare il mondo dall’alto della sua presunta superiorità culturale.

Ma non è per questo che non metterò nessun segno di cordoglio per i morti di Charlie Hebdo. Non riconosco a nessuno il diritto di ammazzare nessuno in nome di niente e ancor meno in nome di una qualunque discordanza di opinioni. Le mie ragioni sono altre.

L’attacco alla redazione del giornale satirico viene in un momento particolare. Ancora un anno fa non si parlava per niente di integralismo. Era quasi scomparso dalle prime pagine. E se si vedevano immagini di barbuti in armi nelle strade di Tripoli o di Aleppo venivano chiamati “Rivoluzionari”. E si cantavano le lodi di questi bravi ragazzi. Si legge ovunque che i bravi ragazzi ricevono aiuti da tutte le parti. Si legge un po’ meno che in Siria i ragazzi prendono il controllo di varie stazioni di estrazione di petrolio e che la Turchia, uno stato membro della Nato glielo compra tranquillamente. Si legge ancora meno che oltre agli aiuti e alle migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo in aiuto dei bravi ragazzi ci sono anche consiglieri militari che insegnano ai bravi ragazzi a combattere…

Poi all’improvviso tutto cambia. Ritornano a chiamarlo terrorismo, le uccisioni di membri delle minoranze finora taciute vengono a gala. I servizi segreti di tutti i paesi della nato (e i loro numerosi alleati) fanno tutti finta di cadere dalle nuvole scoprendo che migliaia di giovani sono partiti dalle loro città per dare man forte ai “rivoluzionari”. Non sapevano nulla, pare. E noi a scandalizzarci con loro.

Sono ormai decenni che questo giochetto va avanti. Le reti che oggi si chiamano Al Qaeda e poi Isis, Boko Haram e compagnia bella sono stati messi in sella in piena guerra fredda in chiave anti-sovietica. I paesi del Golfo persico in collaborazione con la Nato hanno fatto un montaggio finanziario, propagandistico e organizzativo per far arrivare combattenti da ogni dove. Al Qaeda è l’alleato principale della Nato e ovviamente dei paesi del golfo fino agli anni novanta. Poi poco a poco scivola verso l’area di illegalità.

Intanto la guerra fredda stava finendo e Samuel P. Huntington preannunciava un nuovo conflitto e lo battezzava “scontro di civiltà”.

Nel frattempo arriva la guerra d’Algeria. Centinaia di giovani rientrati dall’Afghanistan contribuiscono a formare i primi nuclei dei Gruppi Islamici Armati. Gruppi che, insieme all’esercito algerino (che anche lui non ha scherzato) hanno fatto passare al paese due decenni infernali. Nel frattempo nelle moschee londinesi soprattutto ma anche francesi, italiane tedesche, individui poco raccomandabili predicavano la lotta armata in Algeria e raccoglievano soldi e facevano fare affari d’oro all’industria delle armi. L’Algeria stava uscendo da una era socialista e aveva bisogno di una piccola spintarella per privatizzare le sue enormi risorse energetiche. E come per miracolo ad ogni concessione firmata con una multinazionale veniva chiusa una rete di sostegno all’integralismo armato. Poi quando le multinazionali presero il controllo del petrolio algerino, le reti diventarono terroristiche e furono smantellate ovunque. O almeno così ci disse la stampa libera del mondo libero.

Fatto sta che nel 2001 ci fu l’11 settembre e ci fu una vera e propria isteria. Chi non aveva terroristi islamici da arrestare se li inventava. Tutti volevano avere la loro minaccia il loro mini attacco. Non fu mai chiaro né chi né perché né come furono eseguiti gli attentati di quel giorno ma cadevano a fagiolo per giustificare le nuove politiche di controllo militare dell’area del medio oriente volute dai neo-cons americani. Sono ormai 14 anni che va avanti la loro war on terror e non ha prodotto che sempre più terror e sempre nuove wars.

Ma poi i Neo-cons se ne sono andati e arriva Obama, che dice di voler ritirare le truppe e se ne va al Cairo e fa un discorso lungo e forte in cui dice che tende la sua mano per aiutare alla creazione di un “Nuovo medioriente”. Poco dopo quel discorso le piazze arabe cominciano a muoversi. Il mondo scopre che nel mondo arabo non ci sono solo militari baffuti e ribelli barbuti. In mezzo ci sono popoli colorati e variegati che aspirano, tutto sommato, alle stesse cose di tutti i popoli: dignità, libertà, benessere… Gli islamisti sono del tutto assenti dalle piazze o quasi. Comunque non hanno l’iniziativa. Seguono qualche volta. Qualche volta si ritirano. Ma il “La” lo danno giovani laici, colti e amanti della libertà e dei diritti umani.

Ma questo non soddisfa tutti, sembra. Già nel maggio del 2011, i servizi segreti russi (generalmente ben informati per quel che mi risulta) davano l’allarme sull’imminente ricostruzione di reti integraliste internazionali sotto il commando dello specialista saudita in materia: il principe Bandar Assudairi Ben Saud, artefice di vari gruppi e varie guerriglie islamiste attraverso il mondo. L’obiettivo riportare l’islamismo politico alla testa delle rivolte. L’informazione fu ripresa soltanto dalla rete Voltaire, ufficialmente classificata nel rango dei complottisti e tutti fecero finta di niente.

Oggi tutto quello che era previsto in quell’avvertimento si è avverato e anche di più.

In Libia un comandante “ex” Al Qaeda alla testa di un esercito armato dal Qatar e l’Arabia Saudita e addestrato dalla CIA prende la città di tripoli che le milizie tribali non riuscivano a conquistare e il paese diventa una specie di territorio liberato per i gruppi armati di ogni tipo. In Yemen l’Arabia Saudita rimette il vecchio regime in piedi ma stranamente gruppi armati spuntano ovunque come funghi. In Egitto e Tunisia i fratelli musulmani sono portati al potere su un tappeto di petrodollari. In Siria non ne parliamo… Il resto della storia lo sappiamo.

Nel frattempo in occidente le moschee (non tutte per fortuna ma quelle più estremiste e che sarebbero in teoria anche quelle più monitorate dai servizi) hanno ripreso a diventare luoghi di raccolta fondi e reclutamento. Domani forse se qualche giudice indaga troppo da vicino sul perché, potrà esserci più di un nuovo caso Abu Omar. E poi adesso, da meno di un anno, tutti a gridare al lupo. Ma a che gioco giochiamo. Qualcuno ce lo può spiegare?

Sono ormai 30 anni che i servizi di tutto il mondo giocano come si gioca con il fuoco con i gruppi integralisti. Sono controllati, sono infiltrati, sono gonfiati quando servono e sgonfiati quando non servono. Del resto è quello che si è anche fatto e che si continua a fare con vari gruppi estremisti di destra e di sinistra dalla seconda guerra in qua. Chi si ricorda della sigla “Stai Behind” e dei finti attentati (ma con veri morti) attraverso tutta Europa sa di che sto parlando.

Oggi c’è bisogno di far salire la posta in gioco. La crisi chiede guerre. Le nuove guerre per il controllo del Medio Oriente hanno bisogno di legittimità. La crisi ha sputtanato tutta la classe politica europea e solo la salita degli estremismi di destra può spingere la gente a rivotarli di nuovo. Non ti piace Renzi ma siccome c’è il rischio Salvini (chi sa come mai è sempre in Tv quello?) allora ci vai e lo voti. Del resto anche le reti dell’integralismo armato hanno bisogno di far salire il livello di tensione. Chi vive di violenza e per la violenza ne ha bisogno come dell’ossigeno. Stanno nella stessa logica anche loro.

E allora adesso, commesso il fattaccio, tutti i fascistoidi, che avrebbero volentieri fatto esplodere la testa al gruppo Charlie Hebdo per le vecchie posizioni antifasciste o per le loro posizioni sull’omosessualità e altri temi del genere… Tutti hanno già pubblicato sulle loro bacheche messaggi di cordoglio e tutti piangono lacrime di coccodrillo su questa Europa, che loro vorrebbero libera, ma che è minacciata dai musulmani, dagli africani, dagli asiatici, portatori di valori antidemocratici!!!!!! E sui set televisivi hanno già cominciato a raccogliere i frutti di questa vera e propria mana politica servita loro su un piatto… di piombo.

É per non fare parte di questo gigantesco teatrino delle emozioni su ordinazione, degli sgomenti selettivi, della solidarietà di facciata, delle amnesie collettive e dell’ipocrisia generalizzata che non metterò bandiera nera, né scriverò “Io son Charlie” Io non sono Charlie. Lo sono stato da piccolo, quando anche Charlie era Charlie. Oggi non lo siamo più né lui né io.

Oggi Charlie non fa più ridere nessuno e a me mi viene voglia di piangere, ma da solo, ma in disparte. Mi vien da piangere, ma non solo per Wolinski o per i suoi colleghi. Mi vien da piangere per tutti i morti di questa sordida storia. Mi vien da piangere per le centinaia di migliaia di morti durante la guerra sporca in Algeria, per gli amici che vi ho perso. Mi vien da piangere per le vittime del world Trade Center, per il mezzo milione di Iracheni, le centinaia di migliaia di afghani, pachistani, per le decine di migliaia di libici, di yemeniti, di palestinesi, per le centinaia di migliaia di persone uccise in Siria, il tutto in una tragica farsa chiamata Scontro di civiltà.

Mi dispiace, ma io non sono Charlie!


Mi dispiace, ma io non sono Charlie!

In questo momento l’uccisione delle undici persone e in modo particolare dei giornalisti/artisti nella sede del periodico satirico Charlie Hebdo, sta prendendo le pieghe di un nuovo, mini 11 settembre. E fioccano ovunque messaggi di sgomento, di cordoglio, di solidarietà, di condanna… Anche io sono sgomento, lo sono per ogni persona che muore nel modo in cui sono morti questi ultimi. Sono solidale e feroce sostenitore della libertà di espressione. Sono triste perché alcuni dei vignettisti di Charlie Hebdo (Wolinski in modo particolare, che ho anche conosciuto ad Algeri un secolo fa) mi appassionavano e hanno accompagnato con loro feroce e dissacrante satira tutta la mia adolescenza e i miei desideri di allora (ma anche di oggi) di mandare tutto il mondo a farsi f…

Ma mi dispiace, io non scriverò che sono Charlie Hebdo. Non metterò una bandiera nera sul mio profilo Facebook e non posterò nessun disegno di Charb e nemmeno di Wolinski che mi piace tanto… E se avete tempo di leggere il mio lungo ragionamento vi spiego il perché.

Charlie Hebdo nasce nel 1992 ma la squadra che lo fonda viene da una lunga storia di giornali di satira libertaria. Quello che si può considerare come l’antenato di Charlie è “Hara-kiri” dove lavoravano già vari membri dell’attuale redazione. Hara-kiri se la prendeva con i potenti, con De Gaulle, con l’esercito, con la chiesa e fu varie volte chiuso e riaperto sotto varie forme e titoli.

Era divertente, dissacrante, feroce qualche volta. Ma sapeva di quella aria di libertà dell’epoca. Oggi il Charlie Hebdo è cambiato. Lo si compra ancora, qualche volta, perché ha un nome. Il suo pubblico non è più l’operaio o lo studente senza una lira, ma la “gauche-caviar” della Parigi bene.

Negli ultimi anni poi ha preso una linea editoriale apertamente islamofoba. Non è il fatto di prendere ogni tanto in giro una religione. Quello l’ha sempre fatto anche con la chiesa cattolica. Il problema non è qui. Se prendesse in giro i musulmani, l’islam, il profeta, dio o qualsiasi altro persona o simbolo sacro non ci vedrei personalmente niente di sbagliato. Ma le numerose campagne di Charlie Hebdo contro i musulmani, l’islam, i simboli sacri di questa religione sapevano di accanimento. Faceva parte di una certa cultura molto diffusa negli ambienti che una volta erano stati di sinistra e che oggi sono solo sinistramente cinici. Ambienti che hanno definitivamente deciso di stare dalla parte dei forti e che non hanno più nessuna bataglia vera da portare avanti. Una ex sinistra che si è arresa mani e piedi legati alla logica di mercato, al dominio delle banche e ultimamente anche alla retorica dello scontro di civiltà. Una ex sinistra che considera che l’integralismo islamico sia l’unico e ultimo pericolo che minaccia l’umanità. Una ex sinistra che non ha più sogni né progetti del resto e che si accontenta di guardare il mondo dall’alto della sua presunta superiorità culturale.

Ma non è per questo che non metterò nessun segno di cordoglio per i morti di Charlie Hebdo. Non riconosco a nessuno il diritto di ammazzare nessuno in nome di niente e ancor meno in nome di una qualunque discordanza di opinioni. Le mie ragioni sono altre.

L’attacco alla redazione del giornale satirico viene in un momento particolare. Ancora un anno fa non si parlava per niente di integralismo. Era quasi scomparso dalle prime pagine. E se si vedevano immagini di barbuti in armi nelle strade di Tripoli o di Aleppo venivano chiamati “Rivoluzionari”. E si cantavano le lodi di questi bravi ragazzi. Si legge ovunque che i bravi ragazzi ricevono aiuti da tutte le parti. Si legge un po’ meno che in Siria i ragazzi prendono il controllo di varie stazioni di estrazione di petrolio e che la Turchia, uno stato membro della Nato glielo compra tranquillamente. Si legge ancora meno che oltre agli aiuti e alle migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo in aiuto dei bravi ragazzi ci sono anche consiglieri militari che insegnano ai bravi ragazzi a combattere…

Poi all’improvviso tutto cambia. Ritornano a chiamarlo terrorismo, le uccisioni di membri delle minoranze finora taciute vengono a gala. I servizi segreti di tutti i paesi della nato (e i loro numerosi alleati) fanno tutti finta di cadere dalle nuvole scoprendo che migliaia di giovani sono partiti dalle loro città per dare man forte ai “rivoluzionari”. Non sapevano nulla, pare. E noi a scandalizzarci con loro.

Sono ormai decenni che questo giochetto va avanti. Le reti che oggi si chiamano Al Qaeda e poi Isis, Boko Haram e compagnia bella sono stati messi in sella in piena guerra fredda in chiave anti-sovietica. I paesi del Golfo persico in collaborazione con la Nato hanno fatto un montaggio finanziario, propagandistico e organizzativo per far arrivare combattenti da ogni dove. Al Qaeda è l’alleato principale della Nato e ovviamente dei paesi del golfo fino agli anni novanta. Poi poco a poco scivola verso l’area di illegalità.

Intanto la guerra fredda stava finendo e Samuel P. Huntington preannunciava un nuovo conflitto e lo battezzava “scontro di civiltà”.

Nel frattempo arriva la guerra d’Algeria. Centinaia di giovani rientrati dall’Afghanistan contribuiscono a formare i primi nuclei dei Gruppi Islamici Armati. Gruppi che, insieme all’esercito algerino (che anche lui non ha scherzato) hanno fatto passare al paese due decenni infernali. Nel frattempo nelle moschee londinesi soprattutto ma anche francesi, italiane tedesche, individui poco raccomandabili predicavano la lotta armata in Algeria e raccoglievano soldi e facevano fare affari d’oro all’industria delle armi. L’Algeria stava uscendo da una era socialista e aveva bisogno di una piccola spintarella per privatizzare le sue enormi risorse energetiche. E come per miracolo ad ogni concessione firmata con una multinazionale veniva chiusa una rete di sostegno all’integralismo armato. Poi quando le multinazionali presero il controllo del petrolio algerino, le reti diventarono terroristiche e furono smantellate ovunque. O almeno così ci disse la stampa libera del mondo libero.

Fatto sta che nel 2001 ci fu l’11 settembre e ci fu una vera e propria isteria. Chi non aveva terroristi islamici da arrestare se li inventava. Tutti volevano avere la loro minaccia il loro mini attacco. Non fu mai chiaro né chi né perché né come furono eseguiti gli attentati di quel giorno ma cadevano a fagiolo per giustificare le nuove politiche di controllo militare dell’area del medio oriente volute dai neo-cons americani. Sono ormai 14 anni che va avanti la loro war on terror e non ha prodotto che sempre più terror e sempre nuove wars.

Ma poi i Neo-cons se ne sono andati e arriva Obama, che dice di voler ritirare le truppe e se ne va al Cairo e fa un discorso lungo e forte in cui dice che tende la sua mano per aiutare alla creazione di un “Nuovo medioriente”. Poco dopo quel discorso le piazze arabe cominciano a muoversi. Il mondo scopre che nel mondo arabo non ci sono solo militari baffuti e ribelli barbuti. In mezzo ci sono popoli colorati e variegati che aspirano, tutto sommato, alle stesse cose di tutti i popoli: dignità, libertà, benessere… Gli islamisti sono del tutto assenti dalle piazze o quasi. Comunque non hanno l’iniziativa. Seguono qualche volta. Qualche volta si ritirano. Ma il “La” lo danno giovani laici, colti e amanti della libertà e dei diritti umani.

Ma questo non soddisfa tutti, sembra. Già nel maggio del 2011, i servizi segreti russi (generalmente ben informati per quel che mi risulta) davano l’allarme sull’imminente ricostruzione di reti integraliste internazionali sotto il commando dello specialista saudita in materia: il principe Bandar Assudairi Ben Saud, artefice di vari gruppi e varie guerriglie islamiste attraverso il mondo. L’obiettivo riportare l’islamismo politico alla testa delle rivolte. L’informazione fu ripresa soltanto dalla rete Voltaire, ufficialmente classificata nel rango dei complottisti e tutti fecero finta di niente.

Oggi tutto quello che era previsto in quell’avvertimento si è avverato e anche di più.

In Libia un comandante “ex” Al Qaeda alla testa di un esercito armato dal Qatar e l’Arabia Saudita e addestrato dalla CIA prende la città di tripoli che le milizie tribali non riuscivano a conquistare e il paese diventa una specie di territorio liberato per i gruppi armati di ogni tipo. In Yemen l’Arabia Saudita rimette il vecchio regime in piedi ma stranamente gruppi armati spuntano ovunque come funghi. In Egitto e Tunisia i fratelli musulmani sono portati al potere su un tappeto di petrodollari. In Siria non ne parliamo… Il resto della storia lo sappiamo.

Nel frattempo in occidente le moschee (non tutte per fortuna ma quelle più estremiste e che sarebbero in teoria anche quelle più monitorate dai servizi) hanno ripreso a diventare luoghi di raccolta fondi e reclutamento. Domani forse se qualche giudice indaga troppo da vicino sul perché, potrà esserci più di un nuovo caso Abu Omar. E poi adesso, da meno di un anno, tutti a gridare al lupo. Ma a che gioco giochiamo. Qualcuno ce lo può spiegare?

Sono ormai 30 anni che i servizi di tutto il mondo giocano come si gioca con il fuoco con i gruppi integralisti. Sono controllati, sono infiltrati, sono gonfiati quando servono e sgonfiati quando non servono. Del resto è quello che si è anche fatto e che si continua a fare con vari gruppi estremisti di destra e di sinistra dalla seconda guerra in qua. Chi si ricorda della sigla “Stai Behind” e dei finti attentati (ma con veri morti) attraverso tutta Europa sa di che sto parlando.

Oggi c’è bisogno di far salire la posta in gioco. La crisi chiede guerre. Le nuove guerre per il controllo del Medio Oriente hanno bisogno di legittimità. La crisi ha sputtanato tutta la classe politica europea e solo la salita degli estremismi di destra può spingere la gente a rivotarli di nuovo. Non ti piace Renzi ma siccome c’è il rischio Salvini (chi sa come mai è sempre in Tv quello?) allora ci vai e lo voti. Del resto anche le reti dell’integralismo armato hanno bisogno di far salire il livello di tensione. Chi vive di violenza e per la violenza ne ha bisogno come dell’ossigeno. Stanno nella stessa logica anche loro.

E allora adesso, commesso il fattaccio, tutti i fascistoidi, che avrebbero volentieri fatto esplodere la testa al gruppo Charlie Hebdo per le vecchie posizioni antifasciste o per le loro posizioni sull’omosessualità e altri temi del genere… Tutti hanno già pubblicato sulle loro bacheche messaggi di cordoglio e tutti piangono lacrime di coccodrillo su questa Europa, che loro vorrebbero libera, ma che è minacciata dai musulmani, dagli africani, dagli asiatici, portatori di valori antidemocratici!!!!!! E sui set televisivi hanno già cominciato a raccogliere i frutti di questa vera e propria mana politica servita loro su un piatto… di piombo.

É per non fare parte di questo gigantesco teatrino delle emozioni su ordinazione, degli sgomenti selettivi, della solidarietà di facciata, delle amnesie collettive e dell’ipocrisia generalizzata che non metterò bandiera nera, né scriverò “Io son Charlie” Io non sono Charlie. Lo sono stato da piccolo, quando anche Charlie era Charlie. Oggi non lo siamo più né lui né io.

Oggi Charlie non fa più ridere nessuno e a me mi viene voglia di piangere, ma da solo, ma in disparte. Mi vien da piangere, ma non per Wolinski o per i suoi colleghi. Mi vien da piangere per tutti i morti di questa sordida storia. Mi vien da piangere per le centinaia di migliaia di morti durante la guerra sporca in Algeria, per gli amici che vi ho perso. Mi vien da piangere per le vittime del world Trade Center, per il mezzo milione di Iracheni, le centinaia di migliaia di afghani, pachistani, per le decine di migliaia di libici, di yemeniti, di palestinesi, per le centinaia di migliaia di persone uccise in Siria, il tutto in una tragica farsa chiamata Scontro di civiltà.

Strage di Parigi: dalla Siria solidarietà ai parenti delle vittime e netta conda…

Strage di Parigi: dalla Siria solidarietà ai parenti delle vittime e netta condanna dell’attentato.

Chi meglio dei siriani conosce la violenza dei sedicenti “islamisti” contro i giornalisti ed i mediattivisti?
Quella degli operatori dell’informaizone è una delle categorie più prese di mira sia da parte del regime che da parte delle forze contro rivoluzionarie. Vengono alla mente i raid di IS (all’epoca ancora ISIS) nelle redazioni dei emdia indipendenti di Aleppo e Raqqa, sopratutto nel novembre del 2013, il mese nero per la libertà d’espressione in Siria. Più recentemente mi torna alla mente l’attacco alla redazione di Orient News da parte del regime di Assad: http://www.bbc.com/news/world-middle-east-30411516

In ogni caso c’è poco da stupirsi se i siriani capiscono più di ogni altro l’importanza della libertà d’espressione, dopo quasi 50 anni di negazione totale di qualunque spazio, una breve boccata d’ossigeno tra il 2011 ed il 2012 e l’incubo della guerra ai media in corso oggi. Ecco allora che arrivano glil attestati di solidarietà per l’ attenato ai danni di Charlie Hebdo. Il primo comunicato in ordine di tempo è forse quello di radio Souriali, che ha una sede a Marsiglia ed è quindi particolarmente vicina ai fatti (https://www.facebook.com/RadioSouriaLi/photos/a.195977937203442.49119.195153797285856/583565405111358/?type=1&theater )
Anche l’Associazione dei Giornalisti Siriani, la cosa più simile ad un sindacato della stampa libera in Siria, ha espresso la sua condanna, che è stata ripresa dal nostro Comitato Romano di Solidarietà con il Popolo Siriano nel comunicato con cui annuncia l’adesione alla fiaccolata indetta dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall’ Associazione Articolo 21. Saremo in piazza Farnese, ai piedi dell’ Ambasciata di Francia, a partire dalle ore 18 di domani 8 gennaio. e che vi riporto di seguito:
—-___—–____—-
Il Comitato Romano di Solidarietà con il Popolo Siriano si unisce al cordoglio unanime per le 12 vittime innocenti del vile attacco terroristico che ieri ha colpito la sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Vogliamo idealmente stringerci intorno alle famiglie ed ai colleghi delle vittime e siamo vicini ai feriti ed i loro cari, nella speranza che le loro ferite fisiche e morali guariscano presto. Vogliamo anche esprimere condanna netta degli autori di questo crimine che, colpendo la libertà di stampa ed espressione, colpisce al cuore tutti noi. Si tratta di atti incompatibili con qualunque credo religioso e per i quali non esistono attenuanti. Vogliamo anche esprimere il nostro sdegno contro chi, in queste ore drammatiche, non esita a sfruttare la tragedia per spargere odio ed islamofobia a piene mani, colpevolizzando tutti i fedeli musulmani per questo gesto criminale e fomentando la diffidenza e la paura.
Aderiamo quindi alla fiaccolata promossa dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall’ Associazione Articolo 21. Saremo in piazza Farnese, ai piedi dell’ Ambasciata di Francia, a partire dalle ore 18 di domani 8 gennaio.

La libertà d’espressione è una delle fondamenta della democrazia, una delle prime rivendicazioni espresse dal popolo siriano quando scese in piazza, ormai quasi quattro anni fa.
Questo attentato ha portato nel cuore d’Europa un dolore ed una rabbia che nessuno conosce meglio dei siriani: stando ai dati del Committee to Protect Journalists, la Siria è oggi il paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, dopo essere stato per oltre quattro decadi agli ultimi posti nelle classifiche della libertà d’espressione. I giornalisti ed i media-attivisti siriani sono tra i principali obiettivi di tutte le forze repressive in campo, a partire dal regime di Assad fino ad arrivare alle organizzazioni come lo “Stato Islamico”. Mentre la barbara uccisione di giornalisti occidentali provoca lo sdegno globale, i giornalisti siriani, nel tentativo di raccontare le sofferenze del loro popolo e gli orrori della guerra, muoiono a decine nel buio delle carceri o per mano di sedicenti islamisti nel silenzio generale.
Non stupiscono quindi le innumerevoli dichiarazioni di solidarietà e le condanne all’attentato giunte dalla Siria, ne citiamo una per tutte, quella della Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA):

L’ Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA) condanna l’attacco al settimanale francese Charlie Hebdo

L’ Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA) è scioccata dal barbaro attacco all’ufficio parigino del settimanale satirico francese Charlie Hebdo avvenuto mercoledì. Le vittime sono state dodici, 10 giornalisti e 2 agenti di polizia.

SJA condanna questo attacco terroristico e chiunque ne sia responsabile. Ci opponiamo fortemente a qualunque giustificazione per questo crimine che viola i valori umani ed i principi di base di qualunque religione

SJA esprime le proprie condoglianze e la propria vicinanza ai familiari ed amici delle vittime. In questo giorno traumatico, SJA vuole ricordare che in qualunque circostanza tutti devono garantire la libertà di stampa e che gli operatori dell’informazione non siano presi di mira, qualunque sia il pretesto.

Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA)

7/1/2015 Continua a leggere

Strage di Parigi: dalla Siria solidarietà ai parenti delle vittime e netta conda…

Strage di Parigi: dalla Siria solidarietà ai parenti delle vittime e netta condanna dell’attentato.

Chi meglio dei siriani conosce la violenza dei sedicenti “islamisti” contro i giornalisti ed i mediattivisti?
Quella degli operatori dell’informaizone è una delle categorie più prese di mira sia da parte del regime che da parte delle forze contro rivoluzionarie. Vengono alla mente i raid di IS (all’epoca ancora ISIS) nelle redazioni dei emdia indipendenti di Aleppo e Raqqa, sopratutto nel novembre del 2013, il mese nero per la libertà d’espressione in Siria. Più recentemente mi torna alla mente l’attacco alla redazione di Orient News da parte del regime di Assad: http://www.bbc.com/news/world-middle-east-30411516

In ogni caso c’è poco da stupirsi se i siriani capiscono più di ogni altro l’importanza della libertà d’espressione, dopo quasi 50 anni di negazione totale di qualunque spazio, una breve boccata d’ossigeno tra il 2011 ed il 2012 e l’incubo della guerra ai media in corso oggi. Ecco allora che arrivano glil attestati di solidarietà per l’ attenato ai danni di Charlie Hebdo. Il primo comunicato in ordine di tempo è forse quello di radio Souriali, che ha una sede a Marsiglia ed è quindi particolarmente vicina ai fatti (https://www.facebook.com/RadioSouriaLi/photos/a.195977937203442.49119.195153797285856/583565405111358/?type=1&theater )
Anche l’Associazione dei Giornalisti Siriani, la cosa più simile ad un sindacato della stampa libera in Siria, ha espresso la sua condanna, che è stata ripresa dal nostro Comitato Romano di Solidarietà con il Popolo Siriano nel comunicato con cui annuncia l’adesione alla fiaccolata indetta dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall’ Associazione Articolo 21. Saremo in piazza Farnese, ai piedi dell’ Ambasciata di Francia, a partire dalle ore 18 di domani 8 gennaio. e che vi riporto di seguito:
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Il Comitato Romano di Solidarietà con il Popolo Siriano si unisce al cordoglio unanime per le 12 vittime innocenti del vile attacco terroristico che ieri ha colpito la sede parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Vogliamo idealmente stringerci intorno alle famiglie ed ai colleghi delle vittime e siamo vicini ai feriti ed i loro cari, nella speranza che le loro ferite fisiche e morali guariscano presto. Vogliamo anche esprimere condanna netta degli autori di questo crimine che, colpendo la libertà di stampa ed espressione, colpisce al cuore tutti noi. Si tratta di atti incompatibili con qualunque credo religioso e per i quali non esistono attenuanti. Vogliamo anche esprimere il nostro sdegno contro chi, in queste ore drammatiche, non esita a sfruttare la tragedia per spargere odio ed islamofobia a piene mani, colpevolizzando tutti i fedeli musulmani per questo gesto criminale e fomentando la diffidenza e la paura.
Aderiamo quindi alla fiaccolata promossa dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall’ Associazione Articolo 21. Saremo in piazza Farnese, ai piedi dell’ Ambasciata di Francia, a partire dalle ore 18 di domani 8 gennaio.

La libertà d’espressione è una delle fondamenta della democrazia, una delle prime rivendicazioni espresse dal popolo siriano quando scese in piazza, ormai quasi quattro anni fa.
Questo attentato ha portato nel cuore d’Europa un dolore ed una rabbia che nessuno conosce meglio dei siriani: stando ai dati del Committee to Protect Journalists, la Siria è oggi il paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, dopo essere stato per oltre quattro decadi agli ultimi posti nelle classifiche della libertà d’espressione. I giornalisti ed i media-attivisti siriani sono tra i principali obiettivi di tutte le forze repressive in campo, a partire dal regime di Assad fino ad arrivare alle organizzazioni come lo “Stato Islamico”. Mentre la barbara uccisione di giornalisti occidentali provoca lo sdegno globale, i giornalisti siriani, nel tentativo di raccontare le sofferenze del loro popolo e gli orrori della guerra, muoiono a decine nel buio delle carceri o per mano di sedicenti islamisti nel silenzio generale.
Non stupiscono quindi le innumerevoli dichiarazioni di solidarietà e le condanne all’attentato giunte dalla Siria, ne citiamo una per tutte, quella della Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA):

L’ Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA) condanna l’attacco al settimanale francese Charlie Hebdo

L’ Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA) è scioccata dal barbaro attacco all’ufficio parigino del settimanale satirico francese Charlie Hebdo avvenuto mercoledì. Le vittime sono state dodici, 10 giornalisti e 2 agenti di polizia.

SJA condanna questo attacco terroristico e chiunque ne sia responsabile. Ci opponiamo fortemente a qualunque giustificazione per questo crimine che viola i valori umani ed i principi di base di qualunque religione

SJA esprime le proprie condoglianze e la propria vicinanza ai familiari ed amici delle vittime. In questo giorno traumatico, SJA vuole ricordare che in qualunque circostanza tutti devono garantire la libertà di stampa e che gli operatori dell’informazione non siano presi di mira, qualunque sia il pretesto.

Associazione dei Giornalisti Siriani (SJA)

7/1/2015 Continua a leggere

Matite arabe per la libertà

Difficile sorprendersi, in questi anni bui della ragione. Anche oggi – l’ora del silenzio e della preghiera per le vittime di Charlie Hebdo – i razzisti hanno avuto palcoscenici ampi dai quali sputare veleno. A loro sono stati concessi i palcoscenici che l’informazione seria avrebbe dovuto riservare alle persone di buona volontà e a coloro […]

“Sottomissione”: Houellebecq contro la Francia dell’islam

Di Álex Vicente. El País (06/01/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Michel Houellebecq lo ha fatto di nuovo. Al momento della pubblicazione del suo nuovo libro, lo scrittore può già congratularsi di aver provocato uno scandalo enorme. Il motivo è l’argomento del suo nuovo romanzo, “Sottomissione”, racconto futurista che ritrae una Francia convertita in regime islamico […]

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Il massacro di Charlie Hebdo e il triste delirio islamofobo

Questa vignetta è genialità: perché la satira è questo, e quindi non muore. Anche se gli si taglia la testa. A me rode più il culo che a tanti. Perchè quel che è accaduto oggi a Parigi fa male dentro, perchè uomini come Wolinski non possono essere uccisi, da nessuno, tantomeno da qualche barbuto che […]

Il massacro di Charlie Hebdo e il triste delirio islamofobo

Questa vignetta è genialità: perché la satira è questo, e quindi non muore. Anche se gli si taglia la testa. A me rode più il culo che a tanti. Perchè quel che è accaduto oggi a Parigi fa male dentro, perchè uomini come Wolinski non possono essere uccisi, da nessuno, tantomeno da qualche barbuto che […]

Il massacro di Charlie Hebdo e il triste delirio islamofobo

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Ban Ki-moon e il Primo Aprile di Palestina e Israele

mcc43 Si dà grande rilievo alla dichiarazione del Segretario delle Nazioni Unite che annuncia il “via libera” per la Palestina alla Corte Penale Internazionale. Come d’abitudine, i media semplificano privilegiando l’effetto alle analisi, tacendo sia il passato che i dettagli fondamentali del presente. In tutte le lingue è ripetuto che la dichiarazione di Ban Ki-moon […]

#jesuisCharlie e #jesuis tutte le vittime (in stragrande maggioranza musulmane) del terrorismo

#jesuisCharlie, senza se e senza ma. #jesuisCharlie non solo perché, da essere umano, cittadina e giornalista, difendo e difenderò sempre la libertà di espressione. La mia è quella altrui, su qualsiasi argomento, sull’Italia e sul Medio Oriente, sul conflitto tra israeliani e palestinesi, sul razzismo tout court, sulla crescente e ignorante islamofobia, sulla libertà di […]

Kuwait: arrestato ex parlamentare per critiche all’emiro e a El Sisi

(Agenzie) Le autorità del Kuwait hanno arrestato Saleh al-Mulla, un ex parlamentare liberale dell’opposizione per aver insultato l’emiro dello Stato del Golfo e per aver criticato la visita del presidente egiziano El Sisi, appena conclusa. L’avvocato del detenuto Abdullah al-Ahmad ha riferito che l’arresto è avvenuto dopo un interrogatorio circa alcuni tweet di Mulla, che sono stati considerati […]

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Francia: i musulmani condannano l’attacco contro Charlie Hebdo

(Agenzie). Il Consiglio francese del culto musulmano (CFCM) ha condannato “con la più grande determinazione” l’attacco al settimanale francese Charlie Hebdo. Due uomini armati hanno fatto irruzione nella sede del giornale satirico francese aprendo il  fuoco e uccidendo 12 persone tra cui il direttore del settimanale Stephan Charbonnier. L’organo rappresentativo della più grande comunità musulmana d’Europa […]

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Una sconcertante afasia

Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

Una sconcertante afasia

Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

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Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

Una sconcertante afasia

Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

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Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

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Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

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Non mi appassionano più di tanto i fiumi di parole che inondano i media a proposito dell’Islam, sovaldi sia a partire dalle prodezze dell’IS, pilule sia dall’ultima ‘provocazione’ di Houellebecq… ma sta di fatto che in molti casi si passa dalla cronaca a valutazioni ben più generali e articolate a proposito dei musulmani e della loro religione. Che gruppi più o meno organizzati e rappresentativi si dissocino dal sedicente neo-Califfato … | Continua a leggere

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Libano: ancora nessun nuovo presidente

(Agenzie) Il presidente del parlamento libanese Nabih Berri ha posposto l’elezione del nuovo presidente del Libano al prossimo 28 gennaio, dopo che i parlamentari per la 17ª volta consecutiva non sono riusciti ad eleggere un nuovo capo di Stato per mancanza di consensi e di quorum. Infatti, solo 47 legislatori si sono presentati alla sessione di […]

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Prezzo petrolio Brent scende sotto i 50$ al barile

(Agenzie) Lo standard europeo di petrolio Brent è crollato sotto i 50 dollari al barile per la prima volta dal 2009, crollo causato dallo stallo della produzione dell’OPEC, la sovrabbondanza dell’offerta, la debolezza della domanda e la forza del dollaro. Lo standard americano era sceso sotto i 50$ già dallo scorso lunedì. Michael Hewson, analista presso […]

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Marocco: “Exodus” torna nelle sale dopo alcuni tagli

(Agenzie) Il Centro Cinematografico del Marocco ha annunciato che il film “Exodus” di Ridley Scott verrà di nuovo proiettato nelle sale marocchine dopo che la Fox Studio ha acconsentito a tagliare scene del film che erano state considerate sacrileghe nei confronti dell’islam. Dopo diverse critiche sulla libertà di espressione, il Centro ha dichiarato che verranno rimosse […]

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Marocco-Egitto: dichiarata la guerra mediatica?

Di Youssef Roudaby e Yassine Majdi. TelQuel (02/01/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. La televisione nazionale marocchina ha preso posizione sul regime egiziano. La sera di giovedì 1 gennaio, i telegiornali dei canali Al-Aoula e 2M hanno dedicato un servizio alla situazione politica e sociale in Egitto dall’ascesa di El Sisi. L’analisi di Al-Aoula […]

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Israele: assolto uno dei soldati coinvolto nella morte del ministro palestinese

(Agenzie). L’esercito israeliano ha assolto uno dei soldati coinvolti nella morte del ministro palestinese Ziad Abu Ein, avvenuta il mese scorso durante una manifestazione  vicino Ramallah.  Le autorità ritengono che il soldato abbia agito “in modo appropriato”. Abu Zein, ministro dell’Autorità nazionale palestinese, è morto lo scorso 10 Dicembre in seguito alle percosse subite durante le proteste […]

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La vita continua: a scuola con la legna da ardere. In questo articolo di SyriaD…

La vita continua: a scuola con la legna da ardere.

In questo articolo di SyriaDeeply tutta la determinazione di una piccola comunità nella provincia di Dara’a, la cittadina vicino al confine giordano da cui è partita la scintilla della rivoluzione, che pur di continuare a mandare a scuola i propri figli, pur di avere una speranza per il futuro, ha iniziato a far andare a scuola i bambini con un pezzo di legna da ardere. Il contributo concreto delle famiglie, un sacrificio non da poco in un contesto in cui combustibili ed elettricità sono merce rara e preziosa e la legna è quindi vitale in questo inverno gelido che già miete le prime vittime tra i rifugiati siriani.


At a School in Southern Syria, Students Carry Firewood to Class
www.syriadeeply.org
Despite lacking the most basic amenities, the residents of a village in Daraa persist in their quest for education Continua a leggere

Petizione: basta deportazioni di siriani verso l’Italia. Come per il caso della…

Petizione: basta deportazioni di siriani verso l’Italia.

Come per il caso della Grecia, anche l’Italia non può garantire il rispetto del diritto d’asilo ed una accoglienza dignitosa per i rifugiati. Le procedure sono lunghe e farraginose ed i fondi stanziati dallo Stato italiano sono in buona parte divorati da cooperative, associazioni ed affini, come dimostrato dagli scandali intorno all’ “emergenza nord Africa” e dall’inchiesta di “Mafia capitale”.

In queste condizioni, non sono applicabili gli accordi di Dublino sul riportare i rifugiati nel primo paese europeo in cui sono stati identificati perchè questo dovrebbe essere quello in cui possono presentare la richiesta d’asilo. Una raccomandazione in tal senso la Commissione Europea l’ha già fatta per quel che concerne la Grecia, è ora che questo avvenga anche per l’ Italia. Nessun rifugiato siriano vuole fermarsi in Italia e pesare sui nostri conti pubblici, tutti vogliono andare nei paesi del nord europa dove hanno parenti e la speranza di poter vivere dignitosamente del proprio lavoro, una speranza del tutto inesistente qui da noi.


UNHCR – European Supreme Court – Italian and Swedish Immigration: Stop deportation of Syrian…
www.avaaz.org
‫أوقفوا ترحيل اللاجئين السوريين إلى إيطاليا تقوم دائرة الهجرة السويدية بترحيل طالبي اللجوء السوريين إلى إيطالية وذلك لوجود بصمات لهم هناك عند وصول اللاجئين الى ايطاليا يتم التحايل عليهم من قبل الشرطة واستخدام العنف الجسدي والنفسي والقوة المفرطة لاجبارهم على التبصيم , تقنع الشرطة الايطالية أن هذه البص…‬ Continua a leggere

http://t.co/3yRESY7AB5

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UNHCR – European Supreme Court – Italian and Swedish Immigration: Stop deportation of Syrian…
avaaz.org
أوقفوا ترحيل اللاجئين السوريين إلى إيطاليا تقوم دائرة الهجرة السويدية بترحيل طالبي اللجوء السوريين إلى إيطالية وذلك لوجود بصمات لهم هناك عند وصول اللاجئين الى ايطاليا يتم التحايل عليهم من قبل الشرطة واستخدام العنف الجسدي والنفسي والقوة المفرطة لاجبارهم على التبصيم , تقنع الشرطة الايطالية أن هذه البص… Continua a leggere

HalalTrip: Singapore lancia App per consumatori di cibo halal

(Agenzie). Una società con sede a Singapore ha lanciato un’App per dispositivi mobili che consente ai viaggiatori musulmani e consumatori di cibo halal (prodotti alimentari che corrispondono ai requisiti islamici) di tenersi informati sui ristoranti che servono questo cibo in tutto il mondo. Grazie a questa App, dal nome HalalTrip, gli utenti possono caricare e scaricare […]

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Yemen: esplosione uccide più di 30 persone a Sana’a

(Agenzie) Un attentatore suicida alla guida di un minibus carico di esplosivo ha causato la morte di almeno 30 persone nei pressi di un’accademia di polizia nel cuore di Sana’a. L’esplosione ha inoltre causato il ferimento di dozzine di persone. Per ora nessuna organizzazione ha rivendicato la responsabilità dell’attentato.  

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Turchia: gruppo marxista bandito rivendica attentati Istanbul

(Agenzie) Un gruppo marxista fuorilegge, noto come il Partito/Fronte rivoluzionario popolare di liberazione (DHKP-C) ha rivendicato l’attacco suicida contro la stazione di polizia nel cuore di Istanbul, nel quale l’attentatrice e un poliziotto hanno perso la vita. Il gruppo, organizzazione radicale marxista designata come “terroristica” dalla Turchia, l’Unione Europea e gli Stati Uniti, ha inoltre rivendicato l’attacco […]

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Egitto: El Sisi visita cattedrale ortodossa per Natale copto

(Agenzie) Il presidente egiziano El Sisi ha fatto visita alla principale chiesa copta cristiana del Cairo per essere presente alla celebrazione del Natale copto, mossa che secondo i media egiziani non ha precedenti nella storia del Paese. El Sisi ha visitato la Cattedrale copta ortodossa di San Marco e ha salutato il papa Teodoro II di […]

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Palestina: ONU conferma adesione alla CPI

(Agenzie) Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha dichiarato che la Palestina aderirà alla Corte Penale Internazionale (CPI) a partire dal prossimo aprile. In una dichiarazione apparsa sul sito ufficiale dell’ONU, Ban Ki-moon afferma che “lo statuto entrerà in vigore per lo Stato di Palestina il 1° aprile 2015″. I palestinesi avevano presentato i […]

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Lettera di Natale

Un reporter e la guerra, i ricordi e le persone che quando lavori dividono con te le serate, le cene, le loro case. Una lettera a Babbo Natale, per la Siria e per la Libia, per un po’ di pace e di tregua

#BeitSahem, sobb. di #Damasco, #Siria: Una grande manifestazione si é svolta ogg…

#BeitSahem, sobb. di #Damasco, #Siria: Una grande manifestazione si é svolta oggi nel sobborgo damasceno di Beit Sahem contro Jabhat Al Nusra ed Assad.

Il video é sottotitolato in inglese da ANA Press.

http://youtu.be/rU6uPBYNtbk

https://fbcdn-profile-a.akamaihd.net/hprofile-ak-ash2/v/t1.0-1/c89.54.680.680/s100x100/580835_324653324290587_1263709426_n.jpg?oh=a7fc4798d66eceb215f539f20ddb8ea0&oe=553B0792&__gda__=1428847083_2c4af1cd4acaba2f6b83d6a9a4beb36f

ANA Associazione Nuovi Media

#BeitSahem, sobb. di #Damasco, #Siria: Una grande manifestazione si é svolta oggi nel sobborgo damasceno di Beit Sahem contro Jabhat Al Nusra ed Assad. Il video é sottotitolato in inglese da ANA Press. http://youtu.be/rU6uPBYNtbk Continua a leggere

Iran: nucleari sul nucleare riprendono il 18 gennaio a Ginevra

(Agenzie) Secondo quanto riferito dal vice ministro iraniano degli Esteri, Abbas Araghchi, la prossima sessione di negoziati sul programma nucleare tra l’Iran e il gruppo 5+1 inizierà il prossimo 18 gennaio a Ginevra Araghchi ha dichiarato che i negoziati verranno intavolati a livello vice-ministeriale e che la squadra di negoziatori iraniana avrà colloqui con la delegazione […]

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Turchia: donna attenta stazione di polizia

(Agenzie) Un’attentatrice suicida è rimasta uccisa quando si è fatta esplodere all’interno di una stazione di polizia nel quartiere Sultanahmet di Istanbul, in Turchia, causando la morte di un agente di polizia e il ferimento di un secondo. Il primo ministro turco Davutoglu ha dichiarato che non è ancora chiaro se l’accaduto è collegato a un particolare […]

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Non bisogna ignorare i problemi dei copti egiziani

Di H. A. Hellyer. Al-Arabiya (06/01/2015). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Scrivere di comunità demograficamente minori non è sempre facile, dato l’ambiente in cui queste spesso vivono. Nonostante ciò, all’inizio del 2015 e alla vigilia del natale copto, è tempo di dar voce a tale impulso. Nell’ultimo decennio il sentimento anti-musulmano è cresciuto sempre […]

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Effa, la stilista saudita tra gli imprenditori “top” di Forbes

Effa Al Dabbagh è una stilista saudita fondatrice di Effa Fashion che disegna abaya (abiti femminili in uso specialmente nei Paesi del Golfo). Con base a Dubai, le creazioni di Effa sono una fusione dello stile medio orientale con il gusto dell’audience globale. Riconoscendo il suo talento creativo e di imprenditrice, Forbes Middle East ha nominato Effa tra i 100 […]

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Guerra e vita con Daish

Di Sam Masters. The Independent (04/01/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. La città polverosa e fatiscente, abitata da un quarto di milione di persone, è stata l’orgoglio di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) quando è caduta. Raqqa, capitale de facto di Daish, sottratta a Bashar al-Assad circa 18 mesi fa, è diventata […]

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Arabia Saudita: compagnia di bandiera verso separazione di genere sui suoi voli

(Agenzie) La compagnia di bandiera Saudi Arabian Airlines (Saudia) starebbe pianificando l’introduzione di una separazione di genere tra i passeggeri dei suoi voli, secondo quanto riportato dai media del Golfo. L’intenzione sarebbe quella di dividere uomini e donne a bordo, a meno che non abbiano vincoli di parentela. La decisione arriverebbe in seguito a diverse lamentele […]

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Siria: opposizione non parteciperà ai negoziati di Mosca

(Agenzie) Il neo-eletto presidente dell’opposizione siriana ha dichiarato che la Coalizione Nazionale non parteciperà ai negoziati di pace che la Russia sta promuovendo e organizzando per cercare una soluzione politica alla crisi siriana. Khaled Khoja ha dato la notizia poche ore dopo la sua elezione, avvenuta durante un incontro della Coalizione a Istanbul. I negoziati in […]

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Libano: ambasciatore siriano critica decisione su visti

(Agenzie) L’ambasciatore siriano in Libano Ali Abdul Karima Ali ha criticato la decisione del Libano di introdurre dei visti per l’ingresso dei siriani nel Paese descrivendola come “totalmente inaccettabile”. “La decisione contraddice gli accordi bilaterali firmati da Libano e Siria, che sanciscono che qualsiasi cambiamento nei trattai dovrebbe essere discussa dalle due parti”, ha sottolineato Ali, […]

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Libia: Turkish Airlines sospende tutti i voli

(Agenzie) La Turkish Airlines, compagnia di bandiera turca e ultima operante ancora in Libia, ha annunciato che sospenderà tutti i suoi voli dal Paese nordafricano per motivi legati alla sicurezza. La compagnia, che aveva già annunciato la sospensione della tratta Istanbul-Misurata, ha confermato anche la cancellazione dei voli verso altre destinazioni in Libia, quali Bengasi, Tripoli e […]

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Iraq: Abadi invita alla “rivoluzione tribale” contro Daish

(Agenzie) Il primo ministro iracheno, Haidar al-Abadi, ha invitato a una “rivoluzione tribale” contro Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), segno dell’importanza che Baghdad conferisce alla resistenza tribale contro i militanti del gruppo. Durante un incontro con Suhaib al-Rawi, nuovo governatore della provincia di Anbar, Abadi ha “sottolineato il bisogno di una rivoluzione tribale per liberare […]

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Egitto: due poliziotti uccisi fuori chiesa copta

(Agenzie) Due poliziotti egiziani sono stati uccisi da uomini armati dal volto coperto mentre erano di guardia fuori da una chiesa copta in una città a sud del Cairo, secondo quanto riportato da fonti della sicurezza. Il fatto è accaduto nel quadro dei preparativi per il Natale copto, che quest’anno cade il 7 gennaio, periodo in cui […]

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Tunisia: Obama invita Essebsi a Washington

(Agenzie) Il presidente americano Obama ha invitato il neo-presidente tunisino Beji Caid Essebsi a visitare Washington, benché non sia stata ancora fissata una data. Secondo quanto riportato dalla Casa Bianca, Obama ha chiamato Essebsi per congratularsi per la sua vittoria, salutando “lo spirito di compromesso pacifico” che i tunisini hanno mostrato nel loro periodo di transizione. […]

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Gerusalemme: visita leader Organizzazione Cooperazione Islamica ad Al-Aqsa

(Agenzie) Iyad Madani, segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica ha fatto visita alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme per la prima volta. In occasione della sua visita, Madani ha fatto appello ai musulmani e agli arabi a recarsi nel luogo di culto per rafforzare le rivendicazioni palestinesi. “Venire in moschea è un diritto mio come […]

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Germania: ancora proteste anti-islam

(Agenzie) Continuano in Germania le manifestazioni e le marce contro gli alti livelli di immigrazione e contro l’influenza dell’islam, organizzate dal gruppo radicale Patrioti Europei contro l’Islamizzazione dell’Occidente (PEGIDA) e che sono diventate ormai eventi settimanali nella città di Dresda. Tuttavia, mentre a Dresda si sono raggiunti numeri record, con quasi 18.000 partecipanti in occasione dell’ultima manifestazione, simili […]

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Palestina: Hamas opposto alla proposta di risoluzione

(Agenzie) Hamas si è detto “completamente opposto” all’intenzione del presidente palestinese Abbas di ripresentare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU la risoluzione sulla fine dell’occupazione israeliana, già bocciata giorni fa. Secondo quanto riferito dal portavoce del movimento, “un tale passo costituisce una sciocchezza politica, che gioca un gioco pericoloso con il destino della nostra nazione”. Lo scorso […]

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Siria: curdi riconquistano gran parte di Kobane

(Agenzie) Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, i combattenti curdi sono riusciti a riprendere gran parte della città siro-curda di Kobane dalle mani di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), controllandone ora ben l’80%. L’Osservatorio ha specificato che le forze curde, dopo quattro mesi di scontri, hanno ora il controllo completo del distretto […]

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Il Libano contro i rifugiati siriani

Di Hazem Amin. Al-Hayat (04/01/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Il continuo aumento del numero di rifugiati siriani sul suolo libanese ha spinto le autorità locali a modificare le modalità di ingresso. Ogni siriano dovrà munirsi di un visto regolare per poter soggiornare in Libano. Una decisione, questa, che si indirizza a più di un […]

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Retweeted Young Syrian Lenses (@YSLenses): @Brown_Moses @ShareThis this is a ne…

Retweeted Young Syrian Lenses (@YSLenses):

@Brown_Moses @ShareThis this is a new documentary on media activists in Aleppo. Please help us to spread the word. http://t.co/xocMU0LNHn

Young Syrian Lenses – Teaser
vimeo.com
Documentary Film shot in Aleppo – Syria, between the 30th of April and the 9th of May 2014. The life of the media-activists is narrated through daily tragic episodes… Continua a leggere

Uomo d’affari cinese tiene in “ostaggio” commercianti algerini insolventi

(Agenzie) Un uomo d”affari cinese ha recentemente presto in “ostaggio” 36 commercianti algerini per costringerli a pagare i loro debiti, arrivati a cifre astronomiche. L’uomo, soprannominato “Mao”, possiede una società di transito in Cina e ha l’abitudine di trattare con le società algerine che importano diversi prodotti cinesi. I “prigionieri” avrebbero inoltre indetto uno sciopero della fame […]

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Libia: una spada di Damocle per la regione

Di Sofyane Ayache. Le Matin (02/01/2015). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. Dopo l’Unione Africana, oggi è la Lega Araba a riunirsi nella sua sede cairota per discutere della situazione della Libia e delle possibili soluzioni. Finora le richieste di intervento internazionale sono state bloccate dal voto contrario dell’Algeria (che ha chiuso le frontiere con la […]

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Palestina: Israele non costruirà il muro nel villaggio patrimonio dell’UNESCO

(Agenzie). Israele non costruirà il muro di separazione nei territori del villaggio di Battir, paese a sud di Gerusalemme conosciuto per il suo antico sistema di irrigazione. Nel 2012 i residenti del villaggio avevano firmato una petizione alla corte suprema israeliana contro il piano del ministero della Difesa che prevedeva la costruzione del muro di separazione […]

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Egitto: esplosione causa 4 feriti nel Sinai

(Agenzie) Quattro agenti di polizia egiziani sono rimasti feriti in un’esplosione nella penisola del Sinai, secondo quanto riportato dalla sicurezza egiziana. Sin dalla deposizione dell’ex presidente Morsi da parte dell’esercito nel 2013, l’Egitto ha vissuto un escalation di violenza, con attacchi specialmente nella regione del Sinai, che confina con Israele e la Striscia di Gaza.   […]

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Israele: ex presidente Knesset si unisce a un partito arabo

(Agenzie) Avraham Burg, ex presidente della Knesset israeliana ed ex presidente dell’Agenzia Ebraica per la Palestina, ha annunciato la sua intenzione di aderire al Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza (Hadash), partito comunista arabo-israeliano. Borg ha spiegato che la sua decisione deriva dal suo desiderio di fuggire dal “nazionalismo ebraico”, dichiarando che aderirà alla lista […]

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Mouna Amari, mai sentito De André in arabo?

Una trentennale carriera musicale eppure è difficile sentirne parlare. In Italia ha collaborato con numerosi gruppi e artisti italiani, quali Mario Pagani, Pino Daniele, Massimo Ranieri e Gianna Nannini. Vanta un repertorio musicale che va dalla tradizione musicale araba a quella africana, ai canti corali, al jazz. Mouna Amari, cantante e liutista tunisina, si è […]

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Libia: Francia esclude intervento in Libia

(Agenzie). Il presidente francese Hollande ha detto che la Francia non interverrà unilateralmente in Libia, sottolineando che servirebbe innanzitutto un mandato delle Nazioni Unite per porre fine alla crisi nel Paese nordafricano. “La comunità internazionale deve essere all’altezza delle sue responsabilità”, ha dichiarato il presidente francese. La Francia ha portato avanti una campagna militare internazionale […]

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Tunisia: Nidaa Tounes nomina ex ministro Interni come nuovo premier

(Agenzie) Il nuovo governo tunisino guidato da Nidaa Tounes ha nominato Habib Essid, ex ministro degli Interni, come nuovo primo ministro in seguito a un accordo tra le parti politiche. Habib Essid aveva servito sotto il regime dell’ex presidente Ben Ali, ma è stato anche ministro degli Interni dopo la rivoluzione del 2011.  

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Siria: opposizione elegge nuovo leader

(Agenzie) Il gruppo di opposizione siriana denominata come Coalizione Nazionale ha eletto un nuovo leader, il dottore e uomo d’affari quarantanovenne Khaled Khoja, che prenderà il posto di Hadi al-Bahra. Khoja è stato eletto presidente tramite voto segreto (con 56 voti su 106) durante l’incontro di tre giorni a porte chiuse inaugurato venerdì scorso a Istanbul […]

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Arabia Saudita: attacco terroristico a confine con l’Iraq

(Agenzie) Il ministro della Difesa saudita ha riferito che due guardie di frontiera sono rimaste uccise e una terza ferita in un attacco “terroristico” al confine con l’Iraq. Secondo le fonti, gli aggressori, ancora non identificati, hanno aperto il fuoco contro un posto di blocco vicino Arar, nel Nord del regno; al momento della risposta degli […]

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Rohani: “l’Iran non può crescere economicamente, se isolato”

(Agenzie). Il presidente iraniano Rouhani ha parlato agli iraniani  sulla situazione economica del loro paese. ” Non possiamo crescere in questa situazione di isolamento” ha dichiarato il presidente, il cui governo sta lottando per vedersi tolte le sanzioni economiche internazionali. “Sono finiti i giorni in cui si pensava che se gli investitori stranieri fossero venuti in Iran,questo […]

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Shaheen, il nuovo personaggio saudita del videogioco Tekken

(Agenzie). Il videogioco Tekken fa salire a bordo il primo personaggio saudita vestito col thawb, il vestito tradizionale dei Paesi del Golfo, e col tipico copricapo. Shaheen, questo il nome della new entry di Tekken 7, è stato introdotto con un tweet del producer Katushiro Harada. “L’idea di introdurre un combattente arabo risale al 2008, ma dal […]

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Due ragazzi palestinesi premiati come geni matematici

Baraka Bits. L’INTELLIGENCE Mental-Arithmetic Competition, gara di abilità matematiche svoltasi a Singapore lo scorso dicembre con la partecipazione di circa 3.000 concorrenti da 15 diversi Paesi, ha premiato due ragazzi palestinesi classificatisi al primo e al secondo posto: Dania Husni al-Jaabari, di 14 anni, e Ahmad Ayman Nashwieh, di 8 anni. Dania e Ahmad si sono iscritti […]

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Egitto: scoperte due tombe antiche

(Agenzie). Sono state scoperte due tombe antiche in Egitto: una nel luogo di sepoltura simbolico del dio Osiride mentre l’altra dovrebbe essere la tomba di un faraone sconosciuto. Il ministro Mamdouh Eldamaty ha dichiarato che la scoperta è di particolare importanza perché il sito della tomba di Osiride equivale al disegno trovato a Abydos nella città di […]

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Libia: negoziati di pace rinviati sine die

(Agenzie) Il secondo turno di negoziati di pace promossi dall’ONU per trovare una soluzione alla crisi politica in Libia che doveva avere luogo questa settimana è stato rinviato a data da definirsi. I nuovi negoziati sono stati ripetutamente ritardati a causa delle difficoltà nel mettere d’accordo le parti al fine di incontrare l’inviato speciale delle Nazioni […]

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Yemen: esplosione colpisce bersaglio Houthi a Sana’a

(Agenzie) Una violenta esplosione ha colpito una base appartenente ai ribelli Houthi a Sana’a, la capitale dello Yemen. per ora non è ancora chiaro se l’esplosione abbia causato delle vittime. Gli Houthi hanno sigillato l’area appena hanno potuto accedervi dopo l’accaduto. L’esplosione ha causato danni all’edificio usato come base dai ribelli.    

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La fucina del jihad

 La guerra afgana e in Pakistan grande affluente per il fiume che alimenta le brigate islamiche internazionali. Il caso dell’Azerbaigian

Una guerra, poco importa se civile o dichiarata o – come nel caso afgano o iracheno – addirittura considerata “conclusa”, è sempre un ottimo serbatoio per combatterne un’altra. E’ storia sin dai tempi dei mercenari reclutati per soldo o competenze, ma recentemente questo fenomeno ha preso un nuovo abbrivio. Forse da quando, durante la guerra di Bosnia, si creò una brigata di mujaheddin, sostenuti dai Paesi del Golfo e dall’Iran ma anche dall’Occidente: molti di loro rimasero in piccole enclave radicali in territorio bosniaco oppure trasmigrarono verso nuove frontiere che potevano garantire loro un salario e la continuazione del jihad su altri fronti. Questa storia poco indagata sulle motivazioni (ideologiche, finanziarie, religiose o per senso di giustizia) e che ha contagiato anche i musulmani di seconda generazione “integrati” nelle nostre società, si spalma lungo lontanissimi confini. E proprio l’Afghanistan, col vicino Pakistan, è un affluente primario di quel fiume jihadista che alimenta i conflitti più recenti e che sembra ormai coinvolgere tutto il mondo, dall’Australia all’Azerbaijan.

Il fronte è vario e non certo univoco. E’ di alcuni giorni fa la notizia di combattenti afgani che il regime di Bashar al Assad avrebbe arruolato tramite i buoni auspici di Teheran. Secondo il londinese Syrian Observatory for Human Rights, sarebbero i Guardiani della rivoluzione a reclutare per 500 dollari al mese gli afgani in Iran, dove la diaspora musulmana sciita (in prevalenza hazara) è molto presente. Reclutamento esercitato con la coercizione e che avrebbe già prodotto centinaia di morti, feriti o sequestrati tra questi combattenti in prestito forzato. Non è l’unico caso in cui uno straniero, più o meno convinto o attratto dal denaro, decida di combattere al fianco di Assad. Secondo fonti locali dell’Azerbaigian (Paese a maggioranza sciita), alcuni giovani sono stati assoldati da Damasco per combattere i jihadisti sunniti, la stragrande maggioranza dei miliziani delle brigate islamico-radicali sparse per il mondo, dal Pakistan alla Siria. E benché in Azerbaijan non esista un vero e proprio pericolo jihadista, il Paese è un caso studio interessante dove il conflitto afgano e nel Caucaso sono stati i motori di un revivalismo radicale che sembra aver aiutato la diffusione di movimenti salafiti e wahabiti e l’attrazione per le brigate internazionali.

Il fenomeno è recente ma non si deve dimenticare l’enorme forza che il jihad afgano durante l’occupazione sovietica (1979-1989) ha esercitato su tutti i musulmani del mondo sovietico dove spesso la presenza russa era vissuta come un’occupazione. I primi combattenti azeri partiranno dunque per Cecenia e Daghestan prima e poi per Afghanistan e Pakistan dove vi sono diversi poli di attrazione: non solo e non tanto i talebani di mullah Omar, poco sedotti dall’internazionalismo qaedista e salafita, ma movimenti jihadisti come il Tehreek-e-taleban Pakistan (Ttp) autore della recente strage nella scuola militare di Peshawar (141 morti).

E‘ il secondo jihad – quello contro Usa e Nato – ad attrarre tutta una nuova leva di mujaheddin le cui coscienze si sono risvegliate con le guerre nel Caucaso, i disordini in vari Paesi dell’ex Urss, le primavere arabe e l’11 settembre. In Pakistan c’è ad esempio Taifatul Mansura, formazione militante di mujaheddin turcofoni (turchi, azeri, kazachi, uzbechi, tatari), attiva sul confine afgano pachistano. In Siria c’è invece la Muhajireen Brigade, evolutasi in Jaish al-Muhajireen wal Ansar, gruppo di “stranieri” in gran parte russi e ceceni ma anche occidentali,oppure la più nota Jabhat al-Nusrae adesso formazioni che fanno capo al progetto di Al Baghdadi. Proprio i suoi uomini – secondo un rapporto delle autorità del Belucistan pachistano – avrebbero in essere una potente campagna di reclutamento: fra i 10 e i 12mila uomini da arruolare nelle aree tribali del Pakistan per farli poi trasmigrare sul fronte siro iracheno.

Cosa muove questi combattenti? Ci sono ormai jihadisti di professione: gente senza più patria e ricercata nel Paese d’origine che ha ormai come specializzazione la guerra. Poi c’è l’attrazione di uno stipendio che può variare da qualche centinaio di dollari a mille. Ma c’è anche una forte motivazione ideologica, probabilmente legata al desiderio di uscire dall’impasse di una vita ai margini come quella che può vivere un giovane senza futuro della periferia di qualche capitale asiatica o occidentale. Luoghi dove il jihad internazionale esercita la sua pressione su musulmani di seconda generazione che le società occidentali non hanno saputo o voluto integrare e che vedono come una sconfitta l’adesione supina dei genitori a valori in cui questi giovani non si riconoscono.

In Azerbaigian c’è una città, oggi considerata il nodo per eccellenza delle attività jihadiste – con oltre 200 residenti sotto osservazione come possibile manodopera radicale – il cui passato e presente spiega molte cose. A Sumqayit, costruita alla fine degli anni Quaranta e ormai ex polo di attrazione siderurgico e petrolchimico, il processo di riconversione industriale post Urss ha coinciso con violenze e pogrom che ne hanno modificato il tessuto sociale: mentre la parte armena della città si svuotava, l’area urbana si riempiva di sfollati azeri provenienti dall’Armenia. Nella città, classificata nel 2007 come una delle più inquinate del mondo, il processo di riconversione, le tensioni create dalla disoccupazione e dalla presenza di un milione di sfollati, appaiono come l’humus ideale per il reclutamento di giovani in cerca di occupazione o di un ideale eroico. La guerra è finisce per essere il grande mercato in grado di attrarli.

#Damasco, #Siria – 4 gennaio 2014 – Almeno 3 morti e decine di feriti in seguit…

#Damasco, #Siria – 4 gennaio 2014 –
Almeno 3 morti e decine di feriti in seguito ai bombardamenti aerei condotti dall’aviazione siriana sul sobborgo di Duma nella giornata di domenica.
Diversi civili sono rimasti feriti anche nei quartieri di …


Chronik-Fotos
#Damasco, #Siria – 4 gennaio 2014 –
Almeno 3 morti e decine di feriti in seguito ai bombardamenti aerei condotti dall’aviazione siriana sul sobborgo di Duma nella giornata di domenica.
Diversi civili sono rimasti feriti anche nei quartieri di Qassa’ e Malki a Damasco in seguito alla caduta di alcuni colpi di mortaio.

Soccorso dei feriti nei primi momenti dopo i bombardamenti aerei su Duma
[Video] https://youtu.be/exQ-WRzUyhA
[Video] https://youtu.be/OuJ3qH0iiDY
[Foto] http://on.fb.me/1tBJ7IC
[Foto] http://on.fb.me/13RnTiT
[Foto] http://on.fb.me/1F6lWAA
[Foto] http://on.fb.me/1AoqnkK
Civili feriti in un ospedale da campo di Duma dopo i bombardamenti aerei
http://youtu.be/9kPIEN6RuF0
Scene di distruzione nel sobborgo di Duma in seguito agli attacchi aerei dell’aviazione siriana
https://youtu.be/wkdvMqEMFf8
[Foto] http://on.fb.me/1xIxsf5
Un aereo militare che sorvola Duma
http://youtu.be/VWnt66upmIw

Forze del regime dispiegate sul monte Qasioun bombardano il distretto di Jobar a Damasco
https://youtu.be/H34AZs–I0M
Fumo che si leva dal distretto di Jobar a causa dei bombardamenti
http://youtu.be/DHNy4WNBwQ0

Foto scattata a Duma. Continua a leggere

#Damasco, #Siria – 4 gennaio 2014 – Almeno 3 morti e decine di feriti in seguit…

#Damasco, #Siria – 4 gennaio 2014 –
Almeno 3 morti e decine di feriti in seguito ai bombardamenti aerei condotti dall’aviazione siriana sul sobborgo di Duma nella giornata di domenica.
Diversi civili sono rimasti feriti anche nei quartieri di Qassa’ e Malki a Damasco in seguito alla caduta di alcuni colpi di mortaio.

Soccorso dei feriti nei primi momenti dopo i bombardamenti aerei su Duma
[Video] https://youtu.be/exQ-WRzUyhA
[Video] https://youtu.be/OuJ3qH0iiDY
[Foto] http://on.fb.me/1tBJ7IC
[Foto] http://on.fb.me/13RnTiT
[Foto] http://on.fb.me/1F6lWAA
[Foto] http://on.fb.me/1AoqnkK
Civili feriti in un ospedale da campo di Duma dopo i bombardamenti aerei
http://youtu.be/9kPIEN6RuF0
Scene di distruzione nel sobborgo di Duma in seguito agli attacchi aerei dell’aviazione siriana
https://youtu.be/wkdvMqEMFf8
[Foto] http://on.fb.me/1xIxsf5
Un aereo militare che sorvola Duma
http://youtu.be/VWnt66upmIw

Forze del regime dispiegate sul monte Qasioun bombardano il distretto di Jobar a Damasco
https://youtu.be/H34AZs–I0M
Fumo che si leva dal distretto di Jobar a causa dei bombardamenti
http://youtu.be/DHNy4WNBwQ0

Foto scattata a Duma.

Dopo l’imbarazzo, Israele prenderà di mira Abbas?

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (03/01/2015). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. Rigettare il progetto di riconoscimento dello Stato palestinese è stato così facile che gli Stati Uniti non sono stati nemmeno costretti a usare il veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il progetto infatti non ha nemmeno ottenuto la maggioranza semplice a […]

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Mia, la pornostar nata a Beirut che fa arrabbiare il Libano

Lei non nasconde lo stupore per tutto quel casino. E però, allo stesso tempo, ribatte. Precisa. E contrattacca. «Ma in Medio Oriente non hanno questioni più serie da affrontare invece di perdere tempo con me e quel che faccio? Non ci sono problemi da risolvere?». Per esempio? «Non so, come trovare un nuovo presidente per […]

Iraq: riparte l’economia del petrolio a Kirkuk

Rudaw (04/01/2015). La scorsa settimana sono ricominciate le esportazioni di petrolio dalla città di Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, attraverso il porto turco di Ceyhan. Il Ministro del petrolio iracheno Adil Abdul-Mahdi ha riferito a un’emittente del Qatar che l’oro nero estratto da Kirkuk e trasportato a Ceyhan viene poi venduto a compagnie internazionali. “Manderemo 170mila barili di petrolio […]

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Iraq: al-Sistani condanna le razzie di Daish

Elaph (04/01/2015). La massima autorità sciita irachena, l’ayatollah Ali al-Sistani ha condannato duramente le scorrerie e i furti compiuti dai miliziani di Daish (noto anche come Isis), definendole haram. Non si può parlare di “bottino di guerra”, ha dichiarato al-Sistani, ma solo di furti e atti di vandalismo che minano irrimediabilmente la convivenza pacifica e civile in […]

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Libia: rapiti tredici soldati egiziani

Al-Bawaba (04/01/2015). Tredici lavoratori egiziani copti sono stati rapiti nella città di Sirte, portando a venti il numero dei cittadini egiziani copti rapiti in Libia. La notizie è stata diffusa ieri da fonti del Ministero degli Esteri egiziano, appena una settimana dopo il rapimento di altri sette copti sempre a Sirte. Si tratta in entrambi i […]

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Fuoco amico sul matrimonio

Il bilancio è per ora di 27 vittime e almeno 70 feriti, in gran parte donne e bambini. La strage è avvenuta durante un matrimonio mercoledì scorso nel villaggio di Milan Rodi, distretto di Sangin nel Sud del paese. Ma questa volta la Nato non c’entra e nemmeno i talebani, come all’inizio era stato invece denunciato.
Le vittime sarebbero state infatti l’oggetto di un bombardamento con mortai contro una festa di matrimonio dove un gruppo di guerriglieri si sarebbe rifugiato. Nella zona la guerriglia è ben posizionata e, come si sono giustificati i militari, è difficile per esercito e polizia nazionali operare senza rischi; da qui a bombardare una residenza piena di civili però ce ne corre. Il presidente Ashraf Ghani, alle prese con la sua prima grossa grana di guerra che coinvolge oltre a molti civili le responsabilità del “suo” esercito, ha mandato nella provincia di Helmand, dove si trova il villaggio, una nuova equipe di inquirenti, allo scopo di indagare sulla strage del mercoledì il cui primo rapporto non ha affatto soddisfatto il neo capo dello Stato che ha tra l’altro in quelle aree parte della sua base elettorale. Non si tratta solo di un caso di coscienza: ieri per il terzo giorno consecutivo la gente è scesa in piazza andando a protestare nella capitale della omonima provincia di Lashkargah dove sono arrivati anche diversi parlamentari che però, per motivi di sicurezza, non hanno poi raggiunto i ricoveri dei feriti suscitando polemiche in una zona sotto controllo della guerriglia e dove quindi l’attenzione a come si muovono (o non si muovono) Stato e parlamento è molto alta (Ghani fra l’altro non ha ancora formato l’esecutivo). La gente del posto vuole che i responsabili della strage vengano processati e puniti.
Il matrimonio è un rito collettivo che in Afghanistan rappresenta un momento più che centrale nella vita delle famiglie e dell’intero villaggio. Ma questa tradizione è stata più volte macchiata dal sangue di stragi che hanno colpito feste o processioni nuziali, trasformando le nozze in funerali. 

Tunisia: sgozzato agente della sicurezza nazionale

Tunivisions (04/01/2015). Il corpo di un agente delle forze di sicurezza nazionale tunisine è stato ritrovato ieri sera a Ghriguet, nella regione di Fahs. Gli inquirenti seguono la pista del terrorismo takfirita. L’agente è stato ucciso all’arma bianca poi sgozzato, un elemento che basta alle autorità come chiaro indizio di un attacco di matrice terroristica, […]

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Egitto: riesame della sentenza contro i tre giornalisti di Al-Jazeera

Di Robert Fisk. The Indipendent (03/01/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. “Sì, però”: questa è l’unica reazione possibile di fronte alle notizie che arrivano dal Cairo. Sì, è una buona notizia sapere che sarà riesaminata la sentenza d’incarcerazione per tre giornalisti di Al-Jazeera, che al momento sono detenuti da più di un anno a […]

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Report da dentro Mosul… a cura di Al Hayat Media Center. Nuovo video di propa…

Report da dentro Mosul… a cura di Al Hayat Media Center.

Nuovo video di propaganda del “califfato”, stavolta il giornalista britannico John Cantlie ci racconta la vita quotidiana a Mosul, la seconda citta` dell’Iraq con due milioni di cittadini che sono amministrati dal IS da oltre 5 mesi. Il giornalista appare rilassato, passeggia mostrando una cittadina vivace, dove funzionano i servizi, con l’elettricita` e la gente che va` regolarmente a lavorare. Cantlie cita piu` volte la tv saudita Al Arabia, come fonte di disinformazione che racconta di un califfato fatto di persone spaventate, cittadine depresse e oppresso dal totalitarismo, cita la televisione ed ironizza. La visita include un passaggio all’ospedale, con giro nel reparto pediatrico a dimostrare la presenza di farmaci, medici ed attrezzature. Un giro al mercato con negozi e bancarelle piene e multicolore ed infine una visita dalla polizia. Finalmente dopo l’oppressione di Saddam e l’invasione americana cui e` seguito il caos e l’egemonia sciita i cittadini sunniti del califfato possono godere di sicurezza e stabilita`, ci racconta un Cantlie che guida maldestramente e senza casco una Yamaha della stradale dopo averci mostrato le auto della polizia con la bandiera di IS dipinta sul cofano. Lo descrivo dettagliatamente perche` tra poco verosimilmente sara` rimosso da Youtube, l’account twitter collegato e` stato gia` cancellato ed una prima pubblicazione del video e` gia` stata eliminata.
Ringrazio Paola Pisi della segnalazione.


‫مركز الحياة للإعلام: من داخل الموصل From Inside Mosul‬

‫مركز الحياة للإعلام: من داخل الموصل From Inside Mosul ‬https://twitter.com/Al_Fateh173 Continua a leggere

L’intervento straniero in Siria (oltre che in Yemen ed Iraq). Torno a ringrazia…

L’intervento straniero in Siria (oltre che in Yemen ed Iraq).

Torno a ringraziare il nostro amato presidente Assad per aver difeso la sovranità nazionale contro le ingerenze esterne. La fondazione di una branca siriana di Hizbullah, un nuovo partito khomeinista e jihadista (seppur di jihadismo shiita) non può che rallegrare tutti gli amanti di democrazia e diritti umani.


Iranian military commander: We have forces in Syria, Yemen and Iraq
www.middleeastmonitor.com
Deputy head of Iran’s Revolutionary Guard Corps, Lieutenant Gen. Hossein Salami, said that the forces linked to the Iranian revolution in Iraq, Syria and Yemen are 10 times larger than Hezbollah’s forces in Lebanon.Salami said that Iraq currently has a Continua a leggere

Gaza: colpito peschereccio palestinese

Haaretz (03/01/2015). Questa mattina la marina militare israeliana ha sparato contro un peschereccio palestinese a largo della Striscia di Gaza, ferendo gravemente il pescatore. Secondo fonti mediche palestinesi, l’uomo, residente del campo profughi di Al-Shati, è stato tratto in salvo dalla sua barca in fiamme e trasportato d’urgenza all’ospedale di Rafah. Il Ministero della Difesa israeliano sostiene […]

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Algeria: la società civile contro il gas da scisto

El Watan (03/01/2015). Dopo tre giorni di manifestazioni che hanno bloccato la Transahariana a In Salah, le organizzazioni della società civile chiedono una moratoria all’autorizzazione allo sfruttamento del gas da scisto nel Sud. Salvare l’ambiente, proteggere la salute degli abitanti di In Salah dalle mire di profitto delle multinazionali. Con queste motivazioni dal 31 dicembre decine di […]

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Bahrein: proteste e repressione

Al Jazeera (03/01/2014). Continuano in Bahrein le proteste contro l’arresto di Sheikh Ali Salman, capo del partito sciita Al Wefaq, avvenuto domenica scorsa nella capitale Manama, con l’accusa di istigazione alla violenza. Il regime ha scelto la linea dura, schierando le squadre antisommossa della polizia sia a Manama che in diversi villaggi. In uno di questi, […]

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Palestina: richiesta di accesso alla Cpi

Al-Bawaba (03/01/2015). Ieri sera l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha chiesto ufficialmente alle Nazioni Unite di aderire alla Corte penale internazionale (Cpi) per fermare i crimini di guerra di Tel Aviv. Il Presidente dell’Anp Abu Mazen ha inviato all’Onu diverse lettere, chiedendo l’ingresso della Palestina a una ventina di trattati internazionali, primo fra tutti quello che […]

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Libia: mobilitazione generale contro il terrorismo

Al-Quds al-Arabi (03/01/2015). Il Governo provvisorio libico ha espresso la sua ferma condanna del recente attentato nel Sud, costato la vita a 14 soldati dell’esercito, e ribadisce il suo impegno per debellare il terrorismo. L’attentato è stato compiuto, secondo fonti ufficiali, da miliziani dell’organizzazione Fajr Libya (Alba della Libia), affiliata a Daish (conosciuto in Occidente […]

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Perché la Palestina ha aderito alla Corte penale internazionale

The Atlantic (31/12/2014). Traduzione e sintesi di Carlo Boccaccino. Martedì la Giordania, agendo per conto dell’ANP, non era riuscita ad assicurarsi durante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU voti sufficienti per far approvare la mozione che avrebbe posto fine all’occupazione israeliana, stabilito una capitale palestinese a Gerusalemme Est e imposto il ritiro completo delle forze israeliane […]

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John Cantlie: Attenti al Tracollo del dollaro!

mcc43 E’ apparso in rete un nuovo numero del periodico dello Stato Islamico, Dabiq 6, con in chiusura un altro articolo di John Cantlie, il giornalista prigioniero per il quale il Governo inglese non intrattiene con Isis – secondo quanto finora si sa – contatti utili al rilascio e a preservargli la vita. (articoli precedenti). Se […]

#Aleppo, #Siria – 2 gennaio 2014 – Almeno due donne sono rimaste uccise, di cui…

#Aleppo, #Siria – 2 gennaio 2014 –
Almeno due donne sono rimaste uccise, di cui una incinta, e diversi civili feriti la scorsa notte quando un missile terra-terra lanciato dalle forze governative siriane ha colpito il quartiere di Bayada, nella …


Chronik-Fotos
#Aleppo, #Siria – 2 gennaio 2014 –
Almeno due donne sono rimaste uccise, di cui una incinta, e diversi civili feriti la scorsa notte quando un missile terra-terra lanciato dalle forze governative siriane ha colpito il quartiere di Bayada, nella città vecchia di Aleppo, secondo quanto riportato dagli attivisti.

Distruzione nelle strade ed abitazioni civili nel quartiere di Bayada in seguito al bombardamento da parte delle forze del regime
https://youtu.be/jdKC2b_PKkU
[Foto] http://on.fb.me/1EVe2tG
Effetti dei bombardamenti nella moschea di Bayada
https://youtu.be/yaJFN1UZ2nE

Foto che mostrano i primi momenti dopo che il missile ha colpito il quartiere di Bayada la scorsa notte.
http://on.fb.me/1xf33Gh
http://on.fb.me/1EVfxbl
http://on.fb.me/141N9Dy

Foto scattata nel quartiere di Bayada.
(Fonte: https://www.facebook.com/aleppomediacenter4) Continua a leggere

#Aleppo, #Siria – 2 gennaio 2014 – Almeno due donne sono rimaste uccise, di cui…

#Aleppo, #Siria – 2 gennaio 2014 –
Almeno due donne sono rimaste uccise, di cui una incinta, e diversi civili feriti la scorsa notte quando un missile terra-terra lanciato dalle forze governative siriane ha colpito il quartiere di Bayada, nella città vecchia di Aleppo, secondo quanto riportato dagli attivisti.

Distruzione nelle strade ed abitazioni civili nel quartiere di Bayada in seguito al bombardamento da parte delle forze del regime
https://youtu.be/jdKC2b_PKkU
[Foto] http://on.fb.me/1EVe2tG
Effetti dei bombardamenti nella moschea di Bayada
https://youtu.be/yaJFN1UZ2nE

Foto che mostrano i primi momenti dopo che il missile ha colpito il quartiere di Bayada la scorsa notte.
http://on.fb.me/1xf33Gh
http://on.fb.me/1EVfxbl
http://on.fb.me/141N9Dy

Foto scattata nel quartiere di Bayada.
(Fonte: https://www.facebook.com/aleppomediacenter4)

Siria: opposizione discute piano per la pace russo

(Agenzie) Il più ampio gruppo dell’opposizione siriana ha aperto un incontro di tre giorni a Istanbul per discutere una serie di questioni, tra cui l’iniziativa russa di svolgere dei negoziati di pace a Mosca per cercare una soluzione al conflitto siriano. In questi tre giorni, inoltre, la Coalizione Nazionale Siriana dovrebbe eleggere un nuovo presidente. L’incontro arriva […]

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Libano: restrizioni di viaggio su cittadini siriani

(Agenzie) La Sicurezza Generale libanese ha approvato una serie di misure senza precedenti che mirano a vietare l’ingresso dei cittadini siriani non in possesso di un visto, mossa a sua volta mirata a limitare l’ingresso di rifugiati. Le nuove misure, in vigore a partire dal prossimo 5 gennaio, prevedono sei tipi di visti, quali quelli per turisti, […]

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Tunisia: blogger arrestato, reazione attivisti RSF

(Agenzie) L’osservatorio Reporter Senza Frontiere (RSF) hanno espresso la loro profonda preoccupazione quando una corte marziale ha condannato a tre anni di detenzione il blogger Yassine Ayari con l’accusa di offesa all’onore dell’esercito. Gli attivisti hanno fatto appello affinché il caso venga esaminato da un tribunale civile. Ayari, blogger tunisino 33ene e già attivista di […]

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Erbil, cuore antico del Kurdistan iracheno

Considerata una delle mete favorite dalle riviste di viaggio, inclusa la National Geographic, Erbil – Arbil o Irbil, ma anche Hewler, è una delle città da visitare almeno una volta nella vita. Situata nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, al nord del Paese, si ritiene che Erbil sia una delle città più antiche al mondo, il cui […]

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Autorità Palestinese: indagine CPI su “crimini di guerra” di Israele

(Agenzie) L’Autorità Palestinese ha chiesto alla Corte Penale Internazionale (CPI) di investigare sui crimini commessi nei territori palestinesi a partite dal 13 giugno 2014. Se lanciata, l’indagine si concentrerebbe sulla guerra di Gaza della scorsa estate, in cui più di 2.000 palestinesi hanno perso la vita. Inoltre, l’Autorità Palestinese richiede anche un’indagine sulle continue costruzioni di […]

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Bahrein: si moltiplicano gli appelli per la liberazione di Ali Salman

Al HuffingtonPost Maghreb (29/12/2014). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. Avvenuto la scorsa domenica, l’arresto dello sheikh Ali Salman, segretario generale del movimento al-Wefaq, è stato definito da parte del movimento e di altri quattro gruppi di opposizione, come una  vera e propria “escalation” che minaccia la “stabilità sociale” e  la “pace civile”, così come […]

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Marocco: cosa cambierà nel 2015

(Agenzie). Dal 1 gennaio 2015 sono entrate in vigore in Marocco nuove norme che regolano alcuni aspetti dell’economia del Paese. Carburante: con il calo del prezzo del petrolio, anche il prezzo del Diesel e benzina è sceso. Autostrada: per compensare il calo del prezzo del carburante, il pedaggio autostradale è aumentato. Opere d’arte: buone notizie […]

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Cucina berbera: le lasbanne, polpette di semola

Iniziamo il nuovo anno proponendovi una ricetta della tradizione berbera, originaria della regione algerina della Cabilia: la lasbanne, le polpette di semola alla berbera! Ingredienti: Per il sugo: 300g di carote 2 cipolle 250g di fagiolini surgelati 3 zucchine 1 mazzetto di coriandolo fresco (servirà anche per le polpette) 6 pezzi di carne d’agnello 1 […]

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Consiglio di Lettura: “Atyàf, Fantasmi dall’Egitto e dalla Palestina” di Radwa Ashour

“Atyàf, Fantasmi dall’Egitto e dalla Palestina” di Radwa Ashour è il libro che vi consiglio per iniziare in bellezza l’anno nuovo. Si tratta di uno dei pochi scritti tradotti in italiano della scrittrice egiziana, mancata il 30 Novembre scorso. Il fulcro centrale è costituito della Guerra dei Sei Giorni del 1967, attraverso la quale Israele […]

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Iraq: peshmerga riprendono villaggio vicino Erbil

(Agenzie) Le forze peshmerga curde sono riuscite a riprendere il controllo del villaggio si Sultan Abdallah, situato a 60 km da Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, che era nelle mani dei militanti Daish (conosciuto in Occidente come ISIS). Sultan Abdallah, sulle rive del fiume Tigri, è attraversata da una strada che porta a Mosul. I combattenti curdi […]

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Migranti, quasi 5000 morti nei primi 9 mesi del 2014, il doppio rispetto al 2013

Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Migranti, quasi 5000 morti nei primi 9 mesi del 2014, il doppio rispetto al 2013

Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Lo scorso settembre 500 persone sono morte vicino alle coste di Malta. Due testimoni raccontano che gli scafisti hanno affondato le loro navi dopo che i migranti si erano rifiutati di trasferirsi, per l’ennesima volta dalla loro partenza dall’Egitto, in un’imbarcazione fatiscente. Due settimane dopo l’incidente, si contavano solo 11 superstiti identificati mentre altri testimoni […]

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Siria, Iraq: oltre 90.000 vittime nel 2014

(Agenzie) Le violenze in Iraq e Siria hanno provocato la morte di più di 90.000 persone nell’arco del 2014, uno degli anni più mortali della storia recente del Medio Oriente. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha annunciato che il conflitto in Siria ha ucciso 76.021 civili in un anno, più del doppio dei civili rimasti uccisi […]

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Libia: estinto incendio porto petrolifero al-Sidr

(Agenzie) L’incendio che ha colpito il porto petrolifero di al-Sidr, nella Libia orientale, per un’intera settimana è stato finalmente estinto, secondo quanto riportato da una fonte ufficiale. Al-Sidr e il terminal adiacente di Ras Lanuf erano rimasti chiusi da quanto un gruppo alleato del governo rivale a Tripoli si era mosso settimane fa per cercare di […]

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Iraq: raid coalizione su Mosul, ucciso leader Daish a Fallujah

(Agenzie) Attacchi aerei condotti dalla coalizione guidata dagli USA avrebbero colpito un “meeting” di militanti Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) a sud della provincia irachena di Mosul, uccidendo 15 membri del gruppo, tra cui alcuni leader. Inoltre, un altro leader Daish, tale Mohanned Salih al-Suwaidi, sarebbe stato ucciso in scontri con l’esercito iracheno a est […]

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La “fuga” degli ebrei dalla Francia (e dall’Europa)

Ebrei in fuga dalla Francia. Dall’Europa Occidentale. Dall’Ucraina. In quello che – a livello generale – rappresenta già di per sé un record. Dice la Jewish Agency che più di ventiseimila persone (26.500, per la precisione) hanno deciso nel 2014 di fare l’aliyah, cioè di andare a vivere, di trasferirsi – forse per sempre, sicuramente […]

Diario di Siria 2014: un anno nero per i rifugiati siriani

Di Johanna Mitscherlich. CARE (29/12/2014). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. In copertina una vignetta dell’artista siro-palestinese di Yarmouk Hani Abbas Johanna Mitscherlich (CARE, charity britannica) ripercorre dodici mesi di lavoro coi rifugiati siriani e rende omaggio alla loro resilienza e ai piccoli atti di umanità che possono costituire un’enorme differenza. Gennaio Appena prima del […]

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#Damasco, #Siria – 1 gennaio 2015 – Violenti scontri sono in corso questa notte…

#Damasco, #Siria – 1 gennaio 2015 –
Violenti scontri sono in corso questa notte nel distretto di Jobar a Damasco, che sta inoltre subendo bombardamenti da parte delle forze governative siriane, le quali hanno condotto dal mattino diversi attacchi …


Chronik-Fotos
#Damasco, #Siria – 1 gennaio 2015 –
Violenti scontri sono in corso questa notte nel distretto di Jobar a Damasco, che sta inoltre subendo bombardamenti da parte delle forze governative siriane, le quali hanno condotto dal mattino diversi attacchi aerei nel tentativo di avanzare e prenderne il controllo.
L’aviazione siriana ha ripreso i bombardamenti oggi anche sulla regione della Ghouta orientale conducendo attacchi aerei sulla località di Al Marj, intorno al sobborgo di Deir Al Asafeer e sulle zone rurali di Shebaa e Duma. Quattro barili esplosivi sono stati inoltre sganciati da velivoli militari del regime sulla cittadina di Zabadani, mentre due attacchi aerei hanno colpito il quartiere di Hajar Al Aswad a sud di Damasco.

Il momento in cui un aereo militare siriano bombarda il quartiere di Hajar Al Aswad a Damasco
https://youtu.be/Nm91AN7p0Tk
Conseguenze dei bombardamenti nel quartiere di Hajar Al Aswad
https://youtu.be/Mv40CpI_9F4
Distruzione nelle strade del distretto di Jobar a causa dei continui bombardamenti da parte delle forze del regime
https://youtu.be/ov7zATFT_AQ
http://youtu.be/v3drP5hdPyU

Video che mostra la visita del presidente siriano Bashar Al Assad alle sue truppe a Damasco la sera del 31 dicembre 2014.
https://youtu.be/eBljx88HAc4

La foto mostra il residente siriano Bashar Al Assad durante la visita alle sue truppe sul fronte di Jobar, secondo quanto affermato dai media del regime, mentre per gli attivisti anti-governativi non si tratterebbe di Jobar bensì della zona di Zablatani. Continua a leggere

#Damasco, #Siria – 1 gennaio 2015 – Violenti scontri sono in corso questa notte…

#Damasco, #Siria – 1 gennaio 2015 –
Violenti scontri sono in corso questa notte nel distretto di Jobar a Damasco, che sta inoltre subendo bombardamenti da parte delle forze governative siriane, le quali hanno condotto dal mattino diversi attacchi aerei nel tentativo di avanzare e prenderne il controllo.
L’aviazione siriana ha ripreso i bombardamenti oggi anche sulla regione della Ghouta orientale conducendo attacchi aerei sulla località di Al Marj, intorno al sobborgo di Deir Al Asafeer e sulle zone rurali di Shebaa e Duma. Quattro barili esplosivi sono stati inoltre sganciati da velivoli militari del regime sulla cittadina di Zabadani, mentre due attacchi aerei hanno colpito il quartiere di Hajar Al Aswad a sud di Damasco.

Il momento in cui un aereo militare siriano bombarda il quartiere di Hajar Al Aswad a Damasco
https://youtu.be/Nm91AN7p0Tk
Conseguenze dei bombardamenti nel quartiere di Hajar Al Aswad
https://youtu.be/Mv40CpI_9F4
Distruzione nelle strade del distretto di Jobar a causa dei continui bombardamenti da parte delle forze del regime
https://youtu.be/ov7zATFT_AQ
http://youtu.be/v3drP5hdPyU

Video che mostra la visita del presidente siriano Bashar Al Assad alle sue truppe a Damasco la sera del 31 dicembre 2014.
https://youtu.be/eBljx88HAc4

La foto mostra il residente siriano Bashar Al Assad durante la visita alle sue truppe sul fronte di Jobar, secondo quanto affermato dai media del regime, mentre per gli attivisti anti-governativi non si tratterebbe di Jobar bensì della zona di Zablatani.

ثورة .. أسلوب إنتاج المعرفة (by Estella Carpi, January 2015)

Original Source: ad-Doha Magazine. http://www.aldohamagazine.com/article.aspx?n=370812FF-2660-4210-8670-12F89DE1873A&d=20150101#.VKVy1mSUec- استيلّا كاربي* هذا المقال لا يهدف إلى التّعبير عن وجهة نظر واحدة من بين وجهات نظر آلاف الباحثين والباحثات في الغرب عما يُصْطَلح على تسميته «الرّبيع العربي». كما لا أعتقد أنه يعبر عن رأي عقلاني غربي واحد، قد يكون ربما مضللاً ومصطنعاً لمجرد الاعتقاد أن فرداً واحداً يمكن أن يمثّل […]

ثورة .. أسلوب إنتاج المعرفة (by Estella Carpi, January 2015)

Original Source: ad-Doha Magazine. http://www.aldohamagazine.com/article.aspx?n=370812FF-2660-4210-8670-12F89DE1873A&d=20150101#.VKVy1mSUec- استيلّا كاربي* هذا المقال لا يهدف إلى التّعبير عن وجهة نظر واحدة من بين وجهات نظر آلاف الباحثين والباحثات في الغرب عما يُصْطَلح على تسميته «الرّبيع العربي». كما لا أعتقد أنه يعبر عن رأي عقلاني غربي واحد، قد يكون ربما مضللاً ومصطنعاً لمجرد الاعتقاد أن فرداً واحداً يمكن أن يمثّل […]

Il 2014 di un blog: Maktub di mcc43

“I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.” Come non ringraziare WordPress, la confortevole casa delle nostre idee, e coloro che sono passati qui a leggerle, hanno lasciato un segno o le hanno condivise… Mi stupisco, di nuovo, di quanti sono stati perché Maktub avrebbe tutte le caratteristiche […]

El Sisi e Daish: i due attori che hanno segnato il 2014

Di Mustapha Tossa. Al Huffington Post Maghreb (30/12/2014). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Mentre il mondo si appresta ad accogliere l’anno nuovo, numerosi sono coloro che si interrogano sui grandi fenomeni che hanno segnato il 2014 nel mondo arabo. Due sono gli attori più importanti che hanno caratterizzato quest’anno, forgiandone quasi l’insieme della sua fisionomia. Il […]

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Yemen 2015: alla ricerca di un centro

Di Khaled Fattah. Your Middle East (29/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Mentre il 2014 finisce, lo Yemen continua a desiderare sicurezza e stabilità: i quattro anni della lotta al potere hanno diviso e demoralizzato le sue forze armate e di sicurezza e hanno mandato in rovina la sua fragile economia. Invece di venire ricordato […]

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